Storia dell'anarchismo

Da Anarcopedia.
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A cerchiata: l'immagine massonica della "livella in un cerchio", usata per prima dal Consiglio Federale di Spagna e dall'Associazione Internazionale dei Lavoratori.

Sintetizzando la storia dell'anarchismo si rischia seriamente di essere superficiali e di trascurare eventi significativi. Per evitare ciò, nei capitoli seguenti è esposta una breve sintesi degli accadimenti del periodo e sono evidenziate altre voci per gli approfondimenti necessari.

I precursori dell'anarchismo

Il filosofo greco Diogene di Sinope fu il primo a dire: «Sono cittadino del mondo intero!»

Le radici dell'anarchismo e il bisogno di libertà affondano nell'origine stessa dell'umanità. Sin dal Paleolitico gli esseri umani hanno cercato di mettere in piedi organizzazioni sociali di tipo libertario, l'autorità e la gerarchia storicamente hanno potuto imporsi solo con l'indottrinamento, la falsificazione storica e la violenza della repressione. Poiché il movimento anarchico organizzato nasce nel XIX secolo, si suole catalogare tutti i fatti libertari ad esso precedenti nell'ambito dei precursori dell'anarchismo.

Approfondimenti:

XIX secolo

La parola "anarchia" fu usata per la prima volta durante la Rivoluzione francese dal girondino Brissot, che la utilizzò in senso dispregiativo nel 1793 per definire la corrente degli Enragés (Arrabbiati).

Il termine anarchia comincerà ad assumere un significato positivo solo a partire dall'800 grazie al francese Proudhon che, in Che cos'è la proprietà? scrisse: «La proprietà è un furto. Il grado più elevato dell'ordine nella società viene espresso dal grado più alto di libertà individuale, ossia dall'anarchia».

Se Proudhon è stato il "primo anarchico", il collettivista russo Michail Bakunin è l'anarchico più celebre e anche colui che per primo si adoperò per la costruzione di un movimento organizzato. Da allora iniziò anche l'eterno dibattito/conflitto tra il comunismo anarchico (propugnato, per esempio, da Kropotkin) e l'anarchismo individualista (promosso, per esempio, dagli individualisti americani), nonché tra organizzatori e antiorganizzatori.

Bakunin fondò l'Alleanza Internazionale dei Socialisti Democratici e portò gli anarchici dentro l'Internazionale; poi, dopo la loro espulsione, voluta dai marxisti, diede vita all'Internazionale antiautoritaria.

In seguito al fallimento di queste esperienze organizzative, nel cui quadro rientra anche la Comune di Parigi (1871), cominciarono gli attentati di stampo individualistico contro re, capi di Stato e simboli del potere (ad esempio, Passannante, Acciarito e Bresci attentarono alla vita del re Umberto I, Caserio uccise il presidente francese Sadi Carnot, Henry e Vaillant compirono una serie di attentati in tutta la Francia).

Approfondimenti:

XX secolo

1901-1945

Simbolo dell'IWW.
Libertaria spagnola con bandiera della CNT-FAI. Le donne ebbero un ruolo importante durante la rivoluzione del 1936.

Con l'inizio del nuovo secolo sembrò terminare la spinta della propaganda col fatto e dell'attentato individualistico per lasciar spazio, inizialmente soprattutto in Francia, all'azione sindacalista anarchica e rivoluzionaria. In Francia, dopo l'unione del 1902 tra le Borse del Lavoro (nate nel 1887, presero una piega anarchica a partire dal 1895 con il segretariato di Fernand Pelloutier) e la Confédération Générale du Travail (nata nel 1895), si costituirono in tutto il mondo una serie di sindacati anarchici e rivoluzionari: nel 1904 nacque la Federación Obrera Regional Argentina, nel 1905 l'IWW (USA), nel 1910 la CNT spagnola e nel 1912 l'Unione Sindacale Italiana.

Con l'avvento della Grande Guerra del 15-18 si ingenerò una frattura interna al movimento: alcuni anarchici si dichiararono interventisti (ad esempio, Kropotkin) nella speranza che da lì scaturisse la rivoluzione sociale, altri invece mantennero posizioni di condanna (Malatesta, Goldman ecc.). Prima e dopo la guerra l'Europa e l'America furono pervase da un clima pre-rivoluzionario: in Italia gli scioperi portarono all'occupazione delle fabbriche (1920). Nello stesso anno, sotto l'egida di Malatesta, fu pubblicato per la prima volta «Umanità Nova», organo propagandistico dell'Unione Anarchica Italiana. Già a partire dal 1911, in Messico, si erano comunque susseguite una serie di insurrezioni rivoluzionarie, che nel 1917 coinvolsero soprattutto l'Ucraina e Kronstadt (entrambe nell'ambito della Rivoluzione russa) e molto più avanti, nel 1936, la Spagna.

Gli anni '20 furono quelli in cui gli anarchici cominciarono infine ad aprire gli occhi sulla deriva della Rivoluzione russa, che portò all'intensificazione dei conflitti con i marxisti sino ai drammatici eventi della Rivoluzione spagnola del 1936. In quegli anni, con l'avvento del fascismo e del nazismo, l'Italia e l'Europa furono sconvolte da disastrose violenze razziste e antiproletarie. Gli anarchici subirono durissime repressioni, ma furono anche protagonisti nelle prime file della resistenza.

Approfondimenti:

1945-2000

Il voto non cambia niente, la lotta continua (manifesto del maggio francese).
Bandiera dell'EZLN.

Nel secondo dopoguerra gli anarchici si adoperarono per la riorganizzazione del movimento: nel 1945 in Italia fu costituita la FAI, mentre in Francia e Belgio nacque la Fédération anarchiste. Più o meno nello stesso periodo, in Spagna, prese avvio la resistenza contro la dittatura franchista insediatasi dopo la vittoria nella guerra civile.

Il boom economico degli anni '50 e '60 parve però spegnere gli ardori rivoluzionari del passato, ma l'anno 1968 segnò, a partire dalle università francesi, l'inizio di una serie di rivolte e insurrezioni che coinvolsero tutto il mondo. Nell'ambito anarchico non mancarono le solite unioni e fratture interne a vari gruppi, le occupazioni di case ed edifici divennero sempre meno saltuarie, si costituì l'Internazionale Situazionista ecc. Tutto questo accadeva nel mezzo di gravi e violente provocazioni istituzionali, come dimostrò la strage di piazza Fontana a Milano e la successiva defenestrazione dell'anarchico Giuseppe Pinelli.

Negli anni '70 e '80 molte delle lotte anarchiche furono incentrate sull'opposizione al nucleare e al militarismo. I primi anni '90 videro invece l'esplosione del neozapatismo messicano del Subcomandante Marcos, caratterizzato da una forte impronta libertaria. Con la fine del comunismo reale, la crisi di tutta la sinistra politica e l'aumento della forza del capitalismo, un pò in tutti gli ambiti del movimento anarchico si sentì come impellente la necessità di ridare nuova linfa all'anarchismo, così alcuni pensatori, come Murray Bookchin, Daniel Guérin, Colin Ward e Noam Chomsky, provarono ad elaborare nuove teorizzazioni, ma non senza suscitare polemiche e critiche interne.

Approfondimenti:

XXI secolo

Bandiera anarchica nell'Università di Atene.

Il XXI secolo si aprì con la crisi argentina, che mise sull'orlo del collasso il paese sudamericano. Negli scioperi e nelle rivolte che si susseguirono nel 2001 gli anarchici assunsero un ruolo molto importante, apportando il loro punto di vista radicale per affrontare la crisi. Mentre in Messico continuava l'ascesa degli neozapatisti del Subcomandante Marcos, si apri un nuovo fronte in Grecia: di fronte alla gravissima crisi economica e alle misure restrittive imposte dal Fondo Monetario Internazionale, gli anarchici ellenici iniziarono una durissima battaglia contro il sistema di potere greco partecipando, da protagonisti assoluti e con un seguito che non si vedeva da moltissimo tempo, a manifestazioni, scioperi e insurrezioni di ogni tipo.

Approfondimenti:

Il movimento anarchico internazionale

Italia

Europa

Africa

Asia

Australia

Nord e centro America

Sud America

Voci correlate

Collegamenti esterni