Storia dell'anarchismo in Brasile

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L'anarchico Giovanni Rossi, fondò in Brasile la colonia La Cecilia

L'anarchismo in Brasile ha storicamente una grande tradizione dentro il movimento operaio locale ed ha avuto una notevole influenza nella cultura popolare. Dalle forme di proto-anarchismo, come dimostra Quilombo de los Palmares o la Guerra Guerra di Canudos, all'arrivo di immigrati europei (specialmente italiani: Oreste Ristori, Giovanni Rossi, Gigi Damiani...) - che portarono le idee anarchiche nel paese - e fino ai giorni nostri, il movimento libertario brasiliano è sempre stato protagonista di una ricca e articolata storia intimamente legata ai movimenti sociali.

Prime espressioni dell'anarchismo in Brasile

Probabilmente una delle prime esperienze anarchiche del mondo, anche prima che il termine anarchia comparisse ufficialmente, fu relizzato sulle rive della Baía da Babitonga, nei pressi vicino alla storica città di São Francisco do Sul. Nel 1842 il dottor Benoit Jules Mure, ispirato dalle teorie di Fourier, installò il Falanstério do Saí o Colônia Industrial do Sai, che nel 1841 riuniva i coloni giunti a Rio de Janeiro dalla Francia. Ci furono notevoli disaccordi ed un gruppo scissionista, guidato da Michel Derrion, diede vita ad una nuova colonia, la Colônia do Palmital.

Il dottor Mure conseguì l'appoggio del colonello Oliveira Camacho e del Presidente dello Stato di Santa Catarina, Antero Ferreira de Brito. Il supporto finanziario fu fondamentale per lo sviluppo del progetto.

L'immigrazione italiana ed europea in Brasile

Exquisite-kfind.png Vedi La Cecilia.
Emma Neri e Nello Garavini per le strade di Rio de Janeiro (anni '40)

L'anarchismo in Brasile si sviluppò grazie alla grande immigrazione europea di fine Ottocento e primi del Novecento, grazie al quale fu introdotta nel paese l'idea anarchica. Furono soprattutto gli italiani ad avere questo merito. Uno dei principali accadimenti che contribuì a far nasce il movimento anarchico si realizzò nel 1889, quando l'anarchico italiano Giovanni Rossi fondò nello stato del Paranà la colonia La Cecilia, improntata sull'autogestione e il rifiuto della gerarchia. Tra i fondatori anche Francesco Gattai, nonno paterno della celebre scrittrice Zélia Gattai. Per varie vicissitudini, l'esperienza della colonia terminò nell'aprile del 1894.

Un altro conosciuto anarchico italiano che soggiornò lungamente in Brasile fu Gigi Damiani, che nel 1898 si imbarcò verso San Paolo (qui trovò molti italiani anarchici, anche se alcuni di questi - es. Felice Vezzani e Arturo Campagnoli - venivano espulsi dal paese nel momento in cui lui vi giungeva [1]), dove per venti anni dette il suo apporto insostituibile alla stampa libertaria brasiliana, collaborando con un'infinità di giornali: Il Dirito (Curitiba, 32 numeri dall'8 ottobre 1899 all'11 giugno 1902), O Despertar di José Buzzetti e La Battaglia (San Paolo, giugno 1904- settembre 1912), dove peraltro dal 1911 sostituì Oreste Ristori - un altro italiano che in Brasile dette un notevole contributo allo sviluppo dell'anarchismo locale. Damiani collaborò anche con La Barricata (8 settembre 1912-8 marzo 1913) e Barricata/Germinal (16 marzo - 17 agosto 1913), Propaganda Libertaria (San Paolo, 12 luglio 1913 - 31 dicembre 1914) - dove nel 1914 sostituì alla direzione Alessandro Cerchiai - e Guerra Sociale (San Paolo, 59 numeri della dall'11 settembre 1915 al 20 ottobre 1917), in cui dal 1916 rilevò la gestione di Angelo Bandoni.

Dopo il primo decennio del '900 l'immigrazione italiana calò drasticamente, salvo poi riprendere con l'avvento del fascismo. Infatti, molti antifascisti scelsero di emigrare in sudamerica per sfuggire alla repressione del regime. Tra questi un posto di rilievo lo ebbe la coppia formata da Emma Neri e Nello Garavini. Caduto il fascismo e finita la guerra, i due rientrarono in Italia insieme a molti altri compagni anarchici.

Il movimento operaio e la pedagogia libertaria

Operai e anarchici marciano sventolando bandiere nere per la città di San Paolo durante lo sciopero del 1917.

All'inizio del XX secolo, l'anarchismo e l'anarco-sindacalismo erano le principali tendenze diffuse tra i lavoratori. Nel 1906 alcuni anarchici fondarono la Confederación Obrera Brasilera [2], contribuendo in questo modo ad incrementare la conflittualità della classe lavoratrice, che culminerà negli scioperi del 1917, a San Paolo, e in quelli del 1918-19 a Rio de Janeiro.

Durante lo stesso periodo, sempre grazie ai gruppi e sindacati anarchici o comunque prossimi all'anarchia, furono aperte in molte città brasiliane diverse scuole ispirate ai principi della Escuela Moderna di Francisco Ferrer. L'idea pedagogica libertaria fece presa tra i più grandi pedagoghi brasiliani come Paulo Freire, che proponeva una pedagogia in grado di sviluppare la coscienza di classe e l'autonomia dell'individuo. Una delle principali attività dei libertari fu quella di lottare contro l'analfabetismo, ma a partire dagli anni '20 lo Stato di San Paolo chiuse forzatamente gran parte di queste scuole.

Gigi Damiani, anarchico italiano che operò lungamente in Brasile.

Tuttavia, in Brasile si respirava in quegli anni un fervido clima rivoluzionario, probabilmente in ogni grande città veniva editato almeno un giornale anarchico. Si pubblicavano ovunque un gran numero di libri, opuscoli e giornali, il più conosciuto dei quali fu A Plebe.

Comunemente si ritiene che il declino del movimento anarchico fosse legato alla rivoluzione russa del 1917, alla conseguente influenza esercitata dal marxismo-leninismo e alla nascita del Partito Comunista Brasiliano (PCB), fondato tra l'altro nel 1922 da ex-militanti del movimento anarchico. Tuttavia, questa posizione sostenuta inizialmente da molti storici, è stata confutata dal 1970 da Edgar Rodrigues (anarchico portoghese naturalizzato brasiliano) e da recenti studi di Alexandre Sami, che indicano la crescita dell'influenza dell'anarchismo nel movimento operaio nello stesso periodo di fondazione del PCB e che il declino sia invece legato alla repressione portata avanti dal governo di Artur Bernardes. Questi fu responsabile della costruzione di campi di concentramento e di centri di tortura, i più terribili dei quali furono edificati a Clevelândia (nei pressi della frontiera con la Guayana Francese), in cui vennero trattenuti e torturati molti libertari. Edgar Rodrigues, in diverse sue opere, ha documentato le attività anti-anarchiche portate avanti dai membri del PCB, che cercarono di trasformare i sindacati autonomi in organizzazioni sottomesse al partito, anche attraverso l'uso sistematico della violenza nel corso di tutti gli anni '20.

Probabilmente a causa della difficoltà nel reperire notizie attendibili su quanto stava accadendo in Russia, gli anarchici cominciarono ad aprire gli occhi sulla deriva autoritaria della rivoluzione bolscevica solo grazie agli scritti e ai convegni di anarchici e anarchiche come Emma Goldman e Alexander Berkman, che pubblicamente denunciarono le atrocità commesse in nome della dittatura del proletariato. A partire da questo momento, il movimento anarchico brasiliano si schierò in maggioranza contro il bolscevismo, giacché inizialmente aveva creduto che la rivoluzione d'Ottobre fosse una rivoluzione libertaria. Nel corso degli anni, gli anarchici brasiliani rimarcarono sempre la necessità di inseguire il socialismo senza dittatura, difendendo la libertà e promuovendo l'abolizione immediata dello Stato.

Durante la dittatura militare (1964-1985)

Foto di José Oiticica pubblicate in prima pagina col titolo Confissões de um anarquista emérito, pubblicata dalla rivista O Cruzeiro nel 1953.

Durante il regime militare, dal 1964 al 1985, le principali espressioni anarchiche brasiliane furono il Centro de Estudos Professor José Oiticica di Rio de Janeiro, il Centro de Cultura Social di São Paulo e il periodico O Protesto di Rio Grande do Sul. Tutti furono chiusi alla fine degli anni '60, ma i suoi militanti continuarono clandestinamente le proprie attività, pubblicando libri e comunicando epistolarmente con compagni e compagne di altri paesi.

Negli anni '70 nacque a Bahía il periodico O Inimigo do Rei, che, attraverso la diffusione di materiale autoprodotto, promosse la formazione di nuovi gruppi anarchici in varie parti del Brasile. A Rio Grande do Sul, negli anni '80 fu fondata nella città di Caxias do Sul il Centro de Estudos em Pesquisa Social - CEPS, che si rivolgeva principalmente ai lavoratori. Nel 1986, a Florianópolis, l'evento denominato Prima Giornata Libertaria pose le basi per la nascita della Confederação Operária Brasileira - COB/AIT e la ri-organizzazione del movimento anarchico. Nonostante la repressione del movimento portata avanti dalla dittatura, l'anarchismo brasiliano rinacque proprio in questo periodo grazie all'attivismo di studenti, intellettuali e lavoratori.

Attualità

Subito dopo la fine della dittatura l'anarchismo ebbe un nuovo impulso che permise lo sviluppo di un nuovo movimento. Nel 1985 nacque a Montevideo la Federação Anarquista Gaúcha (FAG), nata su influenze decisive degli anarchici della Federación Anarquista Uruguaya. Un'altra importante organizzazione è stata la Federação Anarquista do Rio de Janeiro, fondata nel 2003 e, come la FAG, imperniata sui principi della piattaforma comunista-anarchica. Della stessa corrente sono state la Federación Anarquista Cabocla, la Federación Anarquista Insurrección - entrambe di Río de Janeiro- il Comité pro Lucha Popular de Bahía (COMLUT), la Rede Libertaria da Baixada Santista e la Uniâo Popular Anarquista. [3]

Dalla fine della dittatura, in Brasile sono nati numerosissimi centri studio, biblioteche, infoshop, agenzie e nodi informativi di carattere anarchico. Tra queste possono essere menzionate l'Agencia de Noticias Anarquistas, il Centro de Contra-Información e Material Anarquista, la Biblioteca Social Fabio Luz di Río de Janeiro, Fenikso Nigra, ecc; tra i gruppi controculturali vanno menzionati la Banda RHC, Batukaçao, Conspiraçao Anti-cultural Universidade Invisível, Detritozine, Evoluçao, Execradores, Grupo Motim de Teatro, Organizaçao Anarco Punkecc.; tra gli ecologisti, i più attivi sono il Colectivo Ambientalista Revolucionario Autónomo di Manaus e il Movimiento Ambiental Revolucionario; tra i femministi il Colectivo Lua di Fortaleza e il Grupo Anarco-Feminista Dandara sono i più attivi sul campo; tra le organizzazioni di ispirazione anarchica classica, autonoma o sintetista possiamo citare il Fronte Anarchico d'Organizzazione Solidale, il Collettivo Canto Libertario, il Collectivo di Resistenza Libertaria, il Collettivo Rottura di Fortaleza ecc.; inoltre è presente una sede della Croce Nera Anarchica a San Paolo, impegnata attivamente nella lotta anticarceraria.

Nel 2012, dopo un lungo processo iniziato nel 2002 con il Fórum do Anarquismo Organizado (FAO), si è costituita la Coordenação Anarquista Brasileira (CAB), che riunisce, sulla base dei principi e della strategia dell'anarchismo specifista, ben nove gruppi: Federação Anarquista Gaúcha (Rio Grande do Sul), Coletivo Anarquista Zumbi dos Palmares (Alagoas), Rusga Libertária (Mato Grosso), Federação Anarquista do Rio de Janeiro (Rio de Janeiro), Organização Anarquista Socialismo Libertário (São Paulo), Coletivo Anarquista Bandeira Negra (Santa Catarina), Organização Resistência Libertária (Ceará), Coletivo Anarquista Luta de Classe (Paraná), Coletivo Anarquista Núcleo Negro (Pernambuco). [4]

Tutti queste organizzazioni sono state in prima fila durante le manifestazioni dell'estate del 2013, che hanno visto scendere in piazza migliaia e migliaia di brasiliani per protestare contro le ingiustizie sociali, la povertà e gli sprechi di denaro pubblico legati all'organizzazione dei mondiali di calcio del 2014 e delle Olimpiadi del 2016. [5]

Note

  1. Dictionnaire des militants anarchistes
  2. Cf., en Jaime Cubero, José Carlos Orsi Morel, Julio Zacouteguy y Leonardo Morelli; El sindicalismo revolucionario en el Brasil; Editora Académica, San Pablo, 1988.
  3. Daniel Barret. El mapa del despertar anarquista: su expresión latinoamericana. Listado de nucleamientos, presencias y actividades anarquistas.
  4. Fondazione della Coordenação Anarquista Brasileira (CAB)
  5. BRASILE: Scendere in piazza contro la destra ed il governo. Per un programma di proposte popolari!

Bibliografia

  • R. Gosi, Il socialismo utopistico. Giovanni Rossi e la colonia anarchica Cecilia, Milano, Moizzi Editore, 1977.
  • Zélia Gattai, Anarchici, grazie a dio, Milano, Frassinelli, 1983
  • Edgard Rodrigues, Lavoratori italiani in Brasile, Casalvelino, Galzerano, 1985
  • Carlo Romani, Oreste Ristori: uma aventura anarquista, São Paulo, 2002
  • R. Zecca, Il positivismo anarchico di Giovanni Rossi. L'esperimento di una comune libertaria nel Brasile della fine del XIX secolo, Università degli Studi di Milano, Tesi di Laurea, 2008.

Voci correlate

Collegamenti esterni