Black bloc

Da Anarcopedia.
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Black Bloc nell'aprile del 2003 ad una manifestazione contro la guerra in Iraq, a Washington DC.

Black bloc (anche scritto black block), è il termine con il quale si definisce un gruppo eterogeneo di individui (anarchici, anti-capitalisti, no-global, esponenti di centri sociali, vandali, provocatori e "infiltrati" delle forze dell'ordine ecc.) che si organizzano tra loro per portare avanti un'azione di protesta violenta o comunque particolarmente attiva.

Nascita del gruppo

Il termine Schwarzer Block fu coniato all'inizio degli anni '80 dalla polizia tedesca per identificare gli Autonomen (simili agli italiani Autonomi, appartenenti all'area della sinistra extraparlamentare, seppur con un sostanziale distinguo sull'uso della tattica violenta [1]), i quali, durante le manifestazioni e i cortei anti-nucleare ed in favore della Rote Armee Fraktion, erano soliti indossare abiti e maschere nere. Tale strategia era funzionale ad impedire l'identificazione e a far apparire i manifestanti una massa compatta e ben identificabile, sia per apparire numericamente superiori sia per attirare la solidarietà e l'aiuto di altri gruppi ideologicamente omogenei all'interno delle manifestazioni.

In seguito tali gruppi ricompaiono nel 1991 a Washington durante le manifestazioni contro la guerra in Iraq e nel 1992 durante le celebrazioni della scoperta dell'America da parte di Colombo. I black bloc irrompono definitivamente sulla scena mediatica nel 1999 durante la terza conferenza dell'Organizzazione mondiale per il commercio (World trade organization, Wto) di Seattle e poi nel 2001 durante il G8 di Genova.

I black bloc non si sono ispirati ad un'unica organizzazione o ad un'unica ideologia. Anche se è innegabile la prevalenza della tendenza anarchica [2], gli aderenti agiscono singolarmente o in gruppi piuttosto limitati e le geometrie e convergenze possono cambiare velocemente.

I "blocchi neri" quindi tendono a comporsi in gran parte di anarchici, ma ugualmente riescono ad aggregare a sé molti altri gruppi anti-capitalisti, no-global ed esponenti di centri sociali.

Caratteristiche distintive

Black Bloc in una protesta anti-UE

La loro caratteristica distintiva, da cui il nome che tradotto significa blocco nero, è quella di indossare vestiti e maschere neri. Le maschere o i caschi hanno la funzione di proteggere i membri del gruppo ed anche di impedire l'identificazione degli stessi da parte delle autorità.

La tradizione di vestire del classico colore anarchico, ovvero il nero, affonda le proprie radici nelle attività antinaziste delle Schwarzen Scharen («Schiere Nere», «Gruppi Neri»), un gruppo antinazista della FAUD che operò in Germania a partire dagli ultimi anni della Repubblica di Weimar. Tuttavia, tale aspetto caratterizzò in maniera preponderante i movimenti degli autonomi tedeschi degli anni '80. Essi indossavano abbigliamento di colore nero durante l'azione militante e nel corso di dimostrazioni a favore della Rote Armee Fraktion (organizzazione tedesca di estrema sinistra, equivalente alle brigate rosse italiane). In Germania, nel giugno 1980, all'ennesima azione repressiva della polizia contro un campo antinuclearista di Gorleben, alcuni decisero di rispondere alla violenza con la violenza. Nel dicembre seguente, sempre in Germania, molti scontri violenti furono messi in atto da militanti di sinistra (molti dei quali vestiti di nero) che protestavano contro gli sgomberi di alcuni squat. Questi fatti sono ritenuti come antesignani dei "moderni" black bloc.

L'uniforme nera ricomparve successivamente negli Stati Uniti d'America durante le proteste contro la prima Guerra del Golfo (febbraio del 1991) ed è stata utilizzata anche da Love and Rage, un'organizzazione rivoluzionaria nordamericana anarchica. Il nero come colore, inoltre, è storicamente associato al movimento anarchico, con riferimento alle bandierine nere che hanno accompagnato i tumulti del pane nella Comune di Parigi. Chiaramente, essendo un movimento spontaneo, non c'è alcun obbligo specifico nell'indossare vestiti neri.

Vi è la credenza erronea, particolarmente fra i mezzi di informazione tradizionali, che i black bloc siano un'organizzazione internazionale di un certo genere, quando in effetti non si tratta che di una tattica usata da un sottoinsieme di dimostranti. Ci possono essere diversi blocchi neri, all'interno di una protesta particolare, che hanno differenti obiettivi e tattiche.

I black bloc non devono essere in alcun modo confusi con i cosiddetti Autonomi Nazionalisti, un gruppo legato alla destra radicale che fa un ampio uso del colore nero sia nei suoi simboli che nell'abbigliamento: talvolta vengono confusi con i black bloc, ma con essi non hanno nulla a che fare.

Azioni tipiche

I black bloc hanno solitamente almeno un gruppo iniziale che si organizza e si coordina per iniziare l'azione. Successivamente altri soggetti si possono unire spontaneamente. Spesso oltre che un obiettivo comune accade che l'affiliazione avvenga anche per il semplice desiderio di protestare in maniera più attiva.

Le azioni tipiche di un "blocco nero" sono così riassumibili:

  • marciare in blocco allo scopo di creare un forte effetto visivo a sostegno della protesta intrapresa;
  • evitare lo scontro diretto con le forze dell'ordine;
  • aiutare altri manifestanti in difficoltà;
  • usare violenza su determinati simboli del potere, in particolare edifici di banche e grandi catene di distribuzione;
  • deviare dai percorsi imposti dalle autorità ai cortei autorizzati, distraendo e ingannando le forze dell'ordine circa i propri movimenti;
  • liberare individui tratti in fermo dalle forze dell'ordine (il cosiddetto "un-arrest").

La distruzione della proprietà, talvolta effettuata dai blocchi neri, ha una valenza simbolica. Gli obiettivi comuni includono le costruzioni istituzionali, gli uffici e i negozi di società multinazionali, i negozi collegati alla pornografia, le stazioni della benzina e gli apparati di video-sorveglianza. Un esempio di questa attività è la distruzione delle vetrine a Seattle nel 1999, durante le dimostrazioni anti WTO, o a Genova nel 2001, durante il G8, contro banche.

Black bloc in Italia

Il termine black bloc in Italia era poco conosciuto prima dei fatti del G8 di Genova dell'estate 2001. In questa occasione il termine è stato ampiamente utilizzato (e probabilmente abusato) dai media che fornivano informazioni sullo svolgersi delle manifestazioni e degli scontri.

Resta difficile valutare la reale provenienza e il livello di organizzazione dei gruppi che furono così denominati. Alcuni hanno sostenuto che tra i black bloc ci fossero agenti delle forze dell'ordine in borghese.

Dopo le proteste avvenute durante il G8 nel 2001, ci sono state indagini giudiziarie ed interventi contro questi gruppi. Tuttavia, considerando che si tratta di fenomeni spontanei non riconducibili ad un associazionismo preciso, le azioni si sono concluse con contestazioni limitate ai singoli membri responsabili di un qualche atto illegale specifico (come la distruzione delle vetrine, la resistenza a pubblico ufficiale o reati simili). Ciò era il caso del caravan di Publixtheatre, un gruppo di 25 artisti arrestati per un mese dopo il summit G8 di Genova.

Il dibattito sugli infiltrati

Violenze al G20 di Toronto del 2010: black bloc o agenti provocatori infiltrati? La riposta nelle scarpe.
In evidenza alcuni poliziotti in borghese: degna di nota la "somiglianza" del primo sulla destra con il dimostrante che appare, in primo piano, nella foto riportata sopra, segno di mimetismo effettuato con particolare cura.

Generalmente, i giorni seguenti alle manifestazioni in cui si sono registrati scontri tra forze dell'ordine e manifestanti, si aprono accesi dibattiti, specialmente su Internet, tra utenti che discutono su veri o presunti poliziotti che si infiltrerebbero tra i black bloc per mettere a ferro e fuoco le città con l'intento di criminalizzare poi l'intero movimento antagonista. Normalmente questi dibattiti sono accompagnati da immagini e video che dimostrerebbero la presenza di infiltrati.

Diversi compagni, anche anarchici, ritengono che i black bloc non siano altro che dei provocatori al soldo della polizia, altri ritengono invece che questo sia fuorviante e diffamatorio rispetto al modo che altri compagni hanno di intendere l'azione diretta.

Gli "infiltrati" (polizia, carabinieri o altro), non solo nelle grandi manifestazioni ma anche nei gruppi organizzati, sempre ci sono stati e sempre ci saranno (vedi, ad esempio, Circolo Anarchico 22 Marzo, Mario Merlino). L'informalità poi dei black bloc rende ancor più probabile la presenza e l'attività degli infiltrati, sia per quanto riguarda il monitoraggio e lo spionaggio sia per quanto concerne la provocazione in occasione di scontri di piazza. [3]

Tuttavia, tutti questi fatti non bastano certamente per dire che i black bloc siano un gruppo formato da infiltrati o che tutte le azioni da loro "firmate" siano delle provocazioni. Per quanto si possa discutere sull'opportunità e legittimità di compiere o meno certe azioni (i pareri sono discordanti), è indubbio che determinati atteggiamenti siano storicamente presenti all'interno di alcune correnti anarchiche, così come è indubbio che le forze dell'ordine hanno cominciato ad infiltrarsi nei cortei o nei gruppi anarchici ben prima della nascita dei black bloc.

Note

Bibliografia

  • Io sono un black bloc. Poesia e pratica della sovversione sociale, DeriveApprodi, 2002.
  • Bob Kolb Fuoco greco. La rivolta di Atene del 5 maggio 2010, Edizioni Bepress, 2011.

Voci correlate

Collegamenti esterni