Anarchismo verde

Da Anarcopedia.
Jump to navigation Jump to search
Bandiera dell'anarchismo verde
Anarchici antispecisti in corteo

L'anarchismo verde è una corrente dell'anarchismo che nasce per coniugare la salvaguardia dei sistemi ecologici con le esigenze libertarie dell'anarchismo, ed è una risposta alla crisi dell'ecologismo tradizionale, ormai non più capace di affrontare e risolvere i problemi della Terra.

L'anarchismo verde contiene in sè molte correnti, tra le quali l'ecologia sociale, il primitivismo e i movimenti per la liberazione animale. Tutte però, in linea di massima si rifanno al lavoro teorico di Élisée Reclus [1], Pëtr Kropotkin [2] ed Henry David Thoreau [3]in quanto critici dell'autorità, la gerarchia e il dominio dell'antropocentrismo.

Cos'è l'anarchismo verde. Origine, influenze e sviluppo

Nuvola apps xmag.png Per approfondire, vedi eco-anarchismo.
Henry David Thoreau è stato uno dei primi "anarchici verdi"
Copertina in inglese di Walden ovvero Vita nei boschi

Questa radicale filosofia affonda le sue origini nelle riflessioni ecologiste e sociali di Reclus, Kropotkin e nella tradizione del filone ecologista americano "capeggiata" da H. D. Thoreau.

L'anarchismo verde è un insieme di teorie politiche che ha ricevuto influenze dal femminismo, dall'individualismo, dal situazionismo, dal surrealismo, dal luddismo e dalle lotte indigene; si caratterizza essenzialmente per le pratiche d'azione diretta e antiautoritarie. Esistono numerose tendenze, le più importanti delle quali sono: l'eco-anarchismo, l'ecologia sociale, l'ecologia profonda e l'anarco-primitivismo.

Gli “anarchici verdi” si oppongono all'antropocentrismo e alla tecnologia (o quanto meno all'uso inappropriato delle stesse), propugnando una profonda e intima connessione dell'individuo con la natura. L'individualità viene quindi percepita come uno dei tanti elementi dell'universo, ognuno dei quali unico e indispensabile, senza alcuna gerarchia d'importanza; secondo molti individualisti questo sarebbe anche un modo per percepire l'unicità della propria esistenza, permettendo l'inizio della propria emancipazione individuale.

Dall'anarchismo verde si sono poi sviluppate filosofie e pratiche di vita tra loro molto diverse, ma tutte accomunate dalla volontà di intraprendere un rapporto armonico con la natura: il vegetarismo, il naturismo, l'eco-femminismo, la permacultura, gli ecovillaggi, il municipalismo libertario ecc.

Negli '60 e '70 è stato attivo un coordinamento internazionale di "anarchivi verdi" chiamato Green Anarchist International Associaton (GAIA), poi divenuto la sezione verde dell'IFA nel 1982. La Green Anarchist International Associaton nel 2002 ha provveduto ad elaborare un manifesto eco-anarchico allo scopo di celebrare il ventennale della rete.

L'anarchismo verde nei paesi anglofoni (USA e GB)

La Gran Bretagna e gli USA sono considerati la terra d'origine dell'anarchismo verde, che nacque e si sviluppò contemporaneamente alla nascita di una serie di riviste espressione del radicalismo verde. In particolare, attorno alla rivista britannica Green Anarchist si coagulò un gruppo editoriale e di attivisti che diede impulso alla crescita del movimento anarchico ecologista. Si può anche ritenere che la storia dell'anarchismo verde, soprattutto in Gran Bretagna, sia lungamente coinciso con la storia della rivista stessa.

Nascita dell'anarchismo verde in Gran Bretagna

Così come in molti altri paesi, l'ecologismo radicale ed anarchico prese piede come forma di contrasto ai test nucleari. [4] Nel 1972, a Londra, attivisti nell'orbita di Peace News formarono un nuovo gruppo che si prefiggeva l'obiettivo di coniugare anarchismo ed ecologismo. Inizialmente chiamatosi Against the French tests («Contro i test francesi»), cambiarono il nome in Greenpeace – Stop the French tests, manifestando così la propria opposizione ai test nucleari francesi nel Pacifico. [5] In seguito tale gruppo sarà conosciuto nel mondo con il nome di London Greenpeace (da non confondersi con Greenpeace e da cui peraltro prenderà nettamente le distanze), proseguendo le sue battaglie sino al 2001.

Alcuni degli scritti di natura anarchica ed ecologista che fecero maggior scalpore nel paese, comparvero nell'opuscolo pubblicato nel 1976 dall'inglese Richard Hunt, in cui venivano analizzate le cause della devastazione ambientale, attribuite «all'origine della parcellizzazione del lavoro; la formazione dei monopoli; il dominio dell'uomo sull'uomo; rapporto nord-sud del mondo; l'autogestione delle risorse naturali come mezzo di emancipazione dei popoli ecc.»

Le sue idee furono però considerate troppo radicali dal The Ecology Party (primo partito ecologista inglese fondato nel 1976), con cui collaborava, per questo nel 1983 fuoriuscì dal partito e si aggregò ad altri "transfughi" che avevano fondato ad Oxford il giornale «Linea Verde».

Richard Hunt entrò presto in conflitto con John Carpenter, ideatore di questa rivista, e non contento della linea editoriale partecipò, nel 1984, alla creazione di un nuovo giornale che si sarebbe dovuto distinguere per le idee anarchiche ed ecologiste e che segnò la storia dell'anarchismo verde in questo paese: Green Anarchist (GA) (letteralmente anarchismo verde).

Fondazione, sviluppo ed attività di Green Anarchist

Exquisite-kfind.png Vedi Green Anarchist.

Il nucleo portante del nuovo giornale fu costituito da Richard Hunt e da Marcus e Alan Albon. Questi ultimi erano attivisti dei movimenti di massa e di quelli pacifisti ghandiani che utilizzavano soprattutto la disobbedienza civile come metodo di lotta. Nel collettivo di Green Anarchist trovarono posto anche esponenti del movimento punk, dell'insurrezionalismo ecologista e della liberazione animale.

Furono proprio le divergenze sull'uso della violenza a provocare la fuoriuscita dei due Albon dal gruppo di Green Anarchist. A questo punto Hunt prese il controllo totale del giornale, assumendo atteggiamenti autoritari e a volte inaccettabili: iniziò ad attaccare i pacifisti, le femministe, i vegetariani e in generale tutti quelli che osavano criticare le sue posizioni.

Hunt si scontrò violentemente anche con gli esponenti dell'anarchismo classico che vedevano la rivoluzione arrivare dallo scontro “capitale-lavoro”, contrariamente a lui che vedeva nei contadini del terzo mondo l'avanguardia rivoluzionaria che avrebbe poi contagiato il ricco occidente.

Il secondo gruppo editoriale

L'arroganza autoritaria di Hunt provocò la fuga di molti suoi collaboratori, con conseguente perdita di credibilità della rivista, ma per fortuna nel 1988 arrivarono nuove menti a rivitalizzare il giornale. In particolare due di questi, Laughton e Rogers, diffusero il principio dell'azione diretta. Questo secondo gruppo editoriale cercò una maggiore visibilità mediatica rilasciando interviste d'appoggio alle azioni dirette, soprattutto di quelle compiute dai gruppi legati alle lotte antispeciste. Nel 1990 Laughton venne sostituito da Kevin Lano, un anarchico co-fondatore del “Movimento di liberazione sessuale anarchico”; Richard Hunt, pur di mantenere il controllo del giornale, assunse via via posizioni sempre più “a destra”, sostenendo le più bieche idee maschiliste e addirittura quelle nazionalistiche di Troy Southgate, un nazional-anarchico membro fondatore del British National Front e dell'International Third Position.

Theodore Kaczynski, anarchico ed ecologista radicale
John Zerzan, figura di primo piano dell'anarchismo verde e primitivista

Finalmente isolato dagli altri membri del collettivo, Hunt fu costretto ad andarsene e a fondare nel 1991 un un nuovo giornale, Alternative Green, a cui collaborò per un certo periodo anche Troy Southgate.

La svolta primitivista

La redazione di Green Anarchist, non appena Hunt fuoriuscì dal gruppo editoriale, integrò le idee dell'anarchismo verde britannico con quelle nord-americane (ecologia profonda, ecologia sociale e primitivismo), dove dal 1979 era in attività il gruppo Earth First!, da cui fuoriuscirono tredici anni dopo i membri più radicali per dar vita a Earth Liberation Front (ELF).

Intanto, GA divenne sempre più un punto di riferimento anche per gli ecologisti radicali nord-americani ed il risultato fu il suo orientamento verso posizioni primitiviste, esplicitate nell'editoriale "n° 29" del giornale in cui si legge: «Green Anarchist è ora libero di promuovere una prospettiva più primitivista».

In questo periodo Green Anarchist "ospitò" articoli di Bob Black, John Zerzan e Fredy Perlman. Diversi scritti espressero pareri favorevoli alle azioni radicali di Theodore Kaczynski e di altre pratiche d'azione violenta. Il gruppo editoriale strinse nuove alleanze, tra cui quella con l'Animal Liberation Front che sfociò nella GANDALF Defence campaign [6].

Le divergenze interne al collettivo portarono nel 2000 uno dei fondatori di GA a dar vita negli USA ad una nuova rivista: Green Anarchy.

Gli anarchici contro la degenerazione dell'ecologismo radicale

Soprattutto negli USA presero piede alcune correnti radicali dell'ecologismo come l'ecologia profonda e quella sociale. Non tutti i partigiani di queste filosofie espressero però sempre pareri relazionati ai principi libertari ed anzi, (pseudo) ecologisti come Rudolf Bahro, che più volte dichiarò la propria vicinanza alle tesi dell'ecologia profonda, degenerarono le proprie idee in una sorta di mix tra ecologismo ed idee eco-mistiche e nazionalistiche. [7]

Alcuni settori minoritari di Earth First! accolsero queste degenerazioni per dar vita a teorie ecologiche inaccettabili e dal carattere fortemente antiumanista (es. l'immigrazione messicana in USA vista come un pericolo per la natura), provocando dure reazioni da parte del primitivista George Bradford e di Murray Bookchin (quest'ultimo, fondatore dell'Institute for Social Ecology, vedeva nella gerarchia e nell'autorità la causa del dominio dell'uomo sull'uomo e dell'uomo sulla natura).

Anarchismo verde in Italia

Quantunque anche in Italia il movimento anarchico, così come quello internazionale, abbia sempre guardato con interesse alle questioni ambientali, le istanze di ecologisti ed anarchici hanno cominciato a collimare a partire dall'esplosione delle lotte antinucleari. «Il movimento anarchico, nel suo complesso, si è da sempre schierato contro la scelta nucleare, tanto nel nostro paese quanto nel resto del mondo.» In questo modo gli anarchici hanno «voluto contrastare, sin dall'inizio, lo sviluppo ed il rafforzamento del capitalismo.» [8]. Soprattutto per i comunisti anarchici la lotta antinucleare è da sempre «un momento importante dello scontro di classe. Un momento in cui è di primaria importanza la continua sensibilizzazione della classe per stimolarla verso un terreno unitario di lotta per la difesa degli interessi dei lavoratori e per un reale miglioramento delle loro condizioni di vita.» [8]

Striscioni di solidarietà ad anarchici NO TAV detenuti

Negli anni '70, movimenti di classe, non specificamente anarchici, si ritrovarono in prima fila nel portare avanti istanze antinucleariste, che poi sfociarono nella costituzione di un Coordinamento Nazionale dei Centri Sociali e dal Coordinamento Nazionale Antinucleare e Antimperialista. [9]

Testata del numero 24 di «Terra Selvaggia», uscito nel marzo 2011, periodico prodotto dal gruppo ecologista Il Silvestre.

A Torino, nel maggio del 1983, organizzato da diversi collettivi studenteschi, si svolse la manifestazione Rock contro il nucleare, presso la Facoltà di Architettura, al Castello del Valentino. [10]

Il 26 aprile 1986 un disastroso incidente nella centrale nucleare di Černobyl', in Ucraina, radicalizzò la lotta del movimento antinuclearista in Italia e nel resto dell'Europa. Nella penisola, già il 6 agosto dello stesso anno si svolse a Montalto di Castro e una partecipata e calda manifestazione che vide per la prima volta la saldatura degli operai e dei movimenti antinucleari. [11]

Negli anni '80, si rifugiò clandestinamente in Italia Marco Camenisch, un antinuclearista svizzero appartenente al locale movimento anarchico ed ecologista ricercato dalle autorità svizzere dopo l'evasione dal carcere di Regensdorf (Zurigo - Svizzera), battutosi sin dai primi anni '70 contro il pericolo dell'energia nucleare.

Negli anni '90, con l'inizio della progettazione del TAV (Treno Alta Velocità) in Val Susa, presero vigore le lotte ecologiste del movimento cosiddetto NO TAV contro la devastazione ambientale, in cui gli anarchici assunsero un peso specifico abbastanza influente. nell'ambito di queste lotte, giovedì 5 marzo 1998, gli anarchici Silvano Pelissero, Edoardo Massari (detto Baleno) e Maria Soledad Rosas (argentina, detta Sole) furono arbitrariamente arrestati con l'accusa di appartenere all'organizzazione eco-terrorista "Lupi Grigi", accusata di essere responsabile di una serie di attentati in Val Susa contro la linea ad alta velocità Torino-Lione. Si trattò di una montatura giudiziaria terminata con il suicidio di Massari e Soledad e con l'assoluzione per quei specifici reati di Pelissero. Le lotte del movimento NO TAV proseguono con vivacità ancora oggi, laddove gli anarchici rappresentano sempre una parte molto importante per la sua carica radicale e comunque ben accetta da gran parte del movimento.

Più recentemente si sono costituiti dei piccoli gruppi di anarchici impegnati nel campo ecologista radicale, come Il Silvestre che ha dato vita anche al giornale Terra Selvaggia, oppure altre realtà spesso informali che hanno portato avanti diverse battaglie contro le nocività e la devastazione ambientale. [12]

Tendenze dell'anarchismo verde

Exquisite-kfind.png Vedi ecologia sociale, ecologia profonda, primitivismo e antispecismo.

Riviste anarco-ecologiste

Note

  1. Si veda Natura e Società, Scritti di geografia sovversiva
  2. Si veda Campi, fabbriche, officine
  3. Si veda Walden ovvero Vita nei boschi
  4. Negli USA alcuni dei primi gruppi antinucleari furono Clamshell Alliance ed Ecology Action Eas
  5. Esperimenti nucleari nel Pacifico
  6. La cosiddetta campagna GANDALF (Green Anarchist and ALF) che vide la stretta collaborazione di Green Anarchist ed ALF portò anche ad un'operazione poliziesca repressiva che costò varie incriminazioni ad esponenti di primo piano dei due gruppi.
  7. Altri "ecologi profondi" proposero, tra l'altro, uno stile di vita in comunione con la natura «riprendendo le tradizioni e i modi di sentire sciamanici».
  8. 8,0 8,1 Analisi movimento di contestazione antinucleare
  9. Le lotte antinucleari in italia
  10. Rock contro il nucleare
  11. Lo sciopero operaio e la Caporetto del sindacato filonucleare
  12. Nocività

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni