Colin Ward

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Colin Ward

Colin Ward (Wanstead, Regno Unito, 14 agosto 1924 - Ipswich, Regno Unito, 11 febbraio 2010) è stato uno scrittore e un pensatore anarchico ed è considerato una delle figure più importanti ed influenti dell'anarchismo britannico e internazionale.

Biografia

Ritratto di Clifford Harper.

Nato in una famiglia inglese decisamente progressiste, il padre di Colin Ward, Arnold, di professione insegnante elementare, è da sempre sostenitore del Partito Laburista. Il primo lavoro ottenuto da Colin Ward lo svolge in una ditta che costruisce rifugi antiaerei, poi viene assunto nell'ufficio tecnico del comune di Ilford, dove prende coscienza del classismo sociale imperante nel Regno Unito: per esempio, alcuni cittadini ricevono subito istanza, altri invece sono inglobati nel vortice burocratico fatto di domande, liste a cui iscriversi e file gerarchicamente da rispettare.

Paradossalmente, Ward conosce l'idea anarchica durante il servizio militare, nel 1942, quando il mondo si trova in piena Seconda guerra mondiale. Mandato a Glasgow, dove è presente una folta e combattiva comunità anarchica, partecipa a riunioni e a comizi anarchici. Frank Leech, ex minatore e anarchico, lo incita a scrivere qualche articolo per la rivista «War Commentary» di Londra e Ward gli dà ascolto: il primo, intitolato Allied Military Government, è incentrato sul nuovo ordine che si vuol dare all'Europa liberata.

Nell'aprile 1945, quattro collaboratori della redazione di «War Commentary», tra cui anche Colin Ward, sono accusati e incriminati di seminare zizzania entro le forze armate. Malgrado i quattro dichiarino di non essere affatto ostili all'esercito, nonostante la loro collaborazione alla rivista, Philip Sansom, Vernon Richards (Vero Recchioni, marito di Maria Luisa Berneri, anch'essa collaboratrice a numerose riviste anarchiche britanniche) e John Hewetson sono condannati a nove mesi di carcere.

Terminata la leva, Colin Ward diventa definitivamente un militante del movimento anarchico, ispirato e influenzato soprattutto da Pëtr Kropotkin. Dal 1947 al 1960 è alla direzione di «Freedom», giornale anarchico londinese fondato proprio da Kropotkin.

All'inizio degli anni cinquanta comincia ad affrontare tematiche che emergono in quel periodo: l'abitare, lo spazio urbano, il controllo operaio e l'auto-organizzazione in fabbrica, l'ecosostenibilità, le attività agricole, la decolonizzazione ecc. Per questo, dal 1952 al 1960, è primo assistente dello studio Shepheard & Epstein, che si occupa della progettazione di edifici scolastici e di case popolari.

Nel 1961 fonda e dirige sino al 1970 il mensile «Anarchy», in cui l'anarchismo si confronta con i più interessanti pensieri scientifici, sociali e culturali della modernità. Nel 1971, dopo un breve periodo dedicato all'insegnamento, è responsabile all'istruzione della Town and Country Planning Association, per la quale cura le pubblicazioni di “BEE” (Bulletin of Environmental Education), occupandosi di edilizia e urbanistica. Dal 1973 al 1976 ha scritto libri dedicati ai bambini su tematiche come il lavoro, la violenza e l'utopia (pubblicati dalla Penguin Education, dal 1973 al 1976).

Nel 1979 sceglie di lasciare l'impiego per trasferirsi in campagna, nel Suffolk, dove da allora si occupa esclusivamente di saggistica. Scrive anche articoli che trovano posto in testate nazionali prestigiose: New Statesman & Society, People & Ideas, The Guardianecc.

Attività di ricerca e pensiero

Colin Ward con la sua macchina per scrivere.

Fin dagli anni settanta Ward ha pubblicato libri e articoli su svariati argomenti: educazione, politica, urbanistica, edilizia, ecologia (Ward si è anche occupato per esempio di studiare maniere "non ufficiali" utilizzate dalle persone per rimodellare l'ambiente secondo le proprie necessità, allargando il discorso sino ad analizzare concetti come vandalismo, orti urbani, autocostruzione, occupazione di case ed educazione. ecc., sempre e comunque ponendo al centro di tutto il nocciolo delle sue idee: l'anarchia è la più efficace forma di organizzazione sociale. Egli pensa che l'idea anarchica sia da sempre esistita, spesso come «seme sotto la neve», schiacciata dall'oppressione del sistema capitalistico e gerarchico attuale.

Tali tesi hanno trovato spazio in numerosi scritti e saggi, alcuni dei quali tradotti e pubblicati per case editrici italiane o per riviste anarchiche in lingua italiana come «Volontà» e «A-Rivista», in cui Ward per dimostrare la validità del proprio pensiero si avvale di una notevole mole di fonti e argomenti tratti da diverse discipline scientifiche: sociologia, antropologia, cibernetica, economia, psicologia, pedagogia, pianificazione urbanistica, architettura ecc.

L'idea anarchica

Colin Ward credeva ancora nella necessità dell'anarchismo, ma il movimento anarchico non poteva pensare di essere efficace utilizzando gli stessi mezzi utilizzati nel XIX secolo. Non credeva più nelle rivoluzioni di massa (spesso erano gli stessi anarchici a cadere come prime vittime dei rivoluzionari, come hanno insegnato le esperienze di Cina, Cuba e Russia), quanto nella creazione di progetti di autogestione nell'ambito dell'ecologismo, dell'urbanistica e dell'economia partecipativa, tramite li quali sviluppare una nuova organizzazione sociale. Ward prendeva ad esempio iniziative autogestionarie svilupatesi in Africa, Asia o America Latina, avvicinandosi non poco alle posizioni di Murray Bookchin sull'ecologia sociale e a quelle dell'ecologia profonda:

«Sono convinto che un anarchismo intelligente del 21° secolo continuerà a rendere più fitti i propri legami con il mondo dei movimenti verdi e con le economie non ufficiali e informali del mondo povero, così come con quelle dei poveri all'interno del mondo ricco, al fine di trarne delle lezioni anarchiche sulla sopravvivenza umana. Ritengo che le lezioni impartiteci dal 21° secolo diano maggior forza al messaggio anarchico, ma che il nostro linguaggio debba tener conto delle nuove e complicate realtà sociali» (estratto dall'articolo Che significato avrà domani l'anarchismo, pubblicato in «Freedom»).

Oltre da Kropotkin, la sua idea prgmatica dell'anarchismo fu influenzata da diversi pensatori (molti dei quali non anarchici), come per esempio Martin Buber, Isaiah Berlin, Alexander Herzen, Patrick Geddes e Lewis Mumford. Alcune idee anarchiche di Ward furono introdotte in Gran Bretagna da scrittori come Herbert Read e Alex Comfort, ma esse sono anche assai simili a quelle del tedesco Gustav Landauer, che in un articolo del 1910 scrisse che lo Stato non si poteva così facilmente distruggere attraverso una rivoluzione, visto che esso era una condizione creatasi attraverso lo sviluppo di relazioni umane contingenti, ma solo attraverso la creazione di nuovi rapporti intra ed interpersonali.

I problemi urbanistici

Nuvola apps xmag.png Per approfondire, vedi Anarchismo e urbanistica.

La maggior parte delle opere di Ward trattano la questione architettonica e lo sviluppo urbanistico, proponendo soluzioni anarchiche rispetto a quelle classiche imposte dalle autorità. Fu un ammiratore dell'architetto Walter Segal, un architetto svizzero naturalizzato britannico che sviluppò l'omonimo sistema di autocostruzione di edifici in legno.

Nel libro Il bambino e la città egli sostiene che lo sviluppo urbanistico ha in pratica negato ai bambini la variegata possibilità di fare esperienze grazie al contatto con l'ambiente che li circonda. Per questo la progettazione della città anarchica dovrebbe mettere al centro di tutto i bambini:

«La pianificazione urbanistica della città deve tenere presente che i bambini devono poter usare la città, perché nessuna città è governabile se i cittadini non la sentono propria».

Colin Ward cita anche Pëtr Kropotkin quale punto di riferimento riguardo alle problematiche dell'urbanistica, vista la sua riabilitazione della città medievale quale risultato della cooperazione sociale. L'anarchico russo sottolineò in Campi, fabbriche e officine che le comunità non dovessero superare certe dimensioni e che fosse necessaria un'integrazione tra industria e agricoltura.

Bibliografia

  • Anarchy in Action, Allen & Unwin, 1973; Freedom Press, 1988 (trad. it.: Anarchia come organizzazione, Antistato, 1976 e Anarchia come organizzazione. La pratica della libertà, Elèuthera, 2006)
  • Streetwork: The Exploding School, con Anthony Fyson, Routledge, 1973
  • Vandalism, Architectural Press, 1973
  • Utopia, Penguin, 1974
  • Tenants take Over, Architectural Press, 1976
  • Work, Penguin Education, 1978
  • Violence, Penguin Education, 1979
  • Housing: An anarchist approach, Freedom Press, 1983
  • British School buildings: Desing & Appraisals, Architectural Press, 1977
  • The Children in the City, Architectural Press, 1979; Penguin, 1994 (trad. it.: Il bambino e la città, Ancora del Mediterraneo, 2000)
  • Arcadia for All: the Legacy of a Makeshift Landscape, con Dennis Hardy, Mansell, 1986
  • When we Build Again, Lets have Housing That Works, Pluto Press, 1985
  • Goodnight Campers! The History of the British Holiday Camp, con Dennis Hardy, Mansell, 1986
  • Chartres: the Making of a miracle, Folio Society, 1986
  • A Decade Of Anarchy, selezione del mensile “Anarchy” 1961-1970, Freedom Press, 1987
  • The Allotment: Its landscape & culture, con David Crouch, Faber & Faber, 1988
  • The Child in the Country, Hale 1988; Bedford Square Press, 1990
  • Welcome Thinner City, Bedford Square Press, 1989
  • Underminig The Central Line, con Ruth Rendell, Chatto & Windus, 1989
  • Talking Houses, Freedom Press, 1990
  • Images of Childhood, con Tim Ward, Sutton, 1991 (trad. it.: Dopo l'automobile, Elèuthera 1997)
  • Influences: Voices Of Creative Dissent, Green Books, 1992
  • New Town, Home Town: The Lessons of Experience, Gulbenkian Foundation, 1993
  • Talking Schools, Freedom Press, 1995
  • Reflected in Water, Cassel 1997 (trad.it: Acqua e comunità, Elèuthera, 2003)
  • La città dei ricchi e la città dei poveri, Edizioni e/o, 1998
  • Conversazioni con Colin Ward (a cura di D. Goodway), Elèuthera, 2003
  • Anarchism, Oxford up 2004 (trad. it L'Anarchia, un approccio essenziale, Elèuthera 2008)
  • Architettura del dissenso, Elèuthera 2016
  • L'educazione incidentale (a cura di F. Codello), Elèuthera, 2018

Voci correlate

Collegamenti esterni