Storia dell'anarchismo negli Stati Uniti

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Henry David Thoreau, uno dei padri nell'anarchismo americano.

L'anarchismo, che com'è noto è una filosofia politica fondata sull'autogestione e sulla negazione della gerarchizzazione della società, si diffuse negli USA principalmente come strumento di difesa della libertà individuale dalle aggressioni da parte dello Stato e della religione, ponendosi in posizione antitetica tanto al liberalismo quanto al marxismo. Molti anarchici statunitensi, come Henry David Thoreau, Ralph Waldo Emerson e Walt Whitman, prefigurarono l'anarchismo contemporaneo, la controcultura, l'ecologia e le pratiche non violente come la disobbedienza civile.

Anarchismo indigeno

In generale, l'anarchismo indigeno è un termine usato per descrivere la maggior parte delle società dell'America precolombiana, molte delle quali erano prive di strutture gerarchiche istituzionali come lo Stato. Tali espressioni sono facilmente documentabili tra i popoli indigeni residenti in alcune zone di quella che oggi si chiama California, cioè la Lega degli Irochesi, la federazione Mohawk e altre tribù di cacciatori e raccoglitori che sono state descritte come società di tendenza anarchica.

Leonard Peltier libero (Detroit, 2009)

Non tutte le tribù indigene avevano queste caratteristiche, alcune (es. quelle della cultura del Mississippi, gli Atzechi, gli Incas e i Maya) devono essere considerate come società gerarchiche fondate su istituzioni simili allo Stato e dunque non anarchiche. In queste società erano riscontrabili anche forme di discriminazione, specie a carattere sessista.

Più recentemente, alcuni membri dell'American Indian Movement (AIM) si sono autodefiniti anarchici, e la cooperazione tra il movimento anarchico e i gruppi indigeni sono stati elemento chiave di vari movimenti, come quello dello Stato Libero di Minnehaha (formatosi in una riserva Ojibwa, a Minneapolis, Stato del Minnesota) e del Big Mountain. Un attivista dell'AIM, Leonard Peltier, arrestato con poche prove a suo carico nel 1977 e condannato a due ergastoli per l'omicidio di due agenti dell'FBI, viene ancora oggi sostenuto dagli anarchici americani e di tutto il mondo.

Dall'800 alla fine della Seconda guerra mondiale

Le origini

L'anarchismo statunitense ha le sue origini nelle proprie tradizioni individualistiche, ben presenti anche nella Dichiarazione di Indipendenza del 4 luglio 1776 e in certe sette puritane del Massachusetts [1]. Alcuni storici ritengono che il primo anarchico statunitense fu una donna, Anne Hutchinson (1591–1643), anch'essa assimilabile alla tendenza individualista. [2]

Testata del numero di gennaio 1901 del giornale anarco-individualista statunitenseLucifer, curato da Moses Harman.

Le tendenze dell'anarchismo statunitense

Stephen Pearl Andrews

L'anarco-individualismo

L'individualismo statunitense fu poco condizionato dal movimento operaio europeo, piuttosto lo fu da pensatori liberali come John Stuart Mill e Spencer. Col tempo l'individualismo statunitense si evolse verso posizioni sempre più fortemente antiautoritarie e antistatali. Secondo l'anarchico Rudolf Rocker, i primi individualisti statunitensi furono «molto più influenzati nel loro sviluppo intellettuale dai principi della Dichiarazione di Indipendenza che da quello che ha rappresentato il socialismo libertario in Europa. Essi erano al cento per cento nativi d'America, e quasi tutti erano originari degli stati del New England. Di fatto, questa scuola di pensiero ha trovato la sua espressione letteraria in America ben prima che ogni altro moderno movimento radicale in Europa sviluppasse la propria idea.» [3]

La scuola individualistica americana si strutturò sulla base delle esperienze personali d'azione diretta individuale, come quelle portate avanti da Josiah Warren, Henry David Thoreau (autore di Walden ovvero Vita nei boschi e Disobbedienza Civile) e Lysander Spooner (autore di azioni giuridiche antistatali).

Prima pagina di Liberty del 3 ottobre 1885

Furono in particolare Josiah Warren e James L. Walzer (metà del XIX° secolo) a porre alla base di ogni azione umana una “filosofia egoistica stireriana”, che fu poi ripresa e resa popolare da Spooner, John Herny Mackay e Benjamin Tucker.

“Gli americani” auspicavano la libera associazione, rifiutando la violenza, che invece in Europa era di uso comune ed optando piuttosto per la disobbedienza civile. Benjamin Tucker predicò, per esempio, il rifiuto del pagamento delle tasse, la creazione di cooperative indipendenti e che praticassero il libero scambio, la creazione di un sistema bancario sganciato dall'influenza dello Stato ecc. Questi, secondo il principio di Pierre Joseph Proudhon, rifiutavano esclusivamente il concetto di "nuda proprietà" ma non quello del possesso, intendendo quindi di poter godere dei frutti del proprio lavoro.

Il primo periodico espressamente anarchico fu pubblicato a partire dal 1883 da Josiah Warren e si intitolava «The Peaceful Revolutionist» [4], anche se già da due anni Benjamin Tucker aveva iniziato la pubblicazione di «Liberty», un giornale propagandistico che pubblicava anche articoli anarcoindividualisti.

In quel periodo cominciò a diffondersi l'anarco-comunismo e la «propaganda col fatto», entrambi molto odiati da individualisti come Benjamin Tucker, il quale fu pesantemente e pubblicamente critico nei confronti dell'attentato del 22 luglio 1892 compiuto dall'anarchico Alexander Berkman (compagno di Emma Goldman) contro l'industriale Henry Clay Frick:

«La speranza dell'umanità sta nel prevenire la rivoluzione che Berkman sta cercando di far arrivare.» [5]

Nel 1894 Joseph Labadie - anarchico, scrittore e poeta - fondò numerosi club di discussione sull'anarchismo, organizzando diversi meetings a cui partecipò più volte anche la celebre Emma Goldman. A partire dall'inizio del XX secolo l'anarco-individualismo iniziò però il suo lento ma progressivo declino.

Anarchismo sociale e immigrazione

Manifesto dei sette anarchici condannati a morte (due saranno graziati nel 1893) per i fatti di Chicago del 1886. Un ottavo imputato, Oscar Neebe, non qui rappresentato fu condannato a 15 anni di carcere.

L'anarchismo sociale include l'anarco-comunismo, l'anarco-sindacalismo, il socialismo libertario e altre tendenze anarchiche che pongono in primo piano l'organizzazione sociale umana piuttosto che gli aspetti individualistici.

La casa del Procuratore Alexander Mitchell Palmer dopo l'attentato del galleanista Valdinoci (2 giugno 1919) che perì nella prematura deflagrazione dell'ordigno.

L'anarchismo sociale statunitense ha le sue radici rintracciabili sin nella Guerra civile statunitense, ma i veri pionieri di questa corrente anarchica furono Albert Parsons, la sua compagna Lucy Parsons e, soprattutto, i tanti altri immigrati che giunsero dall'Europa portandosi dietro le idee radicali maturate nei loro paesi. Tra questi Joseph Déjacque, Johann Most, Emma Goldman, Bill Haywood, Rose Pesotta ecc.

A partire dalla fine del XIX secolo anche molti anarchici italiani emigrarono negli States, in cerca di fortuna o per sfuggire alla repressione istituzionale. In tanti si fermarono a Paterson (New Jersey), che divenne celebre nel mondo proprio perché ospitava una foltissima comunità anarchica italiana [6], capace di pubblicare anche un settimanale anarchico in lingua italiana: La Questione Sociale (tiratura di 15.000 copie). Il più conosciuto anarchico che visse a Paterson fu Gaetano Bresci, il regicida di Umberto I, ma si ricordano pure Luigi Galleani, Mattia Giurelli, William Gallo ecc. Altri anarchici italiani giunti negli USA, in tempi diversi, furono Max Sartin (fondatore dello storico giornale «L'Adunata dei Refrattari», attorno cui ruotavano moltissimi anarchici italiani), Virgilia D'Andrea, Armando Borghi, Michele Schirru, Carlo Tresca (assassinato da sicari al servizio della mafia e del fascismo italiano)ecc.

La situazione del movimento operaio americano assunse ben presto un carattere drammatico, in particolare dopo l'esecuzione di Albert Parsons e degli altri anarchici noti come Martiri di Chicago (1886). Questi fatti stimolarono però la nascita e lo sviluppo di alcuni sindacati radicali, di cui il più celebre fu l'Industrial Workers of the World, fondato nel 1905 [7] e che si distingueva per il suo carattere antireligioso, le azioni dirette non violente, il boicottaggio e il “sabotaggio”. Le lotte operaie degli Wobblies (così venivano chiamati i militanti del sindacato) fecero conoscere al mondo agitatori come Joe Ettor, Daniel De Leon, Eugene V. Debs, Thomas J Hagerty e i già citati Bill Haywood, Carlo Tresca e Lucy Parsons. Il più celebre Wobblies fu però il musicista e compositore svedese-americano Joe Hill, condannato a morte per un presunto omicidio da lui compiuto, fu uno dei più celebri cantautori anarchici dell'epoca. Alcune sue canzoni, che celebrano la ribellione degli sfruttati e le lotte sindacali dell'epoca, ancora oggi sono molto celebri: Rebel Girl, The Preacher and the Slave e, soprattutto, Casey Jones. All'inizio del XX secolo, il movimento anarchico statunitense era formato prevalentemente da immigrati, raggruppati principalmente in tre gruppi\movimenti: gli italiani legati a Luigi Galleani e quelli di Paterson che gravitavano intorno al settimanale «L'Era Nuova»; particolarmente attivi furono anche gli anarchici russi dell'Union of Russian Workers che pubblicavano il giornale Golos Truda.

Nel tentativo di impedire l'arrivo negli USA di immigrati di opinione anarchica, il Congresso degli Stati Uniti promulgò nel 1903 l'Anarchist Exclusion Act. Essa ebbe però uno scarso successo (tra il 1903 e il 1914 solo a quindici immigrati fu negato l'accesso nel paese), per questo nel 1918 la legge fu emendata nel tentativo di renderla più rigorosa. Rimarrà in vigore sino al 1952. A questa legge si aggiunse il Selective Service Act (1917) e l'Espionage Act (1917); la prima promulgata per favorire l'arruolamento per la Prima guerra mondiale, la seconda per punire gli attivisti antimilitaristi, tra cui vi erano molti anarchici, che interferivano nelle operazioni militari in qualunque modo. [8]

All'interno del movimento anarchico italo-americano convivevano due posizioni, una antiorganizzatrice ed insurrezionalista, che faceva capo al giornale Cronaca Sovversiva di Luigi Galleani [9], ed un'altra, portata avanti da Il Martello di Carlo Tresca, meno radicale e più portata al compromesso con altri gruppi anche non necessariamente anarchici.

Comunque, la violenta avversione del governo statunitense nei confronti degli anarchici, specialmente dopo l'ingresso degli USA nella Prima guerra mondiale (la cosiddetta red scare[10]) [11], e degli immigrati sfocerà in una serie di attentati [12]imputati al gruppo legato a Luigi Galleani. In seguito, tra il 1919 e il 1921, il Ministro della Giustizia Alexander Mitchell Palmer mise in atto misure repressive, dette Palmer raids, consistenti in una serie di persecuzioni giudiziarie e poliziesche contro anarchici e comunisti [8] e che in molti casi sfoceranno in violenze inaudite contro immigrati e anarchici: es. il 2 maggio 1920 l'anarchico Andrea Salsedo, dopo essere stato illegalmente arrestato e poi torturato, morì di morte violenta "volando" dal 14° piano degli uffici dell'FBI. [13] (la cui defenestrazione ricorda quanto capiterà nel 1969 a Milano al ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli); il 23 agosto 1927 fu messa in atto l'assurda condanna a morte degli anarchici e attivisti sindacali Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, giustiziati sulla sedia elettrica da innocenti. Accusati, processati e condannati per omicidio, prima e dopo l'esecuzione in tutto il mondo si levarono grida di protesta contro quest'assassinio di Stato.

Il movimento anarchico fu di fatto smantellato dalla repressione giudiziaria consistente sopratutto in misure atte alla deportazione degli anarchici nella loro terra d'origine. I casi più clamorosi furono quelli riguardanti i russi Emma Goldman ed Alexander Berkman e gli italiani Luigi Galleani, Roberto Elia e Raffaele Schiavina.

Anarchismo insurrezionalista e violenza

L'anarchismo insurrezionale è una teoria e una pratica rivoluzionaria interna al movimento anarchico, che si oppone tanto alle organizzazioni anarchiche formali come i sindacati, quanto alle federazioni fondate su programmi politici ben strutturati e definiti. Al contrario, i fautori dell'azione diretta insurrezionalista (violenta o no), vagheggiano l'idea dell'organizzazione informale, tra gruppi di affinità ed organizzazioni di massa, comprendenti anche non-anarchici ma comunque accomunati dal perseguimento dei medesimi fini.

Molti anarcocomunisti, come gli editori di Barricada negli USA e alcuni immigrati come europei Luigi Galleani (che sarà deportato in Italia) nel 1918 dopo l'entrata in vigore delle leggi anti-anarchiche) e Johann Most, si caratterizzarono per le loro attività insurrezionaliste. Nonostante la larga diffusione del pacifismo nel movimento statunitense, l'atto violento attecchì anche negli USA. Oltre agli "attentati dei "galleanisti"" (gli anarchici della costa orientali che gravitavano intorno al giornale «Cronaca sovversiva» di Galleani che dal 1914 al 1920 misero in atto numerosissimi attentati) e al già menzionato tentato assassinio dell'industriale Henry Frick operato da Alexander Berkman, suscitarono molto scalpore altre azioni: l'assassinio del Presidente degli Stati Uniti William McKinley da parte dell'anarchico d'origine polacca Leon Czolgosz (6 settembre 1901) e l'attentato del 16 settembre 1920 di Mario Buda (secondo alcuni storici Mario Buda apparteneva al gruppo di Galleani) alla banca “Morgan & Stanley” e alla Borsa valori di New York (33 morti) [14].

Il movimento femminista radicale e anarchico

Tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX, le donne americane iniziarono un percorso emancipatore, lottando tenacemente per la parità dei diritti e per il rispetto della propria figura nell'ambito della società. Si svilupparono anche delle correnti femministe di tendenza anarchica e radicale, grazie alla propaganda portata avanti, in tempi diversi, da figure di rilievo come Kate Austin, Emma Goldman, Voltairine de Cleyre e Lucy Parsons.

Divergenze sul modo di affrontare la questione femminile sorsero in particolare tra Emma Goldman e Lucy Parsons, addebitabili, secondo Carolyn Ashbaugh, al fatto che mentre Lucy Parsons analizzava l'oppressione delle donne in funzione del capitalismo, Emma Goldman teneva in considerazione aspetti più generali non per forza di cose legati alla questione capitalistica [15].

Lucy Parsons, che in vita sua si occupò principalmente della classe operaia, accusò la Goldman di rivolgersi eccessivamente alla classe media, trascurando quella operaia. A sua volta Emma Goldman, a più riprese, accusò Lucy Parsons di non dare troppa importanza alla diffusione delle idee libertarie nel campo sociale, come per esempio l'amore libero e tutte le tematiche inerenti la sessualità (contraccezione, il controllo delle nascite ecc.).

Il secondo dopoguerra: rinascita del movimento.

Finita la Prima guerra mondiale, l'anarchismo statunitense iniziò un progressivo declino [16], che si accentuerà via via sempre più fino al termine della Seconda guerra mondiale, quando degli anarchici statunitensi quasi non rimase più traccia.

Negli anni '60 il movimento parve risollevarsi, soprattutto grazie all'influenza esercitata dalla cosiddetta Beat Generation. Durante questa decade, attivisti come Abbie Hoffman o come gli attori teatrali dei Diggers e del Living Theatre, venivano identificati come anarchici, capaci di distinguersi per la forma spettacolare con cui manifestavano le proprie idee libertarie. Con lo scoppio della guerra in Vietnam (1960-1975), gli anarchici parteciparono a diverse iniziative antimilitariste. Tra i più celebri attivisti contro la guerra si possono menzionare Paul Goodman, Allen Ginsberg e Abbie Hoffman. Nel 1962 la scrittrice libertaria Ursula K. Le Guin iniziò anche la sua attività letteraria (racconti fantasy e di fantascienza), che ne hanno fatto una delle più apprezzate scrittrici moderne statunitensi. Nel 1969 iniziarono le pubblicazioni di «The Match!», autodefinitosi «Journal of Ethical Anarchism» (Giornale di Anarchismo etico), diretto dall'anarchico senza aggettivi Fred Woodworth. Questo giornale è ancora oggi diffuso nel paese.

Negli anni '70 gli anarchici agirono con totale unità d'intenti specialmente con il movimento antinucleare, con le femministe (es. Peggy Koernegger) e gli ecologisti radicali. Il pensatore anarchico Murray Bookchin divenne molto conosciuto in tutto il mondo, la sua idea di ecologia sociale influenzò diverse migliaia di persone in tutto il mondo. Nel 1974, Murray Bookchin e Daniel Chodorkoff fondaronono nel Vermont l'Institute for Social Ecology, a cui collaboreranno anche personalità del calibro di Janet Biehl (compagna di Bookchin), Brian Tokar, Peter Staudenmaier ecc.

Black bloc nell'aprile del 2003 ad una manifestazione contro la guerra a Washington DC.

Le tattiche anarchiche di molti movimenti radicali e insurrezionalisti di allora (...ma anche di oggi) furono ispirate alle idee sull'informalità e si diffusero in tutti gli USA anche grazie anche agli scritti di Wolfi Landstreicher. Sono anni in cui il Black Panther Party diviene celebre per la sua lotta rivoluzionaria contro la segregazione razziale; una lotta fondata su principi non deleganti e quindi con molte affinità con l'anarchismo. Uno dei membri più conosciuti delle Black Panthers fu Lorenzo Kom'boa Ervin, arrestato negli anni '70 con l'accusa di aver progettato un attentato contro un leader del Ku Klux Klan e poi convertitosi in carcere all'anarchismo grazie alla solidarietà ricevuta dalla Croce Nera Anarchica.

Durante gli anni '80, gli anarchici cominciarono ad essere più visibili, grazie alla diffusione di pubblicazioni anarchiche e radicali (specie del campo ecologista) e alla promozione di diversi congressi sul tema dell'anarchismo. Uno dei più celebri fu il Primo Simposio Internazionale sull'Anarchismo, che si tenne a Portland (Oregon) nel 1980 [17]; nel 1986 fu realizzata invece la conferenza Haymarket Remembered a Chicago [18], in ricordo del centenario dei Martiri di Chicago, che per un breve periodo diventerà un appuntamento annuale: Minneapolis (1987), Toronto (1988) e San Francisco (1989).

Negli anni '90 il movimento anarchico statunitense ha continuato la sua crescita. In questa decade un gruppo di anarchici fondò la Love and Rage Revolutionary Anarchist Federation, esempio di uno dei tanti gruppi e/o movimenti che si costituirono in questo periodo negli USA. Gli anarchici statunitensi aumentarono considerevolmente la loro visibilità per merito di opere scritte da celebri intellettuali come Noam Chomsky e Paul Avrich o con la partecipazione a numerose manifestazioni (specialmente in quelle contro la guerra in Iraq), dove gruppi informali come i Black bloc divennero particolarmente popolari per la tattica adoperata. I Black bloc, nel 1999, si fecero conoscere in tutto il mondo con la violenta contestazione del summit del WTO di Seattle (la cosiddetta Battaglia di Seattle).

Assai più recentemente, nel 2005, dopo il disastro causato dall'uragano Katrina nel Golfo degli Stati Uniti (soprattutto in Louisiana), gli anarchici ottennero un grande riconoscimento per aver dato solidarietà e sostegno concreto alla popolazione con il gruppo Common Ground Collective. [19] [20]

Attualmente nel movimento libertario statunitense prevale la tendenza anarco-individualista, la maggior parte dei militanti è attiva nel campo ecologista radicale, in quello primitivista (Theodore Kaczynski, John Zerzan, Bob Black, John Moore ecc.), nella controinformazione (il medioattivista statunitenseBrad Will è stato assassinato in Messico nel 2006 mentre documentava la violenza di gruppi paramilitari), nella lotta al razzismo e in vari gruppi che si rifanno all'informalità (es. il collettivo CrimethInc.). Alcuni anarchici statunitensi, collaboratori della rivista «Anarchy, a Journal of Desire Armed» (Jason McQuin, Hakim Bey e Bob Black) rifiutano l'"etichetta" individualista e si definiscono semplicemente "partigiani" dell'anarchia (la cosiddetta Post-Left Anarchy). Non mancano tuttavia anche le organizzazioni impegnate nel campo sindacale (es. IWW, Workers Solidarity Alliance, Libertarian Workers Group ecc.) e quelle della tendenza comunista-anarchica (North Eastern Federation of Anarchist Communists).

Un aspetto da non trascurare dell'anarchismo statunitense, di per sè anche assai inquietante, è la diffusione dell'anarco-capitalismo. Questa corrente pseudo-anarchica, attraverso una meticolosa e capillare disinformazione e deformazione della storia e dei principi dell'anarchismo, sta provando da parecchi anni ad inserirsi nei movimenti sociali, riuscendo talvolta anche ad ottenere un discreto seguito.

Note

  1. Erik P. Kaufmann, The Rise and Fall of Anglo- America. Cambridge, MA: Harvard University Press, 2004; pg. 85
  2. Frederick Baldwin Adams. Radical Literature in America. Overbrook Press. 1939
  3. Rudolf Rocker, Paul Avrich Collection (Library of Congress), Rocker Publications Committee, 1949. Original from the University of Michigan. p. xx
  4. Frank H. Brooks, The Individualist Anarchists: An Anthology of Liberty (1881–1908), Transaction Publishers (1994), p. 4
  5. Lillian Symes and Travers Clement, Rebel America: The Story of Social Revolt in the United States. New York: Harper & Brothers Publishers, 1934; pg. 156
  6. Paterson è celebre anche per aver dato i natali ad Allen Ginsberg.
  7. Minutes of the IWW Founding Convention | Industrial Workers of the World
  8. 8,0 8,1 La “Red Scare”: la spinta alla deportazione James Green degli stranieri
  9. Nel 1905 Galleani pubblica un opuscolo incendiario intitolato «La salute è in voi!», nel quale avvalendosi di anarchici come Ettore Molinari spiegava ai libertari come autoprodursi ordigni esplosivi. L'opuscolo sarà pubblicizzato nelle pagine di Cronaca Sovversiva e poi citato da Sacco e Vanzetti poco prima dell'esecuzione della condanna a morte, apparendo come un'incitazione alla vendetta nei confronti dello Stato.
  10. Il termine "Paura rossa" (in inglese Red Scare) è stato applicato a due distinti periodi di intenso anticomunismo nella storia degli Stati Uniti: dal 1917 al 1920 e durante i primi anni cinquanta. Nel primo periodo esso nacque in concomitanza con l'ingresso degli USA nella Prima guerra mondiale, dando inizio ad una vera e propria crociata contro tutti coloro che genericamente venivano definiti comunisti (quindi anche gli anarchici) e quindi nemici della nazione e della patria. Queste paure spronarono investigazioni aggressive e (particolarmente nel periodo 1917-1920) la carcerazione di persone che si riteneva fossero motivate dall'ideologia comunista o associate a movimenti politici comunisti, anarchici o socialisti in genere.
  11. Il governo americano attuò una serie di leggi volte a reprimere l'organizzazione dei proletari (si veda Anarchist Exclusion Act) e contemporaneamente utilizzò le forze militari per letteralmente massacrare i lavoratori in lotta: es. Massacro di Ludlow (1914), Everett (1916), Centralia (1919)
  12. Per il 1° maggio 1919 i galleanisti inviarono decine di pacchi bombe ad autorità e personalità legate al capitalismo. Un'altra raffica di attentati si registrarono il 2 giugno 1919; in uno di questi morì Carlo Valdinoci, vittima dell'improvvisa esplosione della bomba che doveva collocare negli uffici del Ministro della Giustizia Palmer a Washington.
  13. Salsedo potrebbe anche essere stato indotto a suicidarsi a causa delle numerose torture subite dopo gli svariati messi in cui fu detenuto illegalmente dalle autorità americane
  14. Un italiano in America: Mario Buda, l'uomo che fece saltare Wall Street
  15. Carolyn, Ashbaugh, Lucy Parsons: American Revolutionary, Chicago: Charles H. Kerr Publishing, 1976.
  16. DeLeon, David, The American as Anarchist: Reflections of Indigenous Radicalism, Chapter: The Beginning of Another Cycle, John Hopkins University Press, 1979, p. 117
  17. Anarchism in America
  18. Mob Action Against The State: Haymarket Remembered
  19. What Lies Beneath: Katrina, Race, And The State Of The Nation
  20. Scott Crow: Anarchy and the Common Ground Collective

Bibliografia

  • Paul Avrich, Ribelli in paradiso. Sacco, Vanzetti e il movimento anarchico negli Stati Uniti, Nova Delphi Libri, 2015.
  • Carlo de Maria, Anarchici italiani negli Stati Uniti. Le biografie parallele di Mattia Giurelli e Alberto Guabello, Diacronie. Studi di Storia Contemporanea, 2011
  • Ettore Zoccoli, I gruppi anarchici degli Stati Uniti e l'opera di Max Stirner, Samizdat, 1999
  • Antonio Donno, America anarchica, Lacaita, Manduria-Bari-Roma, 1994
  • Antonio Donno, La sovranità dell'individuo, Lacaita, Manduria-Bari-Roma, 1994
  • Rudolf Rocker, Pionieri della libertà , Antistato, Milano, 1982
  • AA.VV., Carlo Tresca: vita e morte di un anarchico italiano in America, Italia Gualtieri.

Voci correlate

Collegamenti esterni