Individualismo

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L'individualismo è una filosofia che privilegia l'individuo a livello politico, sociale e morale, in rapporto ai diritti, interessi e valori dei gruppi della comunità. In contrasto con il collettivismo, l'individualismo promuove il raggiungimento di alcuni obiettivi quali l'indipendenza e l'autonomia, opponendo contemporaneamente la più strenua resistenza verso ogni intralcio esterno sugli interessi personali, sia per la società, o per qualsiasi altro gruppo o istituzione.

Generalità

L'individualismo non riconosce come entità vere e autonome i grandi insiemi come le società, i popoli, le nazioni o l'umanità. Le diverse correnti di pensiero considerano l'individuo come la sola realtà esistente e come il principio di tutte le valutazioni, rifiutandosi di considerare i problemi umani come un fattore collettivo.

L'individuo realizza sé stesso nell'ambito della sua unicità e della sua differenziazione dagli altri, pertanto tutti i tentativi di riduzione e di omologazione sono arbitrari e nefasti. L'individuo è considerato un essere indipendente, padrone del proprio destino, del proprio corpo e delle proprie azioni.

Nel XVIII secolo il pensiero individualista solleva la questione degli interessi particolari rispetto a quelli generali: Come assicurare una coesione in una società individuale dove ciascun individuo segue i propri interessi specifici?

Esistono diversi modi d'intendere la libertà individuale, ossia di rapportarsi alla proprietà individuale, alla libertà di pensiero e alla libertà d'espressione e d'amare, tuttavia l'individualismo non scade mai nell'isolazionismo dell'individuo. Per soddisfare i propri bisogni e i propri interessi egli deve interagire con gli altri, associandosi liberamente, spontaneamente e mutualisticamente. L'associazione ha lo scopo di soddisfare gli interessi individuali che non devono mai essere sacrificati in nome di un chimerico interesse generale.

È molto importante distinguere l'individualismo dal personalismo: il primo riconosce all'individuo la coscienza di distinguere il bene dal male e la responsabilità dall'agire come soggetto autonomo; il secondo sostiene che vi sia qualcosa al di sopra dell'individuo, un qualcosa di superiore e universale: un'essenza divina, la facoltà d'agire secondo la morale universale, le leggi naturali ecc.

Individualismo politico

Individualismo liberale

L'individualismo liberale (o individualismo borghese) fa dell'individuo la sola realtà ed entità riconosciuta, rifacendosi alla tradizione occidentale umanista che poggia le proprie ragioni nella filosofia greca.

L'individuo liberale

I liberali vedono nell'individuo l'unità di misura di tutte le cose, della verità e dei valori. Le basi filosofiche sono essenzialmente kantiane ed esse fanno dell'individuo non un mezzo, ma un fine. L'individualismo liberale si fonda su una definizione della natura umana e della libertà a lui inerente.

Per i liberali i diritti dell'individuo sono naturali e indipendenti dagli istituti sociali. La società è intesa come un mezzo al servizio dell'individuo e non il contrario, fondata sul contratto sociale liberamente pattuito e rescindibile volontariamente.

La società liberale

Nella concezione liberale dell'individualismo non esiste antagonismo tra società e individuo, perché l'uomo è un animale sociale che ha bisogno di rapportarsi con i suoi simili per raggiungere i suoi scopi. I liberali rifiutano la subordinazione dei fini particolari a quelli collettivi, secondo loro l'inseguimento dei propri interessi personali conduce necessariamente all'armonia sociale. Inoltre, il lavoro eseguito con lo scopo dell'arricchimento individuale contribuisce anche all'interesse collettivo.

Stato e capitalismo

La conciliazione degli interessi individuali e collettivi non ha dunque bisogno di essere regolata dal potere dello Stato (tuttavia i liberali non auspicano l'abolizione dello stesso). Lo Stato deve essere fondato sul contratto sociale e deve rispettare il diritto naturale (alcuni ritengono che debba essere ridotto al minimo).

Lo Stato è, quindi, al servizio della società, che ugualmente è al servizio degli individui: il suo scopo sarebbe quello di mantenere l'ordine stabilito e di tutelare la proprietà individuale, cioè di tutelare il fondamento della libertà. La sicurezza, che si fonda sulla conservazione dell'ordine stabilito, è un valore borghese per eccellenza e lo Stato deve garantirla, tuttavia i liberali sono disposti a limitarne il potere per evitare che assuma un ruolo troppo invasivo e coercitivo.

I liberali auspicano la non-intromissione delle istituzioni nel campo economico, sono favorevoli al capitalismo, alla libera concorrenza e rifiutano inoltre l'assistenzialismo istituzionale perché, secondo loro, limiterebbe la dinamicità dell'economia.

Molti individualisti fondano le proprie teorie su delle basi più o meno scientifiche, come la sociologia e il darwinismo sociale.

Anarco-capitalismo

Exquisite-kfind.png Vedi Anarco-capitalismo.

Nella seconda metà del XX secolo alcuni individualisti come Ayn Rand, Robert Nozick, Murray Rothbard e David Friedman hanno forzato la logica liberale sino a volere la totale abolizione dello Stato.

Sono chiamati anarco-capitalisti (o ultra-liberisti) e preconizzano il libero gioco degli attori in campo economico senza l'intervento delle istituzioni. L'ordine e la sicurezza degli individui e della proprietà devono essere affidati al libero mercato, auspicando la privatizzazione delle funzioni coercitive dello Stato (anche del sistema giudiziario e delle forze dell'ordine). [1]

Individualismo anarchico

Exquisite-kfind.png Vedi Anarco-individualismo.

Gli anarco-individualisti rifiutano tutto ciò che è esterno all'individuo e vedono l'Unico non come un concetto generale e astratto, ma come l'unica realtà effettiva, esistente e differente da tutte le altre. [2] L'anarco-individualista privilegia il particolare rispetto al generale e all'astratto, la libera associazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile e anche l'insurrezione come mezzo per rivendicare il proprio io e per opporsi alle ingerenze dello Stato. [3]

Individualismo filosofico

Egoismo etico

L'egoismo etico è la base filosofica del pensiero di Max Stirner, la cui diversa interpretazione ha poi contribuito allo sviluppo di diverse dottrine individualiste quali il libertarismo o l'anarco-individualismo. Esso contrasta l'idea che gente agisca solo in base ai propri interessi (egoismo psicologico) o che sia razionale agire nei propri interessi personali (egoismo etico). Si oppone anche all'idea moralistica secondo cui ogni individuo abbia l'obbligo morale di aiutare gli altri.

Personalismo cristiano

Una versione sfumata dell'individualismo è stata sostenuta da pensatori come Emmanuel Mounier nei primi anni del 1930 in risposta alla crisi economica. Questo movimento intellettuale è stato chiamato personalismo e distingue l'individuo dalla persona, che è l'elemento cardine attorno cui ruota questo pensiero teorico e pratico. Il personalismo assimila l'individuo ad un essere egoista ma gli preferisce il concetto di persona, come unità di corpo e anima, dipendente però dagli altri membri della comunità (si veda Dorothy Day). Questo concetto contravviene all'idea individualista più comunemente accetata. [4]

Individualismo aristocratico

Nuvola apps xmag.png Per approfondire, vedi Anarchismo e Friedrich Nietzsche.

L'individualismo aristocratico (o elitario) si caratterizza per la volontà d'elevare il proprio io al di sopra della massa, che dovrebbe condurre allo sviluppo di un uomo superiore (superuomo-oltreuomo).

Gli aristocratici sono pessimisti e non credono che la rivoluzione possa cambiare la società. Si differenziano dagli individualisti anarchici poiché ritengono l'anarchia un'utopia politica e sociale, inoltre, considerano la libera associazione gregaria e quindi contenente il germe della coercizione. Presenta tuttavia tratti comuni con l'individualismo aristocratico il pensiero di alcune personalità anarchiche, tra cui Renzo Novatore, Bruno Filippi e Gian Pietro Lucini.

Friedrich Nietzsche, Georges Palante [5] [6] [7] e Michel Onfray [8] sono esponenti di questa corrente individualista.

Note

  1. Approfondimenti: anarco-capitalismo
  2. Si legga L'Unico e la sua proprietà di Max Stirner
  3. Approfondimenti: anarco-individualismo
  4. A. Laurent, Histoire de l'Individualisme, Que sais-je?, Presses universitaires de France, 1993, pp. 6-7
  5. Georges Toussaint Léon Palante (Blangy-les-Arras, 20 novembre 1862 – Hillion, 5 agosto 1925) è stato un sociologo, filosofo e insegnante francese. Palante arrivò alle conclusioni di Max Stirner partendo dalla lettura di Nietzsche, influenzato anche dalla teoria freudiana della psicoanalisi. Palante denominò «sensibilità individualista» la propria personale reazione alle costrizioni sociali, alle quali, affermava, l'individuo non deve sottomettersi: «Il tratto dominante della sensibilità individualista è infatti questo: il sentimento della "differenza" umana, dell'unicità delle persone. Chi è individualista ama questa "differenza" non solamente in se stesso, ma anche negli altri. È portato a riconoscerla, a tenerne conto ed a compiacervisi. Ciò suppone un'intelligenza fine e delicata». Il suo pensiero non afferisce precisamente all'individualismo libertario classico, in quanto Palante non distingue esplicitamente tra società e Stato: «La società è tanto tirannica come lo Stato, se non di più. Questo perché tra la coercizione statale e la coercizione sociale non vi è che una differenza di grado». Nelle sue opere si oppone ai dogmi dei marxisti, che, ritiene, condurrebbero ad una sorta di «capitalismo di Stato», proponendo come alternativa l'«Artista», o «Artista dell'eccellenza», che dovrebbe organizzarsi in micro società elettive; una figura somigliante all'Unico stirneriano e opposta tanto all'«Uomo di buona volontà» di Kant quanto al principio rousseauiano della «Volontà generale».
  6. Scrive Georges Palante in una lettera indirizzata all'amico Camille Pitollet il 31 dicembre 1912: «L'anarchismo implica un affinismo sociale (affinisme social) che è ben lontano dal mio pensiero. Io sono individualista, vale a dire: pessimista sociale; ribelle; partigiano del massimo di isolamento (morale) dell'individuo; amico appassionato di un'attitudine di diffidenza e di disprezzo all'indirizzo di tutto ciò che è sociale - istituzioni, costumi, idee, etc. - vale a dire che io non ammetto nessuno dei credo collettivi, compreso l'anarchismo [...]».
  7. Georges Palante, l'individualismo e la mentalità del ribelle
  8. Nel 1989 il filosofo francese Michel Onfray ha pubblicato un saggio dal titolo Physiologie de Georges Palante, un nietzschéen de gauche (Fisiologia di Georges Palante, un nietzcheiano di sinistra), grazie al quale è stata recuperata la sua memoria e sono state ristampate le sue opere.

Bibliografia

  • Michel Onfray, L'arte di gioire. Per un materialismo edonista, Fazi, 2009
  • Michel Onfray, La potenza di esistere. Manifesto edonista, Ponte alle Grazie, 2006/2009
  • Alfredo Maria Bonanno, Teoria dell'individuo. Stirner e il pensiero selvaggio, Edizioni Anarchismo, 2004 (II ed.), pp. 390
  • Max Stirner, L'Unico e la sua proprietà , Ugo Mursia Editore, 2003

Voci correlate

Collegamenti esterni