Immigrazione

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Migranti a Ellis Island (New York)

L'Immigrazione, un fenomeno che oggi in Italia le autorità criminalizzano, è parte integrante dell'intera storia dell'umanità, in cui vi è sempre stata una costante mobilità di individualità singole, di gruppi umani e/o di interi popoli da una regione all'altra della terra, sempre alla ricerca di migliori condizioni di vita.

Chi è il migrante

«È migrante, allora, colei o colui che si sta spostando. È migrante, in questo senso, colei o colui che sta attuando un movimento, in senso letterale [..] è migrante anche colei o colui che è arrivata/o e che sta, per così dire, spostando lo spazio del suo luogo di arrivo. Ed è migrante, pure, colei o colui che non si è mai spostata/o, in senso letterale, ma che ha bisogno di attuare uno spostamento dello spazio del suo risiedere per potervi trovare piena adesione. È migrante, quindi, un ragazzino francese di alcune banlieues francesi, metafore, oltre che luoghi reali, di questo bisogno di spostamento dello spazio; è migrante una ragazzina peruviana nata in Italia ma la cui possibilità di risiedere sul territorio italiano è legata al permesso di soggiorno dei genitori. Non sono migranti, invece, una donna spagnola in Italia, un uomo tedesco in Francia, poiché la loro adesione allo spazio, e in questo caso al territorio francese e spagnolo, o, ancora, al “paese Schengen”, non viene messa in dubbio. Non è migrante un italiano in Albania, un francese in Marocco, perché si trovano su territori che fanno spazio alle loro esistenze e talvolta persino alle loro economie delocalizzate» [1].

Riflessioni anarchiche sull'immigrazione

«Per noi anarchici, non esistendo le nazioni, non esistono neanche gli stranieri, (ma esistono i compagni lavoratori, gli sfruttatori e il loro capitale ozioso, e poi quelli che detengono ingiustamente titoli ereditari, diplomatici, militari e religiosi). Ogni essere umano in difficoltà è nostro fratello e nostra sorella. Non esiste lo straniero ne tantomeno "il nemico" (a meno che qualcuno insista davvero a definirci "nemici" e "stranieri", allora in tal caso, possiamo anche parlare un certo linguaggio universale, che tutti capiscono!)».
«Non si emigra volontariamente, per quanto sotto l'urgenza del bisogno, ma perché si è indebitati e bisogna pagare il debito contratto in patria con agenzie finanziare di credito ai consumi. Non si emigra perché si è poveri, ma perché si è poveri e indebitati, e perché lo stesso creditore ti pone come soluzione, per riuscire a pagare il debito, la “scelta” dell'emigrazione. L'immagine dei Paesi sottosviluppati che viene fatta passare agli occhi dell'opinione pubblica è quella di un mondo tradizionale e ancorato a forme arretrate di produzione; quindi un falso sul falso, dato che quasi ovunque sono i gruppi affaristici multinazionali ad imporre le regole del commercio, della produzione e della finanza. Il Fondo Monetario Internazionale ordina ai governi di comprimere il costo del lavoro e lasciar entrare le agenzie finanziarie di credito al consumo, in modo che i lavoratori, per poter accedere anche a consumi essenziali, siano costretti ad indebitarsi» (Il leghista non è xenofobo con le basi U.S.A., articolo di "Anarchismo.comidad" [2])
«La presenza massiccia di immigrati in Italia e in generale in Europa è un aspetto dello sviluppo del capitalismo odierno che deve essere esaminato attentamente e con un'ottica di classe, pena il cadere nell'acritica posizione a favore o contro la chiusura delle frontiere agli" extracomunitari", che da sola non fa fare un passo avanti al problema. Basti pensare che molti ambienti cattolici, anche per nulla progressisti sono a favore di una società "multietnica", dove però i poteri attuali non siano per nulla in discussione, ma semmai ci sia la possibilità per il capitalismo di giocare su più piani, divisione dei cittadini per religione, razze, per ottenere il maggior profitto possibile dall'utilizzo della forza lavoro.
Bisogna invece partire dalla constatazione che il terzo e quarto mondo bussano alle porte dell'Europa ricca, non soltanto per scelte autonome degli individui che vogliono migliorare il loro livello di vita, ma perché è stato ed è interesse di questa struttura economica avere un esercito di manodopera di riserva che permetta maggiori profitti, ricattando costantemente la massa dei disoccupati e dei lavoratori organizzati sindacalmente dei vari paesi» (Immigrazione e lotta di classe, articolo della Federazione dei Comunisti Anarchici [3]).

L'immigrazione in Italia

Il CIE di Torino

Nel giro pochissime decine d'anni, l'Italia da terra d'emigrazione [4] è divenuta terra d'immigrazione. A fronte di una campagna storico-mediatica secondo cui gli italiani non sono mai stati veramente razzisti, per i migranti la vita nel “bel paese” italico non è mai stata facile. Fatte le debite eccezioni, essi sono stati frequentemente derisi (si pensi al nomigliolo «vu cumprà»), umiliati e sfruttati nel campo della prostituzione e in quello del bracciantato a bassissimo costo.

Per lungo tempo la loro posizione non è mai stata regolamentata, agevolandone quindi lo sfruttamento; quando però, sia per esigenze comunitarie che per quelle politico-propagandistiche, è stata avviata la regolamentazione del fenomeno, le cose per tantissimi migranti non sono affatto migliorate (produzione di clandestinità da utilizzare nel mercato nero, isolamento del migrante dal contesto sociale, criminalizzazione del migrante quale origine di tutti i mali del paese ecc.).

La prima legge italiana che disciplina il fenomeno migratorio è la n°943 del 1986 (riconosce il diritto al ricongiungimento familiare e introduce il concetto di sanatoria), poi la legge Martelli, n°39 del 1990 (introduce per la prima volta il concetto di espulsione: la Prefettura dispone l'espulsione del migrante, il quale ha 15 giorni di tempo per lasciare la penisola), e il decreto Dini del 1995 (prevede che il Ministero dell'Intero possa individuare edifici e strutture in cui rinchiudere i migranti sottoposti all'obbligo di dimora). Più recentemente il legislatore ha previsto misure più restrittive: nel 1998 viene approvata dal governo di centrosinistra la legge Turco-Napolitano' (n°40 del 1998) che istituisce i CPT. Questa legge diminuisce la possibilità di espulsione, aumentando per contro quelle di accompagnamento alla frontiera. Nel luglio 2002 il governo di centro destra approva la cosiddetta Bossi-Fini (legge n°189). Questa legge, nettamente peggiorativa della precedente, riduce le possibilità di entrare regolarmente in Italia, rende molto difficoltoso il ricongiungimento familiare e lega il permesso di soggiorno al contratto di lavoro. Infine con il DPR 303/2004 - D.Lgs. 28/1/2008 n°25, il governo Prodi ha istituito i CARA (Centri di Accoglienza Richiedenti Asilo). Successivamente l'ennesimo e ultimo governo Berlusconi, inserendo varie normative nel mezzo delle infinite “leggi sicuritarie” (decreto legge 23 maggio 2008, n. 92), ha sostituito la denominazione CPT con l'acronimo CIÈ (Centri di Identificazione ed Espulsione), l'aggravante di clandestinità per gli irregolari che compiono reati e militarizzato i CPT con l'utilizzo dell'esercito avente il compito di presidiare questi siti. [5]

Italia: gravi episodi di razzismo contro i migranti

  • 25 agosto 1989, Villa Literno (Caserta): Jerry Essan Masslo, un rifugiato sudafricano (in Sud Africa vigeva ancora l'apartheid), viene assassinato da una banda di balordi dopo una rapina. Masslo era impegnato nella raccolta dei pomodori e si batteva per i diritti degli altri braccianti africani, sfruttati e umiliati quanto lui. A Villa Literno da tempo erano iniziati gli episodi d'intolleranza nei confronti degli immigrati. Esistevano veri e propri "squadroni" che pestavano gli immigrati per terrorizzarli e costringerli a stare lontani dalle vie del centro della città. Furono trovati volantini rivolti ai liternesi che venivano incitati alla violenza contro gli immigrati, in cui era scritto: «È aperta la caccia permanente al nero. Data la ferocia di tali bestie [...] e poiché scorazzano per il territorio in branchi, si consiglia di operare battute di caccia in gruppi di almeno tre uomini ». [6]
Migranti di Rosarno fronteggiati dalla polizia
«[...] Pensavo di trovare in Italia uno spazio di vita, una ventata di civiltà, un'accoglienza che mi permettesse di vivere in pace e di coltivare il sogno di un domani senza barriere né pregiudizi. Invece sono deluso. Avere la pelle nera in questo paese è un limite alla convivenza civile. Il razzismo è anche qui: è fatto di prepotenze, di soprusi, di violenze quotidiane con chi non chiede altro che solidarietà e rispetto. Noi del terzo mondo stiamo contribuendo allo sviluppo del vostro paese, ma sembra che ciò non abbia alcun peso. Prima o poi qualcuno di noi verrà ammazzato ed allora ci si accorgerà che esistiamo » (Jerry Masslo)
  • Estate 2006, Puglia: 119 polacchi scompaiono tra le province di Foggia e Bari, luogo di arrivo del loro viaggio disperato alla ricerca di lavoro. Notizia quasi del tutto censurata dai media; forti sospetti sono sorti sui caporali che gestivano i braccianti impegnati nella raccolta dei pomodori.
«Oggi vado nei campi e ne ammazzo due, come esempio» (Da un'intercettazione telefonica...). [7]
  • 22 novembre 2008, Castel Volturno (Caserta): Kwame Antwi Julius Francis, Affun Yeboa Eric, Christopher Adams del Ghana, El Hadji Ababa e Samuel Kwako del Togo; Jeemes Alex della Liberia (oltre all'italiano Antonio Celiento) vengono assassinati da un comando di persone che la versione ufficiale catalogherà come “camorristi”. [8]
«Erano delle brave persone i nostri amici, non sappiamo perché li hanno uccisi – dichiarano i manifestanti, che questa mattina hanno occupato la via Domiziana – hanno ucciso anche il sarto, extracomunitario come noi. Hanno sparato per colpire noi africani, perché tra le vittime c'erano anche 3 dei nostri che vivevano nella palazzina dove c'e'anche la sartoria [in cui sono state uccise alcune delle vittime ndr.]... Vogliamo giustizia non e'vero che i nostri amici ammazzati spacciavano droga o erano camorristi. Sono state dette tutte cose false» [9]
  • 7 gennaio 2010, Rosarno (Calabria): i braccianti africani risiedenti in paese vengono fatti oggetto di una vera e propria caccia all'uomo di stampo razzista [10].
«A Rosarno ha infuriato per due giorni e due notti prima una sommossa e poi una caccia al "negro" con ronde armate che sparano a pallettoni per ferire e ammazzare. Nel terzo giorno, cioè ieri, gran parte degli immigrati è stata portata via dalla polizia nei centri di concentramento chiamati centri di accoglienza, sulla costa jonica della Calabria, ma la caccia al "negro" continua contro i pochi dispersi che vagano ancora nella piana di Gioia Tauro. Un incidente mortale potrebbe ancora accadere, visto lo stato d'animo dei "cacciatori" che ricorda quello degli aderenti al "Ku Klux Klan" nell'America degli anni Sessanta.» [11]

Il ministro degli interni Maroni accuserà i migranti di aver generato una situazione intollerabile in tutta l'Italia e metterà in atto una vera e propria deportazione di migliaia di migranti. [12]

  • 13 dicembre 2011, Firenze:: due senegalesi, Samb Modou e Diop Mor, vengono uccisi da Gianluca Casseri, esponente dell'estrema destra italiana.

Note

  1. Articolo sull'immigrazione
  2. "Comidad.org"
  3. da "FdCA"
  4. Quando i migranti eravamo noi, Immagini di migranti italiani
  5. Approfondimenti sulla normativa che regolamenta l'immigrazione
  6. La triste storia di Jerry, rifugiato politico in Italia
  7. Quei 119 partiti dalla Polonia e ora scomparsi in Puglia
  8. Secondo quanto riporta il sito web anarchico comidad.org, le motivazioni della strage di Castel Volturno andrebbero trovate nella coloniuzzazione del territorio italiano ad aopera degli statunitensi che in zona controllerebbero il territorio tramite le basi militari.
  9. Castelvolturno: esplode la rabbia dei migranti dopo la strage, La strage è passata. Via alla caccia
  10. Razzismo a Rosarno
  11. L'inferno di Rosario e i suoi responsabili
  12. Secondo quanto riporta il sito web anarchico comidad.org, le motivazioni dei fatti di Rosarno andrebbero trovate nell'affarismo criminale che si sviluppa tra il governo berlusconiano e la classe capitalistica italiana. (Si veda A Rosarno prove di federalismo demaniale)

Bibliografia

  • Gabriele Del Grande, Mamadou va a morire, Infinito edizioni, 2007
  • Erri De Luca, Solo andata. Righe che vanno troppo spesso a capo, Feltrinelli, 2005
  • Marco Rovelli, Lager italiani, Bur Biblioteca Rizzoli, 2006
  • Faustin Titi e Eyoum Nganguè, Un'eternità a Tangeri, ed. Lai-Momo,
  • Gian Antonio Stella, L'orda. Quando gli albanesi eravamo noi, Bur Biblioteca Rizzoli, 2003

Voci correlate

Collegamenti esterni

  • Eritrea: voices of torture, video documentario, 19 minuti, di Elsa Chyrum, per “Human Rights Concern – Eritrea”. La voce di 223 rifugiati eritrei deportati da Malta e torturati in patria
  • Destini a mare, documentario video di 26 minuti, di Franca Verda e Gaetano Agueci. I superstiti di un naufragio tornano in Puglia e ridanno un nome alle vittime. Lo stesso fa un eritreo a Gela
  • Le deportazioni da Lampedusa, documentario video di 27 minuti, della Rete antirazzista siciliana, le uniche testimonianze video delle deportazioni aeree in Libia dell'ottobre 2004
  • Hurrya, documentario video di 81 minuti, di Enrico Montalbano. La nascita dei Cpt siciliani, gli sbarchi, la storia di un naufragio, le tombe anonime e la vicenda della nave Cap Anamur
  • Malta: Safi Barracks camp, video, 8 minuti, di Sergio Serraino, 2005. Intervista ai rifugiati detenuti da due anni nell'isola: "Meglio il Darfur che vivere qui"
  • Storie della fuga,11 minuti di R. Herzog. Audio documentario. Quattro storie, di chi è costretto a fuggire. Dal Sudan, dall'Etiopia, dalla Nigeria e dal Bangladesh
  • Gli harragas di Annaba. Video documentario di 30 minuti, realizzato da Un mondo a Colori. Parte dall'Algeria la nuova rotta per la Sardegna. Le voci dei migranti, le paure dei sardi e il lutto delle famiglie
  • Fortress Europe - Osservatorio sulle vittime delle rotte migratorie verso l'Europa
  • Migreurop
  • Storie Migranti