Federazione Anarchica Informale

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Logo attribuito alla Federazione Anarchica Informale (FAI).

La Federazione Anarchica Informale (FAI), da non confondersi con la Federazione Anarchica Italiana, è un'organizzazione anarco-insurrezionalista italiana che riunisce gruppi e/o singole individualità tra loro affini. La nascita fu sancita il 21 dicembre 2003 con la rivendicazione dell'esplosione, firmata appunto dalla FAI-Federazione Anarchica Informale, avvenuta nei pressi della casa bolognese dell'allora Presidente della Commissione Europea Romano Prodi.

La Federazione Anarchica Informale è un movimento rivoluzionario con una struttura "orizzontale", composta da vari gruppi di matrice anarchica, uniti in un patto federativo di mutuo appoggio. Le cellule (gruppi d'affinità) che fanno parte della FAInformale rivendicano le proprie azioni con una sigla specifica affiancata a quella della FAI-Federazione Anarchica Informale. La Federazione si definisce anarchica perché tende alla «distruzione dello Stato e del capitale» ed informale perché priva di meccanismi autoritari, associativi e burocratizzanti. In questo modo intende garantire «l'anonimato e l'indipendenza dei gruppi e dei singoli che la compongono», che non necessariamente si conoscono tra loro.

Nascita della FAI - Federazione Anarchica Informale e prime azioni

A partire dal 1999 diverse sigle anarchiche italiane firmarono una serie di azioni dirette [1] contro numerosi obiettivi istituzionali (in Italia e all'estero). Alcune di queste sigle comparvero anche nella rivendicazione dell'attentato compiuto a Bologna il 21 dicembre 2003 contro Romano Prodi, che di fatto sancì la loro unione federativa e la nascita della FAI-Federazione Anarchica Informale. Quel giorno, la doppia esplosione di due cassonetti (al cui interno vi erano due ordigni esplosivi) distanti ottanta metri dalla casa bolognese di Romano Prodi, che all'epoca era Presidente della Commissione Europea, fu infatti rivendicata dal neonato gruppo anarchico con due documenti:

Mauricio Morales, anarchico cileno morto nel 2009 a cui sono stati dedicati alcuni nuclei della Federazione Anarchica Informale.
Il primo documento - Chi siamo - Lettera aperta al movimento anarchico ed antiautoritario - fu una vera e propria presentazione del gruppo al movimento anarchico. Venne inviato tramite posta prioritaria alla redazione bolognese del quotidiano «La Repubblica» e firmato da quattro gruppi con sigle tutte precedute dall'acronimo "F.A.I.": F.A.I./Cooperativa Artigiana Fuoco e Affini (occasionalmente spettacolare); F.A.I./Brigata 20 luglio; F.A.I./Cellule contro il Capitale, il Carcere, i suoi Carcerieri e le sue Celle; F.A.I./Solidarietà internazionale.

Nel documento il gruppo si definisce una:

  • FEDERAZIONE, perché costituita da «gruppi o singoli, donne e uomini, liberi ed uguali accomunati dalle pratiche di attacco al dominio, consci del valore del mutuo appoggio e della solidarietà rivoluzionaria come strumenti di liberazione»;
  • ANARCHICA, perché intende distruggere lo Stato e il capitale «per vivere in un mondo in cui “domini” la libertà e l'autogestione, dove sia possibile ogni tipo di sperimentazione sociale che non comporti lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e dell'uomo sulla natura. Radicalmente avversi a qualunque cancro marxista... »;
  • INFORMALE, perché strumento organizzativo in grado di garantire l'indipendenza e l'autonomia dei singoli aderenti alla federazione contro i meccanismi autoritari tipici delle organizzazioni gerarchiche o non informali. Perché strumento in grado di proteggerli da «malaugurati casi di infiltrazione o delazione», visto che la conoscenza tra individualità e gruppi aderenti non è obbligatoria («piuttosto, si riconoscono attraverso le azioni compiute e il patto di mutuo appoggio che li lega»). «Inoltre chi fa parte della Federazione Anarchica Informale ne è militante a tutti gli effetti solo nel momento specifico dell'azione e della sua preparazione, non investe l'intera vita e progettualità dei compagni, ciò permette di mettere definitivamente in soffitta ogni specialismo lottarmatista».

Viene inoltre evidenziata l'importanza del patto mutuo appoggio, definito «il motore della Federazione Anarchica Informale» ed incentrato su 3 punti chiave: solidarietà rivoluzionaria, campagne rivoluzionarie, comunicazione tra gruppi e singoli; essi «diventano vincolanti qualora venga condivisa l'impostazione rivoluzionaria anarchica sopracitata, quindi, quando singoli/gruppi scelgono di divenire parte della Federazione Anarchica Informale».

Il secondo documento, intitolato Operazione Santa Claus, venne utilizzato dagli "informali" per comunicare l'avvio della «prima campagna di lotta della Federazione Anarchica Informale». Infatti, pochi giorni dopo l'esplosione avvenuta nei pressi di casa Prodi, lo stesso ricevette in casa un pacco incendiario. Nei giorni seguenti altri pacchi-bomba raggiunsero diverse istituzioni europee: Banca Centrale Europea, Europol, Eurojust, ufficio al capogruppo del Partito Popolare Europeo, ufficio di un membro del Partito Socialista Europeo.

Altre azioni

Durante tutto l'anno 2004, altre azioni furono rivendicate dalla Federazione Anarchica Informale: [2]

  • 30 marzo: due bombe contro il commissariato Sturla di Genova (a firma della FAI/Brigata 20 Luglio);
  • 2 aprile: due pacchi-bomba vengono spediti a dirigenti del DAP (a firma della FAI/Cellule Armate per la Solidarietà Internazionale);
  • 8 novembre: bomba contro una sede Manpower di Milano (a firma della FAI/Cellule Metropolitane);
  • 10-11 dicembre: pacchi-bomba alla sede del SAPPE e all'Associazione Nazionale Carabinieri di Roma inviati dalla FAI/Cellule Armate per la Solidarietà Internazionale;
  • durante l'anno viene realizzato un attacco esplosivo contro un allevamento di animali da pelliccia in provincia di Cremona (a firma della FAI/Rivolta Animale).

Numerose altre azioni si sono susseguite nei successivi tre anni, diverse delle quali firmate da nuove sigle (Gruppo anarchico Morales, Cellula rivoluzionaria Lambros Fountas, Cellule Insorgenti Metropolitane, Cellule armate per la solidarietà internazionale, Nucleo Rivoluzionario Horst Fantazzini, Narodna Volja, Rivolta Tremenda, Rivolta Animale, Sorelle in armi, Nucleo Mauricio Morales, Brigata Augusto Masetti):

  • 2 giugno 2006: due ordigni esplodono alla scuola allievi carabinieri di Fossano (Cuneo). L'attentato, che non provoca feriti, è rivendicato da Rivolta Animale e Tremenda / Federazione Anarchica Informale (RAT/FAI). [3]
  • 24 marzo 2007: tre ordigni esplodono nel quartiere Crocetta di Torino con lo scopo di colpire le forze di polizia e carabinieri accorse sul luogo dopo la prima esplosione. L'attentato riesce ma senza provocare feriti.
  • 18 dicembre 2008: una borsa contenente un ordigno esplosivo viene collocata tra la terza e la quarta guglia del tetto del Duomo di Milano. L'attentato fallisce perché un lavoratore la nota per caso; viene disinnescata dopo l'intervento degli artificieri. L'ordigno era programmato per esplodere alle 3 della notte seguente ed era carico di oltre 1 kg di esplosivo.
  • 16 dicembre 2009: nella notte esplode parzialmente un ordigno rudimentale carico di 2 kg di dinamite negli interni dell'università Bocconi di Milano. La bomba, piazzata per chiedere la chiusura dei CIE, viene rivendicata in un volantino firmato Nucleo Mauricio Morales, recapitato alla redazione del quotidiano «Libero». Segue un comunicato della Federazione Anarchica Italiana, che denuncia l'uso infamante del medesimo acronimo.
  • 26 marzo 2010: fallisce, per l'innesco anticipato di un plico esplosivo, un attentato organizzato ai danni della Lega Nord; le Poste Italiane intercettano anche una lettera minatoria contenente un paio di proiettili, indirizzata al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in cui gli si preannunciava: «Farai la fine del topo».
  • 23 dicembre 2010: due pacchi esplodono nelle mani degli addetti delle Ambasciate della Svizzera e del Cile in Italia, ferendoli gravemente (gli attentati sono rivendicati dal gruppo della FAInformale - Cellula rivoluzionaria Lambros Fountas, determinando però la presa di distanza da parte di Lotta Rivoluzionaria, l'organizzazione di cui faceva parte Lambros Fountas [4] [5]). Un terzo plico non esplode per l'accortezza di un addetto alla corrispondenza dell'Ambasciatore di Grecia presso il Quirinale.
  • 31 marzo 2011: una lettera bomba esplode negli uffici di Swissnuclear a Olten (Svizzera) ferendo due donne. [6] Swissnuclear è la divisione per l'energia nucleare di Swisselectric (che raggruppa Axpo, Alpiq e BKW). L'attentato viene rivendicato dalla FAInformale. [7]
  • 8 dicembre 2011: un pacco-bomba, spedito dalla FAInforrmale per sua esplicita rivendicazione, esplode a Roma, nella sede di Equitalia (Agenzia incaricata della riscossione delle imposte) di Roma. [8] Un analogo pacco esplosivo, indirizzato nello stesso giorno al presidente della Deutsche Bank Josef Ackermann, è stato intercettato prima che potesse esplodere. L'azione è stata ugualmente rivendicata dalla Federazione Anarchica Informale [9] e ferisce a una mano e agli occhi il direttore generale Marco Cuccagna. L'attentato viene a iscriversi nell'inquieto clima venutosi a creare in seguito alle pesanti misure impositive anti-crisi decise dal Governo Monti. Un analogo pacco esplosivo viene indirizzato, nella stessa giornata, al presidente della Deutsche Bank, Josef Ackermann a Francoforte, ma viene intercettato, scongiurando l'esplosione potenzialmente letale. L'azione è parimenti rivendicata dalla FAInforrmale.
  • 11 maggio 2012: il Nucleo Olga/FAI/FRI rivendica, dopo una settimana, la gambizzazione (del 7 maggio) perpetrata ai danni di Roberto Adinolfi [10], amministratore delegato dell'Ansaldo Nucleare di Genova, accusato di aver favorito il rientro del nucleare in Italia. [11] [12] Il fatto scatena nuove polemiche e dibattiti interni al movimento anarchico. [13]
  • 7 dicembre 2017: intorno alle ore 05:30 viene fatto esplodere un ordigno contro la caserma dei carabinieri del quartiere San Giovanni a Roma. Lo scoppio non causa feriti, ma solo un danneggiamento del portone. L'attacco viene rivendicato dalla FAInformale - Cellula Santiago Maldonado. [14]

Repressione

L'attività repressiva istituzionale è consistita in diverse indagini e processi contro presunti militanti dei gruppi aderenti alla FAInformale. I nomi di alcune operazioni sono stati: "Operazione Cervantes" (iniziata il 27 luglio 2004) [15], "Operazione Croce Nera" (maggio 2005) [16] e "Operazione Brushwood" (23 ottobre 2007). [17]

Nella notte tra il 12 e il 13 giugno 2012, i carabinieri del ROS, guidati dal generale Giampaolo Ganzer [18], avviano la cosiddetta «Operazione Ardire» [19], che porta a 40 perquisizioni, 10 arresti (8 in Italia, 1 in Germania e 1 in Svizzera) e 24 indagati, tutti accusati di essere presunti militanti della FAInformale.

Il 6 settembre 2016 la DIGOS della sezione di Torino, nell'ambito dell'"Operazione Scripta Manent", arresta 7 membri della FAInformale compiendo un blitz in 9 regioni italiane (8 gli indagati, decine le perquisizioni). [20]

Il 24 aprile 2019 si conclude con 5 condanne e 18 assoluzioni il processo conseguente all'"Operazione Scripta Manent". [21]

Il caso Cospito

La vicenda giudiziaria di Alfredo Cospito si caratterizza per essere il primo caso in cui un'azione diretta (sciopero della fame) di un anarchico contro una legge dello Stato - il regime di reclusione 41-bis (noto anche come "carcere duro") - trova sostegno non soltanto fra le varie anime della "galassia anarchica", ma anche in una parte della società, coinvolgendo opinione pubblica, studenti (occupazione di alcune università [22] [23]), associazioni [24], istituzioni ed organismi internazionali.

Cronologia

Striscione per Alfredo Cospito.

Il 5 maggio 2022 il detenuto Alfredo Cospito, esponente della FAI/FRI, viene posto dal Ministero della Giustizia in regime di reclusione 41-bis per «i numerosi messaggi che, durante lo stato di detenzione, ha inviato a destinatari all'esterno del sistema carcerario [...] documenti destinati ai propri compagni anarchici, invitati esplicitamente a continuare la lotta contro il dominio, particolarmente con mezzi violenti ritenuti più efficaci». [25] [26]

Il 20 ottobre Cospito inizia uno sciopero della fame per porre in essere una «lotta politica» [27] [28] «individuale» [29] contro il 41-bis e l'ergastolo ostativo. [30]

Il 20 novembre la Federazione Anarchica Italiana - pur essendo in polemica con la FAInformale sin dal 2003 (vedi il capitolo successivo) - diffonde un comunicato in cui dichiara di sostenere la lotta di Cospito e «le lotte portate avanti dai detenuti e dalle detenute in tutte le carceri per rivendicare condizioni di esistenza meno opprimenti, per la chiusura definitiva del 41bis e degli altri regimi di carcerazione speciale». [31]

Il 2 dicembre, ad Atene, ha luogo un attentato incendiario contro due auto di Susanna Schlein, consigliere dell'ambasciata italiana in Grecia e sorella di Elly Schlein, candidata alla segreteria del PD. Dopo qualche giorno il gesto è rivendicato dal gruppo anarchico greco "Carlo Giuliani Revenge Nuclei" per solidarietà con Cospito.

Il 19 dicembre il Tribunale di sorveglianza di Roma rigetta l'istanza di revoca della misura detentiva del 41-bis presentata dai legali di Cospito. [32]

Il 7 gennaio 2023 alcuni intellettuali e giuristi italiani chiedono al Ministero della Giustizia la revoca della suddetta misura, allegando, oltre a ragioni umanitarie, «la sproporzione tra i fatti commessi e le pene inflitte» (qui l'accento è posto sull'ingiustizia dell'applicazione del 41-bis al singolo caso e non sull'ingiustizia in sé del 41-bis). [33] [34]

Il 27 gennaio Amnesty International (la cui sede romana era stata occupata il 25 ottobre 2022 [35]) prende posizione sul caso dichiarando che il 41-bis «costituisce un trattamento crudele, inumano e degradante». [36]

Il 28 gennaio, a Roma, dopo una settimana di presidi serali quotidiani, si tiene una manifestazione in solidarietà con Cospito e contro il regime carcerario del 41-bis: circa i 300 i partecipanti (militanti e gruppi di varie aree), 41 i fermati. [37]

Il 2 febbraio la deputata irlandese Clare Daly interviene all'europarlamento chiedendo l'abrogazione del 41-bis. [38]

Il 9 febbraio il ministro della giustizia Carlo Nordio conferma il 41-bis a Cospito, argomentando la decisione con «la sussistenza della pericolosità sociale dell'anarchico, rimasta immutata e il rischio che possa comunicare con l'esterno». [39]

L'11 e 12 febbraio si tengono due manifestazioni pro Cospito rispettivamente a Milano [40] (11 i fermati) e Torino. [41]

Il 16 febbraio un volantino dattiloscritto e firmato FAInformale viene recapitato a diverse aziende e a un giornale. Vi si legge: «La FAI, Federazione Anarchica Informale, non dimentica Alfredo e gli altri compagni e per risposta all'attacco alla libertà del movimento anarchico colpirà gli uomini per far morire le strutture». [42] [43]

Il 24 febbraio la Corte di cassazione rigetta l'istanza di revoca del 41-bis a Cospito. [44] Lo stesso giorno una e-mail anonima a firma Gruppo di Solidarietà Rivoluzionaria - Consegne a domicilio FAI/FRI è indirizzata alla rivista anarchica online Il Rovescio (per rivendicare un attentato esplosivo al Tribunale di Pisa andato a vuoto nei giorni precedenti). In essa si annunciano nuove azioni: «Ma non saremo frettolosi. Ma, anzi, cauti e lucidi nell'affinare le nostre tecniche per colpire sempre più forte il potere. Arriviamo. Questa non è una minaccia ma una promessa che abbiamo fatto anzitutto a noi stessi». [45]

Il 27 febbraio la Federazione Anarchica Italiana diffonde un comunicato in cui dichiara che «lo Stato ha condannato a morte Alfredo Cospito». [46]

Il 3 marzo l'Alto Commissariato ONU per i diritti umani chiede all'Italia di «garantire che le condizioni di detenzione del signor Cospito siano in accordo con gli standard internazionali». [47] Lo stesso giorno viene diffusa una lettera di Cospito [29] (scritta alla fine di gennaio) in cui l'anarchico parla di violazione di «diritti umani» da parte dello Stato.

Il 4 marzo si tiene una manifestazione pro Cospito a Torino (alcune centinaia di partecipanti, 37 i fermati). All'appello rispondono da tutta Italia, ma anche da Francia, Spagna, Grecia e Germania. [48] [49]

L'11 marzo la Federazione Anarchica Italiana, riunitasi al Convengno nazionale di Livorno, «fa appello alle organizzazioni sociali, sindacali e politiche, ai gruppi, ai collettivi, alle associazioni e alle singole persone che si riconoscono negli ideali di libertà e giustizia sociale per costruire un ampio movimento in sostegno alla lotta di Alfredo Cospito contro il 41 bis, per respingere ogni tentativo di criminalizzazione e repressione del movimento anarchico, dei movimenti di lotta e del dissenso in genere». [50]

Il 25 marzo sfilano cortei anarchici pro Cospito a Roma [51], Venezia [52] e Bari. [53]

Il 27 marzo sia il Tribunale di sorveglianza di Milano che quello di Sassari rigettano la richiesta di differire la pena per gravi ragioni di salute e il trasferimento di Cospito ai domiciliari, in attesa di ristabilirsi, a casa di una delle due sorelle, a Viterbo. La ragione, per i due tribunali, è la medesima: lo stato di salute in bilico tra la vita e la morte di Cospito è dovuto esclusivamente allo sciopero della fame che ha scelto in modo «lucido e determinato» di portare avanti. [54]

Il 6 aprile Cospito, dopo avere perso oltre 40 kg, interrompe lo sciopero della fame. [55] La decisione viene ufficializzata il 19 aprile. [56]

Il 18 aprile la Corte costituzione dichiara illegittimo il quarto comma dell'articolo 69 del codice penale (questo prevede che un giudice non possa considerare le attenuanti di un reato, se questo reato prevede l'ergastolo e la persona condannata è recidiva). Tale decisione, non incidente sul regime carcerario del 41bis, apre però alla possibilità di uno sconto di pena per l'anarchico. [57]

Il 26 giugno Alfredo Cospito evita l'ergastolo (richiesto dalla procura), ma la Corte d'assise d'appello di Torino inasprisce la precedente condanna a 20 anni di reclusione (per l'attentato alla scuola allievi carabinieri di Fossano del 2006), portandola a 23 anni. [58]

Il 23 ottobre il Tribunale di sorveglianza di Roma respinge la richiesta di revoca anticipata del regime speciale, non aderendo alle conclusioni della Direzione Nazionale Antimafia (espresse il 19 ottobre), favorevole all'interruzione del carcere duro. [59]

Polemiche con la Federazione Anarchica Italiana

Ciò che principalmente ha scioccato e disorientato il movimento anarchico italiano è stato l'utilizzo dell'acronimo FAI, già in uso dalla più antica Federazione Anarchica Italiana: esso ha creato una notevole confusione (ampiamente strumentalizzata dai media) certamente non benefica per il movimento anarchico.

Il 28 dicembre 2003, sette giorni dopo l'attacco diretto a Prodi, rivendicato dalla Federazione Anarchica Informale, la Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana emise il seguente comunicato:

«La Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana, in riferimento alla comparsa di una fantomatica "FAI (Federazione Anarchica Informale)" che avrebbe rivendicato le esplosioni di via Gerusalemme a Bologna
  • denuncia la natura grave e infamante dell'attribuire questo tipo di fatto ad una sigla che allude comunque a quella della FAI - Federazione Anarchica Italiana: chi addita un gruppo di compagni/e alla repressione è un poliziotto o un suo collaboratore;
  • rivendica il portato storico dell'organizzazione anarchica come si è configurata dal Congresso di S. Imier del 1872 fino ai deliberati costitutivi della UAI del 1920 e della FAI del 1945: ORGANIZZAZIONE CHE NON È AFFATTO INFORMALE, perché fa della chiarezza e della collegialità dei mandati il suo atto di garanzia di un metodo libertario ed egualitario di prendere le decisioni;
  • ribadisce la propria condanna di bombe, pacchi-bomba e ordigni, che possono colpire indiscriminatamente, e comunque paiono più che altro funzionali alle logiche della provocazione e della criminalizzazione mediatica del dissenso, in una fase in cui gli anarchici sono fra i protagonisti delle lotte sociali, dagli scioperi alle iniziative contro la guerra;
  • ribadisce che gli strumenti di lotta delle anarchiche e degli anarchici federati sono dispiegati nelle piazze, nel sociale, nel sindacalismo autogestionario e di base, nei movimenti, nelle decine di città in cui gestiamo circoli pubblici, nella aperta opposizione alle logiche del dominio e dei terrorismi di Stato, per la costruzione di una società di liberi ed eguali».

Altre polemiche

Già nelle settimane e nei mesi successivi all'azione compiuta contro casa Prodi, gli ambienti anarchici assunsero posizioni diverse rispetto al "gruppo informale". La maggior parte di coloro che approvarono il gesto e il programma della FAInformale lo fecero individualmente sul web, anche perché farlo pubblicamente avrebbe significato quantomeno attirare l'attenzione su di sé degli apparati repressivi dello Stato. [60] [61]

Le organizzazioni anarchiche più importanti, al contrario, in gran parte criticarono la Federazione Anarchica Informale o addirittura ventilarono l'ipotesi che si trattasse di un'invenzione dei servizi segreti:

«Le lettere-bomba che sono state mandate ai burocrati europei dal fantomatico gruppo "anarchico" italiano Federazione Anarchica Informale-FAI sono un altro esempio della sgangherata strategia poliziesca che persegue lo scopo di criminalizzare tutto il nostro movimento. È importante sapere che nessun gruppo anarchico che fosse orientato verso questo tipo di lotta avrebbe mai messo a repentaglio il resto del movimento, dandosi un nome che è molto simile alla conosciuta Federazione Anarchica Italiana-FAI. Inoltre, è importante sottolineare che non sono gli anarchici a creare bombe che non esplodono» (Comunicato degli anarchici ed anarco-sindacaliste della ex-Jugoslavia).
«Mentre gli anarchici sono impegnati nelle loro rispettive attività [...] prosegue quotidianamente sui mass-media lo stillicidio di notizie sui cosiddetti anarchici insurrezionalisti (spesso sinteticamente definiti "gli anarchici"). Pacchi-bomba, petardi nei cassonetti, lettere intimidatorie e simili strumenti fanno parte dell'armamentario di questi (a volte un po' fantomatici) "anarchici insurrezionalisti", che sono giunti ad utilizzare provocatoriamente l'acronimo della Federazione Anarchica Italiana (FAI), a nome di una fantomatica Federazione Anarchica Informale [...] I pacchi-bomba e i cassonetti della spazzatura li lasciamo volentieri ai servizi segreti e agli imbecilli che vogliano collaborare con loro, gratis o a pagamento poco ci interessa» (Bombe e imbecilli).

Lo scrittore libertario Maurizio Maggiani ha preso pubblicamente una posizione molto netta nei confronti della FAI/FRI:

«Mi vergogno di chi ha rubato il nome e ne ha fatto un'informale federazione di dediti alla delinquenza. Le armi devono essere intelligenza, conoscenza, perseveranza e coraggio, la battaglia è politica. “Eppur la nostra idea è solo idea d'amor”. [...] Sono talmente informali gli informali, che pur negando lo stesso diritto ad esistere dello Stato, ora intavolano a muso duro trattative con lo Stato che non riconoscono intorno all'applicazione delle sue leggi. Alfredo Cospito a costo della sua vita, quelli che si dicono i suoi compagni a costo della vita di Alfredo Cospito. Perché è evidente che gli informali lo vogliono morto, vogliono il suo corpo cadavere per farne il prezioso martire con cui trastullarsi tra una birretta e una cannetta nella sete di vendetta. [...] Un mio amico, un uomo di infinita dignità e dolcezza, ha ricevuto pochi anni or sono una lettera dagli informali federati siglati FAI. Quell'uomo vive da cinquant'anni con ancora in corpo una delle pallottole con cui le BR vollero punire un grande dirigente d'azienda iscritto al Partito Comunista. Nella lettera si legge, tra l'altro, “... al vecchio zoppo non è bastato l’attentato scorso quando era padrone dell'... questa volta non avrà modo di rialzarsi né lui né l'unico impotente uomo armato che l'accompagna sempre... ” (segue modello e numero di targa dell’automobile). Ecco, questo è l'alto pensiero, questa la tempra morale dei ladri d'anarchia». [62]

Dalla FAI alla FAI/FRI (Fronte Rivoluzionario Internazionale)

Logo utilizzato dal Nucleo Olga/FAI/FRI. Il simbolo "appartiene" alla Cospirazione delle Cellule di Fuoco, la formazione anarchica greca alla quale il gruppo ha deciso di dedicare le sue azioni.

Nel 2007, a quattro anni dalla sua nascita, la Federazione Anarchica Informale ha diffuso sul web un nuovo documento intitolato Documento-Incontro della Federazione Anarchica Informale a 4 anni dalla nascita, nel quale viene fatto un resoconto del quadriennio passato e analizzate le prospettive future. Viene inoltre reso pubblico parte del verbale della riunione tenutasi nel natale del 2006 tra alcuni fondatori della FAInformale (indicati con gli pseudonimi di Qui, Quo, Paperino, Paperina, Pippo, Nonna Papera), incontratisi «per approfondire alcune considerazioni emerse all'interno dei gruppi».

Soprattutto grazie ad Internet, la Federazione Anarchica Informale ha fatto conoscere le sue idee e contemporaneamente è venuta a conoscenza delle attività di gruppi non italiani con i quali si è ritrovata in sintonia sia per i mezzi che per gli obiettivi preposti. La diffusione dei comunicati di rivendicazione sul web, soprattutto dei greci della Cospirazione delle Cellule di Fuoco, ha così aperto la strada alla costruzione di un Fronte Rivoluzionario Internazionale (FRI), una federazione solidale di gruppi anarchici affini e concordanti sui principi «federativi, anarchici e informali».

Nel comunicato Non dite che siamo pochi (2011), dedicato alla Cospirazione delle Cellule di Fuoco vittime della repressione, la FAI/Cooperativa artigiana fuoco ed affini (occasionalmente spettacolare)/Fronte Rivoluzionario Internazionale e FAI/Brigata 20 luglio/Fronte Rivoluzionario Internazionale analizzano la situazione italiana sul fronte insurrezionale e riportano un lungo elenco dei gruppi aderenti al Fronte Rivoluzionario Internazionale (Grecia, Indonesia, Messico, Cile, Russia, Perù, Olanda, Inghilterra).

Gli arresti del 12 giugno 2020 (5 in Italia, 1 in Spagna e 1 in Francia) confermano i contatti tra gruppi di diverse nazionalità. [63]

Analogie e divergenze con storia e principi dell'anarchismo

Quantunque la FAInformale abbia talvolta rivendicato una certa originalità organizzativo-strategica, molti principi a cui si ispira (informalità e gruppi d'affinità, insurrezionalismo, azione diretta e propaganda col fatto, uso della violenza, illegalismo) sono principi dell'insurrezionalismo "classico" (o comunque principi non estranei all'anarchismo) che sono stati patrimonio anche di diversi gruppi/individualità operativi nel dopoguerra: si pensi, per esempio, ad Azione Rivoluzionaria, un vero e proprio gruppo anarchico clandestino e lottarmatista (attivo dal 1976 al 1980, rivendicò la gambizzazione del dottor Mammoli, considerato complice della morte di Franco Serantini), a Rote Zora, un gruppo anarco-femminista tedesco (compì numerosi attentati nella Germania degli anni '70 e '80) e all'Angry Brigade, un gruppo britannico insurrezionalista anarco-comunista (compì numerosi attentati tra il 1970 e il 1972).

Insurrezionalismo o terrorismo?

Nuvola apps xmag.png Per approfondire, vedi L'insurrezionalismo in Italia.

Malgrado i fatti in premessa, buona parte del movimento anarchico ha posto al di fuori della storia e delle teorie dell'anarchismo l'azione diretta della FAInformale. Il motivo di fondo di questa esclusione può facilmente rinvenirsi confrontando il contesto storico in cui, ad esempio, operava la banda del Matese con il contesto storico in cui operano la FAInformale e i gruppi ad essa affini. La cosidetta propaganda col fatto si caratterizzava, anche nei momenti di assoluta violenza vendicatrice (si pensi ai regicidi o alle uccisioni di capi di Stato o di governo; Luigi Lucheni addirittura trafigge una donna, la Principessa Sissi), come metodo per ampliare l'isurrezione attraverso l'emulazione dei fatti da parte della massa. In altre parole, nella propaganda col fatto quest'ultimo veniva compiuto perché potesse essere propaganda dell'idea anarchica nella società e fonte di altri fatti insurrezionali, e non c'è dubbio che questo avvenisse (si pensi, ad esempio, ad Emile Florain, che nel 1881 tenta di uccidere il Primo Ministro della Repubblica francese Léon Gambetta: non ci riesce e allora spara ad un borghese a caso, diventando non un terrorista, ossia qualcuno che nella massa incute terrore, ma un mito da imitare). Già nel dopoguerra, però, con l'inizio del periodo di pace più lungo della storia e un totale riassetto degli equilibri politici e sociali, il ferimento di un uomo inerme, benché colpevole di qualcosa, non avrebbe più potuto essere definito propaganda col fatto perché nella massa quel fatto non avrebbe più suscitato rivolta, non sarebbe più stato uno strumento di propaganda, ma avrebbe ingenerato sol che terrore (da qui il termine terrorismo), causando l'effetto contrario rispetto a quello voluto, ossia la spinta del popolo nelle braccia protettive dello Stato, con conseguente inasprimento della repressione. Questo problema era già ben noto a Malatesta, che nell'ultima parte de La tragedia di Monza [64], continuando la sua polemica contro quanti esaltavano gli attentati e il terrorismo, ribadì che la violenza era una necessità e non un mezzo. Secondo Malatesta gli anarchici erano dei liberatori e non dei giustizieri. Sarebbero ricorsi «all'ultimo espediente della forza fisica» cui «l'ostinata resistenza della borghesia» costringeva gli oppressi, ma non avrebbero mai fatto «vittime inutili, nemmeno tra i nemici», rimanendo «buoni e umani anche nel furore della battaglia». Nessuna rivoluzione liberatrice, ripeteva, poteva nascere dai massacri e dal terrore, da cui escono i tiranni. [65] [66] [67]

L'insurrezionalismo "informale" si trova, dunque, sia da un punto di vista teorico che da un punto di vista pratico, a dover fare i conti con il periodo storico in cui si manifesta. Sotto il profilo teorico, insurrezionalismo e terrorismo non sono sinonimi (è lo Stato che tende, invece, a far coincidere i due termini). Lo stesso Alfredo Maria Bonanno, che indubbiamente ha avuto un'influenza importante nella teorizzazione dell'insurrezionalismo "informale" (si veda, ad esempio, Teoria e pratica dell'insurrezione), non si limita a parlare di «gruppi d'affinità» (composti da anarchici), ma affianca ad essi i «nuclei autonomi di base» [68], che rappresentano il mezzo attraverso il quale la massa (non composta soltanto da anarchici) sostiene l'attività insurrezionale attraverso la «conflittualità permanente» («non autorizzata dal dirigente sindacale»), l'«autogestione» («indipendenza assoluta da qualsiasi partito, sindacato o clientela»; «reperimento dei mezzi necessari all'organizzazione e alla lotta effettuato esclusivamente sulla base di sottoscrizioni spontanee») e l'«attacco» («rifiuto di ogni patteggiamento, mediazione, pacificazione e compromesso col nemico di classe»; «lotta di massa»; «sabotaggio»): [69] si tratta, dunque, in linea di principio, della continuazione di una variante dell'insurrezionalismo "classico", basata sul coinvolgimento della massa intorno a singoli temi (non si tratta più di compiere dei fatti che possano essere emulati dalla massa, ma di coinvolgere la massa nel compimento di fatti: l'appoggio popolare resta comunque un elemento imprescindibile). Sotto il profilo pratico, però, le azioni compiute dalla FAInformale non coinvolgono attivamente la popolazione, inoltre, il linguaggio da essa utilizzato non sembra discostarsi da quello delle organizzazioni terroristiche. [70]

Violenza, illegalismo, azione diretta: alcune precisazioni

L'insurrezionalismo non prevede necessariamente l'uso della violenza, si pensi per esempio all'Animal Liberation Front, che ripudia la violenza contro qualsiasi essere vivente.

L'illegalismo, che comporta come logica conseguenza anche la clandestinità delle azioni, è sì appartenuto a gruppi/individualità (si pensi alla Banda Bonnot oppure a personalità come Alexandre Marius Jacob ed Horst Fantazzini), ma è privo di qualsiasi ricerca di supporto da parte della società. Per questo illegalismo e insurrezionalismo non sono mai stati termini coincidenti, benché alcuni soggetti si siano dedicati sia all'uno che all'altro (Bonanno, ad esempio, ha compiuto rapine-espropri). [71] [72]

L'azione diretta, (violenta e non violenta) è stata sempre presente nel movimento anarchico, che però si è sempre diviso sull'opportunità tattica, strategica ed etica dell'utilizzo della violenza (si pensi alle bombe di Severino Di Giovanni in Argentina, che portarono all'isolamento del suo gruppo rispetto al movimento anarchico argentino). Nemmeno l'utilizzo dei pacchi-bomba spediti tramite posta possono essere ritenuti delle novità, ma paragonare, ad esempio, le azioni di molti militanti che ruotavano intorno alla figura di Luigi Galleani alle azioni di Theodore Kaczynski (per alcuni nemmeno considerabile anarchico) presuppone, come detto, ignorare il mutamento della società e dei costumi nel tempo (nonché, nella fattispecie, le diverse categorie di destinatari dei pacchi-bomba).

La tendenza anarco-nichilista

I tre "nichilisti" del film Il grande Lebowski (1998).

Quanto a una certa tendenza nichilista (diversi membri di gruppi informali ed insurrezionali, tra cui la FAInformale e la Cospirazione delle Cellule di Fuoco si sono definiti anarco-nichilisti [73]), si riporta questa illuminante analisi di Jean Préposiet su Il catechismo del rivoluzionario di Nečaev (da egli scritto, secondo alcuni, insieme a Bakunin), che delinea l'atteggiamento rivoluzionario di tipo nichilista:

«L'autore descrive la rivoluzione come un fine in sé, al quale tutto il resto è subordinato. Normalmente, il rivoluzionario cerca l'azione di massa; e poiché il suo scopo è di aiutare i lavoratori a organizzarsi, egli si sforza di mobilitarli e di inquadrarli, ideologicamente e praticamente, per aiutarli a prendere coscienza dei propri interessi e delle proprie forze, cosicché possano lottare efficacemente per gli obiettivi economici, sociali e politici da raggiungere. In questa prospettiva, il rivoluzionario è un uomo che si è schierato personalmente, impegnandosi nelle file del proletariato, uno che sceglie di partecipare direttamente alla lotta di classe. Il punto di vista dell'autore de Il catechismo, invece, è completamente diverso. Per lui, il ruolo fondamentale di un rivoluzionario non è più quello di impegnarsi in un'azione di massa, né di aiutare con gli strumenti intellettuali della dottrina, dell'informazione o della propaganda, le classi sfruttate a prendere coscienza della loro condizione, e ancor meno di lottare a fianco dei lavoratori per la causa rivoluzionaria. È dall'esterno che il nichilista agirà sulla pratica rivoluzionaria: il suo metodo consisterà, dunque, nel provocare dall'esterno e indirettamente agitazioni irreversibili utili alla rivoluzione. Il nichilista dovrà imparare a manipolare passioni dall'impatto devastante. Dovrà creare situazioni insostenibili e provocare ovunque la repressione. Qui il popolo non è più il fine, bensì il mezzo della rivoluzione». [74]

Note

  1. Ottobre 1999: pacchi-bomba all'Ambasciata e Camera di Commercio Greca di Madrid, bomba ad una filiale della City Bank di Barcellona in Spagna, attentato contro l'ufficio del Turismo Greco e pacco bomba alla caserma dei carabinieri del quartiere Musocco a Milano.
    2000: azioni in solidarietà con i detenuti del FIES (un regime carcerario molto duro, più o meno paragonabile al 41-bis) spagnoli (pacco bomba ad un giornalista della Razon di Madridi, ordigno incendiario nella chiesa di Sant'Ambrogio a Milano, due bombe al Tribunale di Valencia in Spagna, dinamite sul Duomo di Milano).
    Luglio 2001 (contro il vertice del G8 che stava per tenersi a Genova): pacchi-bomba e incendiari ai Carabinieri, alla Prefettura a Genova, alla redazione del TG 4 e al Leoncavallo (pacco pieno di escrementi di cane) a Milano, alla Benetton a Ponzano Veneto e al sindacato dei secondini di Barcellona. Inoltre, a Bologna viene lasciata una bicicletta bomba per gli agenti di polizia. Tutte le azioni vengono firmate dalla Cooperativa Artigiana Fuoco e Affini (Occasionalmente spettacolare) che poi aderirà alla federazione Anarchica Informale (per approfondimenti si legga il documento: Com'è cominciata. Documento-Incontro della Federazione Anarchica Informale a 4 anni dalla nascita).
  2. Nasce la Federazione Anarchica Informale
  3. Per l'attentato verranno accusati e condannati Alfredo Cospito ed Anna Beniamino rispettivamente a 20 (poi aumentati a 23) e 17 anni (poi aumentati a 17 anni e 9 mesi).
  4. «Come Lotta Rivoluzionaria abbiamo sempre scelto di compiere le nostre azioni con dei fini politici [...] Abbiamo sempre organizzato le nostre azioni in questo modo, per evitare infortuni di persone che non sono i nostri bersagli politici [...] Questo modo di agire è sempre stato fondamentale per le nostre azioni e quindi anche per il nostro compagno deceduto, e membro dell'organizzazione, Lambros Fountas. Per questo motivo chiediamo che non vengano fatte azioni di questo tipo nel nome del compagno».
  5. Comunicato di Lotta Rivoluzionaria
  6. Esplode lettera-bomba: due feriti
  7. Lettera-bomba di matrice anarchica
  8. Pacco bomba contro Equitalia - Rivendicazione anarchica
  9. Gruppo anarchico italiano rivendica pacco bomba al numero uno di Deutsche Bank
  10. Per l'attentato verranno accusati e condannati Alfredo Cospito (9 anni e 5 mesi) e Nicola Gai (8 anni e 8 mesi).
  11. Il marchio della vita, Cercando una via immaginifica alla distruzione dell'esistente
  12. "Solidale con Equitalia". Fai minaccia Monti
  13. Gli anarchici, i media, il ferimento di Adinolfi, Oreste Scalzone sul comunicato F.A.Informale, FdCA: Dell'individualismo avanguardista e nichilista
  14. Roma, gli anarchici rivendicano bomba esplosa davanti caserma carabinieri a San Giovanni
  15. Operazione Cervantes: tutti assolti, Operazione Cervantes - Incontro con i compagni inquisiti
  16. Sviluppi del processo contro 7 compagni anarchici (op. Croce Nera)
  17. L'operazione Brushwood
  18. Chi è Giampaolo Ganzer (tutto quello che i media dovrebbero dirti e non ti dicono)
  19. Operazione Ardire - Arresti e perquisizioni in tutta Italia
  20. Attentato Adinolfi: 7 nuovi arresti nella Federazione Anarchica Informale
  21. 5 condanne e 18 assoluzioni chiudono il processo contro gli anarchici delle Fai-Fri
  22. Caso Cospito, gli studenti occupano la Facoltà di Lettere della Sapienza
  23. Cospito, università Orientale occupata: «La nostra rete contro il carcere duro»
  24. Alfredo Cospito: A Buon Diritto, Amnesty International Italia e Antigone chiedono al ministro Nordio la revoca del 41-bis
  25. Il caso dell'anarchico Alfredo Cospito, dall'inizio
  26. “Cospito deve restare al carcere duro, ecco perché”, il parere del procuratore di Torino
  27. Alfredo Cospito insiste col digiuno. “Mi batto per abolire il carcere duro, non per uscirne io”
  28. Ilaria Cucchi dopo l'incontro con Cospito
  29. 29,0 29,1 Lettera di Cospito diffusa il 3 marzo 2023.
  30. Pena detentiva a vita che non prevede la possibilità di assegnare al recluso il lavoro all'esterno, la semilibertà e i benefici penitenziari.
  31. CONTRO IL 41BIS. CONTRO LA REPRESSIONE ANTIANARCHICA. PER UNA SOCIETÀ SENZA GALERE
  32. Cospito, sì al carcere duro, il Tribunale di sorveglianza: «Alta sicurezza non è sufficiente»
  33. Per la vita di Cospito, appello al ministro della giustizia e all'amministrazione penitenziaria
  34. Giuristi e intellettuali a Nordio, via il 41-bis a Cospito
  35. Roma: occupata sede italiana di Amnesty International
  36. Amnesty International: “Le autorità devono difendere i diritti umani di Alfredo Cospito e tutelare il suo diritto alla salute”
  37. Vicenda Cospito, report del 4 febbraio a Roma
  38. CASO COSPITO: LA DEPUTATA IRLANDESE CLARE DALY INTERVIENE ALL'EUROPARLAMENTO. CHIESTA FINE DEL 41 BIS
  39. Alfredo Cospito, Nordio respinge l'istanza di revoca del 41bis: “Ha istigato dal carcere e c'è il rischio che comunichi con l'esterno”
  40. Corteo degli anarchici per Cospito a Milano: scontri con la polizia, 6 agenti feriti e 11 fermati
  41. Torino, oltre 300 al corteo degli anarchici contro il 41 bis ad Alfredo Cospito.
  42. Cospito, lettera di minacce degli anarchici della FAI: «Colpiremo un manager che vende la morte»
  43. Delirante volantino di solidarietà a Cospito: "Un manager verrà ucciso davanti alla famiglia"
  44. Cospito resta al 41-bis: respinto il ricorso. Lui annuncia lo stop agli integratori: “Spero che dopo di me qualcuno continui la lotta”
  45. Rivendicazione dell'artefatto esplosivo collocato presso il Tribunale di Pisa
  46. Lo Stato ha condannato a morte Alfredo Cospito
  47. L'Onu contro l'Italia: garantire a Cospito dignità della pena
  48. Caso Cospito: incidenti a Torino al corteo degli anarchici, bombe carta e vetrine in frantumi
  49. Manifestazione anarchica, i devastatori divisi in due gruppi
  50. CONTRO IL GOVERNO FASCISTA, CONTRO IL 41BIS, CONTRO LA CRIMINALIZZAZIONE DELLE LOTTE
  51. Cospito, corteo degli anarchici a Roma: tensione con le forze dell'ordine
  52. Venezia, il corteo anarchico sfila per la città contro il 41 bis. Tensioni con la polizia
  53. Cospito, gli anarchici in corteo anche a Bari: «41bis è tortura».
  54. Cospito resta in ospedale al 41 bis, respinta la richiesta dei domiciliari
  55. Alfredo Cospito riprende a "mangiare" dopo 6 mesi: parmigiano e integratori in attesa della Consulta
  56. Cospito, «Interrompo lo sciopero della fame»
  57. Caso Cospito, la Corte costituzionale apre alla possibilità di uno sconto di pena
  58. Cospito evita l'ergastolo ma dovrà scontare 23 anni
  59. Cospito ancora socialmente pericoloso, resta al 41-bis
  60. Dibattito sul forum di Indymedia
  61. Alcuni espliciteranno le proprie simpatie in favore della Federazione Anarchica Informale: si legga Risposta di Gabriel Pombo da Silva alla FAInformale
  62. Io, anarchico libertario, vi dico la vera lotta non è mai violenta
  63. Attentati anarchici da La Spezia a Roma: sette arresti
  64. La tragedia di Monza, articolo di Malatesta all'indomani del regicidio.
  65. Tolstoj, gli anarchici e la violenza, di Piero Brunello (A - Rivista Anarchica, anno 34, n. 297, marzo 2004)
  66. Con riferimento alla strage del Teatro Diana, che intendeva colpire il questore Giovanni Gasti, in quanto rappresentante, e quindi complice, di quello Stato che deteneva in carcere senza prove Errico Malatesta ed altri anarchici, lo stesso Malatesta, pur ribadendo la buona fede dei compagni propagandisti, non poté che condannarne l'operato.
  67. La rivoluzione, per Malatesta, passava dal consenso popolare e non da singoli attentati: «Questa è una tattica micidiale che equivale al suicidio. La rivoluzione non si fa in quattro gatti. Degl'individui e dei gruppi isolati possono fare un po' di propaganda; dei colpi audaci, delle bombe e simili cose, se fatte con retto criterio (il che purtroppo non è sempre il caso) possono attirare l'attenzione pubblica sui mali dei lavoratori e sulle nostre idee, possono sbarazzarci di qualche ostacolo potente; ma la rivoluzione non si fa che quando il popolo scende in piazza. E se noi vogliamo farla bisogna che attiriamo a noi la folla, quanto più folla è possibile» (da Andiamo verso il popolo, in L'Art. 248, Ancona, 4 febbraio 1894).
  68. Processo contro il gruppo terroristico "Anarchici insurrezionalisti", 30 novembre 1999, file 2/3, min. 20:33 «Lo scopo dei nuclei di base è quello di sostituire nelle lotte intermedie - lotta salariale, lotta per l'occupazione di una fabbrica, qualunque situazione di massa in cui si verifica una condizione di sofferenza sociale - le vecchie organizzazioni resistenziali di natura sindacale, anche quelle che insistono sull'ideologia anarco-sindacalista (i COBAS, le organizzazioni sindacaliste di base). L'ambito di azione dei nuclei di base è costituito, quindi, dalle fabbriche (per quel che di queste rimane), dai quartieri, dalle scuole, dai ghetti sociali e da tutte quelle situazioni in cui si materializza l'esclusione di classe, la separazione fra inclusi ed esclusi».
  69. Processo contro il gruppo terroristico "Anarchici insurrezionalisti", 30 novembre 1999, file 2/3, min. 23:29 Bonanno illustra i principi della «conflittualità permanente», dell'«autogestione» e dell'«attacco».
  70. Anche Alfredo Cospito, autore della gambizzazione ai danni di Roberto Adinolfi, sottolinea in una sua lettera aperta l'importanza del sostegno popolare, ma al tempo stesso si definisce «terrorista anarchico», dimostrando piena consapevolezza della natura del fatto compiuto. Inoltre, in altro scritto Cospito ribadisce: «Noi anarchici-e tendiamo sempre a complicarci la vita, lo stato è fatto da persone in carne ed ossa, queste “persone” cosa temono dagli anarchici-e? Temono che qualcuno di loro li aspetti sotto casa, temono che gli anni “bui” (per loro) ritornino, che la paura ed il terrore cambino di campo. Ce lo dicono loro in tutte le salse, almeno per una volta possiamo dargli credito... Temono il loro incubo peggiore (incubo incredibilmente anche di qualche anarchico-a), il tanto demonizzato “terrorismo”. Voi adesso (immagino) vi chiederete perché questo pazzoide dallo sprofondo di una galera continua ad usare a sproposito questa parola. Non gli entra nella testa bacata che il “terrorismo” è esclusivo appannaggio degli stati e che “terrorista è lo stato” (lo dicono tutti!). Perché continua a cadere nella solita trappola trascinando sé stesso (e magari anche una fetta di movimento) in uno stillicidio repressivo? Per un semplice e banale motivo, per la mia ferma convinzione che la “rivoluzione” (parola altisonante) la può fare solo chi ha il “diavolo in corpo”. E chi ha il “diavolo in corpo” non ha paura della parola “terrorismo” perché desidera con tutte le sue forze che i potenti vivano nel terrore almeno quanto le loro vittime, i “dannati della terra”».
  71. L'anarchico Bonanno arrestato dopo una rapina
  72. Requisitorie del processo Marini
  73. «Sono nichilista perché vivo la mia anarchia oggi e non nell'attesa di una rivoluzione che, se pure verrà, creerà solo nuova autorità, nuova tecnologia, nuova civiltà» (Alfredo Cospito).
  74. Jean Préposiet, Storia dell'anarchismo, pp. 400-401.

Voci correlate

Collegamenti esterni

  • Culmine, blog che pubblicava anche articoli inerenti la Federazione Anarchica Informale - Fronte Rivoluzionario Internazionale.