Animal Liberation Front

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Logo dell'ALF

L'Animal Liberation Front (ALF) è un'organizzazione antispecista strutturata informalmente [1], senza alcuna direzione strategica centrale e quindi di ispirazione anarchica e antifascista. Attraverso l'azione diretta, il sabotaggio e il boicottaggio, non trascurando la promozione di forme di protesta alternative (controinformazione, manifestazioni, campagne di protesta via e-mail ecc.), i militanti dell'ALF intendono impedire le "logiche" dello sfruttamento e della morte degli animali non-umani.

Storia

Le origini dell'ALF risalgono al 1971, quando a Luton (Gran Bretagna) Ronnie Lee fondò un'organizzazione dedita alla liberazione animale, la Band of Mercy, in cui l'anno seguente entrò a farne parte anche Cliff Goodman. Il gruppo compì la sua prima azione eclatante il 10 novembre 1973, dando fuoco ad un edificio della Hoechst Pharmaceuticals destinato ad ospitare laboratori di vivisezione. Tra giugno ed agosto dell'anno seguente compirono diversi raid incendiari contro laboratori, allevamenti ed altre strutture dello sfruttamento animale. Nello stesso periodo compirono la loro prima azione di "liberazione animale", dando la libertà ad una mezza dozzina di cavie segregate nel laboratorio di Wiltshire, convincendo il proprietario ha chiudere la propria attività per timore di nuove rappresaglie.

Nell'agosto del 1974 Lee e Goodman furono arrestati dopo aver partecipato ad un raid contro l'Oxford Laboratory Animal. L'operazione prese il nome di Fidenza Two. Quotidianamente, durante il processo, si svolsero dimostrazioni fuori dal tribunale in favore dei due. Condananti a tre anni di carcere, durante i quali Lee diede vita al primo sciopero della fame della storia del movimento animalista per ottenere cibo e vestiti vegan.

Attivisti dell'ALF insieme ad alcuni Beagle liberati da un laboratorio di vivisezione di Boots Group (Novembre 1990)

Ottenuta la liberazione sulla parola, nel 1976 Ronnie Lee riorganizzò i militanti della Band of Mercy con l'ingresso di nuovi attivisti, costituendo così un nucleo di una trentina di persone che diede vita all'Animal Liberation Front. Sin dalla sua nascita, l'organizzazione antispecista privilegiò le azioni dirette, anche di natura illegali, indirizzate sia a “rivelare” all'opinione pubblica l'orrore dello sfruttamento animale (vivisezione, allevamenti, produzioni di pellicce e maltrattamenti d'ogni tipo ecc.) che alla vera e propria liberazione fisica degli animali dai luoghi in cui subiscono violenze fisiche e psichiche.

Il successo fu immediato, tanto che in tutto il mondo, ma specialmente negli USA, si formarono di attivisti che iniziarono firmare le loro azioni col nome ALF. Infatti, essendo sin dalla sua nascita un'organizzazione informale, i fondatori chiarirono immediatamente che chiunque condivideva mezzi e fini poteva firmare le azioni con questa sigla.

«Questo è il motivo per cui ALF non può essere distrutto, non può essere efficacemente infiltrato, non può essere fermato... Voi, ognuno di voi:.. tu sei l'ALF» (Robbin Webb) [2]

Durante gli "anni 80" si intensificarono le azioni di sabotaggio rivendicate dall'organizzazione, ma, parallelamente, crescono esponenzialmente le misure repressive nei riguardi degli attivisti, considerati spesso alla stessa stregua di pericolosi terroristi. Negli "anni 90" la sigla ALF cominciò ad apparire sempre più frequentemente anche in Italia. Tra le azioni più eclatanti compiute nella penisola è segnalare quella che portò alla liberazione di 129 beagle dall'allevamento Morini di San Polo d'Enza (Re).

Nel 2002 il Southern Poverty Law Center (SPLC), che monitora l'estremismo negli Stati Uniti, ha rilevato il coinvolgimento dell'ALF nella campagna contro Huntingdon Animal Cruelty, accusando il gruppo di aver utilizzato tecniche terroristiche, anche se essi stessi osservarono che non avevano fatto del male fisico a nessuno. Nel Regno Unito, le azioni ALF sono bollate come esempi di estremismo e vengono monitorate attentamente dalla National Extremism Tactical Coordination Unit, istituita appositamente nel 2004 per controllare l'attività dell'ALF e delle altre organizzazioni implicate nella lotta per i diritti degli animali.

Il più conosciuto attivista dell'"ALF" è stato probabilmente Barry Horne, morto poi in carcere in seguito ad una serie di scioperi della fame attuati come forma di protesta estrema contro le vane promesse dell'allora premier britannico Tony Blair.

Azioni

Breve ed incompleto elenco di alcune azioni dirette rivendicate dall'ALF: [3] :

  • 1977: Lake District, Gran Bretagna. Dissacrazione della tomba del famoso cacciatore John Peel.
  • 1977: New York. Furto di quattro animali da un laboratorio di ricerca della New York University.
  • 1982: Maryland, Università Statale. Danneggiamenti vari ritenuti dallo FBI il primo atto terroristico di matrice animalista negli U.S.A.
  • 25 dicembre 1983: Los Angeles, California. Centro Medico della University of California at Los Angeles. Scasso e furto. Danni: $ 58.000.
  • 29 maggio 1984: Philadelphia, Pennsylvania. Scasso e furto all'University of Pennsylvania. Danni: $ 20.000.
  • 9 dicembre 1984: Duarte, California. Scasso e furto all'Istituto di Ricerca e Centro Medico “City of Hope”. Danni: oltre $ 400.000.
  • 1984: Londra. Falso annuncio d'inquinamento di barrette al cioccolato della Mars Company. Il ritiro del prodotto dal mercato causò danni nell'ammontare di circa £ 3.000.000.
Walter Bond, antispecista statunitense, firmatosi "Lone Wolf" (lupo solitario) nelle azioni ALF da lui compiute
Domitian, una delle scimmie dei laboratori di Silver Spring. [4] Una delle prime azioni di liberazione animale dell'ALF compiute negli USA (settembre 1981).
Video diffuso da una cellula americana dell'ALF testimonia la liberazione di Britches, un piccolo macaco allevato nei laboratori della University of California, Riverside, nell'aprile del 1985.
  • 20 aprile 1985: Riverside, California. Scasso con furto al centro medico della sede locale della University of California. Danni: $ 600.000.
  • 1º maggio 1986: Gilroy, California. Atti vandalici ai laboratori “Simonsen”. Danni emergenti: $ 165.000.
  • 26 ottobre 1986: Eugene, Oregon. Scasso e furto al centro di ricerche mediche della University of Oregon. Danni: $ 50.000.
  • 24 novembre 1986: Wilton, California. Furto e atti vandalici all'allevamento di tacchini “Omega & HMS”. Danni: $ 12.000.
  • 6 dicembre 1986: Bethesda, Maryland. Furto alla società “SEMA” e Istituto Nazionale di Sanità. Danni: $ 100.000.
  • 16 aprile 1987: Davis, California. Incendio doloso ed atti vandalici al laboratorio Veterinario Diagnostico della Universirty of California. Danni: $ 4.500.000.
  • 1º settembre 1987: Santa Clara, California. Incendio doloso alla società Vitello e Manzo “San Jose Valley”. Danni: $ 35.000.
  • 25 novembre 1987: San Jose, California. Incendio doloso alla società Carni “Ferrara”. Danni: $ 420.000.
  • 28 novembre 1987: Santa Clara, California. Incendio doloso e atti vandalici all'azienda di pollame “V.Melani”. Danni: $ 230.000.
  • 1987: Cardiff e Luton, Gran Bretagna. Incendi dolosi ai rispettivi reparti di pellicceria della “Debenham”.
  • 5 giugno 1988: San Jose, California. Incendio doloso e atti vandalici alla società Confezionamento Carni “Sun Valley”. Danni: $ 300.000.
  • 15 agosto 1988: Loma Linda, California. Scasso e furto al centro di ricerche mediche della Loma Linda University. Danni: $ 10.000.
  • 3 novembre 1988: San Vito al Tagliamento, Pordenone. Furto di 2000 visoni alla fattoria Bottos dell'azienda Le Pissarelle. Ritenuta la prima azione animalista in Italia.
  • Dicembre 1988: Plymouth, Gran Bretagna. Incendio doloso ai grandi Magazzini “Dingles”.
  • Febbraio 1989: Bristol, Gran Bretagna. Detonazione di ordigni esplosivi al plastico nei locali del Senato Accademico e della mensa dell'Università.
  • 2 aprile 1989: Tucson, Arizona. Scasso, incendio doloso e furto al centro di Scienze della Sanità della University of Arizona. Danni: $ 250.000.
  • 1º luglio 1989: Lubbock, Texas. Danni al centro di ricerche mediche della Texas Tech University. Danni: $ 75.000.
  • 1989: Padova. Furto di cavie, conigli, topi e visoni al laboratorio del Centro di Chirurgia Sperimentale del Policlinico.
  • 1989: Pordenone. Furto di centinaia di visoni e fagiani.
  • 1989: Udine. Incendio doloso ad una sede di un'associazione di cacciatori.
  • 1990: Milano. Atti vandalici contro un negozio di animali e un'azienda farmaceutica.
  • 10 giugno 1991: Corvallis, Oregon. Scasso, incendio doloso e atti vandalici al centro di ricerche mediche della Oregon State University. Danni. $ 75.000.
  • 1991: Bologna. Incendio doloso ai locali di un'azienda farmaceutica.
  • Gennaio 1992: Bologna. Azione contro la Centrale del latte.
  • 28 febbraio 1992: East Lansing, Michigan. Scasso e incendio doloso al laboratorio di Ricerca della Michigan State University. Danni: $ 125.000.
  • 24 ottobre 1992: Logan, Utah. Scasso e incendio doloso al centro di ricerche mediche della Utah State University. Danni: $ 110.000.
  • 10 novembre 1992. Minneapolis, Minnesota. Incendio doloso agli autocarri adibiti al trasporto delle macellerie “Swanson”. Danni: oltre $ 100.000.
  • 1992: Milano e Roma. Sofisticazione alimentare, inserimento di inchiostri in bottiglie e confezioni di latte: tinte di blu e rosso.
  • 1992: Canada. Ritiro dal mercato di decine di migliaia di dolciumi “Cold Buster” a seguito di un falso annuncio di contaminazione con un liquido per la pulizia dei forni.
  • 4 aprile 1993: Cremella, Lecco. Fallito tentativo di furto da un allevamento.
  • 27-28 novembre 1993: Chicago, Illinois. Esplosione di sei ordigni incendiari e disinnesco di tre ai quattro grandi magazzini per le vendite al pubblico. .
  • Dicembre 1994: Vancouver, Canada. Minaccia di avvelenamento di tacchini.
  • 9 settembre 1995: Graffignana, Milano. Un'invasione di vipere attribuita alla dispersione delle stesse sull'area.
  • 1995: Canada. Invio di lettere bomba al Ministro dell'Agricoltura britannico in visita ufficiale.
  • 8 aprile 1996: Bologna. Furto di due dozzine di topolini bianchi e di un maiale lattonzolo all'Ospedale Sant'Orsola.
  • 11 marzo 1997: Sandy, Utah. Sede di una cooperativa agricola. Danneggiamento con ordigni incendiari ed esplosivi. Movente dichiarato nella rivendicazione: rappresaglia per l'incarcerazione di attivisti a Minneapolis, Indianapolis e Syracuse.
  • 18 marzo 1997: Davis, California. Incendio doloso al Centro di Medicina Comparata della University of California. Danni: circa $ 1000.
  • 20 aprile 1997: Davis, California. Atti vandalici al centro Veterinario Diagnostico della University of California.
  • 29 giugno 1997: Crystal City, Virginia. Atti vandalici e blocco stradale al punto di ristoro della catena “McDonald's”.
  • 4 aprile 1998: San Cesareo, Roma. Fallito assalto con ordigni incendiari ai danni di un allevamento.
  • Maggio 1998: Firenze. Incendio doloso a quattro furgoni della società di distribuzione dolciaria “Nannuzzi, Ferri & Co.”
  • 10 agosto 1998: Una contea dello Hampshire, Gran Bretagna. Furto di 6.000 visoni.
  • 10 dicembre 1998: Firenze e Bologna. Due panettoni uno Motta e l'altro Alemagna avvelenati con topicida Racumin vengono recapitati alle rispettive sedi ANSA di entrambe le città, accompagnati dalla minaccia di un avvelenamento generale dei panettoni.
  • 16-18 dicembre 1988: Torino. Recapito di falsi pacchi bomba a quattro atelier.
  • 28 dicembre 1998: Milano. La locale sede dell'ANSA riceve una polpetta cruda con tracce di topicida Coumatetralyl, assieme ad una nota che annunciava l'avvelenamento di carni e insaccati di tre grandi aziende.
  • 4 febbraio 1999: Roma. Recapitate alle redazioni di Adn Kronos e ANSA una barretta di cioccolata Galak assieme all'annuncio di avvelenamento di altre 55 a Bologna.
  • 28 marzo 1999: Rimini. Inchiostro rosso versato nell'acquasantiera del Duomo per protestare contro l'usanza di mangiare agnelli durante la Pasqua.
  • 19 settembre 1999: Provincia di Milano. Danneggiamento di numerose autovetture per protestare l'apertura della stagione della caccia. Nella lettera di rivendicazione inviata all'ANSA si legge: «Assassini okkio. Oggi le vostre macchine, domani tocca a voi».
  • 5 maggio 2012: Mariano Comense (Provincia di Como). Blitz degli animalisti fanno fuggire 50 galline [5].
  • 1º gennaio 2013: Montelupo Fiorentino. Attentato incendiario contro ditta che produce latticini [6].
  • 4 maggio 2017: Pergine Valsugana. Furto di due oche, tre galline, due conigli [7].

Organizzazione

L'ALF si organizza sulla base di gruppi d'affinità, per i quali si intente una cerchia di persone amiche o conoscenti (talvolta si tratta di una sola persona) che si propone di realizzare un obiettivo o una serie di obiettivi. Attiva in oltre 40 paesi, le cellule ALF operano clandestinamente, il che rende molto difficile per le autorità monitorare il movimento.

ALF può essere considerato un tipo di struttura modellata orizzontalmente, in cui ciò che coordina il gruppo è la collaborazione reciproca, l'amicizia e la condivisione di certi obiettivi. Nel caso specifico dell'ALF, l'obiettivo è la liberazione animale e la fine del loro sfruttamento. Con la diffusione capillare di Internet molte azioni rivendicate dall'ALF sono state riportate sul "North America Animal Liberation Press Office" (NAALPO) e in numerose riviste telematiche: «Bite Back», «Arkangel (magazine)», «No Compromise (magazine)», «Vegan Prisoners Support Group» ecc..

L'”ufficio stampa” è diretto, in Gran Bretagna, da Robin Webb e, nel Nord America, da Jerry Vlasack. È da rilevare inoltre che nonostante l'ALF non abbia esistenza formale e centralizzata, esiste un gruppo di supporto ai “prigionieri animalisti”, l'ALF Supporters Group.

Principi

Gli attivisti ALF sostengono che gli animali non dovrebbero essere considerati come delle proprietà e che gli scienziati e l'industria non hanno alcun diritto di decidere vita e morte di questi esseri viventi. Secondo i principi ALF, chi considera gli animali come oggetti di proprietà compie atti di specismo. Gli attivisti rifiutano la posizione assistenzialista per un trattamento più umano, poiché il loro scopo sono le gabbie vuote e non più grandi.

Qualunque gruppo o individualità vegetariana\vegan che realizza un'azione diretta ha il diritto di firmarsi con la sigla ALF a patto che vengano «prese tutte le precauzioni ragionevoli per non mettere in pericolo le vite di alcun tipo» [8] e che si rispettino i principi dell'organizzazione, ovvero:

  • Infliggere danni economici a tutti coloro che lucrano sulla sofferenza animale.
  • Liberare gli animali non umani che subiscono, o rischiano di subire, abusi fisici e/o psichici.
  • Prendere precauzioni necessarie per evitare di “far del male” agli animali, umani e non, durante il compimento delle azioni di liberazione.
  • Rivelare, con azioni dirette e non violente [9], le atrocità commesse ai danni degli animali non umani.
  • Ogni gruppo di persone che sono vegetariani o vegani e fanno azioni in accordo con le linee guida dell'ALF hanno il diritto di sentirsi parte dell'ALF

La repressione

In tutti i paesi, le azioni delle cellule dell'ALF vengono duramente perseguite, in particolare la legislazione statunitense è molto severa poiché equipara le azioni di liberazione animale a quelle terroristiche. L'ALF negli USA è quindi considerata quasi alla stessa stregua di Al Qaeda o di altri gruppi terroristici del genere. [10]

Queste accuse non hanno evidentemente alcuna logica, giacché il principio fondamentale dell'Animal Liberation Front è quello di non arrecare alcun danno fisico alle persone (intendendo con “persone” tanto gli animali umani quanto quelli umani). Per questo motivo Rod Coronado, uno dei più importanti attivisti americani, ha respinto con sdegno le accuse in tal senso: «Una cosa che ci distingue dalle accuse rivolteci di esser questo - terroristi, criminali violenti - è il fatto che noi non abbiamo fatto del male ad alcuno».

Risulta evidente che l'obiettivo di queste modalità persecutorie è quello di salvaguardare gli interessi e i profitti delle imprese capitalistiche, spesso fondate sullo sfruttamento animale.

Note

  1. Non si può non notare l'attinenza tra i principi organizzativi informali dell'ALF e quelli elaborati da molti anarchici (es. Bonanno e Wolfi Landstreicher). Si veda anche Gruppi d'affinità.
  2. Attivista del British Animal Liberation Press Office
  3. L'uomo e Ambiente - ECO TERRORISMO, Cronologia Esemplificativa di Attivismo Ambientalista e Animalista Illecito o Violento
  4. Carbone, Larry. "What Animal Want: Expertise and Advocacy in Laboratory Animal Welfare Policy. Oxford University Press, 2004, p. 76 (figura 4.2)
  5. Mariano, blitz degli animalisti Fanno fuggire 50 galline
  6. Attentato animalista nell'azienda: fermato un giovane nobile, altre due persone ricercate
  7. Furto di animali in un pollaio di Pergine e spunta su un muro la scritta ALF (Animal Liberation Front). I carabinieri: "Stiamo indagando"
  8. Best, Steven (ed), Terrorists or Freedom Fighters?, Lantern Books, 2004
  9. Anche se l'ALF rifiuta la violenza fisica, molti attivisti negano che gli attacchi alla proprietà debbano essere considerati "violenti", poiché ciò sarebbero misure necessarie per impedire che la "vera violenza" venga compiuta ai danni di esseri viventi innocenti e colpevoli di niente. Alcuni animalisti sono favorevoli all'utilizzo della violenza anche contro gli esseri umani se questa è necessaria per la liberazione di animali non umani. Molti di questi animalisti, spesso provenienti dall'ALF, hanno dato vita a nuove organizzazioni accettando anche l'uso della violenza.
  10. FBI — The Threat of Eco-Terrorism

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni