Storia dell'anarchismo a Cuba

Da Anarcopedia.
(Reindirizzamento da Anarchismo cubano)
Jump to navigation Jump to search

L'anarchismo cubano nasce e si sviluppa come movimento sociale nel 19° secolo, esercitando da quel momento una grande influenza sulla classe operaia dell'isola caraibica almeno sino alla rivoluzione castrista. Il movimento prese slancio soprattutto dopo l'abolizione della schiavitù nel 1886, fino a quando non fu illegalizzato una prima volta nel 1925 dal presidente Gerardo Machado ed in seguito dal governo marxista di Fidel Castro (giunto al potere con la rivoluzione della fine degli anni '50). L'anarchismo cubano abbracciò inizialmente la corrente collettivista ispirata a Bakunin ed in seguito quella anarco-sindacalista. L'anarchismo, a Cuba come nel resto dell'America Latina, inizialmente ebbe sul movimento operaio un impatto più forte di quello avuto dal marxismo, che solo in un secondo momento cominciò ad esercitare la propria influenza egemonica.

Il XIX secolo

Il colonialismo spagnolo

A partire dal XVI secolo Cuba fu conquistata dagli spagnoli e posta sotto il loro totale e completo dominio. Nel XIX secolo l'isola era ancora pienamente sotto il loro giogo [1], in balìa della classe dominante bianca, ovvero la nobiltà di origine spagnola, che sfruttava le principali risorse economiche del paese. La coltivazione della canna da zucchero, del tabacco e del caffè erano le principali ricchezze dell'isola, tutte totalmente in mano ai colonizzatori. Questi, in perfetta combutta con la corona iberica, erano inoltre attivissimi anche nell'importazione di schiavi dall'Africa da utilizzare come braccianti agricoli.

Per lungo tempo non ci fu alcuna resistenza cubana di fronte al colonialismo, ma dalla metà del 19 ° secolo cominciarono a svilupparsi diverse tendenze politiche anti-spagnole: indipendentismo nazionale; riformismo (con Cuba che rimaneva una colonia spagnola); integrazione negli USA o nell Stato spagnolo. Le classi sociali privilegiate oscillavano tra il riformismo e l'annessione agli Stati Uniti (l'invasione americana tentata nel 1850 non andò a buon fine), poi tra la ricca borghesia cominciò a serpeggiare l'idea che l'integrazione nella casa madre spagnola potesse essere il modo migliore per salvaguardare i propri privilegi. I cubani autoctoni, che di fatto appartenevano alle classi sociali subordinate, non avevano libertà di parola o di espressione politica.

L'avvento del socialismo e dell'anarchismo proudhoniano

Pierre-Joseph Proudhon, filosofo ed economista francese, a partire dal 1850 cominciarono a diffondersi le sue idee in tutta l'isola
Fernando Tarrida del Mármol, anarchico nato a Cuba da genitori spagnoli

A partire dal 1850 cominciarono a giungere nell'isola anche gli immigrati spagnoli più poveri, che venivano in cerca di fortuna ma spesso ricevevano lo stesso trattamento riservato agli sfruttati locali. I migranti diffusero nell'isola le idee socialiste e rivoluzionarie conosciute nella loro patria ed in Europa, in particolare fecero subito presa quelle del filoso ed economista francese Pierre Joseph Proudhon. Gli effetti della diffusione di queste dottrine si videro immediatamente e concretamente: nel 1857 venne fondata la prima società mutualistica proudhoniana di Cuba; nel 1865 si concretizzò il primo sciopero dell'isola: il 14 agosto 400 lavoratori della Hija de Cabañas y Carbajal e di El Fígaro, due fabbriche di tabacco dell'Avana, scesero in sciopero chiedendo un aumento salariale.

Grande opera di diffusione dell'anarchismo proudhoniano la si deve al giovane immigrato asturiano Saturnino Martínez, impiegato nel settore del tabacco e fondatore, nel 1865, de «La Aurora», una rivista per i lavoratori a cui collaborava anche José de Jésus Márquez (che però non era anarchico). Durante la guerra per l'indipendenza dalla Spagna (1868-1878), che terminò con la capitolazione dell'esercito indipendentista cubano [2], vennero fondate molte società libere (tipografi, falegnami, artigiani) e associazioni di lavoratori, tutte di ispirazione proudhoniana. Oltre agli impiegati nel settore del tabacco, in prima fila nella diffusione dei concetti rivoluzionari, si distinsero anche alcuni reduci dalla Comune di Parigi che portarono a Cuba le proprie esperienze e idee rivoluzionarie. Tra i leader dei ribelli cubani del periodo si distinsero Salvador Cisneros Betancourt e Vicente García, che avevano fatto propri i concetti proudhoniani di federalismo e di mutualismo.

Escludendo i seguaci di Proudhon, tra i quali vi erano anche socialisti che non si definivano anarchici, il primo esponente dell'anarchismo fu JC Campos, un tipografo cubano rifugiatosi a New York durante la guerra d'indipendenza, dove aveva avviato contatti tra anarchici cubani e spagnoli. La grande diffusione di opuscoli e giornali libertari e socialisti, che arrivavano clandestinamente soprattutto da Barcellona, contribuì alla creazione di organizzazioni come l'Alianza Socialista Revolucionaria (ARS) nella quale convivevano rivoluzionari di tutte le tendenze.

Diffusione del movimento anarchico

Intorno al 1880 il pensiero anarchico acquisì un'influenza senza precedenti tra i lavoratori in Francia, Italia, Russia, e Spagna. Tutto ciò ebbe ripercussioni notevoli anche a Cuba, dove l'anarchismo cominciò a diffondersi a macchia d'olio; in particolare presero piede le idee anarco-sindacaliste, collettiviste - sulla base dei principi della Federación de Trabajadores de la Región Española (Federazione dei Lavoratori della Regione Spagnola) - e anarco-comuniste. Nel 1882, gli anarchici cubani iniziarono a lottare contro il riformismo sindacale e in favore delle idee rivoluzionarie. Uno dei principali sostenitori dell'anarchismo, Enrique Roig San Martín, lottò strenuamente in favore delle idee anticapitaliste più radicali: nel 1885, grazie al lavoro svolto da anarchici come lui, nacque la Junta Central de Artesanos, fondata con l'intento di coordinare le lotte dei lavoratori cubani mediante apposite federazioni. I suoi primi scritti apparvero nel 1883 su «El Obrero» (Il lavoratore), giornale cubano che sposava posizioni anarchiche ed in favore delle classi lavoratrici cubane. Scrisse inoltre per «El Boletín» del Gremio de Obreros nel biennio 1884-1885 (un periodico che si rivolgeva ai lavoratori del tabacco) e soprattutto fondò a L'Avana il giornale «El Productor» (primo numero comparve il 12 luglio 1887). Oltre a San Martín, altri anarchici cubani corrispondevano da Santiago de las Vegas, Guanabacoa, Tampa e Cayo Hueso in Florida. I collaboratori più conosciuti dell'epoca furono Enrique Messonier, Manuel Fuentes e Creci Enrique.

«El Productor», sostenuto economicamente da Rafael García, aveva lettori soprattutto tra gli impiegati nel settore del tabacco ed aveva corrispondenti in molte città cubane; sulla storica rivista venivano pubblicati inoltre articoli di anarchici francesi, spagnoli, italiani ecc., che contribuirono a promuovere molti scioperi e rivolte in tutta l'isola. Al fine di facilitare e coordinare gli sforzi del giornale venne creata un organizzazione rivoluzionaria anarchica, l'Alianza Obrera (Alleanza dei Lavoratori).

Enrique Roig San Martín

Il 1° ottobre 1887 si celebrò a L'Avana, sponsorizzato dalla neonata Federación de Trabajadores de Cuba (FTC-Federazione dei Lavoratori di Cuba), il primo Congreso Obrero de Cuba, che enunciò i sei punti fondamentali dei propri principi organizzativi:

  1. opposizione a tutte le vestigia del potere nelle organizzazioni di lavoratori;
  2. unità tra le organizzazioni dei lavoratori attraverso un patto federativo sulla falsariga della Federación Española Regional;
  3. completa libertà di azione tra tutti i gruppi aderenti;
  4. cooperazione per il mutuo soccorso;
  5. solidarietà tra tutti i gruppi;
  6. il divieto all'interno della federazione di tutte le dottrine politiche e dottrine religiose (che negli anni avvenire sarebbe stato il punto più discusso).

Nell'ottobre 1887 la FTC, l'Alianza e «El Productor» indissero a L'Avana quattro scioperi; quello tenutosi nella fabbrica di tabacco Henry Clay, del 24 novembre, si protrasse per molto tempo. I lavoratori ricevettero il sostegno del Círculo de Trabajadores, un'altra organizzazione anarchica fondata a L'Avana nel 1885, e di altri gruppi libertari e rivoluzionari. Finalmente, sul numero del 18 ottobre di «El Productor», Roig San Martín annunciò che «la [Unione dei Produttori]... ha deciso di avviare negoziati con la commissione di fabbrica [i lavoratori]... [E che le cose in questo modo saranno] risolte in più di 100 fabbriche». Fu una grande vittoria per i lavoratori del tabacco.

Gli scioperi furono messi in atto in molte città e non solo a L'Avana, infatti, nello stesso anno, i lavoratori del tabacco di Key West organizzarono la Federación de Tabaqueros locale, guidata da due anarchici: Enrique Messonier ed Enrique Creci, che insieme a Enrique Roig San Martín erano conosciuti come i tre Enriques. A Tampa i militanti più attivi nel campo dei diritti dei lavoratori erano anarchici: Carlos Balino, Segura, Leal, Palomino e Ramón Rivero y Rivero. Nel 1889 scioperi si tennero in molte altre città, portando anche allo sviluppo di nuovi rapporti tra le varie realtà locali in lotta.

In quel periodo cominciava ad intensificarsi il dibattito sul separatismo: i cubani favorevoli a quest'idea, temendo che gli anarchici potessero distrarre la popolazione dalle lotte di liberazione, accusarono il movimento anarchico cubano di essere filo-spagnoli e si schierarono con i proprietari, giacché auspicavano l'unione di tutte le classi sociali e non certo la lotte di classe. La morte prematura di San Roig Martín, figura di riferimento per tutto il movimento, avvenuta il 29 agosto 1889 (era stato da poco rilasciato dal carcere), contribuì all'indebolimento del movimento anarchico, che costantemente doveva difendersi anche dalla violenza padronale. Nonostante le difficoltà, nel 1890 i lavoratori, spesso guidati nelle loro rivendicazioni dagli anarchici, ottennero alcune importanti vittorie sindacali.

Oggi, alcuni storici marxisti, al servizio del castrismo, diffamano tutti quegli anarchici che non si schierarono con i separatisti, accusandoli di essere stati filo-spagnoli e nazionalisti, ma in realtà essi si tennero distanti dal dibattito su separatismo-colonialismo-autonomismo o quantomeno non abbracciarono le tesi nazionaliste.

Gli anarchici e la guerra d'Indipendenza: repressione e conflitti interni al movimento

Sino alla notte del 20 aprile 1890 il movimento anarchico era stato tollerato dalle autorità, ma da quel momento, quando decine di lavoratori riuniti a L'Avana nella sala del Círculo de Trabajadores (Circolo dei Lavoratori) organizzarono una manifestazione per il primo maggio seguente, recependo le direttive della Seconda Internazionale di Parigi che per l'occasione aveva indetto una commemorazione dei Martiri di Chicago, le cose cambiarono drasticamente: il 1° maggio 1890, più di 3000 lavoratori e lavoratrici celebrarono per la prima volta sulle strade dell'Avana, e quindi anche di Cuba, il 1° maggio. Gli anarchici soffiarono sul fuoco della rivolta, parteciparono a molti scioperi e manifestazioni, ci furono scontri e diatribe con i riformisti fino a quando un leader di questi ultimi venne pugnalato a morte. Le autorità cubane arrestarono 11 anarchici con l'accusa di omicidio. Il processo li assolse, però le istituzioni, guidate dal generale García Polavieja, ne approfittarono per chiudere temporaneamente le sedi di «El Productor» e dell'Alianza Obrera.

Michele Angiolillo, anarchico italiano giustiziere del presidente spagnolo Canovas.

Nonostante le difficoltà, dal 15 al 19 gennaio 1892 si riunì il Congreso Regional Cubano, che contemplava tutte le realtà libertarie dell'isola. Durante il congresso, alcune fazione anarchiche cominciarono a dare segni di apertura rispetto al separatismo, molti abbracciarono la causa indipendentista, pur mantenendo intatte le idee rivoluzionarie. Le autorità, preoccupate, arrestarono alcuni congressisti e vietarono nuove riunioni e la pubblicazione di «El Productor, che nel frattempo aveva ricominciato le proprie attività. È questa l'epoca di Jose Martí, leader separatista cubano, che intendeva riunire tutte le forze sociali anti-colonialiste. Egli aveva fondato nei primi mesi del 1892 il Partido Revolucionario Cubano (PRC), un partito autonomo, decentrato e rivoluzionario, con statuti e strutture prossime alla democrazia diretta. (Il PRC, secondo alcuni storici, fu per certi versi similare al Partido Liberal Mexicano, fondata dal messicano anarchico e rivoluzionario, Ricardo Flores Magón.).

Gli anarchici separatisti si ritrovarono in due organizzazioni: nel Club Roig San Martín e in un gruppo dedicato a Fermín Salvochea, un anarchico andaluso amato da Martí che difese strenuamente la causa cubana. Essi però pensavano all'indipendenza come ad un mezzo, ovvero un modo per poi compiere la rivoluzione sociale, mentre Martí considerava la repubblica un fine a sé stesso. La repubblica, secondo lui, avrebbe comportato una maggiore eguaglianza e giustizia sociale. Intanto, nel 1893, gli anarchici del Círculo de Trabajadores cambiarono il nome in Sociedad General de Trabajadores (SGT). Ci furono poi tentativi più o meno loschi per dividere anarchici e separatisti, ma il gioco non riuscì e le due fazioni rimasero alleate nel Partido Rivoluzionario Cubano di Martì.

Le proteste andarono avanti sia sul fronte sociale che in quello politico (separatismo): ci furono scioperi a Key West nel 1893, l'anno seguente il 1° maggio fu vietato dalle autorità e nel 1895 scoppiò la guerra d'indipendenza (1895-1898) a cui presero parte molti anarchici; alcuni invece vissero momenti di confusione rispetto alle posizioni da prendere, mentre altri non la sostennero per nulla. Intanto, il 19 maggio 1895, Martì era stato ucciso dagli spagnoli, gettando nello sconforto tutto il popolo cubano e non solo.

Sfruttando la confusione momentanea, il nuovo capitano e generale dell'isola, Valeriano Weylerthe, arrestò e deportò molti anarchici, chiudendo anche la sede di SGT. Lo stesso governo spagnolo di Cánovas del Castillo, volendo attuare una repressione di tutti i movimenti antagonisti, non si fece pregare per mettere in atto metodi repressivi violenti ed il Decree Reconcetration fu lo strumento che legalizzò la repressione. Cánovas, inoltre, spinse i contadini ad abbandonare le campagne per le città, in modo da isolare i ribelli e creare difficoltà di convivenza tra i cubani di città e quelli di campagna. Molti soffrirono fame e indigenze varie: fu un vero e proprio genocidio messo in atto scientemente. In quella situazione c'erano anarchici come Adrian Del Valle, uno spagnolo trasferitosi a Cuba nel 1895, che si adoperava per pacificare i rapporti tra anarchici e separatisti o tra anarchici separatisti e anarchici non separatisti.

La repressione dei cubani ebbe un vasto eco anche in Spagna, dove gli anarchici spagnoli solidarizzarono coraggiosamente con i loro compagni cubani. Nel gennaio 1896 venne creato il Comitato Francese per una Cuba Libera, costituito a Parigi sotto la direzione di Betances, e con il sostegno di Charles Malato: aderirono anarchici francesi come Achille Steens, Élisée Reclus, Élie Reclus, Louise Michel, Lacour Léopold, Jean Grave, Sébastien Faure, Paul Adam e Charles Malato. Al contrario, Peter Kropotkin a Londra ed Emma Goldman negli Stati Uniti mantennero un atteggiamento di neutralità.

Ad un certo punto gli Stati Uniti dichiararono guerra alla Spagna, approfittando del caos che c'era in Spagna dopo l'assassinio del capo di governo Antonio Cánovas da parte dell'anarchico Michele Angiolillo (agosto 1897). L'anziano successore, Praxedes Mateo Sagasta, avanzò una politica ambigua nei confronti di Cuba, decretando un'autonomia che non accontentava nessuno, ma era troppo poco e troppo tardi e questo non dimostrò altro che la debolezza del colonialismo spagnolo. L'aprile del 1898 fu per il governo americano il momento più propizio per dichiarare guerra alla Spagna [3]: invase Cuba, le Filippine e Puerto Rico. Con altrettanta velocità la Spagna si arrese e firmò la pace con gli USA. La guerra formalmente terminò con l'umiliazione degli spagnoli nel dicembre del 1898, costretti a firmare il Trattato di Parigi che stabiliva la perdita di tutti i territori d'oltremare della Spagna: «Cuba si avvia a diventare una repubblica (la Republica mediatizada), stavolta sotto il giogo degli USA» [4]. I separatisti cubani in buona parte stettero con gli americani, pensando che sarebbe bastato emanciparsi dagli spagnoli per migliorare la loro situazione, che invece non migliorò per nulla.

Il XX secolo

Dopo la guerra ispano-americana, che diede a Cuba l'indipendenza dalla Spagna, molti rivoluzionari furono abbastanza delusi dal mancato miglioramento delle condizioni socio-economiche. Il nuovo governo parve non interessarsi alle condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici, addirittura furono soppressi i movimenti sindacali, peggiorò la condizione delle scuole e il paese divenne una sorta di protettorato americano. Nel 1899 gli operai anarchici si riorganizzarono nell'Alianza de Trabajadores; nel settembre dello stesso anno, cinque dei gruppi più organizzati furono bloccati dalle autorità per aver sostenuto uno sciopero dei muratori. Durante questo periodo, l'italiano Errico Malatesta visitò Cuba tenendovi discorsi e rilasciando interviste a vari giornali, ma molte altre attività furono represse dal governatore civile Emilio Nuñez. Intorno al 1902-03, gli anarchici e i sindacalisti cominciarono ad organizzare i lavoratori dell'industria dello zucchero, suscitando l'immediata e violenta reazione del padronato che commissionò l'assassinio di due operai.

Nel campo dell'istruzione, attivisti anarchici criticarono la pedagogia istituzionale propugnando in sua vece quella libertaria; in particolare furono oggetto di contestazione, le scuole gestite dai religiosi per via della diffusione dei principi cristiani, e quelle pubbliche per l'apologia di idee come patria, nazionalismo ecc.

In un numero di «¡Tierra!», un settimanale anarchico (pubblicato dal 1899-1915), furono denunciate le condizioni miserevoli in cui era ridotta la scuola pubblica e l'obbligo imposto agli studenti di giurare fedeltà alla bandiera. Dal 1906 gli anarchici diressero alcune scuole presso il Círculo de Trabajadores e dal 1908 pubblicarono su «¡Tierra!» e «La Voz del Dependiente» i loro programmi riguardo alla pedagogia e all'istituzione di scuole moderne ispirate ai principi di Francisco Ferrer y Guardia.

Gli anarchici tra repressione e attività sindacale (1911-1930)

Testata di El productor, storica rivista anarchica cubana.

Nel 1911, dopo un infruttuoso sciopero dei lavoratori del tabacco, sostenuto anche dai panettieri e dai carrettieri, il nuovo segretario governativo, Gerardo Machado, deportò molti anarchici spagnoli e incarcerò molti altri loro compagni cubani. La politica repressiva andò avanti per 20 anni: quando Mario García Menocal prese il controllo del governo cubano nel 1917, diversi scioperi generali furono repressi dallo Stato facendo un ampio uso della violenza; sindacalisti anarchici come Robustiano Fernandez e Luis Diaz Blanco pagarono con la loro vita il loro impegno sindacale. Per conto, altri loro compagni decisero di rispondere alla violenza con la violenza, ma ciò non riuscì ad impedire che un gruppo di 77 anarco-sindacalisti, definiti dal governo “mafia anarco-sindacalista”, fossero deportati in Spagna.

Allo stesso modo le pubblicazioni anarchiche furono proibite (compresa ¡Tierra!, chiusa nel 1915), il Centro Obrero fu costretto a chiudere ufficialmente le proprie attività. Dopo il congresso anarchico del 1920 de L'Avana, ci furono diversi a attentati, tra cui uno al Teatro Nacional mentre cantava Enrico Caruso, accusato di guadagnare 15-20 volte di più di un lavoratore medio cubano. L'anno successivo, Menocal fu sostituito alla guida del governo da Alfredo Zayas y Alfonso, il che portò ad un nuovo fermento di attivismo anarchico. Il gruppo di ¡Tierra!, per esempio, ricominciò a pubblicare con successo libri e riviste.

Durante questo periodo, gli anarco-sindacalisti stavano comunque alla testa del movimento operaio, in particolare i lavoratori dell'industria marittima, quelli della ristorazione, i ferrovieri e gli operai del tabacco erano iscritti ad organizzazioni anarco-sindacalisti, tuttavia bisognerà aspettare sino al 1925 per vedere la nascita di una grande federazione anarchica organizzata a livello nazionale: ispirati dalla Confederación Nacional del Trabajo di Spagna, alcuni membri della Confederación Nacional Obrera Cubana fondarono il Partido Socialista Popular proprio nell'agosto del 1925. Per tutto questo tempo, molti anarchici (inclusi Alfredo López e Carlos Baliño) erano stati travolti dall'entusiasmo per la rivoluzione russa e avevano sostenuto organizzazioni autoritarie. Scioperi ebbero luogo durante l'autunno del 1925, che il governo, ancora una volta sotto la guida di Machado, si affrettò a reprimere con la solita violenza. Diversi dirigenti sindacali furono assassinati, e moltissimi anarchici spagnoli subirono la deportazione forzata.

Machado, esplicitando il proprio odio nei confronti dell'antagonismo della sinistra, annunciò la repressione dicendo: «... io non so cos'è l'anarchismo, cosa è il socialismo, cos'è il comunismo. Per me sono tutti la stessa cosa. Tutti sono anti-patriottici...». Infatti, l'allora segretario generale della CNOC Alfredo Lopez fu arrestato una prima volta nell'ottobre del 1925 ed invitato a sostenere il governo; subì un nuovo arresto nel luglio 1926 e per un periodo non si seppe niente di lui. Il suo cadavere sarà ritrovato nel 1933, subito dopo la caduta di Machado.

Riorganizzazione del movimento anarchico (1930-1956)

Con la scomparsa di Lopez, la gestione del CNOC generò un conflitto tra anarchici e comunisti. Nel biennio 1930- 31, il CNOC fu in mano dei comunisti, approfittando del fatto che molti anarchici erano spesso in prigione o subivano la repressione del governo Machado. Con la promulgazione di una nuova legge cubana, che diceva che almeno la metà dei dipendenti di ogni datore di lavoro dovevano essere nati a Cuba, molti anarchici spagnoli decisero di tornare in patria. Il movimento anarchico cubano risentì profondamente della fuga degli spagnoli, ma nonostante i problemi alcuni giovani riuscirono a fondare la Juventud Libertaria.

Con l'inizio della guerra civile spagnola (1936), anarchici cubani diedero vita alla Solidaridad Internacional Antifascista con l'obiettivo di sostenere i rivoluzionari spagnoli. Molti di loro emigrarono in Spagna per prender parte direttamente alla rivoluzione.

La nuova Costituzione cubana del 1940 garantì agli anarchici maggior libertà d'azione, giacchè permetteva la costituzione di libere associazioni politiche. Questa nuova fase storica portò l'L'ASI e la Federación de Grupos Anarquistas de Cuba a decidere di auto sciogliersi e dar vita all'Asociación Libertaria de Cuba (ALC). Questa, dopo il Primo Congresso Nazionale libertario del 1944, elesse un segretario generale e uno dell'organizzazione. Nel 1948 si tenne un secondo congresso, in cui l'anarchico tedesco Augustin Souchy lesse il discorso programmatico e dove venen ufficializzata la nascita di un suo organo di propaganda, «Solidaridad Gastronómica», un mensile che sarà pubblicato fino a quando il governo di Castro ne vietò la stampa nel dicembre 1960. Una terza conferenza si tenne nel 1950, che fu in gran parte incentrata sull'apartiticità del movimento operaio e sulla necessità di tenerlo libero dalle interferenze di politici e burocrati.

Bandiera del Movimiento 26 de Julio di Fidel Castro, un'organizzazione contraria a Fulgencio Batista che reclutò molti anarchici cubani tra le sue fila durante gli anni 50.

La rivoluzione cubana (1956-1959)

Exquisite-kfind.png Vedi Rivoluzione cubana.

Nel 1952 Fulgencio Batista tornò al potere (era stato presidente dal 1940 al 1944) con un colpo di stato. Molti anarchici entrarono a far parte di gruppi anti-Batista, ma le lotte contro il dittatore iniziarono ufficialmente solo con l'assalto alla Caserma Moncada del 26 luglio 1953. Molti ribelli furono uccisi nell'attacco, mentre i sopravvissuti (tra loro Fidel Castro e il fratello Raul) furono arrestati poco dopo e condannati a una lunga permanenza in carcere. Rilasciati nel 1955, il 25 novembre dell'anno seguente con la partenza da Tuxpán (Messico) della nave Granma (il nome deriva dalla contrazione di "grand mother" = nonna), che sbarcò il 2 dicembre a Playa de Las Coloradas, iniziò la durissima e lunghissima marcia nella Sierra dei rivoluzionari (detti "Barbudos") decisi a rovesciare Batista. Nacque così il Movimento 26 Luglio di Fidel Castro e Che Guevara, a cui aderiranno anche alcuni libertari.

Il 30 agosto 1957 iniziarono le battaglie contro l'esercito cubano; il 28 dicembre 1958 l'esercito del "Che" arrivò a Santa Clara, il cuore di Cuba. Il 1º gennaio del 1959, il dittatore, dopo aver festeggiato il Capodanno, fuggì nella Repubblica Dominicana e le forze di Castro presero L'Avana: ha inizio il governo di Fidel Castro.

Immediato periodo post-revoluzionario (1960-1961)

Ernesto "Che" Guevara, guerrigliero argentino protagonista della rivoluzione cubana, fu responsabile della repressione di alcuni movimenti sindacalisti non allineati con il castrismo

Dopo la vittoria dei rivoluzionari, Fidel Castro espulse molti anarco-sindacalisti della Confederación de Trabajadores de Cuba. A causa di questo, e per il sospetto generale verso il governo, il Consiglio nazionale dell'Asociación Libertaria de Cuba pubblicò un manifesto di denuncia del castrismo. Il periodico «Solidaridad Gastronomica», esplicitando il suo scontento, accusò il governo di non essere veramente rivoluzionario. Nel mese di gennaio 1960, l'ALC, durante un'assemblea, nonostante la diffidenza verso Castro, chiese ugualmente sostegno in favore della rivoluzione cubana e contro i nemici reazionari della stessa. Il numero finale di «Solidaridad Gastronomica» commemorava la morte dell'anarchico spagnolo Buenaventura Durruti e conteneva un editoriale in cui si affermava che la "dittatura del proletariato" era impossibile da attuare, se non creando un regime liberticida.

Durante l'estate dello stesso anno, l'anarchico tedesco Augustyn Souchy fu invitato dal governo di Castro ad ispezionare il settore agricolo del paese. Non fu impressionato da quanto vide e lo dichiarò pubblicamente in un opuscolo intitolato Testimonianze sulla rivoluzione cubana, in cui denunciava le similitudini tra il regime cubano e quello sovietico. Tre giorni dopo la partenza di Souchy, l'opuscolo fu sequestrato, anche se ciò non impedì ad una rivista anarchica argentina di ripubblicarlo. All'incirca nello stesso periodo, l'ALC, allarmato dall'avvicinamento di Castro verso il marxismo-leninismo, rilasciò una dichiarazione contro questa possibilità firmandosi Grupo de Sindicalistas Libertarios al fine di prevenire un'eventuale reazione del governo. Nel documento dichiarò la sua opposizione al centralismo, all'autoritarismo e al militarismo.

Subito dopo la presa del potere, diversi sindacalisti furono arrestati dai castristi, perché come disse Che Guevara nell'ottobre 1960 «il destino dei sindacati è di scomparire»; lo stesso "Che", una volta varata la legge agraria 647, sostenne che «il Ministro del Lavoro può prendere il controllo di qualsiasi sindacato, dimettendo i funzionari e nominandone altri...» (Sam Dolgoff, The Cuban Revolution). La stampa libertaria venne proibita nel 1961, e molti anarchici finirono in esilio, in galera (nei campi di rieducazione) o morirono. Fra questi, come riportato da Sam Dolgoff in The Cuban Revolution, anche diversi compagni che diedero il loro contributo al successo della rivoluzione cubana combattendo nel Movimento 26 Luglio.

Altri anarchici ricorsero all'azione diretta clandestina, secondo Casto Moscú, «un numero infinito de manifesti scritti denunciavano i falsi postulati della rivoluzione di Castro e chiamavano il popolo ad opporsi ad essa...». In seguito Manuel Gaona Sousa, uno dei fondatori dell'Asociación Libertaria de Cuba e vecchio anarchico, iniziò a sostenere pubblicamente il governo, bollando come “traditori” tutti coloro che si opponevano al governo; Moscú e un altro anarchico, Manuel González, furono arrestati all'Avana. Dopo la liberazione, chiesero ospitalità allo Stato messicano, che li accolse. In seguito dal Messico raggiunsero Miami, in Florida, dove si riunirono con altri anarchici cubani presenti in zona.

Dagli anni '60 alla fine del secolo

Armando Borghi: nel 1962 pubblicò un celebre articolo intitolato Giù le mani da Cuba in cui criticava gli esuli libertari cubani

A partire dall'inizio degli anni '60, molti anarchici cubani emigrati negli Stati Uniti diedero vita a New York al Movimento LIbertario Cubano in Esilio (MLC), che aveva stretto rapporti anche con alcuni compagni spagnoli rifugiati negli States per scampare alla violenza del franchismo. Il MLC venne a contatto con Sam Dolgoff e la Libertarian League, con sede a New York. Dopo il manifesto di Gaona, pubblicato dallo stesso Movimento, gli anarchici cubani ricevettero solidarietà internazionalista da diversi gruppi libertari di vari paesi. Grazie al sostegno della Libertarian League e della Federación Libertaria Argentina (FLA), il MLC pubblicò il Boletín de Información Libertaria. La stessa organizzazione argentina pubblicò un saggio di Abelardo Iglesia intitolato Revolución y Contrarevolución, in cui venivano rimarcate le differenze tra i rivoluzionari anarchici e marxisti. Tuttavia, mentre esuli cubani negli Stati Uniti raccoglievano fondi per sostenere gli anarchici cubani detenuti, alcuni libertari statunitensi accusarono il Movimento Libertario Cubano di essere manovrato dalla C.I.A e di essere semplicemente anti-comunisti. Inoltre, quando il periodico anarco-pacifsta «Liberation», al contrario, pubblicò alcuni articoli in favore di Castro, il MLC e la Libertarian League reagirono con aspre critiche e denunce delle malefatte del castrismo.

Il 28 ottobre 1962, con l'articolo Giù le mani da Cuba, scritto da Armando Borghi per «Umanità Nova» immediatamente dopo il tentativo di golpe filoamericano appoggiato dalla CIA e conosciuto come lo "Sbarco alla Baia dei Porci" [5], i libertari cubani accusarono Borghi di filocomunismo. Nel congresso della FAI dello stesso anno, tenutosi a Senigallia, Borghi rispose alle critiche ottenendo il consenso dei congressisti: fu condannata l'involuzione della rivoluzione castrista ma si volle difendere l'isola dagli attacchi reazionari provenienti dall'esterno. Anche «L'Adunata dei Refrattari», storico giornale libertario statunitense, accusò gli anarchici cubani esuli in Florida di essere al servizio degli USA, in quanto, pur riconoscendo gli eccessi di Fidel Castro, bisognava difendere le posizioni anticapitaliste e antimperialiste del governo castrista.

Molti anarchici cubani del MLC furono quindi per molto tempo ritenuti ambigui [6], ma nel 1965 le cose parvero cambiare, specie dopo il viaggio di Abelardo Iglesias in Italia, dove incontrò i militanti della Federazione Anarchica Italiana ed espose loro la posizione del MLC sulla rivoluzione cubana. L'organizzazione italiana parve convincersi della buona fede dei cubani e pubblicò alcuni articoli in loro favore su «Umanità Nova», che portarono anche all'appoggio solidaristico della Federación Libertaria Argentina, della Federación Libertaria Mexicana, della Anarchist Federation di Londra, della Sveriges Arbetares Centralorganisation, della Fédération Anarchiste e del Movimiento Libertario Español.

Gradualmente, nonostante persistettero le accuse di filo-americanismo, l'opinione degli anarchici rispetto agli esuli cambiò, anche grazie alla pubblicazione nel 1976 del libro The Cuban Revolution: A Critical Perspective di Sam Goldoff. Tre anni dopo, nel 1979, il MLC diffuse anche una nuova rivista intitolata «Guángara Libertaria», dove rilanciò l'articolo di Alfredo Gómez The Cuban Anarchists, or the Bad Conscience of Anarchism. Ciò permise agli anarchici cubani di stringere nuove relazioni con il mondo anarchico, in particolare con gruppi del Messico, Hawái, Spagna e Venezuela. La rivista raggiunse le 5.000 copie nel 1987, diventando il periodico anarchico più diffuso in tutti gli USA. Nel 1992 il collettivo che curava la pubblicazione della rivista cessò l'attività, anche se molti suoi militanti proseguirono in altre sedi a diffondere scritti e testi anarchici. Negli anni '90 giunsero dall'isola la notizia dell'arresto di cinque sindacalisti agrari del Grupo Emiliano Zapata, un gruppo anti-autoritario che aveva iniziato le proprie attività intorno tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli'80, che da un lato dimostrava la spietatezza repressiva del regime cubano ma dall'altro dimostrava anche che le idee anarchiche erano ben dure a morire.

Attualità

Di tanto in tanto nella stessa Cuba si svolgono manifestazioni o convegni organizzati da libertari locali: nel 2003 una delegazione di sindacalisti francesi è stata accolta nell'isola da Pedro Ros Leal, segretario generale della Centrale dei Lavoratori di Cuba, suscitando le dure critiche del Movimento Libertario Cubano secondo i quali la loro visita avrebbe avuto solo una funzione propagandistica in favore di Castro [7]; il 13 novembre 2009, alcuni anarchici e anarchiche hanno marciato nelle strade della capitale sfidando apertamente il regime di Castro, chiedendo a tutti i libertari del mondo di solidarizzare con loro; nel 2011 gli anarchici del Laboratorio Libertario Alfredo López dell'Avana hanno convocato una pubblica assemblea per discutere del "fenomeno" degli indignados, approfittando della presenza di uno spagnolo che stava partecipando a quegli eventi [8].

Obiettivo degli anarchici cubani, in esilio e non, è quello di combattere qualunque forma di oppressione, al di là che la sua base ideologica sia il castrismo oppure il capitalismo. Rispetto a questa problematica, il movimento libertario ha assunto una posizione non neutrale ma anarchica. I militanti denunciano tanto il regime del Partido Comunista di Fidel Castro quanto la politica invasiva degli USA, che vorrebbero far ritornare l'isola quella che era ai tempi di Fulgencio Batista: una colonia americana.

Il 21 e 22 marzo 2015 nella città di Santiago De Los Caballeros, Repubblica Dominicana, è nata la Federazione Anarchica del Centroamerica e del Caribe (F.A.C.C.). A tale congresso hanno partecipato anche i cubani del Taller Libertario Alfredo Lopez. [9]

Note

  1. Il periodo coloniale spagnolo
  2. La Guerra dei Dieci Anni
  3. L'affondamento del Maine fu la causa ufficiale dell'entrata in guerra degli USA. Gli storici concordano nel ritenere che tale guerra fu scatenata da un pretesto per aggirare il divieto costituzionale di aggressione ad uno stato estero. L'agognato pretesto venne fornito da una “improvvisa” esplosione a bordo dell'incrociatore U.S.S. Maine, il quale affondò portando con sè piu di duecento marinai americani. Successivamente il governo degli Stati Uniti accusò gli spagnoli di aver causato l'esplosione. La Spagna negò ogni coinvolgimento e chiese l'istituzione di una commissione mista per indagare sulle vere cause dell'affondamento, ma gli USA dichiararono sbrigativamente guerra e l'attacco ebbe inizio.
  4. Dopo il 1898 ...
  5. Lo sbarco alla Baia dei Porci
  6. Secondo Gianpiero Berti «anche se dati certi non ne esistono, pare che, fra i partecipanti al tentativo di sbarco [... alla baia dei Porci...] vi siano stati anche degli anarchici cubani esiliati in Florida.
  7. Comunicato del MLC
  8. I libertari cubani e gli indignados spagnoli
  9. Nasce la Federazione Anarchica del Centroamerica e del Caribe (F.A.C.C.)

Bibliografia

  • Frank Fernandéz, Cuba libertaria. Storia dell'anarchismo cubano, edizioni Zero in Condotta, 2003

Voci correlate

Collegamenti esterni