Violenza della polizia

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Brutalità poliziesca.

Seppur l'uso della forza da parte delle forze di polizia e dell'esercito venga strettamente regolamentato dalle leggi, esistono prove in cui gli stessi hanno pesantemente abusato dei loro poteri: si va dai "semplici" pestaggi alla violenza durante manifestazioni ed eventi sportivi, sino a veri e propri casi di omicidi; talvolta questi abusi sono stati compiuti da singole individualità (quelle che ipocritamente i media chiamano "mele marce"), talvolta si è trattato, invece, di vere e proprie operazioni illegali che hanno goduto dell'appoggio esterno di alti funzionari dello Stato e della classe politica. Questa violenza è il risultato di un'educazione e di un addestramento che tendono a disumanizzare e a considerare pericolosi per l'ordine sociale gli antagonisti, i ribelli, gli emarginati, i carcerati ecc.

In Italia

In questo capitolo vengono sinteticamente descritti significativi episodi di violenza che hanno visto coinvolte le forze di polizia e dell'esercito. Le violenze compiute da uomini dell'esercito sono citate solo quando compiute durante operazioni di polizia ovvero quando l'esercito è stato utilizzato come mezzo repressivo dell'antagonismo sociale.

Dall'unità d'Italia all'avvento del fascismo

La breccia aperta a cannonate nelle mura del convento dei Cappuccini durante i moti di Milano del 1898.
Durante lo sciopero di Buggerru (Sardegna, Sulcis Iglesiente) del 4 settembre 1904 l'esercito sparò sui manifestanti uccidendone quattro e ferendone undici.
  • 1861: secondo una statistica elaborata dagli occupanti piemontesi alla fine del 1861, per reprimere il fenomeno del brigantaggio le forze militari hanno fucilato 733 persone e ne hanno uccise 1.093 in combattimento; cifre che probabilmente non corrispondevano ai dati reali, giacché il giornale francese De Naples a Palerme (1863-1864) parla di 10.000 meridionali fucilati o uccisi in combattimento.
  • 21-22 settembre 1864: a Torino l'esercito italiano compie un vero e proprio eccidio ai danni della popolazione che manifesta contro il trasferimento della capitale d'Italia da Torino a Firenze: 50 morti e 170 feriti.
  • 16-22 febbraio 1898: manifestazioni contro la crisi e i prezzi alti in Sicilia. A Palermo, il 16, l'esercito interviene contro una manifestazione di disoccupati, donne e ragazzi: il bilancio è di 5 morti e 28 feriti; le sommosse continuano un pò ovunque ed il 22, a Modica, i carabinieri fanno 5 morti.
  • 28-30 aprile 1898: le forze dell'ordine reprimono con durezza le manifestazioni che si tengono in Campania e in Puglia. Le rivolte si estendono ovunque, coinvolgendo Rimini, Ravenna, Benevento e Molfetta, finendo con l'interessare, in breve tempo, gran parte della penisola.
  • -5 maggio 1898: a Molfetta i militari sparano sulla folla in sciopero, si contano 5 morti. Il 5 maggio, sempre a Molfetta, altri due manifestanti vengono assassinati dalle forze militari. Ai primi di maggio l'esercito apre il fuoco a Bagnacavallo (Emilia Romagna): 6 morti; nello stesso periodo cadono due manifestanti a Piacenza e uno a Figline Valdarno. Il 5 maggio, durante una pubblica assemblea davanti al municipio, i carabinieri massacrano 4 manifestanti a Sesto Fiorentino.
  • 6-7-8-9 maggio 1898: a Milano vengono erette barricate per le strade della città per protestare contro la crisi e l'autoritarismo governativo. Nel corso delle 4 rivoltose giornate milanesi l'esercito, guidato da Bava Beccaris, cannoneggia sulla folla provocando 88 vittime accertate. Bava Beccaris sarà premiato dal re Umberto I per i servizi resi al paese. Il 29 luglio 1900, per protestare contro i crimini compiuti in quei giorni, Gaetano Bresci colpirà a morte il re.
  • 1899: in Sardegna viene spedito un corpo militare adibito alla repressione del fenomeno del banditismo: perquisizioni, arresti e violenze si susseguono specialmente nel centro dell'isola. Nella Barbagia di Seulo ben 150 carabinieri e 60 militari snidano ed uccidono 4 latitanti, i fratelli Giacomo ed Elia Serra Sanna, Salvatore Pau e Tomaso Virdis, mentre il Giuseppe Lovicu riesce a fuggire rimandando la sua fine al 1901, quando cadrà sotto il fuoco dei carabinieri.
  • 4 settembre 1904: a Bugerru (Sardegna) una delegazione di minatori in lotta per l'aumento salariale viene violentemente caricata dai carabinieri: un eccidio, 3 morti e decine di feriti.
  • 13-14 settembre 1904: ad Anguillara Sabazia (Roma) una manifestazione di contadini contro alcuni grandi latifondisti, fra cui il principe Torlonia e l'onorevole Tittoni, viene repressa dall'esercito e si conclude con decine di manifestanti feriti. Il giorno seguente, a Castelluzzo (Trapani), i carabinieri aprono il fuoco contro una folla di contadini che protestano contro lo scioglimento di una riunione socialista: due morti e una decina di feriti. Gli scioperi e le proteste si estenderanno in tutta la penisola e il 16 ci sarà il primo sciopero generale italiano.
  • 7 giugno 1914: ad Ancona inizia l'insurrezione passata alla storia con il nome di "settimana rossa": alla "Villa Rossa" di Ancona si tiene un comizio antimilitarista, contro la guerra e per la liberazione di Moroni e Augusto Masetti (anarchico e antimilitarista che sparò al proprio colonnello per protesta contro la missione militare in Libia), in cui parlano Nenni per i repubblicani, Palizza per i sindacalisti ed Errico Malatesta per gli anarchici. Al termine del comizio i carabinieri "caricano" la folla sparando e uccidendo tre manifestanti (Nello Budini di 17 anni e Antonio Casaccia di 24 anni, entrambi repubblicani, e l'anarchico Attilio Giambrignoni di 22 anni).
  • 23-24 agosto 1917: a Torino violenti scontri si sviluppano tra manifestanti e forze di polizia. Borgo San Paolo, la Barriera di Nizza e la Barriera di Milano sono i quartieri in cui più calda è la resistenza popolare.
  • 1919-1920: durante il "biennio rosso", alle occupazioni di terre e fabbriche le istituzioni rispondono con la repressione poliziesca. I morti, tra le forze dell'ordine e i manifestanti, sarebbero circa 200.
  • 7 aprile 1920: a Modena i regi carabinieri sparano sui lavoratori in sciopero riuniti in Piazza Grande per un comizio indetto dalle due Camere del Lavoro presenti in città (socialista ed anarchica), 5 i morti.
  • 26-28 giugno: ad Ancona scoppia la "rivolta dei bersaglieri", che ben presto si estenderà in altre cittadine delle Marche e dell'Italia centrale. La rivolta termina con il bombardamento della città da parte delle truppe militari fedeli al re e al governo Giolitti.
  • 15 luglio 1920: a Panicale, in provincia di Perugia, una serie di proteste contadine culminano in un corteo di protesta che viene impedito con violenza dai carabinieri; la sparatoria che ne segue determina la morte di 6 persone e il ferimento di altre 14.
  • 21 novembre 1920: a Bologna, durante i festeggiamenti per l'insediamento della nuova giunta comunale presieduta dal socialista massimalista Ennio Gnudi, si scatenano degli scontri in Piazza Maggiore tra squadristi, guardie regie e militanti socialisti. Tra questi 10 persone vengono assassinate dai colpi di arma da fuoco delle guardie regie e dei fascisti.

Durante il fascismo

Ai primordi del regime fascista, il 31 dicembre 1922, Benito Mussolini sciolse alcuni corpi militari con funzioni di polizia e li fece assorbire dall'Arma dei Reali Carabinieri. Nell'ambito della stessa manovra, venne creata la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. Furono questi due corpi, coadiuvati direttamente o indirettamente dagli squadristi, ad operarsi nella violenta repressione dell'antifascismo e di ogni forma di dissenso. Uno degli episodi più tragici e violenti fu la strage di Torino del dicembre 1922.

Alcuni militari furono rimossi dalle loro cricche perché Mussolini non si fidava di loro. Tra questi Guido Jurgens, capitano dei carabinieri, Federico Fusco (vedi la difesa di Parma del 1922), prefetto di Parma, Vincenzo Trani, ispettore generale di pubblica sicurezza. Mussolini non poteva fidarsi appieno dell'esercito, visto che diversi soldati si erano schierati al fianco dell'ala anarco-bolscevico-sovversiva degli Arditi di Trieste, che poi confluiranno negli Arditi del Popolo insieme ai legionari dell'Impresa di Fiume e ai bersaglieri di Ancona. A infastidire il duce fascista era stata anche la familiarizzazione fra soldati e rivoltosi nella difesa di Parma del 1922. Né il duce poteva fidarsi delle associazioni di reduci e dei loro legami con settori militari, in cui vi erano personalità monarchiche antifasciste, incluso Pietro Badoglio [1].

Renzo De Felice testimonia quanto Mussolini riuscì a rendere efficace quanto aveva programmato:

«Ma si macchiano di complicità con i nazisti pure le prefetture, la polizia e i carabinieri (alcune prefetture e comandi ci mettono uno zelo veramente incredibile, fatto al tempo stesso di fanatismo, di sete di violenza, di rapacità). È un fatto ormai accertato che i 4.210 ebrei deportati dopo l'Ordine n. 5 siano stati arrestati quasi tutti dalle autorità italiane».

Inoltre, sempre durante il fascismo, il corpo di polizia annovererà al suo interno le più tristemente note bande di torturatori (che agivano nelle cosiddette "ville tristi"), affiliate alla pubblica sicurezza: dalla banda Koch, il cui capo fu eliminato dai carabinieri, alla banda Collotti, alla banda Carità, ai torturatori della Casa dello Studente di Genova, al tristemente noto prefetto genovese Carlo Emanuele Basile (autore di "editti" di deportazione di operai e tecnici in Germania).

Dopo la caduta del fascismo

Exquisite-kfind.png Vedi Cronologia delle rivolte e dei morti dalla caduta del fascismo ai giorni nostri.
Exquisite-kfind.png Vedi L'insurrezione antimilitarista del "Non si parte!".
Exquisite-kfind.png Vedi Il secondo dopoguerra in Italia: corpi di polizia e repressione della lotta antifascista.
Exquisite-kfind.png Vedi Convegno di Palermo: rapporti tra istituzioni, fascismo e criminalità.

Episodi recenti

Il corpo di Federico Aldrovandi.
Carabinieri nell'atto di caricare i manifestanti durante gli scontri avvenuti in Corso Torino, a Genova, il 20 luglio 2001.

La polizia ha compiuto gravi atti di violenza in diversi momenti dell'epoca a noi recente, i più brutali sono stati quelli compiuti durante il G8 di Genova del 2001: omicidio di Carlo Giuliani, violenze e torture alla caserma Bolzaneto e alla scuola Diaz [2]. Sono diventati di dominio pubblico nuovi e diversi episodi che hanno certificato l'uso della tortura da parte delle forze dell'ordine per estorcere confessioni. In particolare essa è stata utilizzata durante gli interrogatori di alcuni veri o presunti brigatisti [3] [4] [5], ma anche contro detenuti comuni [6]. Gravissimi episodi di violenza poliziesca sono stati messi in atto durante diverse manifestazioni sportive [7] e il 16 marzo 2003, quando gli antifascisti accorsi all'ospedale S. Paolo di Milano per avere notizie di Davide Cesare, accoltellato a morte da simpatizzanti neofascisti, furono pesantemente e assurdamente caricati dalle forze dell'ordine [8].

I partecipanti al movimento NO TAV hanno dovuto far i conti con la violenza delle forze dell'ordine in diverse occasioni, ma non solo a loro è toccato tastare con mano la brutalità istituzionale: molti lavoratori e studenti scesi in piazza per manifestare contro la crisi hanno dovuto subire violenti pestaggi e cariche inusitate [9] [10] [11].

Tra il 2003 e il 2009 sono saliti alla ribalta della cronaca diversi casi di omicidio compiuti dalle forze di polizia [12]:

Fuori dall'Italia: episodi di violenza legati a questione politiche

In questo capitolo vengono sinteticamente descritti significativi episodi di violenza compiuti dalle forze di polizia e dell'esercito durante manifestazioni politiche o comunque contro attivisti politici. Le violenze compiute durante episodi rivoluzionari (es. Comune di Parigi, Rivoluzione spagnola, Kronstadt) sono trattate nei relativi articoli.

Arresto in seguito alla manifestazione del 1° maggio 1907.
Sciopero del maggio 1890, Place de la Concorde, Parigi.
  • 1° maggio 1886 - USA: in molte città americane inizia uno sciopero per la giornata lavorativa di 8 ore, che sarà commemorato nel 1889 come prima giornata internazionale dei lavoratori e delle lavoratrici. 340.000 operai solo a Chicago, altre migliaia a Milwaukee e nelle altre città americane scendono per le strade; 4 manifestanti sono uccisi a Chicago e più di 200 feriti a causa dell'attacco della polizia agli scioperanti. Gli USA decideranno in seguito di celebrare la giornata dei lavoratori un altro giorno dell'anno.
  • 1896 - Spagna: a Barcellona, nella caserma di Montjuic, almeno 400 persone, molte delle quali anarchiche, sono torturate dalla Guardia Civil catalana. Molte decine di persone, sulla base di confessioni estorte sotto tortura, saranno ritenute responsabili o complici dell'attentato terroristico contro la processione del Corpus Domini del 7 giugno per le strade di Canvis Nous, a Barcellona, e per questo saranno processate e condannate a varie pene detentive (tra cui anche la pena di morte).
  • 1° maggio 1905 - Polonia: muoiono 60 operai in seguito agli scontri con la polizia, intervenuta per caricare i manifestanti che celebravano il Primo Maggio.
  • 1° maggio 1909 - Argentina: a Buenos Aires la polizia carica i manifestanti accorsi alla chiamata della FORA; 8 morti e 105 feriti. Il colonnello Falcon, che ha diretto il massacro, sarà ucciso il 14 novembre 1909 dall'anarchico Simón Radowitzky.
  • 20 aprile 1914 - USA: a Ludlow (Colorado), le guardie della Colorado National Guard uccidono 21 minatori in sciopero.
  • 1° maggio 1919 - Germania: la cosiddetta "Baviera Rossa" subisce la repressione governativa (almeno 600 i morti). L'anarchico tedesco Gustav Landauer sarà ucciso il giorno seguente al suo arresto da un'unità dei corpi francesi anti-rivoluzionari.
  • 3 maggio 1920 - USA: a New York viene ucciso per defenestrazione Andrea Salsedo, tipografo anarchico. Arrestato per essere interrogato in seguito alla pubblicazione di una brochure anarchica, durante l'ennesimo interrogatorio vola dalla finestra del 14° piano dello stabile dell'FBI.
  • 16 settembre 1923 - Giappone: la polizia giapponese uccide brutalmente gli anarchici Noe Ito, Sakae Ōsugi ed il nipotino di 6 anni di quest'ultimo. L'uccisione di questi anarchici (il fatto è passato alla storia con il nome di "incidente di Amakasu") suscita molta rabbia in tutto il Giappone, anche perché è stato fatto scempio dei cadaveri, gettati in fondo ad un pozzo.
13 maggio 1985: la polizia reprime il MOVE.

Note

  1. Sud, la Resistenza dimenticata, di Mario Avagliano
  2. G8 Genova - Testimonianze caserma Bolzaneto e scuola Diaz
  3. La RAI si accorge della tortura in Italia e di De Tormentis
  4. Anche il Manifesto, quasi per ultimo, si accorge della tortura
  5. Articoli sulle torture compiute dagli apparati dello Stato
  6. Tortura di Stato democratica. Il caso Gullotta-Carabinieri
  7. Manifestazione ultras in stazione: giustizia per Paolo Scaroni!
  8. Nella notte del 16 marzo 2003, a Milano, l'antifascista militante del Centro Sociale O.R.So. (Officina di Resistenza Sociale) di Milano Davide Cesare, noto come "Dax", venne colpito a morte con 13 coltellate mentre usciva da un bar. Due sue amici rimasero feriti, ma senza gravissime conseguenze. Gli aggressori vennero in seguito identificati come membri della famiglia Morbi (i fratelli Federico di 28 anni, Mattia di 17 e il padre Giorgio di 54), non strettamente legata agli ambienti neofascisti ma comunque simpatizzante degli stessi. Sul luogo del delitto giunsero numerosissime vetture di polizia e carabinieri, il che impedì il regolare intervento del personale medico. I compagni di "Dax" e degli altri feriti, giunti all'ospedale S. Paolo per avere notizie, vennero violentemente caricati dalla polizia al grido di «comunisti bastardi... vi ammazziamo tutti... »; una decina di compagni vennero gravemente feriti a causa dei pestaggi subiti (addirittura facendo uso di mazze da baseball, tubi di ferro ed estraibili) anche mentre erano ammanettati. Alcuni compagni vennero portati in questura e denunciati a piede libero, altri gettati in strada a qualche centinaio di metri dal S. Paolo, altri interrogati seduta stante (si veda anche questo comunicato).
  9. Sardegna - La protesta dei pastori
  10. Roma, cariche contro studenti: vietato manifestare
  11. Genova: polizia carica corteo operai Fincanieri
  12. Altri casi, che però non hanno adeguatamente ricevuto l'interesse dei media, hanno riguardato Domenico Palumbo e Marco De Santis.

Bibliografia

  • Adriano Chiarelli, Malapolizia, Newton Compton, 2011
  • Michel Foucault, Sicurezza, territorio, popolazione. Corso al Collège de France (1977-1978), Feltrinelli, 2007

Voci correlate