Individualità

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Søren Kierkegaard

Nella filosofia antica il concetto di individualità viene definito facendo ricorso all'etimologia stessa della parola: dal greco àtomos e il corrispondente latino individuum designano «ciò che non può essere diviso», il risultato ultimo irriducibile di ogni processo di una divisione.

Nella filosofia moderna Leibniz arriva a definire l'individuo come totalmente determinato, concetto che sarà fatto proprio da Hegel e usato per disegnare la totalità stessa del processo dell'idea, lo spirito autocosciente. Nasce così il paradosso hegeliano della teoria di individuo universale, riferita all'unica individualità completa, cioè al processo universale con la totalità delle sue determinazioni, mentre i singoli momenti del processo sono tutte «individualità incomplete», momenti solo parzialmente autonomi dall'unica realtà.

La storia è dunque storia di individui, e il compito della storiografia è quello di comprendere i passi svolti dalle molteplici individualità alternatesi nel corsus storico.

A partire da Kierkegaard, l'Individuo, la categoria del singolo, è uno dei concetti chiave della «filosofia dell'esistenza». Qui è in questione l'individualità dell'uomo, quella singolarità che, a differenza di quanto accade per gli animali, è «superiore alla sua specie».

Kierkegaard scrive nel Diario che sulla sua pietra tombale vorrebbe incise queste due sole parole: quel singolo.

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