Federación Obrera Regional Argentina

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Federación Obrera Regional Argentina
Nome ufficiale Federación Obrera Regional Argentina
In Italiano Federazione Operaia Regionale Argentina
Anno di fondazione 1901 (assumerà l'attuale denominazione dal 1904)
Corrente Comunismo anarchico
Membro di
Paese Argentina
Sede centrale Buenos Aires
Segretario generale -
Affiliati -
Sito Web ufficiale www.fora.ait.com.ar

La Federación Obrera Regional Argentina (FORA) è una storica e importante organizzazione operaia anarchica e comunista libertaria argentina fondata nel 1901.

Breve storia

Logo della FORA, V° Congresso

Nascita della FORA

Il movimiento obrero (movimento operaio) si sviluppò in Argentina quasi come una logica conseguenza all'immigrazione di massa che investì il continente Sud-Americano alla fine dell'800. Qui s'incontrarono immigrati europei (soprattutto italiani) giunti in cerca d'occupazione e immigrati che sfuggivano alle persecuzioni politiche in atto in Europa (soprattutto ai danni di anarchici e socialisti).

Le masse lavoratrici videro quindi nel sindacalismo di stampo socialista e anarchico (anarco-sindacalismo), e nei suoi mezzi di lotta (sciopero generale, sabotaggio, boicottaggio ecc.), l'unica maniera per sottrarsi allo sfruttamento padronale.

L'anarchismo ebbe un forte impulso di vitalità quando, nel 1885, giunse in Argentina Errico Malatesta, che collaborò alla fondazione del primo sindacato dei panettieri (grazie anche all'attivismo del panettiere livornese Ettore Mattei), la “Sociedad Cosmopolita de Resistencia y Colocación de Obreros Panaderos”, del giornale «La Questione Sociale» e dei primi scioperi di un certo rilievo.

La partenza di Malatesta, nel 1889, accentuò una serie di problematiche interne al movimento anarchico argentino tra organizzatori e antiorganizzatori, che terminarono solo quando nel 1898 giunse in Argentina Pietro Gori. In questo periodo si sviluppò l'idea di riunire i vari sindacati (anche non anarchici) in un'unica federazione denominata "Federacion regional obrera" (FOA), che effettivamente si costituì solo il 25 maggio 1901. In essa convivevano socialisti e anarchici, ma la “pace” durò poco. Nel 1903 i socialisti crearono l'Unión General de Trabajadores (UGT); nel 1904 gli anarchici costituirono la Federación Obrera Regional Argentina, la FORA, che ebbe un ruolo fondamentale nella storia dell'anarchismo (e del sindacalismo) argentino.

La FORA non si definì, né mai si definirà, organizzazione sindacale, quanto un'organizzazione operaia anarchica. Non a caso i gruppi della FORA raramente portavano il nome "sindacato" e si chiamavano invece "società ", "unione"ecc. Per opporsi alle misure repressive messe in atto dal governo contro gli anarchici e i sindacalisti in genere, il 21 maggio 1905, la FORA e l'UGT tennero una poderosa manifestazione a Buenos Aires (40.000 persone) che però si concluse con le cariche della polizia e la morte di tre operai. Nell'agosto dello stesso anno, in occasione del V° Congresso (26-30 agosto), la FORA stabilì chiaramente la sua adesione ai principi del comunismo anarchico, anche se continuò a mantenere al suo interno delle correnti ideologiche non propriamente anarchiche.

Il V° congresso (1905) fu importante perché vide la proclamazione del suo orientamento verso il comunismo libertario:

«V° Congresso della FORA dichiara che non soltanto approva ma che raccomanda a tutti i suoi membri, il più ampiamente, la propaganda e l'illustrazione con l'esempio dei principi economico-filosofici del comunismo anarchico».

Scissione: FORA anarchica e socialista

Nel 1915, il IX Congreso della FORA, decise di eliminare dal suo statuto ogni riferimento all'ideologia anarchica, producendo una rottura che determinò la nascita di due FORA distinte:

«La Protesta», periodico anarchico considerato la “voce” non ufficiale della FORA.

I dirigenti anarchici, della FORA, più importanti furono Diego Abad de Santillán (scrittore di origine spagnola molto attivo in ambito sindacale) e Juana Ruoco. Altri che meritano una menzione furono: Esteban Almada, Oreste Ristori, Santiago Locascio, Dante Garfagnini, Jose Maria Hacha, Apolinario Barrera, Jorge Rey Villalba e Teodoro Suárez

Semana Trágica in Argentina: fotografia pubblicata dalla Revista Caras y Caretas (18 gennaio 1919).

La FORA del V Congresso (quella anarchica), pur non accettando la violenza come metodo di lotta politica, non rifiutò mai la propria solidarietà ai compagni anarchici espropriatori o a quelli che prediligevano l'azione diretta come Salvador Planas che attentò alla vita del Presidente Quintana, Simón Radowitzky che assassinò, per rappresaglia, il colonnello Ramón Falcón (responsabile dell'eccidio del 1° Maggio del 1909), o Kurt Gustav Wilckens che uccise il colonnello Héctor B. Varela come vendetta di un altro eccidio verificatosi in Patagonia.

La FORA ebbe un ruolo centrale negli avvenimenti storici e drammatici del "movimiento obrero argentino", passati alla storia con il nome di Semana Roja del 1909, Semana Trágica del 1919 e Patagonia Rebelde del 1921/1922, oltre ad essere protagonista degli scioperi generali di massa.

Nel 1923 entrò a far parte dell'Internazionale dei Lavoratori (AIT). Il golpe militare del 6 settembre 1930 orchestrato da il militare José Félix Uriburu, che di fatto diventò "Presidente" dell'Argentina, mise fuori legge immediatamente l'organizzazione anarchica. Pochi giorni dopo, il 27 settembre 1930, venne creata Confederación General del Trabajo (CGT) in cui convennero i sindacalisti dell'USA e i socialisti della COA, mentre la FORA rifiutò la fusione (esponendosi quindi alla repressione militare).

Gli anarco-sindacalisti cominciarono a perdere prestigio sin dal 1919, anche se non smise mai l'attività nell'ambito del sindacalismo e del comunismo anarchico. Ancora oggi nonostante le difficoltà, rimane pienamente attiva (sede centrale ubicata a Buenos Aires), rappresentando la memoria storica del paese e continuando la sua lotta per le rivendicazioni sociali, oltre che per la creazione di una società libertaria strutturata orizzontalmente.

Attualità

Attualmente la FORA non fa parte dell'AIT anarco-sindacalista e non si richiama né al sindacalismo rivoluzionario né all'anarco-sindacalismo, bensì all'"anarchismo globale".

L'"anarchismo globale" della FORA

La filosofia della FORA si basa sul cosiddetto “anarchismo globale”, distaccandosi quindi dalla tradizione di una parte del movimento anarchico che intende separare l'azione sindacale da quella politica (dualismo organizzativo).

Al congresso di Amsterdam del 1907, Malatesta disse:

«Non voglio sindacati anarchici, che legittimerebbero del tutto immediatamente i sindacati social-democratici, repubblicani, monarchici o altri e sarebbero, al massimo, buoni a dividere più che mai la classe operaia. Non voglio neanche i cosiddetti sindacati rossi, perché non voglio nemmeno i cosiddetti sindacati gialli. Voglio al contrario sindacati in gran parte aperti a tutti i lavoratori senza distinzione d' opinione, sindacati assolutamente neutrali» [1].
Locale della Sociedad Obrera di Río Gallegos (1920) durante i fatti della cosiddetta Patagonia Rebelde

A ciò i militanti della FORA replicano da sempre che «in realtà, non esistono in nessun paese simili sindacati, aperti a tutti gli operai di tutte le tendenze; anche se si proclamano politicamente neutrali, non sono però meno assoggettati ad una parte o ad un sistema ideologico o di tattiche predominanti [...] e non si permette neppure agli anarchici di fare propaganda per le loro idee nel movimento sindacale legato ad altre tendenze, che essi siano riformisti o rivoluzionari» [2].

Da sempre i militanti dei FORA non sono mai stati favorevoli ai gruppi anarchici a carattere prettamente filosofico-teorico che si limitino a fare semplice propaganda, non concependone l'esistenza che esclusivamente quando sia impossibile militare nel movimento sociale. La loro posizione si basa su una constatazione: dove l'anarchismo è stato principalmente portato avanti da pensatori come Emma Goldman o Johann Most, cioè in Gran Bretagna o negli Stati Uniti, non s'è mai veramente sviluppato tra le masse sfruttate. Invece, in Spagna e in Argentina, che hanno avuto pochi pensatori di rilievo, s'è sviluppato un movimento anarchico assai forte. La FORA sostiene che l'anarchia si propaga male dall'alto verso il basso, dagli intellettuali verso il popolo e che è preferibile diffonderlo direttamente nell'ambito del proletariato, perché corrisponde alle sue aspirazioni latenti:

Diego Abad de Santillán, uno dei dirigenti più importanti della F.O.R.A.
«Per noi, l'anarchismo non è una scoperta di laboratorio, né il frutto di pensatori brillanti, ma un movimento spontaneo degli oppressi e degli sfruttati che sono arrivati alla comprensione [...] della dannosità del privilegio e dell'inutilità di l'Stato, e che vogliono lottare per un ordine sociale che garantisce all'uomo il suo libero sviluppo. La filosofia coopera alla concretizzazione ed alla definizione di quest'aspirazioni latenti delle masse ribelli, ma non ha il diritto di appropriarsi dei principi dell'anarchismo» [3].

Il compito degli anarchici consiste dunque nel svegliare, alla base, le tendenze che già esistono negli sfruttati. Poiché se i militanti libertari «rinunciano alla possibilità di agire nel mondo del lavoro come forza autonoma, accontentandosi di monopolizzare il movimento anarchico in piccoli gruppi di propaganda, (il loro) futuro non ha nulla di promettente» [4]. Per la FORA, l'elaborazione teorica e la resistenza operaia sono inseparabili. Nonostante alcuni dei suoi membri partecipano, d'altra parte, a gruppi anarchici (gruppi antimilitaristi, atenei libertari ecc.) la FORA ha sempre respinto i gruppi specifici, concepiti come movimenti ideologici organizzati. In questo senso il modello d' organizzazione "globale" o "integrale" differisce anche da quello adottato in Spagna fin dal 1927 dalla FAI.

In Argentina, così come in altri paesi, il sindacalismo, rivoluzionario e radicale, è stata la manifestazione delle idee dei teorici piuttosto che quelle dei lavoratori. A questo genere di organizzazioni la FORA si è sempre opposta, così come sempre si è opposta ai dogmi, in primis quelli marxisti, sottolineando che la fine del capitalismo deve essere portata avanti dal proletariato, il quale «deve essere un muro che ferma l'espansione dell'imperialismo industriale. Soltanto così, creando dei valori etici capaci di sviluppare, nel proletariato, la comprensione dei problemi sociali indipendentemente dalla civiltà borghese, che si arriverà a costituire le basi indistruttibili della rivoluzione anticapitalista ed anti-marxista: la rivoluzione che distrugge il regime della grande industria e dei trusts finanziari, industriali e commerciali».

La FORA rifiuta di concepire i sindacati come embrione della futura società libertaria, l'idea di rimpiazzare il potere dello Stato con quello dei sindacati è quanto di più lontano vi sia dalla loro filosofia anarchica: essendo il sindacalismo un prodotto del capitalismo stesso, entrambi saranno destinati a sparire con l'avvento della rivoluzione sociale. Il sindacalismo è per l'organizzazione argentina «un mezzo d'urgenza che non contiene altre promesse di futuro che quelle che possono dargli gli uomini che se ne servono. Oltre ai servizi che rendono ai lavoratori per difendersi dallo sfruttamento capitalista, i suoi organi sono efficaci veicoli per la diffusione degli ideali anarchici, ma gli anarchici non possono dimenticare il loro dovere di critica riguardo a tutte le istituzioni» [5]

Per tutti questi motivi la FORA rifiuta qualsiasi ruolo dirigenziale nell'ambito della rivoluzione, considerato addirittura un possibile ostacolo al fluire “naturale” e spontaneo degli eventi. Lo spontaneismo degli sfruttati divenuti coscienti del loro ruolo, è dai "foristi" ritenuto il mezzo più sicuro per portare a termine le lotte contro gli sfruttatori senza che si scada in derive autoritarie.

Note

  1. Congresso anarchico di Amsterdam, agosto 1907, Parigi, La Pubblicazione Sociale, 1908, p. 79
  2. Emilio López Arango, Diego Abad de Santillán, El anarquismo en el movimiento obrero, Ediciones Cosmos, Barcelone, 1925, p. 164
  3. 4 Ibid, p. 106
  4. 5 Ibid. p. 162
  5. Memoria presentata al congresso dell'AIT, pubblicato a Buenos Aires in 1924, citato in Antonio Lopez, op. cit., volume 2, p. 173.

Voci correlate

Collegamenti esterni