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Il trattato di Aquisgrana del [[1748]] pose termine alla guerra di successione austriaca e seppe avviare l'[[Italia]] ad un lungo periodo di pace in cui i sovrani iniziarono delle riforme benefiche allo sviluppo economico e culturale. Spiccano la Lombardia asburgica e il Regno di Napoli borbonico ma anche la Toscana leopoldina abolizionista della pena di morte. Lo [[stato]] pontificio si tenne estraneo al processo progressivo avviato dalle nuove idee [[illuminismo|illuministe]], se si esclude qualche timida riforma economica di Pio VI sulla fine del secolo; questi soppresse le dogane ed i pedaggi interni, avviò la bonifica delle paludi pontine. | Il trattato di Aquisgrana del [[1748]] pose termine alla guerra di successione austriaca e seppe avviare l'[[Italia]] ad un lungo periodo di pace in cui i sovrani iniziarono delle riforme benefiche allo sviluppo economico e culturale. Spiccano la Lombardia asburgica e il Regno di Napoli borbonico ma anche la Toscana leopoldina abolizionista della pena di morte. Lo [[stato]] pontificio si tenne estraneo al processo progressivo avviato dalle nuove idee [[illuminismo|illuministe]], se si esclude qualche timida riforma economica di Pio VI sulla fine del secolo; questi soppresse le dogane ed i pedaggi interni, avviò la bonifica delle paludi pontine. | ||
L'illuminismo italiano si scontrò frontalmente con la Chiesa data la sua secolare oppressione nel paese; in particolare furono oggetto di attacchi i preti ed i gesuiti in quanto contrastanti con il principio di educazione libera di stato [[laicismo|laico]]. I filosofi napoletani furono maggiormente avversati da parte del [[clericalismo|clero]], cui certo non piaceva vedere un regno considerato proprio feudo, sino a poco prima, pieno di [[massoneria|massoni]] e sovversivi. Ogni anno il re di Napoli inviava al papa un cavallo bianco con una somma in denaro quale riconoscimento della sovranità pontificia sul regno. Era il cosiddetto “omaggio della chinea” che fu soppresso proprio nel XVIII secolo sull'onda delle riforme. Il primo napoletano a pagare fu Pietro Giannone ([[1670]]-[[1748]]). <ref name="autore">Pietro Giannone, autore del | L'illuminismo italiano si scontrò frontalmente con la Chiesa data la sua secolare oppressione nel paese; in particolare furono oggetto di attacchi i preti ed i gesuiti in quanto contrastanti con il principio di educazione libera di stato [[laicismo|laico]]. I filosofi napoletani furono maggiormente avversati da parte del [[clericalismo|clero]], cui certo non piaceva vedere un regno considerato proprio feudo, sino a poco prima, pieno di [[massoneria|massoni]] e sovversivi. Ogni anno il re di Napoli inviava al papa un cavallo bianco con una somma in denaro quale riconoscimento della sovranità pontificia sul regno. Era il cosiddetto “omaggio della chinea” che fu soppresso proprio nel XVIII secolo sull'onda delle riforme. Il primo napoletano a pagare fu Pietro Giannone ([[1670]]-[[1748]]). <ref name="autore">Pietro Giannone, autore del ''Triregno'' ([[1723]]) in cui additava la Chiesa come approfittatrice della devozione popolare e traditrice del [[cristianesimo]] a causa della brama del regno temporale; in un'altra opera accusò la Chiesa di essere artefice delle rovine del Regno di Napoli. Giannone fu precursore dell'illuminismo partenopeo; fu scomunicato dal pontefice e costretto all'esilio prima a Vienna poi a Ginevra ma quando entrò nel regno sabaudo fu arrestato e rinchiuso in un carcere torinese in cui visse fino alla morte.</ref> | ||
[[Image:Beccaria.jpg |thumb|right|250px|Cesare Beccaria, autore di ''Dei delitti e delle pene'' (Milano, [[15 marzo]] [[1738]] – Milano, [[28 novembre]] [[1794]]).]] | [[Image:Beccaria.jpg |thumb|right|250px|Cesare Beccaria, autore di ''Dei delitti e delle pene'' (Milano, [[15 marzo]] [[1738]] – Milano, [[28 novembre]] [[1794]]).]] | ||
Il filosofo partenopeo Antonio Genovesi sosteneva la cacciata dei gesuiti dal Regno di Napoli, il suo discepolo Gaetano Filangieri scrisse una monumentale ''Scienza della Legislazione'' che fu posta all'Indice dei libri proibiti”. La Chiesa è colpevole della censura di un'altra grande opera, la più significativa dell'[[illuminismo]] nostrano: "Dei Delitti e Delle Pene" di [[Cesare Beccaria]] ([[1764]]). Dunque di nuovo il [[clericalismo]] ha ostacolato il progresso nella penisola mettendo al bando le due opere italiche più all'avanguardia di una legislazione moderna per tenere il proprio potere. | Il filosofo partenopeo Antonio Genovesi sosteneva la cacciata dei gesuiti dal Regno di Napoli, il suo discepolo Gaetano Filangieri scrisse una monumentale ''Scienza della Legislazione'' che fu posta all'Indice dei libri proibiti”. La Chiesa è colpevole della censura di un'altra grande opera, la più significativa dell'[[illuminismo]] nostrano: "Dei Delitti e Delle Pene" di [[Cesare Beccaria]] ([[1764]]). Dunque di nuovo il [[clericalismo]] ha ostacolato il progresso nella penisola mettendo al bando le due opere italiche più all'avanguardia di una legislazione moderna per tenere il proprio potere. |