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[[File:Bonnot (morto).jpg|thumb|Cadavere di Jules Bonnot]] | [[File:Bonnot (morto).jpg|thumb|Cadavere di Jules Bonnot]] | ||
Dopo le ultime rapine le maglie della [[polizia]] si strinsero sempre più intorno alla banda, il [[governo]] si appellò all'amor [[patria|patrio]] del popolo contro chi voleva, a loro dire, portare il caos e il disordine nella società . Gli anarchici venivano considerati i primi nemici della patria, la loro idea andava estirpata radicalmente. Per alcuni militanti dell'''[[L'Idée Libre|Idée Libre]]'' non ci fu scampo, vennero fermati e accusati di qualsiasi crimine compiuto durante quel periodo. [[Jules Bonnot]], in fuga, trovò prima ospitalità ad Ivry ([[24 aprile]] [[1912]]) nella casa di un amico di [[Elie Monnier]], l'anarchico [[Antoine Gauzy]]. Il giorno seguente in casa Gauzy irruppe la [[polizia]] e ne nacque uno scontro a fuoco. Il commissario che comandava le azioni (il vice direttore della Sûreté, Jouin) morì nei tumulti, mentre Bonnot, ferito, continuò la sua fuga. Ma anche per lui le ore erano oramai contate. | Dopo le ultime rapine le maglie della [[polizia]] si strinsero sempre più intorno alla banda, il [[governo]] si appellò all'amor [[patria|patrio]] del popolo contro chi voleva, a loro dire, portare il caos e il disordine nella società. Gli anarchici venivano considerati i primi nemici della patria, la loro idea andava estirpata radicalmente. Per alcuni militanti dell'''[[L'Idée Libre|Idée Libre]]'' non ci fu scampo, vennero fermati e accusati di qualsiasi crimine compiuto durante quel periodo. [[Jules Bonnot]], in fuga, trovò prima ospitalità ad Ivry ([[24 aprile]] [[1912]]) nella casa di un amico di [[Elie Monnier]], l'anarchico [[Antoine Gauzy]]. Il giorno seguente in casa Gauzy irruppe la [[polizia]] e ne nacque uno scontro a fuoco. Il commissario che comandava le azioni (il vice direttore della Sûreté, Jouin) morì nei tumulti, mentre Bonnot, ferito, continuò la sua fuga. Ma anche per lui le ore erano oramai contate. | ||
Nei giorni seguenti chiese e ricevette ospitalità dal meccanico-anarchico [[Joseph Dubois]], l'unico che in quel momento poteva farlo. Scovato anche questo rifugio, domenica [[28 aprile]] partì l'assalto in forze da parte della [[polizia]], della Guardia repubblicana e di alcuni volontari (il tutto sotto gli occhi di alcuni cameramen della polizia): Dubois rimase ucciso immediatamente; [[Jules Bonnot|Jules]] morì dopo aver provato inutilmente a resistere. Prima di morire, mentre bombe e proiettili distruggevano inesorabilmente la casa del meccanico, decise di scrivere una sorta di testamento in cui scagionava la signora Thollon (la donna di cui si era innamorato e che era stata arrestata pur non facendo parte della banda), [[Antoine Gauzy]] ed [[Eugène Dieudonné]], riportando inoltre le motivazioni che lo avevano portato ad una scelta tanto radicale di vita: | Nei giorni seguenti chiese e ricevette ospitalità dal meccanico-anarchico [[Joseph Dubois]], l'unico che in quel momento poteva farlo. Scovato anche questo rifugio, domenica [[28 aprile]] partì l'assalto in forze da parte della [[polizia]], della Guardia repubblicana e di alcuni volontari (il tutto sotto gli occhi di alcuni cameramen della polizia): Dubois rimase ucciso immediatamente; [[Jules Bonnot|Jules]] morì dopo aver provato inutilmente a resistere. Prima di morire, mentre bombe e proiettili distruggevano inesorabilmente la casa del meccanico, decise di scrivere una sorta di testamento in cui scagionava la signora Thollon (la donna di cui si era innamorato e che era stata arrestata pur non facendo parte della banda), [[Antoine Gauzy]] ed [[Eugène Dieudonné]], riportando inoltre le motivazioni che lo avevano portato ad una scelta tanto radicale di vita: | ||
: «Era la felicità che avevo inseguito per tutta la vita, senza esser capace neppure di sognarla. L'avevo trovata, è scoperto che cosa fosse. La felicità che mi era sempre stata negata, avevo il diritto di viverla quella felicità . Non me lo avete concesso. E allora, è stato peggio per me, peggio per voi, peggio per tutti. Dovrei rimpiangere ciò che ho fatto? Forse. Ma non ho rimorsi. Rimpianti sì, in ogni caso nessun rimorso...» <ref>[[Pino Cacucci]], ''In ogni caso nessun rimorso'', Feltrinelli, 1994, pag 16</ref> | : «Era la felicità che avevo inseguito per tutta la vita, senza esser capace neppure di sognarla. L'avevo trovata, è scoperto che cosa fosse. La felicità che mi era sempre stata negata, avevo il diritto di viverla quella felicità. Non me lo avete concesso. E allora, è stato peggio per me, peggio per voi, peggio per tutti. Dovrei rimpiangere ciò che ho fatto? Forse. Ma non ho rimorsi. Rimpianti sì, in ogni caso nessun rimorso...» <ref>[[Pino Cacucci]], ''In ogni caso nessun rimorso'', Feltrinelli, 1994, pag 16</ref> | ||
Per gli altri esponenti della banda ugualmente il destino era segnato: il [[15 maggio]] [[1912]], [[Octave Garnier]] e [[René Valet]] morirono durante il [[Violenza della polizia|violento assalto delle forze dell'ordine]] e dell'[[esercito]] (a suon di bombe e cariche di dinamite) alla casa in cui i due si nascondevano. Tutti gli altri illegalisti furono arrestati, accusati indistintamente d'appartenenza alla [[Banda Bonnot]] (in qualche caso senza prove alcune, come Dieudonné che era effettivamente innocente) furono processati a partire dal [[3 febbraio]] [[1913]]. | Per gli altri esponenti della banda ugualmente il destino era segnato: il [[15 maggio]] [[1912]], [[Octave Garnier]] e [[René Valet]] morirono durante il [[Violenza della polizia|violento assalto delle forze dell'ordine]] e dell'[[esercito]] (a suon di bombe e cariche di dinamite) alla casa in cui i due si nascondevano. Tutti gli altri illegalisti furono arrestati, accusati indistintamente d'appartenenza alla [[Banda Bonnot]] (in qualche caso senza prove alcune, come Dieudonné che era effettivamente innocente) furono processati a partire dal [[3 febbraio]] [[1913]]. |