Centri sociali autogestiti dell'Emilia-Romagna: differenze tra le versioni

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Gli occupanti eseguirono autonomamente i lavori di adattamento realizzando uno spazio che avrebbe ospitato negli anni seguenti innumerevoli esperienze artistiche (oltre agli spettacoli teatrali da segnalare importanti rassegne di musica [[jazz]]), laboratori di produzione artigianale e realtà politiche. Tra i gruppi più significativi che si stabilirono al Tpo vi furono la sezione locale della rete zapatista ¡Ya basta! ed il nodo principale di [[Indymedia]] Italia<ref>[http://www.socialpress.it/article.php3?id_article=29 Culture underground e movimenti di opposizione sociale in Italia], conferenza di Antonio Caronia, Milano, ottobre 2003</ref>.
Gli occupanti eseguirono autonomamente i lavori di adattamento realizzando uno spazio che avrebbe ospitato negli anni seguenti innumerevoli esperienze artistiche (oltre agli spettacoli teatrali da segnalare importanti rassegne di musica [[jazz]]), laboratori di produzione artigianale e realtà politiche. Tra i gruppi più significativi che si stabilirono al Tpo vi furono la sezione locale della rete zapatista ¡Ya basta! ed il nodo principale di [[Indymedia]] Italia<ref>[http://www.socialpress.it/article.php3?id_article=29 Culture underground e movimenti di opposizione sociale in Italia], conferenza di Antonio Caronia, Milano, ottobre 2003</ref>.
Negli anni seguenti iniziarono le trattative con l'amministrazione comunale per il trasferimento del Tpo ad altra sede. Nel [[2000]] si trovò un accordo per l'assegnazione temporanea dell'ex Euraquarium di via Lenin, struttura di ben 6500 m² ma posta in un quartiere periferico<ref>''Un acquario per il Tpo'', Repubblica Bologna 5-9-2000, di Andrea Chiarini</ref>. Il [[21 agosto]] [[2000]] venne sgomberato lo spazio in via Irnerio, ufficialmente per motivi di agibilità della struttura, e poco dopo con un grande corteo i collettivi presero possesso della nuova struttura.  
Negli anni seguenti iniziarono le trattative con l'amministrazione comunale per il trasferimento del Tpo ad altra sede. Nel [[2000]] si trovò un accordo per l'assegnazione temporanea dell'ex Euraquarium di via Lenin, struttura di ben 6500 m² ma posta in un quartiere periferico<ref>''Un acquario per il Tpo'', Repubblica Bologna 5-9-2000, di Andrea Chiarini</ref>. Il [[21 agosto]] [[2000]] venne sgomberato lo spazio in via Irnerio, ufficialmente per motivi di agibilità della struttura, e poco dopo con un grande corteo i collettivi presero possesso della nuova struttura.  
Il nuovo Tpo si avvicinò progressivamente negli anni successivi al movimento definito delle [[Tute bianche]] e poi dei [[Disobbedienti]], divenendone uno dei centri più rilevanti. Il [[25 gennaio]] [[2001]] i militanti del centro sociale diedero vita ad una manifestazione contro il [[Centro di permanenza temporanea]] in via di apertura in via Mattei. Si tenne un grosso presidio con la partecipazione di militanti di tutti i movimenti radicali bolognesi che si concluse con lo "smontaggio" dello stesso<ref>[http://www.bologna.social-forum.org/bsf/cs/cpt_via_mattei_smontato.htm#Anchor-Comunicato-3800 Smontato il CPT di Via Mattei], comunicati dei movimenti dal sito del Bologna Social Forum. Sito consultato il 10-5-2008</ref>. In seguito all'invasione della struttura ed agli scontri seguiti da diverse cariche della polizia furono rinviate a giudizio 47 persone, tra cui: alcuni esponenti dell'area dei Disobbedienti come [[Luca Casarini]], Carlo Bottos, Domenico Mucignat e Gianmarco De Pieri; il segretario bolognese di [[Rifondazione Comunista]] Tiziano Loreti ed altri esponenti del suo partito, l'assessore Antonio Amorosi ed alcuni esponenti dei Verdi con accuse di diverso grado, da "manifestazione non autorizzate ad invasione di edificio" a "danneggiamento".<ref>Adnkronos, 18 gennaio 2007</ref>. Il processo è attualmente ancora nella fase di apertura del dibattimento (marzo 2008).  
Il nuovo Tpo si avvicinò progressivamente negli anni successivi al movimento definito delle [[Tute bianche]] e poi dei [[Disobbedienti]], divenendone uno dei centri più rilevanti. Il [[25 gennaio]] [[2001]] i militanti del centro sociale diedero vita ad una manifestazione contro il [[Centro di permanenza temporanea]] in via di apertura in via Mattei. Si tenne un grosso presidio con la partecipazione di militanti di tutti i movimenti radicali bolognesi che si concluse con lo "smontaggio" dello stesso<ref>[http://www.bologna.social-forum.org/bsf/cs/cpt_via_mattei_smontato.htm#Anchor-Comunicato-3800 Smontato il CPT di Via Mattei], comunicati dei movimenti dal sito del Bologna Social Forum. Sito consultato il 10-5-2008</ref>. In seguito all'invasione della struttura ed agli scontri seguiti da diverse cariche della polizia furono rinviate a giudizio 47 persone, tra cui: alcuni esponenti dell'area dei Disobbedienti come [[Luca Casarini]], Carlo Bottos, Domenico Mucignat e Gianmarco De Pieri; il segretario bolognese di [[Rifondazione Comunista]] Tiziano Loreti ed altri esponenti del suo partito, l'assessore Antonio Amorosi ed alcuni esponenti dei Verdi con accuse di diverso grado, da "manifestazione non autorizzate ad invasione di edificio" a "danneggiamento". <ref>Adnkronos, 18 gennaio 2007</ref>. Il processo è attualmente ancora nella fase di apertura del dibattimento (marzo 2008).  
Il [[20 febbraio]] [[2002]] anche il Tpo fu coinvolto nelle maxi-perquisizioni e sequestri di materiali informatici operati dalla polizia presso le "sedi" di Indymedia e nel giugno dello stesso anno ospitò l'edizione del [[2002]] dell'[[Hackmeeting]].
Il [[20 febbraio]] [[2002]] anche il Tpo fu coinvolto nelle maxi-perquisizioni e sequestri di materiali informatici operati dalla polizia presso le "sedi" di Indymedia e nel giugno dello stesso anno ospitò l'edizione del [[2002]] dell'[[Hackmeeting]].
In seguito a molteplici dissidi che si protraevano da anni alcune delle componenti del centro si sciolsero o abbandonarono la struttura. Tra questi i gruppi ''H20'', ''Sexi shock'', alcuni collettivi teatrali ed altri gruppi politici. Nel frattempo proseguirono le trattative per l'assegnazione comunale di una nuova sede, avviate già a partire dal trasferimento "provvisorio" in via Lenin con la giunta Guazzaloca e poi continuate con quella Cofferati, alla sola area facente riferimento dei Disobbedienti che era rimasta nello spazio. Nell'autunno del [[2007]] si trovò un accordo per la cessione in affitto per otto anni di una struttura appartenuta alle Ferrovie dello Stato in via Casarini, decisamente più piccola dell'ex Euraquarium ma posta in una zona centrale di Bologna, ed in novembre ci fu il trasferimento<ref>[https://www.globalproject.info:51006/print-13961.html Entro in Centro! - il TpO migra] Comunicato del Tpo, Bologna, novembre 2007</ref>.
In seguito a molteplici dissidi che si protraevano da anni alcune delle componenti del centro si sciolsero o abbandonarono la struttura. Tra questi i gruppi ''H20'', ''Sexi shock'', alcuni collettivi teatrali ed altri gruppi politici. Nel frattempo proseguirono le trattative per l'assegnazione comunale di una nuova sede, avviate già a partire dal trasferimento "provvisorio" in via Lenin con la giunta Guazzaloca e poi continuate con quella Cofferati, alla sola area facente riferimento dei Disobbedienti che era rimasta nello spazio. Nell'autunno del [[2007]] si trovò un accordo per la cessione in affitto per otto anni di una struttura appartenuta alle Ferrovie dello Stato in via Casarini, decisamente più piccola dell'ex Euraquarium ma posta in una zona centrale di Bologna, ed in novembre ci fu il trasferimento<ref>[https://www.globalproject.info:51006/print-13961.html Entro in Centro! - il TpO migra] Comunicato del Tpo, Bologna, novembre 2007</ref>.
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===Vag61===
===Vag61===
Vag61 nacque con l'occupazione del ex Dopolavoro dei Monopoli di Stato in Via Azzo Gardino 61 il [[6 dicembre]] [[2003]], allo scopo di creare un ''media center''. Dopo le proteste dei proprietari dello stabile, i Monopoli di Stato, e nonostante un appello con migliaia di firmatari per la salvaguardia del Vag, il centro fu sgomberato il [[29 dicembre]] successivo<ref>[http://www.vag61.info/vag61/indices/index_43.html Un Media Center per la città. Un po' di storia...] dal sito del Vag61</ref>. Iniziarono le trattative con l'amministrazione comunale, in particolare tramite ''Valerio Monteventi'', consigliere comunale dal [[1990]] e rieletto nel [[2004]] come indipendente nelle liste di [[Rifondazione Comunista]], attivista del centro, per ottenere una nuova sede. Fu così assegnato al Vag l'edificio in via Paolo Fabbri 110, archivio della Procura della Repubblica del Tribunale in via di smantellamento. Dopo la ristrutturazione dello stabile il [[9 ottobre]] [[2004]] riaprì nella nuova sede, per la quale corrisponde al comune un affitto annuo di 14.000€.<ref>[http://urp.comune.bologna.it/AlboPretorio/Albo.nsf/2e18b8b75084251541256b030063b599/fee6b5d5b39a4a1ac1256eb100254257?OpenDocument Comune di Bologna, Deliberazioni di giunta e consiglio n.231/2004 del 10/06/2004]</ref>.  Nel 2008 i pagamenti vennero sospesi per qualche tempo, in risposta<ref>[http://www.vag61.info/vag61/articles/art_2397.html Vag61 di nuovo sotto attacco<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> ad un'ordinanza comunale che autorizza la Polizia Giudiziaria a porre i sigilli allo stabile qualora venissero somministrati cibi o bevande o riprodotta musica senza le dovute autorizzazioni. La convenzione è scaduta nell'agosto 2010 e non è ancora stata rinnovata. A novembre 2010 il centro sociale rese nota l'intenzione del Comune di Bologna, allora amministrato dal Commissario [[Anna Maria Cancellieri]] di trasferire la sede altrove. Ci furono proteste<ref>[http://vag61.noblogs.org/post/2010/11/29/vag61-ancora-sotto-tiro-ma-lanomalia-non-si-arrende/ VAG61 ANCORA SOTTO TIRO, MA L'ANOMALIA NON SI ARRENDE (comunicato) | Vag61 Spazio Libero Autogestito<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> e l'amministrazione commissariale tornò sui suoi passi
Vag61 nacque con l'occupazione del ex Dopolavoro dei Monopoli di Stato in Via Azzo Gardino 61 il [[6 dicembre]] [[2003]], allo scopo di creare un ''media center''. Dopo le proteste dei proprietari dello stabile, i Monopoli di Stato, e nonostante un appello con migliaia di firmatari per la salvaguardia del Vag, il centro fu sgomberato il [[29 dicembre]] successivo<ref>[http://www.vag61.info/vag61/indices/index_43.html Un Media Center per la città. Un po' di storia...] dal sito del Vag61</ref>. Iniziarono le trattative con l'amministrazione comunale, in particolare tramite ''Valerio Monteventi'', consigliere comunale dal [[1990]] e rieletto nel [[2004]] come indipendente nelle liste di [[Rifondazione Comunista]], attivista del centro, per ottenere una nuova sede. Fu così assegnato al Vag l'edificio in via Paolo Fabbri 110, archivio della Procura della Repubblica del Tribunale in via di smantellamento. Dopo la ristrutturazione dello stabile il [[9 ottobre]] [[2004]] riaprì nella nuova sede, per la quale corrisponde al comune un affitto annuo di 14.000€. <ref>[http://urp.comune.bologna.it/AlboPretorio/Albo.nsf/2e18b8b75084251541256b030063b599/fee6b5d5b39a4a1ac1256eb100254257?OpenDocument Comune di Bologna, Deliberazioni di giunta e consiglio n.231/2004 del 10/06/2004]</ref>.  Nel 2008 i pagamenti vennero sospesi per qualche tempo, in risposta<ref>[http://www.vag61.info/vag61/articles/art_2397.html Vag61 di nuovo sotto attacco<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> ad un'ordinanza comunale che autorizza la Polizia Giudiziaria a porre i sigilli allo stabile qualora venissero somministrati cibi o bevande o riprodotta musica senza le dovute autorizzazioni. La convenzione è scaduta nell'agosto 2010 e non è ancora stata rinnovata. A novembre 2010 il centro sociale rese nota l'intenzione del Comune di Bologna, allora amministrato dal Commissario [[Anna Maria Cancellieri]] di trasferire la sede altrove. Ci furono proteste<ref>[http://vag61.noblogs.org/post/2010/11/29/vag61-ancora-sotto-tiro-ma-lanomalia-non-si-arrende/ VAG61 ANCORA SOTTO TIRO, MA L'ANOMALIA NON SI ARRENDE (comunicato) | Vag61 Spazio Libero Autogestito<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> e l'amministrazione commissariale tornò sui suoi passi
Il '' progetto media center'' si propone di fornire libero accesso alla comunicazione indipendente alla cittadinanza, e in particolare ai migranti, studenti, minoranze, associazioni no-profit. Hanno inoltre sede nel centro sociale il ''Centro di documentazione dei Movimenti Francesco Lorusso/Carlo Giuliani'', il ''Collettivo studenti medi Utòpia''<ref>[http://vag61.noblogs.org/utopia/ Utopia | Vag61 Spazio Libero Autogestito<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, il ''Gruppo video Occhiovago'', le autoproduzioni musicali ''Studio61'', la ''Brigata cucinieri della Cirenaica'', un mercato settimanale dei produttori biologici organizzato dall'associazione Campiaperti<ref>[http://www.campiaperti.org/Mercati.htm Campiaperti.org]</ref>, la redazione del giornale cartaceo e online ''Zic.it - Zero in Condotta''<ref>[http://www.zic.it/chi-siamo/ Chi siamo]</ref>, il progetto di produzioni di spettacolo per adolescenti a rischio del quartiere Pilastro ''Katun Party''. Vag61 è stato in passato anche sede della ''Rete Universitaria'', collettivo studentesco attivo dal novembre 2003, fino al suo scioglimento nel febbraio 2007<ref>[http://reteuniversitariabologna.noblogs.org/post/2006/12/22/chisiamo Chi siamo | reteuniversitariabologna<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, dell'emittente ''Radio Città Fujiko'', che trasmetteva dal primo piano dello stabile, e che ha traslocato in una nuova sede nel 2008 a seguito di dissidi sulla trasmissione di spot elettorali di estrema destra<ref>[http://www.vag61.info/vag61/articles/art_2511.html Vag61 sugli spot elettorali fascisti su Radiocittà fujiko<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, e di altre realtà come il ''network della comunicazione antagonista Malabocca'' (attivo per circa un anno nel 2007-2008), il ''Bologna Free Software Forum'', il progetto informatico ''Comodino'', l'''UFO - unione fotografi organizzati''.
Il '' progetto media center'' si propone di fornire libero accesso alla comunicazione indipendente alla cittadinanza, e in particolare ai migranti, studenti, minoranze, associazioni no-profit. Hanno inoltre sede nel centro sociale il ''Centro di documentazione dei Movimenti Francesco Lorusso/Carlo Giuliani'', il ''Collettivo studenti medi Utòpia''<ref>[http://vag61.noblogs.org/utopia/ Utopia | Vag61 Spazio Libero Autogestito<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, il ''Gruppo video Occhiovago'', le autoproduzioni musicali ''Studio61'', la ''Brigata cucinieri della Cirenaica'', un mercato settimanale dei produttori biologici organizzato dall'associazione Campiaperti<ref>[http://www.campiaperti.org/Mercati.htm Campiaperti.org]</ref>, la redazione del giornale cartaceo e online ''Zic.it - Zero in Condotta''<ref>[http://www.zic.it/chi-siamo/ Chi siamo]</ref>, il progetto di produzioni di spettacolo per adolescenti a rischio del quartiere Pilastro ''Katun Party''. Vag61 è stato in passato anche sede della ''Rete Universitaria'', collettivo studentesco attivo dal novembre 2003, fino al suo scioglimento nel febbraio 2007<ref>[http://reteuniversitariabologna.noblogs.org/post/2006/12/22/chisiamo Chi siamo | reteuniversitariabologna<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, dell'emittente ''Radio Città Fujiko'', che trasmetteva dal primo piano dello stabile, e che ha traslocato in una nuova sede nel 2008 a seguito di dissidi sulla trasmissione di spot elettorali di estrema destra<ref>[http://www.vag61.info/vag61/articles/art_2511.html Vag61 sugli spot elettorali fascisti su Radiocittà fujiko<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, e di altre realtà come il ''network della comunicazione antagonista Malabocca'' (attivo per circa un anno nel 2007-2008), il ''Bologna Free Software Forum'', il progetto informatico ''Comodino'', l'''UFO - unione fotografi organizzati''.
Nel maggio [[2011]], con altri collettivi e centri sociali cittadini, Vag61 costituisce la Rete ''TimeOut''<ref name=autogenerato1 />, che a sua volta si riconosce, a livello nazionale, negli ''Stati generali della precarietà '', di cui a settembre proprio negli spazi di via Paolo Fabbri viene ospitata la quarta assemblea nazionale<ref>[http://www.scioperoprecario.org/2011/09/bologna-25-settembre-costituente-dello-sciopero-precario/ BOLOGNA, 25 SETTEMBRE: COSTITUENTE DELLO SCIOPERO PRECARIO » Sciopero Precario<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
Nel maggio [[2011]], con altri collettivi e centri sociali cittadini, Vag61 costituisce la Rete ''TimeOut''<ref name=autogenerato1 />, che a sua volta si riconosce, a livello nazionale, negli ''Stati generali della precarietà '', di cui a settembre proprio negli spazi di via Paolo Fabbri viene ospitata la quarta assemblea nazionale<ref>[http://www.scioperoprecario.org/2011/09/bologna-25-settembre-costituente-dello-sciopero-precario/ BOLOGNA, 25 SETTEMBRE: COSTITUENTE DELLO SCIOPERO PRECARIO » Sciopero Precario<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
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===Rivoluzio (San Prospero di Modena)===
===Rivoluzio (San Prospero di Modena)===


Il [[27 febbraio]] [[2008]] è stato occupato da militanti anarchici l'ex istituto agronomico statale "Molza". Il nome assegnato allo spazio fa riferimento a [[Rivoluzio Gilioli]], militante anarchico di [[Rovereto sulla Secchia]], morto combattendo con l'esercito repubblicano nella [[guerra civile spagnola]]. Pochi mesi dopo, il [[19 maggio]], una cinquantina di uomini delle forze dell'ordine hanno sgomberato lo stabile.<ref>[https://web.archive.org/web/20170916183106/http://www.informa-azione.info/modena_sgomberato_revoluzio Modena - Sgomberato "Rivoluzio" - Comunicato]</ref>
Il [[27 febbraio]] [[2008]] è stato occupato da militanti anarchici l'ex istituto agronomico statale "Molza". Il nome assegnato allo spazio fa riferimento a [[Rivoluzio Gilioli]], militante anarchico di [[Rovereto sulla Secchia]], morto combattendo con l'esercito repubblicano nella [[guerra civile spagnola]]. Pochi mesi dopo, il [[19 maggio]], una cinquantina di uomini delle forze dell'ordine hanno sgomberato lo stabile. <ref>[https://web.archive.org/web/20170916183106/http://www.informa-azione.info/modena_sgomberato_revoluzio Modena - Sgomberato "Rivoluzio" - Comunicato]</ref>


==Parma==
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