Animalismo

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Propaganda animalista

L'animalismo è una corrente di pensiero fondata sul rispetto per gli animali (sarebbe meglio parlare di animali non-umani, giacché anche l'essere umano appartiene al regno animale). Gli animalisti ritengono che vada accresciuta la tutela giuridica e/o etica nei confronti delle specie animali non umane.

Esistono diverse correnti interne all'animalismo: le più moderate si basano sull'empatia umana verso le altre specie animali, senza quindi riconoscere l'eguaglianza tra le specie animali; le più radicali (es. antispecismo) invece pongono tutti gli animali (quindi anche l'uomo) sullo stesso piano, ritenendo falsa l'idea che l'essere umano sia superiore alle altre specie animali (”specismo” è il neologismo creato - analogamente a razzismo, sessismo ecc. - per indicare le discriminazioni dell'uomo nei confronti delle altre specie animali).

Significato del termine

Inizialmente il termine "animalista" era riferito verso «chi dipinge e scolpisce soggetti animali» [1], ma sin dagli anni '70 lo stesso veniva utilizzato con riferimento esclusivo al rapporto uomo/animali.

Come visto, seppur il suo significato non sia ben definito, e il termine animalismo sia relativamente moderno, l'atteggiamento animalista ha radici antiche e può attualmente essere definito come un generale atteggiamento a difesa dei diritti animali che vengono, direttamente o direttamente, negati da certi comportamenti umani (caccia, vivisezione, industria di pellicce, circo ecc.) [2] che si fondano essenzialmente sull'antropocentrismo.

Storia del movimento animalista

Le radici dell'etica animalista si possono ricondurre fino ai più antichi filosofi greci, come per esempio Pitagora, il cui vegetarismo influenzò anche numerosi autori successivi (vedi Plutarco). Nel periodo rinascimentale, Montaigne utilizzò il proprio scetticismo filosofico per demolire l'idea della superiorità dell'uomo sugli altri animali; nel settecento David Hume scrisse contro chi negava che gli animali non possedessero gli stessi sentimenti degli umani, Condillac pubblicò il saggio intitolato Trattato sugli animali (1755), Charles Bonnet, in Contemplazione della natura (1764), accordò agli animali un'anima immortale (esattamente come gli umani). Sempre nel settecento, l'Emilio (1762) di Jean-Jacques Rousseau, consigliò un'alimentazione vegetariana per adulti e bambini, come pratica di educazione alla vita. Anche lo stesso Voltaire sostenne il valore etico del vegetarismo.

Lev Tolstoj, pacifista, anarchico e vegetariano

Nonostante queste premesse, non si può parlare di movimento animalista che a partire dall'800, anche se l'uso del termine animalismo verrà molto più avanti, quando nel 1822 il parlamentare britannico Richard Martin promosse un progetto di legge per salvaguardare alcuni animali (cavalli, ovini, bovini ecc.) dalla crudeltà umana e garantire loro un minimo di benessere (la proposta di legge prese il nome di Humanity Dick). Martin fu inoltre tra i fondatori della prima organizzazione "animalista", la Society for the Prevention of Cruelty to Animals o SPCA, costituita nel 1824. Nel 1840, la Regina Vittoria diede la sua benedizione all'organizzazione ed entrò a farne parte. La società usava le donazioni dei suoi membri per costituire una rete di ispettori in grado di identificare atteggiamenti di crudeltà verso gli animali e denunciarli alle autorità.

In Italia, Giuseppe Garibaldi, sebbene fosse un cacciatore, fu tra i promotori della nascita della Società Reale per la Protezione degli Animali, che in seguito assumerà la denominazione di Ente Nazionale Protezione Animali.

Allo sviluppo di una coscienza animalista contribuirono nell'800 filosofi come Arthur Schopenhauer, il quale scrisse che «l'animale è essenzialmente la stessa cosa dell'uomo» e, in riferimento a Kant, «sia dannata ogni morale che non vede l'essenziale legame fra tutti gli occhi che vedono il sole.». Ancor più radicale, nella sua difesa degli animali, furono l'anarcopacifista Lev Tolstoj e il filosofo Jeremy Bentham, che nel suo Introduzione ai principi della morale e della legislazione (1823) scrisse: «Non esistono animali superiori e inferiori, così come non esistono razze umane superiori e inferiori, ma esistono esseri viventi dotati di peculiarità uniche e come tali rispettabili e inviolabili. Il problema non è: "Possono ragionare?", né: "Possono parlare?", ma: "Possono soffrire?"». Inoltre, nel 1892, il riformatore sociale inglese Henry Salt pubblicò Animals' Rights: Considered in Relation to Social Progress (I diritti animali considerati in relazione al progresso sociale), un libro in favore del vegetarismo che ebbe molta influenza anche su Gandhi. Salt l'hanno precedente aveva fondato la Humanitarian League, una società che intendeva tutelare tanto i diritti degli animali umani quanto di quelli non umani (riforma del sistema carcerario, abolizione della pena di morte e abolizione della caccia sportiva).

La svolta animalista si ebbe però a partire dalla seconda metà del XX secolo, quando nel 1961 nacque il WWF e in Italia sorse la "Lega Nazionale contro la Distruzione degli uccelli", che in seguito prenderà la denominazione di LIPU. Nella penisola però, già nel 1952, il pacifista Aldo Capitini aveva però fondato la Società vegetariana italiana. In seguito fiorirono in tutto il mondo associazioni per la difesa degli animali, alcuna delle quali attive ancora oggi. Negli anni '70 presero piede alcune correnti animaliste radicali, che svilupparono il concetto di specismo (neologismo coniato da Richard Ryder) e antispecismo grazie agli scritti di filosofi come Peter Singer e Tom Regan.

Prima di loro le varie associazioni che si erano formate erano animate dal sentimento di compassione, contemplato nelle morali precedenti a Regan. Si assiste invece da questo momento a un vero cambiamento ideologico alla base della scelta per la protezione degli animali. Non è più la semplice compassione per la sofferenza animale a spingere gli animalisti a intervenire, ma la convinzione che gli animali abbiano dei diritti che devono essere loro riconosciuti.

Peter Singer, filosofo antispecista autore di Liberazione animale. Il suo libro ha dato un impronta radicale e politica all'animalismo (antispecismo)

In Inghilterra, negli "anni 70", si costituì un gruppo radicale animalista: Animal Liberation Front (ALF), che ancor oggi si prefigge l'obiettivo di contrastare lo sfruttamenti animale (allevamento di animali, pellicce, vivisezione e maltrattamenti in genere), prevalentemente con l'azione diretta e con le liberazioni degli animali. L'ALF nacque in Inghilterra, fondata da Ronnie Lee, per poi diffondersi velocemente negli USA e in tutto il mondo. Il principale teorico dell'ALF era stato Barry Horne, un uomo che decise di dedicare la propria vita alla liberazione dei più deboli e dei più indifesi (umani e non umani). Catturato e condannato a 20 anni di carcere per “terrorismo”, muore in seguito ai ripetuti scioperi della fame a cui si sottopone per richiamare l'attenzione di Tony Blair sulle condizioni degli animali nei laboratori e negli allevamenti.

Dopo che nei primi "anni 80" erano nate associazioni "moderate" come la LAV, la "LAN", la "LAC", la "LIDA", "Animal Amnesty" e l'"OIPA", nel decennio successivo si formarono i primi nuclei italiani dell'ALF: esempi di attivismo di tali nuclei sono stati le liberazioni di cani beagle dall'allevamento di Green Hill, a Montichiari (allevamento che corrisponde a una campagna nazionale molto intensa).

Negli anni '70, negli USA, la questione animalista fu portata avanti dal movimento afro-americano MOVE attraverso l'organizzazione di proteste davanti a circhi e zoo. Sempre negli Stati Uniit, nel 1980, Ingrid Newkirk e Alex Pacheco, ispirati dal libro di Peter Singer Liberazione animale, fondarono la People for the Ethical Treatment of Animals (PETA), un'organizzazione animalista che attualmente ha la sua sede centrale a Norfolk in Virginia. La PETA consta oggi di 800.0000 membri (molti dei quali sono celebrità dello spettacolo, come per esempio Pamela Anderson) e oltre 100 impiegati. La PETA, che ha uffici anche nel Regno Unito, in India, in Germania, in Olanda e in Asia, subisce attualmente molte critiche dalle frange più radicali e politicizzate (per esempio quelle anarchiche) o indipendenti, a causa dello stile pubblicitario caratterizzato dall'uso del corpo femminile. Inoltre la PETA ha annunciato l'intenzione di aprire un sito pornografico nel quale i video mostrino scene di piacere e cruente a intermittenza. [3]

La storia del movimento animalista dimostra quindi che esso non è unito né riguardo ai mezzi né riguardo ai fini, pur condividendo l'essenza di molte lotte; l'evidente frammentazione del movimento, dipende quindi dalle diverse metodologie adottate dai militanti (azioni diretta illegali, interventi sul piano legislativo, sensibilizzazioni di massa, boicottaggio...) e dai diversi fini che le associazioni si propongono (prevenzione, tutela, soccorso, eguaglianza dei diritti... ).

Contro cosa lotta l'animalismo

Pur persistendo divergenze, anche notevoli, riguardo mezzi (promozione di leggi a tutela degli animali, azioni illegali che non accettano l'intermediazione della classe politica ecc.) e fini (miglioramento delle condizioni di vita degli animali, eguaglianza tra le varie specie animali ecc.) delle varie correnti dell'animalismo, i fronti su cui gli animalisti maggiormente si battono sono i seguenti:

Industria delle pellicce

Protesta contro l'industria delle pellicce in Italia

L'allevamento di animali da pelliccia è da sempre fonte di pesanti critiche da parte del movimento animalista. Grandi campagne di informazione contro questa barbara pratica si segnalano, in tutto il mondo, sin dagli anni '70 e '80 del XX secolo. Attualmente parte della produzione mondiale di pellicce è localizzata principlamente nel sud-est asiatico e in Cina in particolare. Organizzazioni animaliste come PETA (People for the Ethical Treatment of Animals), SAP (Swiss Animal Protection), OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) e LAV (Lega Anti Vivisezione) sono da sempre impegnate in questa lotta, diffondendo anche documentazione video presso i principali media o su internet. Non si devono dimenticare le campagne di protesta fatte dall'ALF (Animal Liberation Front) o da organizzazioni "minori" che agiscono a carattere nazionale o locale. In Italia particolarmente attivo in questo fronte è Campagna AIP - Attacca l'Industria della Pelliccia e Antispecisti libertari.


Allevamenti (carne, uova, latte e derivati)

Allevamento intensivo (in batteria) delle ovaiole

Secondo quanto riporta il sito web Noi-animali, nel mondo vengono uccisi a scopo alimentare:

  • 170 miliardi di animali ogni anno;
  • oltre 14 miliardi di animali ogni mese;
  • mezzo miliardo di animali ogni giorno;

Relativamente all'Italia vengono uccisi:

  • 2 miliardi e mezzo di animali ogni anno;
  • 225 milioni di animali ogni mese;
  • 8 milioni di animali ogni giorno;

Le fredde statistiche, seppur impressionanti, non rivelano però le sofferenze degli animali prima che vengano uccisi: galline oviaiole allevate in batteria, vacche da latte, allevamento e macellazione di maiali, cosa c'è dietro il fois gras;

Gli animalisti, per combattere la crudeltà degli allevamenti, propongono il vegetarismo\veganismo come mezzo di boicottaggio di questo sistema specista (non tutti coloro che si definiscono animalisti sono però vegetariani) e/o promuovono leggi che attenuino la sofferenza (ma senza impedirne la morte...) e/o ancora agiscono con azioni dirette dedite alla liberazione animale.

Vivisezione

Esperimento su primate (1961). Esempio lampante dell'orrore della vivisezione
Exquisite-kfind.png Vedi Vivisezione e Case farmaceutiche e vivisezione.

La vivisezione, che dai vivisettori viene chiamata "sperimentazione animale" o "ricerca in vivo", è per definizione «qualunque tipo di sperimentazione effettuata su animali di laboratorio che induca alterazioni a livello anatomico o funzionale, come l'esposizione a radiazioni, l'inoculazione di sostanze chimiche, di gas ecc.» [4]. L'industria farmaceutica è la principale responsabile delle inutili sofferenze inflitte a milioni di esseri viventi, umani e non umani, senzienti. Dietro ipocrite dichiarazioni di facciata, sulla presunta indispensabilità di dette pratiche, si nascondono semplici e volgari ragioni economiche e legali. La vivisezione consente di mettere in commercio qualsiasi prodotto chimico, a danno anche della salute umana, con estrema facilità e quindi di aumentare gli introiti delle case farmaceutiche.

Fiere e feste popolari con animali

Manifestazione internazionale in favore dei diritti animali di Igualdad animal (Madrid, dicembre 2011)

La consuetudine di uccidere e torturare animali con lo scopo di divertire ed intrattenere la popolazione ha origini molto antiche. Sin dal 180 a.C., nella regione del Tigri e dell'Eufrate, dopo la conquista romana, prigionieri politici, religiosi o delinquenti comuni venivano gettati in pasto a belve feroci e affamate per divertire il pubblico. Nel 99 a.C. si hanno le prime tracce di uccisioni di elefanti e leoni entro anfiteatri o simili; in seguito furono introdotti i combattimenti tra uomini e tori. All'inaugurazione del Colosseo furono trucidati cinquemila animali, nel Medioevo si proseguì nella pratica di uccidere e torturare: la corrida fu inaugurata nella penisola Iberica e i combattimenti tra galli si diffusero in tutta Europa. Attualmente la corrida è ancora praticata in varie zone della Spagna e, in maniera spesso diversa, anche in Portogallo, nel sud della Francia e in alcuni Paesi dell'America latina (Messico, Perù, Venezuela, Ecuador, Colombia, Costa Rica, Panamá e Bolivia). Per tutti gli animalisti, ma non solo per loro, la corrida è una vera e propria tortura legalizzata inflitta al toro.

Seppur molte di queste fiere e feste con animali stiano scomparendo, o non prevedano più l'utilizzo di animali, ne permangono ancora oggi più di qualcuna. Anche se non si arriva alla morte degli animali o alla loro esplicita tortura fisica, esistono "feste" in cui gli animali rischiano pesantemente la vita o sono comunque costretti a fare determinate attività contro la loro volontà: es. Palio di Siena, Ardia di Sedilo.

Caccia (pesca), circhi e zoo

Un'altra attività cruenta, definita ufficialmente e percepita come uno sport, è la caccia di animali nel loro ambiente naturale; questo può essere o la terra ferma, o un lago o corso d'acqua (caso in cui si parla di pesca). Oltre a essere comunque un fatto di per sé inconcepibile per molti animalisti e per gli antispecisti il fatto di uccidere degli animali, anche se nel loro habitat, per divertimento o sport, la caccia e la pesca causano moltissimi danni all'ambiente nonché a persone e animali non soggetti a caccia. Moltissimi sono i casi, ad esempio, in cui sono stati colpiti cani, agricoltori, proprietari terrieri o altri cacciatori, e in cui sono finiti in trappole o sono morti per avvelenamento da piombo piccoli animali come uccelli o pesci.

Oltre che nella lotta alla caccia, il fronte animalista è concordante nel denunciare circhi, zoo e acquari come attività crudeli. L'utilizzo degli animali è ritenuto eticamente non accettabile e comunque non compatibile con le caratteristiche etologiche degli animali stessi. Stesse ragioni spingono gli animalisti ad opporsi risolutamente agli zoo e agli acquari, che l'ipocrisia antropocentrica definisce meno cruentemente (giardino zoologico), restano pur sempre dei luoghi in cui gli animali vengono trattenuti forzatamente.

Specificità dell'antispecismo: divergenze e analogie con le altre tendenze dell'animalismo

Exquisite-kfind.png Vedi antispecismo.
Antispecismo: simbolo di unità tra umani e non umani

L'antispecismo è un movimento filosofico, politico e culturale che si oppone allo specismo, l'antropocentrismo e l'ideologia del dominio. Come l'antirazzismo, l'antispecismo rifiuta la discriminazione arbitraria basata sulla presunta diversità razziale umana; esso respinge quella basata sulla specie e sostiene che la sola appartenenza biologica ad una specie diversa da quella umana non giustifichi moralmente o eticamente il diritto di disporre della vita, della libertà e del lavoro di un essere senziente. Si può quindi dire che è il movimento principale creatosi per contrastare lo specismo, forma diretta di antropocentrismo. Spesso però questo termine, rimandando a una sfera non umana (facendo cioè pensare a quelli che sono comunemente intesi come animali), può confondere e far confondere sulla sua natura e sulla differenza esistente tra animalismo genericamente inteso e una sua particolare tendenza: l'antispecismo.

L'animalismo in generale può essere fatto corrispondere a una generica idea di attivismo e di atteggiamento positivo nei confronti di tutti o alcuni animali; l'antispecismo, invece, consiste in una presa di coscienza, atteggiamento e/o pratica (in vista di fini, raramente di mezzi) che riconoscono nella vita, indipendentemente dall'appartenenza alla specie dell'individuo che la ospita, un valore intrinseco. La differenza, quindi, sta proprio nel fatto che l'animalismo si esercita indipendentemente da un qualsiasi proposito o idea ed è da intendersi come una "mera" forma di "attivismo per gli animali", intendendo una qualsiasi manifestazione in favore di diritti etici e, più spesso, giuridici degli animali. [5] [6]

L'antispecismo ha quindi una specificità politico-sociale ben chiara, nel senso che mentre possono definirsi animalisti anche militanti politici della destra e dell'estrema destra politica, stessa cosa non possono fare gli antispecisti. L'antispecismo è contro ogni forma di discriminazione (nonostante le speculazioni di alcuni neofascisti e nazionalisti che si definiscono antispecisti), l'animalismo non necessarimente lo è [7] [8](il regime nazista leggiferò in favore dei diritti animali; attualmente militanti di Casa Pound o neofascisti in genere si definiscono animalisti... ).

Note

  1. Marina Baruffoli, Manuale del giovane animalista, Mondadori, Milano 1997
  2. Vocabolario Traccani
  3. PETA, sito porno per la difesa degli animali
  4. Dizionario De Mauro, ed. Paravia
  5. Possono essere considerate animaliste quelle forme di opposizione a un determinato fenomeno di crudeltà che si compiono mentre se ne ingnorano altre
  6. Vedi Pseudo-antispecismo
  7. Speculazioni animaliste dell'estrema destra
  8. Si legga Antispecisti di destra?

Bibliografia

  • Marina Baruffoli, Manuale del giovane animalista, Mondadori, Milano 1997.
  • Tom Regan, Gabbie vuote. La sfida dei diritti animali, traduzione di Massimo Filippi e Alessandra Galbiati, Edizioni Sonda, Casale Monferrato 2005.
  • Peter Singer, Liberazione animale, traduzione di Enza Ferreri, a cura di Paola Cavalieri, con presentazione di Sebastiano Maffettone, Mondadori, Milano 1991.

Voci correlate

Scritti

Argomenti

Collegamenti esterni

Allevamenti

Caccia

Circo

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Pellicce

Vivisezione

Zoo e acquari