Punk

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Punk statunitensi bruciano la bandiera a stelle e strisce.

Il Punk (che in inglese significa "robaccia", "cosa senza valore") è un movimento controculturale ed artistico nato verso la fine degli anni '70 quasi in contemporanea sia in Inghiterra che negli Stati Uniti. Questa subcultura si basa principalmente sulla musica punk rock, molto semplice da fare e dai contenuti molto diretti, diffusasi in origine soprattutto tra i giovani del proletariato urbano.

Nascita del movimento

Prima della metà degli anni Settanta, il termine «punk» veniva utilizzato per descrivere «un giovane imbroglione, un gangster, un teppista o un ruffiano». [1] A partire dal 22 marzo 1970, grazie ad un articolo pubblicato sul Chicago Tribune sul poeta e cantante Ed Sanders, il cui album viene descritto come una «sentimentalità punk rock» [2], il termine acquisice un significato più propriamente musicale e sociale (in riferimento al movimento controculturale). Il punk rock nasce negli USA degli anni '70, attraverso le sperimentazioni di primi complessi rock statunitensi come The Stooges e New York Dolls, che infatti furono poi definiti "proto-punk". Da questi, intorno al 1974, nacquero i Ramones, che iniziarono la loro carriera musicale mischiando al vecchio hard rock le nuove influenze proto-punk, riducendo al minimo la tecnica, non curando in maniera eccessiva la voce o la distorsione del suono. Non si può dire che i Ramones furono i veri padri del punk rock, perché il fatto di esserne stati i precursori non implica necessariamente la loro influenza su tutti i gruppi punk che nacquero in seguito, quasi in concomitanza tra loro. Questa esplosione di gang giovanili che volevano fare musica e soprattutto dire la propria fa intendere quale sarebbe stata la natura del Punk, un movimento di massa, spesso disorganizzato, ma dal forte impatto musicale e culturale.

La novità del Punk

God Save the Queen, secondo singolo discografico della punk band Sex Pistols.

Nel Regno Unito il Punk, nato quasi in contemporanea con quello statunitense, sviluppò la propria cultura e la propria filosofia, legate molto spesso all'esplosione in tutta europa del fenomeno squatter.

I maggiori esponenti del punk rock inglese furono i Sex Pistols, che suonando canzoni come Anarchy in UK e God save the queen sfidarono le autorità pubbliche e la famiglia reale in prima persona (per esempio, il 10 giugno 1977 suonarono God save the queen a tutto volume durante il giubileo d'argento della regina, di fronte al palazzo di Westminster). In Gran Bretagna si aveva già assistito allo sviluppo di alcuni movimenti giovanili "estremi", come l'Hard Mod e il Rude Boy, dalle cui influenze nacque poi il movimento Skinhead. Tutte queste subculture giovanili avevano in comune il fatto di affondare le proprie radici nel proletariato e nel sottoproletariato delle periferie inglesi e di ascoltare la musica nera americana e jamaicana. La novità che portò il Punk fu in ambito musicale prima e culturale dopo. Esso nacque, infatti, soprattutto come un'esigenza da parte dei giovani delle classi più povere di urlare la propria rabbia e di schernire la cultura dominante: per questo usarono come mezzo un musica nuova, semplice ma innovativa, basata sempre sugli stessi accordi di chitarra, su voci rozze e graffianti e su suoni distorti e assordanti. Questa semplicità nello stile permise a tutti quelli che lo volevano di formare una band punk e di manifestare liberamente il proprio pensiero. La prima ondata del Punk determinò così un'evoluzione del movimento Skinhead, che si unì ad esso.

Skinhead

The 4-Skins, gruppo street punk (1980).

Gli skinheads (dai termini skin [pelle] e head [testa]: quindi "teste rasate") si caratterizzano esteticamente per i capelli rasati, i jeans stretti, le polo o le camicie a scacchi, le bretelle, gli anfibi, i bomber o le harrington.

Il movimento nacque alla fine degli anni Sessanta in Inghilterra, quando i primi immigrati giamaicani che lavoravano nei porti presero a rasarsi per difendersi dai pidocchi, ad usare gli anfibi come scarpe antinfortunistiche e ad uscire il sabato per andare a bere. Essendo di pelle scura, erano di certo antirazzisti e quasi tutti apolitici o comunque non di destra (chi di questi oggi rispetti i valori si definisce original). I mass media hanno spesso utilizzato il termine «skinhead» per indicare i «nazi-skin», definiti nel gergo degli skinheads come «boneheads» («teste d'osso»); in realtà gli skinheads da sempre si sono schierati con la working class (classe operaia), essendo la maggior parte appartenenti a quest'ultima, e sono sempre stati sensibili all'argomento delle problematiche sociali.

Col passare degli anni sono nate numerose frange, soprattutto per contrastare i sempre più numerosi «boneheads» e fare chiarezza sull'origine del movimento: S.H.A.R.P., acronimo di SkinHeads Against Racial Prejudice (SkinHeads Contro i Pregiudizi Razziali), antirazzisti e antifascisti; R.A.S.H., acronimo di Red and Anarchist SkinHeads, il network che racchiude al suo interno gli skins comunisti e anarchici.

La musica ascoltata dagli skinheads prima della nascita del punk rock era solitamente lo ska, il reggae o comunque la musica caraibica o soul. Dopo la nascita e lo sviluppo del punk rock, nacquero i primi gruppi street punk (chiamato anche Oi!) e il two tone ska (gruppi come The Specials, Bad Manners, Madness). L'Oi! divenne la musica degli skins, anche se rinnegata da molti traditional. Esistono, inoltre, molti gruppi hardcore punk composti da skins.

Punk 77

I primi gruppi punk venero definiti punk 77 per il fatto che nel 1977 il punk rock poteva dirsi formato, grazie soprattutto a gruppi come Sex Pistols, The Clash, Ramones, Dead Boys, UK Subs, The Damned, Sham 69, Cockney Rejects (questi ultimi due sono considerati i "fondatori" dell'Oi!). È difficile dire quanti siano stati i gruppi punk di allora sia perché nascevano in continuazione sia perché ci si esibiva lontano dal mainstream. Il punk 77 si distingueva per la semplicità musicale, la velocità e la voce urlata nel microfono. Altra peculiarità era, soprattutto nel Regno Unito, lo stile che mirava appositamente a sconvolgere e scandalizzare la gente con vestiti logori e simboli che richiamavano sia al fascismo (per scioccare) che all'anarchia (per esprimersi). La prima ondata del Punk non ha avuto comunque un vera e propria connotazione politica. C'era un diffuso senso di appartenenza ad una classe, quella del proletariato urbano, un odio verso la cultura di massa borghese e i simboli dello Stato e della repressione, una voglia di denunciare la situazione di precarietà in cui si viveva, ma per il resto si potrebbe parlare dei primi punks come di embrioni individualisti. Altra caratteristica di questi punks era un senso diffuso di nichilismo ovvero una voglia di distruggere le certezze culturali di allora (dai giovani come bravi ragazzi alla cultura di massa). Dal 1977 in poi il Punk ha continuato ad evolversi, dividendosi anche in altri sottomovimenti dalla radice comune.

Street punk

Lo street punk, conosciuto anche come Oi!, è il sottogenere del punk rock proprio del movimento Skinhead, ma anche del Punk in generale. Fra i temi trattati dallo street punk è spesso presente quello della violenza. Lo stile musicale dello street punk presenta le stesse caratteristiche del classico punk rock, con l'aggiunta nelle canzoni di parti cantate a più voci, simili a cori da stadio.

Anarcho-punk

Exquisite-kfind.png Vedi Anarco-punk.
I Crass furono uno dei gruppi capostipiti dell'anarcho-punk.
Frances Sokolov Sansom, meglio conosciuta come Vi Subversa, del gruppo anarcho-punk Poison Girls.

L'anarcho-punk o anarchopunk (conosciuto anche come anarchist punk o peace-punk) è un'ideologia e un sottogenere del movimento Punk caratterizzato da gruppi con idee vicine al pensiero anarchico. [3] Alcuni ambiti del movimento Punk vedevano l'anarchia come espressione di caos, disordine e violenza, venendo definiti per questo chaos punk o street punk; altri, invece, intendevano l'anarchia come espressione di pace e uguaglianza e vennero definiti anarcho-punk.

Molti anarcho-punks sono sostenitori di idee come l'antispecismo, il femminismo, il pacifismo ed il vegetarismo e hanno posizioni anticapitaliste. Anche se i Crass, storica band anarco-punk, hanno fatto del pacifismo uno dei punti portanti del loro pensiero, non necessariamente ogni anarcho-punk segue o ha seguito questa strada ideologica. Molti anarcho-punks sono favorevoli all'azione diretta, di tipica matrice anarchica, o vedono la protesta come volano per una insurrezione contro le istituzioni e il "potere".

Nazi punk

I nazi punk sono quelle persone che ascoltano musica punk e che si basano su ideologie tipicamente naziste. I testi delle canzoni di gruppi nazi punk parlano esplicitamente di razzismo, nazismo, fascismo, xenofobia, sessismo e militarismo. Assieme ai nazi punk è anche nato un movimento anticomunista chiamato Punk's not Red. Spesso i nazi punk vengono associati agli skinheads: in realtà questo è un grave errore perché lo skinhead deve il suo nome semplicemente alla sua capigliatura (rasata a zero), ma non è necessariamente razzista. Una buona parte di skinheads ascolta musica hardcore punk e la capigliatura rasata a zero ha origine nell'impossibilità di essere presi per i capelli nelle risse durante i concerti e nella comodità nell'ambito lavorativo della working class. Inoltre, molti skinheads, rasandosi, cercano una caratteristica che li accomuni tutti e li distingua dalle altre sottoculture.

Hardcore punk

Nazi Punks Fuck Off (sticker).

Se nell'anarcho-punk e nell'Oi! vi sono differenze principalmente di tipo ideologico, l'hardcore punk (o semplicemente hardcore) si distingue invece dal classico punk rock per un sound più dinamico, più duro e spesso più cupo. L'hardcore nacque negli anni '80 in America, a New York, Los Angeles e San Francisco. Il contagio nella scena punk italiana avvenne attorno al 1982 con i primi gruppi (inizialmente solo a Torino e Milano) che iniziarono ad adottare un sound più veloce e duro. Inizialmente l'hardcore era apoliticizzato, successivamente, a causa dell'inserimento nella scena dei nazi punk, che si identificavano nell'hardcore perché vi trovavano molta gente rasata a zero, si verificicò una forte discriminazione nei confronti di omosessuali e neri. Il primo gruppo che si accorse di questo declino furono i Dead Kennedys di San Francisco (famosi per la loro canzone Nazi Punks Fuck Off). Ad essi fecero seguito un elevato numero di altri gruppi inizialmente nazi punk, ma che successivamente iniziarono a separarsi dalla corrente nazista. In seguito l'hardcore iniziò a prendere una svolta politica e si diresse verso l'anarchia. Sorprendente era la capacità di questi gruppi di idealizzare e concretizzare un ideale più volte definito utopistico: essenziale era l'auto-organizzazione (Do It Yourself) e l'autogestione, che hanno fatto sempre in modo che l'hardcore restasse indipendente dalle case discografiche, al di fuori delle logiche di commerciali e capitalistiche del sistema. Dall'hardcore è nata poi la corrente thrashcore, che prevede un sound più velocizzato e con qualche assolo in più (importante nell'hardcore è il messaggio trasmesso, non la ricchezza di particolari della canzone), sebbene le tematiche trattate restino le stesse.

Lista di gruppi hardcore italiani

Note

  1. Lauraine Leblanc, Pretty in Punk: Girls' Gender Resistance in a Boys' Subculture, Rutgers University Press, 1999, p. 35.
  2. Fred R. Shapiro, The Yale Book of Quotations (New Haven, Connecticut, Yale University Press, 2006).
  3. Anarchist Punk

Bibliografia

  • Alberto Campo e Guido Chiesa, Rockin' Usa. La musica americana dal punk ai nostri giorni, Arcana, 1986
  • Piero Scaruffi, Storia del rock. 3. Dal 'Glam' al 'Punk'. 1974 - 1980, Arcana, 1990
  • Federico Guglielmi, Punk, Giunti Editore, 1997
  • Marco Philopat, Costretti a sanguinare, Milano, Shake edizioni, 1997 (ripubblicato da Einaudi Stile libero, 2006)
  • Jon Savage, Il Sogno Inglese. Quando i Sex Pistols e il Punk Rock diedero alle fiamme il Regno Unito, Arcana edizioni, 2002
  • Stefano Gilardino, Cento dischi ideali per capire il punk, Editori Riuniti, 2005
  • Marco Philopat, Lumi di punk. La scena italiana raccontata dai protagonisti, Agenzia X, 2006
  • Gillian McCain, Legs McNeil, Please kill me. Il punk nelle parole dei suoi protagonisti, Baldini Castoldi Dalai, 2006
  • E. Guarneri, Punx. Creatività e rabbia, Shake, 2006
  • Stewart Home, Marci, sporchi e imbecilli. Attraverso la rivolta punk, Shake, 2007
  • Turi Messineo, Black Hole - Uno Sguardo Sull'Underground Italiano, Torino, Eris Edizioni, 2015

Voci correlate

Collegamenti esterni

  • anarco-punk.net, una comunità internazionale con migliaia di anarco-punk album disponibili per il download