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== Il governo Mussolini == | == Il governo Mussolini == | ||
:«A coronamento di una lunga serie di delitti, il fascismo si è infine insediato al governo. E Mussolini, il duce, tanto per distinguersi, ha cominciato col trattare i deputati al parlamento come un padrone insolente tratterebbe dei servi stupidi e pigri. Il parlamento, quello che doveva essere “il palladio della | :«A coronamento di una lunga serie di delitti, il fascismo si è infine insediato al governo. E Mussolini, il duce, tanto per distinguersi, ha cominciato col trattare i deputati al parlamento come un padrone insolente tratterebbe dei servi stupidi e pigri. Il parlamento, quello che doveva essere “il palladio della libertà ”, ha dato la sua misura. Questo ci lascia perfettamente indifferenti. Tra un gradasso che vitupera e minaccia, perché si sente al sicuro, ed una accolita di vili che pare si delizi nella sua abiezione, noi non abbiamo da scegliere. Constatiamo soltanto – e non senza vergogna – quale specie di gente è quella che ci domina ed al cui giogo non riusciamo a sottrarci. [...] In quanto a noi, non abbiamo che da continuare la nostra battaglia, sempre pieni di fede, pieni di entusiasmo[...] [[Image:Novatore.jpg|150 px|thumb|L'anarchico [[Renzo Novatore]], fu uno dei primi italiani ad opporsi al fascismo]]Piuttosto l’avvento del fascismo deve servire di lezione ai socialisti legalitari, i quali credevano, e ahimè! credono ancora, che si possa abbattere la borghesia mediante i voti della metà più uno degli elettori, e non vollero crederci quando dicemmo loro che se mai raggiungessero la maggioranza in parlamento e volessero – tanto per fare delle ipotesi assurde – attuare il socialismo dal parlamento, ne sarebbero cacciati a calci nel sedere!» ([[Errico Malatesta]], ''[http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/357/dossier_antifascismo10.htm L'analisi di Malatesta sul fascismo]'') | ||
Il primo governo Mussolini è necessariamente un governo di coalizione, in quanto i fascisti non hanno i numeri per governare da soli. Il primo provvedimento, alla faccia del presunto carattere antiborghese del fascismo, preso durante il Consiglio dei Ministri del [[31 ottobre]] [[1922]], è una serie di leggi che comporta l'abolizione delle imposte sui sovraprofitti di guerra, l'abolizione della nominatività dei titoli azionari (leggi varate dal governo Giolitti nel [[1920]] per colpire la speculazione finanziaria, che era stata molto contrastata da ambienti vicini alla [[Chiesa]]), l'abolizione del monopolio statale delle assicurazioni sulla vita (promulgata dal governo Giolitti all'inizio degli anni ’10) e la riduzione dell’imposta di successione. <ref>[http://www.scenaillustrata.com/public/spip.php?page=anteprimastampa&id_article=215 I fascisti corrono a Roma] </ref>Le riforme annunciate vengono invece procrastinate nel tempo, il frazionamento del latifondo e la distribuzione delle terre ritornano ben presto nel dimenticatoio. | Il primo governo Mussolini è necessariamente un governo di coalizione, in quanto i fascisti non hanno i numeri per governare da soli. Il primo provvedimento, alla faccia del presunto carattere antiborghese del fascismo, preso durante il Consiglio dei Ministri del [[31 ottobre]] [[1922]], è una serie di leggi che comporta l'abolizione delle imposte sui sovraprofitti di guerra, l'abolizione della nominatività dei titoli azionari (leggi varate dal governo Giolitti nel [[1920]] per colpire la speculazione finanziaria, che era stata molto contrastata da ambienti vicini alla [[Chiesa]]), l'abolizione del monopolio statale delle assicurazioni sulla vita (promulgata dal governo Giolitti all'inizio degli anni ’10) e la riduzione dell’imposta di successione. <ref>[http://www.scenaillustrata.com/public/spip.php?page=anteprimastampa&id_article=215 I fascisti corrono a Roma] </ref>Le riforme annunciate vengono invece procrastinate nel tempo, il frazionamento del latifondo e la distribuzione delle terre ritornano ben presto nel dimenticatoio. | ||
Grazie alla legge elettorale ("Legge Acerbo")<ref>La Legge Acerbo attribuiva i due terzi dei seggi parlamentari alla lista che otteneva il maggior numero di voti e divideva il restante terzo tra le altre liste. </ref>, ai brogli, alla debolezza del fronte antifascista e alle [[violenza|violenze squadriste]], le elezioni del [[1924]] vedono i fascisti uscire vincitori e legittimati a governare. <ref>Alle elezioni del [[6 aprile]] [[1924]] la maggior parte dei liberali appoggiarono il "listone" fascista, Giovanni Giolitti invece presentò una propria lista. La frammentazione dei partiti antifascisti favorì l'affermazione del listone, che ottenne circa il 65% dei suffragi. Tra gli oppositori il PPI ottenne il 9%, i socialisti il 6%, la lista giolittiana il 3,3%.</ref>Il socialista [[Giacomo Matteotti]] denuncia in parlamento le violenze fasciste, pagando il suo coraggio con la morte per mano di una squadraccia fascista. | Grazie alla legge elettorale ("Legge Acerbo")<ref>La Legge Acerbo attribuiva i due terzi dei seggi parlamentari alla lista che otteneva il maggior numero di voti e divideva il restante terzo tra le altre liste. </ref>, ai brogli, alla debolezza del fronte antifascista e alle [[violenza|violenze squadriste]], le elezioni del [[1924]] vedono i fascisti uscire vincitori e legittimati a governare. <ref>Alle elezioni del [[6 aprile]] [[1924]] la maggior parte dei liberali appoggiarono il "listone" fascista, Giovanni Giolitti invece presentò una propria lista. La frammentazione dei partiti antifascisti favorì l'affermazione del listone, che ottenne circa il 65% dei suffragi. Tra gli oppositori il PPI ottenne il 9%, i socialisti il 6%, la lista giolittiana il 3,3%.</ref>Il socialista [[Giacomo Matteotti]] denuncia in parlamento le violenze fasciste, pagando il suo coraggio con la morte per mano di una squadraccia fascista. | ||
A questo punto i socialisti, i radicali, i popolari e una parte dei liberali abbandonano Montecitorio (la cosiddetta “secessione | A questo punto i socialisti, i radicali, i popolari e una parte dei liberali abbandonano Montecitorio (la cosiddetta “secessione dell’Aventino”) nella speranza di scuotere il paese e convincere la casa monarchica a riappropriarsi delle redini del paese. | ||
== La dittatura fascista == | == La dittatura fascista == | ||
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Rimasto nell'ambito della legalità sino alle elezioni del [[1924]], dal [[1925]] il fascismo si radicalizza progressivamente in un regime totalitario. | Rimasto nell'ambito della legalità sino alle elezioni del [[1924]], dal [[1925]] il fascismo si radicalizza progressivamente in un regime totalitario. | ||
Il [[3 gennaio]] [[1925]] Mussolini annuncia alla Camera, di fatto, l’inizio della dittatura. Viene soppressa la [[libertà ]] di stampa, sono dichiarati decaduti i deputati | Il [[3 gennaio]] [[1925]] Mussolini annuncia alla Camera, di fatto, l’inizio della dittatura. Viene soppressa la [[libertà ]] di stampa, sono dichiarati decaduti i deputati “aventiniani”, i partiti e le organizzazioni politiche gli altri vengono dichiarati fuori legge (tra questi anche [[Unione Sindacale Italiana]] e l'[[Unione Anarchica Italiana ]]), riprendono le persecuzioni contro gli [[antifascismo|antifascisti]] (molti antifascisti furono spediti al confino, tra questi, tanto per citarne alcuni, [[Antonio Gramsci]] e l’anarchico [[Errico Malatesta]]), sono accresciuti i poteri del governo, è ripristinata la pena di morte, infine il giurista di regime Arturo Rocco fascistizza i codici sancendo la preminenza dello [[Stato]] sui cittadini. | ||
Ancora, viene modificato l'apparato istituzionale italiano (trasformazione del Gran consiglio del fascismo in organo dello [[Stato]]; istituzione del Tribunale speciale e dell'OVRA; esautoramento del parlamento e creazione della '''Camera dei fasci''' e delle corporazioni). | Ancora, viene modificato l'apparato istituzionale italiano (trasformazione del Gran consiglio del fascismo in organo dello [[Stato]]; istituzione del Tribunale speciale e dell'OVRA; esautoramento del parlamento e creazione della '''Camera dei fasci''' e delle corporazioni). | ||
In pratica con la dittatura trionfa la concezione assolutistica dello [[Stato]], che il [[filosofia|filosofo]] fascista [[Giovanni Gentile]], vero e proprio ideologo del regime, mobilizza con l'etichetta di “[[Stato etico]] | In pratica con la dittatura trionfa la concezione assolutistica dello [[Stato]], che il [[filosofia|filosofo]] fascista [[Giovanni Gentile]], vero e proprio ideologo del regime, mobilizza con l'etichetta di “[[Stato etico]]”. Questa concezione assolutistica dello [[Stato]] ha le sue origine nell''''''Idea Assoluta''''', a cui si giunge seguendo il percorso della [[Hegel|dialettica hegeliana]], in cui gli interessi del cittadino vengono assolutamente subordinati a quelli della totalità , rappresentata dallo [[Stato]]. | ||
Gli anarchici sono in prima linea nella lotta contro il totalitarismo fascista sin dall’inizio, con gli [[Arditi del Popolo]] ([[Antonio Cieri]], [[Argo Secondari]], ecc.), le azioni individuali di [[Gino Lucetti]], [[Michele Schirru]], [[Angelo Sbardelloto]] (si possono citare anche gli atti individuali dei non anarchici, come [[Domenico Bovone]], [[Zaniboni]], [[Anteo Zamboni]] e [[Violet Gibson]]), oltre a tante [[Individualità |individualità ]], come per esempio [[Renzo Novatore]], che giornalmente combattevano il regime pagandone prezzi altissimi (questi esempi dimostrano che per molti antifascisti la resistenza ha avuto inizio ben prima dell’[[8 settembre]] [[1943]], ovvero nel momento stesso in cui il fascismo è nato). | Gli anarchici sono in prima linea nella lotta contro il totalitarismo fascista sin dall’inizio, con gli [[Arditi del Popolo]] ([[Antonio Cieri]], [[Argo Secondari]], ecc.), le azioni individuali di [[Gino Lucetti]], [[Michele Schirru]], [[Angelo Sbardelloto]] (si possono citare anche gli atti individuali dei non anarchici, come [[Domenico Bovone]], [[Zaniboni]], [[Anteo Zamboni]] e [[Violet Gibson]]), oltre a tante [[Individualità |individualità ]], come per esempio [[Renzo Novatore]], che giornalmente combattevano il regime pagandone prezzi altissimi (questi esempi dimostrano che per molti antifascisti la resistenza ha avuto inizio ben prima dell’[[8 settembre]] [[1943]], ovvero nel momento stesso in cui il fascismo è nato). |