Antropocentrismo

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A sinistra (WRONG, cioè «sbagliato») la visione antropocentrica che vede l'uomo al vertice della piramide; a destra (RIGHT, «giusto») la visione ecocentrica della natura

L'antropocentrismo (dal greco άνθρωπος, anthropos, "uomo, essere umano", κέντρον, kentron, "centro") è quel pensiero che tende a porre la specie umana al centro dell'Universo e, ad un livello più pratico, a considerarla superiore rispetto alle altre entità presenti sulla Terra quali gli animali e la loro natura, la natura in sé e la Terra stessa; enti i quali, a loro volta, vengono visti e trattati come "sacrificabili" al benessere umano.

L'antropocentrismo si è affermato nel corso della storia grazie a diverse basi nelle quali affonda le radici: essenzialmente scientifiche, ossia da un'errata interpretazione del darwinismo, dal pensiero di Cartesio ("anima come coscienza") ecc., filosofiche e religiose (soprattutto presenti nel cristianesimo [1]).

Le radici dell'antropocentrismo [2]

Molte possono essere considerate le radici del pensiero antropocentrico, sia da un punto di vista storico, che sociale, culturale, filosofico e politico. L'antropocentrismo è un atteggiamento che, come causa dello specismo, è radicato fin dall'inizio della cosiddetta civiltà, o società civilizzata. Alcune correnti dell'anarco-primitivismo, tra cui quella sostenuta da John Zerzan, attribuiscono questo esordio storico alla nascita dell'agricoltura e dell'allevamento, ossia il passaggio dell'uomo da essere nomade a essere sedentario; altre correnti o individui negano questa origine e la attribuiscono, per esempio, a glaciazioni o altre catastrofi, che hanno costretto l'uomo a tenere un atteggiamento ostile nei confronti della natura.

Filosofia

Una delle filosofie che più ha alimentato e sviluppato il pensiero antropocentrico è stato l'umanesimo. Tale filosofia considerava e poneva l'uomo al centro di tutto, esaltandolo talvolta, attraverso le sue peculiarità, la sua presunta vicinanza con la natura divina e marcando più volte e nettamente la distanza che separava l'uomo dall'animale (non a caso una delle possibili spiegazioni della parola latina humanitas è proprio ciò che distingue l'uomo dall'animale; questa caratteristica è usata spesso come mezzo per dimostrare che l'uomo è un semi-Dio, o che fa le voci di esso sulla terra).

Scienza: la teoria di Darwin

Charles Darwin fu il primo, con la sua teoria dell'evoluzione della specie, ad apportare studi e prove scientifiche della discendenza dell'uomo dall'animale. Tale teoria fu rivoluzionaria per molti aspetti ed egli stesso ebbe perplessità nel pubblicarle. Solo nel 1871, Darwin pubblicò L'origine dell'uomo esplicitando i contenuti celati nella prima opera.

Darwin apporta prove scientifiche che dovrebbero far crollare il muro dell'antropocentrismo, mostrando l'origine comune dell'uomo e dell'animale. Nonostante l'affermazione della teoria e degli studi di Darwin, molti degli atteggiamenti antropocentrici e specisti sono rimasti invariati.

Come conseguenza della teoria di Darwin vi furono effettivamente molti autori che si liberarono dalle idee antropocentriche, molti altri invece rimasero convinti della legittimità dell'uomo a dominare e in particolare ad uccidere gli animali. È un esempio di ambiguità il filosofo Schopenhauer, che contrappone gli atteggiamenti disgustosamente brutali della filosofia occidentale a quelli migliori della filosofia e della religione orientale. Egli tuttavia compie una distinzione geografica affermando che l'uomo può vivere senza uccidere, ma non nelle regioni settentrionali. Anche Bentham, che insiste sulla necessità di dare diritti agli animali afferma che è legittimo mangiarli e offrire loro una morte indolore. Tale giustificazione proviene dal fatto che il filosofo era a conoscenza delle pratiche di allevamento, trasporto e macellazione del tempo, che non potevano dirsi indolori.

Religione

Moltissimi antispecisti che rigettano l'antropocentrismo, sostengono anche che una buona parte della società gerarchica che ha alimentato in tutti i modi e tempi questo pensiero e pregiudizio sia costituita dagli apparati di pensiero dogmatico e pratico della religione [3]. Critiche e analisi sono state rivolte in particolare anche al pensiero cristiano nel tempo, che ha rappresentato sia da un punto di vista dogmatico sia di transmutazione pratica, un incitamento e una giustificazione ad atteggiamenti antropocentrici fortemente radicati [1]

Da questa tedenza si distacca però il pacifista Lev Tolstoj, considerato il capostipite della corrente dell'anarchismo cristiano. Egli, infatti, accanto alle sacre scritture cristiane (lette in maniera rigorosa e quasi alla lettera), legge altri testi di natura religiosa (per es. testi orientali) e abbraccia una dieta vegetariana, affiancandola a una vita molto sobria. La sua filosofia nonviolenta si afferma infatti soprattutto grazie all'ispirazione trovata nel concetto di disobbedienza civile di H. D. Thoreau.

Le manifestazioni dell'antropocentrismo

L'antropocentrismo, inteso come pensiero e atteggiamento che considera l'uomo al centro dell'Universo e superiore a tutte le altre entità naturali, può essere considerato un prodotto della gerarchia e dell'autorità (esasperate esponenzialmente dal capitalismo) nonché la base di altrettanti pensieri e atteggiamenti, che costituiscono le fondamenta di gran parte delle condizioni negative (in costante peggioramento) in cui riversano la stragrande maggioranza degli abitanti del pianeta (comprese le società umane). Alcuni di questi aspetti e manifestazioni sono lo specismo(con tutto ciò che ne consegue) e la distruzione dell'ambiente e della Terra.

L'antropocentrismo come fonte di discriminazione: lo specismo

Exquisite-kfind.png Vedi specismo e antispecismo.
Allevamento intensivo (in batteria) di galline ovaiole. L'espressione più nota di atteggiamento specista è l'allevamento per la produzione di cibo

L'antropocentrismo è spesso la fonte di pensieri e atteggiamenti discriminatori nei confronti di sfere di interesse che non riguardano prettamente l'uomo. Sotto questo punto di vista il principale frutto dell'antropocentrismo è lo specismo. Questo pensiero è quello che discrimina esseri viventi senzienti in base alla specie di appartenenza, esattamente come fa il razzismo con il colore della pelle e il sessismo con il genere, con l'unica differenza che lo specismo non è bilaterale ma prettamente umano.

Animalismo e antispecismo

Il movimento principale creatosi per contrastare lo specismo, forma diretta di antropocentrismo, è l'antispecismo. Spesso questo termine, rimandando a una sfera non umana (facendo cioè pensare a quelli che sono comunemente intesi come animali), può confondere e far confondere sulla sua natura e sulla differenza abissale esistente tra animalismo e antispecismo. Il primo può essere fatto corrispondere a una generica idea di attivismo e di atteggiamento positivo nei confronti di tutti o alcuni animali; il secondo, invece, consiste in una presa di coscienza, atteggiamento e/o pratica (in vista di fini, raramente di mezzi) che riconoscono nella vita, indipendentemente dall'appartenenza alla specie dell'individuo che la ospita, un valore intrinseco. La differenza, quindi, sta proprio nel fatto che l'animalismo si esercita indipendentemente da un qualsiasi proposito o idea ed è da intendersi come una mera forma di "attivismo per gli animali", intendendo una qualsiasi manifestazione in favore di diritti etici e, più spesso, giuridici degli animali. [4]


L'antropocentrismo e la degenerazione ambientale

Exquisite-kfind.png Vedi ecologismo, ecologia profonda e anarchismo verde.

Lo stesso meccanismo che si manifesta nella favorita comparsa e evoluzione di atteggiamenti discriminatori verso sfere di interesse non prettamente umane, sfocia spesso anche nella degenerazione ambientale, poiché è l'ottica secondo la quale da secoli la Terra è considerata dalla cultura e la tradizione, in continua evoluzione a senso unico, come uno strumento in mano all'uomo per l'uomo: è così che vengono tagliate o bruciate foreste per allevamenti o coltura industriale, vengono sfruttati i terreni, e la desertificazione e l'urbanizzazione aumentano.

Simbolo di Earth First!, organizzazione ecologista radicale

Ambientalismo e ecologismo

Il pregiudizio antropocentrico, proprio per questa tendenza spontanea fortemente radicata non solo a considerare la Terra e gli animali come uno strumento, ma anche a servirsene senza pensare alle ripercussioni non immediate sulla sfera di influenza umana (salute, convivenza ecc.), sembra risultare oggi facilmente e razionalmente smontabile da teorie e pensieri anch'essi antropocentrici che disincentivano la degenerazione ambientale, senza sottolineare o semplicemente considerare l'assurdità intrinseca dello stravolgimento di foreste, ecosistemi e nazioni animali, e il loro naturale valore, posizione essenziale e radicale sostenuta da movimenti quali l'anarchismo verde o l'ecologia profonda [5], ma sottolineando come essi tagliando alberi minino al "ricambio d'aria" della terra e inquinino i polmoni e i tessuti degli uomini e di come lo stesso accada, per esempio, con l'uso di automobili o di attività che provocano una significativa emissione di gas serra.

Murray Bookchin rivolge spesso la sua attenzione a questo aspetto sottolineando come, soprattutto in una visione radicale e profonda come quella di cui è il principale esponente e fondatore - l'ecologia sociale - sia più che mai necessaria la distinzione tra ambientalismo ed ecologia [6]:

«Sto parlando di ecologia, non di ambientalismo. Quello che interessa l'ambientalismo è mettere al servizio dell'uomo il suo habitat, quello che è conosciuto come un insieme passivo di "risorse naturali» e "risorse urbane" che la gente utilizza. [...] L'ecologia è invece, nel suo aspetto migliore, una scienza artistica - o un'arte scientifica - è una forma di poesia che riunisce scienza ed arte in un'unica sintesi» [7]

Note

  1. 1,0 1,1 I pionieri dell'antropocentrismo cristiano
  2. Vedi anche la storia dello specismo
  3. Il Buddha che mangia i bambini.
  4. Vedi Pseudo-antispecismo
  5. Essi promuovono una prospettiva biocentrica, opposta e incompatibile (rivoluzionaria) al valore attualmente vigente (vedi i principi basilari dell'ecologia profonda).
  6. La distinzione è simile e strettamente correlata a quella tra animalismo ed antispecismo, motivo per il quale spesso i due movimenti sono associati.
  7. Murray Bookchin, Spontaneità e organizzazione

Voci correlate

Collegamenti esterni