Leda Rafanelli: differenze tra le versioni

Da Anarcopedia.
Jump to navigation Jump to search
m (Sostituzione testo - "Giuseppe Monanni" con "Giuseppe Monnanni")
m (Sostituzione testo - "https://archive.ph" con "https://archive.is")
 
(97 versioni intermedie di uno stesso utente non sono mostrate)
Riga 2: Riga 2:
[[File:5Leda.jpg|thumb|La "Zingara anarchica"]]
[[File:5Leda.jpg|thumb|La "Zingara anarchica"]]
'''Leda Rafanelli''' (Pistoia, [[4 luglio]] [[1880]] - Genova, [[13 settembre]] [[1971]]) è stata un'anarchica italiana, scrittrice, artista ed esponente dei [[futuristi di sinistra]] sopranominata la "Zingara anarchica".
'''Leda Rafanelli''' (Pistoia, [[4 luglio]] [[1880]] - Genova, [[13 settembre]] [[1971]]) è stata un'anarchica italiana, scrittrice, artista ed esponente dei [[futuristi di sinistra]] sopranominata la "Zingara anarchica".
== Biografia ==
== Biografia ==


'''Leda Rafanelli''' nasce il [[4 luglio]] [[1880]] a Pistoia, città dalla forte tradizione libertaria, da madre e padre originari di Livorno, anch'essa città storicamente considerata una "[[patria]]" dell'[[anarchia]]. Leda già da bambina mostra una grande facilità di scrittura, al punto tale che una sua poesia, ''Gomene'', trova spazio sull'organo ufficiale di stampa del partito socialista di [[Filippo Turati]].  
'''Leda Rafanelli''' nasce il [[4 luglio]] [[1880]] a Pistoia, città dalla forte tradizione libertaria, da madre e padre originari di Livorno, anch'essa città storicamente considerata una "[[patria]]" dell'[[anarchia]]. Leda già da bambina mostra una grande facilità di scrittura, al punto tale che una sua poesia, ''Gomene'', trova spazio sull'organo ufficiale di stampa del partito socialista di [[Filippo Turati]].  


===Il periodo di Alessandria d'Egitto e la conversione all'Islam===
===Il periodo di Alessandria d'Egitto e la conversione all'Islam===
[[File:Ledar9.png|thumb|200px|Leda nel [[1912]]]]
[[File:Ledar9.png|thumb|200px|Leda nel [[1912]]]]
Nel [[1903]], con i genitori, si trasferisce ad Alessandria d'Egitto, dove la giovanissima Leda entra in contatto col gruppo anarchico della [[Baracca Rossa]] <ref> Alla Baracca Rossa non si facevano solo discorsi teorici, ma si agiva anche nella pratica, come quando alcuni marinai russi, fermi nel porto di Alessandria, disertarono. Fatti prigionieri, furono rinchiusi in alcuni vagoni ferroviari per essere riportati alle navi, che poi sarebbero ritornate in [[patria]]. A questo punto gli anarchici della Baracca Rossa, tra cui [http://archive.is/TzVl0 Ungaretti], si stesero sui binari per non far passare il treno.</ref>, frequentato anche da Giuseppe Ungaretti <ref>Giuseppe Ungaretti diverrà interventista e [[fascismo|fascista]] nel proseguo, anche se in una maniera molto singolare. Si veda: [http://www.italialibri.net/autori/ungarettig.html biografia Giuseppe Ungaretti], [http://members.xoom.virgilio.it/AlbertoPian/Teledidattica/Letteratura/Vegliahtm/VegliaContenuto/UngarettiEIlFascismo.html Ungaretti e il fascismo]</ref> ed [[Enrico Pea]] <ref> Delle vicende della Baracca Rossa ne parla anche [[Maurizio Maggiani]] in ''Il coraggio del pettirosso''. Si veda inoltre: [http://www.google.it/books?id=gAkn8BzX4HsC&pg=PA85&dq=maggiani++genova&sig=eVLLb4Vxg7Xu6ndPBJ0YZur7fW4 Anteprima del libro]([[1995]])</ref>. Leda in questa fase collabora anche con il periodico egiziano «Il Domani».  
Nel [[1903]], con i genitori, si trasferisce ad Alessandria d'Egitto, dove la giovanissima Leda entra in contatto col gruppo anarchico della [[Baracca Rossa]] <ref>Alla Baracca Rossa non si facevano solo discorsi teorici, ma si agiva anche nella pratica, come quando alcuni marinai russi, fermi nel porto di Alessandria, disertarono. Fatti prigionieri, furono rinchiusi in alcuni vagoni ferroviari per essere riportati alle navi, che poi sarebbero ritornate in [[patria]]. A questo punto gli anarchici della Baracca Rossa, tra cui [http://archive.is/TzVl0 Ungaretti], si stesero sui binari per non far passare il treno.</ref>, frequentato anche da Giuseppe Ungaretti <ref>Giuseppe Ungaretti diverrà interventista e [[fascismo|fascista]] nel proseguo, anche se in una maniera molto singolare. Si veda: [http://www.italialibri.net/autori/ungarettig.html ''Giuseppe Ungaretti (1888-1970)''] e [http://members.xoom.virgilio.it/AlbertoPian/Teledidattica/Letteratura/Vegliahtm/VegliaContenuto/UngarettiEIlFascismo.html ''Ungaretti e il fascismo''].</ref> ed [[Enrico Pea]] <ref>Delle vicende della Baracca Rossa ne parla anche [[Maurizio Maggiani]] ne ''[https://archive.org/details/ilcoraggiodelpet0000magg Il coraggio del pettirosso]''.</ref>. Leda in questa fase collabora anche con il periodico egiziano «Il Domani».  


Riguardo al suo rapporto con l'[[Egitto]] scriverà in seguito: «Fin da bambina ho sempre detto, con ferma convinzione, che ero nata millenaria. Tutti i miei personali ricordi, i sogni, le aspirazioni, i desideri erano basati, sistemati, orientati verso l'antico Egitto, mia [[patria]] d'elezione» <ref name="memorie">da Memorie di una chiromante</ref>, aggiungendo inoltre che :«Nessuno, che non sia un bruto, può sfuggire alla malia del deserto, al fascino delle oasi... Chi ha vissuto qualche anno fra gli arabi ne sentirà l'influenza per sempre» <ref name="l'oasi">da L'oasi</ref>.
Riguardo al suo rapporto con l'[[Egitto]] scriverà in seguito: «Fin da bambina ho sempre detto, con ferma convinzione, che ero nata millenaria. Tutti i miei personali ricordi, i sogni, le aspirazioni, i desideri erano basati, sistemati, orientati verso l'antico Egitto, mia [[patria]] d'elezione» <ref name="memorie">Da ''Memorie di una chiromante''.</ref>, aggiungendo inoltre che :«Nessuno, che non sia un bruto, può sfuggire alla malia del deserto, al fascino delle oasi... Chi ha vissuto qualche anno fra gli arabi ne sentirà l'influenza per sempre» <ref name="l'oasi">Da ''L'oasi''.</ref>.


L'ultimo periodo di Leda in Egitto coincide con la sua conversione al [[sufismo]] <ref name="sufismo">[http://it.wikipedia.org/wiki/Sufismo Sufismo]</ref>, corrente dell'Islam nella quale il [[rituale]] estetico della danza riveste una grande importanza, esempio ancora attuale e assai conosciuto sono i ''dervisci danzanti'' <ref>[http://www.puntosufi.it/TEMI9.HTM La danza dei dervisci giranti]</ref>. La conversione all'Islam (seppur ad un'ala particolare dell'Islam, che per esempio "predica" la parità tra i sessi e a cui si avvicinò anche il pittore anarchico francese [[Jossot]], [[Hakim Bey]], ecc.) è vissuta da Leda come ribellione al mondo occidentale che vuole non solo esser egemonico dal punto di vista politico e militare ma anche culturale. Infatti, quando rientrò in [[Italia]] con il marito, l'anarchico [[Ugo Polli]], conosciuto proprio in Egitto, pubblicherà un articolo in «[[La Libertà]]» <ref>''La Libertà '', [[5 maggio]] [[1914]]</ref>, in cui metterà a confronto lo stile di vita cristiano-occidentale con quello islamico.
L'ultimo periodo di Leda in Egitto coincide con la sua conversione al [[sufismo]], corrente dell'Islam nella quale il [[rituale]] estetico della danza riveste una grande importanza, esempio ancora attuale e assai conosciuto sono i dervisci danzanti <ref>[http://www.puntosufi.it/TEMI9.HTM ''La danza dei dervisci giranti'']</ref>. La conversione all'Islam (seppur ad un'ala particolare dell'Islam, che per esempio "predica" la parità tra i sessi e a cui si avvicinò anche il pittore anarchico francese [[Jossot]], [[Hakim Bey]] ecc.) è vissuta da Leda come ribellione al mondo occidentale che vuole non solo esser egemonico dal punto di vista politico e militare ma anche culturale. Infatti, quando rientrò in [[Italia]] con il marito, l'anarchico [[Ugo Polli]], conosciuto proprio in Egitto, pubblicherà un articolo in «[[La Libertà]]» <ref>''La Libertà'', [[5 maggio]] [[1914]].</ref>, in cui metterà a confronto lo stile di vita cristiano-occidentale con quello islamico.


=== L'attività antimilitarista alla vigilia della prima guerra mondiale ===
=== L'attività antimilitarista alla vigilia della Prima guerra mondiale ===
Dopo essere entrata nell'ottica dell'[[anarco-individualismo]], Leda mostra affinità verso il [[socialismo libertario]], allontanandosi dall'[[individualismo]] di stampo [[violento]] e dalle errate interpretazioni del pensiero di [[Max Stirner]] che condussero, secondo lei, molti anarchici verso posizioni asociali e di stampo borghese. Non a caso, durante la Prima guerra mondiale molti [[anarco-individualismo|anarco-individualisti]] appoggeranno l'intervento a fianco dell'Intesa.


Dopo essere entrata nell'ottica dell'[[anarco-individualismo]], Leda mostra affinità verso il [[socialismo libertario]], allontanandosi dall'[[individualismo]] di stampo violento e dalle errate interpretazioni del pensiero di [[Max Stirner]] che condussero, secondo lei, molti anarchici verso posizioni asociali e di stampo borghese. Non a caso, durante la Prima Guerra Mondiale molti [[anarco-individualismo|anarco-individualisti]] appoggeranno l'intervento a fianco dell'Intesa.
Rientrata in [[Italia]], Leda è molto vicina ideologicamente all'amico [[Pietro Gori]] ed è stimata da [[Armando Borghi]] per la sua linea politica libertaria, a tal punto che le chiede di scrivere la prefazione <ref>Dalla prefazione: «Il [[Armando Borghi|Borghi]], affrontando la questione vitale dimostrando la degenerazione della concezione anarchista nella corrente [[organizzatrice]] e la esagerazione dell'egoismo [[stirneriano]], porta la sua opinione leale alla luce [...] mi sembra già di sentire l'aspra critica dei compagni di estrema nemici acerrimi di tutto ciò che ha l'apparenza di stare tra la destra e la sinistra senza battere una via propria. Ma dal momento che la via da noi seguita ci sembra la via più dritta, logico è per noi lasciare la tortuosità di una organizzazione di partito che fa ai pugni con l'indole essenziale indipendente dei singoli anarchici, come pure di fuggire le esagerazioni delle teorie del forte pensatore [[Stirner]], le quali teorie, mentre possono avere un gran valore come potenzialità intellettuale e originale di un individuo, adattate alle lotte sociali e battezzate per la più pura concezione dell'[[anarchismo]] verrebbero ad essere una nuova tirannia e una nuova imposizione esercitata dall'individuo forte a danno dell'individuo debole, istituendo una nuova legge, non sancita dai codici, ma imposta dalla volontà individuale di chi non vuole conoscere confini alla propria [[libertà]]».</ref> del suo libro ''Il nostro e l'altrui individualismo. Riflessioni storico-critiche su l'anarchia'', stampato nella Tipografia Servadei nel [[1907]]. Leda ed Ugo, sostenuti da [[Olimpio Ballerini]] <ref>[http://www.arivista.org/?nr=310&pag=65.htm ''Una pietra miliare'']</ref>, marito della nota anarchica fiorentina [[Teresa Fabbrini]], fondano anche la [[Casa Editrice Rafanelli-Polli]]. Frequenta gli scrittori italiani più conosciuti dell'epoca (Papini, Prezzolini, Palazzechi) e i rappresentanti del [[futurismo]] (Russolo, Boccioni, Marinetti), che poi la portano a legarsi sentimentalmente a [[Carlo Carrà]], con il quale vive un rapporto breve ma intenso e che avvicinerà temporaneamente Carrà all'[[anarchismo]] <ref name="carrà ">Al rapporto fra i due [[futuristi di sinistra]] è dedicato il libro di Alberto Ciampi (grande esperto di anarcofuturismo) ''Leda Rafanelli - Carlo Carrà: un romanzo, arte e politica in un incontro''.</ref>.  
 
[[File:Ledar15.png|thumb|left|250px|«Djali signor mio», manoscritto di Leda ([[1912]]-[[1913]])]]
Rientrata in [[Italia]], Leda è molto vicina ideologicamente all'amico [[Pietro Gori]] ed è stimata da [[Armando Borghi]] per la sua linea politica libertaria, a tal punto che le chiede di scrivere la prefazione <ref>Dalla prefazione: «Il [[Armando Borghi|Borghi]], affrontando la questione vitale dimostrando la degenerazione della concezione anarchista nella corrente organizzatrice e la esagerazione dell'egoismo stirneriano, porta la sua opinione leale alla luce [...] mi sembra già di sentire l'aspra critica dei compagni di estrema nemici acerrimi di tutto ciò che ha l'apparenza di stare tra la destra e la sinistra senza battere una via propria. Ma dal momento che la via da noi seguita ci sembra la via più dritta, logico è per noi lasciare la tortuosità di una organizzazione di partito che fa ai pugni con l'indole essenziale indipendente dei singoli anarchici, come pure di fuggire le esagerazioni delle teorie del forte pensatore [[Stirner]], le quali teorie, mentre possono avere un gran valore come potenzialità intellettuale e originale di un individuo, adattate alle lotte sociali e battezzate per la più pura concezione dell'anarchismo verrebbero ad essere una nuova tirannia e una nuova imposizione esercitata dall'individuo forte a danno dell'individuo debole, istituendo una nuova legge, non sancita dai codici, ma imposta dalla volontà individuale di chi non vuole conoscere confini alla propria libertà».</ref> del suo libro ''Il nostro e l'altrui individualismo. Riflessioni storico-critiche su l'anarchia'', stampato nella Tipografia Servadei nel [[1907]]. Leda ed Ugo, sostenuti da [[Olimpio Ballerini]] <ref>[http://www.arivista.org/?nr=310&pag=65.htm Riferimento a Ballerini]</ref>, marito della nota anarchica fiorentina [[Teresa Fabbrini]], fondano anche la [[Casa Editrice Rafanelli-Polli]]. Frequenta gli scrittori italiani più conosciuti dell'epoca (Papini, Prezzolini, Palazzechi) e i rappresentanti del [[futurismo]] (Russolo, Boccioni, Marinetti), che poi la portano a legarsi sentimentalmente a [[Carlo Carrà]], con il quale vive un rapporto breve ma intenso e che avvicinerà temporaneamente Carrà all'[[anarchismo]] <ref name="carrà ">Al rapporto fra i due [[futuristi di sinistra]] è dedicato il libro di Alberto Ciampi (grande esperto di anarco futurismo) ''Leda Rafanelli, Carlo Carrà: un romanzo, arte e politica in un incontro''</ref>.  
[[File:Ledar15.png|thumb|left|140px|«Djali signor mio», manoscritto di Leda ([[1912]]-[[1913]])]]
Nel [[1907]] fonda insieme a [[Giuseppe Monnanni]] la rivista individualista d'idee e d'arte ''[[Vir]]'', vicina alle posizioni [[anarco-futurismo|anarco-futuriste]] e il cui primo editoriale è redatto da [[Oberdan Gigli]]. Sempre con il solito compagno, [[Giuseppe Monnanni]], fonderà anche «La Sciarpa Nera».
Nel [[1907]] fonda insieme a [[Giuseppe Monnanni]] la rivista individualista d'idee e d'arte ''[[Vir]]'', vicina alle posizioni [[anarco-futurismo|anarco-futuriste]] e il cui primo editoriale è redatto da [[Oberdan Gigli]]. Sempre con il solito compagno, [[Giuseppe Monnanni]], fonderà anche «La Sciarpa Nera».
Nel [[1910]], da una relazione con l'editore anarchico [[Giuseppe Monnanni]] conosciuto nel [[1907]], nasce il figlio Marsilio. In questo periodo pubblica anche alcuni romanzi e saggi: ''Bozzetti sociali'', ''Seme nuovo'', ''Verso la Siberia'', ''Scene della rivoluzione russa''.  
Nel [[1910]], da una relazione con l'editore anarchico [[Giuseppe Monnanni]] conosciuto nel [[1907]], nasce il figlio Marsilio. In questo periodo pubblica anche alcuni romanzi e saggi: ''Bozzetti sociali'', ''Seme nuovo'', ''Verso la Siberia'', ''Scene della rivoluzione russa''.  


Con gli anarchici [[Ettore Molinari]] <ref>[http://www.francoangeli.it/Ricerca/Scheda_Libro.asp?ID=11443&Tipo=Libro&titolo=Errico+Malatesta+e+il+movimento+anarchico+italiano+e+internazionale.+1872-1932 Ettore Molinari] è stato uno scienziato anarchico a cui è stato intitolato l'omonimo istituto tecnico industriale di Milano, dopo la Liberazione. Antecedentemente l'istituto era intitolato ad [[Italo Balbo]]</ref> e [[Nella Giacomelli]] <ref>[http://www.bibliotecamai.org/cataloghi_inventari/archivi/archivi_collezioni_doc/inventario_molinari/inventario_molinari.html Nella Giacomelli], anarchica e collaboratrice di [[Ettore Molinari]] </ref> entra a far parte del comitato di redazione della «[[La Protesta Umana]]» ([[1906]]-[[1909]]) e collabora a svariate pubblicazioni libertarie come «[[Il Pensiero]]», di [[Pietro Gori]] e [[Luigi Fabbri]], poi anche «[[Il Libertario]]», «[[Il Grido della folla]]», «[[Volontà]]», «[[La Blouse]]» ([[1906]]-[[1910]]), «[[La Donna Libertaria]]» (Parma, [[1912]]-[[1913]]), ecc.  
Con gli anarchici [[Ettore Molinari]] <ref>[http://www.francoangeli.it/Ricerca/Scheda_Libro.asp?ID=11443&Tipo=Libro&titolo=Errico+Malatesta+e+il+movimento+anarchico+italiano+e+internazionale.+1872-1932 Ettore Molinari] è stato uno scienziato anarchico a cui è stato intitolato l'omonimo istituto tecnico industriale di Milano, dopo la Liberazione. Antecedentemente l'istituto era intitolato ad Italo Balbo.</ref> e [[Nella Giacomelli]] <ref>[https://archive.is/dh4D Nella Giacomelli], anarchica e collaboratrice di [[Ettore Molinari]].</ref> entra a far parte del comitato di redazione de «[[La Protesta Umana]]» ([[1906]]-[[1909]]) e collabora a svariate pubblicazioni libertarie come «[[Il Pensiero]]», di [[Pietro Gori]] e [[Luigi Fabbri]], poi anche «[[Il Libertario]]», «[[Il Grido della Folla]]», «[[Volontà]]», «[[La Blouse]]» ([[1906]]-[[1910]]), «[[La Donna Libertaria]]» (Parma, [[1912]]-[[1913]])ecc.  


Gli stessi [[Ettore|Molinari]] e [[Nella Giacomelli|Giacomelli]] sostengono e spingono Leda a fondare nel [[1910]] la [[Società Editrice Sociale]], forse la più importante casa editrice Libertaria italiana, grazie alla quale Leda pubblicherà le riviste «La Rivolta» ([[1910]]) e «La Libertà» (fra il [[1913]] ed [[1914]]). Più avanti si impegna nella costituzione di una nuova casa editrice libertaria, la «Casa Editrice Monnanni».
Gli stessi [[Ettore|Molinari]] e [[Nella Giacomelli|Giacomelli]] sostengono e spingono Leda a fondare nel [[1910]] la [[Società Editrice Sociale]], forse la più importante casa editrice Libertaria italiana, grazie alla quale Leda pubblicherà le riviste «La Rivolta» ([[1910]]) e «La Libertà» (fra il [[1913]] ed [[1914]]). Più avanti si impegna nella costituzione di una nuova casa editrice libertaria, la «Casa Editrice Monnanni».


Leda entra in contrasto con i firmatari del [[Manifesto dei Sedici]] ([[1915]]), tra cui lo stesso [[Kropotkin]], che, seppur per breve tempo, appoggiarono l'"Intesa" con l'intenzione di trasformare la guerra mondiale in [[rivoluzione sociale]] <ref>[http://archive.is/bU5Ar da "Le monde diplomatique"]</ref> <ref> «La Libertà», numero 12 del [[1 marzo|1° Marzo]] [[1915]]</ref>. Leda, coerentemente con le sue posizioni [[pacifismo|pacifiste]], si attiva nella penisola per propagare l'[[antimilitarismo]], poiché lei crede che le tendenze [[anarco-individualismo|anarco-individualiste]] più genuine sono in antitesi ai dettami democratico-borghesi su cui invece si basano i guerrafondai.
Leda entra in contrasto con i firmatari del [[Manifesto dei Sedici]] ([[1915]]), tra cui lo stesso [[Kropotkin]], che, seppur per breve tempo, appoggiarono l'"Intesa" con l'intenzione di trasformare la guerra mondiale in [[rivoluzione sociale]] <ref>Da [http://archive.is/bU5Ar ''Attualità dell'utopia''] di Geraldina Colotti.</ref> <ref>''La Libertà'', [[1 marzo|1° marzo]] [[1915]].</ref>. Leda, coerentemente con le sue posizioni [[pacifismo|pacifiste]], si attiva nella penisola per propagare l'[[antimilitarismo]], poiché lei crede che le tendenze [[anarco-individualismo|anarco-individualiste]] più genuine sono in antitesi ai dettami democratico-borghesi su cui invece si basano i guerrafondai.


===Il "rapporto" con Mussolini===
===Il "rapporto" con Mussolini===
È questo il periodo in cui Mussolini, al momento socialista, sottopone Leda ad un serrato corteggiamento <ref>[http://www.arivista.org/?nr=269&pag=41.htm Articolo sul rapporto Mussolini-Rafanelli di Felice Accame]</ref>. Il rapporto, che è stato soprattutto epistolare, è poi trasformato da Leda stessa in un libro intitolato ''Una donna e Mussolini: la corrispondenza amorosa'', costituito da quaranta lettere inviate alla Rafanelli dal futuro dittatore [[Fascismo|fascista]]. Secondo Alessandra Pierotti, nipote di Leda, fu un corteggiamento che non ottenne risultati concreti: «Perché Mussolini le parlò della sua "domestica tribù" dicendo che doveva portarli al mare. E fra tante idee "peregrine" di Leda c'era, fondamentalmente, questa: mai rovinare una famiglia».
È questo il periodo in cui Mussolini, al momento socialista, sottopone Leda ad un serrato corteggiamento <ref name="FA">[http://www.arivista.org/?nr=269&pag=41.htm ''Per Leda Rafanelli]'', articolo di Fellice Accame sul rapporto Mussolini-Rafanelli.</ref>. Il rapporto, che è stato soprattutto epistolare, è poi trasformato da Leda stessa in un libro intitolato ''Una donna e Mussolini: la corrispondenza amorosa'', costituito da quaranta lettere inviate alla Rafanelli dal futuro dittatore [[Fascismo|fascista]]. Secondo Alessandra Pierotti, nipote di Leda, fu un corteggiamento che non ottenne risultati concreti: «Perché Mussolini le parlò della sua "domestica tribù" dicendo che doveva portarli al mare. E fra tante idee "peregrine" di Leda c'era, fondamentalmente, questa: mai rovinare una famiglia».


Occorre ricordare che nel periodo preso in considerazione ([[1913]]-[[1914]]), Mussolini era un noto [[socialista rivoluzionario]] ed aveva partecipato alla [[settimana rossa]] appoggiando l'insurrezione con comizi ed articoli <ref>[http://archive.is/MN22l Mussolini e la Settimana Rossa]</ref>. Lo stesso [[Lenin]] si era espresso benignamente verso Mussolini, allora direttore dell'«Avanti!», ipotizzando per lui il ruolo di un futuro dirigente della [[rivoluzione]]. Se Leda negò sempre di esser stata amante di Mussolini, quest'ultimo invece se ne vantava, poiché d'altronde mai avrebbe potuto ammettere di esser stato rifiutato da una donna, visto che parte della sua immagine nazional popolare si fondava sulle sue "indiscusse ed indiscutibili" capacità di "maratoneta instancabile" nei rapporti con le "femmine" <ref>[hhttp://www.arivista.org/?nr=272&pag=48.htm Lettera dal titolo ''Leda, mia nonna'']</ref>.
Occorre ricordare che nel periodo preso in considerazione ([[1913]]-[[1914]]), Mussolini era un noto [[socialista rivoluzionario]] ed aveva partecipato alla [[settimana rossa]] appoggiando l'insurrezione con comizi ed articoli <ref>[http://archive.is/MN22l ''Mussolini e la Settimana Rossa'']</ref>. Lo stesso [[Lenin]] si era espresso benignamente verso Mussolini, allora direttore dell'«Avanti!», ipotizzando per lui il ruolo di un futuro dirigente della [[rivoluzione]]. Se Leda negò sempre di esser stata amante di Mussolini, quest'ultimo invece se ne vantava, poiché d'altronde mai avrebbe potuto ammettere di esser stato rifiutato da una donna, visto che parte della sua immagine nazional popolare si fondava sulle sue "indiscusse ed indiscutibili" capacità di "maratoneta instancabile" nei rapporti con le "femmine" <ref>[http://www.arivista.org/?nr=272&pag=48.htm ''Leda, mia nonna''] di Vega Monanni.</ref>.


=== Durante e dopo il regime fascista ===
=== Durante e dopo il regime fascista ===
Leda Rafanelli nel [[1921]] pubblica ''Incantamento'', ma già nel [[1922]] il [[Fascismo|fascismo]] è in piena ascesa e utilizza gli strumenti "legali" in suo possesso per [[repressione|reprimere]] ogni forma di pubblicazione che si oppone al regime. Contestualmente, per quanto riguarda la vicenda di Leda, proprio nel [[1922]] il regime chiude la «[[Società Editrice Sociale]]» <ref name="francia">Il sito francese
Leda Rafanelli nel [[1921]] pubblica ''Incantamento'', ma già nel [[1922]] il [[Fascismo|fascismo]] è in piena ascesa e utilizza gli strumenti "legali" in suo possesso per [[repressione|reprimere]] ogni forma di pubblicazione che si oppone al regime. Contestualmente, per quanto riguarda la vicenda di Leda, proprio nel [[1922]] il regime chiude la «[[Società Editrice Sociale]]» <ref name="francia">Un [http://www.estelnegre.org/anarcoefemerides/0407.html sito francese] sostiene invece che la chiusura avenne il [[7 febbraio]] [[1923]] e che questa portò anche all'arresto, per un breve periodo, di Leda, [[Carlo Molaschi]], [[Fioravante Meniconi]] ecc.</ref>. La «Casa Editrice Monanni» sarà invece soppressa dal regime "solo" nel [[1933]]. Del [[1922]] sono ancora i lavori di Leda dal titolo ''Donne e femmine'' e ''L'oasi''. Questa ultima opera, che è una fiera denuncia contro il [[colonialismo]], è di particolare importanza perché viene pubblicata sotto falso nome durante la [[repressione]] fascista ai danni della Resistenza libica, in cui parte focale avevano i seguaci del sufismo dell'ordine musulmano della Senussiya <ref>[http://www.sufi.it/Islam/nisa/Leda.htm Documento] su Leda Rafanelli.</ref>.  
[http://www.estelnegre.org/anarcoefemerides/0407.html Anarcoefemèrides del 4 de juliol] sostiene invece che la chiusura avenne il [[7 febbraio]] [[1923]] e che questa portò anche all'arresto, per un breve periodo, di Leda, [[Carlo Molaschi]], [[Fioravante Meniconi]] ecc. </ref>. La «Casa Editrice Monanni» sarà invece soppressa dal regime "solo" nel [[1933]]. Del [[1922]] sono ancora i lavori di Leda dal titolo ''Donne e femmine'' e ''L'oasi''. Questa ultima opera, che è una fiera denuncia contro il [[colonialismo]], è di particolare importanza perché viene pubblicata sotto falso nome durante la [[repressione]] fascista ai danni della Resistenza libica, in cui parte focale avevano i seguaci del sufismo dell'ordine musulmano della Senussiya <ref>[http://www.sufi.it/Islam/nisa/Leda.htm Documento su Leda Rafanelli]</ref>.  


[[Gino Cerrito]] <ref>Cerrito, docente universitario studioso del movimento anarchico, già consigliere dell'Istituto storico delal resistenza in Toscana, autore di numerosi libri sul movimento operaio anarchico e socialista</ref> in ''L'antimilitarismo anarchico in Italia nel primo ventennio del secolo'', critica la maniera in cui Leda viveva il suo "essere anarchica", non condividendo la sua fede sufista o asserti del genere: «l'anarchico dovrebbe essere un individuo superiore per natura da cui si evince che nessuna educazione può cambiare il sentimento intimo che dà la personalità all'individuo» <ref>"Rivolta", Milano 30 aprile 1910, Pag. 13, vedere nota  23. Il trafiletto e di Leda  Rafanelli, Educazione e sentimenti</ref>, quindi almeno in parte in contrasto con le tesi del grande [[pedagogia|pedagogo]] anarchico [[Francisco Ferrer y Guardia]].
[[Gino Cerrito]] <ref>[[Gino Cerrito|Cerrito]], docente universitario studioso del movimento anarchico, già consigliere dell'Istituto storico della Resistenza in Toscana, autore di numerosi libri sul movimento operaio anarchico e [[socialista]].</ref> in ''L'antimilitarismo anarchico in Italia nel primo ventennio del secolo'' critica la maniera in cui Leda viveva il suo "essere anarchica", non condividendo la sua fede sufista o asserti del genere: «l'anarchico dovrebbe essere un individuo superiore per natura da cui si evince che nessuna educazione può cambiare il sentimento intimo che dà la personalità all'individuo» <ref>''Educazione e sentimenti'', in ''Rivolta'', Milano, [[30 aprile]] [[1910]].</ref> (asserzione almeno in parte in contrasto con le tesi del grande [[pedagogia|pedagogo]] anarchico [[Francisco Ferrer y Guardia]]).


Se però si legge l'''Elogio funebre per Dante Carnesecchi'', anarchico trucidato a tradimento dai carabinieri, ci si rende conto che nel movimento anarchico legato all'[[futuristi di sinistra|anarco-futurismo]] erano abbastanza normali i richiami all'anarchico quale "persona superiore", in linea col pensiero futurista di [[Mario Carli]], per cui la nota di Leda Rafanelli non dovrebbe stupire più di tanto.
Se però si legge l'''Elogio funebre per Dante Carnesecchi'', anarchico trucidato a tradimento dai carabinieri, ci si rende conto che nel movimento anarchico legato all'[[futuristi di sinistra|anarco-futurismo]] erano abbastanza normali i richiami all'anarchico quale "persona superiore", in linea col pensiero futurista di [[Mario Carli]], per cui la nota di Leda Rafanelli non dovrebbe stupire più di tanto.
:'''Elogio funebre di [[Auro D'Arcola|Auro d'Arcola]], pubblicato in [[L'Adunata dei Refrattari]]''',  '''''"I nostri caduti: Dante Carnesecchi":'''''
: «... Gran parte delle sue gesta rimarranno per sempre ignorate, poiché, solo a compierle, ne portò il segreto alla tomba nessuno poteva esercitare un qualsiasi ascendente su di lui. Refrattario ad ogni influenza esteriore, egli era all'altezza delle sue azioni, che mandava in piena consapevolezza ad effetto, fidando solo sulle sue forze. Ogni progetto, riduceva alle proporzioni di un operazione aritmetica, accomunando ad un estrema audacia un'estrema prudenza, una piena sicurezza in sé, ed una risolutezza tacita quanto irriducibile. Nello sport quotidiano allenava il corpo alla resistenza, all'agilità, all'acrobazia, alla velocità, e il polso alla fermezza; nella temperanza scrupolosa conservava la pienezza del suo vigore fisico e della sua lucidità mentale; nella musica ricercava le intime sensazioni per ricrearsi liberamente lo spirito.  Perciò egli era boxeur, lottatore, ciclista, automobilista, corridore, acrobata, tiratore impareggiabile...» <ref name="firma"> Si noti lo stile che si rifà ai dettami di [[Mario Carli]], uno dei fondatori del [[futurismo]]</ref> <ref> [http://digilander.libero.it/gasparo/Dante.htm Dante Carnesecchi, Una leggenda anarchica] </ref>.


In altri scritti Leda sostiene di esere in grado di leggere la mano <ref>[http://www.arivista.org/?nr=269&pag=41.htm Per Leda Rafanelli di Fellice Accame]</ref>. Fermo restando queste indiscutibili critiche, occorre comunque rimarcare che Leda fu fedele al [[internazionalismo|pensiero anarchico internazionalista]] ed [[eguaglianza|eguaglitario]]: come facesse a far convivere entro di sé l'[[anarchismo]], il [[sufismo]] e alcune credenze popolari è però una questione sua personale e non politica. Richiamandoci proprio a questo carattere mistico presente in Leda, ella quando si trova a dover fronteggiare enormi difficoltà economiche prende ad esercitare il mestiere di chiromante tra Milano e Genova. Nel contempo scrive ancora ''Nada'', ''La signora mia nonna'', ''Le memorie di una chiromante'', romanzi che parzialmente si rifanno all'atmosfera orientale della sua gioventù. ''Le memorie di una chiromante'', ovviamente hanno carattere autobiografico con esplicito riferimento allo strano mestiere che le forniva i quattrini per vivere. Verso la fine della sua vita, Leda dà lezioni di arabo e collabora ad «[[Umanità Nova]]». Finita la convivenza con Monanni, a cui segue la morte del figlio, Leda muore a Genova il [[13 settembre]] [[1971]].  
Elogio funebre di [[Auro D'Arcola|Auro d'Arcola]], pubblicato in [[L'Adunata dei Refrattari]], ''I nostri caduti: Dante Carnesecchi'':
: «[...] Gran parte delle sue gesta rimarranno per sempre ignorate, poiché, solo a compierle, ne portò il segreto alla tomba nessuno poteva esercitare un qualsiasi ascendente su di lui. Refrattario ad ogni influenza esteriore, egli era all'altezza delle sue azioni, che mandava in piena consapevolezza ad effetto, fidando solo sulle sue forze. Ogni progetto, riduceva alle proporzioni di un operazione aritmetica, accomunando ad un estrema audacia un'estrema prudenza, una piena sicurezza in sé, ed una risolutezza tacita quanto irriducibile. Nello sport quotidiano allenava il corpo alla resistenza, all'agilità, all'acrobazia, alla velocità, e il polso alla fermezza; nella temperanza scrupolosa conservava la pienezza del suo vigore fisico e della sua lucidità mentale; nella musica ricercava le intime sensazioni per ricrearsi liberamente lo spirito. Perciò egli era boxeur, lottatore, ciclista, automobilista, corridore, acrobata, tiratore impareggiabile [...]» <ref name="firma"> Si noti lo stile che si rifà ai dettami di [[Mario Carli]], uno dei fondatori del [[futurismo]].</ref> <ref>[https://web.archive.org/web/20110608210650/http://digilander.libero.it/gasparo/Dante.htm ''Dante Carnesecchi'']</ref>.


È da rimarcare che durante il [[Fascismo|fascismo]] Leda si nasconde, ma in seguito, a fascismo caduto, viene trovata tra la sua documentazione una nota scritta di suo pugno sulla prima pagina del suo opuscolo, ''Abbasso la guerra!'' ([[1915]]): «'''Opuscolo letto e approvato, in tutto, dal mio amico d'allora BM che divenne poi guerrista e poi fascista, capo del governo per 25 anni e poi ucciso dai gloriosi partigiani'''» <ref name="bm">[http://www.socialismolibertario.it/leda_rafanelli.htm da "socialismolibertario.it"]</ref>. Questa breve nota dimostra la considerazione che aveva del "duce", ed inoltre, nonostante la vita complicatissima da lei vissuta, anche a causa del suo carattere particolare, [[antifascismo|antifascista]] era ed antifascista rimase sino alla sua morte.
In altri scritti Leda sostiene di esere in grado di leggere la mano <ref name="FA"></ref>. Fermo restando queste indiscutibili critiche, occorre comunque rimarcare che Leda fu fedele al [[internazionalismo|pensiero anarchico internazionalista]] ed [[eguaglianza|eguaglitario]]: come facesse a far convivere entro di sé l'[[anarchismo]], il [[sufismo]] e alcune credenze popolari è però una questione sua personale e non politica. Richiamandoci proprio a questo carattere mistico presente in Leda, ella quando si trova a dover fronteggiare enormi difficoltà economiche prende ad esercitare il mestiere di chiromante tra Milano e Genova. Nel contempo scrive ancora ''Nada'', ''La signora mia nonna'', ''Le memorie di una chiromante'', romanzi che parzialmente si rifanno all'atmosfera orientale della sua gioventù. ''Le memorie di una chiromante'', ovviamente hanno carattere autobiografico con esplicito riferimento allo strano mestiere che le forniva i quattrini per vivere. Verso la fine della sua vita, Leda dà lezioni di arabo e collabora ad «[[Umanità Nova]]». Finita la convivenza con Monanni, a cui segue la morte del figlio, Leda muore a Genova il [[13 settembre]] [[1971]].
 
È da rimarcare che durante il [[Fascismo|fascismo]] Leda si nasconde, ma in seguito, a fascismo caduto, viene trovata tra la sua documentazione una nota scritta di suo pugno sulla prima pagina del suo opuscolo, ''Abbasso la guerra!'' ([[1915]]): «'''Opuscolo letto e approvato, in tutto, dal mio amico d'allora BM che divenne poi guerrista e poi fascista, capo del governo per 25 anni e poi ucciso dai gloriosi partigiani'''» <ref name="bm">Da [http://www.socialismolibertario.it/leda_rafanelli.htm ''Leda Rafanelli (1880-1971)''].</ref>. Questa breve nota dimostra la considerazione che aveva del "duce", ed inoltre, nonostante la vita complicatissima da lei vissuta, anche a causa del suo carattere particolare, [[antifascismo|antifascista]] era ed antifascista rimase sino alla sua morte.


== Note ==
== Note ==
<references/>
<references/>
== Opere==
== Opere==
Le opere di Leda Rafanelli sono state in parte raccolte da [[Aurelio Chessa]] <ref>[http://panizzi.comune.re.it/Sezione.jsp?titolo=Archivio%20Berneri%20-%20Biblioteca&idSezione=680 '''Archivio Famiglia Berneri-Chessa''']
Le opere di Leda Rafanelli sono state in parte raccolte da [[Aurelio Chessa]], considerato la memoria storica dell'[[anarchismo]] italiano, presso l'[[Archivio Berneri Chessa]], diretto attualmente a Reggio Emilia dalla figlia di [[Aurelio Chessa|Aurelio]], Fiamma Chessa. Recentemente sono stati acquisiti tutti i lavori ancora reperibili di Leda Rafanelli, con opere anche inedite, ed è stato costituito il ''Fondo Leda Rafanelli''.  
</ref>, considerato la memoria storica dell'[[anarchismo]] italiano, presso l''''Archivio Famiglia [[Camillo Berneri|Berneri]]''', oggi intitolato “'''Berneri-Chessa'''” e diretto attualmente a Reggio Emilia dalla figlia di [[Aurelio Chessa|Aurelio]], Fiamma Chessa. Recentemente sono stati acquisiti tutti i lavori ancora reperibili di Leda Rafanelli, con opere anche inedite, ed è stato costituito il ''Fondo Leda Rafanelli''.  


===Opere di Leda Rafanelli===
===Opere di Leda Rafanelli===
 
*''[https://www.academia.edu/56801155/Leda_Rafanelli_ALLE_MADRI_ITALIANE_EDUCAZIONE_E_RELIGIONE_1901 Alle madri italiane]'', Nerbini, 1902
*''Una donna e Mussolini: la corrispondenza amorosa'', Rizzoli, 1975
*''La bastarda del principe. Madre coronata e madre plebea'', Nerbini, 1904
*''L'eroe della folla'', Casa Editrice sociale, 1925
*''Una tragedia'', Rafanelli-Polli, 1904
*''La caserma... scuola della nazione''
*''Un sogno d'amore: romanzo sociale'', Nerbini, 1905
*''Alle madri italiane'', Nerbini
*''Le memorie di un prete: romanzo'', Nerbini, 1906
*''Lavoratori'', 1959
*''Bozzetti sociali'', Casa editrice sociale, 1921
*''La "castità " clericale'', Società Ed. Milanese
*''Valida braccia: opusculo di propaganda contro la costruzione di nuove carceri'', Rafanelli-Polli, 1907
*''Per l'idea nostra. Raccolta di articoli e bozzetti di propaganda'', Rafanelli-Polli
*''Amando e combattendo. Racconto sociale'', Serantoni, 1906
*''Amando e combattendo. Racconto sociale'', Serantoni, 1906
*''Società presente e società avvenire'', Libr. editrice Rafanelli-Polli, 1907
*''[https://www.academia.edu/56803887/Leda_Rafanelli_A_LEVA_SCHIAVA_RELIGIONE_1907 A l'Eva schiava (Religione)]'', Rafanelli-Polli, 1907
*''La corona e la blouse: confronto sociale Biblioteca della rivista di letteratura operaia'', "La blouse"
*''Valide braccia: opusculo di propaganda contro la costruzione di nuove carceri'', Rafanelli-Polli, 1907
*''Seme nuovo. Romanzo'', Società editoriale milanese, 1912
*''La corona e la blouse: confronto sociale'', Biblioteca della rivista di letteratura operaia, 1907
*''La bastarda del principe. Madre coronata e madre plebea'', Nerbini, 1904
*''Società presente e società avvenire'', Rafanelli-Polli, 1907
*''Contro la scuola'', Tip. Polli, 1907
*''Contro la scuola'', Polli, 1907
*''La scuola borghese'', Libreria editrice sociale
*''Per l'idea nostra. Raccolta di articoli e bozzetti di propaganda'', Rafanelli-Polli, 1908
*''Un'anarchica femminista e rivoluzionaria eccezionale'', Archivio Famiglia Berneri, 1995
*''[https://mega.nz/file/fM52nRAB#ev93JNvRDCbnh2yN2LMYary2A5fh_mHuV7gqcwbfBkE La caserma... scuola della Nazione]'', Libreria Sociologica, 1909
*''Una tragedia'', Rafanelli-Polli
*''[https://www.bfscollezionidigitali.org/oggetti/19497-alloperaio-dellofficina-ai-lavoratori-del-mare-della-terra-del-sottosuolo-ai-refrattari-ai-paria-ai-vili-ai-venduti-leda-rafanelli Lavoratori!]'', Libreria Editrice Sociale, 1910
*''Bozzetti sociali''
*''La "castità" clericale'', Società Editoriale Milanese, 1910
*''Verso la Siberia''
*''[https://www.bfscollezionidigitali.org/oggetti/19498-la-scuola-borghese-leda-rafanelli La scuola borghese]'', Libreria Editrice Sociale, 1910
*''Scene della [[La Rivoluzione Russa|rivoluzione russa]]''
*''Verso la Siberia: scene della rivoluzione russa'', Società Editoriale Milanese, 1910
*''Incantamento''
*''Seme nuovo. Romanzo'', Società Editoriale Milanese, 1912
*''La signora mia nonna''
*''Abbasso la guerra!'', Società Editrice Milanese, 1915
*''Donne e femmine''
*''Bozzetti sociali'', Casa Editrice Sociale, 1921
*''L'oasi''
*''Donne e femmine: novelle'', Casa Editrice Sociale, 1922
*''Nada''
*''L'eroe della folla'', Casa Editrice Sociale, 1925
*''Le memorie di una chiromante''
*''Come una meteora: romanzo'', Morreale Editore, 1926
*''Vedere il mondo: avventure di due ragazzi eritrei'', Antonio Vallardi, 1939
*''Una donna e Mussolini'', Rizzoli, 1946
*''Un'anarchica femminista e rivoluzionaria eccezionale'', [[Archivio Famiglia Berneri]], 1995
*''Le memorie di una chiromante'', Nerosubianco, 2010 (a cura di M. M. Cappellini)
*''L'oasi. Romanzo arabo'', Corsiero Editore, 2017 (a cura di M. M. Cappellini) (prima edizione: 1929)
*''Incantamento'', Corsiero Editore, 2022 (a cura di M. M. Cappellini) (prima edizione: 1921)
*''Nada: romanzo'' (inedito)
*''La signora mia nonna: romanzo'' (inedito)


===Opere su Leda Rafanelli ===
===Opere su Leda Rafanelli ===
*Giorgio Pini, ''Mussolini, l'uomo e l'opera'', Duilio Susmel, La Fenice, 1953
*Giorgio Pini, ''Mussolini, l'uomo e l'opera'', Duilio Susmel, La Fenice, 1953
*C. Cusin, ''Anarchia e romanziera: Leda Rafanelli'', [[Archivio Famiglia Camillo Berneri]], 1995
*''Un Trentennio di attività anarchica (1914-1945)'', Edizioni L'Antistato, 1953
*Marino Parenti, ''Rarità bibliografiche dell'Ottocento. Materiali e pretesti per una storia'', Sansoni, 1953
*Paolo Monelli, ''Mussolini: piccolo borghese'', Garzanti, 1965
*Brunello Vigezzi, ''L'Italia di fronte alla Prima guerra mondiale'', Ricciardi, 1966
*Robert  Michels, ''La sociologia del partito politico nella democrazia moderna'', Il Mulino, 1966
*Istituto di Studi Storico-Politici di Firenze, ''Il Pensiero politico'', Olschki, 1968
*Enzo Santarelli, ''Il socialismo anarchico in Italia'', Feltrinelli, 1973
*Arnaldo Nesti, ''Gesù socialista: una tradizione popolare italiana, 1880-1920'', Claudiana, 1974
*Luigi Ambrosoli, ''I periodici operai e socialisti di Varese dal 1860 al 1926'',  SugarCo, 1975
*Emilio  Gentile, ''Mussolini e La Voce'', Sansoni, 1976
*[[Pier Carlo Masini]], ''Storia degli anarchici italiani nell'epoca degli attentati'', Rizzoli, 1981
*Emilio Gentile, ''Il mito dello Stato nuovo dall'antigiolittismo al fascismo'', Laterza, 1982
*Emilio Gentile, ''Il mito dello Stato nuovo dall'antigiolittismo al fascismo'', Laterza, 1982
*Alberto Ciampi, ''Futuristi e anarchici: quali rapporti?'', 1999
*Giorgio Sacchetti ''Sovversivi in Toscana (1900-1919)'', Altre Edizioni, 1983
*Emilio  Gentile, ''Mussolini e La Voce'', G. C. Sansoni, 1976
*Umberto Carpi, ''L'estrema avanguardia del Novecento'', Editori Riuniti, 1985
*Paolo Monelli, ''Mussolini: piccolo borghese'', Garzanti, 1965
*Andrea Chersi, ''Lavoratori italiani in Brasile: un secolo di storia sociale dell'altra'', Galzerano, 1985
*Alberto Ciampi, ''Leda Rafanelli - [[Carlo Carrà]]: un romanzo: arte e politica in un incontro'', Centro Internazionale della Grafica, 2005
*Giuseppe Galzerano, ''[[Gaetano Bresci]]: la vita, l'attentato, il processo e la morte del regicida'', Galzerano, 1988
*Giuseppe Galzerano, ''[[Gaetano Bresci]]: la vita, l'attentato, il processo e la morte del regicida'', Galzerano, 1988
*Guido Bonsaver, ''Censorship and Literature in Fascist Italy'', University of Toronto Press, 2007
*Renzo De Felice, George Lachmann Mosse, ''Futurismo, cultura e politica'', Fondazione Giovanni Agnelli, 1988
*Peter Neville, ''Mussolini'', Hoepli, 2004
*Nicla Capitini Maccabruni, ''Liberali, socialisti e Camera del lavoro a Firenze nell'età giolittiana'', Olschki, 1990
*Valentina De Giorgi, ''Mussolini. Glorie e disonori del primo Novecento italiano'', Alpha Test, 2004
*Renzo De Felice, ''Mussolini'', Einaudi
*Cesare Bermani, ''Il bambino è servito: leggende metropolitane in Italia'', Hoepli, 1991
*Cesare Bermani, ''Il bambino è servito: leggende metropolitane in Italia'', Hoepli, 1991
*Walter Binni, ''La Rassegna della letteratura italiana'', Le lettere, 1993
*Rinaldina Russell, ''Italian Women Writers: A Bio-Bibliographical Sourcebook'',  Greenwood Press, 1994
*C. Cusin, ''Anarchia e romanziera: Leda Rafanelli'', [[Archivio Famiglia Berneri]], 1995
*Aurelio Lepre, ''Mussolini l'italiano: il Duce nel mito e nella realtà '', Mondadori, 1995
*Mario Celli e Domenico Olivieri, ''Le metamorfosi di Mussolini: l'uomo più discusso di questo secolo'', Grafica Artigiana, 1995
*Giuseppe Tricoli, ''Benito Mussolini: l'uomo, il rivoluzionario, lo statista e la sua formazione'', La Navicella, 1996
*Giuseppe Tricoli, ''Benito Mussolini: l'uomo, il rivoluzionario, lo statista e la sua formazione'', La Navicella, 1996
*Mario Celli, ''Le metamorfosi di Mussolini: l'uomo più discusso di questo secolo'', Domenico Olivieri, Grafica Artigiana, 1995
*Günter Berghaus, ''Futurism and Politics: Between Anarchist Rebellion and Fascist Reaction 1909-1944'', Berghahn Books, 1996
*Brunello Vigezzi, ''L'Italia di fronte alla prima guerra mondiale'', R. Ricciardi, 1966
*Laura Alfonso ed Edgar Rodrigues, ''Dizionario autori: italiani contemporanei'', Miano, 1996
*Renzo De Felice, George Lachmann Mosse, ''Futurismo, cultura e politica'', Fondazione Giovanni Agnelli, 1988
*Renzo De Felice, ''Mussolini'', Einaudi, 1997
*Walter Binni, ''La Rassegna della letteratura italiana'', Le lettere, 1993
*Alberto Ciampi, ''Futuristi e anarchici: quali rapporti?'', [[Archivio Famiglia Berneri]], 1999
*Istituto di Studi Storico-Politici (Firenze), ''Il Pensiero politico'', L.S. Olschki, 1968
*[[Pier Carlo Masini]], ''Mussolini: la maschera del dittatore'', [[Biblioteca Franco Serantini]], 1999
*Marino Parenti, ''Rarità bibliografiche dell'Ottocento: Materiali e pretesti per una storia'', Sansoni, 1953
*Robert  Michels, ''La sociologia del partito politico nella democrazia moderna'', Il Mulino, 1966
*Enzo Santarelli, ''Il socialismo anarchico in Italia'', Feltrinelli, 1973
*Aurelio Lepre, ''Mussolini l'italiano: il Duce nel mito e nella realtà '', A. Mondadori, 1995
*Simonetta Falasca Zamponi, ''Lo spettacolo del fascismo'', Hoepli, 2003
*Simonetta Falasca Zamponi, ''Lo spettacolo del fascismo'', Hoepli, 2003
*Umberto Carpi, ''L'estrema avanguardia del Novecento'', Editori Riuniti, 1985
*Valentina De Giorgi, ''Mussolini. Glorie e disonori del primo Novecento italiano'', Alpha Test, 2004
*Nicola Capitini, ''Liberali, socialisti e Camera del lavoro a Firenze nell'età giolittiana'', Maccabruni Olschki, 1990
*Peter Neville, ''Mussolini'', Hoepli, 2004
*[[Pier Carlo Masini]] <ref>Masini, nato nel [[1923]], negli anni '30 si avvicina all'[[antifascismo]] frequentando le associazioni studentesche fiorentine che fan riferimento a [[Tristano Codignola]]. Teorico del [[liberalsocialismo]], partecipa alla rivista "Argomenti"; arrestato, è condannato a tre anni di confino nel [[1942]], poi si avvicina in seguito al [[PCI]] ma è contrario alla linea opportunistica di Togliatti. Nel [[1945]], conosciuto [[Alfonso Failla]] a Livorno, si avvicina al pensiero anarchico e partecipa alla ristrutturazione della [[FAI]] ed alle difficili scelte e scissioni in seno alla stessa, che portano, fra l'altro, alla nascita dei [[Gruppi Anarchici di Azione Proletaria]]. Si può ritenere fra i dirigenti anarchici di maggior spicco, anche per il tempo dedicato alla stesura di parti della storia dell'[[anarchia]], sempre con notevole competenza ed acutezza di analisi. Si veda inoltre: [https://web.archive.org/web/20060520040342/http://www.romacivica.net/anpiroma/antifascismo/biografie%20antifascisti69.html Biografia redatta dall'ANPI] </ref>, ''Storia degli anarchici italiani nell'epoca degli attentati'', Rizzoli, 1981
*Alberto Ciampi, ''Leda Rafanelli - [[Carlo Carrà]]: un romanzo: arte e politica in un incontro'', Centro Internazionale della Grafica, 2005
*[[Pier Carlo Masini]], ''Mussolini: la maschera del dittatore'', [[Biblioteca Franco Serantini]], 1999
*Guido Bonsaver, ''Censorship and Literature in Fascist Italy'', University of Toronto Press, 2007
*Luigi Ambrosoli, ''I periodici operai e socialisti di Varese dal 1860 al 1926'',  SugarCo
*Mirella Scriboni, ''Abbasso la guerra. Voci di donne da Adua alla grande guerra'', BFS, 2008
*''Un Trentennio di attività anarchica (1914-1945)'', Anarchism Collection (Library of Congress), 1975, "[[Paul Avrich]] Collection" (Library of Congress), Edizioni "L'Antistato", 1953
*Rosanna De Longis, ''Rafanelli Leda Bruna'', in ''Dizionario biografico degli italiani'', Volume 86, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2016
*Rinaldina Russell, ''Italian Women Writers: A Bio-Bibliographical Sourcebook'', Greenwood Press
*Sara Colaone, Francesco Satta e Luca de Santi, ''Leda, che solo amore e luce ha per confine'', Coconino Press Fandango, 2016
*Arnaldo Nesti, ''Gesù socialista: una tradizione popolare italiana, 1880-1920'', Claudiana, 1974
*Laura Alfonso, Edgar Rodrigues, ''Dizionario autori: italiani contemporanei'', G. Miano, 1996
*Andrea Chersi, ''Lavoratori italiani in Brasile: un secolo di storia sociale dell'altra'',  Galzerano, 1985
*Günter  Berghaus, ''Futurism and Politics: Between Anarchist Rebellion and Fascist Reaction 1909-1944'', Berghahn Books, 1996
 
===== Note bibliografiche =====
<references/>
 
== Collegamenti esterni ==
*[http://goriblogstoria.blogspot.com/2012/11/carlo-o-gori-leda-rafanelli-pistoiese.html Leda Rafanelli: pistoiese, anarchica individualista, scrittrice, femminista, musulmana sufita, antifascista...]
*[http://www.comune.re.it/biblioteche/berneri.nsf/pagine/FF47E85A97CA32D7C1256CC4005BA855?OpenDocument Archivio Famiglia Camillo Berneri-Aurelio Chessa]
*[http://www.openstarts.units.it/dspace/bitstream/10077/8483/1/Ferri_tigor-VIII.pdf Leda Rafanelli: un anarchismo islamico?]


== Galleria fotografica ==
== Galleria fotografica ==
<gallery>
<gallery>
Image:Ledar1.png|1906
Image:Ledar1.png|1906
Riga 156: Riga 152:
Image:Ledar23.png|Milano, estate 1916
Image:Ledar23.png|Milano, estate 1916
Image:Ledar24.png|agosto-settembre 1916
Image:Ledar24.png|agosto-settembre 1916
Image:Ledar15.png|Djali signor mio, primavera-estate 1912 o 1913
Image:Ledar15.png|''Djali signor mio'', primavera-estate 1912 o 1913
Image:Ledar16.png|Scritto su papiro 1912-13
Image:Ledar16.png|Scritto su papiro, 1912-1913
</gallery>
</gallery>
== Collegamenti esterni ==
*''[http://goriblogstoria.blogspot.com/2012/11/carlo-o-gori-leda-rafanelli-pistoiese.html Leda Rafanelli: pistoiese, anarchica individualista, scrittrice, femminista, musulmana sufita, antifascista...]'' di Carlo Onofrio Gori
*''[http://www.openstarts.units.it/dspace/bitstream/10077/8483/1/Ferri_tigor-VIII.pdf Leda Rafanelli: un anarchismo islamico?]'' di Enrico Ferri


[[Categoria:Anarchiche|Rafanelli, Leda]]
[[Categoria:Anarchiche|Rafanelli, Leda]]

Versione attuale delle 18:51, 16 nov 2023

Leda Rafanelli
La "Zingara anarchica"

Leda Rafanelli (Pistoia, 4 luglio 1880 - Genova, 13 settembre 1971) è stata un'anarchica italiana, scrittrice, artista ed esponente dei futuristi di sinistra sopranominata la "Zingara anarchica".

Biografia

Leda Rafanelli nasce il 4 luglio 1880 a Pistoia, città dalla forte tradizione libertaria, da madre e padre originari di Livorno, anch'essa città storicamente considerata una "patria" dell'anarchia. Leda già da bambina mostra una grande facilità di scrittura, al punto tale che una sua poesia, Gomene, trova spazio sull'organo ufficiale di stampa del partito socialista di Filippo Turati.

Il periodo di Alessandria d'Egitto e la conversione all'Islam

Leda nel 1912

Nel 1903, con i genitori, si trasferisce ad Alessandria d'Egitto, dove la giovanissima Leda entra in contatto col gruppo anarchico della Baracca Rossa [1], frequentato anche da Giuseppe Ungaretti [2] ed Enrico Pea [3]. Leda in questa fase collabora anche con il periodico egiziano «Il Domani».

Riguardo al suo rapporto con l'Egitto scriverà in seguito: «Fin da bambina ho sempre detto, con ferma convinzione, che ero nata millenaria. Tutti i miei personali ricordi, i sogni, le aspirazioni, i desideri erano basati, sistemati, orientati verso l'antico Egitto, mia patria d'elezione» [4], aggiungendo inoltre che :«Nessuno, che non sia un bruto, può sfuggire alla malia del deserto, al fascino delle oasi... Chi ha vissuto qualche anno fra gli arabi ne sentirà l'influenza per sempre» [5].

L'ultimo periodo di Leda in Egitto coincide con la sua conversione al sufismo, corrente dell'Islam nella quale il rituale estetico della danza riveste una grande importanza, esempio ancora attuale e assai conosciuto sono i dervisci danzanti [6]. La conversione all'Islam (seppur ad un'ala particolare dell'Islam, che per esempio "predica" la parità tra i sessi e a cui si avvicinò anche il pittore anarchico francese Jossot, Hakim Bey ecc.) è vissuta da Leda come ribellione al mondo occidentale che vuole non solo esser egemonico dal punto di vista politico e militare ma anche culturale. Infatti, quando rientrò in Italia con il marito, l'anarchico Ugo Polli, conosciuto proprio in Egitto, pubblicherà un articolo in «La Libertà» [7], in cui metterà a confronto lo stile di vita cristiano-occidentale con quello islamico.

L'attività antimilitarista alla vigilia della Prima guerra mondiale

Dopo essere entrata nell'ottica dell'anarco-individualismo, Leda mostra affinità verso il socialismo libertario, allontanandosi dall'individualismo di stampo violento e dalle errate interpretazioni del pensiero di Max Stirner che condussero, secondo lei, molti anarchici verso posizioni asociali e di stampo borghese. Non a caso, durante la Prima guerra mondiale molti anarco-individualisti appoggeranno l'intervento a fianco dell'Intesa.

Rientrata in Italia, Leda è molto vicina ideologicamente all'amico Pietro Gori ed è stimata da Armando Borghi per la sua linea politica libertaria, a tal punto che le chiede di scrivere la prefazione [8] del suo libro Il nostro e l'altrui individualismo. Riflessioni storico-critiche su l'anarchia, stampato nella Tipografia Servadei nel 1907. Leda ed Ugo, sostenuti da Olimpio Ballerini [9], marito della nota anarchica fiorentina Teresa Fabbrini, fondano anche la Casa Editrice Rafanelli-Polli. Frequenta gli scrittori italiani più conosciuti dell'epoca (Papini, Prezzolini, Palazzechi) e i rappresentanti del futurismo (Russolo, Boccioni, Marinetti), che poi la portano a legarsi sentimentalmente a Carlo Carrà, con il quale vive un rapporto breve ma intenso e che avvicinerà temporaneamente Carrà all'anarchismo [10].

«Djali signor mio», manoscritto di Leda (1912-1913)

Nel 1907 fonda insieme a Giuseppe Monnanni la rivista individualista d'idee e d'arte Vir, vicina alle posizioni anarco-futuriste e il cui primo editoriale è redatto da Oberdan Gigli. Sempre con il solito compagno, Giuseppe Monnanni, fonderà anche «La Sciarpa Nera». Nel 1910, da una relazione con l'editore anarchico Giuseppe Monnanni conosciuto nel 1907, nasce il figlio Marsilio. In questo periodo pubblica anche alcuni romanzi e saggi: Bozzetti sociali, Seme nuovo, Verso la Siberia, Scene della rivoluzione russa.

Con gli anarchici Ettore Molinari [11] e Nella Giacomelli [12] entra a far parte del comitato di redazione de «La Protesta Umana» (1906-1909) e collabora a svariate pubblicazioni libertarie come «Il Pensiero», di Pietro Gori e Luigi Fabbri, poi anche «Il Libertario», «Il Grido della Folla», «Volontà», «La Blouse» (1906-1910), «La Donna Libertaria» (Parma, 1912-1913)ecc.

Gli stessi Molinari e Giacomelli sostengono e spingono Leda a fondare nel 1910 la Società Editrice Sociale, forse la più importante casa editrice Libertaria italiana, grazie alla quale Leda pubblicherà le riviste «La Rivolta» (1910) e «La Libertà» (fra il 1913 ed 1914). Più avanti si impegna nella costituzione di una nuova casa editrice libertaria, la «Casa Editrice Monnanni».

Leda entra in contrasto con i firmatari del Manifesto dei Sedici (1915), tra cui lo stesso Kropotkin, che, seppur per breve tempo, appoggiarono l'"Intesa" con l'intenzione di trasformare la guerra mondiale in rivoluzione sociale [13] [14]. Leda, coerentemente con le sue posizioni pacifiste, si attiva nella penisola per propagare l'antimilitarismo, poiché lei crede che le tendenze anarco-individualiste più genuine sono in antitesi ai dettami democratico-borghesi su cui invece si basano i guerrafondai.

Il "rapporto" con Mussolini

È questo il periodo in cui Mussolini, al momento socialista, sottopone Leda ad un serrato corteggiamento [15]. Il rapporto, che è stato soprattutto epistolare, è poi trasformato da Leda stessa in un libro intitolato Una donna e Mussolini: la corrispondenza amorosa, costituito da quaranta lettere inviate alla Rafanelli dal futuro dittatore fascista. Secondo Alessandra Pierotti, nipote di Leda, fu un corteggiamento che non ottenne risultati concreti: «Perché Mussolini le parlò della sua "domestica tribù" dicendo che doveva portarli al mare. E fra tante idee "peregrine" di Leda c'era, fondamentalmente, questa: mai rovinare una famiglia».

Occorre ricordare che nel periodo preso in considerazione (1913-1914), Mussolini era un noto socialista rivoluzionario ed aveva partecipato alla settimana rossa appoggiando l'insurrezione con comizi ed articoli [16]. Lo stesso Lenin si era espresso benignamente verso Mussolini, allora direttore dell'«Avanti!», ipotizzando per lui il ruolo di un futuro dirigente della rivoluzione. Se Leda negò sempre di esser stata amante di Mussolini, quest'ultimo invece se ne vantava, poiché d'altronde mai avrebbe potuto ammettere di esser stato rifiutato da una donna, visto che parte della sua immagine nazional popolare si fondava sulle sue "indiscusse ed indiscutibili" capacità di "maratoneta instancabile" nei rapporti con le "femmine" [17].

Durante e dopo il regime fascista

Leda Rafanelli nel 1921 pubblica Incantamento, ma già nel 1922 il fascismo è in piena ascesa e utilizza gli strumenti "legali" in suo possesso per reprimere ogni forma di pubblicazione che si oppone al regime. Contestualmente, per quanto riguarda la vicenda di Leda, proprio nel 1922 il regime chiude la «Società Editrice Sociale» [18]. La «Casa Editrice Monanni» sarà invece soppressa dal regime "solo" nel 1933. Del 1922 sono ancora i lavori di Leda dal titolo Donne e femmine e L'oasi. Questa ultima opera, che è una fiera denuncia contro il colonialismo, è di particolare importanza perché viene pubblicata sotto falso nome durante la repressione fascista ai danni della Resistenza libica, in cui parte focale avevano i seguaci del sufismo dell'ordine musulmano della Senussiya [19].

Gino Cerrito [20] in L'antimilitarismo anarchico in Italia nel primo ventennio del secolo critica la maniera in cui Leda viveva il suo "essere anarchica", non condividendo la sua fede sufista o asserti del genere: «l'anarchico dovrebbe essere un individuo superiore per natura da cui si evince che nessuna educazione può cambiare il sentimento intimo che dà la personalità all'individuo» [21] (asserzione almeno in parte in contrasto con le tesi del grande pedagogo anarchico Francisco Ferrer y Guardia).

Se però si legge l'Elogio funebre per Dante Carnesecchi, anarchico trucidato a tradimento dai carabinieri, ci si rende conto che nel movimento anarchico legato all'anarco-futurismo erano abbastanza normali i richiami all'anarchico quale "persona superiore", in linea col pensiero futurista di Mario Carli, per cui la nota di Leda Rafanelli non dovrebbe stupire più di tanto.

Elogio funebre di Auro d'Arcola, pubblicato in L'Adunata dei Refrattari, I nostri caduti: Dante Carnesecchi:

«[...] Gran parte delle sue gesta rimarranno per sempre ignorate, poiché, solo a compierle, ne portò il segreto alla tomba nessuno poteva esercitare un qualsiasi ascendente su di lui. Refrattario ad ogni influenza esteriore, egli era all'altezza delle sue azioni, che mandava in piena consapevolezza ad effetto, fidando solo sulle sue forze. Ogni progetto, riduceva alle proporzioni di un operazione aritmetica, accomunando ad un estrema audacia un'estrema prudenza, una piena sicurezza in sé, ed una risolutezza tacita quanto irriducibile. Nello sport quotidiano allenava il corpo alla resistenza, all'agilità, all'acrobazia, alla velocità, e il polso alla fermezza; nella temperanza scrupolosa conservava la pienezza del suo vigore fisico e della sua lucidità mentale; nella musica ricercava le intime sensazioni per ricrearsi liberamente lo spirito. Perciò egli era boxeur, lottatore, ciclista, automobilista, corridore, acrobata, tiratore impareggiabile [...]» [22] [23].

In altri scritti Leda sostiene di esere in grado di leggere la mano [15]. Fermo restando queste indiscutibili critiche, occorre comunque rimarcare che Leda fu fedele al pensiero anarchico internazionalista ed eguaglitario: come facesse a far convivere entro di sé l'anarchismo, il sufismo e alcune credenze popolari è però una questione sua personale e non politica. Richiamandoci proprio a questo carattere mistico presente in Leda, ella quando si trova a dover fronteggiare enormi difficoltà economiche prende ad esercitare il mestiere di chiromante tra Milano e Genova. Nel contempo scrive ancora Nada, La signora mia nonna, Le memorie di una chiromante, romanzi che parzialmente si rifanno all'atmosfera orientale della sua gioventù. Le memorie di una chiromante, ovviamente hanno carattere autobiografico con esplicito riferimento allo strano mestiere che le forniva i quattrini per vivere. Verso la fine della sua vita, Leda dà lezioni di arabo e collabora ad «Umanità Nova». Finita la convivenza con Monanni, a cui segue la morte del figlio, Leda muore a Genova il 13 settembre 1971.

È da rimarcare che durante il fascismo Leda si nasconde, ma in seguito, a fascismo caduto, viene trovata tra la sua documentazione una nota scritta di suo pugno sulla prima pagina del suo opuscolo, Abbasso la guerra! (1915): «Opuscolo letto e approvato, in tutto, dal mio amico d'allora BM che divenne poi guerrista e poi fascista, capo del governo per 25 anni e poi ucciso dai gloriosi partigiani» [24]. Questa breve nota dimostra la considerazione che aveva del "duce", ed inoltre, nonostante la vita complicatissima da lei vissuta, anche a causa del suo carattere particolare, antifascista era ed antifascista rimase sino alla sua morte.

Note

  1. Alla Baracca Rossa non si facevano solo discorsi teorici, ma si agiva anche nella pratica, come quando alcuni marinai russi, fermi nel porto di Alessandria, disertarono. Fatti prigionieri, furono rinchiusi in alcuni vagoni ferroviari per essere riportati alle navi, che poi sarebbero ritornate in patria. A questo punto gli anarchici della Baracca Rossa, tra cui Ungaretti, si stesero sui binari per non far passare il treno.
  2. Giuseppe Ungaretti diverrà interventista e fascista nel proseguo, anche se in una maniera molto singolare. Si veda: Giuseppe Ungaretti (1888-1970) e Ungaretti e il fascismo.
  3. Delle vicende della Baracca Rossa ne parla anche Maurizio Maggiani ne Il coraggio del pettirosso.
  4. Da Memorie di una chiromante.
  5. Da L'oasi.
  6. La danza dei dervisci giranti
  7. La Libertà, 5 maggio 1914.
  8. Dalla prefazione: «Il Borghi, affrontando la questione vitale dimostrando la degenerazione della concezione anarchista nella corrente organizzatrice e la esagerazione dell'egoismo stirneriano, porta la sua opinione leale alla luce [...] mi sembra già di sentire l'aspra critica dei compagni di estrema nemici acerrimi di tutto ciò che ha l'apparenza di stare tra la destra e la sinistra senza battere una via propria. Ma dal momento che la via da noi seguita ci sembra la via più dritta, logico è per noi lasciare la tortuosità di una organizzazione di partito che fa ai pugni con l'indole essenziale indipendente dei singoli anarchici, come pure di fuggire le esagerazioni delle teorie del forte pensatore Stirner, le quali teorie, mentre possono avere un gran valore come potenzialità intellettuale e originale di un individuo, adattate alle lotte sociali e battezzate per la più pura concezione dell'anarchismo verrebbero ad essere una nuova tirannia e una nuova imposizione esercitata dall'individuo forte a danno dell'individuo debole, istituendo una nuova legge, non sancita dai codici, ma imposta dalla volontà individuale di chi non vuole conoscere confini alla propria libertà».
  9. Una pietra miliare
  10. Al rapporto fra i due futuristi di sinistra è dedicato il libro di Alberto Ciampi (grande esperto di anarcofuturismo) Leda Rafanelli - Carlo Carrà: un romanzo, arte e politica in un incontro.
  11. Ettore Molinari è stato uno scienziato anarchico a cui è stato intitolato l'omonimo istituto tecnico industriale di Milano, dopo la Liberazione. Antecedentemente l'istituto era intitolato ad Italo Balbo.
  12. Nella Giacomelli, anarchica e collaboratrice di Ettore Molinari.
  13. Da Attualità dell'utopia di Geraldina Colotti.
  14. La Libertà, 1° marzo 1915.
  15. 15,0 15,1 Per Leda Rafanelli, articolo di Fellice Accame sul rapporto Mussolini-Rafanelli.
  16. Mussolini e la Settimana Rossa
  17. Leda, mia nonna di Vega Monanni.
  18. Un sito francese sostiene invece che la chiusura avenne il 7 febbraio 1923 e che questa portò anche all'arresto, per un breve periodo, di Leda, Carlo Molaschi, Fioravante Meniconi ecc.
  19. Documento su Leda Rafanelli.
  20. Cerrito, docente universitario studioso del movimento anarchico, già consigliere dell'Istituto storico della Resistenza in Toscana, autore di numerosi libri sul movimento operaio anarchico e socialista.
  21. Educazione e sentimenti, in Rivolta, Milano, 30 aprile 1910.
  22. Si noti lo stile che si rifà ai dettami di Mario Carli, uno dei fondatori del futurismo.
  23. Dante Carnesecchi
  24. Da Leda Rafanelli (1880-1971).

Opere

Le opere di Leda Rafanelli sono state in parte raccolte da Aurelio Chessa, considerato la memoria storica dell'anarchismo italiano, presso l'Archivio Berneri Chessa, diretto attualmente a Reggio Emilia dalla figlia di Aurelio, Fiamma Chessa. Recentemente sono stati acquisiti tutti i lavori ancora reperibili di Leda Rafanelli, con opere anche inedite, ed è stato costituito il Fondo Leda Rafanelli.

Opere di Leda Rafanelli

  • Alle madri italiane, Nerbini, 1902
  • La bastarda del principe. Madre coronata e madre plebea, Nerbini, 1904
  • Una tragedia, Rafanelli-Polli, 1904
  • Un sogno d'amore: romanzo sociale, Nerbini, 1905
  • Le memorie di un prete: romanzo, Nerbini, 1906
  • Amando e combattendo. Racconto sociale, Serantoni, 1906
  • A l'Eva schiava (Religione), Rafanelli-Polli, 1907
  • Valide braccia: opusculo di propaganda contro la costruzione di nuove carceri, Rafanelli-Polli, 1907
  • La corona e la blouse: confronto sociale, Biblioteca della rivista di letteratura operaia, 1907
  • Società presente e società avvenire, Rafanelli-Polli, 1907
  • Contro la scuola, Polli, 1907
  • Per l'idea nostra. Raccolta di articoli e bozzetti di propaganda, Rafanelli-Polli, 1908
  • La caserma... scuola della Nazione, Libreria Sociologica, 1909
  • Lavoratori!, Libreria Editrice Sociale, 1910
  • La "castità" clericale, Società Editoriale Milanese, 1910
  • La scuola borghese, Libreria Editrice Sociale, 1910
  • Verso la Siberia: scene della rivoluzione russa, Società Editoriale Milanese, 1910
  • Seme nuovo. Romanzo, Società Editoriale Milanese, 1912
  • Abbasso la guerra!, Società Editrice Milanese, 1915
  • Bozzetti sociali, Casa Editrice Sociale, 1921
  • Donne e femmine: novelle, Casa Editrice Sociale, 1922
  • L'eroe della folla, Casa Editrice Sociale, 1925
  • Come una meteora: romanzo, Morreale Editore, 1926
  • Vedere il mondo: avventure di due ragazzi eritrei, Antonio Vallardi, 1939
  • Una donna e Mussolini, Rizzoli, 1946
  • Un'anarchica femminista e rivoluzionaria eccezionale, Archivio Famiglia Berneri, 1995
  • Le memorie di una chiromante, Nerosubianco, 2010 (a cura di M. M. Cappellini)
  • L'oasi. Romanzo arabo, Corsiero Editore, 2017 (a cura di M. M. Cappellini) (prima edizione: 1929)
  • Incantamento, Corsiero Editore, 2022 (a cura di M. M. Cappellini) (prima edizione: 1921)
  • Nada: romanzo (inedito)
  • La signora mia nonna: romanzo (inedito)

Opere su Leda Rafanelli

  • Giorgio Pini, Mussolini, l'uomo e l'opera, Duilio Susmel, La Fenice, 1953
  • Un Trentennio di attività anarchica (1914-1945), Edizioni L'Antistato, 1953
  • Marino Parenti, Rarità bibliografiche dell'Ottocento. Materiali e pretesti per una storia, Sansoni, 1953
  • Paolo Monelli, Mussolini: piccolo borghese, Garzanti, 1965
  • Brunello Vigezzi, L'Italia di fronte alla Prima guerra mondiale, Ricciardi, 1966
  • Robert Michels, La sociologia del partito politico nella democrazia moderna, Il Mulino, 1966
  • Istituto di Studi Storico-Politici di Firenze, Il Pensiero politico, Olschki, 1968
  • Enzo Santarelli, Il socialismo anarchico in Italia, Feltrinelli, 1973
  • Arnaldo Nesti, Gesù socialista: una tradizione popolare italiana, 1880-1920, Claudiana, 1974
  • Luigi Ambrosoli, I periodici operai e socialisti di Varese dal 1860 al 1926, SugarCo, 1975
  • Emilio Gentile, Mussolini e La Voce, Sansoni, 1976
  • Pier Carlo Masini, Storia degli anarchici italiani nell'epoca degli attentati, Rizzoli, 1981
  • Emilio Gentile, Il mito dello Stato nuovo dall'antigiolittismo al fascismo, Laterza, 1982
  • Giorgio Sacchetti Sovversivi in Toscana (1900-1919), Altre Edizioni, 1983
  • Umberto Carpi, L'estrema avanguardia del Novecento, Editori Riuniti, 1985
  • Andrea Chersi, Lavoratori italiani in Brasile: un secolo di storia sociale dell'altra, Galzerano, 1985
  • Giuseppe Galzerano, Gaetano Bresci: la vita, l'attentato, il processo e la morte del regicida, Galzerano, 1988
  • Renzo De Felice, George Lachmann Mosse, Futurismo, cultura e politica, Fondazione Giovanni Agnelli, 1988
  • Nicla Capitini Maccabruni, Liberali, socialisti e Camera del lavoro a Firenze nell'età giolittiana, Olschki, 1990
  • Cesare Bermani, Il bambino è servito: leggende metropolitane in Italia, Hoepli, 1991
  • Walter Binni, La Rassegna della letteratura italiana, Le lettere, 1993
  • Rinaldina Russell, Italian Women Writers: A Bio-Bibliographical Sourcebook, Greenwood Press, 1994
  • C. Cusin, Anarchia e romanziera: Leda Rafanelli, Archivio Famiglia Berneri, 1995
  • Aurelio Lepre, Mussolini l'italiano: il Duce nel mito e nella realtà , Mondadori, 1995
  • Mario Celli e Domenico Olivieri, Le metamorfosi di Mussolini: l'uomo più discusso di questo secolo, Grafica Artigiana, 1995
  • Giuseppe Tricoli, Benito Mussolini: l'uomo, il rivoluzionario, lo statista e la sua formazione, La Navicella, 1996
  • Günter Berghaus, Futurism and Politics: Between Anarchist Rebellion and Fascist Reaction 1909-1944, Berghahn Books, 1996
  • Laura Alfonso ed Edgar Rodrigues, Dizionario autori: italiani contemporanei, Miano, 1996
  • Renzo De Felice, Mussolini, Einaudi, 1997
  • Alberto Ciampi, Futuristi e anarchici: quali rapporti?, Archivio Famiglia Berneri, 1999
  • Pier Carlo Masini, Mussolini: la maschera del dittatore, Biblioteca Franco Serantini, 1999
  • Simonetta Falasca Zamponi, Lo spettacolo del fascismo, Hoepli, 2003
  • Valentina De Giorgi, Mussolini. Glorie e disonori del primo Novecento italiano, Alpha Test, 2004
  • Peter Neville, Mussolini, Hoepli, 2004
  • Alberto Ciampi, Leda Rafanelli - Carlo Carrà: un romanzo: arte e politica in un incontro, Centro Internazionale della Grafica, 2005
  • Guido Bonsaver, Censorship and Literature in Fascist Italy, University of Toronto Press, 2007
  • Mirella Scriboni, Abbasso la guerra. Voci di donne da Adua alla grande guerra, BFS, 2008
  • Rosanna De Longis, Rafanelli Leda Bruna, in Dizionario biografico degli italiani, Volume 86, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2016
  • Sara Colaone, Francesco Satta e Luca de Santi, Leda, che solo amore e luce ha per confine, Coconino Press Fandango, 2016

Galleria fotografica

Collegamenti esterni