Tintino Rasi

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Tintino Rasi

Tintino Persio Rasi (Arcola, 15 settembre 1893 - Filadelfia, 8 luglio 1963), detto Auro D'Arcola, è stato anarchico individualista, giornalista, letterato e poeta futurista [1].

Biografia

Tintino Persio Rasi nasce ad Arcola (La Spezia) il 15 settembre 1893, primo dei sei figli (Addino, Pirse Gilda, Enrico, Tenero, Tenero Secondo detto Edmondo) dell'anarchico trentenne Marino e di Maria Manici.

Prime attività politiche: l'anarchismo

Nel 1914 compare la prima informativa su di lui nel Casellario Politico Centrale [2] (da quel momento CPC) della polizia politica italiana della Prefettura di Genova:

«Professione portalettere. È giovane di buona condotta morale, di carattere serio, bene educato, di limitata coltura e di svegliata intelligenza, ha compiuto gli studi elementari. È impiegato nell'amministrazione Postale Telegrafica e dopo essere stato fattorino telegrafico viene nominato portalettere. Ricava i mezzi di sussistenza dall'impiego che ricopre ed al quale attende con diligenza. Verso la famiglia si comporta bene. È ascritto alla setta anarchica, in precedenza non apparteneva ad alcun partito politico. Predilige la compagnia dei sovversivi e si tiene in corrispondenza con correligionari di Arcola e Spezia e cerca di fare propaganda delle sue idee fra i proseliti di Genova. Sul giornale anarchico «Il Libertario» edito a Spezia ha fatto pubblicare diversi articoli di propaganda anarchica ed uno di carattere antimilitarista. Frequenta le riunioni dei condiscepoli ed interviene ai comizi e conferenze di indole sovversiva. È immune da pregiudizi penali. Sebbene sino ora non sia da ritenere pericoloso, si ritiene opportuno far esercitare su di lui una costante sorveglianza, trattandosi di individuo piuttosto suggestionabile ed infatuato delle dottrine anarchiche e facile ad esaltarsi all'applauso dei pochi seguaci.
Il Prefetto, Genova 28 marzo»

Recatosi ad Arcola in congedo, Tintino Rasi fa attiva propaganda anarchica fra gli operai e parla in un pubblico comizio tenutosi il 15 febbraio per commemorare Giordano Bruno. Nel 1916 il Dossier CPC, categoria Complotti, riporta:

«17 dicembre. Genova.
Riferisce (Garrocciero?) che il 15 corrente pervenne un anonimo al Commissario p. s. di Sampierdarena, nel quale, l'anarchico Rasi viene indicato come uno dei membri del complotto destinato a commettere prossimi attentati alla Camera e alla persona di S. E. il Presidente del Consiglio On. Boselli.
21 dicembre.
Riferisce che il Rasi è un pericoloso anarchico, schedato, frequenta sempre la compagnia di sovversivi e fa continua propaganda delle sue idee nel pubblico, è capace di commettere atti inconsulti».

L'esilio in Sardegna

Nel 1917 viene trasferito per motivi politici in Sardegna con la compagna Ave Fossati, dove viene eletto membro del Comitato esecutivo della Camera del Lavoro di Cagliari e fa propaganda delle sue idee politiche. Nel 1918 collabora con lo pseudonimo di "Auro d'Arcola" al giornale quotidiano «Il Risveglio dell'Isola» che si pubblica a Cagliari. In unione al ligure Alberto Silicani ha tentato, però vanamente, di costituire a Cagliari un fascio delle forze rivoluzionarie sarde con la denominazione "Fascio Anarchico". Il 16 febbraio contrae matrimonio civile presso la Casa Comunale di Cagliari con Ave Fossati di Arcola. Il 24 febbraio viene assegnato al 316° Battaglione di M. T. con sede a Cagliari, ma rifiutando di combattere viene trasferito al 22° stessa arma di stanza all'Asinara. Finita la guerra, Rasi ritorna nella sua La Spezia.

Novatore, Governato e il gruppo anarco-futurista spezzino

La Spezia è una città in cui le rivolte e le insurrezioni sono all'ordine del giorno, gli anarchici liguri trovano quindi terreno fertile per portare avanti le loro battaglie [3] [4].

Nel giugno del 1919, insieme a Dante Carnesecchi, Luigi Picchioni Luigi e Pasquale Bellotti, parte dalla Spezia verso Santo Stefano (Genova) con l'intenzione di incitare alla rivolta la popolazione. Ad impedire il comizio intervengono i carabinieri, Rasi viene accusato di complicità nel ferimento del Brigadiere Blanc e si dà alla latitanza. Nel 1920, a seguito della testimonianza dello stesso Brigadiere Blanc, viene riconosciuto innocente. Nel giugno 1920, la poleveriera della Spezia viene assaltata dagli anarchici locali nel tentativo di incendiare una possibile rivoluzione sociale. I tempi forse non erano maturi e il progetto fallirà [5].

Nel 1921, con l'amico Renzo Novatore, Giovanni Governato e altri anarchici della sua tendenza e futuristi rivoluzionari, Auro D'Arcola fonda alla Spezia la rivista «Vertice», rivista anarco-futurista dal chiaro sottotitolo «Rivista anarchica e di pensiero» ed il cui motto è «Forza Bellezza-Audacia Violenza», ma che avrà breve vita.

Colpito da mandato di cattura per l'attività sovversiva si reca clandestinamente negli Stati Uniti; il 3 giugno 1922 con ordinanza della sezione d'accusa di Genova gli viene revocato il mandato di cattura e rientra in Italia. Risiede a Clivio, alloggiato presso quella Scuola Moderna razionalista anarchica. Tiene corrispondenza con la Tipografia Germinal di Pisa e spedisce mensilmente il giornale «La Scuola Moderna di Clivio» a diversi Compagni.

Dopo la morte dell'amico Dante Carnesecchi (29 marzo 1921), Tintino pubblicherà su «L'Adunata dei Refrattari» (11 maggio 1929) l'elogio funebre ititolato, I nostri caduti: Dante Carnesecchi [6].

In Francia

Nel 1923 ripara a Nizza presso il fratello. Dal fascicolo della polizia politica francese risulta:

«Arrivato in Francia il 29 settembre 1923, è titolare della carta d'identità n. I. 697.531 che gli è stata rilasciata il 10 novembre 1923 dalla Prefettura di Polizia». Da qui si trasferirà a Parigi militando attivamente in quel vivace ambiente anarchico, esprimendo posizioni individualiste ed antiorganizzatrici. Figura come responsabile, con Emile Louis Soustelle e Covinhes del settimanale di battaglia e di propaganda anarchica "La Rivendicazione", pubblicato (giugno 1923-aprile 1925) a Parigi in lingua italiana [7].

Su «La Rivendicazione», il 13 ottobre, "I Figli dell'Etna" comunicheranno l'intenzione di raccogliere gli scritti di Renzo Novatore, pubblicati nel 1924 a Siracusa col titolo Al di sopra dell'Arco.

Gli anarchici di fronte alle provocazioni di Ricciotti Garibaldi

Nuvola apps xmag.png Per approfondire, vedi anarchismo e massoneria.

Nell'agosto del 1924 partecipa alla riunione indetta a Parigi da Ugo Fedeli e Virgilio Gozzoli per valutare la proposta di partecipazione degli anarchici alla progettata spedizione militare di Ricciotti Garibaldi Junior [8] (figlio di Ricciotti Garibaldi) in Italia per rovesciare il fascismo. Nel corso dell'assemblea verrà a tale scopo costituito un Comitato Anarchico.

Il 15 ed il 16 settembre nella Maison Comune, il Comitato Anarchico organizza un'assemblea generale degli anarchici parigini di tutti gli orientamenti per fare chiarezza sulla situazione. Rasi vi prende una posizione contraria ai metodi di Garibaldi, che ritiene pericolosi sia perché comportano l'arruolamento individuale degli anarchici attraverso un tesseramento che costituisce una vera e propria schedatura, sia perché tendono a non riconoscerne l'identità e gli specifici scopi dell'azione politica, contrastanti con il nucleo di pensiero social massonico garibaldino. Armando Borghi, per evitare spaccature interne al movimento degli esuli antifascisti, propone di costituire una “Alleanza Libertaria” per armonizzare e potenziare tutte le iniziative a carattere antifascista cui partecipino gli anarchici. Di questo comitato fanno parte 20 compagni rappresentativi di tutti gli orientamenti, che godono della fiducia generale e Rasi ne entra a far parte.

Il Comitato indice il congresso costitutivo dell'Alleanza Libertaria tra tutti gli anarchici di Francia per il 26 e 27 ottobre 1924 a Levallois-Perret nella periferia di Parigi, cui sono rappresentati 23 diversi gruppi presenti in tutta la Francia. Armando Borghi e Ugo Fedeli tentano di portare la neo costituita Alleanza sulle posizioni filo garibaldine sostenute dal «gruppo Gori» [9], ma Rasi ed il "gruppo Pensiero e Azione" propongono di avviare un'azione autonoma degli anarchici presentando questo ordine del giorno:

«Il Congresso dell'Alleanza Libertaria, tenuto conto dell'o.d.g. Borghi, con cui si propone di affiatare, coordinare, armonizzare le varie iniziative d'azione nelle quali sono particolarmente impegnate le forze libertarie, si propone altresì di promuovere esso stesso come organismo tipicamente libertario una propria iniziativa d'azione, la quale, mentre risponde allo spirito d'iniziativa e d'azione a cui deve informarsi un organismo anarchico, costituisce la sua particolare ragione d'essere. Firmato Auro d'Arcola, Bifolchi, Damiano, Persici».

Questo documento viene però bocciato da 9 voti contrari, 8 favorevoli, 6 astenuti; Rasi, la redazione di «La Rivendicazione» ed il "gruppo Pensiero e Azione", messi in minoranza, separarono le loro responsabilità dall'iniziativa garibaldina costituendosi in un nuovo Gruppo di Azione Anarchica, appoggiato dagli anarchici di Moulhouse, Lyon ed altri. Il Gruppo di Azione Anarchica cercò di reperire con ogni mezzo armi e fondi per preparare un'azione, che non trovò mai concreta possibilità di realizzazione, per rovesciare il fascismo, raccogliendone le direttive nell'opuscolo Compagno Ascolta, diffuso nell'immigrazione ed introdotto clandestinamente in Italia. La lungimiranza e la fondatezza della diffidenza di Rasi nei confronti di Ricciotti Garibaldi furono clamorosamente dimostrate in tutta la loro evidenza nel novembre del 1926, il 5 novembre la polizia francese bloccò un tentativo dei fuorusciti catalani del Colonnello Macia di rientrare in Spagna, il 7 novembre i servizi di sicurezza francesi arrestarono il Colonnello Garibaldi per spionaggio in favore del governo fascista italiano che, attraverso La Polla, alto funzionario dei servizi italiani, gli aveva versato 645.000 lire.

Il nipote di Garibaldi, avvalendosi dei fondi della massoneria [10], aveva montato in grande stile due grosse trappole per i volonterosi ma ingenui fuorusciti italiani e spagnoli, che sarebbero puntualmente scattate al momento del rientro delle loro formazioni nei rispettivi paesi. La mancata adesione alle Legioni garibaldine degli anarchici rappresentati da Auro d'Arcola, dapprima in minoranza, finì col determinarne l'abbandono da parte della maggioranza del movimento anarchico, privandole della forza politica più numerosa e determinata del fuoriuscitismo italiano, questo rese praticamente impossibile realizzare la spedizione, facendo fallire la trappola del fascismo italiano e solamente l'intervento dei servizi francesi, che ne temevano i possibili risvolti internazionali negativi per il loro governo, disinnescò la trappola del fascismo spagnolo.

Nel 1925 Rasi, pur avendo partecipato in prima persona alla polemica antigaribaldina che aveva diviso e scosso il movimento anarchico, aderì all'iniziativa congiunta con Fedeli e Gozzoli di ricollegare il movimento. Nel marzo fusero le loro tre riviste dando voce comune alla rivista «La Tempra». Su questa linea, con Raffaele Schiavina e Armando Borghi, prese parte all'elaborazione del progetto di pubblicare un settimanale da diffondere in tutta la Francia «che rilevi dal marasma attuale il movimento nostro». Il progetto prevedeva che egli avrebbe fatto parte del Consiglio di redazione di dieci membri, che gli articoli polemici sarebbero stati pubblicati, se firmati, nella sola Rubrica Libera senza commenti da parte della redazione, formato su cinque colonne, tiratura iniziale prevista in 3500 copie.

Ma la polemica garibaldina riesplose, il 1° maggio Paolo Schicchi iniziò a pubblicare violenti attacchi ai "garibaldinisti", colpevoli di averlo diffamato in alcune conferenze tenute da Erasmo Abate in Nord America, questi continuarono a gettare legna sul fuoco con apposite pubblicazioni. L'11 giugno nella manifestazione unitaria antifascista per commemorare la morte di Matteotti, scoppiò una grande rissa tra gli anarchici delle due fazioni. Sul numero unico "garibaldinista" «Polemiche Nostre», Messerotti attaccò Rasi, che pure non era entrato in questo scontro, definendolo «mummia, letterato a 20 cent. il metro», Tintino reagì pubblicando «La Nostra Polemica» [11] Il progetto del grande settimanale unitario ne risultò irreparabilmente compromesso. Dal novembre Rasi figura come responsabile, con Férandel, Fedeli (Hugo Treni) e Virgilio Gozzoli del mensile «La rivista internazionale anarchica», pubblicato a Parigi in lingua italiana [12]. Scrive la prefazione biografica di Al disopra dell'arco: arte libera di uno spirito libero (Prometeo), poema di pubblicazione postuma di Renzo Novatore, appendice di Totò di Mauro, illustrato da G. Scaccia, edito a Siracusa da I figli dell'Etna (reperibile presso Cira di Losanna).

Espulsione e rientro in Francia

Testata de l'Iconoclasta!

Sempre nel 1925 escono sette numeri dell'«Iconoclasta!». Da alcuni mesi lavora alla tipografia "La Fraternelle", Rue Piscèrècourt 55, diretta dall'anarchico Sébastien Faure. A Parigi figura come responsabile, con R. Goutière, del foglio anarchico «La Quale, dinamico ufficioso degli ignoranti», pubblicato in lingua italiana a Parigi [13].

Colonna Ascaso (qui ripresa ad Aragon), una delle colonne più famose che operò durante la Rivoluzione spagnola, nella quale militò Auro D'Arcola

Nel 1929, Rasi è alla direzione del giornale anarchico «Il Monito», viene arrestato ed espulso dalla Francia su pressione del governo italiano (vivrà in clandestinità tra Belgio, Francia e Stati Uniti). Rientrato in Francia nel luglio del 1935, Tintino Rasi presenta pubblicamente una relazione sul lavoro svolto dal “Comitato in favore degli esuli italiani”. Alla fine dell'anno, al Convegno anarchico di Sartrouville, aderisce al Comitato provvisorio per il diritto di asilo. L'8 aprile 1936 la polizia politica francese gli intesta il fascicolo N. 35489is (Questo fascicolo sarà poi requisito e trasferito a Berlino dalla polizia politica germanica quando i tedeschi si ritireranno dalla Francia; nel 1945 quando i russi entreranno per primi nella capitale tedesca, a loro volta, requisiranno tutti i documenti della polizia politica, portandoli a Mosca nella sede del KGB. Con la caduta del muro di Berlino i fascicoli sono stati restituiti ai Paesi di provenienza, la Francia ha messo i propri a disposizione degli studiosi, in un archivio di Fontainebleau dal 2006. Non ci si può esimere dal sottolineare l'amore irrefrenabile di tutti i regimi politici, di qualsiasi presunta collocazione ideale, per la schedatura di qualsiasi forma di pensiero indipendente. Su questo documento, completato da 8 fotografie segnaletiche datate 23 febbraio 1929, Tintino Rasi, espulso dalla Francia con decreto ministeriale del 16 settembre 1927, notificato il 29 febbraio 1929, è così descritto:

«Professione: militante libertario italiano, espulso dalla Francia, sollecita l'autorizzazione a risiedere a Parigi».

A Parigi è l'animatore del Comitato Pro Spagna di appoggio e rifornimento ai compagni accorsi in Catalogna, poi di soccorso a quanti riescono a ripiegare in Francia. Il 2 luglio in un locale di Parigi tiene una relazione sul lavoro svolto in favore dei profughi dal Comitato per il diritto di asilo e dalla C.G.T. 1937, gli anarchici della regione parigina nominano il nuovo comitato pro-Spagna nelle persone di Auro D'Arcola (Rasi Tintino), Remo Franchini, Savino Fornasari, Onofrio Gilioli, certo Polidori, non meglio indicato, e Vando Mistani.

Il fascicolo CPC, telegramma dell'11 marzo spedito dall'Ambasciata d'Italia di Parigi al Ministero dell'Interno, riporta anche: «La notizia comunicata con la Ministeriale che si risponde è esatta. Il Rasi trovasi effettivamente in Spagna arruolato nelle milizie rosse della colonna Ascaso». [14]

Rasi partecipa alla riunione anarchica di Sartrouville del gennaio 1937 per esaminare i rapporti tra anarchici e comunisti. Rasi viene inoltre scelto come membro del comitato parigino “Pro Spagna” per partecipare ad un ristretto raduno anarchico internazionale che doveva aver luogo a Barcellona il 13 giugno.

Negli Stati Uniti

A metà 1938 ripara negli Stati Uniti dove parteciperà al foglio anarchico «Chanteclair», da New York si trasferisce a Filadelfia.

Nel 1942 scrive, con lo pseudonimo di Gold O'Bay, La Produccion: sus bases, sus medios, sus funciones y sus propositos [15]; La produzione: le sue basi, i suoi mezzi, le sue funzioni, i suoi scopi, Newark (New Jersey), Gruppi riuniti dell'antracite, 1942 [16].

Muore a Philadelphia l'8 luglio 1963. Il n. 15 di Sabato 27 luglio de «L'Adunata dei Refrattari» di New York pubblica il seguente necrologio nella rubrica Quelli che ci lasciano:

«Da Philadelphia il compagno Luigi Alleva annuncia che lunedì, 8 luglio, è deceduto in un ospedale di quella città PERSIO RASI da oltre un quarantennio conosciuto nel movimento anarchico d'Europa e d'America con i pseudonimi di "Auro d'Arcola" e di "Gold O' Bay". Era sulla settantina e si sapeva da tempo gravemente ammalato. Oriundo dalla regione della Spezia, aveva aderito giovane al nostro movimento e collaborò a molte pubblicazioni d'Italia e dell'estero: "L'Avvenire Anarchico", la "Rivendicazione" (da lui fondata a Parigi nel 1923), "Il Monito", la rivista "Veglia", poi, venuto negli Stati Uniti, all'"Adunata". 2001 - A cura di Ezio Godoli viene pubblicato "Il Dizionario del Futurismo", Firenze, Vallecchi, 2001, Rasi figura nel Vol. II K-Z: "Poeta, letterato, anarchico nel 1921 assume con Novatore la direzione letteraria di Vertice (La Spezia, 1921) mentre quella artistica è affidata al pittore anarco-futurista Giovanni Governato. Sull'anarco-futurismo del gruppo della Spezia (composto da Rasi, Governato e Novatore) si apre un acceso dibattito su "La Testa di Ferro" (Fiume-Milano, 1920-1921) che riguarda anche le tesi esposte in Al di là del Comunismo di Marinetti, che interverrà direttamente nella polemica (Carpi 1985). Anche su Nichilismo (Milano 1920-1921), Rasi sarà coinvolto (assieme a Novatore) in polemiche per le sue posizioni politico-artistiche. Lo stesso gruppo (Novatore-Rasi-Governato) è presente ne Il Proletario (Pontremoli, 1922). Nel mensile Anarchismo (Pisa, 1922), di cui è redattore, Rasi pubblica le poesie Uomo dico a te! e 2 Novembre-La voce dei morti (1.11.1922) e il monologo in versi Giovane vestito da ergastolano, recante sulla blouse il n. 1442 (3.12.1922), usando lo pseudonimo Auro d'Arcola; anche a questo periodico collabora come illustratore Governato. In seguito all'avvento del fascismo, è costretto a lasciare l'Italia e si rifugia in Francia, quindi in Inghilterra ed infine in America. A Parigi dirige La Rivendicazione (1923) e, assieme allo scrittore e pittore V. Gozzoli, sarà redattore de La Rivista Internazionale Anarchica del 1924. L'anno seguente, lo stesso gruppo pubblicherà La Tempra. Conclude il periodo francese con La Nostra Polemica (numero unico 1.11.1925) e La Quale-vivere scocciatamente (1926). A Londra (con lo pseudonimo Gold o' Bay) collabora a Commento (1924). In Spagna, nel 1936-37, scrive su Guerra di Classe, assieme a Gozzoli. Negli Stati Uniti è redattore di Chanteclair (New York, 1942-1944), sempre con Gozzoli, e pubblica poesie d'agitazione politica con lo pseudonimo Gold O' Bay. In un foglio di polemica personale Un porco a tre teste (New Jersey, s. d. v. I.S.G. Amsterdam, cassetta n. 232) assume anche lo pseudonimo Carlo Carli».

Note

  1. Articolo in gran parte estratto da Cronologia di un anarchico, Tintino Persio Rasi, di Claudio Balestri
  2. N. 13753 del 20 marzo 1914
  3. Vedi il rientro in Italia di Dante Carnesecchi
  4. Il biennio rosso spezzino
  5. L'assalto alla polveriera, Testimonianza sull'assalto alla poleveriera
  6. Elogio funebre
  7. Centre des archives contemporaines (CAC): versement 19940494, art. 59; Les Etrangers en France, Guide des sources d'archives publiques ed privées XIXe-XXe siècles, tome IV, Génèriques, Direction des Archives de France, 2005; Bibliothèque Nationale de France Tolbiac (BNF): Rez-de Jardin magasin JO-46309 (20 oct./30 nov. 1923, I nn. 8/11)
  8. Durante il periodo francese i tentativi di Ricciotti Garibaldi junior furono assai ambigui (L'intrigante soggiorno di Ricciotti Garibaldi a Riofreddo) al punto che ancora oggi è catalogato come provocatore fascista e massone inseritosi nell'ambiente del fuoriuscitismo. Ricciotti jr ebbe ottimi rapporti col fratello Ezio Garibaldi, l'unico dei figli di Ricciotti Garibaldi ad aderire ufficialmente al fascismo. In seguito, dopo l'8 settembre, Ricciotti Garibaldi Junior si schierò con gli alleati anglo-americani (Ricciotti Garibaldi e la sua attività di partigiano a Sant'Elia Fiumerapido); non è debito sapere se tale scelta sia stata fatta per mero opportunismo (come del resto fecero diversi fascisti, non quelli che mossi da buona fede passarono all'antifascismo e che pagarono pure con la vita alle Fosse Ardeatine, come per esempio l'ex fiumano maggiore Umberto Lusena, figlio del generale ebreo Leonardo Lusena, sfuggito alle leggi razziali proprio perché ex fiumano) o in buona fede per "depurarsi" dal suo passato di provocatore fascista
  9. «In campo anarchico i due raggruppamenti più attivi erano il Comitato Pro Vittime Politiche, che teneva la riunione domenicale in un retrobottega vicino a Place de la République, e il gruppo “Pietro Gori” costituito in gran parte da un nucleo di anconetani molto attivi nella città marchigiana durante il Biennio rosso» (Una vicenda rimossa, l'affaire Ricicotti jr)
  10. Contro gli intrighi massonici nel campo rivoluzionario
  11. Per approfondimenti, si legga Lo spionaggio fascista all'estero, di Camillo Berneri
  12. B.D.I.C., 4° P. 3194; Biblioteca Franco Serantini, Pisa
  13. International Institute of Social History, Amsterdam, Fiche 4058<1(1926), n. 1>; Biblioteca Franco Serantini, Pisa
  14. Secondo alcune testimonianze fornite da alcuni utenti di Wikipedia: «La moglie Ave Fossati e la figlia Superna hanno sempre recisamente sostenuto che Persio non si recò mai in Spagna»
  15. Buenos Aires, Union Anarquica Italiana, 1942 (Cira, 1942, Brochure E 05754)
  16. Cira, 1942, Brochure I 01586

Bibliografia

Articoli ed opere di Tintino Persio Rasi

  • «Anarchismo», Pisa, Cooperativa Tipografica Germinal!, 1.10.1922 (a. I, fasc. 1)/1.12.1922 (a. I, fasc. 3), mensile, redattori: Tintino Rasi (Auro d'Arcola) e Renato Siglich (Renato Souvarine), gerente Primo Di Prete, formato cm. 23,5 x 35, pagine 16, colonne 2 (uscita come supplemento de L'Avvenire Anarchico, la rivista è costretta, dopo il terzo numero, a sospendere le pubblicazioni, in seguito alla distruzione della tipografia del giornale ad opera dei fascisti).
  • «Chanteclair», Mensile antifascista, poi dall'aprile 1944 Antifascista, Bronx, New York, 10.1942 (a. I, n. 1)/3.1945 (a. III, n. 18), la numerazione è progressiva, mensile, redattore Virgilio Gozzoli (Vir), Tintino Rasi (dall'aprile 1944), formato cm. 14 x 21,7. Pagine variabili, prezzo un soldo la copia. (I.I.S.G.; MF: P. Usa, a, 37).
  • D'Arcola Auro (Persio Rasi), Virgilia D'Andrea poetessa dell'amore, Parigi, 1933.
  • «Guerra di Classe», pubblicato a Barcellona dai volontari anarchici in Spagna, diretto da Camillo Berneri.
  • «Iconoclasta», rivista mensile politico-culturale pubblicata a Parigi dal 15 maggio 1924 al 15 giugno 1925 da Virgilio Gozzoli con la collaborazione di Tintino Rasi.
  • «Il Commento», Londra, 10.9.1924/26 novembre 1924 (6 numeri), quindicinale (?), gerente Vittorio Taborelli redattore responsabile, pagine 4, colonne 4. (Pubblicazione di propaganda e di polemica antifascista, di cui figurò redattore l'anarchico comasco Vittorio Taborelli (1885-1966), un militante segnalatosi particolarmente durante il biennio rosso ed emigrato in Inghilterra intorno alla metà del 1920, che in ogni modo deve esserne considerato, con certezza, il più diretto ispiratore. Il foglio contiene costanti esortazioni a non subire passivamente i soprusi fascisti; e l'incitamento a reagirvi, piuttosto, con metodi di pari violenza. In particolare, "Gold o'Bay" (Tintino Rasi) che nei due numeri consultati vi ha firmato i numeri di fondo, reclamava apertamente "il nostro imprescrittibile diritto a difenderci e ad uccidere", nessun'altra risposta essendo più possibile dare ai crimini fascisti. "È ora di fare intendere coi fatti persuasivi che non ci adattiamo ad essere presi per uno sciame di leprotti inseguiti dal moschetto o dal pugnale del cacciatore teschiato al quale dobbiamo rendere grazie ed essere grati se scampiamo dai suoi colpi o se ci lascia breve tregua involontaria. Perché questa è la nostra umiliante e tremenda condizione da oltre tre anni ad oggi. Noi siamo cacciati come la selvaggina. E per uscirne non c'è che una via. Alla caccia all'uomo dei fascisti, deve rispondere la caccia all'uomo delle vittime" dall'articolo "L'Orda dei Fratricidi", n. 4, 22 ottobre 1924).
  • «Il Proletario», Pontremoli, 1.5.1922 viene edito un numero saggio; primo numero 5.6.1922; ultimo numero, n. 5, 12 dicembre 1922.
  • «La Nostra Polemica», Parigi, Tipografia 9 rue Louis-Blanc, numero unico 1.11.1925, direttore Tintino Rasi, gerente Covinhes, formato cm. 38 x 57, pagine 2, colonne 5. (Foglio lanciato dal Rasi quale risposta "ai calunniosi attacchi sferratici dai sedicenti anarchici di De Ambris e di Longchamps", ossia ai riferimenti polemici contenuti nel numero unico "Polemiche Nostre etc." diffuso nell'agosto di quell'anno dagli anarchici aderenti alle legioni garibaldine. Contiene in pratica un solo lunghissimo articolo di Auro d'Arcola "Liquidiamo i tristi artefici dell'impostura garibaldina", in cui sono polemicamente riepilogati gli eventi del garibaldinismo anarchico, dall'epoca in cui "in seno al Comitato antifascista...si era concretata l'iniziativa di una imminente spedizione insurrezionale capitanata da Garibaldi", fino alle polemiche più recenti). (I.I.S.G.).
  • «La Quale, Dinamico ufficioso degli ignoranti, motto: Vivere scocciatamente», Parigi, Imprimerie La Fraternelle, 55 rue Pixérécourt, 20.3.1926 (a. I, n: 1), direttore Titino Rasi, gerente R. Goutière, formato cm. 31 x 40, pagine 4, colonne 4, prezzo 6 soldi in contanti la copia. (Costituì il tentativo, rimasto però senza seguito, di dare vita ad un foglio di satira politica antifascista. Elementi di scherno sono, pertanto, tutte le istituzioni e gli uomini del Regime: Particolarmente bersagliati risultano quegli ex esponenti fascisti epurati e passati quindi, in Francia, a una dubbia attività di opposizione e di intrallazzi con gli ambienti massonici della "Lega dei Diritti dell'Uomo". Vedi "Il nuovo ministero" e i versi "Benvenuto, Cesarino!", diretti, questi ultimi, contro il fascista Cesare Rossi, uno dei principali artefici del delitto Matteotti. Oggetto di scherno figurano, altresì, i socialisti "aventiniani", satireggiati in uno scritto di chiaro sapore goliardico, "Novelle boccaccesche" a firma "Azzo d'Arezzo"). (I.I.S.G.).
  • «La Rivendicazione, Parigi», 30 giugno 1923/5 maggio 1925, direttore Tintino Rasi (Auro D'Arcola), gerente Emile Louis Soustelle. Dal 20 luglio 1923 (a. I, n. 2): Covinhes. Dal 30 agosto 1923 (a. I, n. 4; o, forse, dal numero precedente, non reperito): E. L. Soustelle. Dal 30 settembre 1923 (a I, n. 6; o, forse, dal numero precedente, non reperito): Covinhes. Formato cm. 32,5 x 49,5. Pagine 4. Escono a 2 pagine il numero supplementare del 29 luglio 1923; il n. 8 del 20 ottobre 1923; il n. 38 del 10 gennaio 1925. Colonne 4. (I.I.S.:G.). Vi collaborarono Virgilio Gozzoli ed altri elementi dell'area individualista, a causa delle difficoltà a mantenere efficaci contatti con l'Italia, finì col trattare prevalentemente problemi legati agli esuli di Francia.
  • «La Rivista Internazionale Anarchica, Rivista mensile poliglotta», Parigi, Imp. La Fraternelle, 55 rue Pixérécourt, 15.11.1924 (a. I, n. 1)/15 giugno 1925 (a. I, n. 8), mensile; redattori: Ugo Fedeli (Hugo Treni), Tintino Rasi "Auro D'Arcola", Virgilio Gozzoli; gerente Férandel, formato cm 18,5 x 27, pagine 24, a numerazione progressiva, per complessive 192 pagine, colonne 2. (I.I.S.G.; BDIC Paris, 4° P. 3194).
  • «La Tempra, Rivista Internazionale anarchica», Parigi, Imprimerie La Fraternelle, 55 rue Pixérécourt; dal 20.8.1925 (a. I, n. 2) Imprimerie de La Tempra, 9 rue Louis-Blanc, poi 72 rue des Prairies; 20.7.1925(6 numeri)/20.11.1926(11 numeri), mensile, redattori: Virgilio Gozzoli, Ugo Fedeli, Tintino Rasi, gerente Covinhes, formato cm. 18,5 x 26; pagine 28, poi 20, la numerazione è progressiva per un totale di 144 pagine nella prima annata e 256 nella seconda; prezzo 1,25 al numero. (I.I.S:G.; F. ISRT, Riv. A. LIII/1).
  • «L'Unique», bollettino indipendente inserito nella rivista Défense de l'Homme (Louis Dorlet, à Magagnosc, Alpes Maritimes), E. Armand, Orléans, 1957, riporta parte di un articolo di Auro d'Arcola del 15.10.1930 su Omar Khà yyà m.
  • Novatore Renzo, Al disopra dell'arco: arte libera di uno spirito libero, prefazione Totò di Mauro, Auro d'Arcola, illustrazioni G. Scaccia, Siracusa, I figli dell'Etna, 1924.
  • "O'Bay Gold", La grande rivoluizone in marcia, Newark N. J:, Gruppi riuniti dell'antracite, Quaderno n. 1, 1940.
  • "O'Bay Gold", Le basi della società e del diritto, Newark N. J:, Gruppi riuniti dell'antracite, Quaderno n. 2, 1940.
  • "O'Bay Gold", La produccion: sus bases, sus medios, sus funciones y sus propositos, Buenos Aires, Union Anarquica Italiana, 1942.
  • "O'Bay Gold", La produzione: le sue basi, i suoi mezzi, le sue funzioni, i suoi scopi, Newark N. J., Gruppi riuniti dell'antracite, 1942.
  • «Vertice, Rivista anarchica di arte e di pensiero», La Spezia Tipografia Sociale, poi Arcola, 2.1921, due numeri pubblicati (?), direttore Renzo Ferrari, Tintino Rasi; formato cm. 22 x 31; pagine 16, colonne 2. (Il periodico è citato da U. Fedeli nel 1963, ne sarebbero stati pubblicati due numeri sotto la direzione letteraria degli anarchici individualisti Renzo Ferrari (Renzo Novatore) e Tintino Rasi (Auro d'Arcola) e quella artistica del pittore Giovanni Governato).

Opere su Tintino Persio Rasi

  • Claudio Balestri [1] Cronologia di un anarchico, Tintino Persio Rasi, cenno biografico e tentativo di ordinamento cronologico della vita del sovversivo alias Auro o Tatiano d'Arcola, Gold O' Bay, Carlo Carli, Crespellano, 2009.
  • Luigi Di Lembo [2], Gli anarchici italiani tra le due guerre (1914-1939), Pisa, Biblioteca BFS.
  • Luigi Di Lembo [2], Borghi in Francia tra i fuoriusciti (Estate 1923-Autunno 1926) [3]
  • G. Barroero, A. Ciampi, Tintino Persio Rasi, in Dizionario biografico degli anarchici italiani, Tomo II, Pisa, BFS, 2004, pp. 409-410
  • Virgilia D'Andrea, storia di un'anarchica.
  • Mario Carli, Filippo Tommaso Marinetti, Lettere futuriste tra arte e politica.
  • Claudia Salaris, Alla festa della rivoluzione: artisti e libertari con D'Annunzio a Fiume
  • Leda Rafanelli, Alberto Ciampi, Leda Rafanelli-Carlo Carrà: un romanzo: arte e politica di un incontro
  • Alessandro Aruffo, Breve storia degli anarchici italiani: 1870-1970
  • M. Domenico Cammarota, Futurismo: bibliografia di 500 scrittori italiani, Centro internazionale studi futurismo (Museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto)
Note bibliografiche
  1. Claudio Balestri è nipote di Tintino Rasi perché figlio di sua figlia Superna ha una cugina francese: Luce Balestri, figlia dell'anarchico Gino Balestri, il cui nonno era l'anarchico Mario Lami. I fratelli Lami erano 3 ed erano tutti anarchici: Mario Lami fu condannato a 22 anni dopo l'occupazione delle fabbriche ma riusci a fuggire in Francia. Dagoberto Lami fu ucciso in carcere Ottorino Lami, sparito in Francia nel nulla nel 1939.
  2. 2,0 2,1 Luigi Di Lembo viveva a Livorno ed era ricercatore presso la Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Firenze. Autore di numerosi saggi sulla storia del movimento anarchico e su quello operaio è stato redattore della «Rivista storica dell'anarchismo» e ha collaborato al Dizionario biografico degli anarchici italiani.
  3. Secondo questo autore i giornali anarchici pubblicati a Parigi, malgrado le molte difficoltà, potevano tirare duemila copie.

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