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[[File:Ivanillich.jpg|thumb| | [[File:Ivanillich.jpg|thumb|200px|[[Ivan Illich]], anarchico che in diverse opere (es. ''Nemesi medica'') si scagliò contro l'ipermedicalizzazione dell'[[individuo]].]] | ||
Viene qui trattata la nozione di '''medicina sociale''' secondo l'approccio libertario. Come [[Malatesta]] avrebbe suggerito, la questione deve essere vista con uno spirito critico ed investigativo; non semplicemente presentando cosa si trova sotto un "mantello della rivolta". Il processo verso una "medicina sociale libertaria" non deve essere costituito da una ricerca della "[[salute]] perfetta", l'intento è piuttosto liberare le nostre vite, da istituzioni statali con tendenze oppressive e dalle loro "certezze" mitologiche. | Viene qui trattata la nozione di '''medicina sociale''' secondo l'approccio libertario. Come [[Malatesta]] avrebbe suggerito, la questione deve essere vista con uno spirito critico ed investigativo; non semplicemente presentando cosa si trova sotto un "mantello della rivolta". Il processo verso una "medicina sociale libertaria" non deve essere costituito da una ricerca della "[[salute]] perfetta", l'intento è piuttosto liberare le nostre vite, da istituzioni statali con tendenze oppressive e dalle loro "certezze" mitologiche. | ||
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* [http://fr.wikipedia.org/wiki/Hygi%C3%A8ne_vitale Hygiène vitale], Wikipédia (francese)</ref> | * [http://fr.wikipedia.org/wiki/Hygi%C3%A8ne_vitale Hygiène vitale], Wikipédia (francese)</ref> | ||
== | ==Critica della medicina ufficiale== | ||
La medicina si autoincensa | La medicina si autoincensa sostenendo che ha fatto molti passi da gigante negli ultimi decenni, tuttavia anche se è innegabile che la durata media della vita è aumentata (soprattutto a causa della diminuzione della mortalità infantile per malattie batteriche e virali), è altrettanto innegabile che è aumentata soprattutto l'incidenza di malattie degenerative come diabete mellito, osteoporosi, malattie cardio circolatorie ecc. Inoltre nonostante tutto si muore ancora di malattie croniche. Possiamo dire quindi che la medicina ha aumentato la "quantità", ma non sempre questo è coinciso con un aumento della "qualità" della vita. Questo risultato (che può essere giudicato negativo o positivo a seconda dei punti di vista) è dovuto a diversi vizi che la medicina e la farmacologia hanno sempre avuto. | ||
[[File:John Creaghe.jpg|thumb|200 px|[[John Creaghe]], medico anarchico irlandese]] | [[File:John Creaghe.jpg|thumb|200 px|[[John Creaghe]], medico anarchico irlandese]] | ||
== L'anarchismo e la medicina == | == L'anarchismo e la medicina == | ||
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==== Organizzazione della sanità ==== | ==== Organizzazione della sanità ==== | ||
[[Image:Bandera CNT-FAI.png|thumb|250px|La [[CNT | [[Image:Bandera CNT-FAI.png|thumb|250px|La [[CNT-FAI]] durante la [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|rivoluzione spagnola]] attuò un tentativo di “socializzazione medica”.]] | ||
Nel settembre [[1936]] si costituì a [[Barcellona]] il "Sindacato dei servizi sanitari della [[CNT]]". Cinque mesi dopo l'uscita di ''[[Socializzazione della Medicina]]'', si contavano 1020 medici di tutte le specialità, 3026 infermieri/e, 330 ostetriche, 633 dentisti, 71 specialisti in diatermia, 153 erboristi, 203 tirocinanti, 180 farmacisti/e, 663 aiuto farmacisti/e, 335' tecnici di laboratorio, 210 veterinari, 10 specialisti non ben definiti e un numero incerto di massaggiatori e massaggiatrici. Nel [[1937]] poco meno di | Nel settembre [[1936]] si costituì a [[Barcellona]] il "Sindacato dei servizi sanitari della [[CNT]]". Cinque mesi dopo l'uscita di ''[[Socializzazione della Medicina]]'', si contavano 1020 medici di tutte le specialità, 3026 infermieri/e, 330 ostetriche, 633 dentisti, 71 specialisti in diatermia, 153 erboristi, 203 tirocinanti, 180 farmacisti/e, 663 aiuto farmacisti/e, 335' tecnici di laboratorio, 210 veterinari, 10 specialisti non ben definiti e un numero incerto di massaggiatori e massaggiatrici. Nel [[1937]] poco meno di 40.000 membri componevano la sezione dei lavoratori della sanità della [[CNT]]. | ||
Il lavoro di queste persone, e di altre non ancora conosciute, fu non trascurabile durante l'esperienza spagnola. Scrisse [[Felix Martì Ibanez]]: | Il lavoro di queste persone, e di altre non ancora conosciute, fu non trascurabile durante l'esperienza spagnola. Scrisse [[Felix Martì Ibanez]]: | ||
: «Dal primo giorno di combattimento, noi medici della CNT, abbiamo costituito, grazie all'organizzazione sanitaria operaia, il primo controllo sanitario che è stato anche il primo sforzo di coesione organizzativa dei servizi sanitari della Catalogna. Quando il momento verrà, noi descriveremo queste giornate come frenetiche, nel corso delle quali il controllo sanitario della [[CNT]] improvvisava, ad una velocità vertiginosa, le soluzioni agli innumerevoli problemi che nascevano senza sosta». | : «Dal primo giorno di combattimento, noi medici della [[CNT]], abbiamo costituito, grazie all'organizzazione sanitaria operaia, il primo controllo sanitario che è stato anche il primo sforzo di coesione organizzativa dei servizi sanitari della Catalogna. Quando il momento verrà, noi descriveremo queste giornate come frenetiche, nel corso delle quali il controllo sanitario della [[CNT]] improvvisava, ad una velocità vertiginosa, le soluzioni agli innumerevoli problemi che nascevano senza sosta». | ||
La Catalogna fu interamente coperta da centri autonomi di [[salute]] primaria e secondaria (senza, tuttavia, che avessero l'indipendenza assoluta), affinché tutti gli individui, i villaggi e le frazioni potessero ricevere cure sanitarie adeguate. Esisteva inoltre un coordinamento, per merito dei delegati (carica perennemente revocabile), tra i centri primari e secondari, oltre ad un coordinamento inter-settoriale in cui le decisioni erano sempre prese su base [[uguaglianza|egualitaria]]. Razionali e lontano dagli interessi della medicina del settore privato, questi centri misero molta passione nella prevenzione delle malattie (Profilassi), nella loro rapida individuazione e nell'igiene. Parecchi medici lavorarono anche nella stampa per combattere i pregiudizi sociali, che riguardavano diverse disfunzioni e malattie, come le malattie veneree e l'alcolismo. | La Catalogna fu interamente coperta da centri autonomi di [[salute]] primaria e secondaria (senza, tuttavia, che avessero l'indipendenza assoluta), affinché tutti gli individui, i villaggi e le frazioni potessero ricevere cure sanitarie adeguate. Esisteva inoltre un coordinamento, per merito dei delegati (carica perennemente revocabile), tra i centri primari e secondari, oltre ad un coordinamento inter-settoriale in cui le decisioni erano sempre prese su base [[uguaglianza|egualitaria]]. Razionali e lontano dagli interessi della medicina del settore privato, questi centri misero molta passione nella prevenzione delle malattie (Profilassi), nella loro rapida individuazione e nell'igiene. Parecchi medici lavorarono anche nella stampa per combattere i pregiudizi sociali, che riguardavano diverse disfunzioni e malattie, come le malattie veneree e l'alcolismo. | ||
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È necessario evidenziare come gli anarchici non abbiano mai puntato sullo [[Stato]] per auspicare drastici cambiamenti di natura sociale: | È necessario evidenziare come gli anarchici non abbiano mai puntato sullo [[Stato]] per auspicare drastici cambiamenti di natura sociale: | ||
[[File:Paulette Brupbacher.jpg|thumb|160 px|[[Paulette Brupbacher]]]] | [[File:Paulette Brupbacher.jpg|thumb|160 px|[[Paulette Brupbacher]]]] | ||
*[[John O'Dwyer Creaghe]] ([[1841]]-[[1920]]) nasce in [[Irlanda]]. Quando nel [[1874]] si trasferisce a Buenos Aires ([[Argentina]]) si avvicina ai principi dell'[[anarchismo]]. Successivamente parte per l'[[Gran Bretagna|Inghilterra]], insediandosi nel quartiere operaio di Sheffield, guadagnandosi il rispetto dei proletari di quel quartiere. Esercita la professione medica principalmente in favore dei poveri e fonda il [[stampa anarchica|giornale]] «The Sheffield Anarchist» ([[1891]]). Nel [[1892]] lascia l'[[Inghilterra]], per ritornare in [[Argentina]], dove fonda un altro giornale, «El Oprimido». John partecipa anche alla creazione di una “Scuola Ferrer” a Lujan e in seguito partecipa attivamente alla [[Rivoluzione | *[[John O'Dwyer Creaghe]] ([[1841]]-[[1920]]) nasce in [[Irlanda]]. Quando nel [[1874]] si trasferisce a Buenos Aires ([[Argentina]]) si avvicina ai principi dell'[[anarchismo]]. Successivamente parte per l'[[Gran Bretagna|Inghilterra]], insediandosi nel quartiere operaio di Sheffield, guadagnandosi il rispetto dei proletari di quel quartiere. Esercita la professione medica principalmente in favore dei poveri e fonda il [[stampa anarchica|giornale]] «The Sheffield Anarchist» ([[1891]]). Nel [[1892]] lascia l'[[Inghilterra]], per ritornare in [[Argentina]], dove fonda un altro giornale, «El Oprimido». John partecipa anche alla creazione di una “Scuola Ferrer” a Lujan e in seguito partecipa attivamente alla [[Rivoluzione messicana|rivoluzione messicana]]. | ||
*[[Fabio Luz]] ([[1864]]-[[1938]]) scopre l'[[anarchismo]] molto giovane, sin da quando comincia la militanza nel movimento antischiavista. Si laurea in medicina, mettendosi al servizio dei poveri e fondando una clinica medica per i più indigenti, di cui si guadagna il rispetto. Pubblica «L'Ideologo» ([[1903]]), «Emancipados» ([[1906]]) e «Virgem-Mãe» ([[1908]]), ovvero le prime novelle che affrontano tematiche sociali sui problemi del [[Brasile]]. È stato medico igienista e professore, curando l'insegnamento nei corsi serali riservati agli operai (gratuiti per i più poveri) e contribuendo alla creazione dell'"Università Popolare di Rio de Janeiro" nel [[1904]]. Muore nel [[1908]], ancora pienamente convinto del valore dell'[[anarchismo]]. | *[[Fabio Luz]] ([[1864]]-[[1938]]) scopre l'[[anarchismo]] molto giovane, sin da quando comincia la militanza nel movimento antischiavista. Si laurea in medicina, mettendosi al servizio dei poveri e fondando una clinica medica per i più indigenti, di cui si guadagna il rispetto. Pubblica «L'Ideologo» ([[1903]]), «Emancipados» ([[1906]]) e «Virgem-Mãe» ([[1908]]), ovvero le prime novelle che affrontano tematiche sociali sui problemi del [[Brasile]]. È stato medico igienista e professore, curando l'insegnamento nei corsi serali riservati agli operai (gratuiti per i più poveri) e contribuendo alla creazione dell'"Università Popolare di Rio de Janeiro" nel [[1904]]. Muore nel [[1908]], ancora pienamente convinto del valore dell'[[anarchismo]]. | ||
*[[Paulette Brupbacher|Paulette]] ([[1880]]-[[1967]]) e [[Fritz Brupbacher]] ([[1874]]-[[1945]]): [[anarchismo svizzero|medici anarchici attivi in Svizzera]], si occuparono in coppia principalmente dell'igiene sessuale e di diffondere una cultura di massa rispetto a tutte le questioni inerenti la sessualità. | *[[Paulette Brupbacher|Paulette]] ([[1880]]-[[1967]]) e [[Fritz Brupbacher]] ([[1874]]-[[1945]]): [[anarchismo svizzero|medici anarchici attivi in Svizzera]], si occuparono in coppia principalmente dell'igiene sessuale e di diffondere una cultura di massa rispetto a tutte le questioni inerenti la sessualità. | ||
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: «Di tutte le persone legate alla medicina che si trovavano nella [[CNT]], è lui che scrive le più importanti pagine della sanità e delle cure mediche durante il periodo rivoluzionario». (Citazione di [[Richard Cleminson]] riferita al Dr. Marti Ibañez) | : «Di tutte le persone legate alla medicina che si trovavano nella [[CNT]], è lui che scrive le più importanti pagine della sanità e delle cure mediche durante il periodo rivoluzionario». (Citazione di [[Richard Cleminson]] riferita al Dr. Marti Ibañez) | ||
*Il medico oculista, [[José Pardo Babarro]] ([[1911]]-[[1938]]), diviene anarchico dopo i suoi studi in medicina a Madrid. A lui si attribuiscono numerose collaborazioni nei seminari della “Confederación Regional Galaica de la [[CNT]]- Solidaridad obrera” e nel [[stampa anarchica|periodico anarchico]] «Brazo y Cerebro» (pubblicato da Maggio [[1935]] al Luglio [[1936]]). Costretto ad arruolarsi nelle truppe franchiste, muore al fronte nell'ottobre [[1938]] senza che siano mai state chiarite con precisione le cause della sua morte, anche se parrebbe essere stata pianificata. | *Il medico oculista, [[José Pardo Babarro]] ([[1911]]-[[1938]]), diviene anarchico dopo i suoi studi in medicina a Madrid. A lui si attribuiscono numerose collaborazioni nei seminari della “Confederación Regional Galaica de la [[CNT]] - Solidaridad obrera” e nel [[stampa anarchica|periodico anarchico]] «Brazo y Cerebro» (pubblicato da Maggio [[1935]] al Luglio [[1936]]). Costretto ad arruolarsi nelle truppe franchiste, muore al fronte nell'ottobre [[1938]] senza che siano mai state chiarite con precisione le cause della sua morte, anche se parrebbe essere stata pianificata. | ||
== Esclusione sociale e repressione == | == Esclusione sociale e repressione == | ||
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: «La salute è la consumazione di una storia d'amore con tutti gli organi del corpo». ([[Platone]]) | : «La salute è la consumazione di una storia d'amore con tutti gli organi del corpo». ([[Platone]]) | ||
: «Quando una persona si lamenta per un problema qualsiasi, riceve spesso - da una persona che non conosce la natura del suo problema, o che non ha nemmeno il tempo per documentarsi (e, beninteso, senza che lui stesso lo conosca) - degli stimolanti o dei sedativi generici, senza che venga minimamente accennata una qualsiasi terapia psichiatrica, abitualmente basata sulla somministrazione di psicotropi assoggettanti, e senza che nulla venga detto al paziente sulla loro natura o sugli effetti collaterali. Curiosamente, in tutti questi casi, il medico è considerato colpevole solo se c'è la prova che ha di fatto operato in malafede o senza possedere i titoli necessari per agire, mentre invece nell'antichità | : «Quando una persona si lamenta per un problema qualsiasi, riceve spesso - da una persona che non conosce la natura del suo problema, o che non ha nemmeno il tempo per documentarsi (e, beninteso, senza che lui stesso lo conosca) - degli stimolanti o dei sedativi generici, senza che venga minimamente accennata una qualsiasi terapia psichiatrica, abitualmente basata sulla somministrazione di psicotropi assoggettanti, e senza che nulla venga detto al paziente sulla loro natura o sugli effetti collaterali. Curiosamente, in tutti questi casi, il medico è considerato colpevole solo se c'è la prova che ha di fatto operato in malafede o senza possedere i titoli necessari per agire, mentre invece nell'antichità [l'autore fa riferimento alle civiltà non monoteiste] sarebbe stato perseguitato per truffa e tentativo di condizionamento con mezzi illeciti. Ma il pagano [l'autore si riferisce agli [[Individuo|individui]] senza influenze religiose] vedeva nella medicina un modo per accrescere il suo libero arbitrio, ed il terapeuta degno di questo nome portava con sé lo spirito di scegliere la cosa giusta da fare, fino a che la medicina contemporanea – portatrice di privilegi e di doveri clericali – ha letteralmente rovesciato questo concetto. Il medico non si accorge di non accrescere il libero arbitrio del malato, ma solo di assicurare il libero arbitrio per le sue guarigioni imposte». ([[Antonio Eschohotado]], '''''Storia generale delle droghe''''', '''Volume 1''') | ||
: «La povertà è il sintomo e la schiavitù è la malattia». ([[Isaac Puente|Isaac Puente Amestoy]]) | : «La povertà è il sintomo e la schiavitù è la malattia». ([[Isaac Puente|Isaac Puente Amestoy]]) | ||
: «La guerra e la medicina, la violenza e la malattia, la morte venuta da dentro o da fuori: ecco i limiti che sembrano assoluti nella nostra attuale esistenza. Abbiamo anche paura degli altri e del nostro corpo. Ecco perché mettiamo la nostra fiducia tra le mani degli specialisti e degli scienziati. Così come noi siamo divenuti incapaci di comprendere i segnali che ci lancia il nostro corpo (dolori, malattie e tutti i sintomi possibili) così la medicina è rimasta una delle ultime scienze di cui la legittimazione è rimasta più o meno intatta. La maggior parte di ogni salto tecnologico, al di là che le sue conseguenze siano o no catastrofiche, è stato giustificato dalle possibilità di un suo uso medico (energia nucleare, chimica, aeronautica, programmi spaziali ecc.). La vita è considerata un valore assoluto, indipendentemente dall'ideologia e la cultura. Anche il regime politico più brutale e totalitario guadagna consensi se è capace di aumentare la durata media di vita. Per molto tempo non saremo più capaci di comprendere il nostro corpo e di preoccuparci di ciò che è alla base della nostra identità culturale, noi dipendiamo dalla dittatura medica e da una classe di religiosi che può definire praticamente tutti gli aspetti della nostra vita. Primi fra tutte le istituzioni, gli ospedali sono i più totalitari e gerarchici. Se la vita (nella sua accezione bio-medica), fosse il principale valore, dovremmo possedere un immenso complesso medico, delle attrezzature per le cure intensive in ogni casa, delle banche di organi artificiali, delle macchine per prolungare la vita | : «La guerra e la medicina, la violenza e la malattia, la morte venuta da dentro o da fuori: ecco i limiti che sembrano assoluti nella nostra attuale esistenza. Abbiamo anche paura degli altri e del nostro corpo. Ecco perché mettiamo la nostra fiducia tra le mani degli specialisti e degli scienziati. Così come noi siamo divenuti incapaci di comprendere i segnali che ci lancia il nostro corpo (dolori, malattie e tutti i sintomi possibili) così la medicina è rimasta una delle ultime scienze di cui la legittimazione è rimasta più o meno intatta. La maggior parte di ogni salto tecnologico, al di là che le sue conseguenze siano o no catastrofiche, è stato giustificato dalle possibilità di un suo uso medico (energia nucleare, chimica, aeronautica, programmi spaziali ecc.). La vita è considerata un valore assoluto, indipendentemente dall'ideologia e la cultura. Anche il regime politico più brutale e totalitario guadagna consensi se è capace di aumentare la durata media di vita. Per molto tempo non saremo più capaci di comprendere il nostro corpo e di preoccuparci di ciò che è alla base della nostra identità culturale, noi dipendiamo dalla dittatura medica e da una classe di religiosi che può definire praticamente tutti gli aspetti della nostra vita. Primi fra tutte le istituzioni, gli ospedali sono i più totalitari e gerarchici. Se la vita (nella sua accezione bio-medica), fosse il principale valore, dovremmo possedere un immenso complesso medico, delle attrezzature per le cure intensive in ogni casa, delle banche di organi artificiali, delle macchine per prolungare la vita ecc. Questi sforzi a carattere industriale rischiano di occupare tutta la nostra energia e tutto il nostro tempo, rischiamo di diventare gli schiavi di una sopravvivenza ideale. La cultura è anche una maniera di occuparsi della morte. Costruire piramidi piuttosto che ospedali, gli egiziani non erano tutto sommato così pazzi. I cimiteri, i mausolei per gli avi, i funerali non sono altro che uno spreco di materiale ed energia: salvano delle vite (contro l'industria della vita). Se non saremo tutti capaci di accettare la morte, in un modo o nell'altro continueremo ad uccidere e ad essere uccisi». ([[P.M.]], [http://www.lyber-eclat.net/lyber/bolo/bete.html BETE] in «Bolo'Bolo») | ||
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