Medicina sociale

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Ivan Illich, anarchico che in diverse opere (es. Nemesi medica) si scagliò contro l'ipermedicalizzazione dell'individuo.

Viene qui trattata la nozione di medicina sociale secondo l'approccio libertario. Come Malatesta avrebbe suggerito, la questione deve essere vista con uno spirito critico ed investigativo; non semplicemente presentando cosa si trova sotto un "mantello della rivolta". Il processo verso una "medicina sociale libertaria" non deve essere costituito da una ricerca della "salute perfetta", l'intento è piuttosto liberare le nostre vite, da istituzioni statali con tendenze oppressive e dalle loro "certezze" mitologiche.

La salute e l'uomo

Exquisite-kfind.png Vedi Salute.

La salute - cioè il benessere fisico, psicologico e sociale - è uno stato generale dell'essere vivente. Dal suo sviluppo alla morte, l'individuo lotta così per mantenere il suo equilibrio. Sebbene si constati che oggi le cure sanitarie siano indirizzate verso una iper-istituzionalizzazione molto costosa, l'uomo, sin dal passato, è riuscito a migliorare le condizioni igieniche e di salute, anche con mezzi molto inferiori a quelli attuali. È anche interessante capire come in passato veniva concepita la questione della "salute."

Davanti al costo della vita attuale, non si può negare che il contesto socioeconomico giochi un ruolo molto importante. La disuguaglianza sulla ripartizione del potere e delle ricchezze, mina la salute del corpo umano e anche l'ambiente in cui uno vive.

Le principali cause dei problemi di salute appaiono riassunte nelle seguenti linee guida dell'"Agenzia di sanità pubblica del Canada" [1].

Dorothy Parker, denunciò il rapporto gerarchico che si instaura tra medico e paziente
  1. Il reddito e la situazione sociale (Povertà, emarginazione, gerarchia, problemi di alloggio... )
  2. Rete di sostegno sociale (Morte lenta dei programmi comunitari, lavoro salariato, prigione... )
  3. Il livello d'istruzione (Educazione privata, precariato, emarginazione dei giovani con stili di vita differenti, errori pedagogici, eliminazione delle persone meno performanti a livello accademico... )
  4. L'impiego e le condizioni di lavoro (Precarietà, sotto-occupazione, miserie lavorative, assenza dei sindacati, stress, inquinamento dell'ambito lavorativo... )
  5. L'ambiente sociale (Povertà, emarginazione, gerarchia, repressione, discriminazione, nazionalismo, mancanza di democrazia, l'inferno burocratico, patriarcato, conformismo, suicidio... )
  6. L'ambiente fisico (Inquinamento, insalubrità, deforestazione, ambiente urbano, automobili, pubblicità dappertutto... )
  7. Le abitudini di vita e le competenze d'andamento personale (Stress, lavoro personale, ambienti malsani, obesità, sessualità repressa... )
  8. Sviluppo sano durante l'infanzia (Lavoro salariato, pubblicità, sanità privata, OGM, obesità, povertà... )
  9. Il patrimonio biologico e genetico (Cure non adeguate, OGM, pesticidi... )
  10. I servizi della sanità (Il sistema sanitario gratuito o a pagamento, cattive cure mediche, inganno delle multinazionali del farmaco... )
  11. Il sesso (Stereotipi sociali, sessismo... )
  12. La cultura (Deterioramento delle opinioni e censura, lobotomia culturale, le forme d'alienazione, conformismo, nazionalismo, machismo, comportamentismo... )
«Senza pace e giustizia, senza buon cibo e acqua, senza educazione e abitazione decente, senza che si permetta a ciascuno\a e a tutti/e di giocare un ruolo utile nella società e d'avere un reddito adeguato, non si può avere una buona sanità per le persone.»
Organizzazione mondiale della sanità (1985):

«Molti problemi chiamati "da Terzo Mondo", come la fame, la malattia e la povertà, sembrano essere stati causati, piuttosto che alleggeriti, dall'avanzata impetuosa della civiltà occidentale.»

Paul Feyerabend, Addio alla ragione:

«Ci si domanda a ragione: Un mondo più ugualitario e libero sarà un mondo con una migliore salute?»

L'igiene

Un elemento molto importante per l'autonomia e la qualità della vita è l'igiene, la quale gioca un ruolo primario per la salute della comunità. Però le industrie dei prodotti di "igiene" traggono molti profitti da falsi preconcetti sulla buona salute. Da un punto di vista igienico, la buona salute è un insieme di comportamenti sani ed il mantenimento del fragile equilibrio del nostro corpo nell'ecosistema. Eliminare ad esempio tutti i micro-organismi dal nostro ambiente non sarebbe una soluzione praticabile e nemmeno effettivamente benefica (es. aumento rischi rischi allergie).

In alternativa alla medicina ufficiale, l'igiene naturale (detta anche igienismo) afferma che il corpo umano è un sistema che mantiene e sostiene sé-stesso (senza medicazioni) e che la durata della vita dovrebbe essere tra 120 e 150 anni. Le cause primarie della mortalità sarebbero: lo stress, l'accumulo di tossine, il sovraccarico di lavoro, l'eccessiva alimentazione, la captazione di sostanze non benefiche... Come trattamento, l'igiene naturale fa inoltre appello al digiuno ed all'esercizio fisico, e tenta di scacciare l'ansietà, gli stimolanti e le vaccinazioni dalle abitudini personali. [2]

Critica della medicina ufficiale

La medicina si autoincensa sostenendo che ha fatto molti passi da gigante negli ultimi decenni, tuttavia anche se è innegabile che la durata media della vita è aumentata (soprattutto a causa della diminuzione della mortalità infantile per malattie batteriche e virali), è altrettanto innegabile che è aumentata soprattutto l'incidenza di malattie degenerative come diabete mellito, osteoporosi, malattie cardio circolatorie ecc. Inoltre nonostante tutto si muore ancora di malattie croniche. Possiamo dire quindi che la medicina ha aumentato la "quantità", ma non sempre questo è coinciso con un aumento della "qualità" della vita. Questo risultato (che può essere giudicato negativo o positivo a seconda dei punti di vista) è dovuto a diversi vizi che la medicina e la farmacologia hanno sempre avuto.

John Creaghe, medico anarchico irlandese

L'anarchismo e la medicina

Critica anarchica della medicina

Exquisite-kfind.png Vedi L'aumento delle cure genera nuove patologie (di I. Illich).

In primo luogo Bakunin approva lo sviluppo della scienza ma rifiuta un socialismo scientifico, «regno dell'intelligenza, il più aristocratico, dispotico, arrogante ed elitario di tutti i regimi». Egli rifiuta la legislazione e la regola imposta dall'esperto scientifico o dall'accademia dei sapienti, sulla base di questi 3 punti:

  • La scienza umana è sempre e necessariamente imperfetta.
  • Una società che ubbidisce alla legislazione perché è imposta dall'accademia e non a causa del suo carattere razionale, sarà una società di bruti e di idioti.
  • L'accademia scientifica conduce rapidamente e infallibilmente ad una corruzione intellettuale e morale, immergendola nella stagnazione e nell'assenza di spontaneità.

In Dio e lo Stato, Bakunin attacca ugualmente il privilegio della medicina, che a suo avviso, come quello dei politici, nelle classi sociali o nelle nazioni «uccide lo spirito e i corpi degli uomini». Ma, poiché un essere umano non può abbracciare tutti gli sviluppi della scienza, Bakunin non è contrario all'idea dell'“uomo specializzato”, tuttavia non avrà fede assoluta in alcuno, gli ascolterà liberamente e criticamente, e ne consulterà diversi prima di accettare un resoconto. Bakunin vede la relazione tra specialista e paziente come «uno scambio continuo di autorità e subordinazione mutuale, passeggero e soprattutto volontario».

Un po'come Bakunin, Malatesta considera la scienza con prudenza:

«La scienza, arma che può essere utilizzata a buoni o cattivi fini, non riconosce completamente l'idea del bene o del male. Noi non siamo dunque anarchici per delle ragioni scientifiche, ma perché, tra l'altro, vogliamo che tutti "sappiano" nella misura atta a poter godere dei vantaggi e dei piaceri che la scienza procura» (Malatesta, 1929).

In altre parti, nell'autunno del 1884, allorché il colera assunse delle proporzioni gigantesche in Italia, Malatesta, Andrea Costa e diversi altri compagni, lavorarono in un ospedale di Napoli. Questi siglarono un manifesto nel quale affermarono che la vera causa del colera era la miseria e che il rimedio era la rivoluzione sociale.

Queste forme professionali che le leggi dello Stato ingabbiano, determinano generalmente la scomparsa di culture e saperi indipendenti.

Dorothy e Roy Parker, affermano che nella medicina clinica la relazione paziente (passivo) \ medico (attivo) crea una gerarchia di esperti che difficilmente può conciliarsi con gli obiettivi libertari, ugualitari e democratici.

Ivan Illich (1926-2002) pone, nel suo Nemesi medica, la base della salute di ogni individuo nella sua autonomia personale. La sua critica è radicale riguardo al monopolio professionale che costringe la società alla dipendenza da una scienza monolitica ed eteronoma. Secondo Illich, la medicalizzazione della malattia fa delle “istituzioni di cura” una “grande maschera sanitaria” per “una società distruttrice” e in questa maniera prende anche il controllo del potere individuale dei suoi cittadini/e, caratteristica questa della stessa società industriale. Gli specialisti ricollegano esclusivamente i nostri bisogni al centro del sistema economico, che è costituito dai servizi professionali e dai beni di consumo.

La questione sanitaria nella Spagna libertaria

È sulla base di queste critiche che un certo numero di lavoratori\lavoratrici della salute pubblica spagnola, parteciparono alla socializzazione della medicina, durante la Rivoluzione spagnola. Anzitutto, bisogna enunciare qualche episodio precedente la rivoluzione. Bisognerebbe anche relazionare direttamente il naturismo ai libertari, infatti non si possono non negare i legami importanti tra questi due elementi. All'inizio del XX secolo i centri naturisti in Spagna, come in altri paesi, furono assai popolari tra i libertari, giacché questi erano piuttosto aperti nei confronti delle loro idee. Altri elementi come il neomalthusianesimo, la liberazione sessuale e una forma libertaria di eugenesimo, erano assai importanti negli anarchici di quel periodo.

Bisogna dire che più avanti, prima della guerra civile, le cure sanitarie furono amministrate da personale religioso, ma alla vigilia della rivoluzione gran parte di essi scappò via. Certe opere, come il testo Socializzazione della Medicina, mostrano anche l'insufficienza dei precedenti storici della medicina sociale, identificati anche come elementi nocivi per l'esperienza libertaria.

Organizzazione della sanità

La CNT-FAI durante la rivoluzione spagnola attuò un tentativo di “socializzazione medica”.

Nel settembre 1936 si costituì a Barcellona il "Sindacato dei servizi sanitari della CNT". Cinque mesi dopo l'uscita di Socializzazione della Medicina, si contavano 1020 medici di tutte le specialità, 3026 infermieri/e, 330 ostetriche, 633 dentisti, 71 specialisti in diatermia, 153 erboristi, 203 tirocinanti, 180 farmacisti/e, 663 aiuto farmacisti/e, 335' tecnici di laboratorio, 210 veterinari, 10 specialisti non ben definiti e un numero incerto di massaggiatori e massaggiatrici. Nel 1937 poco meno di 40.000 membri componevano la sezione dei lavoratori della sanità della CNT.

Il lavoro di queste persone, e di altre non ancora conosciute, fu non trascurabile durante l'esperienza spagnola. Scrisse Felix Martì Ibanez:

«Dal primo giorno di combattimento, noi medici della CNT, abbiamo costituito, grazie all'organizzazione sanitaria operaia, il primo controllo sanitario che è stato anche il primo sforzo di coesione organizzativa dei servizi sanitari della Catalogna. Quando il momento verrà, noi descriveremo queste giornate come frenetiche, nel corso delle quali il controllo sanitario della CNT improvvisava, ad una velocità vertiginosa, le soluzioni agli innumerevoli problemi che nascevano senza sosta».

La Catalogna fu interamente coperta da centri autonomi di salute primaria e secondaria (senza, tuttavia, che avessero l'indipendenza assoluta), affinché tutti gli individui, i villaggi e le frazioni potessero ricevere cure sanitarie adeguate. Esisteva inoltre un coordinamento, per merito dei delegati (carica perennemente revocabile), tra i centri primari e secondari, oltre ad un coordinamento inter-settoriale in cui le decisioni erano sempre prese su base egualitaria. Razionali e lontano dagli interessi della medicina del settore privato, questi centri misero molta passione nella prevenzione delle malattie (Profilassi), nella loro rapida individuazione e nell'igiene. Parecchi medici lavorarono anche nella stampa per combattere i pregiudizi sociali, che riguardavano diverse disfunzioni e malattie, come le malattie veneree e l'alcolismo.

Le idee di Felix Martì Ibanez

Essendo cosciente degli usi e degli abusi della scienza, il dottor Felix Martì Ibanez desiderava anzitutto convertire e socializzare le cure mediche in funzione preventiva, piuttosto che curativa. Con la “socializzazione delle cure mediche”, voleva sottolineare la creazione dei consigli o dei comitati di coordinamento, revocabili perennemente, e democraticamente formato da coloro che lavoravano nell'industria e dagli utenti della stessa.

La terapia sociale è stata probabilmente la principale attività di Felix Martì Ibanez. Il dottore spiegava la propria teoria medico-sociale, asserendo che la malattia ha innanzitutto una causa sociale o morale. La medicina sociale deve osservare la persona nella sua interezza, compreso l'ambiente dove l'individuo vive e lavora.

Per esempio, si prenda una donna in cui si riscontrano tendenze nevrotiche e malinconiche. Nella terapia sociale - notava Martì - il suo stile di vita sarà studiato e potrebbero saltar fuori i seguenti risultati: potrebbe essere una donna sposata in attesa di un figlio, abbandonata dal marito alcolizzato, in conflitto sessuale con lui, che dovrebbe occuparsi da sola dei figli e che magari avrebbe perso anche il lavoro. La terapia sociale consiglierebbe un trattamento medico e soprattutto psicologico, ricercando il marito e invitandolo a disintossicarsi dall'alcol, cercando inoltre di risolvere insieme i problemi della coppia e, se possibile, di rimetterli insieme. Il suo debito verrà pagato, i figli le saranno riaffidati, e lei sarà reinserita nel suo ambito lavorativo.

Come è stato spesso sottolineato, il medico non può essere lasciato solo nell'organizzazione della sanità, l'organizzazione sociale dovrebbe occuparsi interamente della salute del proletario (assistenza proletaria), assolvendo all'intero suo compito sociale.

Conclusione

In conclusione, si può constatare che grandi cambiamenti delle strutture e dei ruoli dell'organizzazione sanitaria furono necessari per renderle più libere, più democratiche e più egualitarie. Benché nella Spagna libertaria la questione della specializzazione non sia stata sempre affrontata adeguatamente, Bakunin stesso non sarebbe stato totalmente reticente all'idea di farsi cucire i suoi stivali da un uomo specializzato. Resta da comprendere se l'"Asistencia proletaria", ideata da Felix Martì Ibanez, avrebbe aiutato sufficientemente la popolazione a liberarsi dall'istituzione medica, ma non si può negare l'avanguardismo delle loro pratiche attive e, di conseguenza, la loro maggiore autonomia.

Critica e apporto del femminismo

  • Lotta storica alla phalocratie (fallocrazia) nella medicina.

L'igiene individualista libertaria

Estratto da Gli individualisti e il sistema igienico:
«L'individualista anarchico concorda innanzitutto nel ritenere che l'autorità, il dominio e le istituzioni, tanto quanto i metodi che ne sono alla base o di cui fanno uso, nuocciono all'essere vivente ed al suo sviluppo individuale. Allorché la medicina convenzionale ammette il dominio degli uomini possedenti la custodia delle conoscenze accademiche, l'individualista tenta di smarcarsi da questa falsità e desidera occuparsi della salute come lui ritiene opportuno».

La questione sanitaria per gli anarco-primitivisti

Benché su quest'argomento non abbondi la documentazione, esiste una singolare concezione della scienza medica che appartiene a quella particolare corrente dell'anarchismo che è l'anarco-primitivismo. Nonostante i primitivisti rifiutino la civilizzazione e le istituzioni come strumento di controllo, di dominio e di addomesticamento, la loro concezione della sanità non può essere definita “medicina sociale”. La divisione e la specializzazione del lavoro, vengono visti, da questa corrente dell'anarchismo, all'origine dell'ineguaglianze sociali e della perdita delle peculiarità specifiche di ogni essere umano. Come mezzo di emancipazione dalle strutture di potere e dall'industria sanitaria, essi propongono l'autonomia, lo sviluppo della propria consapevolezza e l'ascolto del proprio corpo, in modo da trovare il giusto equilibrio corporeo e mentale; essi propongono in sostanza di divenire sciamani di noi stessi.

Esperimento su primate (1961). Esempio lampante dell'orrore della vivisezione, dietro cui si nascondono sempre interessi economici.

Gli anarco-primitivisti auspicano l'utilizzo di metodi naturali e/o erboristici per curare le malattie. È necessario metter fine alla società dei consumi e all'industria farmaceutica, decentralizzando le cure sanitarie e utilizzando maggiormente le risorse locali ( bioregionalismo). A questo proposito bisogna ricordare che lo sviluppo del sistema capitalistico ha determinato la diminuzione della biodiversità vegetale e animale.

Per i fautori di questo radicale pensiero ecologista, il ritorno alla natura, vivendo direttamente nei boschi o semplicemente riavvicinandosi alla stessa, non potrebbe che avere un impatto positivo sulla nostra salute psichica e fisica. Lo sviluppo di una vera etica ecologista aiuterebbe a migliorare le condizioni di vita comunitaria. D'altronde anche l'ecopsicologia, per esempio, ben descrive la sinergia indissolubile tra il benessere umano e quello del pianeta.

«La Rivoluzione anarco-primitivista lenisce, negli individui, tra le persone e tra le persone e la natura, le ferite apertesi con la civilizzazione, il potere, incluso lo Stato, il capitale e la tecnologia». (John Moore, A Primitivist Primer)

Opposizione antispecista all'utilizzo di animali (uomini inclusi) nei test di laboratorio

Exquisite-kfind.png Vedi Case farmaceutiche e vivisezione.

L'industria farmaceutica è la principale responsabile delle inutili sofferenze inflitte a milioni di esseri viventi senzienti. Dietro ipocrite dichiarazioni di facciata, sulla presunta indispensabilità di dette pratiche, si nascondono semplici e volgari ragioni economiche e legali. La vivisezione consente di mettere in commercio qualsiasi prodotto chimico, a danno anche della salute umana, con estrema facilità e quindi di aumentare gli introiti delle case farmaceutiche.

Prospettive libertarie

Sicuramente la rivoluzione libertaria non avrà termine se non quando saranno annientate le strutture di dominio e di sfruttamento. Ma quale posto occuperà la medicina sociale in questa rivoluzione?

Sull'esperienza.

L'esperienza libertaria dovrà essere decentralizzata e adattata ai mezzi a disposizione. La rivoluzione non può essere modellata schematicamente in serie, ma dovrà essere necessariamente flessibile e collettiva. La sua tendenza a non avere dirigenza stabile, gli permetterà di resistere e contrastare la possibile repressione. La natura apolitica della rivoluzione, oltre alla critica dei partiti e di tutte le organizzazioni politiche, consentirà una maggiore tutela rispetto ai tentativi di reazione, permettendo lo sviluppo di sentimenti antiautoritari.

Esperienza settaria?

Lo scopo dell'esperienza libertaria è la creazione di una nuova sanità e un di un nuovo approccio alla cura delle malattie, propugnando una maggiore autonomia dalle strutture di potere. Certamente si può dire che le cure mediche, anche quelle più radicali, potranno non impedire allo Stato di riappropriarsi delle conquiste sociali ottenute, recuperando i favori dei cittadini mediante l'instupidimento da tubo catodico. Lo Stato e il capitale potrebbero quindi “far propri” e inglobare questi movimenti libertari. A questo proposito è necessario elaborare una serie di ragionamenti riguardo al ruolo delle istituzioni e della scienza medica. La rivoluzione libertaria dovrà mettere in atto una rete conviviale di persone in grado di trascinare fuori dall'isolamento le masse, trainandole verso la vita moderna (libertaria).

Inoltre intrattenere rapporti tra le varie organizzazioni, tendenze e strutture di lotta anarchiche, sarebbe molto importante per lo sviluppo dell'esperienza libertaria, poiché in questo modo si verrebbe a creare un sistema d'aiuto mutualistico e solidaristico.

L'emarginazione sociale.

Le autorità (medianiche, politiche, religiose, poliziesche ecc.) si servono spesso della ”derivazione culturale” delle esperienze libertarie per marginalizzare e “sporcare” la loro immagine popolare. Il naturismo, per esempio, è spesso stato utilizzato come strumento da scagliare contro le colonie anarchiche. Bisogna dire che questa marginalizzazione sociale potrebbe limitare fortemente la sperimentazione rivoluzionaria, ma, una rivoluzione libertaria può porsi dei limiti? E ancora, è legittimo reprimere la nostra spontaneità e le nostre stesse vite?

Modalità di applicazione della medicina sociale per l'emancipazione

Esistono diversi modi di intendere lo sviluppo pratico della “medicina sociale libertaria”. In questo paragrafo verranno illustrate, in maniera generale, alcune di queste modalità:

a) L'organizzazione comunitaria (autonoma)

Nella “zona di sperimentazione libertaria” è possibile l'azione collettiva oppure quella individuale, promovendo una forma d'organizzazione comunitaria non gerarchica, antiautoritaria e nell'interesse delle classi sociali subordinate. Si opera alla costruzione di una forma organizzativa che rimpiazzi le istituzioni dello Stato con l'esperienza libertaria. Per limitare i mali che affliggono la sanità e far rifiorire la solidarietà comunitaristica si può fare un po'di tutto: giardini pubblici, pasti comunitari, sostegno dei lavoratori e dei disoccupati, lotta per il diritto alla casa ecc. L'educazione popolare autonoma può a questo riguardo accordare gli\le attivisti/e per porre collettivamente le questioni che interessano le singole vite e giungere così alla formulazione di una prospettiva e ad una possibilità d'azione.

L'organizzazione comunitaria invita le persone a riunirsi in seno all'organizzazione, concentrandosi sugli aspetti generali della sanità comunitaria, piuttosto che su degli interessi specifici. Il problema libertario s'ispira ai principi di democrazia diretta, indipendente dal potere politico centralizzato. Nella crisi economica argentina del 2001, i consigli di quartiere sono stati un formidabile esempio di democrazia diretta, ovvero di autogestione popolare della comunità.

In una colonia libertaria:

Per criticare le colonie libertarie, si parla spesso di isolamento e di estraniamento delle stesse dalla società. Nella realtà questo giudizio si è rivelato spesso sbagliato. Numerosi oratori sono stati spesso accettati e ospitati nelle comunità, discutendo e proponendo collettivamente molte idee da sviluppare per il bene della stessa. Le colonie sono state importanti supporti logistici per l'applicazione, per esempio, dell'educazione libertaria. Le esperienze libertarie, circolando liberamente da un gruppo all'altro cercano di coinvolgere così quante più persone possibili.

b) Sindacalismo libertario: unificazione del personale medico e della popolazione attorno ad un sindacato per un profondo cambiamento delle cure sanitarie e dei concetti ad essi collegati.

Esempio: la rivoluzione spagnola

c) Sostegno medico alle varie agitazioni popolari (un altro esempio di presenza diretta e attiva dei libertari nelle lotte sociali).

Il sostegno medico agli attivisti. I medici di strada hanno avuto la loro origine nelle manifestazioni contro la guerra degli “anni 60”. Essi, occupandosi del soccorso sanitario ai manifestanti secondo la filosofia «Do not harm», corrono gli stessi rischi d'arresto degli altri manifestanti. Limiti: difficoltà di promozione vera della sanità (queste cure sono tuttavia necessarie).

La solidarietà internazionale. Sostegno delle lotte d'emancipazione antiautoritarie nel mondo, con il tentativo di realizzare una «medicina sociale libertaria», in tutti i luoghi in cerca di libertà. La creazione di “tutto un mondo di resistenza”, permette lo sviluppo di iniziative un po'dappertutto. In più l'apporto alla lotta e della sperimentazione, rinforza la consapevolezza di ognuno! E ancora, la sperimentazione, di esperienza in esperienza, insegna il principio della condivisione.

Il soccorso diretto. Dopo che l'uragano Katrina ha colpito la Louisiana (USA), un collettivo anarchico ha organizzato un soccorso diretto poiché si è constatata l'assoluta assenza dello Stato. Il Common Ground Wellness Center, un centro di distribuzione di alimenti e beni di prima necessità, si è rivelato indispensabile in quella crisi, stabilendo il suo centro operativo nella moschea Masjib Bilal d'Algiers. Aspetto importante per gli anarchici è che essi vedono crescere la rete solidaristica e mutualistica come strumenti di soccorso, anziché come mezzo per fare la semplice carità.

d) Attività autonoma e individuale, sviluppante i punti desiderati nei tempi desiderati, entro libere associazioni (in cui si entra per affinità di pensiero) in cui si può collaborare.

Precursori della medicina sociale

I primi pensieri volti a legare la malattia di un paziente al contesto più ampio della società, furono elaborati da Gratin con il suo “Igiene”.

Un altro pioniere della medicina sociale è considerato John Peter Frank (1745-1821). La sua indagine sui problemi della sanità dei lombardi, portò il dottor Frank ad una conclusione interessante: egli scrisse che nella regione si diffusero molte malattie a causa delle ineguaglianze, visto che la terra non apparteneva ai contadini, i quali morivano di fame. Frank s'interrogò sulla possibile riorganizzazione della sanità e dei servizi medici.

Egli ben comprese l'effetto del capitalismo sulla condizione delle persone, tuttavia pensava che le disparità sociali fossero inevitabili, si dichiarò quindi non rivoluzionario. Passò gli anni in attesa delle riforme adeguate.

Uno dei più conosciuti difensori della medicina sociale (non anarchica) fu probabilmente Alfred Grotjahn (1869-1931). Questi, per parlare d'un sistema d'assicurazione sulle malattie, preferì utilizzare il termine “Igiene sociale”, anziché quello di medicina sociale, visto che quest'espressione era già stata utilizzata da Bismark (in Germania). L'igiene sociale era per lui l'insieme psico-biologico delle condizioni sociali dove le genti nascevano, vivevano, lavoravano, si divertivano, procreavano e morivano. Descritto da Grotjahn come una scienza normativa, l'igiene sociale risultò dunque dipendente dagli avvenimenti storico-culturali e da fattori psicologici, economici e politici.

Personalità della medicina sociale libertaria

È necessario evidenziare come gli anarchici non abbiano mai puntato sullo Stato per auspicare drastici cambiamenti di natura sociale:

  • John O'Dwyer Creaghe (1841-1920) nasce in Irlanda. Quando nel 1874 si trasferisce a Buenos Aires (Argentina) si avvicina ai principi dell'anarchismo. Successivamente parte per l'Inghilterra, insediandosi nel quartiere operaio di Sheffield, guadagnandosi il rispetto dei proletari di quel quartiere. Esercita la professione medica principalmente in favore dei poveri e fonda il giornale «The Sheffield Anarchist» (1891). Nel 1892 lascia l'Inghilterra, per ritornare in Argentina, dove fonda un altro giornale, «El Oprimido». John partecipa anche alla creazione di una “Scuola Ferrer” a Lujan e in seguito partecipa attivamente alla rivoluzione messicana.
  • Fabio Luz (1864-1938) scopre l'anarchismo molto giovane, sin da quando comincia la militanza nel movimento antischiavista. Si laurea in medicina, mettendosi al servizio dei poveri e fondando una clinica medica per i più indigenti, di cui si guadagna il rispetto. Pubblica «L'Ideologo» (1903), «Emancipados» (1906) e «Virgem-Mãe» (1908), ovvero le prime novelle che affrontano tematiche sociali sui problemi del Brasile. È stato medico igienista e professore, curando l'insegnamento nei corsi serali riservati agli operai (gratuiti per i più poveri) e contribuendo alla creazione dell'"Università Popolare di Rio de Janeiro" nel 1904. Muore nel 1908, ancora pienamente convinto del valore dell'anarchismo.
  • Paulette (1880-1967) e Fritz Brupbacher (1874-1945): medici anarchici attivi in Svizzera, si occuparono in coppia principalmente dell'igiene sessuale e di diffondere una cultura di massa rispetto a tutte le questioni inerenti la sessualità.
  • Marie Diana Equi (1872-19529), dopo essersi laureata in medicina nel 1903, inizia ad organizzare soccorsi medici e umanitari per i terremotati di San Francisco (1906). Marie è stata uno dei pochi dottori che praticavano l'aborto senza alcuna distinzione di classe. Nel 1913 diviene anarchica; durante i picchettaggi dell'IWW, si occupa dell'assistenza sanitaria per i manifestanti feriti dalle cariche poliziesche. Il 31 dicembre 1918 è accusata di spionaggio per la sua militanza nel movimento antimilitarista.
Isaac Puente Amestoy, "un medico rural"
  • Pedro Vallina Martínez (1879-1970) non rappresenta solo un esempio di rivoluzionario instancabile, ma anche di un uomo dotato di un forte senso sociale ed umano nell'esercizio della sua professione medica. Provato da numerosi esili forzati, a causa della sua militanza nel movimento anarchico, ciò non gli ha mai impedito di poter conciliare l'anarchismo con la medicina. Per esempio, ad Extremadura (Spagna), un luogo alquanto inospitale denominato “la Frontiera Siberiana”, la sua etica anarchica e la sua umanità gli hanno permesso di farsi accettare dalla povera popolazione locale. Fonda un sanatorio per combattere la tubercolosi, a Cantillana (terra d'origine della sua famiglia), lavorando per lungo tempo come medico, fino all'intervento delle forze franchiste che pongono fine a quell'esperienza. Esercita anche la professione medica nelle colonne dei miliziani repubblicani di Guadaljara, durante la rivoluzione spagnola, dirigendo l'ospedale di Canete e lavorando anche negli ospedali militari. Nel 1943 fonda un consultorio chirurgico dedicato alla memoria di "Ricardo Flores Magón", a Loma, Oaxaca (Messico).
  • Il dottor Benjamin Reitman (1879-1942), contrariamente ad altri medici, nasce in una famiglia povera e senza poter contare sull'aiuto del padre, che fuggì da casa quando egli era poco più che un bambino. Benjamin vive prevalentemente nei quartieri popolari di Chicago (USA); lascia la scuola molto presto, ma un professore, intuendo la sua naturale intelligenza, lo invita a riprendere gli studi e a frequentare la facoltà di medicina. Si laurea nel 1904, ma non esercita la professione medica prima del 1918. Viaggia frequentemente mettendosi sempre a disposizione dei più poveri e praticando l'aborto (nonostante fosse illegale) a chiunque lo richiedesse. Durante una manifestazione in favore dei senza casa conosce Emma Goldman. Nel 1918 viene arrestato per aver distribuito informazioni sui mezzi contraccettivi.
  • Isaac Puente Amestoy (1896-1936), conosciuto con lo pseudonimo "Un medico rurale", ha per lungo tempo praticato la medicina rurale naturista, ed è stato uno dei principali diffusori della teoria neo malthusiana e delle pratiche anti contraccettivi, scrivendo numerosi articoli nella stampa libertaria. Per esempio è stato l'autore del pamphlet Il comunismo libertario. Molti suoi articoli sono stati scritti sulla prevenzione sanitaria, l'informazione sessuale e il naturismo. Prende parte nel 1931 alla fondazione della "Federazione Nazionale della sanità della CNT" insieme ad Augusto Alcrudo Solorzano. L'umanità con cui curava i suoi pazienti lo ha reso molto amato dalla popolazione.Isaac Puente è stato un importante teorico anarchico del periodo repubblicano spagnolo e anche uno dei responsabili, nel 1933, del coordinamento della rivolta di Aragona e a La Rioja insieme, tra gli altri, a Buenaventura Durruti. Nella notte del 28 luglio 1936, Isaac viene arrestato e incarcerato a Vitoria. I fascisti spagnoli lo fucilano nella notte tra il 31 agosto e il 1° settembre.
Federica Montseny, ministro della sanità nel periodo in cui gli anarchici entrarono al governo
«Fautore della prevenzione, dell'informazione chiara e veritiera sulla salute del fisico, ha promosso la costituzione di una forte associazione tra la salute e la rivoluzione». (José Vincente Martí Boscà, Revolucion y sanidad en espana, 1931-1939).
«Indiscutibilmente, il dottor Isaac Puente è stato il principale ispiratore delle realizzazioni collettive della Repubblica Spagnola» (Federica Montseny)
  • Javier Serrano Coello (1897-1974) è stato un nemico dichiarato della mercificazione medica. È stato uno dei principali promotori de l'Organización Sanitaria Obrera (Organizzazione Sanitaria Operaia). È stato fautore dell'educazione sanitaria, dell'igiene, della dieta alimentare del naturismo.
  • Amparo Ponch y Gascon (1902-1968)
  • Federica Montseny (1905-1994), quando è stata Ministro della Sanità, durante la rivoluzione spagnola, ha sostenuto la decentralizzazione della sanità, preventiva e reattiva che ha interessato tutta la classe operaia. È stata fortemente influenzata dal movimento femminista, che dopo gli "anni 20" fu particolarmente interessato ai diritti in materia riproduttiva.
  • Con medici come Felix Marti Ibanez (1911-1972), la medicina a potuto adattarsi ai reali bisogni di una popolazione in materia di salute e igiene. Le innovazioni di questa medicina sono state: trasformazione delle cure mediche verso gli aspetti preventivi piuttosto che curativi, i "liberatorios di prostituzciòn" (centri di riabilitazione per le prostitute che resta in stato progettuale) e la terapia sociale.
«Di tutte le persone legate alla medicina che si trovavano nella CNT, è lui che scrive le più importanti pagine della sanità e delle cure mediche durante il periodo rivoluzionario». (Citazione di Richard Cleminson riferita al Dr. Marti Ibañez)
  • Il medico oculista, José Pardo Babarro (1911-1938), diviene anarchico dopo i suoi studi in medicina a Madrid. A lui si attribuiscono numerose collaborazioni nei seminari della “Confederación Regional Galaica de la CNT - Solidaridad obrera” e nel periodico anarchico «Brazo y Cerebro» (pubblicato da Maggio 1935 al Luglio 1936). Costretto ad arruolarsi nelle truppe franchiste, muore al fronte nell'ottobre 1938 senza che siano mai state chiarite con precisione le cause della sua morte, anche se parrebbe essere stata pianificata.

Esclusione sociale e repressione

Il\la militante anarchico\a si deve confrontare a...

Esempio americano di nocività neoliberismo sulla sanità

Negli Stati Uniti, il costo della spesa sanitaria è quasi il doppio degli altri paesi. Le statistiche americane rivelano pertanto un cattivo stato della sanità, soprattutto se rapportato agli altri paesi. Infatti, gli americani non utilizzano le cure sanitarie; loro semplicemente le pagano di più. In termini di aspettative di vita, gli USA si classificano al 27° posto, con 45 milioni di cittadini che non hanno assicurazioni mediche. È da notare che in questo loro sistema sanitario, interamente privatizzato, molte persone non hanno assicurazioni mediche e nemmeno, per la maggior parte, i mezzi per pagarsi i servizi medici necessari. Quest'esempio mostra chiaramente l'impatto in un sistema economico dove il capitalismo, oltre a dominare e sfruttare il suo prossimo, non considera alcun diritto alla vita, esattamente come quello della natura. Inoltre nonostante il 65% della popolazione adulta sia obesa o sovrappeso, l'industria alimentare continua a propagandare comportamenti antisalutistici, non facendo altro che incrementare i problemi delle persone.

La nuova forma che ha assunto l'imperialismo, la globalizzazione, interessa tutto il mondo. Per rappresentare il mondo attuale, Phillip M Harter ha paragonato la Terra ad un villaggio. In questo villaggio, ci sono 100 persone: 50 soffrono di malnutrizione, 22 non hanno acqua potabile, 70 sono analfabeti, 80 senza casa, metà del villaggio vive con meno di due dollari al giorno e, in questo stesso giorno, sei persone controllano il 59% della ricchezza totale del villaggio. Le sei persone sono tutte di nazionalità americana. La massimizzazione del profitto delle multinazionali continua ad aumentare il divario tra i ricchi e i poveri, e questo interessa tutte le persone del mondo.

Le lotte sociali per la sanità

Innanzitutto la salute non deve essere un affare economico sul corpo umano, quello che fa di noi degli esseri viventi dovrebbe avere un'importanza fondamentale e non subire discriminazioni economiche che fanno in modo che i ricchi siano sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri.

L'accesso a “tutti e tutte”, va bene, ma le nostre idee e i nostri progetti per una sanità -libera non si possono fermare qui; molti problemi restano da risolvere. La prevenzione e le cause che minano la nostra salute potranno incentivare le rivendicazioni sociali per portare la società intera a guadagnare autonomia di fronte alle cure ospedaliere che si fanno sempre più costose. L'industria farmaceutica, che ha venduto il corrispettivo di circa 602 miliardi di dollari in medicine nel solo anno 2006, avalla oggi una concorrenza tra i miliardari, dove in termini di pubblicità il medico riceve soldi e viaggi in premi, mentre il\la consumatore\consumatrice ricevono fatture sempre più salate. Tutto ciò per dei medicinali che sarebbero fortemente meno costosi senza marca e oltretutto anche ugualmente efficaci. Nella rivendicazione delle loro ragioni, i medici occidentali hanno trascurato numerose pratiche mediche autoctone già in uso da parecchio tempo.

È stato necessario prescrivere antibiotici a fondo perduto per poi rendersi conto che gli organismi sviluppano delle resistenze per sopravvivere? Un altro problema è quello degli organismi geneticamente modificati, di cui non conosciamo bene gli effetti reali sulla salute e che mescolano i loro effetti alla decadenza fisica già in atto. Ma la società dei consumi non è mai sazia, trasmette il culto del corpo perfetto attraverso foto e immagini ritoccate appositamente per il raggiungimento dei propri scopi commerciali.

Tutti questi problemi hanno la loro soluzione, di fronte ad una delle più grandi potenze capitalistiche (industria farmaceutica) l'idea dell'emancipazione dei nostri corpi e dei nostri sensi comincia delinearsi.

Altre citazioni

«La salute è la consumazione di una storia d'amore con tutti gli organi del corpo». (Platone)
«Quando una persona si lamenta per un problema qualsiasi, riceve spesso - da una persona che non conosce la natura del suo problema, o che non ha nemmeno il tempo per documentarsi (e, beninteso, senza che lui stesso lo conosca) - degli stimolanti o dei sedativi generici, senza che venga minimamente accennata una qualsiasi terapia psichiatrica, abitualmente basata sulla somministrazione di psicotropi assoggettanti, e senza che nulla venga detto al paziente sulla loro natura o sugli effetti collaterali. Curiosamente, in tutti questi casi, il medico è considerato colpevole solo se c'è la prova che ha di fatto operato in malafede o senza possedere i titoli necessari per agire, mentre invece nell'antichità [l'autore fa riferimento alle civiltà non monoteiste] sarebbe stato perseguitato per truffa e tentativo di condizionamento con mezzi illeciti. Ma il pagano [l'autore si riferisce agli individui senza influenze religiose] vedeva nella medicina un modo per accrescere il suo libero arbitrio, ed il terapeuta degno di questo nome portava con sé lo spirito di scegliere la cosa giusta da fare, fino a che la medicina contemporanea – portatrice di privilegi e di doveri clericali – ha letteralmente rovesciato questo concetto. Il medico non si accorge di non accrescere il libero arbitrio del malato, ma solo di assicurare il libero arbitrio per le sue guarigioni imposte». (Antonio Eschohotado, Storia generale delle droghe, Volume 1)
«La povertà è il sintomo e la schiavitù è la malattia». (Isaac Puente Amestoy)
«La guerra e la medicina, la violenza e la malattia, la morte venuta da dentro o da fuori: ecco i limiti che sembrano assoluti nella nostra attuale esistenza. Abbiamo anche paura degli altri e del nostro corpo. Ecco perché mettiamo la nostra fiducia tra le mani degli specialisti e degli scienziati. Così come noi siamo divenuti incapaci di comprendere i segnali che ci lancia il nostro corpo (dolori, malattie e tutti i sintomi possibili) così la medicina è rimasta una delle ultime scienze di cui la legittimazione è rimasta più o meno intatta. La maggior parte di ogni salto tecnologico, al di là che le sue conseguenze siano o no catastrofiche, è stato giustificato dalle possibilità di un suo uso medico (energia nucleare, chimica, aeronautica, programmi spaziali ecc.). La vita è considerata un valore assoluto, indipendentemente dall'ideologia e la cultura. Anche il regime politico più brutale e totalitario guadagna consensi se è capace di aumentare la durata media di vita. Per molto tempo non saremo più capaci di comprendere il nostro corpo e di preoccuparci di ciò che è alla base della nostra identità culturale, noi dipendiamo dalla dittatura medica e da una classe di religiosi che può definire praticamente tutti gli aspetti della nostra vita. Primi fra tutte le istituzioni, gli ospedali sono i più totalitari e gerarchici. Se la vita (nella sua accezione bio-medica), fosse il principale valore, dovremmo possedere un immenso complesso medico, delle attrezzature per le cure intensive in ogni casa, delle banche di organi artificiali, delle macchine per prolungare la vita ecc. Questi sforzi a carattere industriale rischiano di occupare tutta la nostra energia e tutto il nostro tempo, rischiamo di diventare gli schiavi di una sopravvivenza ideale. La cultura è anche una maniera di occuparsi della morte. Costruire piramidi piuttosto che ospedali, gli egiziani non erano tutto sommato così pazzi. I cimiteri, i mausolei per gli avi, i funerali non sono altro che uno spreco di materiale ed energia: salvano delle vite (contro l'industria della vita). Se non saremo tutti capaci di accettare la morte, in un modo o nell'altro continueremo ad uccidere e ad essere uccisi». (P.M., BETE in «Bolo'Bolo»)

Note

  1. Agenzia di sanità pubblica del Canada
  2. Igiene naturale, o elementi di una... :

Voci correlate

Collegamenti esterni

Scritti

Collettivi per le cure mediche

Gruppi di primo soccorso ai manifestanti [1]

Canada

Stati Uniti

Europa

Note
  1. Bisogna far notare che un buon numero di medici di strada non possiedono organizzazioni specifiche di riferimento.