Pio Turroni: differenze tra le versioni

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Durante il biennio [[1933]]-[[1935|35]] si dedica innanzitutto a compiti di propaganda in favore del [[Gruppo Edizioni libertarie (Brest)|Gruppo edizioni libertarie]] di Brest; con questi edita ''L'Operaiolatria''
Durante il biennio [[1933]]-[[1935|35]] si dedica innanzitutto a compiti di propaganda in favore del [[Gruppo Edizioni libertarie (Brest)|Gruppo edizioni libertarie]] di Brest; con questi edita ''L'Operaiolatria''
<ref>[http://www.socialismolibertario.it/operaiolatria.htm ''L'Operaiolatria'' di [[Camillo Berneri]]]</ref> di [[Camillo Berneri]], che tra l'altro dirigeva il gruppo, ''La guerra che viene'' di [[Simone Weil]] e ''Il governo forte'' di [[Francesco Amoroso]]. In questo periodo entra in contatto e in amicizia con [[Nestor Makhno]], anche lui esule a Parigi, che in prossimità della sua morte gli affiderà le memorie della sua vita. In questo periodo Pio Turroni sposa Nara, figlia di Bernardo Cremonini, uno dei massimi dirigenti anarchici in esilio, ma anche, sin dal 1927, spia e agente provocatore al servizio dell'Ovra fascista, il quale riferirà puntualmente tutto sul movimento anarchico, senza vergognarsi di riferire dettagliatamente anche sull'intensa attività politica del genero, evidentemente del tutto ignaro della vera identità del suocero <ref>Su Cremonini e Turroni, «Le spie del regime», Mauro Canali</ref>.  
<ref>[http://www.socialismolibertario.it/operaiolatria.htm ''L'Operaiolatria''] di [[Camillo Berneri]]</ref> di [[Camillo Berneri]], che tra l'altro dirigeva il gruppo, ''La guerra che viene'' di [[Simone Weil]] e ''Il governo forte'' di [[Francesco Amoroso]]. In questo periodo entra in contatto e in amicizia con [[Nestor Makhno]], anche lui esule a Parigi, che in prossimità della sua morte gli affiderà le memorie della sua vita. In questo periodo Pio Turroni sposa Nara, figlia di Bernardo Cremonini, uno dei massimi dirigenti anarchici in esilio, ma anche, sin dal 1927, spia e agente provocatore al servizio dell'Ovra fascista, il quale riferirà puntualmente tutto sul movimento anarchico, senza vergognarsi di riferire dettagliatamente anche sull'intensa attività politica del genero, evidentemente del tutto ignaro della vera identità del suocero <ref>Su Cremonini e Turroni, «Le spie del regime», Mauro Canali</ref>.  


Nel [[1936]] Turroni soggiorna anche a Marsiglia e a Vichy, ma nell'agosto dello stesso anno, immediatamente dopo il golpe [[fascismo|fascista]] di Franco, si reca in [[Spagna]] ed entra nella sezione italiana della [[Colonna Ascaso]], poi denominata [[Colonna Rosselli]]. Inviato in combattimento, è ferito una prima volta il [[20 ottobre]] [[1936]] a Santa Quiteria Tardienta (Huesca) ed una seconda il [[3 marzo]] [[1937]] nei durissimi scontri di Belchite. Questo è anche il momento in cui con altri compagni, in particolare [[Attilio Bulzamini]] <ref>"[http://www.ecn.org/uenne/archivio/archivio2004/un06/art3108.html Attilio Bulzamini], di Imola, classe 1890, macchinista nelle ferrovie. Licenziato per motivi politici, operaio metalmeccanico alla Breda di Milano. Amico di [[Errico Malatesta]], è il primo ad accoglierlo quando il vecchio anarchico esce da San Vittore nel 1922.</ref>, presenta alla [[CNT-FAI]] un progetto per attentare alla vita di Mussolini che però non viene accettato per difficoltà organizzative. In strettissimi rapporti con [[Camillo Berneri]], nel luglio seguente il suo assassinio ([[5 maggio]] [[1937]]) porta alle stampe il libro dell'anarchico di Lodi dal titolo ''Mussolini alla conquista delle Baleari'' <ref name="baleari">[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/b/berneri_camillo/mussolini_alla_conquista_delle_baleari/pdf/mussol_p.pdf Mussolini alla conquista delle Baleari]</ref> <ref>P. Sensini, [https://www.bfscollezionidigitali.org/entita/14856 ''Pio Turroni''], in ''Dizionario biografico degli anarchici italiani'', Tomo II, Pisa, BFS, p. 636</ref>.
Nel [[1936]] Turroni soggiorna anche a Marsiglia e a Vichy, ma nell'agosto dello stesso anno, immediatamente dopo il golpe [[fascismo|fascista]] di Franco, si reca in [[Spagna]] ed entra nella sezione italiana della [[Colonna Ascaso]], poi denominata [[Colonna Rosselli]]. Inviato in combattimento, è ferito una prima volta il [[20 ottobre]] [[1936]] a Santa Quiteria Tardienta (Huesca) ed una seconda il [[3 marzo]] [[1937]] nei durissimi scontri di Belchite. Questo è anche il momento in cui con altri compagni, in particolare [[Attilio Bulzamini]] <ref>"[http://www.ecn.org/uenne/archivio/archivio2004/un06/art3108.html Attilio Bulzamini], di Imola, classe 1890, macchinista nelle ferrovie. Licenziato per motivi politici, operaio metalmeccanico alla Breda di Milano. Amico di [[Errico Malatesta]], è il primo ad accoglierlo quando il vecchio anarchico esce da San Vittore nel 1922.</ref>, presenta alla [[CNT-FAI]] un progetto per attentare alla vita di Mussolini che però non viene accettato per difficoltà organizzative. In strettissimi rapporti con [[Camillo Berneri]], nel luglio seguente il suo assassinio ([[5 maggio]] [[1937]]) porta alle stampe il libro dell'anarchico di Lodi dal titolo ''Mussolini alla conquista delle Baleari'' <ref name="baleari">[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/b/berneri_camillo/mussolini_alla_conquista_delle_baleari/pdf/mussol_p.pdf Mussolini alla conquista delle Baleari]</ref> <ref>P. Sensini, [https://www.bfscollezionidigitali.org/entita/14856 ''Pio Turroni''], in ''Dizionario biografico degli anarchici italiani'', Tomo II, Pisa, BFS, p. 636</ref>.


Nel gennaio del [[1938]], insieme a [[Domenico Ludovici]], presenta alla [[CNT-FAI]] di Barcellona un nuovo progetto per un attentato contro Mussolini (in questa fase Turroni ricopriva il ruolo di "commissario politico" presso la caserma ''Spartacus'' di Barcellona). Grazie alla mediazione di [[Augustin Souchy]] e [[Martin Gudel]], responsabili del ramo stranieri dell'[[organizzazioni anarchiche|organizzazione]], il progetto è accettato e si individua nella prima settimana di agosto, in cui Mussolini sarà in ferie con la famiglia a Riccione, il momento più opportuno per agire. Turroni si trasferisce a Marsiglia per attendere il "materiale" necessario, ma ben presto sorgeranno gravi complicanze che faranno perdere molto tempo prezioso e lo convinceranno dell'inopportunità di proseguire nel progetto. A questo punto sceglie di rimanere a Marsiglia, divenendo il punto di riferimento per gli anarchici italiani che fanno capo alla sezione francese del [[stampa anarchica|giornale anarchico]] in lingua italiana di New York «[[L'Adunata dei Refrattari]]». Il suo attivismo non passa inosservato alle [[autorità]] transalpine, infatti il [[3 settembre]] [[1939]] è arrestato e trattenuto presso il Forte "Saint-Nicolas" per «attività anarchica» e sostegno ai rifugiati spagnoli.
Nel gennaio del [[1938]], insieme a [[Domenico Ludovici]], presenta alla [[CNT-FAI]] di Barcellona un nuovo progetto per un attentato contro Mussolini (in questa fase Turroni ricopriva il ruolo di "commissario politico" presso la caserma ''Spartacus'' di Barcellona). Grazie alla mediazione di [[Augustin Souchy]] e [[Martin Gudel]], responsabili del ramo stranieri dell'[[organizzazioni anarchiche|organizzazione]], il progetto è accettato e si individua nella prima settimana di agosto, in cui Mussolini sarà in ferie con la famiglia a Riccione, il momento più opportuno per agire. Turroni si trasferisce a Marsiglia per attendere il "materiale" necessario, ma ben presto sorgeranno gravi complicanze che faranno perdere molto tempo prezioso e lo convinceranno dell'inopportunità di proseguire nel progetto. A questo punto sceglie di rimanere a Marsiglia, divenendo il punto di riferimento per gli anarchici italiani che fanno capo alla sezione francese del [[stampa anarchica|giornale anarchico]] in lingua italiana di New York «[[L'Adunata dei Refrattari]]». Il suo attivismo non passa inosservato alle [[autorità]] transalpine, infatti il [[3 settembre]] [[1939]] è arrestato e trattenuto presso il Forte "Saint-Nicolas" per «attività anarchica» e sostegno ai rifugiati spagnoli.
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Poco prima della fine della guerra si fa promotore, insieme tra gli altri a [[Antonio Malara|Nino Malara]] e [[Giordano Bruch]], di un Convegno anarchico a Cosenza ([[5 giugno|5]]-[[6 giugno]] [[1944]]) e di uno a Napoli ([[20 giugno]] [[1944]]). Instancabilmente attivo, è arrestato dagli anglo-americani nel settembre [[1944]] e nell'aprile [[1945]], in entrambi i casi a Bari, con l'accusa di aver affisso manifesti [[Personalità anarchiche|anarchici]] sui muri dell'Università. Una volta consegnato alla polizia italiana, dopo un breve trattenimento presso il locale [[carcere]], è però ben presto rilasciato ma senza che le sue convinzioni ne risultino minimamente indebolite.
Poco prima della fine della guerra si fa promotore, insieme tra gli altri a [[Antonio Malara|Nino Malara]] e [[Giordano Bruch]], di un Convegno anarchico a Cosenza ([[5 giugno|5]]-[[6 giugno]] [[1944]]) e di uno a Napoli ([[20 giugno]] [[1944]]). Instancabilmente attivo, è arrestato dagli anglo-americani nel settembre [[1944]] e nell'aprile [[1945]], in entrambi i casi a Bari, con l'accusa di aver affisso manifesti [[Personalità anarchiche|anarchici]] sui muri dell'Università. Una volta consegnato alla polizia italiana, dopo un breve trattenimento presso il locale [[carcere]], è però ben presto rilasciato ma senza che le sue convinzioni ne risultino minimamente indebolite.


Quando termina la Seconda guerra mondiale si impegna nel rilancio della [[stampa libertaria]]: promuove la rinascita di «[[Umanità Nova]]», dei numeri unici di «Bresci», «I martiri di Chicago», «Olocausto» (insieme ad [[Armando Borghi]], [[Umberto Consiglio]] <ref>Umberto Consiglio fu fra i protagonisti de ''La Rivolta della colonia anarchica di Tunisi''.</ref> e [[Primo Bassi]]) <ref>[http://www.castelbolognese.org/primobassi.htm Biografia di Bassi]
Quando termina la Seconda guerra mondiale si impegna nel rilancio della [[stampa libertaria]]: promuove la rinascita di «[[Umanità Nova]]», dei numeri unici di «Bresci», «I martiri di Chicago», «Olocausto» (insieme ad [[Armando Borghi]], [[Umberto Consiglio]] <ref>Umberto Consiglio fu fra i protagonisti de ''La Rivolta della colonia anarchica di Tunisi''.</ref> e [[Primo Bassi]] <ref>[http://www.castelbolognese.org/primobassi.htm Biografia di Bassi].
 
Scritti di Bassi: ''Lettere clandestine dalle case di pena'', Imola 1945; ''L'Anarchismo nel movimento operaio'', "UN" 14-21-28 feb., 7-14 mar. 1965; ''Anarchici e resistenza antifascista'', in ''Imola Medaglia d'Oro'', Imola 1985. Scritti su Bassi: ''Almanacco libertario pro vittime politiche'', Ginevra 1929; Ci, ''Imola Nostra...'', N. Galassi, ''Imola dal fascismo alla liberazione 1930-1945'', Bologna 1995; L. Fabbri, ''Luigi Fabbri. Storia di un uomo libero'', Pisa 1996.</ref>) ed è redattore e direttore responsabile de ''L'Aurora'' di Forlì ([[1950]]). In quegli anni partecipa attivamente anche alla ricostruzione del movimento anarchico: è a Milano al congresso costitutivo della [[Federazione Comunista Anarchica Alta Italia]] ([[23 giugno|23]]-[[25 giugno]] [[1945]]) e soprattutto al [[Congresso di Carrara|Congresso costitutivo]] della [[FAI]] di Carrara ([[15 settembre|15]]-[[19 settembre]] [[1945]]), dove è nominato membro della commissione cultura. <ref name="diz">P. Sensini, [https://www.bfscollezionidigitali.org/entita/14856 ''Pio Turroni''], in ''Dizionario biografico degli anarchici italiani'', Tomo II, Pisa, BFS, p. 637</ref>)
'''Bibliografia''': Scritti di Bassi: ''Lettere clandestine dalle case di pena'', Imola 1945; ''L'Anarchismo nel movimento operaio'', "UN" 14-21-28 feb., 7-14 mar. 1965; ''Anarchici e resistenza antifascista'', in Imola Medaglia d'Oro, Imola 1985. Scritti su Bassi: ''Almanacco libertario pro vittime politiche'', Ginevra 1929; ''Ci'', Imola Nostra..., N. Galassi, I''mola dal fascismo alla liberazione'' 1930-1945, Bologna 1995; L. Fabbri, Luigi Fabbri. ''Storia di un uomo libero'', Pisa 1996.</ref> ed è redattore e direttore responsabile de ''L'Aurora'' di Forlì ([[1950]]). In quegli anni partecipa attivamente anche alla ricostruzione del movimento anarchico: è a Milano al congresso costitutivo della [[Federazione Comunista Anarchica Alta Italia]] ([[23 giugno|23]]-[[25 giugno]] [[1945]]) e soprattutto al [[Congresso di Carrara|Congresso costitutivo]] della [[FAI]] di Carrara ([[15 settembre|15]]-[[19 settembre]] [[1945]]), dove è nominato membro della commissione cultura. <ref name="diz">P. Sensini, [https://www.bfscollezionidigitali.org/entita/14856 ''Pio Turroni''], in ''Dizionario biografico degli anarchici italiani'', Tomo II, Pisa, BFS, p. 637</ref>


Tra il [[1946]] e il [[1947]] sostiene l'attivismo dei giovani anarchici, in particolare quelli del gruppo milanese Gioventù anarchica ed è anche il fondatore, insieme a [[Gigi Damiani]], del quindicinale ''[[L'Antistato]]'', portavoce della corrente [[antiorganizzatrice]] e che sarà pubblicato per 26 anni. Proprio come "gerente" del quindicinale è condannato a 6 mesi con la condizionale per «vilipendio alla magistratura». Altri tre processi lo vedono protagonista per incitazione alla disobbedienza delle leggi e per «propaganda antielettorale» nel [[1951]] (della stessa accusa deve rispondere anche il suo amico e anarchico [[Aurelio Chessa]]). <ref name="diz"></ref>
Tra il [[1946]] e il [[1947]] sostiene l'attivismo dei giovani anarchici, in particolare quelli del gruppo milanese Gioventù anarchica ed è anche il fondatore, insieme a [[Gigi Damiani]], del quindicinale ''[[L'Antistato]]'', portavoce della corrente [[antiorganizzatrice]] e che sarà pubblicato per 26 anni. Proprio come "gerente" del quindicinale è condannato a 6 mesi con la condizionale per «vilipendio alla magistratura». Altri tre processi lo vedono protagonista per incitazione alla disobbedienza delle leggi e per «propaganda antielettorale» nel [[1951]] (della stessa accusa deve rispondere anche il suo amico e anarchico [[Aurelio Chessa]]). <ref name="diz"></ref>
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===Il congresso di Carrara del 1965 ===
===Il congresso di Carrara del 1965 ===
Dopo essersi attivamente impegnato contro la «deriva politico organizzativa» messa in piedi da alcune frange del movimento anarchico (Turroni è tra gli autori dell'opuscolo ''Un trentennio di attività anarchica (1914-1945)'' e del [[stampa anarchica|periodico]] «Materialismo e libertà», curato con [[Giovanni Corradini]] e [[Amedeo Bertolo]]), primi fra tutti i [[Gruppi Anarchici di Azione Proletaria|GAAP]], nel [[1965]] è tra i protagonisti del [[Congresso di Carrara (1965)|Congresso Di Carrara]] ([[31 Ottobre]]-[[4 novembre]]) e della costituzione, durante il conseguente Convegno di Pisa ([[19 dicembre]] [[1965]]), della nascita dei [[Gruppi di iniziativa anarchica]] ([[GIA]]), a cui collaborerà tra gli altri anche [[Aurelio Chessa]]. I '''GIA''' nascono come reazione al tipo di organizzazione strutturata che si è data la [[Federazione Anarchica Italiana]] (per esempio la [[FAI]] si dota di una "Commissione di Corrispondenza" che viene vista come organo decisionale e non come strumento di raccordo tra i gruppi) e dal timore che la frazione sindacale-anarchica presente nella CGIL (es. [[Attilio Sassi]]) possa condizionare negativamente il movimento anarchico. (Nell'ambito di questa frattura fu molto importante il ruolo giocato dalla [[Federazione Anarchica Pisana]], che divenne un luogo di riferimento del gruppo spontaneista "Potere operaio pisano" <ref> Gruppi rivoluzionari del periodo:
Dopo essersi attivamente impegnato contro la «deriva politico organizzativa» messa in piedi da alcune frange del movimento anarchico (Turroni è tra gli autori dell'opuscolo ''Un trentennio di attività anarchica (1914-1945)'' e del [[stampa anarchica|periodico]] «Materialismo e libertà», curato con [[Giovanni Corradini]] e [[Amedeo Bertolo]]), primi fra tutti i [[Gruppi Anarchici di Azione Proletaria|GAAP]], nel [[1965]] è tra i protagonisti del Congresso di Carrara ([[31 Ottobre]]-[[4 novembre]]) e della costituzione, durante il conseguente Convegno di Pisa ([[19 dicembre]] [[1965]]), della nascita dei [[Gruppi di Iniziativa Anarchica]] ([[GIA]]), a cui collaborerà tra gli altri anche [[Aurelio Chessa]]. I [[GIA]] nascono come reazione al tipo di organizzazione strutturata che si è data la [[Federazione Anarchica Italiana]] (per esempio la [[FAI]] si dota di una "Commissione di Corrispondenza" che viene vista come organo decisionale e non come strumento di raccordo tra i gruppi) e dal timore che la frazione sindacale-anarchica presente nella CGIL (es. [[Attilio Sassi]]) possa condizionare negativamente il movimento anarchico (nell'ambito di questa frattura fu molto importante il ruolo giocato dalla [[Federazione Anarchica Pisana]], che divenne un luogo di riferimento del gruppo spontaneista "Potere operaio pisano <ref>Gruppi rivoluzionari del periodo:
Trotskisti (e le organizzazioni derivate da scissioni, anche post-'68) [Gruppi Comunisti Rivoluzionari (1948); FalceMartello (1966); Lega Socialista Rivoluzionaria (1975); Lega Comunista (1976)]; Partito Comunista Internazionalista (1942-43) [e le organizzazioni derivate da scissioni, anche post-'68: «Battaglia Comunista (1951-52); «il programma comunista» (1952); «La Rivoluzione Comunista» (novembre 1964); «Il Partito comunista»; Gruppo Comunista Internazionalista Autonomo]; Anarchici [[FAI]] (settembre 1945); [[FAGI]] (1960); Gruppi di Iniziativa Anarchica (1965); Gruppi Anarchici Federati (1967)]; [[Gruppi_Anarchici_di_Azione_Proletaria|GAAP]] (1949);Azione Comunista (1954); Lotta Comunista (1965); Democrazia Diretta (Gianfranco Faina: Genova 1961); Quaderni Rossi (1961-62);Classe Operaia (gennaio 1964); Gruppo di Unità Proletaria (Cremona); Circolo Rosa Luxemburg di Genova (1966); Istituto Ernesto De Martino; Quaderni Piacentini. '''Fonte''':  
Trotskisti (e le organizzazioni derivate da scissioni, anche post-'68: Gruppi Comunisti Rivoluzionari [1948]; FalceMartello [1966]; Lega Socialista Rivoluzionaria [1975]; Lega Comunista [1976]); Partito Comunista Internazionalista (1942-43) e le organizzazioni derivate da scissioni, anche post-'68 («Battaglia Comunista (1951-52); «il programma comunista» (1952); «La Rivoluzione Comunista» (novembre 1964); «Il Partito comunista»; Gruppo Comunista Internazionalista Autonomo); Anarchici ([[FAI]] [settembre 1945]; [[FAGI]] [1960]; Gruppi di Iniziativa Anarchica [1965]; Gruppi Anarchici Federati [1967]); [[Gruppi_Anarchici_di_Azione_Proletaria|GAAP]] (1949); Azione Comunista (1954); Lotta Comunista (1965); Democrazia Diretta (Gianfranco Faina: Genova 1961); Quaderni Rossi (1961-62); Classe Operaia (gennaio 1964); Gruppo di Unità Proletaria (Cremona); Circolo Rosa Luxemburg di Genova (1966); Istituto Ernesto De Martino; Quaderni Piacentini. Fonte: [http://www.inventati.org/apm/index.php?step=classificazione Archivio Primo Moroni]</ref> e dell'[[antifascismo]] pisano in generale <ref>[http://www.inventati.org/serantini/ipermnesia/volantini/anagrafe.html Gruppi della sinistra non istituzionale]</ref>).
[http://www.inventati.org/apm/index.php?step=classificazione Archivio Primo Moroni]</ref> e dell'[[antifascismo]] pisano in generale. <ref>[http://www.inventati.org/serantini/ipermnesia/volantini/anagrafe.html Gruppi della sinistra non istituzionale]</ref>)


Turroni, in contrapposizione ad «[[Umanità Nova]]», è tra i promotori del [[stampa anarchica|quindicinale (poi mensile)]] «[[L'Internazionale]]», di cui diviene direttore dal marzo [[1966]] al luglio [[1968]]).
Turroni, in contrapposizione ad «[[Umanità Nova]]», è tra i promotori del [[stampa anarchica|quindicinale (poi mensile)]] «[[L'Internazionale]]», di cui diviene direttore dal marzo [[1966]] al luglio [[1968]]).
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Durante la presentazione alla prima edizione italiana del libro ''[[Nestor Makhno]]: La rivoluzione russa in ucraina Marzo 1917 - Aprile 1918'', rilasciò un'intervista a
Durante la presentazione alla prima edizione italiana del libro ''[[Nestor Makhno]]: La rivoluzione russa in ucraina Marzo 1917 - Aprile 1918'', rilasciò un'intervista a
Luciano Ferraresi in cui espresse giudizi estremamente negativi su [[Lev Trotskij]], accusato in particolare di aver nascosto tanto in ''La mia vita'' quanto in ''Storia della Rivoluzione Russa'', celeberrimi libri di [[Lev Trotskij|Trotskij]], qualsiasi informazione su [[Nestor Makhno]] e le sue vittorie sui "reazionari bianchi" Denikin <ref> [https://it.wikipedia.org/wiki/Anton_Ivanovi%C4%8D_Denikin Anton Ivanovič Denikin] (Varsavia 1872 - Ann Arbor, Michigan 1947), generale russo, comandante delle reazionarie Armate bianche.</ref>, Petliura <ref> Petliura conosciuto anche come Simon Petlyura (10 maggio 1879 - 25 maggio 1926), pubblicista, scrittore, giornalista, politico ucraino e statista, ha guidato la reazione bianca tanto contro [[Nestor Makhno]] quanto contro i bolscevichi. Il [[25 maggio]] [[1926]] Petliura fu ucciso a Parigi dall'anarchico ebreo Schwartzbard conosciuto come [https://it.wikipedia.org/wiki/Sholom_Schwartzbard ''Sholom''], compagno di [[Nestor Makhno]] nella capitale francese (a dimostrazione dell'infondatezza delle accuse di antisemtismo).</ref> e Wrangel <ref> Pëtr Nikolaevič Wrangel (Novo Aleksandrovsk, Kaunas, 1878 - Bruxelles 1928), generale russo, partecipò alla guerra contro il Giappone (1904-05), e alla Prima guerra mondiale al comando di una divisione di Cosacchi. Tenente generale (1917), dopo la morte del gen. L. G. Kornilov prese parte alla violenta lotta antiproletaria contro i bolscevichi, unendosi alle armate bianche del gen. A. I. Denikin. A seguito della sconfitta di quest'ultimo, nell'apr. 1920 assunse il comando supremo dell'esercito reazionario bianco. Si veda: [http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Enciclopedia_online/V/BIOGRAFIE_-_EDICOLA_V_168134.xml Portale Treccani]</ref>.
Luciano Ferraresi in cui espresse giudizi estremamente negativi su [[Lev Trotskij]], accusato in particolare di aver nascosto tanto in ''La mia vita'' quanto in ''Storia della Rivoluzione russa'', celeberrimi libri di [[Lev Trotskij|Trotskij]], qualsiasi informazione su [[Nestor Makhno]] e le sue vittorie sui "reazionari bianchi" Denikin <ref> [https://it.wikipedia.org/wiki/Anton_Ivanovi%C4%8D_Denikin Anton Ivanovič Denikin] (Varsavia 1872 - Ann Arbor, Michigan 1947), generale russo, comandante delle reazionarie Armate bianche.</ref>, Petliura <ref> Petliura conosciuto anche come Simon Petlyura (10 maggio 1879 - 25 maggio 1926), pubblicista, scrittore, giornalista, politico ucraino e statista, ha guidato la reazione bianca tanto contro [[Nestor Makhno]] quanto contro i bolscevichi. Il [[25 maggio]] [[1926]] Petliura fu ucciso a Parigi dall'anarchico ebreo Schwartzbard conosciuto come [https://it.wikipedia.org/wiki/Sholom_Schwartzbard ''Sholom''], compagno di [[Nestor Makhno]] nella capitale francese (a dimostrazione dell'infondatezza delle accuse di antisemtismo).</ref> e Wrangel <ref> Pëtr Nikolaevič Wrangel (Novo Aleksandrovsk, Kaunas, 1878 - Bruxelles 1928), generale russo, partecipò alla guerra contro il Giappone (1904-05), e alla Prima guerra mondiale al comando di una divisione di Cosacchi. Tenente generale (1917), dopo la morte del gen. L. G. Kornilov prese parte alla violenta lotta antiproletaria contro i bolscevichi, unendosi alle armate bianche del gen. A. I. Denikin. A seguito della sconfitta di quest'ultimo, nell'apr. 1920 assunse il comando supremo dell'esercito reazionario bianco. Si veda: [http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Enciclopedia_online/V/BIOGRAFIE_-_EDICOLA_V_168134.xml Portale Treccani]</ref>.
Tanto meno accennò alla resistenza che subì l'Armata Rossa dai [[Ucraina libertaria|rivoluzionari ucraini]], per sconfiggere i quali [[Lev Trotskij]] fu costretto a ricorrere anche all'arma della calunnia, eretto poi a sistema da [[Stalin]] contro gli antistalinisti, accusando [[Nestor Makhno]] di antisemitismo. Accuse infondate e respinte da molti anarchici, tra cui [[Voline]] e lo stesso Turroni. <ref name="tradi"> Riguardo alle assurde accuse di antisemitismo rivolte a Nestor Makhno si legga [http://latradizionelibertaria.over-blog.it/article-31814452.html La Makhnovishina], concentrandosi in particolare nella lettura dell'ultimo capitolo intitolato "Le calunnie".</ref>
Tanto meno accennò alla resistenza che subì l'Armata Rossa dai [[Ucraina libertaria|rivoluzionari ucraini]], per sconfiggere i quali [[Lev Trotskij]] fu costretto a ricorrere anche all'arma della calunnia, eretto poi a sistema da [[Stalin]] contro gli antistalinisti, accusando [[Nestor Makhno]] di antisemitismo. Accuse infondate e respinte da molti anarchici, tra cui [[Voline]] e lo stesso Turroni. <ref name="tradi"> Riguardo alle assurde accuse di antisemitismo rivolte a Nestor Makhno si legga [http://latradizionelibertaria.over-blog.it/article-31814452.html ''La Makhnovishina''], concentrandosi in particolare nella lettura dell'ultimo capitolo intitolato "Le calunnie".</ref>


==Note==
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