Pio Turroni: differenze tra le versioni

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Nel [[1936]] Turroni soggiorna anche a Marsiglia e a Vichy, ma nell'agosto dello stesso anno, immediatamente dopo il golpe [[fascismo|fascista]] di Franco, si reca in [[Spagna]] ed entra nella sezione italiana della [[Colonna Ascaso]], poi denominata [[Colonna Rosselli]]. Inviato in combattimento, è ferito una prima volta il [[20 ottobre]] [[1936]] a Santa Quiteria Tardienta (Huesca) ed una seconda il [[3 marzo]] [[1937]] nei durissimi scontri di Belchite. Questo è anche il momento in cui con altri compagni, in particolare [[Attilio Bulzamini]] <ref>"[http://www.ecn.org/uenne/archivio/archivio2004/un06/art3108.html Attilio Bulzamini], di Imola, classe 1890, macchinista nelle ferrovie. Licenziato per motivi politici, operaio metalmeccanico alla Breda di Milano. Amico di [[Errico Malatesta]], è il primo ad accoglierlo quando il vecchio anarchico esce da San Vittore nel 1922.</ref>, presenta alla [[CNT]]-[[FAI]] un progetto per attentare alla vita di Mussolini che però non viene accettato per difficoltà  organizzative. In strettissimi rapporti con [[Camillo Berneri]], nel luglio seguente il suo assassinio ([[5 maggio]] [[1937]]) porta alle stampe il libro dell'anarchico di Lodi dal titolo ''Mussolini alla conquista delle Baleari'' <ref name="baleari">[http://www.liberliber.it/biblioteca/b/berneri_camillo/mussolini_alla_conquista_delle_baleari/pdf/mussol_p.pdf Mussolini alla conquista delle Baleari]</ref> <ref name="dizionario">Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani, Tomo II, pag 636 </ref>.
Nel [[1936]] Turroni soggiorna anche a Marsiglia e a Vichy, ma nell'agosto dello stesso anno, immediatamente dopo il golpe [[fascismo|fascista]] di Franco, si reca in [[Spagna]] ed entra nella sezione italiana della [[Colonna Ascaso]], poi denominata [[Colonna Rosselli]]. Inviato in combattimento, è ferito una prima volta il [[20 ottobre]] [[1936]] a Santa Quiteria Tardienta (Huesca) ed una seconda il [[3 marzo]] [[1937]] nei durissimi scontri di Belchite. Questo è anche il momento in cui con altri compagni, in particolare [[Attilio Bulzamini]] <ref>"[http://www.ecn.org/uenne/archivio/archivio2004/un06/art3108.html Attilio Bulzamini], di Imola, classe 1890, macchinista nelle ferrovie. Licenziato per motivi politici, operaio metalmeccanico alla Breda di Milano. Amico di [[Errico Malatesta]], è il primo ad accoglierlo quando il vecchio anarchico esce da San Vittore nel 1922.</ref>, presenta alla [[CNT]]-[[FAI]] un progetto per attentare alla vita di Mussolini che però non viene accettato per difficoltà  organizzative. In strettissimi rapporti con [[Camillo Berneri]], nel luglio seguente il suo assassinio ([[5 maggio]] [[1937]]) porta alle stampe il libro dell'anarchico di Lodi dal titolo ''Mussolini alla conquista delle Baleari'' <ref name="baleari">[http://www.liberliber.it/biblioteca/b/berneri_camillo/mussolini_alla_conquista_delle_baleari/pdf/mussol_p.pdf Mussolini alla conquista delle Baleari]</ref> <ref name="dizionario">Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani, Tomo II, pag 636 </ref>.


Nel gennaio del [[1938]], insieme a [[Domenico Ludovici]], presenta alla [[CNT]]-[[FAI]] di Barcellona un nuovo progetto per un attentato contro Mussolini (in questa fase Turroni ricopriva il ruolo di "commissario politico" presso la caserma ''Spartacus'' di Barcellona). Grazie alla mediazione di [[Augustin Souchy]] e [[Martin Gudel]], responsabili del ramo stranieri dell'[[organizzazioni anarchiche|organizzazione]], il progetto è accettato e si individua nella prima settimana di agosto, in cui Mussolini sarà  in ferie con la famiglia a Riccione, il momento più opportuno per agire. Turroni si trasferisce a Marsiglia per attendere il "materiale" necessario, ma ben presto sorgeranno gravi complicanze che faranno perdere molto tempo prezioso e lo convinceranno dell'inopportunità  di proseguire nel progetto. A questo punto sceglie di rimanere a Marsiglia, divenendo il punto di riferimento per gli anarchici italiani che fanno capo alla sezione francese del [[stampa anarchica|giornale anarchico]] in lingua italiana di New York «[[L'Adunata dei Refrattari]]». Il suo attivismo non passa inosservato alle [[autorità ]] transalpine, infatti il [[3 settembre]] [[1939]] è arrestato e trattenuto presso il Forte "Saint-Nicolas" per «attività  anarchica» e sostegno ai rifugiati spagnoli.
Nel gennaio del [[1938]], insieme a [[Domenico Ludovici]], presenta alla [[CNT]]-[[FAI]] di Barcellona un nuovo progetto per un attentato contro Mussolini (in questa fase Turroni ricopriva il ruolo di "commissario politico" presso la caserma ''Spartacus'' di Barcellona). Grazie alla mediazione di [[Augustin Souchy]] e [[Martin Gudel]], responsabili del ramo stranieri dell'[[organizzazioni anarchiche|organizzazione]], il progetto è accettato e si individua nella prima settimana di agosto, in cui Mussolini sarà  in ferie con la famiglia a Riccione, il momento più opportuno per agire. Turroni si trasferisce a Marsiglia per attendere il "materiale" necessario, ma ben presto sorgeranno gravi complicanze che faranno perdere molto tempo prezioso e lo convinceranno dell'inopportunità  di proseguire nel progetto. A questo punto sceglie di rimanere a Marsiglia, divenendo il punto di riferimento per gli anarchici italiani che fanno capo alla sezione francese del [[stampa anarchica|giornale anarchico]] in lingua italiana di New York «[[L'Adunata dei Refrattari]]». Il suo attivismo non passa inosservato alle [[autorità]] transalpine, infatti il [[3 settembre]] [[1939]] è arrestato e trattenuto presso il Forte "Saint-Nicolas" per «attività  anarchica» e sostegno ai rifugiati spagnoli.


===La guerra e l'attività  anarchica nel dopo guerra ===
===La guerra e l'attività  anarchica nel dopo guerra ===
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Rilasciato nel maggio [[1940]], è nuovamente tratto in arresto qualche giorno dopo e rinchiuso nel campo di concentramento di Villemagne, da cui però evade nel gennaio [[1941]] per sfuggire ad una possibile estradizione in [[Italia]]. L'intenzione, grazie all'intervento di [[Emilio Lussu]], è quello di espatriare in [[Messico]], paese che gli concederebbe il passaporto di «apatride». Il tentativo di fuga però fallisce e Turroni è arrestato e trattenuto presso il Forte "Saint-Jean" (Marsiglia) <ref>Nel periodo in cui fu detenuto, si trovava in [[carcere]] anche uno dei più conosciuti leader [[antifascismo|antifascisti]], ovvero il comunista Luigi Longo, per il quale nel [[1942]] i compagni organizzarono senza fortuna la fuga. Si veda: [http://www.larchivio.org/xoom/bonzanigo.htm L'Archivio "storia - history"]</ref>, da cui però ancora una volta riesce a scappare. Passando da Algeri, insieme a [[Leo Valliani]] e Orano, giunge a Casablanca e da qui in nave a Vera Cruz (Messico), dove sbarca il [[20 dicembre]] [[1941]]. In [[Messico]], dove risiederà  per due anni, prosegue il suo instancabile attivismo anarchico, poi sceglie di "ritornare a casa": si imbarca prima verso il Belize (giugno [[1943]]) e poi verso la [[Gran Bretagna]], ma giunto a Liverpool è immediatamente arrestato.  
Rilasciato nel maggio [[1940]], è nuovamente tratto in arresto qualche giorno dopo e rinchiuso nel campo di concentramento di Villemagne, da cui però evade nel gennaio [[1941]] per sfuggire ad una possibile estradizione in [[Italia]]. L'intenzione, grazie all'intervento di [[Emilio Lussu]], è quello di espatriare in [[Messico]], paese che gli concederebbe il passaporto di «apatride». Il tentativo di fuga però fallisce e Turroni è arrestato e trattenuto presso il Forte "Saint-Jean" (Marsiglia) <ref>Nel periodo in cui fu detenuto, si trovava in [[carcere]] anche uno dei più conosciuti leader [[antifascismo|antifascisti]], ovvero il comunista Luigi Longo, per il quale nel [[1942]] i compagni organizzarono senza fortuna la fuga. Si veda: [http://www.larchivio.org/xoom/bonzanigo.htm L'Archivio "storia - history"]</ref>, da cui però ancora una volta riesce a scappare. Passando da Algeri, insieme a [[Leo Valliani]] e Orano, giunge a Casablanca e da qui in nave a Vera Cruz (Messico), dove sbarca il [[20 dicembre]] [[1941]]. In [[Messico]], dove risiederà  per due anni, prosegue il suo instancabile attivismo anarchico, poi sceglie di "ritornare a casa": si imbarca prima verso il Belize (giugno [[1943]]) e poi verso la [[Gran Bretagna]], ma giunto a Liverpool è immediatamente arrestato.  


Alla fine del [[1943]], in piena [[gli anarchici e la resistenza antifascista|resistenza antifascista]], mette nuovamente piede in [[Italia]], a Napoli, e prosegue assiduamente la sua propaganda in favore dell'[[anarchia]]. Assieme a [[Giovanna Caleffi]], già  moglie di [[Camillo Berneri]], [[Cesare Zaccaria]] <ref>[http://www.municipio.re.it/manifestazioni/berneri/zaccaria.htm Cenni biografici su Zaccaria]</ref> (per un periodo sarà  il compagno di [[Giovanna Caleffi]]) e [[Armido Abbate]] <ref>"Armido Abbate, ferroviere e sindacalista, combatté la battaglia libertaria negli anni di Giolitti. [[antifascismo|Antifascista]], partigiano nelle Quattro Giornate, giunse alla Repubblica attivo quanto basta per denunciare l'americanismo di De Gasperi. Si veda: [http://www.didaweb.net/fuoriregistro/leggi.php?a=8122 ''Vite anarchiche'']</ref> fonda l'[[Alleanza dei Gruppi Libertari dell'Italia Meridionale]] e [[Rivoluzione libertaria]], avvalendosi di un [[stampa anarchica|giornale clandestino]] (gli americani non concedevano l'autorizzazione) da cui in seguito nascerà  «[[Volontà ]]», trasformato poi in [[stampa anarchica|rivista]] durante il congresso della [[FAI]] del [[16 marzo|16]]-[[20 marzo]] [[1947]], e di cui sarà  «gerente responsabile» sino al [[1980]], anno in cui [[Volontà ]] passerà  al gruppo anarchico di Milano [[Bandiera Nera]]. <ref name="diziona">Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani, Tomo II, pag 636, 637 </ref>
Alla fine del [[1943]], in piena [[gli anarchici e la resistenza antifascista|resistenza antifascista]], mette nuovamente piede in [[Italia]], a Napoli, e prosegue assiduamente la sua propaganda in favore dell'[[anarchia]]. Assieme a [[Giovanna Caleffi]], già  moglie di [[Camillo Berneri]], [[Cesare Zaccaria]] <ref>[http://www.municipio.re.it/manifestazioni/berneri/zaccaria.htm Cenni biografici su Zaccaria]</ref> (per un periodo sarà  il compagno di [[Giovanna Caleffi]]) e [[Armido Abbate]] <ref>"Armido Abbate, ferroviere e sindacalista, combatté la battaglia libertaria negli anni di Giolitti. [[antifascismo|Antifascista]], partigiano nelle Quattro Giornate, giunse alla Repubblica attivo quanto basta per denunciare l'americanismo di De Gasperi. Si veda: [http://www.didaweb.net/fuoriregistro/leggi.php?a=8122 ''Vite anarchiche'']</ref> fonda l'[[Alleanza dei Gruppi Libertari dell'Italia Meridionale]] e [[Rivoluzione libertaria]], avvalendosi di un [[stampa anarchica|giornale clandestino]] (gli americani non concedevano l'autorizzazione) da cui in seguito nascerà  «[[Volontà]]», trasformato poi in [[stampa anarchica|rivista]] durante il congresso della [[FAI]] del [[16 marzo|16]]-[[20 marzo]] [[1947]], e di cui sarà  «gerente responsabile» sino al [[1980]], anno in cui [[Volontà]] passerà  al gruppo anarchico di Milano [[Bandiera Nera]]. <ref name="diziona">Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani, Tomo II, pag 636, 637 </ref>


Poco prima della fine della guerra si fa promotore, insieme tra gli altri a [[Antonio Malara|Nino Malara]] e [[Giordano Bruch]], di un Convegno anarchico a Cosenza ([[5 giugno|5]]-[[6 giugno]] [[1944]]) e di uno a Napoli ([[20 giugno]] [[1944]]). Instancabilmente attivo, è arrestato dagli anglo-americani nel settembre [[1944]] e nell'aprile [[1945]], in entrambi i casi a Bari, con l'accusa di aver affisso manifesti [[Personalità  anarchiche|anarchici]] sui muri dell'Università. Una volta consegnato alla polizia italiana, dopo un breve trattenimento presso il locale [[carcere]], è però ben presto rilasciato ma senza che le sue convinzioni ne risultino minimamente indebolite.
Poco prima della fine della guerra si fa promotore, insieme tra gli altri a [[Antonio Malara|Nino Malara]] e [[Giordano Bruch]], di un Convegno anarchico a Cosenza ([[5 giugno|5]]-[[6 giugno]] [[1944]]) e di uno a Napoli ([[20 giugno]] [[1944]]). Instancabilmente attivo, è arrestato dagli anglo-americani nel settembre [[1944]] e nell'aprile [[1945]], in entrambi i casi a Bari, con l'accusa di aver affisso manifesti [[Personalità  anarchiche|anarchici]] sui muri dell'Università. Una volta consegnato alla polizia italiana, dopo un breve trattenimento presso il locale [[carcere]], è però ben presto rilasciato ma senza che le sue convinzioni ne risultino minimamente indebolite.
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Tra il [[1946]] e il [[1947]] sostiene l'attivismo dei giovani anarchici, in particolare quelli del gruppo milanese Gioventù anarchica ed è anche il fondatore, insieme a [[Gigi Damiani]], del quindicinale [[L'Antistato]], portavoce della corrente antiorganizzatrice e che sarà  pubblicato per 26 anni. Proprio come "gerente" del quindicinale è condannato a 6 mesi con la condizionale per «vilipendio alla magistratura». Altri tre processi lo vedono protagonista per incitazione alla disobbedienza delle leggi e per «propaganda antielettorale» nel [[1951]] (della stessa accusa deve rispondere anche il suo amico e anarchico [[Aurelio Chessa]]).<ref name="dizio">Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani, Tomo II, pag 637 </ref>
Tra il [[1946]] e il [[1947]] sostiene l'attivismo dei giovani anarchici, in particolare quelli del gruppo milanese Gioventù anarchica ed è anche il fondatore, insieme a [[Gigi Damiani]], del quindicinale [[L'Antistato]], portavoce della corrente antiorganizzatrice e che sarà  pubblicato per 26 anni. Proprio come "gerente" del quindicinale è condannato a 6 mesi con la condizionale per «vilipendio alla magistratura». Altri tre processi lo vedono protagonista per incitazione alla disobbedienza delle leggi e per «propaganda antielettorale» nel [[1951]] (della stessa accusa deve rispondere anche il suo amico e anarchico [[Aurelio Chessa]]).<ref name="dizio">Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani, Tomo II, pag 637 </ref>


Si guadagna da vivere svolgendo principalmente l'attività  di muratore, sempre circondato da amici e compagni fedelissimi: [[Raffaele Schiavina]], [[Aurelio Chessa]], [[Gigi Damiani]], [[Armando Borghi]] e [[Michele Damiano]]. È proprio insieme a questo gruppo che intraprende una battaglia contro il comitato redazionale de [[L'Impulso]] ([[Pier Carlo Masini]], [[Arrigo Cervetto]], [[Ugo Scattoni]], [[Lorenzo Parodi]] e [[Renzo Sbriccoli]]), accusato da Turroni e compagni di deriva «sindacalista e organizzativa» estranea al movimento anarchico. A loro volta il gruppo de [[L'Impulso]], che nel frattempo diviene l'organo propagandistico dei [[Gruppi_Anarchici_di_Azione_Proletaria|GAAP]], accusa [[Volontà ]] e [[L'Aurora]] di avere idee obsolete e non consone alla fase storica del momento. <ref name="dizio">Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani, Tomo II, pag 637 </ref>
Si guadagna da vivere svolgendo principalmente l'attività  di muratore, sempre circondato da amici e compagni fedelissimi: [[Raffaele Schiavina]], [[Aurelio Chessa]], [[Gigi Damiani]], [[Armando Borghi]] e [[Michele Damiano]]. È proprio insieme a questo gruppo che intraprende una battaglia contro il comitato redazionale de [[L'Impulso]] ([[Pier Carlo Masini]], [[Arrigo Cervetto]], [[Ugo Scattoni]], [[Lorenzo Parodi]] e [[Renzo Sbriccoli]]), accusato da Turroni e compagni di deriva «sindacalista e organizzativa» estranea al movimento anarchico. A loro volta il gruppo de [[L'Impulso]], che nel frattempo diviene l'organo propagandistico dei [[Gruppi_Anarchici_di_Azione_Proletaria|GAAP]], accusa [[Volontà]] e [[L'Aurora]] di avere idee obsolete e non consone alla fase storica del momento. <ref name="dizio">Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani, Tomo II, pag 637 </ref>
[[File:Congresso Nazionale Anarchico (1957).jpg|thumb|270 px|Congresso Nazionale Anarchico di Senigallia (1957): si notano [[Aurelio Chessa]] (con la sciarpa), alla sua sinistra [[Umberto Marzocchi]] e [[Pio Turroni]]]]
[[File:Congresso Nazionale Anarchico (1957).jpg|thumb|270 px|Congresso Nazionale Anarchico di Senigallia (1957): si notano [[Aurelio Chessa]] (con la sciarpa), alla sua sinistra [[Umberto Marzocchi]] e [[Pio Turroni]]]]


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*Pio Turroni, ''La Rivoluzione sconosciuta'', Edizioni Franchini, Carrara, 1976 2 volumi
*Pio Turroni, ''La Rivoluzione sconosciuta'', Edizioni Franchini, Carrara, 1976 2 volumi
*''Pio Turroni muratore dell'anarchia'' in [[Libertaria]], Milano: n°3, luglio-settembre 2003
*''Pio Turroni muratore dell'anarchia'' in [[Libertaria]], Milano: n°3, luglio-settembre 2003
*Movimento anarchico di lingua italiana, «[[Volontà ]]», Volume 22
*Movimento anarchico di lingua italiana, «[[Volontà]]», Volume 22
*Pio Turroni, Nino Napolitano, ''I nostri attentatori contro il [[fascismo]]''
*Pio Turroni, Nino Napolitano, ''I nostri attentatori contro il [[fascismo]]''
*[[Aurelio Chessa]], Pio Turroni, ''Sulla Communitá M.L. Berneri''
*[[Aurelio Chessa]], Pio Turroni, ''Sulla Communitá M.L. Berneri''
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