La Questione Sociale (settimanale di Buenos Aires)

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La Questione Sociale (sottotitolato «Organo comunista-anarchico» e recante il motto «Perché parlate di libertà? Chi è povero è schiavo») è stato un settimanale di Buenos Aires diretto da Errico Malatesta e pubblicato dal 22 agosto al 29 novembre del 1885 (per un totale di 14 numeri).

Fu la prima pubblicazione anarchica in lingua italiana apparsa nell'America Latina.

Il periodico aveva lo stesso nome del giornale fondato da Malatesta a Firenze nel 1883. Dal 1894 al 1896 verrà ristampato, sempre a Buenos Aires, da Fortunato Serantoni.

Storia

La Questione Sociale di Firenze [1]

Malatesta aveva già diretto un settimanale con il titolo La Questione Sociale a Firenze nel 1883-1884. Il foglio (sottotitolato «Organo comunista-anarchico» e, dal 3 giugno 1888, «Voce dei lavoratori»), recava anch'esso il motto «Perché parlate di libertà? Chi è povero è schiavo».

Venne pubblicato dal 22 dicembre 1883 al 26 maggio 1889, ma subì interruzioni dal 10 febbraio al 4 maggio 1884, dal 1° giugno 1884 al 20 maggio 1888 e dal 21 ottobre 1888 al 19 maggio 1889 (negli anni 1888-1889 fu pubblicato anche a Livorno e Pisa).

L'arrivo di Malatesta in Argentina e la nascita de La Questione Sociale di Buenos Aires [2]

Errico Malatesta negli anni '80 dell'Ottocento.

Verso la fine del 1884, onde sottrarsi alla condanna emessa contro di lui dal Tribunale di Roma, Errico Malatesta abbandona l'Italia e, dopo una breve sosta a Londra, s'imbarca per l'Argentina. Lo accompagnano gli internazionalisti Francesco Pezzi e Francesco Natta (anch'essi condannati, in contumacia, per avere preso le difese del loro correligionario firmando, con altri 53 sovversivi, un manifesto di protesta contro la sentenza dei giudici romani), Cesare Agostinelli e il giovane anarchico Galileo Palla.

Poco dopo il suo arrivo nella capitale argentina, Malatesta, coadiuvato principalmente da Natta e Pezzi, dà vita al settimanale La Questione Sociale.

L'attività sovversiva bonaerense ruota, nel 1885, attorno al «Circolo Socialista», creato dallo stesso Malatesta. [3] Di questo Circolo - i cui locali, in Calle Piedad 601, fungono anche da sede amministrativa del giornale - è organo appunto La Questione Sociale, come terranno a precisare i suoi redattori, rispondendo al foglio repubblicano L'Amico del Popolo, che lo definirà apertamente «organo di Malatesta». [4]

Le pubblicazioni del nuovo periodico erano state precedute da lunghi dibattiti fra i membri promotori dell'iniziativa, concordi tutti sull'opportunità di dare vita a un'attività editoriale ma divisi rispetto alle sue modalità d'attuazione. L'ambiente - qualunquista e «troppo indifferente a ciò che non rappresenta quattrini» - della colonia italiana di Buenos Aires, appariva infatti poco idoneo a un genere di pubblicazione qual è appunto il giornale, che, per le sue stesse caratteristiche, richiedeva un pubblico già politicizzato o perlomeno sensibile ai problemi sociali. Ciò giustificava le preoccupazioni di quanti, fra i membri del Circolo si erano dichiarati poco convinti della sua utilità e avrebbero preferito orientarsi verso un genere di produzione editoriale diversa, quale «il libro o l'opuscolo che approfondisce e svolge l'idea e resta come strumento duraturo di propaganda». Tuttavia «fu deciso per il giornale, principalmente perché si sperava di trascinare i nostri avversari, ed in ispecie i repubblicani, ad una polemica seria che non avrebbe potuto non produrre utili risultati pel nostro partito».

Sotto questo profilo, tuttavia, e per ammissione degli stessi redattori, i risultati si rivelano fallimentari, causa il sistematico rifiuto dell'organo repubblicano L'Amico del Popolo di accettare il contraddittorio più volte sollecitato dagli anarchici.

Oltre agli articoli di polemica coi repubblicani, l'organo bonaerense dedica largo spazio a scritti di propaganda, fra i quali è da segnalare, in primo luogo, il lavoro di Malatesta L'Anarchia (pubblicato anonimo sui n. 2, 8 e 9 del 4 ottobre, 15 e 22 novembre), prima stesura dell'ormai classico capolavoro della letteratura malatestiana e che il rivoluzionario italiano si premurerà di rieditare in opuscolo dopo il suo rientro in Europa. Degne di essere rilevate, infine, sono una documentata analisi su La situazione socialista nella Spagna (n. 10 del 29 novembre) e una commossa rievocazione di Rocco Lombardo, il giovane militante, già redattore de Il Lavoratore di Genova, morto a Napoli il 18 settembre del 1884, durante l'epidemia colerica.

Circa tre mesi dopo l'inizio delle pubblicazioni, constatata l'ormai inutile funzione del giornale, dal momento che «i repubblicani di discussione non ne vogliono sapere», i redattori stabiliscono, nel corso di una riunione straordinaria, tenuta la sera del 23 novembre, di sopprimere il periodico e diffondere al suo posto «degli opuscoli, in cui sarà trattato il programma comunista-anarchico in tutta la sua estensione e sotto tutti i punti di vista».

La Questione Sociale: il mensile

Il 15 luglio 1894 il mensile La Questione Sociale fu ristampato da Fortunato Serantoni. Aveva una presentazione esteticamente curata ed era un mensile di 32 pagine. Gli articoli furono pubblicati in italiano, come negli anni malatestiani, ma con una prevalenza del castellano.

La rivista (sottotitolata «Rivista Mensile di Studi Sociali» [5]) si definiva «socialista anarchica». Nelle sue pagine sono sorte controversie con i redattori de El Perseguido, difensori dell'antiorganizzazione e dell'anarchismo individualista. Invece, le sue idee coincidevano con quelle de El Oprimido, di Juan Creaghe e de La Protesta Humana. Le idee di Serantoni continuavano la tendenza organizzatrice di Malatesta e criticavano gli individualisti.

La pubblicazione era considerata di alto livello intellettuale, divulgando testi di Élisée Reclus, Pëtr Kropotkin, Joan Montseny, José Prat, Ricardo Mella, Anselmo Lorenzo, Soledad Gustavo ecc. Era moderata nello stile e critica nei confronti della propaganda del fatto. Ogni anno curava un Almanacco, con articoli di teorici anarchici e poesie, che veniva distribuito in tutto il mondo.

A partire dal n. 22, del 23 agosto 1896, il giornale passò al formato di 8 pagine e iniziò a essere stampato come supplemento a El OprimidoSuplemento de El Oprimido» [5]). Il 30 ottobre dello stesso anno ne venne sospesa la pubblicazione.

Note

  1. Fonte principale: Leonardo Bettini, La Questione sociale, in Bibliografia dell'anarchismo, Volume 1, Tomo 1 - Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati all'estero (1872-1971), pp. 33-34.
  2. Fonte principale: Leonardo Bettini, La Questione sociale, in Bibliografia dell'anarchismo, Volume 1, Tomo 2 - Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati all'estero (1872-1971), pp. 3-4.
  3. Le pagine de La Questione Sociale esprimevano le idee dei comunisti libertari del Círculo de Estudios Sociales (Circolo degli studi sociali) di Buenos Aires, fondato da Malatesta. L'idea del giornale era dovuta anche al fatto che in detto Circolo si riteneva che esso fosse il mezzo più idoneo per aumentare lo sviluppo intellettuale dei lavoratori.
  4. «L'Amico del Popolo», a. I, n. 3 dell'11 ottobre.
  5. 5,0 5,1 Leonardo Bettini, La Questione sociale, in Bibliografia dell'anarchismo, Volume 1, Tomo 2 - Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati all'estero (1872-1971), pp. 8-9.

Voci correlate