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==Biografia== | ==Biografia== | ||
: «Nativo di Arcola (SP), è personaggio di rilievo nel movimento anarchico spezzino: uomo audacissimo, il più temibile sovversivo di un gruppo, di cui fanno parte Abele Rìcieri Ferrari ("Renzo Novatore "), Tintino Persio Rasi ("Auro d'Arcola ") e Sante Pollastro. Accusato di aver partecipato all'assalto della Polveriera di Vallegrande il 4 giugno 1920, Carnesecchi viene tratto in arresto nel settembre successivo, dopo l'occupazione delle fabbriche. Il giornale "Il Libertario" di La Spezia racconta che la stampa conservatrice sta facendo "'''un gran can can per l'arresto del terribile pregiudicato Carnesecchi'''", sul quale pendevano 4 mandati di cattura, che fu uno degli assalitori della Polveriera e che aveva la casa piena d'armi d'ogni genere. E se non ridi, di che rider suoli? Il Carnesecchi non è mai stato ricercato, tanto vero che tutti lo hanno veduto fino al giorno dei suo arresto passeggiare tranquillamente in città e dintorni e perfino in Pretura ed in Tribunale. E nientemeno aveva 4 mandati di cattura! O perché non lo hanno preso prima? Mistero !» <ref>Biblioteca [[Franco Serantini]], ''Dizionario biografico degli anarchici italiani'', Volume primo alle pagine 326 e 327, voce curata da (Fausto Bucci - R. Bugiani - M. Lenzerini)</ref> | : «Nativo di Arcola (SP), è personaggio di rilievo nel movimento anarchico spezzino: uomo audacissimo, il più temibile sovversivo di un gruppo, di cui fanno parte Abele Rìcieri Ferrari ("Renzo Novatore "), Tintino Persio Rasi ("Auro d'Arcola ") e Sante Pollastro. Accusato di aver partecipato all'assalto della Polveriera di Vallegrande il 4 giugno 1920, Carnesecchi viene tratto in arresto nel settembre successivo, dopo l'occupazione delle fabbriche. Il giornale "Il Libertario" di La Spezia racconta che la stampa conservatrice sta facendo "'''un gran can can per l'arresto del terribile pregiudicato Carnesecchi'''", sul quale pendevano 4 mandati di cattura, che fu uno degli assalitori della Polveriera e che aveva la casa piena d'armi d'ogni genere. E se non ridi, di che rider suoli? Il Carnesecchi non è mai stato ricercato, tanto vero che tutti lo hanno veduto fino al giorno dei suo arresto passeggiare tranquillamente in città e dintorni e perfino in Pretura ed in Tribunale. E nientemeno aveva 4 mandati di cattura! O perché non lo hanno preso prima? Mistero!» <ref>Biblioteca [[Franco Serantini]], ''Dizionario biografico degli anarchici italiani'', Volume primo alle pagine 326 e 327, voce curata da (Fausto Bucci - R. Bugiani - M. Lenzerini)</ref> | ||
=== L'adolescenza e le prime esperienze anarchiche === | === L'adolescenza e le prime esperienze anarchiche === | ||
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*'''Testimonianza dei compagni e della madre:''' | *'''Testimonianza dei compagni e della madre:''' | ||
Gli anarchici denunciano apertamente i militi e li accusano di avere «proditoriamente e selvaggiamente assassinato» il loro compagno di ideali: il [[27 marzo]] i carabinieri del "Limone" - '''racconta «[[Il Libertario]]»''' -: «sono sortiti dalla caserma come "cannibali ebbri ed armati", al comando di un "nefasto brigadiere", e si sono recati "al canto provocatore di "Bandiera rossa" ed altri inni sovversivi in ricerca della preda designata al Termo d'Arcola". Qui hanno schiamazzato, bevuto e costretto, con la violenza, la gente a rincasare, poi sono piombati su C., che usciva di casa con lo zio Azeglio e l'amico Franceschini portando con sé una chitarra, e hanno brutalmente colpito Azeglio con una frusta e sparato a Franceschini, senza ferirlo. Quanto a Carnesecchi, egli è stato schiaffeggiato dal brigadiere e investito dai militi con "una briaca, tempestosa sfuriata di nervate", prima di essere abbattuto da una fucilata alla schiena e colpito da numerose rivoltellate e pugnalate, mentre i carabinieri urlavano: "'''Vigliacco! Voglio spezzarti il cuore con una revolverata !'''" e il brigadiere ordinava: "'''Prendi il pugnale, spaccagli il cuore!'''".» | Gli anarchici denunciano apertamente i militi e li accusano di avere «proditoriamente e selvaggiamente assassinato» il loro compagno di ideali: il [[27 marzo]] i carabinieri del "Limone" - '''racconta «[[Il Libertario]]»''' -: «sono sortiti dalla caserma come "cannibali ebbri ed armati", al comando di un "nefasto brigadiere", e si sono recati "al canto provocatore di "Bandiera rossa" ed altri inni sovversivi in ricerca della preda designata al Termo d'Arcola". Qui hanno schiamazzato, bevuto e costretto, con la violenza, la gente a rincasare, poi sono piombati su C., che usciva di casa con lo zio Azeglio e l'amico Franceschini portando con sé una chitarra, e hanno brutalmente colpito Azeglio con una frusta e sparato a Franceschini, senza ferirlo. Quanto a Carnesecchi, egli è stato schiaffeggiato dal brigadiere e investito dai militi con "una briaca, tempestosa sfuriata di nervate", prima di essere abbattuto da una fucilata alla schiena e colpito da numerose rivoltellate e pugnalate, mentre i carabinieri urlavano: "'''Vigliacco! Voglio spezzarti il cuore con una revolverata!'''" e il brigadiere ordinava: "'''Prendi il pugnale, spaccagli il cuore!'''".» | ||
Il [[29 marzo]] [[1921]] la mamma di Carnesecchi smentisce la versione dell'accaduto, diffusa da "Il Tirreno" e da altri giornali conservatori, puntualizzando che il [[27 marzo]] i carabinieri hanno ingiunto al figlio e ai suoi due compagni di fermarsi e di alzare le braccia: «Mio figlio e gli altri obbedirono chiedendo a quei sette [...] chi fossero. Rispose il brigadiere qualificandosi e mio figlio declinò allora il suo nome. A questo punto il brigadiere, saputo che davanti aveva mio figlio, gli vibrò uno schiaffo e tutti i carabinieri incominciarono a colpire con nerbate e pugnalate i tre disgraziati, i quali tentarono di salvarsi con la fuga. Mio figlio venne travolto e gettato a terra dove fu colpito da vari colpi di rivoltella e dì fucile. [...] "È pure falso che mio figlio fosse colpito da mandato di cattura». | Il [[29 marzo]] [[1921]] la mamma di Carnesecchi smentisce la versione dell'accaduto, diffusa da "Il Tirreno" e da altri giornali conservatori, puntualizzando che il [[27 marzo]] i carabinieri hanno ingiunto al figlio e ai suoi due compagni di fermarsi e di alzare le braccia: «Mio figlio e gli altri obbedirono chiedendo a quei sette [...] chi fossero. Rispose il brigadiere qualificandosi e mio figlio declinò allora il suo nome. A questo punto il brigadiere, saputo che davanti aveva mio figlio, gli vibrò uno schiaffo e tutti i carabinieri incominciarono a colpire con nerbate e pugnalate i tre disgraziati, i quali tentarono di salvarsi con la fuga. Mio figlio venne travolto e gettato a terra dove fu colpito da vari colpi di rivoltella e dì fucile. [...] "È pure falso che mio figlio fosse colpito da mandato di cattura». |