Umanità Nova: differenze tra le versioni

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[[File:Malatesta.jpg|miniatura|left|200px|[[Errico Malatesta]]]]
[[File:UN2.jpg|miniatura|500px|Testata del primo numero di ''Umanità Nova''.]]
'''''Umanità Nova''''' è il giornale degli [[anarchici]] fondato nel [[1920]], nell'ambito dell'[[Unione Anarchica Italiana]], da [[Errico Malatesta]], accanto al quale si possono citare, tra i numerosi collaboratori e redattori storici, [[Gigi Damiani]], [[Corrado Quaglino]], [[Carlo Frigerio]], [[Ettore Molinari]], [[Nella Giacomelli]], [[Luigi Fabbri]], [[Armando Borghi]], [[Camillo Berneri]] e [[Virgilia D'Andrea]].


'''«Umanità Nova»''' è il [[giornale degli anarchici]] fondato nel [[1920]], nell'ambito dell'[[UAI]], da [[Errico Malatesta]]. Il settimanale è gestito sia sotto il profilo economico che quello redazionale dalla [[Federazione Anarchica Italiana]] ed è stampato a Carrara, presso [[«La Cooperativa Tipolitografica»]], che ne garantisce l'uscita. Viene spedito in tutta Italia grazie all'opera di volontari.
Il settimanale è gestito sia sotto il profilo economico che quello redazionale dalla [[Federazione Anarchica Italiana]] ed è stampato a Carrara, presso ''[[La Cooperativa Tipolitografica]]'', che ne garantisce l'uscita. Viene spedito in tutta Italia grazie all'opera di volontari.


La redazione di «UN» è dal 2008 una redazione collegiale nazionale, espressione di alcuni gruppi ed di alcune individualità sparse sul territorio. Il mezzo telematico è quello prediletto per lo svolgimento delle riunioni redazionali (in cui non prevale la maggioranza, ma la sintesi) e che consente, nella pratica, di realizzare con maggiore efficacia il decentramento decisionale. Vi è apertura alle collaborazioni esterne.
La redazione di «UN» è dal [[2008]] una redazione collegiale nazionale, espressione di alcuni gruppi ed di alcune individualità sparse sul territorio. Il mezzo telematico è quello prediletto per lo svolgimento delle riunioni redazionali (in cui non prevale la maggioranza, ma la sintesi) e che consente, nella pratica, di realizzare con maggiore efficacia il decentramento decisionale. Vi è apertura alle collaborazioni esterne.


== Breve storia di «Umanità Nova» ==
== Storia ==
[[Image:UN_geminal.jpg|thumb|400px|Una copia di UN davanti al Politeama Verdi di Carrara.]]
'''«Umanità Nova»''' nasce come quotidiano ufficiale (in alcune zone la sua tiratura superava quella de «l'Avanti!») dell'[[Unione Anarchica Italiana]], grazie soprattutto all'attivismo di [[Malatesta]], [[Gigi Damiani]], [[Corrado Quaglino]], [[Carlo Frigerio]] e [[Nella Giacomelli]] (a lei si deve probabilmente l'idea del titolo del giornale). Il primo numero esce il [[26 febbraio]] [[1920]]; alla fine del [[1920]] [[Malatesta]], [[Armando Borghi]] e [[Corrado Quaglino]], ovvero alcuni dei redattori e collaboratori più importanti del quotidiano anarchico, vengono arrestati con l'accusa di «cospirazione contro lo [[Stato]]», «associazione a delinquere» e reati a mezzo stampa e parola. L'arroganza e la violenza degli squadristi porta il giornale a dover subire nei primi anni '20 molte azioni [[repressive]]: il [[23 marzo]] [[1921]] la sede di «UN» viene seriamente danneggiata dagli assalti degli [[squadristi fascisti]], costringendo alla temporanea interruzione delle pubblicazioni. Il [[14 maggio]] [[1921]] «UN» riprende le pubblicazioni, nel [[1922]] diviene settimanale, il [[2 dicembre]] la sede viene totalmente distrutta e il [[giornale]] è costretto a sospendere definitivamente le pubblicazioni. Alla caduta del regime, nel [[1945]], ricomincia la pubblicazione della rivista, ancora sotto forma di settimanale, che diviene l'organo ufficiale della nuova [[Federazione Anarchica Italiana]].


Tra i numerosissimi collaboratori di «Umanità Nova» possono essere ricordati [[Errico Malatesta]] (fondatore), [[Luigi Fabbri]], [[Armando Borghi]] e [[Camillo Berneri]].
=== I primi anni ===
[[Image:UN1.jpg|thumb|200px|left|Prima pagina del primo numero di ''Umanità Nova'' del [[26 febbraio|26]]-[[27 febbraio]] [[1920]].]]
== Cos'è «Umanità Nova»? ==
[[File:N Giacomelli2.jpg|miniatura|200px|[[Nella Giacomelli]]]]
[[Image:Umanit%C3%A0_nova.jpg|thumb|180px|Prima pagina di «Umanità Nova» (9/12/1956]]  
[[File:Ettore Molinari.JPG|miniatura|200px|[[Ettore Molinari]]]]
«Umanità Nova» si presenta settimanalmente in edizione cartacea come luogo di comunicazione, di incontro, interventi e riflessioni su fatti e vicende dell'[[anarchismo]] sociale, dei movimenti libertari, [[antiautoritari]], [[anticlericali]], di mondo del lavoro e [[sindacalismo]] di base, [[azione diretta]], lotte sul territorio, spazi sociali e percorsi [[autogestionari]].
[[File:Damiani2.jpg|miniatura|200px|left|[[Gigi Damiani]]]]
Sebbene durante il corso della sua esistenza abbia dovuto continuamente scontrarsi con innumerevoli tentativi di soffocarne la voce, continua dalla caduta del [[fascismo]] ([[1945]]) ad uscire ininterrottamente, in maniera completamente autofinanziata e grazie al sostegno politico di quanti vi hanno trovato un mezzo coerente con gli obiettivi e le pratiche antistatali ed [[anticapitalistiche]] di emancipazione e di trasformazione rivoluzionaria che via via si sono prodotti nella società e nei momenti di lotta che ancora oggi, in epoca di globalizzazione e di restaurazione autoritaria, li perseguono.
La storia di ''Umanità Nova'' comincia nel [[1909]], quando a [[Ettore Molinari]] e [[Nella Giacomelli]] viene l'idea di trasformare in giornale quotidiano il pamphlet ''[[La Protesta Umana]]''. Nel [[1911]], durante un convegno nazionale, il Fascio Comunista Anarchico di Roma propone un organo nazionale che sia portavoce del [[movimento anarchico]], che sta tornando a rafforzarsi in [[Italia]]. <ref>Franco Schirone, ''Cronache Anarchiche'', Zero in Condotta, 2010, p. 17.</ref> Nell'aprile del [[1919]], a Firenze, in un convegno nazionale che vede partecipare gran parte delle forze [[anarchiche]] italiane, sia di parte [[organizzativa]] che [[antiorganizzativa]], si conviene sulla necessità di stringersi in una unione: l'[[Unione Comunista Anarchica Italiana]]. La stampa viene indicata come uno dei punti cardine <ref>Franco Schirone, ''Cronache Anarchiche'', Zero in Condotta, 2010, p. 19.</ref>; in questo frangente [[Ettore Molinari]] e [[Nella Giacomelli]] propongono un quotidiano nazionale ed insieme a [[Emilio Spinaci]] ottengono il via libera per verificare le possibilità concrete di realizzare un quotidiano di tutti gli [[anarchici]] e cominciare a raccogliere fondi. Il nome ''Umanità Nova'' viene dato dalla stessa [[Nella Giacomelli|Giacomelli]] che spiega:


== Lista dei diffusori di «Umanità Nova» (aggiornata al 22 giugno 2009) ==
''Umanità Nova'' è il titolo del Quotidiano anarchico in progetto, titolo mite, quasi evangelico, non intonato, qualcuno dice, al concitato respiro della società in fermento, al tumultuoso avvicendarsi di eventi, al minaccioso delinearsi di azioni [[violente]] e di propositi audaci di quest'ora che viviamo. [...] Esso abbraccia nella sua significazione completa il massimo delle nostre aspirazioni, e ci segna il cammino per pervenirvi senza deviamenti. [...] Ci incamminiamo verso l'ineluttabile. La [[rivoluzione]] non è più un sogno; il [[comunismo libertario]] è una meta raggiungibile; l'ideale [[anarchico]] non è più un'[[utopia]]. Il grido della folla che esce tumultuoso dalle officine e sale dai campi sterminati e fecondi, rappresenta la più alta delle proteste umane contro la secolare sofferenza; Spartaco si accinge a spezzare le sue catene; le coscienze insorgono per la rinnovazione del mondo. ''Umanità Nova'', meta suprema di tutte le nostre lotte e dei nostri dolori, noi ti adottiamo come simbolo luminoso di una visione vivente, e t'innalziamo al di sopra di tutte le folle, verso tutti i cuori, faro e bandiera di luce e di libertà».
'''ALESSANDRIA'''
* Edicola - via Cavour
* Libreria Gutemberg- via Caniggia
* Edicola in p.za Matteotti
* Laboratorio anarchico Perlanera, via Tiziano 2
'''BENEVENTO'''


* Gruppo Anarchico "Senzapatria", gruppoantagonistaantiautoritario@autistici.org
A causa del blocco dei fondi, del ritardo della corrispondenza e di un decreto-legge che contingenta la carta a tutto scapito delle nuove testate, l'uscita del giornale è resa possibile grazie all'intervento risolutivo dei lavoratori delle cave di lignite del Valdarno, che, fornendo l'energia alle cartiere, comunicano che non faranno più consegne finché le stesse non avranno garantito la carta anche a ''Umanità Nova''.
* Edicola di piazza Matteotti
* Edicola di via Perasso, vicino al cinema Massimo.
'''BERGAMO'''
* Spazio Anarchico Underground
via Furietti 12/b (martedì dalle 21,30, venerdì dalle 21,30, il sabato dalle 17) (underground@inventati.org)
'''BOLOGNA'''
* Libreria Feltrinelli Piazza di porta Ravegnana (due Torri)
* Libreria delle Moline Via delle Moline 3
* Libreria Info Modo Via Mascarella 24/b
* Libreria Irnerio Via Irnerio 27
* Circolo Anarchico "Berneri" - Piazza di Porta Santo Stefano 1 (aperto al pubblico giovedì dopo le 21)
* Edicola di via della Battaglia
* XM24 via Fioravanti 24
'''BRA (CN)'''
* Shoney Cafe', Viale Risorgimento 63
'''CARRARA'''
* Circolo goliardo fiaschi in via ulivi 8
* Cooperativa tipolitografica via san piero 13/a
* Germinal in piazza matteotti 31
'''CASATENOVO (LC)'''


* Biblioteca "Al Caffè", via San Carlo 23  Rimoldo
Il [[9 ottobre]] [[1919]] viene pubblicata la “Circolare-Annuncio” della redazione del quotidiano e cominciano ad arrivare i fondi: ''Umanità Nova'' parte contando su una cassa di circa 200.000 lire. Così, il [[26 febbraio]] [[1920]] esce il primo numero: 4 pagine, edizione serale, costo 10 centesimi. La prima tiratura è di 9.000 copie, ma nel giro di un mese sale a 40.000 (50.000 nei momenti più caldi: in alcune zone la tiratura supera quella de ''l'Avanti!''); solo la penuria della carta ne limita la stampa. <ref>''Umanità Nova'', Anno I, n° 1 p. 1, 26-27 febbraio 1920.</ref> Il giro di cassa supera il milione di lire. Un successo enorme, dunque, che si riflette non solo sul [[movimento anarchico]], ma su una più vasta area di sinistra, oramai contigua al movimento e destinata a rimanervi per parecchi mesi, finché la situazione, con il fallimento dell'occupazione delle fabbriche, non prenderà tutt'altra piega.
mercoledi sera, dalle 21:30 alle 23:30
(alcaffe@inventati.org)


'''FANO'''
La linea politica e l'audacia degli [[anarchici]] nelle lotte li fanno crescere in termini numerici e di peso. Se al Congresso di Firenze del [[1919]] sono convenuti 145 gruppi, nel luglio del [[1920]], a quello di Bologna, ne aderisconoo circa 700. In campo [[sindacalista]] l'[[USI]] passa da 58.000 tesserati alla fine del [[1918]], a 180.000 nella prima metà del [[1919]] e a 300.000 nel [[1920]]. In campo confederale gli [[anarchici]] riescono a prendere ai riformisti segreterie strategiche come quella della FIOM di Torino, con [[Pietro Ferrero]] e [[Maurizio Garino]]. È un momento di eccezionale fortuna per l'[[anarchismo]] italiano, al quale contribuisce non poco il quotidiano. Questa grande incisività si manifesta ulteriormente nel corso dell'imponente movimento delle “occupazioni delle fabbriche” da parte delle maestranze. Basta scorrere le pagine del quotidiano del settembre del [[1920]] per avere un'idea della grande attività degli [[anarchici]] nelle fabbriche e nelle officine occupate e gestite dai lavoratori.
* Circolo Culturale "Napoleone Papini" Via Garibaldi 47
'''FIRENZE'''
* Libreria Feltrinelli, via dei Cerretani
* Banco Libri d'occasione e antiquariato, P.za San Firenze
* Edicola, P.za dell'Isolotto
* Circolo Anarchico Fiorentino, via dei conciatori 2
* Centro Popolare Autogestito Firenze Sud - Via Villamagna 27/a
'''GENOVA'''
* Centro Documentazione "M.Guatelli" - Via Bologna, 28r (aperto sabato mattina 10-12)
* Libreria Feltrinelli - Via Venti Settembre, 231
* Librebria Assolibro - Via San Luca
* Edicola di Via Fieschi (di fronte Ricordi)
'''GRAGNANA'''
* Circolo Malatesta
'''IMOLA'''


* Gruppi Anarchici Imolesi Via Fratelli Bandiera 19, Tel. 0542.25743 louisemichel@fastmail.it
Ma la [[repressione]] non tarda ad arrivare e in ottobre viene arrestata la redazione di ''Umanità Nova'' quasi al completo, mentre centinaia di arresti e perquisizioni vengono effettuate in tutta [[Italia]] contro gli [[anarchici]] ed i [[sindacalisti rivoluzionari]]. Poco dopo è l'[[USI]] ad essere decapitata con l'arresto di tutto il Consiglio Generale. La [[polizia]], però, non riesce a capacitarsi di come il giornale possa ancora uscire tutti i giorni con la redazione al completo in galera. La risposta si chiama [[Gigi Damiani]], che non essendo cauto nella rete, ha contattato, in clandestinità, elementi rimasti fuori dall'ondata repressiva e creato una rete che gli permette di spostarsi in continuazione. In questo modo [[Gigi Damiani|Gigi]] compila il giornale, che poi raggiunge Milano, dove viene regolarmente stampato.
'''JESI'''
* Centro Studi Libertari "Luigi Fabbri", Via Posterma 8 sabato dalle 17 alle 19, fai@aesinet.it
'''LIVORNO'''
* Federazione Anarchica Livornese, via degli asili 33 (aperta tutti i giovedì dalle 18 alle 20)
* Edicola Piazza Garibaldi
* Edicola Dharma, Viale di Antignano 110
* Edicola Piazza Grande (di fronte al Bar Sole, angolo Via Pieroni)
* Edicola Piazza Damiano Chiesa
* Libreria Belforte, Via della Madonna 31
'''MASSA'''
* Circolo «Su la testa», via cairoli 3
'''MESSINA'''
* Biblioteca Sociale "P.Gori", Via Palmento 9, Villaggio Tipoldo (ME) - mercoledì e sabato dalle 15.30 alle 19
'''MESTRE'''
* Fuoriposto, via Felisatti 70
'''MILANO'''
* Federazione Anarchica Milanese F.A.I. – Ateneo Libertario V.le Monza 255 – tutti i giovedì dalle ore 21.00 faimilano@tin.it
* Circolo anarchico "dei Malfattori” Via Torricelli 18 (zona Ticinese)
* Edicola – Libreria "Pagine in Movimento”Via B. Varchi 1 (zona Bovisa)
* Libreria "Utopia” Largo La Foppa (angolo Via Moscova)
* Libreria "Feltrinelli” P.za Duomo (galleria Vitt. Emanuele)
* Vendita militante: tutti i mercoledì dalle 17.00 alle 19.00 stazione Nord "Cadorna”
'''MODENA'''
* Libreria UNIDEA, via S.Agata 10
'''MONFALCONE'''
* Coordinamento Libertario Isontino melamangio@autistici.org
'''MONTIGNOSO'''


* Bar Edicola Novani, via lenzetti cerreto di montignoso
=== La censura, la persecuzione e la chiusura ===
[[File:Armando borghi.jpg|miniatura|200px|[[Armando Borghi]]]]
'''NAPOLI'''
Il [[29 febbraio]] [[1920]], a Milano, presso la palestra delle scuole di Porta Romana, si tiene un comizio, indetto dalla Lega proletaria mutilati e invalidi di guerra, al quale prendono parte i rappresentanti della sinistra e del [[sindacalismo]], tra i quali gli [[anarchici]] [[Errico Malatesta]] e [[Pasquale Binazzi]] e, per l'[[USI]], [[Armando Borghi]]. Ma la pacifica dimostrazione si rivela una tragica anticipazione dell'offensiva squadrista e [[statale]] dei due anni seguenti. Infatti, i manifestanti vengono ripetutamente caricati dai carabinieri che, facendo pure fuoco coi moschetti su un tram con a bordo alcuni manifestanti, causano due morti e cinque feriti. Alla fine del [[1920]] [[Malatesta]], [[Armando Borghi]] e [[Corrado Quaglino]], ovvero alcuni dei redattori e collaboratori più importanti del quotidiano [[anarchico]], vengono arrestati con l'accusa di «cospirazione contro lo [[Stato]]», «associazione a delinquere» e reati a mezzo stampa e parola. Affiancando i [[fascisti]] alle forze dell'ordine, la consistenza delle testate del [[movimento anarchico]] passerà così da 28 nel [[1921]] a 3 nel [[1926]].
* Centro Studi Libertari, vico Montesanto 14
* OACN-FAI, shevek@fastwebnet.it
'''PADOVA'''
* Centro di Documentazione Anarchica (nodoanarchicopadovano@canaglie.net)
vendita militante ogni mercoledì dalle ore 11 alle 12 sotto l'orologio di Piazza dei Signori


'''PALERMO'''
La vicenda di ''Umanità Nova'' (prima a Milano, con pubblicazioni interrotte il [[23 marzo]] [[1921]] in concomitanza dei [[La strage del Teatro Diana|fatti del Diana]] <ref>La redazione venne data alle fiamme da una squadra fascista quale immediata rappresaglia alla [[La strage del Teatro Diana|strage del Diana]], avvenuta poche ore prima.</ref>, poi a Roma, dove dal [[14 maggio]] [[1921]] esce a periodicità settimanale e varia fino alla chiusura definitiva il [[2 dicembre]] [[1922]] <ref>La sede viene totalmente distrutta e il giornale è costretto a sospendere definitivamente le pubblicazioni.</ref>) è puntualmente seguita e documentata con uno speciale dossier della direzione generale di Pubblica Sicurezza: per il fatto che si tratta della realizzazione di un progetto editoriale ambizioso diretto da [[Malatesta]], per il grande successo ottenuto dalla sottoscrizione che ha preceduto l'uscita del primo numero (135.000 lire i “fondi raccolti nel Regno” al gennaio [[1920]]) e dalla prenotazione delle copie con pagamento anticipato (lire 6 per 100 copie), per il grande battage pubblicitario fatto anche di lotterie e feste alle case del popolo e per la costituzione ovunque di “comitati pro – Umanità Nova”. L'atto finale è la denuncia da parte della questura di Roma contro venti fra ex-redattori, corrispondenti e membri del consiglio di amministrazione. A ciò si aggiunge: il sequestro di un notevole plico di corrispondenza, di opuscoli e materiale di propaganda; la confisca della cassa del giornale (5.700 lire italiane, 300 marchi, 20.000 corone e 71.328 lire disponibili sul conto corrente presso il Credito Italiano; il sequestro di tutti i registri contabili. <ref>Una situazione analoga si era verificata anche alla Spezia, dove le camicie nere avevano letteralmente distrutto la tipografia ed incendiato l'amministrazione de ''[[Il Libertario]]'', e a Pisa nei confronti de ''[[L'Avvenire Anarchico]]''.</ref>
* Gruppo anarchico "Alfonso Failla"- Palermo e Trapani C.P. 1 - PA 48 (Via Roma) Palermo gruppoanarchicofailla@gmail.com
* Altroquando Via Vittorio Emanuele 143
'''PARMA'''
* Gruppo Anarchico "A.Cieri" Via Capra, 3 43100 San Prospero (PR) atelibparma@hotmail.com cieri_fai@hotmail.com
'''PESCARA'''
* Libreria "Primo Moroni" via quarto dei mille n.27
* gruppo de "Il Sale" - www.ilsale.net - scriviailsale@libero.it
'''PISA'''


* Circolo Anarchico di Vicolo del Tidi 20 (il lunedì dalle 18 alle 20)
Il [[28 ottobre]] [[1922]] Vittorio Emanuele III affida l'incarico di formare un nuovo governo a Mussolini. ''Umanità Nova'' spiega così la scelta di affidare l'esecutivo al capo delle camicie nere: <ref>Franco Schirone, ''Cronache Anarchiche'', Zero in Condotta, 2010, p. 96.</ref>
:«La borghesia, minacciata dalla marea proletaria che montava, incapace a risolvere i problemi urgenti della guerra, impotente a difendersi coi metodi tradizionali della repressione legale, si vedeva perduta ed avrebbe salutato con gioia un qualche militare che si fosse dichiarato dittatore ed avesse affogato nel sangue ogni tentativo di riscossa» (''L'imbroglio parlamentare'', [[21 luglio]] [[1922]] <ref>''Umanità Nova'', Anno III, n° 167 p. 1, 21 luglio 1922.</ref>).
'''PISTOIA'''
* Anarchici Pistoiesi: anarchicipistoiesi@canaglie.org - [http://anarchicipistoiesi.noblogs.org]
'''PORDENONE'''
* Circolo Zapata, Via Pirandello 22 info@zapatapn.org
'''RAGUSA'''
* Società dei Libertari via G.B.Odierna 212.  Aperto lunedì, mercoledì, venerdì e sabato dalle ore 18 alle ore 20. info@sicilialibertaria.it
'''REGGIO EMILIA'''
* Circolo C.Berneri Via don Minzoni 1/d Reggio Emilia  (tutti i martedì sera dalle 20:30, spesso la sede è aperta anche durante il giorno ma senza una vera regolarità)
* Libreria del teatro Via Crispi Francesco 6 Reggio Emilia
* Libreria Infoshop Mag6 Via Vincenzi 10/A Reggio Emilia
'''ROMA'''
* Gruppo Anarchico "Carlo Cafiero"- FAI, v.Vettor Fausto 3, fairoma@federazioneanarchica.org
* Libreria Anomalia via dei Campani 71/73    Orari d'apertura: lunedi 16-20; dal martedì al sabato 10-13 / 16-20, libreria@libreriaanomalia.org
* Biblioteca L'idea Via Braccio da Montone 71/a, biblidea@bastardi.net - martedi e venerdi dalle 17.00 in poi
* Torre Maura occupata via delle Averle 10
'''SAVONA'''
* Gruppo Anarchico Pietro Gori Piazza Bologna, 6 r 17100 Savona
Giorno di riunione: giovedì alle 21:30 Indirizzo postale: Gruppo P. Gori C.P. 22, 17100 Savona, ioia51@virgilio.it
* Edicola in Piazza del Popolo
* Edicola in Piazza Sisto IV
'''SASSARI'''
* Gruppo Socialista Libertario "Prometeo" gsl_prometeo@hotmail.it
'''SPEZZANO ALBANESE'''
* F.A. "G. Pinelli" FAI Via U. Boccioni, 9 87019 Spezzano Albanese (CS) Apertura sede: tutti i giorni tranne la domenica dalle ore 18 alle ore 20, faspixana@libero.it
'''TORINO'''
* Federazione Anarchica Torinese c.so Palermo 46 ogni giovedi dopo le 21,15, fai_to@inrete.it
* Libreria I comunardi via Bogino 2
* Bancarella del Gorilla di fronte a Porta Susa
'''TRENTO'''
* Rivisteria, via San Vigilio
'''TRIESTE'''
* Gruppo Anarchico Germinal c/o Centro Studi Libertari
Casella Postale 563 34132 Trieste Centro
gruppoanarchicogerminal@hotmail.com
[http://germinalts.noblogs.org]
* Libreria Indertat, via Diaz 22
'''UDINE'''
* Centro Sociale Autogestito, via Scalo Nuovo
'''VERONA'''
* Biblioteca anarchica "Giovanni Domaschi" spazio culturale anarchico, c/o circolo Pink via Scrimiari 7
è aperta il primo e terzo martedì del mese, dalle 21.30 alle 23.00, bibdomaschi@libero.it


'''VOLTERRA (PI)'''
''Umanità Nova'', inoltre, ritiene i socialisti tra i responsabili dell'ascesa politica del [[fascismo]]: <ref name="UN">Franco Schirone, ''Cronache Anarchiche'', Zero in Condotta, 2010.</ref>
:«Piuttosto l'avvento del [[Fascismo]] deve servire di lezione ai socialisti legalitari, i quali credevano, e ahimè! credono ancora, che si possa abbattere la borghesia mediante i voti della metà più uno degli elettori, e non vollero crederci quando dicemmo loro che se mai raggiungessero la maggioranza in Parlamento e volessero - tanto per fare delle ipoteri assurde - attuare il socialismo dal Parlamento, ne sarebbero cacciati a calci nel sedere!» (''Mussolini al potere'', [[25 novembre]] [[1922]] <ref>''Umanità Nova'', Anno III, n° 195 p. 1, 25 novembre 1922.</ref>).
* Gruppo Anarchico “Kronstadt”, vendita militante ogni sabato dalle 12 al mercato, redazionekronstadt@libero.it
'''ALTRI PUNTI DI DIFFUSIONE'''


* AMSTERDAM
Il [[30 ottobre]] [[1922]], subito dopo l'occupazione fascista di Roma, i locali in via Santa Croce vengono invasi e devastati. Dopo tre settimane di sosta forzata, il [[22 novembre]], trovata una tipografia disposta a stampare il giornale, mentre imperversa la furia devastatrice delle camicie nere, esce l'ultimo numero (n° 196) di ''Umanità Nova''. <ref name="UN"></ref>
 
INTERNATIONAL BOOKSHOP HET FORT VAN SJAKOO
=== La rinascita nel mondo ===
Jodenbreestraat 24 1011 NK Amsterdam The Netherlands
[[File:Camillo_Berneri_2.jpg|miniatura|160px|left|[[Camillo Berneri]]]]
Telefoon: 020-6258979, info@sjakoo.nl
[[File:Luigi Fabbri.jpg|miniatura|200px|[[Luigi Fabbri]]]]
Terminata, forzatamente, l'esperienza italiana, ''Umanità Nova'' rinasce negli [[USA]] (Brooklyn) nel [[1924]]-[[1925]]. <ref>[[Leonardo Bettini]], ''Bibliografia dell'anarchismo'', crescita politica editrice, Firenze, 1976, p. 216.</ref> Vengono pubblicati 18 numeri con direttore [[Maris Baldini]], pubblicista. La lotta al [[fascismo]] e la campagna per la liberazione di [[Sacco e Vanzetti]] rappresentano altri due aspetti di cui ''Umanità Nova'' si fa fortemente carico. Numerosi gli interventi con articoli ed analisi sulla situazione italiana e sul ruolo degli [[anarchici]] in questa fase: importanti ed interessanti alcuni scritti di Camillo da Lodi (pseudonimo di [[Camillo Berneri]]), [[Armando Borghi]] e, tra gli altri, [[Luigi Fabbri]]. L'edizione americana del giornale trova subito un largo consenso nella numerosa colonia degli esuli, ne è prova il completo esaurimento delle copie già dai primi numeri. Due numeri unici di ''Umanità Nova'' vengono pubblicati in [[Argentina]] (Buenos Aires) nel [[1930]] e nel [[1932]]. <ref>[[Leonardo Bettini]], ''Bibliografia dell'anarchismo'', crescita politica editrice, Firenze, 1976, p. 25.</ref> Dal [[20 ottobre]] [[1932]] al [[15 aprile]] [[1933]], a Puteaux <ref>[[Leonardo Bettini]], ''Bibliografia dell'anarchismo'', crescita politica editrice, Firenze, 1976, p. 134.</ref>, vengono pubblicati 10 numeri di ''Umanità Nova'': [[Camillo Berneri]] ed [[Antonio Cieri]], e con loro numerosi esuli [[libertari]], sono gli artefici della rinascita del giornale, quindicinale, che vive alterne vicende legate alla [[repressione]] del foglio da parte delle autorità francesi. Il respiro internazionale di ''Umanità Nova'' abbraccia soprattutto la [[Russia]] e la [[Spagna]]. In una nuova condizione sociale ed in una nuova fase, ''Umanità Nova'' nasce con la volontà di essere un giornale con orizzonti internazionali che apra una finestra sulle lotte operaie in ogni paese. I primi mesi del [[1933]] è denso di avvenimenti d'importanza internazionale. A gennaio avviene una rivolta [[anarchica]] in [[Spagna]] che si conclude con l'arresto, la tortura e l'assassinio dei rivoltosi della [[Federazione Anarchica Iberica]]; al tempo stesso ([[30 gennaio]]) in Germania Hitler va al potere con conseguenti imbavagliamento della stampa, restrizione della libertà d'associazione e [[repressione]] degli oppositori. In un momento così importante e delicato della vita sociale, ''Umanità Nova'', in esilio, è costretta ancora una volta a cessare le pubblicazioni per ordine dell'autorità francese. La protesta vive tre soli numeri: l'ultimo porta la data del [[28 marzo]] [[1933]]. Il giornale riapparirà, coronando anche il sogno di [[Camillo Berneri]], clandestino in [[Italia]] nel [[1943]].
 
=== La seconda guerra mondiale e la Resistenza ===
''Risorgiamo'': con questo titolo, dopo un ventennio di forzata assenza, il [[10 settembre]] [[1943]] ''Umanità Nova'' riprende in clandestinità le pubblicazioni. <ref>Franco Schirone, ''Cronache Anarchiche'', Zero in Condotta, 2010, p. 247.</ref> Tra il settembre [[1943]] e l'ottobre [[1944]] gli articoli sono redatti non per semplice solidarietà alla lotta di una soggettività oppressa, ma allo scopo politico di esortare alla lotta [[antifascista]]. Il monito a “nulla abdicare” della lotta partigiana viene dalla lettera aperta alle donne, quasi un manifesto politico:
:«E per la realizzazione di tutto questo lottiamo e lotteremo al fianco degli uomini, senza nulla abdicare, senza mai piegare, perché i nostri figli possano vivere in un'era in cui gli uomini saranno veramente degli uomini».
 
La ricostituzione dei partiti, le manifestazioni di piazza e la [[libertà di stampa]] continuano ad essere proibite e represse. Un sentire collettivo, determinato da questa situazione, e una crescente rivendicazione operaia dell'uscita dalla guerra, reclamata dai grandi [[scioperi]] che avevano bloccato le fabbriche a Napoli dal [[17 agosto|17]] al [[20 agosto]] [[1943]], si riscontrano in tutti gli organi di stampa del fronte [[antifascista]]: dal comunista ''l'Unità'' al socialista ''Avanti!'', dall'azionista ''L'Italia libera'' all'[[anarchico]] ''Umanità Nova''. <ref> Franco Schirone, ''Cronache Anarchiche'', Zero in Condotta, 2010, p. 249.</ref> Ulteriori elementi di analisi e indicazioni concrete si ritrovano anche nell'articolo ''Fascisti e nazisti all'opera'', assai interessante anche perché rovescia l'accusa di tradimento utilizzata dalla propaganda [[nazifascista]]:
:«I capi fascisti, responsabili della rovina d'Italia, approfittando della debolezza a loro riguardo dimostrata dal governo Badoglio, hanno potuto rifugiarsi in Germania presso i loro degni compari, i nazisti, assassini del popolo tedesco, da dove diramano a mezzo radio l'ordine agli squadristi italiani di aiutare in tutti i modi i tedeschi che sono in Italia, allo scopo di far riconquistare al [[fascismo]] il potere. [...] Non esiste nella storia un esempio di più vile tradimento a danno del popolo italiano, ridotto in gran parte senza casa e privo di tutto».
 
Con il crollo del [[fascismo]] (luglio [[1943]]) ed il successivo armistizio (settembre [[1943]]), <ref>Il [[10 settembre]] [[1944]], a Firenze, il giornale aveva ripreso le pubblicazioni, ma era stato sequestrato dagli alleati liberatori e il suo tipografo, [[Lato Latini]], era stato condannato in novembre a molti mesi di prigione per averne stampato senza autorizzazione ottomila copie, dopo averlo redatto insieme a [[Ezio Puzzoli]], [[Augusto Boccone]] e [[Vittorio Monni]], sostenendo che le responsabilità degli orrori della guerra dovevano gravare, dal [[25 luglio]] in poi, anche «sulla monarchia e sul governo monarchico».</ref> il giornale, edito sotto la gestione della [[Federazione Anarchica Italiana]], viene subito contrassegnato, nella sua impostazione, da molte delle caratteristiche del pensiero libertario: organizzazione interna non definita in termini assolutamente rigidi, ma vincolata ai mandati congressuali, che ne stabiliscono anche le figure redazionali fisse; individuazione di una rete estesa di collaboratori frequenti; possibilità di ogni lettore di interagire con il giornale, tanto che un numero consistente degli articoli pubblicati sarà opera proprio di occasionali collaboratori; assoluta libertà circa gli argomenti da trattare e, soprattutto, riguardo al contenuto di essi; diffusione affidata in gran parte alle capacità dei militanti.
[[Image:UN_geminal.jpg|thumb|300px|Una copia di ''UN'' davanti al Politeama Verdi di Carrara, città nella quale viene stampato il giornale.]]
La diffusione del giornale sarà strettamente correlata sia al tradizionale radicamento sociale degli [[anarchici]] sul territorio sia alle diverse fasi dell'evoluzione della situazione politica e sociale italiana. Con una certa approssimazione, è possibile constatare che da una tiratura di circa 13.000 copie del [[1944]], questa salì ad una media di 15.000/16.000 copie a numero, fino ad arrivare ad un massimo di 18.000, quota toccata nel [[1946]], per poi scendere progressivamente fino alle 10.000/10.500 copie dei primi anni '50. <ref>La maggior parte dei proventi (circa il 60%) era data dalla vendita diretta, mentre gli abbonamenti non superavano il 15% delle entrate; le zone di maggior diffusione erano quelle di consolidamento storico maggiore: Toscana, Lazio, Emilia-Romagna.</ref>
 
=== «UN» oggi ===
''Umanità Nova'' si presenta settimanalmente in edizione cartacea come luogo di comunicazione e di incontro per interventi e riflessioni su fatti e vicende inerenti l'[[anarchismo]] sociale, i movimenti libertari, antiautoritari e [[anticlericali]], il mondo del lavoro e il [[sindacalismo]] di base, l'[[azione diretta]], le lotte sul territorio, gli spazi sociali e i percorsi [[autogestionari]].
Sebbene durante il corso della sua esistenza abbia dovuto continuamente scontrarsi con innumerevoli tentativi di soffocarne la voce, continua dalla caduta del [[fascismo]] ([[1945]]) ad uscire ininterrottamente, in maniera completamente autofinanziata e grazie al sostegno politico di quanti vi hanno trovato un mezzo coerente con gli obiettivi e le pratiche antistatali ed anticapitalistiche di emancipazione e di trasformazione rivoluzionaria che via via si sono prodotti nella [[società]] e nei momenti di lotta che ancora oggi, in epoca di globalizzazione e di restaurazione autoritaria, li perseguono.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*Franco Schirone, ''Umanità Nova. 100 Anni: un secolo di battaglie anarchiche'', 2020
*[https://lemaquis.noblogs.org/post/2020/04/16/a-cura-di-schirone-franco-cronache-anarchiche-il-giornale-umanita-nova-nellitalia-del-novecento-1920-1945/ ''Cronache Anarchiche''], Franco Schirone, Zero in Condotta, 2010


== Voci correlate ==
== Voci correlate ==
*[[Errico Malatesta]]
* [[Pensiero e Volontà]]
*[[Stampa anarchica]]
* [[La Verità]]
*[[Storia del movimento libertario in Italia]]
* [[La Voce del profugo]]
 
* [[Fede! Settimanale Anarchico di Difesa e Cultura]]
* [[L'Adunata dei Refrattari]]
== Collegamenti esterni ==
== Collegamenti esterni ==
* [https://umanitanova.org/ Sito ufficiale]
*[https://www.umanitanova.org/ Sito web di ''Umanità Nova'']
 
*[https://umanitanova.org/dove-trovare-umanita-nova/ Lista dei diffusori di ''Umanità Nova'']
*[https://lemaquis.noblogs.org/post/2020/04/16/umanita-nova-1920-1945/ Umanità Nova (1920-1945)]
 
[[Categoria:Storia]]
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Testata del primo numero di Umanità Nova.

Umanità Nova è il giornale degli anarchici fondato nel 1920, nell'ambito dell'Unione Anarchica Italiana, da Errico Malatesta, accanto al quale si possono citare, tra i numerosi collaboratori e redattori storici, Gigi Damiani, Corrado Quaglino, Carlo Frigerio, Ettore Molinari, Nella Giacomelli, Luigi Fabbri, Armando Borghi, Camillo Berneri e Virgilia D'Andrea.

Il settimanale è gestito sia sotto il profilo economico che quello redazionale dalla Federazione Anarchica Italiana ed è stampato a Carrara, presso La Cooperativa Tipolitografica, che ne garantisce l'uscita. Viene spedito in tutta Italia grazie all'opera di volontari.

La redazione di «UN» è dal 2008 una redazione collegiale nazionale, espressione di alcuni gruppi ed di alcune individualità sparse sul territorio. Il mezzo telematico è quello prediletto per lo svolgimento delle riunioni redazionali (in cui non prevale la maggioranza, ma la sintesi) e che consente, nella pratica, di realizzare con maggiore efficacia il decentramento decisionale. Vi è apertura alle collaborazioni esterne.

Storia

I primi anni

Prima pagina del primo numero di Umanità Nova del 26-27 febbraio 1920.

La storia di Umanità Nova comincia nel 1909, quando a Ettore Molinari e Nella Giacomelli viene l'idea di trasformare in giornale quotidiano il pamphlet La Protesta Umana. Nel 1911, durante un convegno nazionale, il Fascio Comunista Anarchico di Roma propone un organo nazionale che sia portavoce del movimento anarchico, che sta tornando a rafforzarsi in Italia. [1] Nell'aprile del 1919, a Firenze, in un convegno nazionale che vede partecipare gran parte delle forze anarchiche italiane, sia di parte organizzativa che antiorganizzativa, si conviene sulla necessità di stringersi in una unione: l'Unione Comunista Anarchica Italiana. La stampa viene indicata come uno dei punti cardine [2]; in questo frangente Ettore Molinari e Nella Giacomelli propongono un quotidiano nazionale ed insieme a Emilio Spinaci ottengono il via libera per verificare le possibilità concrete di realizzare un quotidiano di tutti gli anarchici e cominciare a raccogliere fondi. Il nome Umanità Nova viene dato dalla stessa Giacomelli che spiega:

«Umanità Nova è il titolo del Quotidiano anarchico in progetto, titolo mite, quasi evangelico, non intonato, qualcuno dice, al concitato respiro della società in fermento, al tumultuoso avvicendarsi di eventi, al minaccioso delinearsi di azioni violente e di propositi audaci di quest'ora che viviamo. [...] Esso abbraccia nella sua significazione completa il massimo delle nostre aspirazioni, e ci segna il cammino per pervenirvi senza deviamenti. [...] Ci incamminiamo verso l'ineluttabile. La rivoluzione non è più un sogno; il comunismo libertario è una meta raggiungibile; l'ideale anarchico non è più un'utopia. Il grido della folla che esce tumultuoso dalle officine e sale dai campi sterminati e fecondi, rappresenta la più alta delle proteste umane contro la secolare sofferenza; Spartaco si accinge a spezzare le sue catene; le coscienze insorgono per la rinnovazione del mondo. Umanità Nova, meta suprema di tutte le nostre lotte e dei nostri dolori, noi ti adottiamo come simbolo luminoso di una visione vivente, e t'innalziamo al di sopra di tutte le folle, verso tutti i cuori, faro e bandiera di luce e di libertà».

A causa del blocco dei fondi, del ritardo della corrispondenza e di un decreto-legge che contingenta la carta a tutto scapito delle nuove testate, l'uscita del giornale è resa possibile grazie all'intervento risolutivo dei lavoratori delle cave di lignite del Valdarno, che, fornendo l'energia alle cartiere, comunicano che non faranno più consegne finché le stesse non avranno garantito la carta anche a Umanità Nova.

Il 9 ottobre 1919 viene pubblicata la “Circolare-Annuncio” della redazione del quotidiano e cominciano ad arrivare i fondi: Umanità Nova parte contando su una cassa di circa 200.000 lire. Così, il 26 febbraio 1920 esce il primo numero: 4 pagine, edizione serale, costo 10 centesimi. La prima tiratura è di 9.000 copie, ma nel giro di un mese sale a 40.000 (50.000 nei momenti più caldi: in alcune zone la tiratura supera quella de l'Avanti!); solo la penuria della carta ne limita la stampa. [3] Il giro di cassa supera il milione di lire. Un successo enorme, dunque, che si riflette non solo sul movimento anarchico, ma su una più vasta area di sinistra, oramai contigua al movimento e destinata a rimanervi per parecchi mesi, finché la situazione, con il fallimento dell'occupazione delle fabbriche, non prenderà tutt'altra piega.

La linea politica e l'audacia degli anarchici nelle lotte li fanno crescere in termini numerici e di peso. Se al Congresso di Firenze del 1919 sono convenuti 145 gruppi, nel luglio del 1920, a quello di Bologna, ne aderisconoo circa 700. In campo sindacalista l'USI passa da 58.000 tesserati alla fine del 1918, a 180.000 nella prima metà del 1919 e a 300.000 nel 1920. In campo confederale gli anarchici riescono a prendere ai riformisti segreterie strategiche come quella della FIOM di Torino, con Pietro Ferrero e Maurizio Garino. È un momento di eccezionale fortuna per l'anarchismo italiano, al quale contribuisce non poco il quotidiano. Questa grande incisività si manifesta ulteriormente nel corso dell'imponente movimento delle “occupazioni delle fabbriche” da parte delle maestranze. Basta scorrere le pagine del quotidiano del settembre del 1920 per avere un'idea della grande attività degli anarchici nelle fabbriche e nelle officine occupate e gestite dai lavoratori.

Ma la repressione non tarda ad arrivare e in ottobre viene arrestata la redazione di Umanità Nova quasi al completo, mentre centinaia di arresti e perquisizioni vengono effettuate in tutta Italia contro gli anarchici ed i sindacalisti rivoluzionari. Poco dopo è l'USI ad essere decapitata con l'arresto di tutto il Consiglio Generale. La polizia, però, non riesce a capacitarsi di come il giornale possa ancora uscire tutti i giorni con la redazione al completo in galera. La risposta si chiama Gigi Damiani, che non essendo cauto nella rete, ha contattato, in clandestinità, elementi rimasti fuori dall'ondata repressiva e creato una rete che gli permette di spostarsi in continuazione. In questo modo Gigi compila il giornale, che poi raggiunge Milano, dove viene regolarmente stampato.

La censura, la persecuzione e la chiusura

Il 29 febbraio 1920, a Milano, presso la palestra delle scuole di Porta Romana, si tiene un comizio, indetto dalla Lega proletaria mutilati e invalidi di guerra, al quale prendono parte i rappresentanti della sinistra e del sindacalismo, tra i quali gli anarchici Errico Malatesta e Pasquale Binazzi e, per l'USI, Armando Borghi. Ma la pacifica dimostrazione si rivela una tragica anticipazione dell'offensiva squadrista e statale dei due anni seguenti. Infatti, i manifestanti vengono ripetutamente caricati dai carabinieri che, facendo pure fuoco coi moschetti su un tram con a bordo alcuni manifestanti, causano due morti e cinque feriti. Alla fine del 1920 Malatesta, Armando Borghi e Corrado Quaglino, ovvero alcuni dei redattori e collaboratori più importanti del quotidiano anarchico, vengono arrestati con l'accusa di «cospirazione contro lo Stato», «associazione a delinquere» e reati a mezzo stampa e parola. Affiancando i fascisti alle forze dell'ordine, la consistenza delle testate del movimento anarchico passerà così da 28 nel 1921 a 3 nel 1926.

La vicenda di Umanità Nova (prima a Milano, con pubblicazioni interrotte il 23 marzo 1921 in concomitanza dei fatti del Diana [4], poi a Roma, dove dal 14 maggio 1921 esce a periodicità settimanale e varia fino alla chiusura definitiva il 2 dicembre 1922 [5]) è puntualmente seguita e documentata con uno speciale dossier della direzione generale di Pubblica Sicurezza: per il fatto che si tratta della realizzazione di un progetto editoriale ambizioso diretto da Malatesta, per il grande successo ottenuto dalla sottoscrizione che ha preceduto l'uscita del primo numero (135.000 lire i “fondi raccolti nel Regno” al gennaio 1920) e dalla prenotazione delle copie con pagamento anticipato (lire 6 per 100 copie), per il grande battage pubblicitario fatto anche di lotterie e feste alle case del popolo e per la costituzione ovunque di “comitati pro – Umanità Nova”. L'atto finale è la denuncia da parte della questura di Roma contro venti fra ex-redattori, corrispondenti e membri del consiglio di amministrazione. A ciò si aggiunge: il sequestro di un notevole plico di corrispondenza, di opuscoli e materiale di propaganda; la confisca della cassa del giornale (5.700 lire italiane, 300 marchi, 20.000 corone e 71.328 lire disponibili sul conto corrente presso il Credito Italiano; il sequestro di tutti i registri contabili. [6]

Il 28 ottobre 1922 Vittorio Emanuele III affida l'incarico di formare un nuovo governo a Mussolini. Umanità Nova spiega così la scelta di affidare l'esecutivo al capo delle camicie nere: [7]

«La borghesia, minacciata dalla marea proletaria che montava, incapace a risolvere i problemi urgenti della guerra, impotente a difendersi coi metodi tradizionali della repressione legale, si vedeva perduta ed avrebbe salutato con gioia un qualche militare che si fosse dichiarato dittatore ed avesse affogato nel sangue ogni tentativo di riscossa» (L'imbroglio parlamentare, 21 luglio 1922 [8]).

Umanità Nova, inoltre, ritiene i socialisti tra i responsabili dell'ascesa politica del fascismo: [9]

«Piuttosto l'avvento del Fascismo deve servire di lezione ai socialisti legalitari, i quali credevano, e ahimè! credono ancora, che si possa abbattere la borghesia mediante i voti della metà più uno degli elettori, e non vollero crederci quando dicemmo loro che se mai raggiungessero la maggioranza in Parlamento e volessero - tanto per fare delle ipoteri assurde - attuare il socialismo dal Parlamento, ne sarebbero cacciati a calci nel sedere!» (Mussolini al potere, 25 novembre 1922 [10]).

Il 30 ottobre 1922, subito dopo l'occupazione fascista di Roma, i locali in via Santa Croce vengono invasi e devastati. Dopo tre settimane di sosta forzata, il 22 novembre, trovata una tipografia disposta a stampare il giornale, mentre imperversa la furia devastatrice delle camicie nere, esce l'ultimo numero (n° 196) di Umanità Nova. [9]

La rinascita nel mondo

Terminata, forzatamente, l'esperienza italiana, Umanità Nova rinasce negli USA (Brooklyn) nel 1924-1925. [11] Vengono pubblicati 18 numeri con direttore Maris Baldini, pubblicista. La lotta al fascismo e la campagna per la liberazione di Sacco e Vanzetti rappresentano altri due aspetti di cui Umanità Nova si fa fortemente carico. Numerosi gli interventi con articoli ed analisi sulla situazione italiana e sul ruolo degli anarchici in questa fase: importanti ed interessanti alcuni scritti di Camillo da Lodi (pseudonimo di Camillo Berneri), Armando Borghi e, tra gli altri, Luigi Fabbri. L'edizione americana del giornale trova subito un largo consenso nella numerosa colonia degli esuli, ne è prova il completo esaurimento delle copie già dai primi numeri. Due numeri unici di Umanità Nova vengono pubblicati in Argentina (Buenos Aires) nel 1930 e nel 1932. [12] Dal 20 ottobre 1932 al 15 aprile 1933, a Puteaux [13], vengono pubblicati 10 numeri di Umanità Nova: Camillo Berneri ed Antonio Cieri, e con loro numerosi esuli libertari, sono gli artefici della rinascita del giornale, quindicinale, che vive alterne vicende legate alla repressione del foglio da parte delle autorità francesi. Il respiro internazionale di Umanità Nova abbraccia soprattutto la Russia e la Spagna. In una nuova condizione sociale ed in una nuova fase, Umanità Nova nasce con la volontà di essere un giornale con orizzonti internazionali che apra una finestra sulle lotte operaie in ogni paese. I primi mesi del 1933 è denso di avvenimenti d'importanza internazionale. A gennaio avviene una rivolta anarchica in Spagna che si conclude con l'arresto, la tortura e l'assassinio dei rivoltosi della Federazione Anarchica Iberica; al tempo stesso (30 gennaio) in Germania Hitler va al potere con conseguenti imbavagliamento della stampa, restrizione della libertà d'associazione e repressione degli oppositori. In un momento così importante e delicato della vita sociale, Umanità Nova, in esilio, è costretta ancora una volta a cessare le pubblicazioni per ordine dell'autorità francese. La protesta vive tre soli numeri: l'ultimo porta la data del 28 marzo 1933. Il giornale riapparirà, coronando anche il sogno di Camillo Berneri, clandestino in Italia nel 1943.

La seconda guerra mondiale e la Resistenza

Risorgiamo: con questo titolo, dopo un ventennio di forzata assenza, il 10 settembre 1943 Umanità Nova riprende in clandestinità le pubblicazioni. [14] Tra il settembre 1943 e l'ottobre 1944 gli articoli sono redatti non per semplice solidarietà alla lotta di una soggettività oppressa, ma allo scopo politico di esortare alla lotta antifascista. Il monito a “nulla abdicare” della lotta partigiana viene dalla lettera aperta alle donne, quasi un manifesto politico:

«E per la realizzazione di tutto questo lottiamo e lotteremo al fianco degli uomini, senza nulla abdicare, senza mai piegare, perché i nostri figli possano vivere in un'era in cui gli uomini saranno veramente degli uomini».

La ricostituzione dei partiti, le manifestazioni di piazza e la libertà di stampa continuano ad essere proibite e represse. Un sentire collettivo, determinato da questa situazione, e una crescente rivendicazione operaia dell'uscita dalla guerra, reclamata dai grandi scioperi che avevano bloccato le fabbriche a Napoli dal 17 al 20 agosto 1943, si riscontrano in tutti gli organi di stampa del fronte antifascista: dal comunista l'Unità al socialista Avanti!, dall'azionista L'Italia libera all'anarchico Umanità Nova. [15] Ulteriori elementi di analisi e indicazioni concrete si ritrovano anche nell'articolo Fascisti e nazisti all'opera, assai interessante anche perché rovescia l'accusa di tradimento utilizzata dalla propaganda nazifascista:

«I capi fascisti, responsabili della rovina d'Italia, approfittando della debolezza a loro riguardo dimostrata dal governo Badoglio, hanno potuto rifugiarsi in Germania presso i loro degni compari, i nazisti, assassini del popolo tedesco, da dove diramano a mezzo radio l'ordine agli squadristi italiani di aiutare in tutti i modi i tedeschi che sono in Italia, allo scopo di far riconquistare al fascismo il potere. [...] Non esiste nella storia un esempio di più vile tradimento a danno del popolo italiano, ridotto in gran parte senza casa e privo di tutto».

Con il crollo del fascismo (luglio 1943) ed il successivo armistizio (settembre 1943), [16] il giornale, edito sotto la gestione della Federazione Anarchica Italiana, viene subito contrassegnato, nella sua impostazione, da molte delle caratteristiche del pensiero libertario: organizzazione interna non definita in termini assolutamente rigidi, ma vincolata ai mandati congressuali, che ne stabiliscono anche le figure redazionali fisse; individuazione di una rete estesa di collaboratori frequenti; possibilità di ogni lettore di interagire con il giornale, tanto che un numero consistente degli articoli pubblicati sarà opera proprio di occasionali collaboratori; assoluta libertà circa gli argomenti da trattare e, soprattutto, riguardo al contenuto di essi; diffusione affidata in gran parte alle capacità dei militanti.

Una copia di UN davanti al Politeama Verdi di Carrara, città nella quale viene stampato il giornale.

La diffusione del giornale sarà strettamente correlata sia al tradizionale radicamento sociale degli anarchici sul territorio sia alle diverse fasi dell'evoluzione della situazione politica e sociale italiana. Con una certa approssimazione, è possibile constatare che da una tiratura di circa 13.000 copie del 1944, questa salì ad una media di 15.000/16.000 copie a numero, fino ad arrivare ad un massimo di 18.000, quota toccata nel 1946, per poi scendere progressivamente fino alle 10.000/10.500 copie dei primi anni '50. [17]

«UN» oggi

Umanità Nova si presenta settimanalmente in edizione cartacea come luogo di comunicazione e di incontro per interventi e riflessioni su fatti e vicende inerenti l'anarchismo sociale, i movimenti libertari, antiautoritari e anticlericali, il mondo del lavoro e il sindacalismo di base, l'azione diretta, le lotte sul territorio, gli spazi sociali e i percorsi autogestionari. Sebbene durante il corso della sua esistenza abbia dovuto continuamente scontrarsi con innumerevoli tentativi di soffocarne la voce, continua dalla caduta del fascismo (1945) ad uscire ininterrottamente, in maniera completamente autofinanziata e grazie al sostegno politico di quanti vi hanno trovato un mezzo coerente con gli obiettivi e le pratiche antistatali ed anticapitalistiche di emancipazione e di trasformazione rivoluzionaria che via via si sono prodotti nella società e nei momenti di lotta che ancora oggi, in epoca di globalizzazione e di restaurazione autoritaria, li perseguono.

Note

  1. Franco Schirone, Cronache Anarchiche, Zero in Condotta, 2010, p. 17.
  2. Franco Schirone, Cronache Anarchiche, Zero in Condotta, 2010, p. 19.
  3. Umanità Nova, Anno I, n° 1 p. 1, 26-27 febbraio 1920.
  4. La redazione venne data alle fiamme da una squadra fascista quale immediata rappresaglia alla strage del Diana, avvenuta poche ore prima.
  5. La sede viene totalmente distrutta e il giornale è costretto a sospendere definitivamente le pubblicazioni.
  6. Una situazione analoga si era verificata anche alla Spezia, dove le camicie nere avevano letteralmente distrutto la tipografia ed incendiato l'amministrazione de Il Libertario, e a Pisa nei confronti de L'Avvenire Anarchico.
  7. Franco Schirone, Cronache Anarchiche, Zero in Condotta, 2010, p. 96.
  8. Umanità Nova, Anno III, n° 167 p. 1, 21 luglio 1922.
  9. 9,0 9,1 Franco Schirone, Cronache Anarchiche, Zero in Condotta, 2010.
  10. Umanità Nova, Anno III, n° 195 p. 1, 25 novembre 1922.
  11. Leonardo Bettini, Bibliografia dell'anarchismo, crescita politica editrice, Firenze, 1976, p. 216.
  12. Leonardo Bettini, Bibliografia dell'anarchismo, crescita politica editrice, Firenze, 1976, p. 25.
  13. Leonardo Bettini, Bibliografia dell'anarchismo, crescita politica editrice, Firenze, 1976, p. 134.
  14. Franco Schirone, Cronache Anarchiche, Zero in Condotta, 2010, p. 247.
  15. Franco Schirone, Cronache Anarchiche, Zero in Condotta, 2010, p. 249.
  16. Il 10 settembre 1944, a Firenze, il giornale aveva ripreso le pubblicazioni, ma era stato sequestrato dagli alleati liberatori e il suo tipografo, Lato Latini, era stato condannato in novembre a molti mesi di prigione per averne stampato senza autorizzazione ottomila copie, dopo averlo redatto insieme a Ezio Puzzoli, Augusto Boccone e Vittorio Monni, sostenendo che le responsabilità degli orrori della guerra dovevano gravare, dal 25 luglio in poi, anche «sulla monarchia e sul governo monarchico».
  17. La maggior parte dei proventi (circa il 60%) era data dalla vendita diretta, mentre gli abbonamenti non superavano il 15% delle entrate; le zone di maggior diffusione erano quelle di consolidamento storico maggiore: Toscana, Lazio, Emilia-Romagna.

Bibliografia

  • Franco Schirone, Umanità Nova. 100 Anni: un secolo di battaglie anarchiche, 2020
  • Cronache Anarchiche, Franco Schirone, Zero in Condotta, 2010

Voci correlate

Collegamenti esterni