Unione Comunista Anarchica Italiana

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L'Unione Comunista Anarchica Italiana (UCAI), conosciuta anche come Unione Comunista Anarchica d'Italia (UCADI) è stata un'organizzazione di tendenza costituitasi nel 1919 (Congresso di Firenze, 12-14 aprile) e scioltasi l'anno seguente per far posto all'Unione Anarchica Italiana.

Il Congresso costitutivo

Luigi Fabbri fu tra i fondatori dell'UCAI.

Il "Convegno degli anarchici italiani" costitutivo dell'Unione Comunista Anarchica Italiana si tenne a Firenze dal 12 al 14 aprile 1919 su iniziativa soprattutto di Pasquale Binazzi, Virgilio Mazonni e Temistocle Monticelli (vi partecipano numerosi anarchici, tra cui Torquato Gobbi, Camillo Berneri e altri). Al portone del locale dove si svolse il Congresso fu appeso un grande drappo nero con la scritta «Né dio, né padroni», immediatamente sequestrato dalla forza pubblica.

«A Firenze abbiamo constatato una verità che ci esalta... Abbiamo rivisto con piacere tanti dei più vecchi compagni, ancora sulla breccia; ma con piacere più vivo abbiamo conosciuto moltissimi compagni nuovi e giovani venuti a noi in questi ultimi tempi. Nei loro occhi, nella loro voce, abbiamo visto e sentito che la nostra idea non muore» (Luigi Fabbri).

Aderirono al convegno 145 gruppi e federazioni provenienti da tutte le regioni d'Italia, di cui 94 presenti direttamente con propri delegati. Accolsero l'invito anche le redazioni de «Il Libertario» di Pasquale Binazzi, «L'Avvenire Anarchico», «Iconoclasta!» di Pistoia, «Volontà», «La Valanga» di Roma (tra i giornali borghesi, venne ammesso solo «l'Avanti!»).

«Nel convegno anarchico di Firenze (12-14 aprile 1919) si costituisce per coordinare e sviluppare l'azione delle federazioni regionali e provinciali, delle unioni, dei fasci, dei gruppi e degli individui e per riattivare l'Internazionale anarchica, l'Unione Comunista Anarchica Italiana» (Mauro Casarini, Il problema operaio in «Sorgiamo!», settimanale dell'Unione Anarchica Emiliano-Romagnola (1920-1923), «Volontà», luglio-agosto 1978).

L'UCAI si strutturò sulle ceneri del Comitato d'Azione Internazionalista, costituitosi nel convegno clandestino di Firenze del 1916, con il compito di rappresentare il movimento a livello nazionale sulle questioni, in particolare, della guerra e dell'internazionalismo. Il Comitato, nonostante le difficoltà, riuscì ad operare anche durante la guerra, e l'esser riusciti ad organizzare un congresso così importante ne è la testimonianza.

Delibere del congresso

Pasquale Binazzi, direttore de «Il Libertario».

Il primo giorno del congresso fu auspicato l'immediato ritorno di Errico Malatesta in Italia e «la liberazione di quanti languono nelle galere, o altrove, non restituiti da grazia sovrana, ma dalla cosciente ed energica volontà dei lavoratori». Nel dibattito si distinsero due posizioni: una "centralista", sostenuta soprattutto dai sindacalisti, e l'altra, destinata a prevalere, maggiormente federalista ed aperta ad una chiara strutturazione orizzontale dei gruppi anarchici.

Il secondo giorno vennero discussi il funzionamento e la costituzione degli organi dell'Unione. Nella mozione approvata si sottolineò che «gli individui, i gruppi, le unioni e le federazioni provinciali e regionali restano autonomi», risultando così esclusa ogni ipotesi centralista.

Come organi decisionali dell'Unione si individuarono i gruppi e i congressi mentre fu costituito un Comitato coordinatore (Consiglio generale) con al proprio interno una Commissione di Corrispondenza aventi funzioni di segreteria tecnica. Il Consiglio generale, composto da elementi di differenti località d'Italia, aveva la facoltà di riunirsi in casi eccezionali, mentre per la gestione ordinaria fu previsto il solo funzionamento della Commissione di Corrispondenza, in accordo con il gruppo locale.

Armando Borghi propose un accordo tra l'UCAI e l'Unione Sindacale Italiana (USI), ma il convegno respinse la proposta (probabilmente perché venne giudicata negativamente la subordinazione della Confederazione Generale del Lavoro, in cui militavano alcuni anarchici, al PSI), salvo accordargli una semplice preferenza (anticipando quelle che sarebbero state le posizioni malatestiane del 1920).

Il terzo giorno giunsero notizie di provocazioni fasciste a Milano contro militanti dell'USI (il giorno dopo sarebbe andata distrutta la sede milanese de «l'Avanti!»), a cui i convegnisti risposero inviando telegrammi di solidarietà.

La discussione vera e propria s'incentrò sulla possibilità di fondare un giornale, organo dell'UCAI, da affiancare agli altri oppure al posto di tutti gli altri. I frutti di tale discussione si ebbero circa 10 mesi dopo, quando, una volta trovati i necessari mezzi finanziari, venne fondato il quotidiano Umanità Nova.

Brevi riflessioni sull'UCAI

La nascita dell'UCAI coincise con le prime agitazioni contro il caroviveri e con l'inizio di quel periodo, culminato con l'occupazione delle fabbriche nel 1919-1920, definito "biennio rosso". Per il movimento anarchico si presentò così l'opportunità di mettere alla prova i deliberati del convegno di Firenze: «un vero programma di assalto alla società borghese», come li definì Anna Kuliscioff.

Un altro elemento di riflessione riguarda le differenza tra UCAI e UAI: la caratteristica principale dell'UCAI fu il suo essere un'organizzazione di tendenza fondata sui principi del comunismo anarchico. L'organizzazione che ne prese il posto dopo il suo scioglimento, l'Unione Anarchica Italiana, si costituì invece su pressioni di Malatesta come un'organizzazione di sintesi, aperta cioé a comunisti anarchici, individualisti, sindacalisti, pacifisti, insurrezionisti ecc.

Si può quindi dire che formalmente l'UAI raccolse l'eredità dell'UCAI, ma sostanzialmente le differenze tra le due organizzazioni furono in netta antitesi.

Voci correlate

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