Arte e Anarchia
L'arte, nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana, sia singola che collettiva, creatrice di una forma espressiva, la quale può essere veicolo di pensieri, critiche, proteste, stati d'animo.
Mentre altri movimenti politici e sociali (socialismo, comunismo, fascismo), utilizzano l'arte come strumento di propaganda, l'anarchismo vede in essa la liberazione dell'individuo, un'esperienza che, come si evince dalla radice greca del termine "estetica" (αἴσθησις [aisthesis]: sensazione, sentimento), è legata al "sentire".
Esistono varie e innumerevoli discipline artistiche: arti figurative (fotografia, grafica, pittura, scultura, videoarte, computer grafica, fumetto ecc.), cinema, musica, letteratura, teatro e arte concettuale.
Arte e anarchismo
« Il pittore anarchico non è colui che esegue opere anarchiche, bensì colui che, senza curarsi del denaro e senza chiedere ricompense, lotta con tutta la sua individualità contro le convenzioni borghesi. »
William Godwin, il primo filosofo anarchico, fu anche un innovatore in campo letterario e influenzò Percy Shelley, probabilmente il primo poeta anarchico. Altri letterati anarchici furono: H. D. Thoreau, Lev Tolstoj, Octave Mirbeau, Gustav Landauer (romanziere e rivoluzionario tedesco), e altri che seppur non propriamente anarchici ne sono stati notevolmente influenzati: William Morris, Oscar Wilde, Eugene O'Neil (che mandò a Emma Goldman, in carcere per propaganda contro la guerra, un volume con le sue commedie), William Blake, Franz Kafka (che fu arrestato a Praga per aver partecipato a riunioni anarchiche), alcuni poeti dada, alcuni simbolisti, quelli surrealisti e molti altri.
In campo musicale, Richard Wagner, amico e commilitone di Michail Bakunin, esercitò una forte influenza sulle idee anarchiche riguardanti l'integrazione sociale dell'arte e la cultura rivoluzionaria. Nel XX secolo, però, gli anarchici ripudiarono l'autoritarismo wagneriano, perciò ora è John Cage il massimo esponente della concezione anarchica in campo musicale.
Oltre alla musica e alla letteratura, il pensiero libertario si è manifestato anche nell'arte figurativa (nella pittura l'anarchismo ebbe un'influenza dominante in Russia dal 1880 fino alla conquista del potere da parte dei bolscevichi), nel cinema (a partire dal cinema espressionistico tedesco), nel teatro (es. il Living Theatre) e, molto più recentemente, nel movimento della mail art (utilizzo di elementi postali in maniera artistica), delle fanzines (tra questi merita una citazione l'italiano Bad Trip), dei manifesti, dell'arte graffitara ecc.
L'esperienza americana
Il rapporto "arte-anarchia" è stato, ed è, di tipo "transnazionale", tuttavia gli ambienti artistici statunitensi del XX secolo sono stati maggiormente, e forse più di altri, influenzati dal pensiero anarchico (forse a causa del continuo mescolamento di popoli e razze). Sono numerosi gli artisti americani che hanno dichiarato la propria militanza anarchica.
La tendenza della Aschan School, del realismo americano, ha incluso molti artisti intrisi di un forte spirito libertario, tra cui i pittori statunitensi Rockell Kent e Gorge Bellows. Verso la fine del XX secolo, l'anarchismo e l'arte sono stati associati soprattutto per i lavori di collage di James Kehnline, Freddie Baer, Johan Humyn Being e altri, che trovarono spazio nei giornali «Anarchy: A Journal of Desire Armed» e in «Fifth Estate». Anche il cosiddetto Living Theatre, una compagnia fondata nel 1947 a New York da Judith Malina e Julian Beck, si definiva fondato su principi anarchici e spesso i temi libertari erano presenti nelle loro performance teatrali.
L'arte come contestazione della società capitalistica
A partire dagli "anni 50-60" si sviluppa quel tipo di società capitalistica definita “di massa”, di cui le peculiarità principali sono: il consumismo, la pubblicità, l'omologazione e l'omogeneizzazione dei “gusti”, la mercificazione di qualsiasi valore.
Deriva da questa situazione l'affermarsi di quei "sottoprodotti pseudoartistici" che danno al consumatore l'illusione di avere a che fare con l'arte, ma, in realtà, altro non è che volgare banalizzazione della stessa.
In questa chiave va interpretato il lavoro del “sistema” industriale, oramai “impadronitosi” di buona parte dei prodotti artistici, volto alla “costruzione” di elementi mercificabili. Tale situazione è stata descritta dai situazionisti attraverso l'utilizzo del termine recuperation (“recupero”), per esempio riferendosi al PunkRock.
Contro la progressiva mercificazione dei “prodotti” d'arte, gli artisti d'ispirazione libertaria (ma non solo questi) hanno assunto atteggiamenti radicali di contestazione, attraverso una varietà di modi (rifiuto dei normali canali di comunicazione, rifiuto di creare immagini o prodotti commerciabili, nuove tendenze artistiche ecc.) volti a scardinare le fondamenta del “sistema capitalistico”.
L'artista libertario
- «La forma di governo che si addice maggiormente all'artista è l'assenza di ogni governo» (Oscar Wilde)
Le grandi epoche di risveglio culturale ed artistico sono coincise con quelle in cui predomina l'autonomia delle città e la loro riorganizzazione secondo metodologie federaliste. Per esempio l'arte nelle città greche e in quelle medioevali, nasce dal rifiorire della libertà dell'individuo, inserito in un contesto comunitario di “dimensioni più umane”.
Al contrario le epoche "tiranneggiate" dal pensiero e dall'azione politica autoritaria, vedono spesso un decadimento culturale o comunque una concentrazione dell'arte entro poche mani privilegiate (spesso al servizio dell'autorità).
«Figlio e padre della libertà»... l'arte è il simbolo della creatività illimitata dell'uomo e, nelle epoche tiranniche, della sua parte inalienabile, e dei suoi sentimenti d'amore e fratellanza. L'artista libertario rifiuta gli schemi preconcetti ritenendosi l'unico artefice delle proprie creazioni.
Il rispetto dell'arte non consente all'artista di sfuggire alle tentazioni iconoclaste degli eretici d'ogni epoca, nè all'odio irrazionale della “grande arte” o dell'“artista geniale” (Non è forse la grande opera l'emblema dell'autorità, del Principe, del Prelato? Il genio non è forse il simbolo delle privazioni delle masse, in favore dell'autorità?). L'artista, però, non pretende nemmeno di far tabula rasa in senso nichilista e nemmeno pretende l'eguaglianza omologante dell'uniformità.
Lo scopo dell'artista anarchico è quello di realizzare la pienezza dell'uomo, liberandolo dal peso della tradizione. L'artista libertario alimenta lo spirito di rottura utilizzando l'arte in connubio con l'anarchismo, tendendo all'emancipazione dell'uomo\donna e della sua libera immaginazione. Ed è per questo che volge lo sguardo al futuro, all'utopia, interpretando le sue libere aspirazioni ed espressioni.
I movimenti artistici
Nei prossimi paragrafi verranno brevemente esaminati i movimenti artistici in cui l'influenza anarchica è stata maggiormente rilevante.
Simbolismo
Il simbolismo è un movimento artistico sviluppatosi in seno al decadentismo europeo, che non rappresenta un periodo di decadenza dell'arte bensì, al contrario, l'arte di un periodo di profonda crisi della società.
I simbolisti, in cui è evidente l'influenza esercitata dall'anarchismo ottocentesco (in particolar modo quello anarco-individualista), si sentivano gli eredi di Charles Baudelaire, da cui presero le mosse Paul Verlaine, Arthur Rimbaud e Stéphane Mallarmè.
Essi usavano l'arte come mezzo di contestazione al sistema borghese (Mallarmè disse: «Non conosco altre bombe, che un libro»), esaltando lo spirito anticonformista dell'artista, rifiutando la morale dominante, le leggi e tutti i valori imposti della società costituita. In sostanza, il simbolismo esalta gli aspetti meramente individualistici, celebrando l'individuo rispetto al gregge dei propri simili.
Surrealismo
- «Un mondo anarchico, un mondo surrealista: è la stessa cosa» (André Breton)
Il surrealismo si è sviluppato nel primo dopoguerra in terra di Francia, in particolar modo per merito di André Breton, il quale inizialmente simpatizzava per il comunismo di stampo autoritario ma poi, a partire anche dall'amicizia con Lev Trotzkij, si avvicinò al comunismo libertario per finire con il simpatizzare fortemente con l'anarchismo e collaborare con riviste di quest'area politica.
L'anarchismo tradizionale mette l'accento sulla liberazione dell'immaginazione e la soggettività in contrapposizione all'ordine sociale. Per questo non può sorprende che molti anarchici abbiano trovato notevoli affinità con il pensiero anarchico e quindi avvicinandosi al surrealismo. Questo è un movimento artistico e politico allo stesso tempo, che guarda alla liberazione dell'essere umano dalle contraddizioni capitalistiche, dallo Stato e dalle forze culturali che limitano l'immaginazione umana.
Il surrealismo ha avuto grande diffusione nel Quebec soprattutto per merito dell'attività del gruppo Les Automatistes, che hanno segnato un pezzo della storia libertaria di quel paese. Il gruppo degli “Automatistes” comprendeva artisti come Claude Gauvreau e Jean-Paul Riopelle ed il loro manifesto prese il nome di “Refus Global” («Il Rifiuto Globale»).
Futurismo
Il futurismo ufficialmente nasce il 22 febbraio 1909 con la pubblicazione del Manifesto di Tommaso Marinetti. In questo movimento si possono riscontrare due anime: una di sinistra (Futurismo di sinistra), con forti tendenze anarchiche (anarco-futurismo) e una di stampo nazionalista e di destra, che poi prevarrà e fu fagocitata dal fascismo.
Marinetti piuttosto che un artista fu un agitatore politico che avallò la “bellezza” della guerra, della violenza e del fascismo.
Il Futurismo è stato in Italia povero di valori letterari (quello russo invece partorì il grande poeta Vladimir Majakovskij, che al contrario disprezzava la guerra e l'oppressione delle masse), anche se non si può negare la caratura letteraria di Virgilia D'Andrea, Leda Rafanelli e Renzo Novatore, ma ha avuto grande importanza nell'arte della pittura (Virgilio Gozzoli, Giovanni Governato ecc.) e dell'architettura.
L'opera più conosciuta è quella di Carlo Carrà del 1911, I funerali dell'anarchico Galli (in riferimento all'anarchico Angelo Galli), che compare in un catalogo del 1912, pubblicato nella prima esposizione parigina dei futuristi. Umberto Boccioni, pittore e scultore italiano del futurismo, battezzò le proprie opere come "trascendentalismo fisico". La scultura, secondo Boccioni, doveva far vivere gli oggetti rendendo plastico il loro prolungamento nello spazio: «Un oggetto finisce quando ne comincia un altro».
Secondo Mark Antliff l'estetica futurista era stata creata per ingannare lo spettatore e per distoglierlo dalla realtà politica che poi condusse l'Italia alla Prima guerra mondiale e all'avvento del fascismo.
Espressionismo
L'espressionismo nasce in Germania nel 1919 ed interessò tutte le discipline artistiche (pittura, letteratura, musica, cinema, teatro), distinguendosi in varie correnti tutte accomunate da un radicalismo di stampo anarco-individualistico, antipositivistico, umanitario e antiborghese. L'espressionismo astratto ha incluso artisti di tendenza libertaria come i pittori Mark Rothko e Jackson Pollock.
Dadaismo
I libertari hanno spesso dichiarato che lo spirito delle loro idee si è ritrovato frequentemente nel movimento dadaista, anche se, a dire il vero, secondo molti esistono maggiori affinità con il comunismo piuttosto che con l'anarchismo.
Questo movimento artistico si sviluppa a Zurigo tra il 1918 e il 1924, espresse forti critiche alla cultura borghese, riducendo l'arte a gioco, a combinazione di parole, dal quale prese origine lo stesso nome dadaismo, scegliendo a caso la prima parola di una pagina del dizionario) e estremizzando la mercificazione capitalistica dell'arte e presentando ogni merce come oggetto estetico (es. Ruota di Bicicletta esposta da Marcel Duchamp) o qualunque operazione come attività artistica (es. lo stesso Duchamp dipinge i baffi sulla Gioconda).
Le discipline artistiche
Per approfondire l'influenza dell'anarchismo nelle diverse discipline artistiche vedere i relativi capitoli: arti figurative, teatro, cinema, letteratura, musica, cultura popolare.
Bibliografia
- Vedi: Libri su arte e anarchia