Angelo Galli
Angelo Galli (1883 - Milano, 10 maggio 1906 [1]) è stato un anarchico e sindacalista italiano.
Biografia
La vicenda umana e politica di Angelo Galli è ancora tutta da indagare. Fu un attivo agitatore sindacale, tanto che il giornale anarchico La Protesta Umana lo definì «un grande signore dell'ideale, un'anima pulsante col dolore del mondo [...] smanioso d'azione». [2]
In seguito ad un gravissimo episodio di repressione verificatosi il 6 maggio 1906, quando le guardie regie spararono sulle operaie provocando un morto e 8 ferite, venne proclamato lo sciopero generale a Milano. Galli fu in prima fila nell'organizzazione dello sciopero.
La mattina del 10 maggio, assieme ai compagni Enrico Recalcati e Carlo Gelosa, Galli si recò alla fabbrica Macchi e Pessoni per fare picchettaggio e intercettare i crumiri. Alla vista dei tre, il custode della fabbrica provocò una rissa nella quale accoltellò il Galli a morte.
Durante i suoi funerali, aperti da 15 enormi bandiere rosse e nere, si verificarono pesanti scontri tra operai e carabinieri. Le forze dell'ordine caricarono pesantemente, anche donne e bambini, e fecero diverse vittime.
I funerali di Galli secondo Carlo Carrà
Il pittore Carlo Carrà, allora molto vicino agli anarchici (intratteneva relazioni con Leda Rafanelli e i gruppi anarchici milanesi), immortalò lo scoppio degli scontri al funerale nel dipinto futurista I funerali dell'anarchico Galli. Questa la sua rievocazione:
- «Io che mi trovavo senza volerlo al centro della mischia, vedevo innanzi a me la bara tutta coperta di garofani rossi ondeggiare minacciosamente sulle spalle dei portatori; vedevo i cavalli imbizzarrirsi, i bastoni e le lance urtarsi, sì che a me parve che la salma cadesse da un momento all'altro e che i cavalli la calpestassero. Fortemente impressionato, appena tornato a casa feci un disegno di ciò a cui ero stato spettatore. Da questo disegno presi più tardi spunto per il quadro Il funerale dell'anarchico Galli che venne in seguito esposto alle mostre futuriste di Parigi, Londra e Berlino nella primavera del 1912... ». [3]
L'anarchico e futurista Renzo Provinciali commentò entusiasta l'opera su La Barricata:
- «Egli ha rappresentato con una vigoria e con una fantasia creativa straordinaria una scena spasmodica, immensa, colossale, catastrofica. È un caos infernale che si avvoltola, è un vortice grandioso di masserizie, di persiane, di porte, di inferriate, amalgamate in uno sforzo titanico di resistenza, è la diga, la massa, è La Barricata! [...] Questo il capolavoro che il Carrà ci ha dato e che certamente non sarà compreso da molti, come tutte le grandi opere d'arte. Qui non è la cosa rappresentata, ma è l'anima de la cosa costrutta in linee con un'abilità straordinaria, una tecnica nuovissima ed insuperabile, un'arte originalissima e superiore». [4]
Note
- ↑ Questa la data riportata su F. Giulietti, Storia degli anarchici italiani in età giolittiana (Franco Angeli Edizioni, 2012). Molte fonti datano invece la morte di Galli al 1904.
- ↑ Per l'assassinio dell'anarchico Angelo Galli, da La Protesta Umana, 3 novembre 1906. Riportato da F. Giulietti, Storia degli anarchici italiani in età giolittiana (Franco Angeli Edizioni, 2012).
- ↑ C. Carrà, La mia vita, contenuto in Tutti gli scritti, a cura di M. Carrà (Feltrinelli, 1978).
- ↑ R. Provinciali, La nostra testata, La Barricata, 2 (1912): 15-31. Riportato da L. Iotti, Futuristi e anarchici: Dalla fondazione del futurismo all'ingresso italiano nella Prima guerra mondiale (1909 - 1915), Carte Italiane, Department of Italian, UCLA, UC Los Angeles, 2010.