Louise Michel: differenze tra le versioni

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Crebbe nella famiglia di quelli che lei chiamava i suoi nonni, dove sembra essere stata felice, mostrandosi fin da giovane [[altruista]] per sua natura con le persone che la circondavano  (suonava il piano, amava la natura, i gatti in particolare...) e dove ricevette una buona istruzione ed una educazione liberale secondo le idee illuministe di [[Jean-Jacques Rousseau]] e di [[Voltaire]].  
Crebbe nella famiglia di quelli che lei chiamava i suoi nonni, dove sembra essere stata felice, mostrandosi fin da giovane [[altruista]] per sua natura con le persone che la circondavano  (suonava il piano, amava la natura, i gatti in particolare...) e dove ricevette una buona istruzione ed una educazione liberale secondo le idee illuministe di [[Jean-Jacques Rousseau]] e di [[Voltaire]].  
: «Ascoltavo sia la mia zia cattolica, che i miei nonni, che erano seguaci di Voltaire. Confusa da strani sogni, ero come l'ago di una bussola che, sconvolto da una tempesta, cerca il nord. Il mio nord era la rivoluzione»<ref>L. Michel, ''Mémoires, 1976'', citato in J. G. àlvarez, P. B. Kleiser, Le sovversive, 2005, p. 99.</ref>
: «Ascoltavo sia la mia zia cattolica, che i miei nonni, che erano seguaci di Voltaire. Confusa da strani sogni, ero come l'ago di una bussola che, sconvolto da una tempesta, cerca il nord. Il mio nord era la rivoluzione»<ref>L. Michel, ''Mémoires, 1976'', citato in J. G. Álvarez, P. B. Kleiser, Le sovversive, 2005, p. 99.</ref>


Il padre muore quando lei aveva 15 anni; cinque anni più tardi muore anche la moglie ufficiale del padre e, per questo motivo, Louise viene invitata ad allontanarsi dal castello. Louise Michel non fu donna da perdersi facilmente d'animo e proseguì i suoi studi a Chaumont dove conseguì il titolo per poter esercitare la professione di istitutrice. Si rifiutò di prestare giuramento all'Impero (impero che lei disprezzava profondamente)  e creò una scuola libera (ma ne creò diverse altre nel corso della sua vita) ispirata ai principi della [[Pedagogia libertaria|pedagogia libertaria]], dove insegnerà  per tre anni, la qual cosa le causerà  diversi provvedimenti disciplinari da parte delle [[autorità ]].
Il padre muore quando lei aveva 15 anni; cinque anni più tardi muore anche la moglie ufficiale del padre e, per questo motivo, Louise viene invitata ad allontanarsi dal castello. Louise Michel non fu donna da perdersi facilmente d'animo e proseguì i suoi studi a Chaumont dove conseguì il titolo per poter esercitare la professione di istitutrice. Si rifiutò di prestare giuramento all'Impero (impero che lei disprezzava profondamente)  e creò una scuola libera (ma ne creò diverse altre nel corso della sua vita) ispirata ai principi della [[Pedagogia libertaria|pedagogia libertaria]], dove insegnerà  per tre anni, la qual cosa le causerà  diversi provvedimenti disciplinari da parte delle [[autorità ]].
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Viene imbarcata sulla ''Virginia'' per essere deportata in Nuova Caledonia, dove arriva dopo quattro mesi di traversata. A bordo fece la conoscenza di [[Henri Rochefort]], celebre polemista e di [[Nathalie Lemel]] anche lei grande animatrice della Comune. Louise Michel dichiarerà  più tardi: « Sono diventata anarchica quando sono stata deportata ».
Viene imbarcata sulla ''Virginia'' per essere deportata in Nuova Caledonia, dove arriva dopo quattro mesi di traversata. A bordo fece la conoscenza di [[Henri Rochefort]], celebre polemista e di [[Nathalie Lemel]] anche lei grande animatrice della Comune. Louise Michel dichiarerà  più tardi: « Sono diventata anarchica quando sono stata deportata ».


Resterà  per dieci anni in Nuova Caledonia, rifiutando i benefici di un altro regime. Cerca di istruire gli autoctoni ''kanaks'' e contrariamente a certi comunardi che si associano per reprimerli, lei prende le loro difese durante la loro rivolta nel [[1878]], facendo anche  pervenire al capo della rivolta Ataï un pezzo della sua sciarpa. Ottenne, l'anno seguente, di installarsi a  Nouméa e di riprendere il suo mestiere di insegnante, dapprima per i figli maschi dei deportati, poi nelle scuole delle bambine. Nel [[1880]] ottenne finlmente l'amnistia: all'imbarco per la [[Francia]], fu commoventemente salutata da una folla di nativi, i quali le strapparono la promessa che prima o poi sarebbe tornata a trovarli.<ref>J. G. àlvarez, P. B. Kleiber, cit., p. 108.</ref>
Resterà  per dieci anni in Nuova Caledonia, rifiutando i benefici di un altro regime. Cerca di istruire gli autoctoni ''kanaks'' e contrariamente a certi comunardi che si associano per reprimerli, lei prende le loro difese durante la loro rivolta nel [[1878]], facendo anche  pervenire al capo della rivolta Ataï un pezzo della sua sciarpa. Ottenne, l'anno seguente, di installarsi a  Nouméa e di riprendere il suo mestiere di insegnante, dapprima per i figli maschi dei deportati, poi nelle scuole delle bambine. Nel [[1880]] ottenne finlmente l'amnistia: all'imbarco per la [[Francia]], fu commoventemente salutata da una folla di nativi, i quali le strapparono la promessa che prima o poi sarebbe tornata a trovarli.<ref>J. G. Álvarez, P. B. Kleiber, cit., p. 108.</ref>


=== Il ritorno in Francia ===
=== Il ritorno in Francia ===
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