Le Libertaire

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Il numero 5 (31 agosto 1858) de Le Libertaire.
« Il libertario non ha patria se non la patria universale. Egli è nemico dei confini: pietre di confine di nazioni, proprietà statali; pietre di confine di campi, di case, di officine, proprietà particolari; pietre di confine di proprietà familiari, coniugali e paterne. Per lui, l'Umanità è un corpo unico in cui tutti i membri hanno lo stesso ed eguale diritto al loro libero e intero sviluppo, che siano i figli di un continente o di un altro, che appartengano all'uno o all'altro sesso, a questa o quell'altra razza. »
~ (dal primo numero de Le Libertaire)

Le Libertaire è stata una rivista anarchica francofona pubblicata a New York il 9 giugno del 1858 dall'esiliato anarchico Joseph Déjacque (il sottotitolo era: Journal du Mouvement Social"). Apparve ad intervalli leggermente irregolari fino al febbraio 1861, poco prima del ritorno di Dejacque in Francia. La testata riapparve in Algeri nel 1892 e fu poi prodotta in Bruxelles tra il 1893 e il 1894.

Nel 1895, Le Libertaire fu rilanciato come pubblicazione settimanale in Francia da Sébastien Faure e negli anni socialmente e politicamente turbolenti che accompagnarono il rapido cambiamento economico, durante il periodo precedente al 1914, divenne una testata di spicco a livello internazionale, tradotta in varie lingue.

Le pubblicazioni sono continuate dal 1918 al 1939 e poi dal 1944 al 1956. Le Libertaire è tornata nel 1968 ed è stata prodotta fino al 2005, anno dopo il quale è stata pubblicata soltanto online. A partire dal 2016 esiste come "spazio Internet" del «gruppo libertario Jules Durand».

Storia

Le Libertaire (New York 1858-1861)

«Le Libertaire» (1860)

Il primo numero del quotidiano «Le Libertaire - giornale del movimento sociale» appare a New York il 9 giugno 1858. Il suo unico animatore è Joseph Déjacque, scrittore e giornalista anarchico. Egli è perseguito in Francia per instigazione all'odio e al disprezzo per il governo della repubblica, odio e disprezzo per i cittadini l'uno contro l'altro, apologia di fatti qualificati come reati dal diritto penale del governo di Louis-Napoléon Bonaparte. Il 22 ottobre 1851 la corte d'assise della Senna stabilisce la distruzione della sua raccolta di poesie, Les Lazaréennes, favole e poesie sociali, e lo condanna a due anni di prigione e a una multa di 2.000 franchi. Per sfuggire a questa sentenza, si rifugia prima a Bruxelles, poi a Londra, poi raggiunge Jersey e infine gli Stati Uniti, dove era rifugiato dal 1854.

Sconvolto dai massacri del giugno 1848, Joseph Déjacque non perde tempo a radicalizzare le sue posizioni e a respingere ogni forma di autorità, sfruttamento e privilegio economico. In The Revolutionary Question, pubblicato nel 1854, attacca la religione, la famiglia, la proprietà, il governo e cerca di dimostrare i loro «effetti devastanti». [1]

Le Libertaire gli consente di esporre quella che considera la «vera anarchia», «anarchia radicale» basata sulla «libertà assoluta». [2] Nel primo numero, specifica il programma de Le Libetaire: «Ha come principio, uno e superiore la libertà in tutto e per tutti. Riconosce l'autorità solo come l'autorità del progresso. In tutto e per tutto, vuole l'abolizione di ogni schiavitù in tutte le forme, l'emancipazione di ogni corpo e intelligenza». [3]

La testata appare fino a gennaio o febbraio 1861.

Le Libertaire (Algeri 1892)

«Le Libertaire» (1892)

Il 27 gennaio 1892 ad Algeri, Jean Faure pubblica «Le Libertaire - organo comunista anarchico algerino». Sette sono i numeri pubblicati e distribuiti lungo la costa africana, da Orano a Sfax. A parte gli annunci di alcuni incontri pubblici, pochissimi articoli riguardano l'Algeria o il movimento sociale locale. I testi riguardano principalmente l'antimilitarismo, le disuguaglianze sociali, lo sfruttamento salariale, la Comune di Parigi.

Le Libertaire (Bruxelles 1893-1894)

«Le Libertaire» (1893)

Il 23 ottobre 1893 il bimestrale «Le Libertaire - organo socialista-rivoluzionario dei gruppi di St-Josse-ten-Noode» appare a Bruxelles (Belgio). Fondato da Henri Willems (amministratore) e Charles Herkelboeck (tipografo), segue il quotidiano L'Antipatriote (1892-1894), degli stessi autori. Accusati il 5 aprile 1894 per "reato di stampa" a causa di un articolo in memoria di Auguste Vaillant su L'Antipatriote, Henri Willems e Charles Herkelboeck sono condannati in contumacia a quattro anni di carcere e 1.000 franchi di multa dalla corte d'assise di Brabant. Il giornale cessa di apparire dopo l'undicesima edizione del 10 marzo 1894.

Le Libertaire (1895-1914)

«Le Libertaire» (1895)

Il 16 novembre 1895, Sébastien Faure lancia «Le Libertaire». Contrariamente alla credenza popolare, Louise Michel non è co-fondatrice del giornale, ma collaboratrice. [4] Fino al suo trentatreesimo numero è anche sottotitolato «Fondato da S. Faure». Il giornale appare dal 1895 al 1914, con una sospensione da febbraio a dicembre 1899, periodo in cui il settimanale è sostituito dal quotidiano Le Journal du Peuple. Dall'agosto 1899, appare il supplemento «Le Libertaire illustrato», in aggiunta al quotidiano. Continua la sua vita fino all'agosto 1914, quando le sue posizioni antimilitariste lo costringono a cessare la sua pubblicazione, dopo 960 numeri.

Le Libertaire (1919-1939)

Le Libertaire (1927)

Dopo un tentativo di pubblicazione clandestina nel 1917, il settimanale ritorna nel 1919 e viene pubblicato senza interruzione fino al 1939, quando la guerra ne impone la cessazione. Dal 4 dicembre 1923 al 26 marzo 1925 viene pubblicato ogni giorno, per un totale di 479 numeri, quindi torna ad essere un settimanale. Le Libertaire sostiene la minoranza libertaria nella nuova CGTU (Confédération générale du travail unitaire). Prima della Seconda guerra mondiale è organo dell'Union anarchiste (UA).

Le Libertaire (1944-1956)

«Le Libertaire» (1947)

Il 21 dicembre 1944, «Le Libertaire» riappare dapprima con pubblicazioni irregolari e poi, dal settembre 1945, come quindicinale a causa di restrizioni cartacee. Dal primo all'undicesimo numero, è sottotitolato «organo federalista del movimento libertario». Dal dodicesimo numero, diventa l'«organo della Federazione Anarchica» (Fédération Anarchiste). Riprende la sua forma di settimanale dall'aprile 1946. È l'epoca d'oro de Le Libertaire, che conta le collaborazioni di Georges Brassens (sarà uno dei membri permanenti del giornale), Léo Ferré, André Breton, Armand Robin e Albert Camus.

Nel maggio del 1953, in seguito all'acquisizione dell'OPB e all'esclusione o alla partenza degli avversari, la Federazione Anarchica francese viene trasformata nella Federazione Comunista Libertaria (FCL), che ora possiede la testata Le Libertaire. Dal numero 378 del 3 dicembre 1953, Le Libertaire è sottotitolato «organo della Federazione Comunista Libertaria». La FCL sostiene i separatisti algerini e accumula debiti a causa delle cause intentate dal governo francese. Durante il consiglio nazionale del 17 luglio 1956, la FCL decide di "sospendere" la pubblicazione de Le Libertaire a causa dei debiti accumulati. La quattrocentottantaseiesima e ultima edizione de Le Libertaire viene pubblicata il 5 luglio 1956. A succederne sarà Le Monde Libertaire, pubblicata da una ricostituita Federazione Anarchica.

Le Libertaire (dal 1968 ad oggi)

«Le Libertaire» (2017)

Tra il 1968 e il 1972, l'Unione Federale degli Anarchici (Union fédérale des anarchistes) gestisce la testata per dieci numeri.

Nel 1977 la testata è presa, per un numero (non uscito), dal «gruppo Fresnes-Antony» della Federazione Anarchica.

Nel maggio 1978, «Le Libertaire» riappare edito da membri della Federazione Anarchica in rottura con quest'ultima. Nel 1979, l'editore de Le Libertaire, Jean-Pierre Jacquinot lascia l'organizzazione e al congresso di Nevers (novembre 1979) fonda con Maurice Laisant e altri gruppi («gruppo Germinal», «gruppo Ni dieux ni maîtres»ecc.) l'Unione degli anarchici (Union des anarchistes). Le Libertaire sdiventa quindi l'organo - non ufficiale - di questa organizzazione. A poco a poco, la parte editoriale che fa capo al «gruppo Jules Durand» diventa preponderante (il sottotitolo traduce via via questa evoluzione: «pubblicazione a cura dei gruppi Jules Durand, Atelier du Soir, Germinal», «pubblicazione a cura dei gruppi Jules Durand, Atelier du Soir», «pubblicazione a cura del gruppo Jules Durand e di attivisti dell'Unione degli Anarchici»).

Al congresso di Digione (1993) dell'Unione degli Anarchici, Jean-Pierre Jacquinot - assente - viene escluso. Al congresso dell'anno successivo - Saint Léger-les-Vignes, 1994 - la rottura è completata: il «gruppo Jules Durand» si ritira dall'Unione degli Anarchici, portando con sé Le Libertaire. L'anno seguente (Assemblea generale di Le Havre, settembre 1995) il gruppo editoriale e altri attivisti (anche ex membri dell'Unione degli Anarchici) fondano il Coordinamento Anarchico, Le Libertaire diventa il suo organo, ancora non ufficiale. Nel 2001, di fronte al fallimento di questa organizzazione, il «gruppo Jules Durand» decide di metterlo a riposo (ma continerà a rivendicarlo).

Nel novembre 2005, le difficoltà finanziarie costringono il gruppo a smettere di pubblicare articoli. Il giornale continua la sua pubblicazione via Internet e diventa lo "spazio Internet" del «gruppo libertario Jules Durand». [5]

Note

  1. Gaetano Manfredonia, La chanson anarchiste en France des origines à 1914, Parigi, L'Harmattan, 1997 p. 82-94
  2. Gaetano Manfredonia, La chanson anarchiste en France des origines à 1914, Parigi, L'Harmattan, 1997 p. 82-94
  3. Joseph Déjacque, «Le Libertaire», Le Libertaire, New York, 9 giugno 1858
  4. Louis Louvet, Les Origines de notre journal, II, Le Monde Libertaire, 1965
  5. Le Libertaire, spazio Internet del gruppo libertario Jules Durand e del giornale Le Libertaire

Bibliografia

  • Jean Maitron, Le mouvement anarchiste en France, Gallimard, coll. «Tel», 1992
  • René Bianco, Répertoire des périodiques anarchistes de langue française: un siècle de presse anarchiste '’expression française, 1880-1983, Aix-Marseille, 1987 [1]
  • Fabrice Magnone, Le Libertaire (1917-1956) Autopsie d'un organe anarchiste, dottorato in storia, Università di Nizza, 1998
Note bibliografiche
  1. Documento utilizzato per la redazione della voce.

Voci correlate

Collegamenti esterni