Michail Bakunin: differenze tra le versioni

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===La Comune di Parigi e le attività  insurrezionali.===
===La Comune di Parigi e le attività  insurrezionali.===
Nel [[1867]] si stabilì a Ginevra, dove assistette al Congresso inaugurale della [[Lega per la Pace e la Libertà ]] (in cui militavano i democratici di tutta Europa, tra cui [[Victor Hugo]], [[Stuart Mill]], [[Louis Blanc]] e [[Giuseppe Garibaldi]], ma senza alcuna velleità  rivoluzionarie), con la speranza di trascinarla su posizioni più radicali, e scrisse ''Libertà, Federalismo e Anti-teologismo''.  
Nel [[1867]] si stabilì a Ginevra, dove assistette al Congresso inaugurale della [[Lega per la Pace e la Libertà]] (in cui militavano i democratici di tutta Europa, tra cui [[Victor Hugo]], [[Stuart Mill]], [[Louis Blanc]] e [[Giuseppe Garibaldi]], ma senza alcuna velleità  rivoluzionarie), con la speranza di trascinarla su posizioni più radicali, e scrisse ''Libertà, Federalismo e Anti-teologismo''.  


Il [[25 settembre]] del [[1868]], la fazione dei socialisti rivoluzionari si scisse dalla [[Lega per la Pace e la Libertà ]], originando l'[[Alleanza Internazionale dei Socialisti Democratici]] (sciolta poi nel [[1869]]), aggregandosi all'[[l'Internazionale dei lavoratori| Associazione Internazionale dei Lavoratori]] (Bakunin aderì alla sezione ginevrese). Nel [[1869]] entrò in contatto con il rivoluzionario russo [[Netchaiev]] e autore del ''[[Catechismo rivoluzionario]]''. Interessatosi ai fermenti rivoluzionari spagnoli, incaricò l'italiano [[Giuseppe Fanelli]] di diffondere in [[Spagna]] l'[[anarchia|idea anarchica]] e [[Prima Internazionale|internazionalista]].
Il [[25 settembre]] del [[1868]], la fazione dei socialisti rivoluzionari si scisse dalla [[Lega per la Pace e la Libertà]], originando l'[[Alleanza Internazionale dei Socialisti Democratici]] (sciolta poi nel [[1869]]), aggregandosi all'[[l'Internazionale dei lavoratori| Associazione Internazionale dei Lavoratori]] (Bakunin aderì alla sezione ginevrese). Nel [[1869]] entrò in contatto con il rivoluzionario russo [[Netchaiev]] e autore del ''[[Catechismo rivoluzionario]]''. Interessatosi ai fermenti rivoluzionari spagnoli, incaricò l'italiano [[Giuseppe Fanelli]] di diffondere in [[Spagna]] l'[[anarchia|idea anarchica]] e [[Prima Internazionale|internazionalista]].


Nel [[1870]], fu espulso dall'"Associazione" per essersi dichiarato solidale con la [[Federazione anarchica del Giura|sezione del Giura]] che si era fatta simbolo dei contrasti tra autoritari e anti-autoritari. In questi anni Bakunin dovette difendersi dalle accuse infamanti di [[Karl Marx]], che lo considerava una spia del [[Partito Panslavista]]. Durante la [[guerra franco-prussiana]], nel [[1871]] tentò di fomentare una sommossa popolare a [[Lione|Lione]], dove costituì un "Comitato di salute della Francia" che proclamò l'abolizione dello [[Stato]] e la federazione dei comuni rivoluzionari (il fallimento dell'impresa lo costrinse a fuggire). Nel [[1871]] scrisse ''La Comune di Parigi e l'Idea di Stato'' e ''La teoria politica di Mazzini e l'Internazionale''. Dopo essere stato espulso, il [[7 settembre]] [[1872]] dall'[[l'Internazionale dei lavoratori|Internazionale al Congresso dell'Aia]], nello stesso anno, a Saint-Imier, organizzò, con le sezioni "ribelli" dell'Internazionale (tra cui quelle del Giura che costituirono la [[Federazione anarchica del Giura]]), il primo congresso dell'[[Internazionale antiautoritaria]]. Nel [[1873]] scrisse la sua unica opera completa, ''[[Stato e Anarchia]]''.  
Nel [[1870]], fu espulso dall'"Associazione" per essersi dichiarato solidale con la [[Federazione anarchica del Giura|sezione del Giura]] che si era fatta simbolo dei contrasti tra autoritari e anti-autoritari. In questi anni Bakunin dovette difendersi dalle accuse infamanti di [[Karl Marx]], che lo considerava una spia del [[Partito Panslavista]]. Durante la [[guerra franco-prussiana]], nel [[1871]] tentò di fomentare una sommossa popolare a [[Lione|Lione]], dove costituì un "Comitato di salute della Francia" che proclamò l'abolizione dello [[Stato]] e la federazione dei comuni rivoluzionari (il fallimento dell'impresa lo costrinse a fuggire). Nel [[1871]] scrisse ''La Comune di Parigi e l'Idea di Stato'' e ''La teoria politica di Mazzini e l'Internazionale''. Dopo essere stato espulso, il [[7 settembre]] [[1872]] dall'[[l'Internazionale dei lavoratori|Internazionale al Congresso dell'Aia]], nello stesso anno, a Saint-Imier, organizzò, con le sezioni "ribelli" dell'Internazionale (tra cui quelle del Giura che costituirono la [[Federazione anarchica del Giura]]), il primo congresso dell'[[Internazionale antiautoritaria]]. Nel [[1873]] scrisse la sua unica opera completa, ''[[Stato e Anarchia]]''.  
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=== La libertà  ===
=== La libertà  ===


In apparenza asistematico, in quanto mancante di una organicità  manifestata dall'assenza di opere compiute al di fuori di "[[Stato e Anarchia]]" il pensiero di Bakunin ruota attorno all'idea, fondamentale per lui, di [[libertà]]. La [[libertà]] è il bene supremo che il rivoluzionario deve cercare a qualunque costo.  Bakunin non ammette che la [[libertà ]] individuale venga limitata da quella degli altri:  
In apparenza asistematico, in quanto mancante di una organicità  manifestata dall'assenza di opere compiute al di fuori di "[[Stato e Anarchia]]" il pensiero di Bakunin ruota attorno all'idea, fondamentale per lui, di [[libertà]]. La [[libertà]] è il bene supremo che il rivoluzionario deve cercare a qualunque costo.  Bakunin non ammette che la [[libertà]] individuale venga limitata da quella degli altri:  


: «Io non sono veramente libero che quando tutti gli esseri umani che mi circondano, uomini e donne, non sono ugualmente liberi: posso dirmi libero solo in presenza di altri uomini e in rapporto con loro. [...] Io stesso sono umano e libero solo nella misura in cui riconosco la libertà  e l'umanità  di tutti gli uomini che mi circondano. La libertà  degli altri, lungi dall'essere un limite o una negazione della mia libertà, ne è al contrario la condizione necessaria e la conferma. Non divengo veramente libero se non attraverso la libertà  degli altri, così che più numerosi sono gli uomini liberi che mi circondano, più profonda e più ampia è la loro libertà, più estesa e più profonda e più ampia diviene la mia libertà. Io intendo quella libertà  per cui ciascuno, anziché sentirsi limitato dalla libertà  degli altri vi trova al contrario la sua conferma e la sua estensione all'infinito». (Bakunin in ''[[Dio e lo Stato]]'')
: «Io non sono veramente libero che quando tutti gli esseri umani che mi circondano, uomini e donne, non sono ugualmente liberi: posso dirmi libero solo in presenza di altri uomini e in rapporto con loro. [...] Io stesso sono umano e libero solo nella misura in cui riconosco la libertà  e l'umanità  di tutti gli uomini che mi circondano. La libertà  degli altri, lungi dall'essere un limite o una negazione della mia libertà, ne è al contrario la condizione necessaria e la conferma. Non divengo veramente libero se non attraverso la libertà  degli altri, così che più numerosi sono gli uomini liberi che mi circondano, più profonda e più ampia è la loro libertà, più estesa e più profonda e più ampia diviene la mia libertà. Io intendo quella libertà  per cui ciascuno, anziché sentirsi limitato dalla libertà  degli altri vi trova al contrario la sua conferma e la sua estensione all'infinito». (Bakunin in ''[[Dio e lo Stato]]'')


La [[libertà ]] può essere realizzata solo se ogni individuo insorge contro la società  che «domina con gli uomini, con i costumi e le usanze, con la massiccia pressione dei sentimenti, dei pregiudizi e delle abitudini...la sua azione è molto più potente di quella dell'[[autorità ]] dello [[Stato]]».  
La [[libertà]] può essere realizzata solo se ogni individuo insorge contro la società  che «domina con gli uomini, con i costumi e le usanze, con la massiccia pressione dei sentimenti, dei pregiudizi e delle abitudini...la sua azione è molto più potente di quella dell'[[autorità]] dello [[Stato]]».  
Ribellarsi contro questi “valori” imposti dalla società, significa ribellarsi contro se stesso, in quanto ogni individuo non è altro che il prodotto della società. La libertà, come entità  infinita, per espletarsi, abbisogna della società: l'uomo, infatti, nella misura in cui è interiormente infinito, immortale e libero, è altresì esteriormente limitato, mortale, debole e dipendente dal mondo circostante. Il riconoscimento della libertà, dunque, avviene nell'organizzazione sociale degli uomini: di più, la società  è il nido della libertà  e fuori di essa nulla è possibile. Libertà  come costitutivo della società, libertà  come cifra della civiltà, libertà  come bisogno insopprimibile. E, al raggiungimento della libertà, la rivolta contro il dominio è un fatto necessitante. L'organizzazione di questa rivolta individuale contro il principio di autorità, in favore della libertà, non è altro che la rivoluzione, cuore e stigma del pensiero dell'anarchico russo.  
Ribellarsi contro questi “valori” imposti dalla società, significa ribellarsi contro se stesso, in quanto ogni individuo non è altro che il prodotto della società. La libertà, come entità  infinita, per espletarsi, abbisogna della società: l'uomo, infatti, nella misura in cui è interiormente infinito, immortale e libero, è altresì esteriormente limitato, mortale, debole e dipendente dal mondo circostante. Il riconoscimento della libertà, dunque, avviene nell'organizzazione sociale degli uomini: di più, la società  è il nido della libertà  e fuori di essa nulla è possibile. Libertà  come costitutivo della società, libertà  come cifra della civiltà, libertà  come bisogno insopprimibile. E, al raggiungimento della libertà, la rivolta contro il dominio è un fatto necessitante. L'organizzazione di questa rivolta individuale contro il principio di autorità, in favore della libertà, non è altro che la rivoluzione, cuore e stigma del pensiero dell'anarchico russo.  


La [[libertà ]] è però irrealizzabile senza l'uguaglianza di fatto ([[uguaglianza]] sociale, politica, ma soprattutto economica). Il fenomeno che spinge gli uomini all'ineguaglianza e alla schiavitù è il '''principio di autorità ''', esemplificato nella modernità, da soggetti astratti che però si fanno concreti socialmente, schiacciando la libertà: '''Dio''' e la [[religione]], lo [[Stato]] e il [[capitale (economia)|Capitale]]. Abbattuti questi, grazie a una rivoluzione strettamente popolare, si sarebbe giunti all'[[anarchia|Anarchia]].
La [[libertà]] è però irrealizzabile senza l'uguaglianza di fatto ([[uguaglianza]] sociale, politica, ma soprattutto economica). Il fenomeno che spinge gli uomini all'ineguaglianza e alla schiavitù è il '''principio di autorità ''', esemplificato nella modernità, da soggetti astratti che però si fanno concreti socialmente, schiacciando la libertà: '''Dio''' e la [[religione]], lo [[Stato]] e il [[capitale (economia)|Capitale]]. Abbattuti questi, grazie a una rivoluzione strettamente popolare, si sarebbe giunti all'[[anarchia|Anarchia]].


=== Dio e la religione ===
=== Dio e la religione ===
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:«È evidente che finché avremo un padrone in cielo, non potremo essere liberi in terra. Finché saremo convinti di dovere a Dio un'obbedienza assoluta, e davanti a Dio non è possibile altro tipo di obbedienza, dovremo sottometterci in modo passivo e senza la minima critica alla sacra autorità  dei suoi intermediari e dei suoi eletti [...] Dio, o piuttosto la finzione di Dio, è dunque la consacrazione e la causa intellettuale e morale di ogni schiavitù sulla terra; e la libertà  degli uomini sarà  completa solo quando avrà  distrutto la nefasta finzione di un padrone celeste». (Bakunin in ''[[Dio e lo Stato]]'')
:«È evidente che finché avremo un padrone in cielo, non potremo essere liberi in terra. Finché saremo convinti di dovere a Dio un'obbedienza assoluta, e davanti a Dio non è possibile altro tipo di obbedienza, dovremo sottometterci in modo passivo e senza la minima critica alla sacra autorità  dei suoi intermediari e dei suoi eletti [...] Dio, o piuttosto la finzione di Dio, è dunque la consacrazione e la causa intellettuale e morale di ogni schiavitù sulla terra; e la libertà  degli uomini sarà  completa solo quando avrà  distrutto la nefasta finzione di un padrone celeste». (Bakunin in ''[[Dio e lo Stato]]'')


Bakunin ritiene che ammettere l'esistenza di ''Dio'' significa abdicare alla ragione e alla giustizia. '''Dio''' priva la [[libertà ]] all'uomo non solo nel pensiero, ma anche nella vita concreta e reale: obbedire a '''Dio''' significa obbedire ai suoi rappresentanti in terra ([[Stato]], Chiesa, preti, vescovi, re, capi di stato ecc.). Infatti ogni tiranno, ogni peggior nemico della [[libertà ]], ha legittimato la propria [[autorità ]] coll'approvazione divina.  
Bakunin ritiene che ammettere l'esistenza di ''Dio'' significa abdicare alla ragione e alla giustizia. '''Dio''' priva la [[libertà]] all'uomo non solo nel pensiero, ma anche nella vita concreta e reale: obbedire a '''Dio''' significa obbedire ai suoi rappresentanti in terra ([[Stato]], Chiesa, preti, vescovi, re, capi di stato ecc.). Infatti ogni tiranno, ogni peggior nemico della [[libertà]], ha legittimato la propria [[autorità]] coll'approvazione divina.  


:«Poiché Dio è tutto, il mondo reale e l'uomo sono nulla. Poiché Dio è la verità, la giustizia, il bene, il bello, la potenza e la vita, l'uomo è la menzogna, l'iniquità, il male, la bruttezza, l'impotenza e la morte. Poiché Dio è il padrone, l'uomo è lo schiavo. Incapace di trovare da sé la giustizia, la verità  e la vita eterna, l'uomo non può che arrivarvi per mezzo d'una rivelazione divina. Ma chi dice rivelazione, dice rivelatori, messia, profeti, preti e legislatori, ispirati da Dio stesso; e questi, una volta riconosciuti come rappresentanti di Dio sulla terra, come i santi istitutori dell'umanità  eletti da Dio per dirigerla verso la via della salvezza, debbono necessariamente esercitare un potere assoluto. Tutti gli uomini devono loro un'obbedienza passiva e illimitata; perché contro la Ragione divina non c'è ragione umana e contro la Giustizia di Dio non vi è giustizia terrestre che tenga. Schiavi di Dio, gli uomini devono esserlo anche della [[Chiesa]] e dello Stato, in quanto quest'ultimo è consacrato dalla [[Chiesa]]. [...] l'idea di Dio [...] è la negazione più decisa della libertà  umana e comporta necessariamente la servitù degli uomini, tanto in teoria quanto in pratica.»  (da "''[[Dio e lo Stato]]''")
:«Poiché Dio è tutto, il mondo reale e l'uomo sono nulla. Poiché Dio è la verità, la giustizia, il bene, il bello, la potenza e la vita, l'uomo è la menzogna, l'iniquità, il male, la bruttezza, l'impotenza e la morte. Poiché Dio è il padrone, l'uomo è lo schiavo. Incapace di trovare da sé la giustizia, la verità  e la vita eterna, l'uomo non può che arrivarvi per mezzo d'una rivelazione divina. Ma chi dice rivelazione, dice rivelatori, messia, profeti, preti e legislatori, ispirati da Dio stesso; e questi, una volta riconosciuti come rappresentanti di Dio sulla terra, come i santi istitutori dell'umanità  eletti da Dio per dirigerla verso la via della salvezza, debbono necessariamente esercitare un potere assoluto. Tutti gli uomini devono loro un'obbedienza passiva e illimitata; perché contro la Ragione divina non c'è ragione umana e contro la Giustizia di Dio non vi è giustizia terrestre che tenga. Schiavi di Dio, gli uomini devono esserlo anche della [[Chiesa]] e dello Stato, in quanto quest'ultimo è consacrato dalla [[Chiesa]]. [...] l'idea di Dio [...] è la negazione più decisa della libertà  umana e comporta necessariamente la servitù degli uomini, tanto in teoria quanto in pratica.»  (da "''[[Dio e lo Stato]]''")
L'ateo è comunque solo parzialmente libero; lo è solo spiritualmente. Per completare il proprio percorso deve trovare nella società  la completa [[libertà ]] sociale e individuale.
L'ateo è comunque solo parzialmente libero; lo è solo spiritualmente. Per completare il proprio percorso deve trovare nella società  la completa [[libertà]] sociale e individuale.


=== Lo Stato e il Capitale ===
=== Lo Stato e il Capitale ===


La dottrina dello [[Stato]] di Bakunin è ciò che differenzia, fin dalla loro formazione, le due correnti del [[socialismo]] ottocentesco e novecentesco. Lo [[Stato]], per definizione di ambedue le fazioni, rappresenta quell'insieme di organi polizieschi, militari, finanziari ed ecclesiastici che permettono alla classe dominante (nel caso specifico, la [[borghesia|borghesia]]) di rimanere in possesso dei suoi privilegi. Lo Stato è l'ostentazione della forza, l'amore per la soverchieria, la depredazione di pochi a spese dei molti. L'unico modo per emanciparsi, dice Bakunin, è la distruzione '''immediata''' del potere statale e di ogni sua possibile ricreazione.
La dottrina dello [[Stato]] di Bakunin è ciò che differenzia, fin dalla loro formazione, le due correnti del [[socialismo]] ottocentesco e novecentesco. Lo [[Stato]], per definizione di ambedue le fazioni, rappresenta quell'insieme di organi polizieschi, militari, finanziari ed ecclesiastici che permettono alla classe dominante (nel caso specifico, la [[borghesia|borghesia]]) di rimanere in possesso dei suoi privilegi. Lo Stato è l'ostentazione della forza, l'amore per la soverchieria, la depredazione di pochi a spese dei molti. L'unico modo per emanciparsi, dice Bakunin, è la distruzione '''immediata''' del potere statale e di ogni sua possibile ricreazione.
La questione problematica si presenta però nell'utilizzo dello [[Stato]] durante il periodo rivoluzionario. Per i [[Karl Marx|marxisti]], infatti, si sarebbe dovuta presentare una situazione in cui lo [[Stato]] sarebbe stato arma in mano al proletariato per eliminare la controrivoluzione. Solo allora, con la dissoluzione dell'apparato statale si sarebbe passati all'assenza di classi. La posizione di Bakunin (e, con lui, di tutti gli [[anarchici|anarchici]]) è che lo [[Stato]], strumento prettamente in mano alla borghesia, non può essere usato che contro il proletariato: dato che l'intera classe sfruttata non può amministrare l'infrastruttura statale, ci vorrà  una classe burocratica che lo amministri. Bakunin temeva l'inevitabile formazione di una "burocrazia rossa", padrona dello [[Stato]] e nuova dominatrice. L'[[eguaglianza|ugualianza]] e quindi la [[libertà ]], secondo il pensatore Russo, non possono esistere nella società  marxista. Lo [[Stato]] va quindi abbattuto in fase rivoluzionaria, poiché, finché qualcuno detiene il potere, non lo cederà, e chiunque sia investito di un'autorità, si trasforma inevitabilmente in un oppressore e in uno sfruttatore della società.
La questione problematica si presenta però nell'utilizzo dello [[Stato]] durante il periodo rivoluzionario. Per i [[Karl Marx|marxisti]], infatti, si sarebbe dovuta presentare una situazione in cui lo [[Stato]] sarebbe stato arma in mano al proletariato per eliminare la controrivoluzione. Solo allora, con la dissoluzione dell'apparato statale si sarebbe passati all'assenza di classi. La posizione di Bakunin (e, con lui, di tutti gli [[anarchici|anarchici]]) è che lo [[Stato]], strumento prettamente in mano alla borghesia, non può essere usato che contro il proletariato: dato che l'intera classe sfruttata non può amministrare l'infrastruttura statale, ci vorrà  una classe burocratica che lo amministri. Bakunin temeva l'inevitabile formazione di una "burocrazia rossa", padrona dello [[Stato]] e nuova dominatrice. L'[[eguaglianza|ugualianza]] e quindi la [[libertà]], secondo il pensatore Russo, non possono esistere nella società  marxista. Lo [[Stato]] va quindi abbattuto in fase rivoluzionaria, poiché, finché qualcuno detiene il potere, non lo cederà, e chiunque sia investito di un'autorità, si trasforma inevitabilmente in un oppressore e in uno sfruttatore della società.


:«I marxisti non si rendono conto di questa contraddizione [...] Dicono che questo gioco dello Stato, questa dittatura (del proletariato, ndA) è una misura transitoria necessaria per poter raggiungere l'emancipazione totale del popolo; l'anarchia o la libertà  sono il fine, lo Stato e la dittatura sono il mezzo. E così, per emancipare le masse popolari, si dovrà  prima di tutto soggiogarle. [...] Che bella la liberazione!» (da ''[[Stato e Anarchia]]'')
:«I marxisti non si rendono conto di questa contraddizione [...] Dicono che questo gioco dello Stato, questa dittatura (del proletariato, ndA) è una misura transitoria necessaria per poter raggiungere l'emancipazione totale del popolo; l'anarchia o la libertà  sono il fine, lo Stato e la dittatura sono il mezzo. E così, per emancipare le masse popolari, si dovrà  prima di tutto soggiogarle. [...] Che bella la liberazione!» (da ''[[Stato e Anarchia]]'')


Se lo Stato è l'aspetto politico dello sfruttamento della borghesia, il Capitale ne è quello economico. Qui le differenze del [[marxismo]] sono inesistenti (basti pensare che il primo libro de [[Il Capitale]] fu tradotto in Russo proprio da Bakunin). La differenza tra la concezione marxiana e quella bakuniana del Capitale, è che per Bakunin questo non è elemento fondante dello sfruttamento, ma solo una sua determinazione storica transitoria. Anche se non esplicitato, nella sua opera non viene fatto riferimento alcuno alla [[materialismo storico|concezione materialistica della storia]] (che prevede l'aspetto [[economia|economico]] della [[Società  umana|società ]] come basilare per l'analisi della stessa).
Se lo Stato è l'aspetto politico dello sfruttamento della borghesia, il Capitale ne è quello economico. Qui le differenze del [[marxismo]] sono inesistenti (basti pensare che il primo libro de [[Il Capitale]] fu tradotto in Russo proprio da Bakunin). La differenza tra la concezione marxiana e quella bakuniana del Capitale, è che per Bakunin questo non è elemento fondante dello sfruttamento, ma solo una sua determinazione storica transitoria. Anche se non esplicitato, nella sua opera non viene fatto riferimento alcuno alla [[materialismo storico|concezione materialistica della storia]] (che prevede l'aspetto [[economia|economico]] della [[Società  umana|società]] come basilare per l'analisi della stessa).


=== La rivoluzione ===
=== La rivoluzione ===
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*[[La libertà  per gli anarchici]]
*[[La libertà  per gli anarchici]]
*[[Lo Stato non è la Patria]]
*[[Lo Stato non è la Patria]]
*[[Patria e nazionalità ]]
*[[Patria e nazionalità]]
*[[Sulla scuola]]
*[[Sulla scuola]]
*[[Dio e lo Stato (scritti scelti)]]
*[[Dio e lo Stato (scritti scelti)]]
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