Storia dell'anarchismo in Egitto: differenze tra le versioni

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(Creata pagina con "thumb|220 px|Localizzazione dell'Egitto La storia dell'anarchismo in Egitto fu inizialmente fortemente legata alle influenze esercitate dagli anarchici italiani e greci, che tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo risiedevano nel paese nord-africano. == Gli inizi == 200 px|left Il primo sindacato di tendenza anarchica e rivoluzionaria nato in...")
 
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La rivolta egiziana contro il tiranno Hosni Mubarak prima (iniziata il [[25 gennaio]] [[2011]]) e contro Mohamed Morsi poi (vincitore delle elezioni presidenziali indette dopo la caduta di Mubarak), ha visto la clamorosa partecipazione anche di un nascente [[movimento anarchico]] egiziano. In particolare nel maggio [[2011]] il [[Movimento Socialista Libertario (Egitto)|Movimento Socialista Libertario]] ha pubblicato il suo ''[[Movimento_Socialista_Libertario_(Egitto)#Manifesto|Manifesto]]'' che ne ha sancito ufficialmente la nascita:
La rivolta egiziana contro il tiranno Hosni Mubarak prima (iniziata il [[25 gennaio]] [[2011]]) e contro Mohamed Morsi poi (vincitore delle elezioni presidenziali indette dopo la caduta di Mubarak), ha visto la clamorosa partecipazione anche di un nascente [[movimento anarchico]] egiziano. In particolare nel maggio [[2011]] il [[Movimento Socialista Libertario (Egitto)|Movimento Socialista Libertario]] ha pubblicato il suo ''[[Movimento_Socialista_Libertario_(Egitto)#Manifesto|Manifesto]]'' che ne ha sancito ufficialmente la nascita:
:«Noi socialisti libertari siamo in lotta per una società [[socialista]] senza classi ed antiautoritaria, libera dagli apparati repressivi dello Stato e del capitale, noi siamo contro la costituzione di un capitalismo di Stato sotto il nome di socialismo, come è accaduto nei paesi repressivi del campo socialista, ma siamo per rifiutare ed anche opporsi al sistema capitalista.»[[File:2011 Egypt protests - graffiti on military vehicle.jpg|thumb|Un blindato dell'esercito con scritte lasciate dei manifestanti: ''yaskut Mubārak'' "abbasso Mubārak"; ''lā li-Mubārak'', "No a Mubārak"; ''suqat al-tāghiya Mubārak'', "cada il tiranno Mubārak"]]
:«Noi socialisti libertari siamo in lotta per una società [[socialista]] senza classi ed antiautoritaria, libera dagli apparati repressivi dello Stato e del capitale, noi siamo contro la costituzione di un capitalismo di Stato sotto il nome di socialismo, come è accaduto nei paesi repressivi del campo socialista, ma siamo per rifiutare ed anche opporsi al sistema capitalista.»[[File:2011 Egypt protests - graffiti on military vehicle.jpg|thumb|Un blindato dell'esercito con scritte lasciate dei manifestanti: ''yaskut Mubārak'' "abbasso Mubārak"; ''lā li-Mubārak'', "No a Mubārak"; ''suqat al-tāghiya Mubārak'', "cada il tiranno Mubārak"]]
Gli anarchici, nonostante l'immediata e dura [[repressione]], <ref>[http://www.anarkismo.net/article/21524 Anarchici e socialisti rivoluzionari sotto attacco in Egitto]</ref> si sono palesati soprattutto nelle città in cui storicamente esso si diffuse tra il XIX e XX secolo: Il Cairo, Alessandria d'Egitto e Port Said; in quest'ultima città per lungo tempo si è portata avanti una vera e propria [[autogestione]] di diversi quartieri. <ref>[http://blackblogger.altervista.org/autogestione-a-port-said-egitto/ Autogestione a Port Said]</ref> Si ha avuto notizia della nascita di un piccolo gruppo denominato ''Bandiera Nera'' <ref>[http://archive.is/0JrpX Intervista ad un compagno anarchico egiziano]</ref> e, addirittura, in molte manifestazioni hanno fatto la loro comparsa gruppi di giovani, nati col proposito di difendere i manifestanti dalle violenze dell'[[esercito]] e dei fondamentalisti, che si richiamano esplicitamente ai [[black bloc]] <ref>[http://archive.is/05xCJ Egitto. Black bloc a Tahrir, il nuovo “mistero” mediatico]</ref>:
Gli anarchici, nonostante l'immediata e dura [[repressione]], <ref>[http://www.anarkismo.net/article/21524 Anarchici e socialisti rivoluzionari sotto attacco in Egitto]</ref> si sono palesati soprattutto nelle città in cui storicamente esso si diffuse tra il XIX e XX secolo: Il Cairo, Alessandria d'Egitto e Port Said; in quest'ultima città per lungo tempo si è portata avanti una vera e propria [[autogestione]] di diversi quartieri. <ref>[https://web.archive.org/web/20210116001506/http://blackblogger.altervista.org/autogestione-a-port-said-egitto/ Autogestione a Port Said]</ref> Si ha avuto notizia della nascita di un piccolo gruppo denominato ''Bandiera Nera'' <ref>[http://archive.is/0JrpX Intervista ad un compagno anarchico egiziano]</ref> e, addirittura, in molte manifestazioni hanno fatto la loro comparsa gruppi di giovani, nati col proposito di difendere i manifestanti dalle violenze dell'[[esercito]] e dei fondamentalisti, che si richiamano esplicitamente ai [[black bloc]] <ref>[http://archive.is/05xCJ Egitto. Black bloc a Tahrir, il nuovo “mistero” mediatico]</ref>:
:«...la ragione per la sua istituzione è stata ciò che è successo quando gli estremisti di destra hanno attaccato i manifestanti pacifici davanti al palazzo presidenziale, ed è partita quando ha avuto inizio l'uccisione – o la “liquidazione”, per essere più precisi con la traduzione – degli attivisti”...La nostra filosofia non comporta attaccare scuole o ospedali, e non tutti coloro che sono vestiti di nero sono Black Bloc. Siamo in giro per proteggere i manifestanti e difenderli in caso di attacchi, e sono molti. Passiamo inosservati per le strade, proprio come tutti gli altri, senza abiti neri o maschere e diventiamo “neri” solo quando necessario. Spesso andiamo in strada per proteggere noi stessi e salvare la nostra energia. Dal momento iniziale della rivoluzione del 25 gennaio, centinaia di giovani sono stati arrestati e grazie a Dio, nessuno di loro è mai stato un vero membro Black Bloc.»
:«...la ragione per la sua istituzione è stata ciò che è successo quando gli estremisti di destra hanno attaccato i manifestanti pacifici davanti al palazzo presidenziale, ed è partita quando ha avuto inizio l'uccisione – o la “liquidazione”, per essere più precisi con la traduzione – degli attivisti”...La nostra filosofia non comporta attaccare scuole o ospedali, e non tutti coloro che sono vestiti di nero sono Black Bloc. Siamo in giro per proteggere i manifestanti e difenderli in caso di attacchi, e sono molti. Passiamo inosservati per le strade, proprio come tutti gli altri, senza abiti neri o maschere e diventiamo “neri” solo quando necessario. Spesso andiamo in strada per proteggere noi stessi e salvare la nostra energia. Dal momento iniziale della rivoluzione del 25 gennaio, centinaia di giovani sono stati arrestati e grazie a Dio, nessuno di loro è mai stato un vero membro Black Bloc.»


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