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Sempre a Londra, a causa del suo profondo interesse per i moti risorgimentali, aveva inoltre conosciuto Mazzini, presentatogli da [[Herzen]] dopo la sua fuga in Siberia. Il [[12 novembre]] [[1863]] Mazzini scrisse a Federico Campanella: | Sempre a Londra, a causa del suo profondo interesse per i moti risorgimentali, aveva inoltre conosciuto Mazzini, presentatogli da [[Herzen]] dopo la sua fuga in Siberia. Il [[12 novembre]] [[1863]] Mazzini scrisse a Federico Campanella: | ||
: «...dì a Mosto che andrà a cercarlo un mio amico russo con la moglie, che mi preme sia bene accolto dai nostri […] Questo russo…ti darà ..una prima lettera russa in | : «...dì a Mosto che andrà a cercarlo un mio amico russo con la moglie, che mi preme sia bene accolto dai nostri […] Questo russo…ti darà ..una prima lettera russa in francese…È un lavoro interessante assai. fa che sia tradotta. La serie delle lettere è primitivamente diretta a un giornale svedese; ma se tu gli chiederai di lasciarti sopprimere il preambolo, tanto che appaia un lavoro dato al “Dovere”, te lo concederà . Intenditi perché ei ti mandi le altre lettere da Firenze»«» (Romano A., ''Storia del socialismo in Italia'', p. 119) | ||
A dimostrazione della concertazione con Mazzini ed altri italiani in occasione del suo successivo viaggio in [[Italia]], lo stesso Mazzini il giorno dopo scrisse a Giuseppe Dolfi: | A dimostrazione della concertazione con Mazzini ed altri italiani in occasione del suo successivo viaggio in [[Italia]], lo stesso Mazzini il giorno dopo scrisse a Giuseppe Dolfi: | ||
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: «La religione, ed in particolare il cristianesimo, hanno prodotto “l’annientamento dell’umanità a profitto della divinità ”, quindi “se Dio esiste, l’uomo è uno schiavo. Ora l’uomo può, deve essere libero: dunque Dio non esiste». (Bakunin in "''[[Dio e lo Stato]]''") | : «La religione, ed in particolare il cristianesimo, hanno prodotto “l’annientamento dell’umanità a profitto della divinità ”, quindi “se Dio esiste, l’uomo è uno schiavo. Ora l’uomo può, deve essere libero: dunque Dio non esiste». (Bakunin in "''[[Dio e lo Stato]]''") | ||
: | :«È evidente che finché avremo un padrone in cielo, non potremo essere liberi in terra. Finché saremo convinti di dovere a Dio un’obbedienza assoluta, e davanti a Dio non è possibile altro tipo di obbedienza, dovremo sottometterci in modo passivo e senza la minima critica alla sacra autorità dei suoi intermediari e dei suoi eletti [...] Dio, o piuttosto la finzione di Dio, è dunque la consacrazione e la causa intellettuale e morale di ogni schiavitù sulla terra; e la libertà degli uomini sarà completa solo quando avrà distrutto la nefasta finzione di un padrone celeste». (Bakunin in ''[[Dio e lo Stato]]'') | ||
Bakunin ritiene che ammettere l’esistenza di ''Dio'' significa abdicare alla ragione e alla giustizia. '''Dio''' priva la [[libertà ]] all’uomo non solo nel pensiero, ma anche nella vita concreta e reale: obbedire a '''Dio''' significa obbedire ai suoi rappresentanti in terra ([[Stato]], Chiesa, preti, vescovi, re, capi di stato ecc.). Infatti ogni tiranno, ogni peggior nemico della [[libertà ]], ha legittimato la propria [[autorità ]] coll’approvazione divina. | Bakunin ritiene che ammettere l’esistenza di ''Dio'' significa abdicare alla ragione e alla giustizia. '''Dio''' priva la [[libertà ]] all’uomo non solo nel pensiero, ma anche nella vita concreta e reale: obbedire a '''Dio''' significa obbedire ai suoi rappresentanti in terra ([[Stato]], Chiesa, preti, vescovi, re, capi di stato ecc.). Infatti ogni tiranno, ogni peggior nemico della [[libertà ]], ha legittimato la propria [[autorità ]] coll’approvazione divina. |