I precursori dell'anarchismo

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Thomas Müntzer, precursore anarchico

Prima che l'anarchismo emergesse come pensiero distinto e ben definito gli esseri umani hanno vissuto per migliaia di anni entro società prive di governi e autorità. Solo dopo lo sviluppo della gerarchia si svilupparono, grazie ad alcuni pensatori, idee e progetti tendenti a denunciare l'autorità costituita.

Questi pensatori, presenti sin dall'antica Grecia, elaborarono teorie contenenti elementi di carattere libertario che, se da un lato non ci consentono di definirli propriamente anarchici, dall'altro possono sicuramente farceli definire i precursori dell'anarchismo.

La preistoria

La preistoria, sin dal Paleolitico superiore e in misura maggiore nel Neolitico, conserva ampie tracce di un'organizzazione sociale sostanzialmente egualitaria, pacifica e non gerarchica. Questo modello di società fu definito da Riane Eisler, vera e propria allieva di un'altra grande archeologa, Marija Gimbutas, con il neologismo gilania - dalle parole greche γυνή (gynè), "donna" e ἀνήρ (anèr), "uomo" (la lettera elle tra i due termini ha il duplice significato di unione: dal verbo inglese to link, "unire", e dal verbo greco λύω, lùo, che significa "sciogliere" o "liberare") - per indicare quella fase storica plurimillenaria (8.000-2.500 a.C. in rapporto soltanto al Neolitico), fondata sull'eguaglianza dei sessi e sulla sostanziale assenza di gerarchia e autorità, di cui si conservano tracce tanto nelle comunità umane del Paleolitico superiore quanto in quelle agricole del Neolitico.

L'antichità (dal 3000 a.c fino al 476 d.c)

Exquisite-kfind.png Vedi Spartaco il gladiatore.
Diogene di Sinope (dettaglio de La scuola degli ateniesi di Raffaello) fu il primo a dire: Sono cittadino del mondo intero!
«La virtù è sufficiente, da sola, per il raggiungimento della felicità, e non ha bisogno di niente altro. La virtù è propria delle opere, e non ha bisogno né di molti discorsi né di nozioni. Il sapiente è autosufficiente: tutte le cose degli altri sono sue. Il sapiente non si regola secondo le leggi stabilite dalle comunità politiche, ma secondo la legge della virtù» (Diogene Laerzio Vl, 10, in riferimento a Antistene di Atene).
  • Nella Grecia antica il filosofo Zenone di Cizio fonda il proprio pensiero (Stoicismo) sulla convinzione che la ragionevolezza potesse guidare gli esseri umani meglio dell'autorità. Più o meno nello stesso periodo Epicuro fonda una scuola di pensiero (Epicureismo) che professava la raggiungibilità della felicità mediante la liberazione dalle passioni e dalle paure (Dio, il dolore, la morte). Ancor prima Antistene di Atene (i Cinici) propose la semplicità della vita animale, il rifiuto dei beni materiali e il distacco dalle convenzioni sociali. Un allievo di di Antistene, Diogene di Sinope, estremizzò il pensiero del maestro ricercando la pienezza della vita in maniera caotica, irrequieta e quasi violenta.
  • Il taoismo cinese formulò pensieri aventi alcune affinità con l'anarchismo. Per esempio Lao Tze sviluppò la filosofia della “non-regola”, sostenendo inoltre che il governante sarebbe stato tanto più perfetto quanto meno avesse governato. Anche Bao Jin Gyan sosteneva che non dovrebbero esistere né signori e né schiavi.
  • Malgrado la sua esistenza non sia pienamente dimostrabile, la figura di Gesù Cristo permise, inizialmente, lo sviluppo di pensieri proto-anarchici cristiani e, successivamente, di quella corrente di pensiero molto particolare dell' anarchismo definito cristiano.

Il Medio Evo (dal 476 al XV secolo)

  • Agli inizi del Medio Evo si ebbe la comparsa delle prime comunità di monaci o di singoli monaci erranti, i quali non facevano riferimento a nessuna dottrina in particolare (a quei tempi non erano stati ancora scelti i vangeli canonici) che diedero luogo ad organizzazioni interne di tipo paritario. Da notare la figura del monaco stilita, che più di tutti rifiutava ogni artificio della civiltà. Inoltre si sviluppò un pensiero in forte contrasto con il vescovo Agostino, che ruotava intorno alla figura del vescovo Pelagio, il quale riabilitò a pieno la donna e addirittura la libertà sessuale in contrapposizione con i dogmi sesso-fobici, maschilisti e specisti di Sant'Agostino. Tuttavia, nonostante gli innegabili aspetti controversi di Agostino, in De Civitate Dei egli descrive come prima del peccato originale non esistessero autorità e gerarchie tra gli uomini e che queste siano nate come conseguenze nefaste del peccato umano. Dopo il Giudizio Universale, l'umanità salvata tornerà a questo stadio di anarchia. Sempre in questo stesso testo e nella controversia contro il vescovo Donato, sebbene Agostino supporti la gerarchia ecclesiastica, enfatizza la superiorità della Chiesa Invisibile e della Civiltà di Dio su di essa: la volontà di Dio è più importante di qualsiasi carica. Queste opinioni ecclesiologiche influenzeranno i movimenti della Lollardia di John Wycliffe e la riforma protestante.

I fenomeni umani e comunitari del cristianesimo delle origini sono la dimostrazione degli aspetti anarchici dei veri insegnamenti di Gesù Cristo [1], poi stravolti con la creazione dei vangeli canonici e di una gerarchia ecclesiastica.

  • Il Medio Evo è da molti considerato come un periodo quasi barbarico e privo di civiltà, in realtà dal X secolo e all'XI secolo si sviluppò una società in cui gli individui ebbero la possibilità di prender parte, seppur in misura limitata, alle decisioni riguardanti la collettività. Questo movimento, strutturatosi intorno ai liberi Comuni, è passato alla storia come il Movimento comunalista.

Il Rinascimento

Exquisite-kfind.png Vedi Denis Diderot e Jean Meslier.
« Guarda, i signori e i prìncipi sono l'origine di ogni usura, d'ogni ladrocinio e rapina; essi si appropriano di tutte le creature: dei pesci dell'acqua, degli uccelli dell'aria, degli alberi della terra (Isaia 5, 8). E poi fanno divulgare tra i poveri il comandamento di Dio: "Non rubare". Ma questo non vale per loro. Riducono in miseria tutti gli uomini, pelano e scorticano contadini e artigiani e ogni essere vivente (Michea, 3, 2-4); ma per costoro, alla più piccola mancanza, c'è la forca. » (Thomas Müntzer, Confutazione ben fondata, 1524)
  • Il Rinascimento è caratterizzato dal diffondersi di movimenti religiosi eretici fortemente ostili all'autorità ecclesiastica. Per esempio il movimento cristiano degli Anabattisti fondava la propria religiosità sulla comunanza dei beni, il rifiuto dello Stato e di ogni istituzione. Nel biennio 1524-25 gruppi di rivoltosi anabattisti, al seguito di Thomas Müntzer, presero parte alla rivolta dei contadini tedeschi, nella convinzione che andare contro i poteri costituiti avrebbe affrettato la venuta del regno di Dio. L'esperimento politico-religioso anabattista fu distrutto da Lutero (ma la Roma Cattolica di certo non disapprovò) e dai Prìncipi nel 1535, con una durissima repressione che sterminò gran parte degli eretici.

Anche Gerrard Winstanley, eretico cristiano inglese del movimento dei Diggers (zappatori), attivo durante la guerra civile inglese, sosteneva la necessità di collettivizzare la terra, poiché questa apparteneva a tutti e nessun uomo poteva elevarsi al di sopra degli altri.

L'epoca moderna

Exquisite-kfind.png Vedi socialismo utopistico, Charles Fourier, Robert Owen e Saint-Simon.

Il primo ad utilizzare il termine “anarchia”, con accezione positiva, fu il barone di Lahontan Louis Armand che elogiò (1703) le comunità dei pellerossa, descritte come anarchiche, in quanto prive di strutture autoritarie. Edmund Burke sostenne, in un suo saggio, la necessità di abolire i governi anche se, successivamente, ritirò le sue precedenti affermazioni definendole satiriche.

Nel testo Discorso sull'origine della diseguaglianza il filosofo Jean Jacques Rousseau descrive lo stato di natura originale degli esseri umani come privo di governi, stati, autorità, gerarchie e diseguaglianze, nonché il più felice, libero, egalitario e gioioso della storia umana. Secondo la sua filosofia, la degenerazione dell'uomo nasce con la proprietà privata della terra da parte di alcuni, fonte di ogni diseguaglianza. Lo Stato nasce ufficialmente come strumento di sicurezza per gli indifesi, ma è nei fatti un inganno dei potenti per mantenere il potere dando un falso senso di protezione ai deboli. Rousseau è uno dei padri del liberalismo e dunque non è propriamente anarchico: riteneva impossibile il ritorno all'anarchia originale a causa della corruzione degli uomini civilizzati. Tuttavia è innegabile la sua simpatia verso l'anarchia. Ne Il contratto sociale la proposta del filosofo non è di abolire il contratto sociale, ma di cambiarlo, passando dal "Contratto Iniquo", proposto dai potenti, a un "Contratto Equo", basato su una vera democrazia diretta, un mandato imperativo dei magistrati esecutivi, l'assenza di privilegi nobiliari ed ereditari e di proprietà borghese, l'identità tra proprietà privata e personale, la superiorità del settore pubblico su quello privato, la divisione tra politica e religioni positive e una religione civile basata sul deismo. Rousseau enfatizza come questa società debba avvicinarsi il più possibile allo stato di natura. Anche nel suo trattato pedagogico Emilio o dell'educazione (Émile ou de l'éducation) il filosofo sostiene che la buona educazione deve basarsi sullo stato di natura e deve dunque essere "negativa": lo scopo del pedagogo non è imporsi sul discente ma rimuovere gli ostacoli che lo danneggerebbero. Ancora una volta le simpatie libertarie sono evidenti. Data l'enfasi sul male della proprietà borghese, Rousseau è anche considerabile socialista utopico e dunque ispiratore e precursore della questione operaia e del socialismo.

Persino Thomas Jefferson, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti d'America, avvertì sul pericolo di una società autoritaria e illiberale, dichiarando che sarebbe preferibile una società senza governo, ma ricca di giornali, piuttosto che, viceversa, una società con un governo, ma priva di libertà di stampa.

Durante la Rivoluzione Francese, alcuni rivoluzionari usarono il termine “anarchici” per definire il proprio modo di pensare e d'agire: Jean Varlet scrisse, nel 1794, che la libertà era incompatibile con qualsivoglia governo; Sylvain Marechal denunciò tutte le disuguaglianze tra ricchi e poveri, grandi e piccoli, padroni e schiavi; Theophile Leclerc e Jacques Roux presero posizioni decisamente antiautoritarie.

In questi anni molte donne posero le basi del successivo movimento anarchico vero e proprio, basti pensare a Olympia De Gouges, Mary Wollstonecraft e Flora Tristan.

L'avvento dell'anarchismo

La pubblicazione di Che cos'è la proprietà? (1840) di Pierre Joseph Proudhon è considerato lo spartiacque che segna il passaggio dal "proto-anarchismo" all'anarchismo "moderno". Il pensiero anarchico si sviluppò, successivamente, per merito di personalità quali Michail Bakunin, Errico Malatesta, Joseph Dejacque, Max Stirner e altri.

A dire il vero alcuni ritengono però che lo stesso William Godwin debba essere considerato un pensatore dell'anarchismo classico a tutti gli effetti e non semplicemente un proto-anarchico, tuttavia la maggioranza ritiene che sia proprio l'anarchismo proudhoniano, e in particolare l'opera sopra citata, ad aver segnato la nascita del vero pensiero anarchico.

Note

  1. Trattasi di un'opinione personale dell'utente Sytry82.

Bibliografia

  • Giulio Pavignano, Dolcino. L'ultimo Eretico, Biella, Edizioni Ieri e Oggi, 2007
  • Raniero Orioli (a cura di), Fra Dolcino. Nascita, vita e morte di un'eresia medievale, Milano, Jaca Book, 2004
  • Riane Eisler, Il piacere è sacro: il mito del sesso come purificazione, edizioni Frassinelli, 1996
  • Riane Eisler, Il calice e la spada. La presenza dell'elemento femminile nella storia da Maddalena a oggi, edizioni Frassinelli, 2006
  • Marija Gimbutas, Il linguaggio della dea, Venexia edizioni, 2008
  • Marija Gimbutas, Il linguaggio della Dea: mito e culto della Dea madre nell'Europa neolitica [1989]; introduzione di Joseph Campbell; traduzione di Nicola Crocetti di The Language of the Goddess
  • Christopher Hill, Il mondo alla rovescia, Torino: Einaudi, 1981 (tit. orig.: The world turned upside down, Londra, Maurice Temple Smith, 1972), pp. 97-140
  • Eugenio Dupré Theseider, Fra Dolcino: storia e mito in Mondo cittadino e movimenti ereticali nel Medio Evo, Bologna, Pà tron editore, 1978
  • Gian Mario Bravo (a cura di), Il socialismo prima di Marx: antologia di scritti di riformatori, socialisti, utopisti, comunisti e rivoluzionari premarxisti, Editori Riuniti, Roma, 1966

Voci correlate