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Nel [[1892]] iniziò a svolgere il [[militarismo|servizio militare]], a Napoli, come allievo ufficiale. È proprio durante questo periodo che fu accusato di propaganda sovversiva nell'esercito, per aver contestato, durante la commemorazione della Repubblica partenopea del [[1799]], il deputato radicale [[Matteo Imbriani]]. Venne allora degradato a soldato semplice e trasferito, prima a Borgo San Donato (Parma), successivamente alla "Quinta compagnia" di disciplina di Capua (una sorta di campo rieducativo per i [[militari]] "ribelli"). Dopo essersi congedato nel [[1894]], ritornò a Foggia e si allontanò dal Partito Repubblicano con cui non si sentiva più in sintonia a causa del suo radicalismo via via crescente.
Nel [[1892]] iniziò a svolgere il [[militarismo|servizio militare]], a Napoli, come allievo ufficiale. È proprio durante questo periodo che fu accusato di propaganda sovversiva nell'esercito, per aver contestato, durante la commemorazione della Repubblica partenopea del [[1799]], il deputato radicale [[Matteo Imbriani]]. Venne allora degradato a soldato semplice e trasferito, prima a Borgo San Donato (Parma), successivamente alla "Quinta compagnia" di disciplina di Capua (una sorta di campo rieducativo per i [[militari]] "ribelli"). Dopo essersi congedato nel [[1894]], ritornò a Foggia e si allontanò dal Partito Repubblicano con cui non si sentiva più in sintonia a causa del suo radicalismo via via crescente.


A Foggia lavorò presso una tipografia, dove, durante le elezioni del [[1895]], scrisse, stampò e diffuse un manifesto di propaganda per la candidatura del socialista Nicola Barbato. Il "manifesto" conteneva una dura reprimenda contro il governo Crispi che aveva recentemente approvato leggi speciali contro gli [[anarchismo|anarchici]] (domicilio coatto, scioglimento di tutte le associazioni anarchiche, socialiste ed operaie). Le leggi severissime dell'epoca lo accusarono di «eccitamento all'odio fra le classi sociali», venne arrestato e poi rilasciato in [[libertà]] provvisoria.
A Foggia lavorò presso una tipografia, dove, durante le elezioni del [[1895]], scrisse, stampò e diffuse un manifesto di propaganda per la candidatura del [[socialista]] Nicola Barbato. Il "manifesto" conteneva una dura reprimenda contro il governo Crispi che aveva recentemente approvato leggi speciali contro gli [[anarchismo|anarchici]] (domicilio coatto, scioglimento di tutte le associazioni anarchiche, socialiste ed operaie). Le leggi severissime dell'epoca lo accusarono di «eccitamento all'odio fra le classi sociali», venne arrestato e poi rilasciato in [[libertà]] provvisoria.


Dopo aver scritto una lettera ([[31 agosto]] [[1895]]) aperta all'allora Ministro di Grazia e Giustizia, pare per far sì che venisse concesso il patrocinio gratuito ad una zia, fu condannato a diciotto mesi di [[carcere]] e a tre anni di domicilio coatto alle Isole Tremiti. Condanna che non scontò mai.
Dopo aver scritto una lettera ([[31 agosto]] [[1895]]) aperta all'allora Ministro di Grazia e Giustizia, pare per far sì che venisse concesso il patrocinio gratuito ad una zia, fu condannato a diciotto mesi di [[carcere]] e a tre anni di domicilio coatto alle Isole Tremiti. Condanna che non scontò mai.
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