Gli anarchici e la resistenza antifascista: differenze tra le versioni
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Quindi è chiaro che questa partecipazione si espresse principalmente in quelle zone dove vi era una grossa tradizione libertaria e, dato non indifferente, anche attraverso altre formazioni partigiane, come le [[Brigate Garibaldi]] (comunisti), le [[Brigate Matteotti]] (socialisti) e quelle di [[Giustizia e Libertà]] (GL). | Quindi è chiaro che questa partecipazione si espresse principalmente in quelle zone dove vi era una grossa tradizione libertaria e, dato non indifferente, anche attraverso altre formazioni partigiane, come le [[Brigate Garibaldi]] (comunisti), le [[Brigate Matteotti]] (socialisti) e quelle di [[Giustizia e Libertà]] (GL). | ||
Di conseguenza è difficile stabilire con precisione il numero degli anarchici partigiani, anche se qualcuno ha tentato, valutando questa partecipazione nel numero di | Di conseguenza è difficile stabilire con precisione il numero degli anarchici partigiani, anche se qualcuno ha tentato, valutando questa partecipazione nel numero di 18.000-20.000 unità. | ||
È da sottolineare che una parte del movimento anarchico, seppur minoritaria, dopo l'[[8 settembre]] del [[1943]] non partecipò alla lotta di resistenza partigiana, sia perché di matrice non violenta e sia perché si rifiutarono di prendere parte ad un conflitto che, secondo loro, mostrava caratteri imperialistici. <ref>Capitolo interamente estratto dal foglio della sezione della [[Federazione dei Comunisti Anarchici|FdCA]] di Fano/Pesaro e da [http://it.wikipedia.org/wiki/Brigate_Anarchiche_operanti_nella_Resistenza Brigate Anarchiche operanti nella Resistenza]</ref> <ref name="riferiemnti">Il post scriptum non è parte integrante del foglio, da cui è stato estrapolato l'articolo, ma sono annotazioni storiche riportate dai redattori dell'articolo</ref>. | È da sottolineare che una parte del movimento anarchico, seppur minoritaria, dopo l'[[8 settembre]] del [[1943]] non partecipò alla lotta di resistenza partigiana, sia perché di matrice non violenta e sia perché si rifiutarono di prendere parte ad un conflitto che, secondo loro, mostrava caratteri imperialistici. <ref>Capitolo interamente estratto dal foglio della sezione della [[Federazione dei Comunisti Anarchici|FdCA]] di Fano/Pesaro e da [http://it.wikipedia.org/wiki/Brigate_Anarchiche_operanti_nella_Resistenza Brigate Anarchiche operanti nella Resistenza]</ref> <ref name="riferiemnti">Il post scriptum non è parte integrante del foglio, da cui è stato estrapolato l'articolo, ma sono annotazioni storiche riportate dai redattori dell'articolo</ref>. | ||
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A Milano forte era la presenza degli anarchici e reale la loro incidenza nella classe. Quindi fu uno dei primi luoghi in cui gli anarchici si organizzarono in formazioni proprie. | A Milano forte era la presenza degli anarchici e reale la loro incidenza nella classe. Quindi fu uno dei primi luoghi in cui gli anarchici si organizzarono in formazioni proprie. | ||
Gli anarchici milanesi ebbero una figura di primo piano in [[Pietro Bruzzi]], torturato e poi fucilato dai [[Fascismo|fascisti]]. Dopo la sua morte, gli anarchici costituirono le [[Brigate Bruzzi e Malatesta]] che, secondo uno storico della resistenza, socialista, contavano non meno di | Gli anarchici milanesi ebbero una figura di primo piano in [[Pietro Bruzzi]], torturato e poi fucilato dai [[Fascismo|fascisti]]. Dopo la sua morte, gli anarchici costituirono le [[Brigate Bruzzi e Malatesta]] che, secondo uno storico della resistenza, socialista, contavano non meno di 1.300 uomini. | ||
[[Image:Bruzzi Pietro-200x192-200x191.jpg|thumb|250px|[[Pietro Bruzzi]], antifascista milanese]] | [[Image:Bruzzi Pietro-200x192-200x191.jpg|thumb|250px|[[Pietro Bruzzi]], antifascista milanese]] | ||
Le due brigate avevano la sede del loro comando nello stabilimento Carlo Erba ed erano presenti nel quartiere di Porta Ticinese. Il giorno dell'insurrezione, il [[25 aprile]], ebbero un ruolo molto importante: disarmarono una colonna tedesca vicino ad Affiori, così poterono di fatto controllare tutta la zona industriale. | Le due brigate avevano la sede del loro comando nello stabilimento Carlo Erba ed erano presenti nel quartiere di Porta Ticinese. Il giorno dell'insurrezione, il [[25 aprile]], ebbero un ruolo molto importante: disarmarono una colonna tedesca vicino ad Affiori, così poterono di fatto controllare tutta la zona industriale. | ||
Il [[26 aprile|26]] occuparono le scuole di Via Maciochini e controllarono le arterie che conducono al Sempione e a Porta Garibaldi. Fu conquistata e controllata la caserma Mussolini e la centrale elettrica. La caserma della [[ | Il [[26 aprile|26]] occuparono le scuole di Via Maciochini e controllarono le arterie che conducono al Sempione e a Porta Garibaldi. Fu conquistata e controllata la caserma Mussolini e la centrale elettrica. La caserma della [[Xª MAS]] fu espugnata da gruppi anarchici e lo stesso avviene per altre caserme. Le Brigate Malatesta occuparono lo stabilimento Triplex, la radio (assieme ad altre formazioni) delle ferrovie del Sempione, del Comune di Pero, di posti di polizia. | ||
Dopo qualche giorno, iniziarono da parte delle Brigate le requisizioni di viveri, indumenti e l'immediata distribuzione alla popolazione. Prese corpo anche la trasformazione di fabbriche e officine appartenenti ai [[Fascismo|fascisti]] in cooperative, inizia l'eliminazione di fascisti e spie. | Dopo qualche giorno, iniziarono da parte delle Brigate le requisizioni di viveri, indumenti e l'immediata distribuzione alla popolazione. Prese corpo anche la trasformazione di fabbriche e officine appartenenti ai [[Fascismo|fascisti]] in cooperative, inizia l'eliminazione di fascisti e spie. | ||
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==== Pistoia e Lucca==== | ==== Pistoia e Lucca==== | ||
A Pistoia le prime formazioni partigiane furono formate da anarchici e da militanti del [[Partito Comunista Libertario]] (nato nel [[1939]]). Tra queste sono da segnalare le [[Squadre Franche Libertarie]] <ref> [https://anpi.it/media/uploads/patria/2006/9/27-30_GORI.pdf ''Resistenza e Rivoluzione, il sogno di Silvano Fedi''] di Onofrio Gori</ref> e la formazione che alla morte del loro [[Silvano Fedi|comandante]] prese il nome di "[[Brigata Silvano Fedi|Silvano Fedi]]", formata da 53 elementi. La brigata si costituì come nucleo ad opera di [[Egisto|Egisto Gori]] e [[Minos Gori]] <ref>[http://www.socialismolibertario.it/egisto%20gori.htm Egisto e Minos Gori]</ref>, [[Tito|Tito Eschini]] e [[Mario Eschini]], [[Tiziano Palandri]] e [[Silvano Fedi]]. | A Pistoia le prime formazioni partigiane furono formate da anarchici e da militanti del [[Partito Comunista Libertario]] (nato nel [[1939]]). Tra queste sono da segnalare le [[Squadre Franche Libertarie]] <ref> [https://anpi.it/patria-indipendente/media/uploads/patria/2006/9/27-30_GORI.pdf ''Resistenza e Rivoluzione, il sogno di Silvano Fedi''] di Onofrio Gori</ref> e la formazione che alla morte del loro [[Silvano Fedi|comandante]] prese il nome di "[[Brigata Silvano Fedi|Silvano Fedi]]", formata da 53 elementi. La brigata si costituì come nucleo ad opera di [[Egisto|Egisto Gori]] e [[Minos Gori]] <ref>[http://www.socialismolibertario.it/egisto%20gori.htm Egisto e Minos Gori]</ref>, [[Tito|Tito Eschini]] e [[Mario Eschini]], [[Tiziano Palandri]] e [[Silvano Fedi]]. | ||
[[Image:Silvano Fedi.jpg|thumb|left|190 px|[[Silvano Fedi]], anarchico pistoiese]] | [[Image:Silvano Fedi.jpg|thumb|left|190 px|[[Silvano Fedi]], anarchico pistoiese]] | ||
La "Fedi" a Purvica, non si preoccupò solo della lotta armata, ma anche di organizzare la vita sociale della popolazione: convinsero i contadini a battere il grano che essi avrebbero lasciato marcire per la mancanza di mercato, impiantarono un forno in cui lavorano fissi 2 compagni anarchici e distribuirono il pane gratuitamente alla popolazione. Fu anarchica la prima formazione partigiana ad entrare in Pistoia, comandata dal compagno Artese Benesperi. Alle 5 della mattina, la [[simbolismo|bandiera rossa e nera sventolava]] sul campanile del duomo, alle 10 però fu sostituita da quella tricolore. | La "Fedi" a Purvica, non si preoccupò solo della lotta armata, ma anche di organizzare la vita sociale della popolazione: convinsero i contadini a battere il grano che essi avrebbero lasciato marcire per la mancanza di mercato, impiantarono un forno in cui lavorano fissi 2 compagni anarchici e distribuirono il pane gratuitamente alla popolazione. Fu anarchica la prima formazione partigiana ad entrare in Pistoia, comandata dal compagno Artese Benesperi. Alle 5 della mattina, la [[simbolismo|bandiera rossa e nera sventolava]] sul campanile del duomo, alle 10 però fu sostituita da quella tricolore. | ||
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==== La Spezia, Sarzana ==== | ==== La Spezia, Sarzana ==== | ||
Nella zona | Nella zona della Spezia e Sarzana operarono diverse formazioni partigiane in stretto rapporto con quelle di Carrara e della Lunigiana. Due consistenti gruppi erano comandati da due anarchici, [[Fernando Contri]] e Del Carpio; nella zona caddero in scontri a fuoco coi nazifascisti altri due partigiani anarchici assai conosciuti: [[Renato Olivieri]], che aveva già subito 23 anni di [[carcere]] [[Fascismo|fascista]], e [[Renato Perini]]. | ||
===Emilia Romagna=== | ===Emilia Romagna=== | ||
==== Ravenna==== | ==== Ravenna==== | ||
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[https://www.anpi.it/donne-e-uomini/918/enrico-zambonini Biografia ANPI di Enrico Zambonini] </ref>, anarchico fucilato su ordine del Tribunale speciale e poi catturato con gli uomini della squadra di Don [[Pasquino Borghi]] <ref>[https://www.anpi.it/donne-e-uomini/273/don-pasquino-borghi Biografia ANPI di Pasquino Borghi] </ref>, partigiano combattente in contatto con i [[I sette fratelli Cervi|fratelli Cervi]] e fucilato con Don [[Pasquino Borghi]] a Villa Minozzo, nella cui piazza comunale è ora presente una lapide che ricorda il suo «'''''Viva l'Anarchia'''''» urlato in faccia al plotone di esecuzione. | [https://www.anpi.it/donne-e-uomini/918/enrico-zambonini Biografia ANPI di Enrico Zambonini] </ref>, anarchico fucilato su ordine del Tribunale speciale e poi catturato con gli uomini della squadra di Don [[Pasquino Borghi]] <ref>[https://www.anpi.it/donne-e-uomini/273/don-pasquino-borghi Biografia ANPI di Pasquino Borghi] </ref>, partigiano combattente in contatto con i [[I sette fratelli Cervi|fratelli Cervi]] e fucilato con Don [[Pasquino Borghi]] a Villa Minozzo, nella cui piazza comunale è ora presente una lapide che ricorda il suo «'''''Viva l'Anarchia'''''» urlato in faccia al plotone di esecuzione. | ||
====Piacenza==== | ====Piacenza==== | ||
A Piacenza, operarono due anarchici molto stimati e conosciuti, [[Savino Fornasari]] <ref>Savino Fornasari, ferroviere, nacque a Mortizza in provincia di Piacenza nel 1882. Fu il massimo esponente del fiorente movimento anarchico sviluppatosi nel piacentino immediatamente dopo il primo dopoguerra. È stato il fondatore dell'[[Unione Comunista Anarchica]], sezione di Piacenza, e anche un esponente della Camera del lavoro. Espatria a causa dell'avvento del regime fascista e lavora all'organizzazione dei libertari contribuendo, a Parigi, alla formazione del comitato pro-Spagna. Dopo varie vicissitudini viene confinato a Ventotene, dopo l'[[8 settembre]] riesce a tornare a Piacenza ma non prende parte alla Resistenza armata dato che ormai è ultrasettantenne e non in buona salute ma partecipa attivamente alla riorganizzazione del movimento libertario locale e muore a Piacenza investito da un automezzo degli alleati come [[Emilio Canzi]] dopo la [[Liberazione]]. [http://www.arivista.org/?nr=316&pag=dossier35.htm Dossier Savino Fornasari]</ref> e [[Emilio Canzi]]. Quest'ultimo divenne comandante di tre divisioni e di 22 brigate, per un totale di | A Piacenza, operarono due anarchici molto stimati e conosciuti, [[Savino Fornasari]] <ref>Savino Fornasari, ferroviere, nacque a Mortizza in provincia di Piacenza nel 1882. Fu il massimo esponente del fiorente movimento anarchico sviluppatosi nel piacentino immediatamente dopo il primo dopoguerra. È stato il fondatore dell'[[Unione Comunista Anarchica]], sezione di Piacenza, e anche un esponente della Camera del lavoro. Espatria a causa dell'avvento del regime fascista e lavora all'organizzazione dei libertari contribuendo, a Parigi, alla formazione del comitato pro-Spagna. Dopo varie vicissitudini viene confinato a Ventotene, dopo l'[[8 settembre]] riesce a tornare a Piacenza ma non prende parte alla Resistenza armata dato che ormai è ultrasettantenne e non in buona salute ma partecipa attivamente alla riorganizzazione del movimento libertario locale e muore a Piacenza investito da un automezzo degli alleati come [[Emilio Canzi]] dopo la [[Liberazione]]. [http://www.arivista.org/?nr=316&pag=dossier35.htm Dossier Savino Fornasari]</ref> e [[Emilio Canzi]]. Quest'ultimo divenne comandante di tre divisioni e di 22 brigate, per un totale di 11.000 uomini. Partecipò attivamente alla ricostruzione del movimento [[anarco-comunismo|comunista anarchico]] fino alla sua morte, in un incidente alquanto strano, nel novembre [[1945]]. | ||
===Marche=== | ===Marche=== | ||
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*L. Bettini, Bibliografia dell'anarchismo, vol. 1, tomi I e II, C. P. editrice, Firenze, 1972-1976 | *L. Bettini, Bibliografia dell'anarchismo, vol. 1, tomi I e II, C. P. editrice, Firenze, 1972-1976 | ||
*[[Giorgio Sacchetti]], '' Resistenza e guerra sociale. Il movimento anarchico e la lotta di liberazione 1943-1945'', in «Rivista Storica dell'Anarchismo», Pisa, a. II, n. 1/1995 | *[[Giorgio Sacchetti]], '' Resistenza e guerra sociale. Il movimento anarchico e la lotta di liberazione 1943-1945'', in «Rivista Storica dell'Anarchismo», Pisa, a. II, n. 1/1995 | ||
*[[Giorgio Sacchetti]], ''Gli anarchici contro il fascismo'', '[[Sempre Avanti]]', Livorno, 1995 in "Almanacco Socialista", Milano, ed. Avanti! 1962, "[[A - Rivista Anarchica]]", Milano, n. 4/1973 [ | *[[Giorgio Sacchetti]], ''Gli anarchici contro il fascismo'', '[[Sempre Avanti]]', Livorno, 1995 in "Almanacco Socialista", Milano, ed. Avanti! 1962, "[[A - Rivista Anarchica]]", Milano, n. 4/1973 [https://archive.is/QuXC ''Gli anarchici contro il fascismo''] | ||
*[[Gaetano Perillo]], Gibelli Camillo ''Storia della Camera del lavoro di Genova: Dalle origini alla Seconda guerra mondiale'', 1980 | *[[Gaetano Perillo]], Gibelli Camillo ''Storia della Camera del lavoro di Genova: Dalle origini alla Seconda guerra mondiale'', 1980 | ||
* [[Cesare Bermani]] ''[[anarchici]] e [[socialismo|socialisti]] a Milano'' nº2 del dicembre 2009 di ''L'impegno'' Rivista di Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nelle provincie di Biella e Vercelli ''[[Cino Moscatelli]]'' | * [[Cesare Bermani]] ''[[anarchici]] e [[socialismo|socialisti]] a Milano'' nº2 del dicembre 2009 di ''L'impegno'' Rivista di Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nelle provincie di Biella e Vercelli ''[[Cino Moscatelli]]'' | ||