Accuse di razzismo e xenofobia alla Lega Nord

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Il simbolo della Lega Nord liberamente reinterpretato da Grafica Nera

Le accuse di razzismo e xenofobia alla Lega Nord accompagnano la storia della Lega Nord fin dagli esordi sulla scena politica italiana.

Nuvola apps xmag.png Per approfondire, vedi Razzismo e Neofascismo.

Le prime accuse di razzismo anti-meridionale (1989-1990)

Fino al 1990 la Lega Nord ha ricevuto principalmente accuse di razzismo anti-meridionale. Una dichiarazione precisa in questo senso fu rilasciata da Gianfranco Fini, all'epoca segretario dell'MSI, dopo le elezioni amministrative del 1988 [1]. Solo dopo si parla di razzismo contro l'immigrato extracomunitario [2], anche se ancora il 27 novembre 2003 Bossi sosteneva che nel Nord «c'è una maggioranza etnica, quella del Centro-Sud, messa insieme dal centralismo romano, che ha occupato tutti i posti chiave dello Stato, anche da noi al Nord. Siamo colonizzati» [3].

Alla fine del 1990 Mario Pirani, in un editoriale su la Repubblica, si interrogava sulle ragioni del successo della novità leghista sostenendo che il «razzismo, di cui il movimento è accusato e che spiegherebbe anche, secondo una critica facile quanto scontata, il successo incontrato, attribuibile ai demagogici slogan anti-terroni e anti-vu' cumprà. Ora, non che questi slogan non siano diffusi con disinibita improntitudine e non corrispondano a reattività emotive determinate dall'afflusso crescente di immigrati di ogni provenienza, ma, purtuttavia, non ci sembra questa la radice prima di un così ampio consenso. Se mai ne costituisce il collante che salda gli umori popolari immediati alle paure e alle insofferenze più articolate dei ceti d'impresa. Un po' come il combattentismo degli anni 20 in rapporto al fascismo» [4].

Le prime accuse di razzismo xenofobo (1992-1993)

Al suo vero debutto in Parlamento nel 1992, la Lega Nord fu accostata da Marcelle Padovani sul settimanale francese di sinistra Le Nouvel Observateur, in un numero dedicato alle estreme destre europee, alla demagogia di Jean Marie Le Pen, all'estremismo nero di Jörg Haider, al secessionismo del Vlaams Blok, alla xenofobia di Franz Schoenhuber, al populismo di Gerhard Frey. Nell'articolo si affermava «la Lega rifiuta ogni assimilazione ai neofascisti, gioca su temi regionalisti venati di xenofobia» [5].

Negli stessi giorni il socialista Rino Formica sostenne che «la Lega è uguale al fascismo. Bisogna dire alto e forte che il professor Miglio propone tesi fasciste e rispolvera studi che gli furono commissionati dal signor Cefis negli anni Settanta.» [6].

Nel 1993 in Razzismi. Un vocabolario di Laura Balbo e Luigi Manconi, alla voce «leghismo» si afferma, fra l'altro, che «l'ostilità contro gli immigrati extracomunitari (così come l'ostilità contro gli immigrati meridionali fino al 1990) costituisce un tratto qualificante dell'identità della Lega e del suo discorso pubblico; il rifiuto della diversità è elemento costitutivo della subcultura leghista» [7].

Il discorso di Bossi al III Congresso federale (1997)

In occasione del III Congresso federale, il 15 febbraio 1997, Umberto Bossi si scaglia contro l'Italia che «tratta i popoli della Padania come colonie interne da sfruttare economicamente e da assoggettare etnicamente, magari spingendovi le masse di immigrati extracomunitari che dovrebbero secondo le analisi degli illuminati di Santa Romana Chiesa raggiungere i 13 milioni di individui in pochi decenni. Evidentemente per Roma e per gli Italiani il più grave problema della Padania è che ci sono troppi Padani. La razza pura ed eletta dei romanofili pensa di poter dirigere dall'alto le terre incognite padane ridotte a colonie penali celtiche-congolesi nel nome sacro ed eterno “de Roma”» [8]. Tali affermazioni saranno commentate dall'allora cardinale Joseph Ratzinger come «cose che fanno male. Questa ideologia di una razza pura che non deve essere inquinata da altre è una malattia del cuore. La razza pura non esiste. La convivenza di diverse provenienze umane dà ricchezza culturale. Questa idea di una razza che si deve difendere mi fa pensare troppo al passato» [9].

L'opuscolo degli Enti Locali Padani Federali (1998)

Nel dicembre 1998 viene pubblicato e divulgato dal movimento [10] l'opuscolo degli Enti Locali Padani Federali a cura di Giorgio Mussa - allora funzionario del dipartimento esteri del Carroccio - Padania, Identità e Società Multirazziale [11]. Secondo alcuni le idee in esso espresse, che ricalcherebbero i 70 punti antimmigrazione del Vlaams Blok [12] [13], diverranno la prova di quanto la Lega Nord sia un partito xenofobo e razzista [14]. Allo stesso opuscolo si richiamerà la storica Marcella Filippa, già autrice nel 1998 per la Società Editrice Internazionale di Torino del volume Dis-crimini. Profili dell'intolleranza e del razzismo, quando sarà udita nel 2004 come consulente del Pubblico Ministero dal Tribunale di Verona nel processo, già citato nei rapporti dell'ECRI, che giudicherà colpevoli di incitamento allodio razziale sei esponenti locali della Lega Nord [15].

Il comizio di Bossi a Crema (1999)

In discorsi pubblici contro la globalizzazione come quello di Bossi a Crema del 20 febbraio 1999, secondo Pietro Citati vi si «avvertono gli echi di un libro, Mein Kampf di Adolf Hitler» [16]. In quell'occasione Bossi invitava i cittadini a firmare per l'abrogazione della legge Turco-Napolitano avvertendo che «il progetto mondialista americano è chiaro: vogliono importare in Europa 20 milioni di extracomunitari, vogliono distruggere l'idea stessa di Europa garantendo i propri interessi attraverso l'economia mondialista dei banchieri ebrei e attraverso la società multirazziale. Ma noi non lo consentiremo. (...) Il disegno dei 20 potenti americani non passerà, anche se usano armi potenti come droga e televisione» [17] [18].

Il dibattito in UE (2000-2001)

Il 21 settembre 2000 viene approvata la proposta di risoluzione del Parlamento europeo sulla posizione dell'Unione Europea nella Conferenza mondiale contro il razzismo del 2001 [19]. Per l'occasione l'eurogruppo dei Verdi europei aveva presentato un emendamento che stilava un elenco delle forze politiche razziste e xenofobe europee, includendo la Lega Nord. L'emendamento sarà respinto con 394 voti contro, 85 a favore, 12 astenuti su suggerimento del relatore della proposta di risoluzione la quale si rammaricò che fosse «stata scelta questa occasione per indicare taluni paesi e partiti attribuendo loro un ruolo particolarmente negativo. (...). Scegliere alcuni paesi, escludendone altri, implica che non è stata effettuata una valutazione complessiva della questione» [20] [21].

Alla fine del febbraio 2001 nuove accuse di fascismo alla Lega arrivano dal ministro degli Esteri belga Louis Michel, per il quale «Bossi è un fascista» [22]. Bossi reagì liquidando Michel come «un nazista, un nazista rosso... Uno di quelli della sinistra che ha capito che sta perdendo tutto e passa agli insulti» [23].

Nel 2002 uno speciale di Corriere.it su estrema destra e xenofobia in Europa affermava che «Bossi e altri principali esponenti leghisti hanno espresso posizioni xenofobe, omofobe e talvolta razziste (come ha sottolineato anche il secondo rapporto della Commissione europea contro l'intolleranza e il razzismo, mai smentito dal governo italiano). La Lega Nord non può comunque essere considerata un partito di estrema destra, non avendo mai assunto posizioni antisemite e nemmeno neofasciste. L'unico tratto comune con i partiti dell'estrema destra europea, a parte la xenofobia, è l'avversione all'attuale politica di integrazione dell'Unione Europea» [24].

I rapporti dell'ECRI (2002-2006)

La Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza (ECRI), organo di esperti indipendenti del Consiglio d'Europa, in due rapporti consecutivi sulla situazione italiana, nel 2002 e nel 2006, ha denunciato come «gli esponenti della Lega Nord hanno fatto un uso particolarmente intenso della propaganda razzista e xenofoba, quantunque si debba notare che anche dei membri di altri partiti hanno usato un linguaggio politico xenofobo od in altra maniera intollerante». [25] Quattro anni dopo l'ECRI ha notato «con rammarico che, da allora, alcuni membri della Lega Nord hanno intensificato l'uso di discorsi razzisti e xenofobi in ambito politico. Pur rilevando che si sono espressi in tal senso soprattutto dei rappresentanti eletti locali di questo partito, anche certi importanti leader politici a livello nazionale hanno rilasciato dichiarazioni razziste e xenofobe. Tali discorsi hanno continuato a prendere di mira essenzialmente gli immigrati extracomunitari, ma anche altri membri di gruppi minoritari, ad esempio i Rom e i Sinti». Di seguito si ricorda «che nel dicembre del 2004, Il tribunale di prima istanza di Verona ha giudicato colpevoli di incitamento all'odio razziale sei esponenti locali della Lega Nord, in relazione a una campagna organizzata per cacciare un gruppo di Sinti da un campo temporaneo sul territorio locale. Le sei persone furono condannate a sei mesi di prigione, e al pagamento di 45.000 Euro per danni morali, con divieto di partecipare a qualsiasi attività di propaganda elettorale per tre anni e di presentarsi alle elezioni nazionali e locali» [26] [27].

L'opposizione leghista al mandato d'arresto europeo per razzismo e xenofobia (2001)

Alla fine del 2001 la Lega, tramite il suo ministro della Giustizia Roberto Castelli, è stata in prima fila per impedire all'Unione Europea di adottare un mandato di cattura europeo (volto a sostituire nel tempo le estradizioni all'interno della UE) meno estensivo [28]. Parlando da Radio Padania Libera l'8 dicembre 2001 Castelli spiegherà che «tra i trentadue reati proposti (che l'Italia vuole ridurre a sei, ndr) c'è quello di razzismo e xenofobia: chi decide a livello europeo chi è razzista e chi no? Chi garantisce, ad esempio, i cittadini che scenderanno in piazza domani?» [29] [30]. E il giorno dopo alla manifestazione leghista No immigrati, sanatoria, terrorismo a Milano Castelli avverte i suoi compagni di partito che «se non mi fossi opposto al mandato di cattura europeo, avremmo corso il rischio di avere un vero e proprio reato di opinione su razzismo e xenofobia. Tutti voi avreste rischiato di essere arrestati da un qualsiasi magistrato europeo di sinistra, e vi assicuro che ce ne sono molti, solo perché siete qui a manifestare contro l'immigrazione clandestina» [31] [32]. Poche ore dopo il governo italiano ritira ogni pretesa, con grande disappunto della Lega [33]. La decisione quadro in Italia è stata attuata con la Legge 22 aprile 2005 n. 69 [34].

L'opposizione leghista alle tesi europee sul reato di razzismo e xenofobia (2002-2008)

Il 25 aprile 2002 Castelli dichiara la sua contrarietà alla dichiarazione approvata all'unanimità dal Consiglio dei ministri dell'Unione Europea contro il razzismo e la xenofobia [35]. Castelli contesta che quella dichiarazione ponga anche la necessità di «armonizzare le legislazioni nazionali contro il razzismo e la xenofobia» sulla base della proposta quadro presentata dalla Commissione il 29 novembre 2001 ove «per "razzismo e xenofobia" si intende il convincimento che la razza, il colore, la discendenza, la religione o i convincimenti, l'origine nazionale ed etnica siano fattori determinanti per nutrire avversione nei confronti di singoli individui o di gruppi». Così, secondo il ministro leghista, si «rischia di sconfinare in una limitazione della libertà di pensiero. Per esempio, il reato fa riferimento anche al convincimento che un individuo si ritenga superiore a un altro. Io mi chiedo: come può un magistrato entrare nel convincimento personale di un individuo? Il punto è che stiamo viaggiando su una linea di confine molto delicata: un conto è essere razzista, e noi condanniamo il razzismo e la xenofobia, un conto è esprimere liberamente le proprie opinioni e fare lotta politica». Ma per la Commissione europea «il convincimento in sé non è considerato reato: sono solo le azioni criminose motivate da questo convincimento che vengono punite, e per le quali la motivazione razzista è considerata un'aggravante» [36].

Sempre in nome della «libertà di opinione», nel marzo 2003 Castelli porrà il veto dell'Italia al Consiglio dei ministri della Giustizia della UE sull'approvazione della decisione-quadro sul razzismo e la xenofobia [37] [38].

Ancora il 2 giugno 2005 Castelli torna a porre il veto motivandolo stavolta per il «rinvio a giudizio di Oriana Fallaci per xenofobia» avvenuto una settimana prima, e perché «il Parlamento italiano intende riprendere in mano i reati d'opinione» [39]. Come in effetti accadrà con la promulgazione della Legge 24 febbraio 2006, n. 85 che ha alleggerito notevolmente anche le pene contro l'odio razziale o etnico [40] [41]. L'UE arriverà a un accordo su razzismo e xenofobia solo nel novembre 2008 [42].

Il caso Salvini (2009)

Il rapporto di Salvini coi libri secondo Grafica Nera

Nel 2009 la Lega subirà nuove accuse di razzismo per i comportamenti di Matteo Salvini, deputato e capogruppo leghista in Consiglio comunale a Milano, prima (7 maggio) a causa della sua proposta (che lui stesso definisce provocatoria) di «pensare a posti, o vagoni, riservati ai milanesi» [43] o alla «possibilità di riservare le prime due vetture di ogni convoglio alle donne che non possono sentirsi sicure per l'invadenza e la maleducazioni di molti extracomunitari» [44], e poi il (7 luglio) quando è ripreso in un video pubblicato da Repubblica Tv mentre con altri leghisti intona cori contro i napoletani alla festa di Pontida del 13 giugno precedente [45]. In entrambi i casi anche gli alleati spesso prenderanno le distanze [46] [47].

La condanna di Gentilini, Tosi e altri (2009)

Il 14 settembre 2008 dal palco della Festa dei popoli padani, il vicesindaco di Treviso Giancarlo Gentilini, inveisce contro gli immigrati [48] con modi e tesi giudicate razziste prima dal quotidiano CEI Avvenire [49], poi da Thomas Hammarberg, commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa [50] e infine dal Tribunale di Venezia che nell'ottobre 2009 condannerà Gentilini a 4.000 euro di multa e alla sospensione per tre anni dai pubblici comizi per istigazione al razzismo [51] [52]. Analogo provvedimento prenderà in quei giorni la Cassazione contro il sindaco leghista Flavio Tosi per i già citati episodi razzisti del 2001 [53].

Il dibattito in ambiente accademico

Nel 2001 Anna Cento Bull e Mark Gilbert in The Lega Nord and the Northern Question in Italian Politics (Basingstoke, Palgrave) analizzando la Lega hanno sostenuto che fino al 1995 «è sostanzialmente corretto identificare la Lega con una subcultura politica contrassegnata da forti accenti populistici», ma dal 1996, cioè «dalla fondazione della Padania, in ogni caso, questa distinzione è venuta meno e oggi la Lega dovrebbe essere considerata parte della “famiglia” di estrema destra dei partiti politici» per via della sua maggiore ostilità al multiculturalismo, all'integrazione europea e alla globalizzazione (p. 106). A tal proposito Duncan McDonnell ha commentato che pur apprezzando «lo sguardo obiettivo e imparziale con cui Cento Bull e Gilbert esaminano l'argomento» ha sostenuto in modo più conciliante che «ormai si dovrebbe capire che le affermazioni della Lega non dovrebbero sempre essere prese alla lettera: le posizioni del partito, per quanto discutibili e a volte espresse grossolanamente, spesso mirano a provocare il dibattito pubblico e politico, attirando l'attenzione su questioni che sono fonte di inquietudine nelle roccaforti leghiste (e non solo)» [54].

La difesa della Lega Nord

La Lega Nord ha sempre respinto le accuse di razzismo e xenofobia definendole come «pretesti» per «demonizzare e isolare la Lega». E il 12 aprile 1996 Bossi riteneva che «il razzismo non è quello che dicono gli altri per farci passare da razzisti. Razzismo è un'altra cosa, è il controllo dell'economia dei popoli da parte di una etnia, è il controllo dell'economia degli altri» [55]. Più in là, sempre Bossi il 23 dicembre 1996 dichiarava: «Io non parlo di valore etnico, chiunque, da qualunque parte venga, può partecipare alla nascita della nazione padana. Tutti quelli che vivono in Padania, siano essi bianchi o neri o gialli, da qualsiasi parte vengano, nel '97 devono trovare la forza per fare la Padania» [56].

Al momento della pubblicazione del rapporto ECRI del 2002, Bossi aveva difeso sé e la Lega affermando che «La Lega non è razzista e non è xenofoba. Noi siamo democratici. (...) Io sono tranquillo, queste accuse le respingo al mittente. Razzista e xenofoba è la sinistra. Noi siamo in regola, non siamo Le Pen. (...) Noi siamo il contrario di Le Pen e chi ci accosta è un farabutto. Altro che razzisti e xenofobi» [57].

Dal giugno 2009 la Lega Nord vanta nel Comune di Viggiù il primo sindaco nero italiano, Sandra Maria detta Sandy Cane [58], per la quale «la Lega non è affatto razzista chiede solo che sia messo un freno all'illegalità perché ci sono troppi clandestini» [59].

Note

  1. FINI SPIEGA LA FLESSIONE "PANNELLA E I RAZZISTI CI HANNO RUBATO I VOTI"
  2. Umberto Bossi con Daniele Vimercati, Vento dal nord, Milano, Sperling & Kupfer, 1992, p. 99.
  3. Vittorio Locatelli, La Lega contro l'Italia. La storia del Carroccio nelle parole di Umberto Bossi, cit., p. 175
  4. LA PAURA DA LEGA CHE SCUOTE I PARTITI
  5. un giornale francese lo mette nella casa europea dei Le Pen
  6. Formica: PDS in errore, LEGA fascista
  7. Laura Balbo, Luigi Manconi, Razzismi. Un vocabolario, Feltrinelli, Milano 1993, pp. 43-47
  8. 3º Congresso Federale della Lega Nord (15/2/1997)
  9. "Questo razzismo figlio di Satana"
  10. Documenti Lega Nord
  11. Enti Locali Padani Federali (a cura di Giorgio Mussa), Padania, Identità e Società Multirazziale, dicembre 1998
  12. Giuseppe Scaliati, Dove va la Lega Nord. Radici ed evoluzione politica di un movimento populista, Edizioni zero in condotta, Milano 2006, p. 62.
  13. Politica Estera & Diritti Civili nella Lega Nord. Cronologia ed involuzione politica 1989-2000
  14. Si veda il quinto volume di Fascism dell'oxfordiano Roger Griffin scritto con Matthew Feldman e intitolato Post-war fascism, Routledge, London-New York 2004, il modo particolare il capitolo di Hans-Georg Betz pp. 51-68
  15. Tribunale Civile e Penale di Verona, Sentenza n. 2203/04
  16. Il Mein Kampf del Senatur
  17. Bossi: "In pochi giorni si chiude il conto"
  18. La Lega: raccolte 100 mila firme anti immigrazione
  19. Risoluzione del Parlamento europeo sulla posizione dell'Unione Europea nella Conferenza mondiale contro il razzismo del 2001
  20. Discussioni. Giovedì 21 settembre 2000 - Bruxelles. Razzismo
  21. Razzismo (votazione emendamento 6, seconda parte)
  22. Il Belgio: Bossi è fascista Il Polo: intervenga Amato
  23. «È il raglio dei nazisti rossi...»
  24. L'estrema destra in Europa Tutti i nipoti di Le Pen
  25. ECRI, Secondo rapporto sull'Italia
  26. ECRI, Terzo rapporto sull'Italia
  27. «Fecero propaganda razziale» Condannati Tosi e cinque leghisti
  28. Mandato d'arresto europeo: l'Italia frena sulla corruzione
  29. E Castelli sfida gli alleati Non svendo italiani e padani
  30. Stop al mandato di cattura Ue
  31. Lega in piazza contro l'Europa
  32. Lega: Comizio di Bossi a Milano, "No immigrati, sanatoria, terrorismo"
  33. Mandato di cattura europeo, c'è l'accordo
  34. Legge 22 aprile 2005 n. 69
  35. I ministri europei: «No a razzismo e xenofobia»
  36. Castelli contesta il documento Ue contro il razzismo
  37. Ue, Castelli blocca il testo anti razzismo
  38. Castelli e il no alle leggi anti-razzismo: in Europa tanti nazisti rossi
  39. Ue e razzismo, stop italiano legato al caso della Fallaci
  40. Servizio studi Camera dei Deputati. Reati di opinione
  41. Legge 24 febbraio 2006, n. 85
  42. Ue, accordo contro il razzismo previsto il carcere da 1 a 3 anni
  43. Posti in metro per i milanesi
  44. In metró posti riservati ai milanesi
  45. Se questo è un parlamentare
  46. Fini condanna il metrò «riservato» ai milanesi
  47. Salvini, coro anti-napoletani e in aula è bufera anti-Lega
  48. Festa dei Popoli - Gentilini
  49. Avvenire attacca Gentilini: "Becero"
  50. «Gentilini maestro di xenofobia»
  51. Attacchi agli islamici Indagato Gentilini
  52. Divieto di comizi per tre anni L'accusa a Gentilini: razzismo
  53. Razzismo, divieto di comizi per il sindaco Tosi
  54. Duncan McDonnell, Recensione a The Lega Nord and the Northern Question in Italian Politics
  55. Vittorio Locatelli, La Lega contro l'Italia. La storia del Carroccio nelle parole di Umberto Bossi, cit., p. 88
  56. Ibidem, p. 96
  57. «Troppa gente di sinistra, alla Farnesina è ora di cambiare»
  58. Il sindaco del Comune di Viggiù
  59. Leghista di colore «Sarò una guida all'americana»

Voci correlate