Fabrizio De André: differenze tra le versioni

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[[File:Fabrizio_De_andré.jpg|thumb|Fabrizio De André]]'''Fabrizio De André''' (Genova Pegli, [[18 febbraio]] [[1940]] - Milano, [[11 gennaio]] [[1999]]) è stato un cantautore, tra i più amati in [[Italia]], e un anarchico<ref>[http://www.arivista.org/?nr=382&pag=79.htm Signorina libertà, signorina anarchia]</ref> che nelle sue canzoni ha spesso raccontato storie di emarginati, ribelli e prostitute, e sono state considerate da alcuni critici come vere e proprie poesie.<ref>Cfr. Riccardo Bertoncelli (a cura di), ''Belin, sei sicuro? Storia e canzoni di Fabrizio De André'', Firenze, Giunti, 2003, pp. 16-18.</ref>
[[File:Fabrizio_De_andré.jpg|thumb|Fabrizio De André]]'''Fabrizio De André''' (Genova Pegli, [[18 febbraio]] [[1940]] - Milano, [[11 gennaio]] [[1999]]) è stato un cantautore, tra i più amati in [[Italia]], e un anarchico<ref>[http://www.arivista.org/?nr=382&pag=79.htm Signorina libertà, signorina anarchia]</ref> che nelle sue canzoni ha spesso raccontato storie di emarginati, ribelli e prostitute, e sono state considerate da alcuni critici come vere e proprie poesie. <ref>Cfr. Riccardo Bertoncelli (a cura di), ''Belin, sei sicuro? Storia e canzoni di Fabrizio De André'', Firenze, Giunti, 2003, pp. 16-18.</ref>
:«Aspetterò domani, dopodomani e magari cent'anni ancora finché la signora Libertà  e la signorina Anarchia verranno considerate dalla maggioranza dei miei simili come la migliore forma possibile di convivenza civile, non dimenticando che in Europa, ancora verso la metà  del Settecento, le istituzioni repubblicane erano considerate utopie. E ricordandomi con orgoglio e rammarico la felice e così breve esperienza libertaria di Kronstadt, un episodio di fratellanza e di egalitarismo repentinamente preso a cannonate dal signor Trotzkij.»<ref>[http://aforismi.meglio.it/aforisma.htm?id=7044 Aforismi.it]</ref>
:«Aspetterò domani, dopodomani e magari cent'anni ancora finché la signora Libertà  e la signorina Anarchia verranno considerate dalla maggioranza dei miei simili come la migliore forma possibile di convivenza civile, non dimenticando che in Europa, ancora verso la metà  del Settecento, le istituzioni repubblicane erano considerate utopie. E ricordandomi con orgoglio e rammarico la felice e così breve esperienza libertaria di Kronstadt, un episodio di fratellanza e di egalitarismo repentinamente preso a cannonate dal signor Trotzkij.»<ref>[http://aforismi.meglio.it/aforisma.htm?id=7044 Aforismi.it]</ref>


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Nell'estate del [[1950]], terminata la quarta elementare, Fabrizio trascorse l'ultima vacanza a Revignano. Il professore aveva infatti deciso di vendere il cascinale e di acquistare un appartamento ad Asti. Fabrizio soffrì moltissimo, perché a quel luogo erano legati i suoi più bei ricordi d'infanzia. Dentro di sé decise che, una volta diventato grande, avrebbe ricomprato il cascinale e comunque non avrebbe abbandonato quei posti che tanto amava. Quel desiderio lo avrebbe accompagnato negli anni a venire e, agli amici che aveva (e che avrebbe avuto) non mancò di confidare il desiderio di un'azienda agricola tutta per sé. Anni dopo realizzerà  questo sogno, anche se al di là  del suo mare, in Sardegna.
Nell'estate del [[1950]], terminata la quarta elementare, Fabrizio trascorse l'ultima vacanza a Revignano. Il professore aveva infatti deciso di vendere il cascinale e di acquistare un appartamento ad Asti. Fabrizio soffrì moltissimo, perché a quel luogo erano legati i suoi più bei ricordi d'infanzia. Dentro di sé decise che, una volta diventato grande, avrebbe ricomprato il cascinale e comunque non avrebbe abbandonato quei posti che tanto amava. Quel desiderio lo avrebbe accompagnato negli anni a venire e, agli amici che aveva (e che avrebbe avuto) non mancò di confidare il desiderio di un'azienda agricola tutta per sé. Anni dopo realizzerà  questo sogno, anche se al di là  del suo mare, in Sardegna.


Nell'ottobre del [[1951]] Fabrizio iniziò le [[scuola|scuole medie]] alla [[Giovanni Pascoli]], nello stesso complesso scolastico che ospitava le elementari Armando Diaz. Ma, attratto com'era dal gioco e dalla vita di strada, non mostrava interesse allo studio, tanto da rimediare una bocciatura in seconda.<ref>[http://www.frillieditori.com/books/fabriziodeandre_primo.htm  Roberto Iovino, ''Fabrizio De André, l'ultimo trovatore'']</ref>  Il padre, infuriato, decise allora di affidarlo ai rigidissimi gesuiti della Arecco, ma un deprecabile episodio con un padre "bulicio" ("omosessuale") lo indusse poi a fargli terminare le medie nell'Istituto Palazzi", di cui era proprietario.
Nell'ottobre del [[1951]] Fabrizio iniziò le [[scuola|scuole medie]] alla [[Giovanni Pascoli]], nello stesso complesso scolastico che ospitava le elementari Armando Diaz. Ma, attratto com'era dal gioco e dalla vita di strada, non mostrava interesse allo studio, tanto da rimediare una bocciatura in seconda. <ref>[http://www.frillieditori.com/books/fabriziodeandre_primo.htm  Roberto Iovino, ''Fabrizio De André, l'ultimo trovatore'']</ref>  Il padre, infuriato, decise allora di affidarlo ai rigidissimi gesuiti della Arecco, ma un deprecabile episodio con un padre "bulicio" ("omosessuale") lo indusse poi a fargli terminare le medie nell'Istituto Palazzi", di cui era proprietario.


=== L'adolescenza: la scuola, Brassens e l'anarchia ===
=== L'adolescenza: la scuola, Brassens e l'anarchia ===
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«Dopo le medie - ha raccontato ancora la madre - si iscrisse al liceo classico Colombo, che frequentò regolarmente fino alla licenza. Nelle materie letterarie andava abbastanza bene, anche se non studiava molto, ma in quelle scientifiche faceva fatica. Comunque non faceva proprio nulla per prendersi un bel voto; gli bastava la sufficienza. La sua passione era sempre la musica. Aveva avuto in regalo una chitarra e non la lasciava mai, neppure quando andava in bagno. Incominciò a scrivere qualche canzone, a cantarla».
«Dopo le medie - ha raccontato ancora la madre - si iscrisse al liceo classico Colombo, che frequentò regolarmente fino alla licenza. Nelle materie letterarie andava abbastanza bene, anche se non studiava molto, ma in quelle scientifiche faceva fatica. Comunque non faceva proprio nulla per prendersi un bel voto; gli bastava la sufficienza. La sua passione era sempre la musica. Aveva avuto in regalo una chitarra e non la lasciava mai, neppure quando andava in bagno. Incominciò a scrivere qualche canzone, a cantarla».


Proprio durante gli anni del liceo avvenne un'esperienza determinante per De André: nella primavera del [[1956]], infatti, suo padre portò dalla Francia due 78 giri di [[Georges Brassens]]. Dall'incontro col grande cantautore francese, Fabrizio ricavò stimoli per la lettura di autori anarchici che non abbandonerà  più: [[Michail Bakunin|Bakunin]] e [[Errico Malatesta|Malatesta]], [[Pëtr Kropotkin|Kropotkin]] e [[Max Stirner]]. Inoltre, nel mondo cantato da Brassens, egli ritrovava quei personaggi così umili e veri che vivevano nei caruggi della sua città  e che troveranno spazio, comprensione e dignità  nelle sue canzoni.<ref>[http://stanislao62-amicidifabriziodeandr.blogspot.it/2008/08/de-andr-e-lanarchia.html De Andrè e l'anarchia]</ref>
Proprio durante gli anni del liceo avvenne un'esperienza determinante per De André: nella primavera del [[1956]], infatti, suo padre portò dalla Francia due 78 giri di [[Georges Brassens]]. Dall'incontro col grande cantautore francese, Fabrizio ricavò stimoli per la lettura di autori anarchici che non abbandonerà  più: [[Michail Bakunin|Bakunin]] e [[Errico Malatesta|Malatesta]], [[Pëtr Kropotkin|Kropotkin]] e [[Max Stirner]]. Inoltre, nel mondo cantato da Brassens, egli ritrovava quei personaggi così umili e veri che vivevano nei caruggi della sua città  e che troveranno spazio, comprensione e dignità  nelle sue canzoni. <ref>[http://stanislao62-amicidifabriziodeandr.blogspot.it/2008/08/de-andr-e-lanarchia.html De Andrè e l'anarchia]</ref>


De André si iscrisse anche all'università, ma le sue scelte confermarono la scarsa propensione agli studi "ufficiali": frequentò [[medicina sociale|medicina]], poi lettere e infine giurisprudenza, senza laurearsi. Le sue giornate trascorrevano infatti tra [[musica]], letture (Villon e Dostoevskij, sempre [[Bakunin]] e [[Max Stirner]]) e, soprattutto, serate in compagnia degli amici Luigi Tenco, Gino Paoli, Paolo Villaggio e altri. Affermerà  in seguito, ricordando quel tempo: «Ebbi ben presto abbastanza chiaro che il mio lavoro doveva camminare su due binari: l'ansia per una giustizia sociale che ancora non esiste, e l'illusione di poter partecipare, in qualche modo, a un cambiamento del mondo. La seconda si è sbriciolata ben presto, la prima rimane».
De André si iscrisse anche all'università, ma le sue scelte confermarono la scarsa propensione agli studi "ufficiali": frequentò [[medicina sociale|medicina]], poi lettere e infine giurisprudenza, senza laurearsi. Le sue giornate trascorrevano infatti tra [[musica]], letture (Villon e Dostoevskij, sempre [[Bakunin]] e [[Max Stirner]]) e, soprattutto, serate in compagnia degli amici Luigi Tenco, Gino Paoli, Paolo Villaggio e altri. Affermerà  in seguito, ricordando quel tempo: «Ebbi ben presto abbastanza chiaro che il mio lavoro doveva camminare su due binari: l'ansia per una giustizia sociale che ancora non esiste, e l'illusione di poter partecipare, in qualche modo, a un cambiamento del mondo. La seconda si è sbriciolata ben presto, la prima rimane».
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