Pierre-Joseph Proudhon: differenze tra le versioni

 
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===La Banca del Popolo===
===La Banca del Popolo===
Nel [[1849]], per realizzare i [[mutualismo|principi della mutualità]] da lui sostenuti, fonda la "Banca del Popolo" (un sistema di crediti a tassi bassissimi).  Un'istituzione nuova, diversa dalle [[banche]] capitalistiche, creata e gestita dagli stessi lavoratori e che avrà la funzione di creare una nuova organizzazione sociale capace di fare a meno dello [[Stato]]:
Nel [[1849]], per realizzare i [[mutualismo|principi della mutualità]] da lui sostenuti, fonda la "Banca del Popolo" (un sistema di crediti a tassi bassissimi).  Un'istituzione nuova, diversa dalle [[banche]] capitalistiche, creata e gestita dagli stessi lavoratori e che avrà la funzione di creare una nuova organizzazione sociale capace di fare a meno dello [[Stato]]:
: «[...] ciascuno farà quanto gli sarà possibile e solo questo. Prenderà direttamente parte alla formulazione delle leggi e al governo, così come parteciperà alla produzione e alla circolazione monetaria. Ogni cittadino sarà sovrano e avrà pieni poteri; regnerà e governerà e l'anarchia diventerà anarchia positiva». <ref>[https://ia800909.us.archive.org/25/items/DomenicoTarizzoLanarchia/Domenico%20Tarizzo%20-%20L%27anarchia.pdf ''L'anarchia''], D. Tarizzo, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1972</ref>
: «[...] ciascuno farà quanto gli sarà possibile e solo questo. Prenderà direttamente parte alla formulazione delle leggi e al governo, così come parteciperà alla produzione e alla circolazione monetaria. Ogni cittadino sarà sovrano e avrà pieni poteri; regnerà e governerà e l'anarchia diventerà anarchia positiva». <ref>[https://ia800909.us.archive.org/25/items/DomenicoTarizzoLanarchia/Domenico%20Tarizzo%20-%20L%27anarchia.pdf ''L'anarchia''], D. Tarizzo, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1972.</ref>


In seguito Proudhon viene condannato al [[carcere]] (tre anni), per attività sovversiva, nello specifico la sua colpa è quella di aver attaccato Luigi Bonaparte (il futuro Napoleone III). Durante il periodo del [[abolizione del carcere|carcere]] scrive alcuni libri e matura convinzioni ancora più profonde sull'ineluttabilità della [[rivoluzione]].
In seguito Proudhon viene condannato al [[carcere]] (tre anni), per attività sovversiva, nello specifico la sua colpa è quella di aver attaccato Luigi Bonaparte (il futuro Napoleone III). Durante il periodo del [[abolizione del carcere|carcere]] scrive alcuni libri e matura convinzioni ancora più profonde sull'ineluttabilità della [[rivoluzione]].
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== Il pensiero ==
== Il pensiero ==
{{vedi|Anarchismo proudhoniano}}
{{vedi|Anarchismo proudhoniano}}
[[File:Proudhon2.jpg|miniatura|400px|La firma di Proudhon]]
[[File:Proudhon2.jpg|miniatura|400px|La firma di Proudhon.]]
[[File:Proudhon-children.jpg|thumb|300px|left|Pierre-Joseph Proudhon e i suoi figli]]
[[File:Proudhon-children.jpg|thumb|300px|left|Pierre-Joseph Proudhon e i suoi figli.]]
Per Proudhon la [[giustizia sociale|giustizia]] è naturalmente intrinseca nella coscienza e nella storia umana: «[...] se la giustizia non è innata all'umanità, se le è superiore, esterna e straniera, ne risulta che la [[società]] umana non ha leggi proprie, che il soggetto collettivo non ha costume, che lo [[stato]] sociale è uno [[stato]] contro natura, che la civilizzazione è una depravazione».
Per Proudhon la [[giustizia sociale|giustizia]] è naturalmente intrinseca nella coscienza e nella storia umana: «[...] se la giustizia non è innata all'umanità, se le è superiore, esterna e straniera, ne risulta che la [[società]] umana non ha leggi proprie, che il soggetto collettivo non ha costume, che lo [[stato]] sociale è uno [[stato]] contro natura, che la civilizzazione è una depravazione».


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Per l'[[anarchico]] francese il possesso di un bene è legittimo, non lo è invece la [[proprietà]] («La proprietà è un furto!»). Egli individua proprio nella cristallizzazione della [[proprietà]], tramandata di padre in figlio senza alcun “merito”, la causa principale degli squilibri sociali.  
Per l'[[anarchico]] francese il possesso di un bene è legittimo, non lo è invece la [[proprietà]] («La proprietà è un furto!»). Egli individua proprio nella cristallizzazione della [[proprietà]], tramandata di padre in figlio senza alcun “merito”, la causa principale degli squilibri sociali.  


Pur essendo un [[socialista]], egli è critico con il [[socialismo]], che sacrifica l'[[Individualità |individualità]] in nome dell'ideologia politica (il suo pensiero è definibile come "[[individualismo sociale]]"). Di qui il suo vagheggiamento di una [[mutualismo|società mutualistica]] in cui l'[[uguaglianza]] e la [[libertà]] individuale siano realizzate senza alcuna collettivizzazione. In questo senso va interpretato il progetto della Banca del popolo ([[1849]]) che avrebbe dovuto favorire, mediante l'utilizzo di “buoni di lavoro”, lo scambio fra i lavoratori con credito a basso tasso d'interesse.  
Pur essendo un [[socialista]], egli è critico con il [[socialismo]], che sacrifica l'[[Individualità |individualità]] in nome dell'ideologia politica (il suo pensiero è definibile come "[[individualismo sociale]]"). Di qui il suo vagheggiamento di una [[mutualismo|società mutualistica]] in cui l'[[uguaglianza]] e la [[libertà]] individuale siano realizzate senza alcuna collettivizzazione. In questo senso va interpretato il progetto della Banca del popolo ([[1849]]), che avrebbe dovuto favorire, mediante l'utilizzo di “buoni di lavoro”, lo scambio fra i lavoratori con credito a basso tasso d'interesse.  
L'idea fu quella di favorire lo sviluppo di una rete associativa di lavoratori liberi e tra loro federati, che eliminasse la figura parassitaria del finanziere (che guadagna denaro prestando altro denaro), in modo che tutti potessero avere a disposizione i capitali necessari a realizzare una società di piccoli imprenditori, liberi e né sfruttatori né sfruttati.
L'idea fu quella di favorire lo sviluppo di una rete associativa di lavoratori liberi e tra loro federati, che eliminasse la figura parassitaria del finanziere (che guadagna denaro prestando altro denaro), in modo che tutti potessero avere a disposizione i capitali necessari a realizzare una società di piccoli imprenditori, liberi, né sfruttatori né sfruttati.


=== La dialettica ===
=== La dialettica ===
 
La dialettica proudhoniana si contrappone alla dialettica [[Hegel|hegeliana]]. Per Proudhon tesi e antitesi non si risolvono dialetticamente nella sintesi, in quanto le opposizioni reali (le contra-dictio filosofiche), raggiungono la conciliazione universale attraverso l'universale opposizione.
La [[dialettica]] proudhoniana si contrappone alla dialettica [[Hegel|hegeliana]]. Per Proudhon [[tesi]] e [[antitesi]] non si risolvono dialetticamente nella [[sintesi]], in quanto le opposizioni reali (le contra-dictio filosofiche), raggiungono la conciliazione universale attraverso l'universale opposizione.


===Critiche===
===Critiche===
Proudhon è un autore ambiguo su molti argomenti e si faceva molto trasportare dal clima degli avvenimenti. Spesso, quando gli si faceva notare l'assurdità di alcune sue affermazioni, provvedeva a spiegarsi meglio e talvolta accusava i suoi interlocutori di non aver capito il senso delle sue considerazioni. Buona parte delle sue opere sono costituite infatti da articoli di giornali e riviste e lettere, da cui si possono attingere, come per qualsiasi autore di aforismi, detti, sentenze ecc, delle più varie. Ha riveduto infatti spesso molte delle sue affermazioni successivamente nei suoi lavori più maturi.  
Proudhon è un autore ambiguo su molti argomenti e si faceva molto trasportare dal clima degli avvenimenti. Spesso, quando gli si faceva notare l'assurdità di alcune sue affermazioni, provvedeva a spiegarsi meglio e talvolta accusava i suoi interlocutori di non aver capito il senso delle sue considerazioni. Buona parte delle sue opere sono costituite, infatti, da articoli di giornali e riviste e lettere, da cui si possono attingere, come per qualsiasi autore di aforismi, detti e sentenze, le più varie massime. Egli ha spesso riveduto nei suoi lavori più maturi molte delle sue affermazioni.  


Era un autore soprattutto autodidatta, disfarsi dei luoghi comuni dell'epoca non era certamente facile. Morendo "giovane", cioè nel pieno delle sue capacità intellettuali ancora probabilmente da dispiegare e volendo occuparsi di tutto lo scibile ecc. si possono isolare qua e là frasi dai contenuti ambigui. Due delle critiche più pesanti rivolte a Proudhon sono la misoginia e l'antisemitismo. Queste critiche non sono prive di fondamento, tuttavia bisogna sottolineare che i suoi scritti non si occupano a fondo di dimostrare l'inferiorità mentale della donna e la necessità di eliminare gli ebrei dalla finanza e dalla faccia della terra. Si tratta di considerazioni proudhoniane estrapolate dagli storici da lettere, articoli ecc.
Proudhon è autore soprattutto autodidatta e disfarsi dei luoghi comuni dell'epoca non era certamente facile. Due delle critiche più pesanti rivolte a Proudhon sono la misoginia e l'antisemitismo. Queste critiche non sono prive di fondamento, tuttavia bisogna sottolineare che i suoi scritti non hanno lo scopo di dimostrare l'inferiorità mentale della donna e la necessità di eliminare gli ebrei dalla finanza e dalla faccia della terra. Si tratta di considerazioni estrapolate da lettere, articoli ecc.


====La misoginia ====
====La misoginia ====
Riguardo alla questione femminile e sessuale Proudhon si dichiara favorevole alla [[sessismo|subordinazione della donna]] all'uomo (relegata cioè al ruolo di moglie e madre nell'ambito familiare) e contrario a determinate relazioni sessuali che bolla come perversioni. La misoginia di Proudhon è esplicitata in una sua lettera spedita in risposta alla [[femminista]] Jenny Héricourt, che lo aveva attaccatto personalmente nell'articolo ''Il signor Proudhon e la questione delle donne'' (1856). La risposta di Proudhon sarà diffusa da qualche giornale francese ma non sarà mai pubblicata in nessuna opera, se non postuma in qualche bibliografia.
Riguardo alla questione femminile e sessuale Proudhon si dichiara favorevole alla [[sessismo|subordinazione della donna]] all'uomo (relegata cioè al ruolo di moglie e madre nell'ambito familiare) e contrario a determinate relazioni sessuali, che bolla come perversioni. Il sessismo <ref>«Quanto alle cose esterne, non ho voluto e non voglio per la donna, per le stesse considerazioni, la guerra, perché la guerra, come la servitù, poco si addice alla bellezza. Non voglio politica perché la politica è guerra. Non voglio funzioni giuridiche, poliziesche o di governo, perché anche questo è guerra. Affermo che il regno della donna è nella famiglia; che la sfera della sua irradiazione è il domicilio coniugale; è appunto in questo modo che l'uomo, nel quale la donna deve amare non la bellezza, ma la forza, svilupperà la sua dignità, la sua individualità, il suo carattere, il suo eroismo e la sua giustizia».</ref> di Proudhon è esplicitato in una sua lettera spedita in risposta alla [[femminista]] Jenny Héricourt, che lo aveva attaccatto personalmente nell'articolo ''Il signor Proudhon e la questione delle donne'' ([[1856]]). La risposta di Proudhon sarà diffusa da qualche giornale francese, ma non sarà mai pubblicata in nessuna opera, se non postuma. <ref>[https://archive.org/details/lapornocratieoul00prouuoft/lapornocratieoul00prouuoft/page/n5/mode/2up ''La pornocratie ou les femmes dans les temps modernes''], Parigi, 1875. ''La pornocrazia o le donne nei tempi moderni'', Dedalo Libri, 1979.</ref>


[[Joseph Déjacque]] lo accuserà nella lettera ''[http://joseph.dejacque.free.fr/ecrits/lettreapjp.htm De l'être-humain mâle et femelle]'' di incoerenza rispetto alle sue professate idee anarchiche, definendolo [[liberalismo|liberale]] e non libertario.
[[Joseph Déjacque]] lo accuserà nella lettera ''[[De l'Être-Humain mâle et femelle - Lettre à P. J. Proudhon (di Joseph Déjacque)|De l'Être-Humain mâle et femelle]]'' <ref>''[http://joseph.dejacque.free.fr/ecrits/lettreapjp.htm De l'être-humain mâle et femelle]''</ref> di incoerenza rispetto alle sue professate idee anarchiche, definendolo [[liberalismo|liberale]] e non [[libertario]].


Bisogna considerare che l'epoca in cui visse era molto misogina in generale, anche se meno negli ambienti socialisti; intellettuale vicino al mondo contadino ed artigianale, vedeva nella donna un essere da proteggere dalla [[violenza]] del mondo sociale urbano (sfruttamento nei lavori pesanti, prostituzione). Alcuni storici ritengono che il suo atteggiamento verso la donna sia da considerare paternalistico piuttosto che misogino.
Intellettuale vicino al mondo contadino ed artigianale, Proudhon vedeva nella donna un essere da proteggere dalla [[violenza]] del mondo sociale urbano (sfruttamento nei lavori pesanti, prostituzione), per tale motivo alcuni ritengono che il suo atteggiamento verso la donna non fosse propriamente misogino, ma legato a una visione paternalistica (o patriarcale) e certamente antifemminista della famiglia. <ref>«D'altra parte, sarebbe inutile voler negare che Proudhon è stato un antifemminista. Alessandro Herzen, che nutriva grande rispetto ed amore per Proudhon, era scandalizzato dalla sua grettezza di vedute per quanto riguarda i diritti della donna e la famiglia come istituzione. Quando Proudhon parla delle donne e della disciplina paternalistica nella famiglia, egli ci rivela i caratteri peggiori della sua natura di "cafone". Non solo questo, ma facendo propria la nozione romana della famiglia fondata sulla patria potestà, Proudhon contraddice la sostanza stessa della sua filosofia sociale che è tutta un attacco a fondo contro le basi filosofiche e sociali della legge romana e napoleonica». (Nicola Chiaromonte, ''[https://www.bibliotecaginobianco.it/?p=338&t=proudhon%2Dpensatore%2Dscomodo Pierre J. Proudhon, un pensatore scomodo]'', «Europa socialista», 1946).</ref>


====L'antisemitismo ====
====L'antisemitismo ====
L'antisemitismo era uno stereotipo radicato nella società europea da secoli, tuttavia Proudhon non concepiva gli ebrei come una razza a stante (antiumana, deicida ecc.), come gli antisemiti più viscerali del XIX secolo, quanto disprezzava invece la sua élite plutocratica sostenitrice dei valori filosistemici, il loro quasi monopolio del mondo finanziario, sebbene [[Hannah Arendt]] abbia sostenuto che tale potere esistesse nel XIX secolo ma fosse anche proprio allora in pieno declino, in quanto questa funzione era sempre più espletata (secondo la Arendt) da figure di banchieri nazionali e dallo stesso [[Stato]].
L'antisemitismo era uno stereotipo radicato nella società europea da secoli, tuttavia Proudhon non concepiva gli ebrei come una razza a stante (antiumana, deicida ecc.), come gli antisemiti più viscerali del XIX secolo, disprezzava invece la sua élite plutocratica sostenitrice dei valori filosistemici e la sua grande influenza nel mondo finanziario. <ref>[[Hannah Arendt]] ha sostenuto che tale potere esistesse nel XIX secolo ma che fosse in pieno declino, in quanto, a suo avviso, questa funzione era sempre più espletata da figure di banchieri nazionali e dallo stesso [[Stato]].</ref>


L'antisemitismo di Proudhon è visibile in alcuni scritti del [[1847]], estratti dal suo diario personale (pubblicati dopo la sua morte), che fanno riferimento ad un incontro, una sera al bar, tra Proudhon e alcuni antisemiti tedeschi. L'anarchico francese cita il giudaismo anche in ''La stampa belga e l'Unità italiana'', un articolo dell'ottobre [[1862]] tratto da ''La fédération et l'Unité en Italie'':
L'antisemitismo di Proudhon è visibile in alcuni scritti del [[1847]], estratti dal suo diario personale (pubblicati dopo la sua morte), che fanno riferimento ad un incontro, una sera al bar, tra Proudhon e alcuni antisemiti tedeschi. L'[[anarchico]] francese cita il giudaismo anche in ''La stampa belga e l'Unità italiana'', un articolo dell'ottobre [[1862]] tratto da ''La fédération et l'Unité en Italie'':
: «Il sistema unitario, o delle grandi zone, ha come scopo di spartire l'Europa, e in seguito la maggior parte del globo, tra cinque o sei vasti focolai, costituiti essi stessi sul principio della subordinazione delle province e comuni, di conseguenza sull'assorbimento delle province e comuni, conseguentemente sull'assorbimento di ogni libertà come di ogni nazionalità. È una nuova specie di feudalesimo imperialista e comunitario, che giunge sino alla [[proprietà]], all'industria, di cui la bancocrazia giudaico-sansimoniana, più della [[Chiesa]], sarà l'anima, e l'Opinion nationale il principale organo».
: «Il sistema unitario, o delle grandi zone, ha come scopo di spartire l'Europa, e in seguito la maggior parte del globo, tra cinque o sei vasti focolai, costituiti essi stessi sul principio della subordinazione delle province e comuni, di conseguenza sull'assorbimento delle province e comuni, conseguentemente sull'assorbimento di ogni libertà come di ogni nazionalità. È una nuova specie di feudalesimo imperialista e comunitario, che giunge sino alla [[proprietà]], all'industria, di cui la bancocrazia giudaico-sansimoniana, più della [[Chiesa]], sarà l'anima, e l'Opinion nationale il principale organo».


Egli evidentemente ce l'ha con il [[capitalismo]] finanziario, anche se non evita però di usare lo stereotipo dell'ebreo usuraio, a quell'epoca identificabile con dei grandi gruppi di banchieri internazionali, i Rothschild, inevitabilmente.
Egli evidentemente si riferisce al [[capitalismo]] finanziario, anche se non evita di usare lo stereotipo dell'ebreo usuraio, a quell'epoca identificabile con dei grandi gruppi di banchieri internazionali (i Rothschild).


== Note ==
== Note ==
Riga 123: Riga 122:
*[http://www.ecn.org/contropotere/pierre.htm Cronologia biografica]
*[http://www.ecn.org/contropotere/pierre.htm Cronologia biografica]


===Critiche femministe su Proudhon ===
===Critiche al sessismo di Proudhon ===
*Macrelli Rina, ''[https://lemaquis.noblogs.org/post/2021/02/20/macrelli-rina-ridiamo-su-proudhon-alle-origini-della-teoria-neo-patriarcale Ridiamo su Proudhon. Alle origini della teoria neo-patriarcale]'', Edizioni Ciclo-Stile del Movimento Femminista Romano, Roma, febbraio 1979  
*[[Daniel Guérin]], ''[https://fr.anarchistlibraries.net/library/daniel-guerin-proudhon-un-refoule-sexuel Proudhon, un refoulé sexuel]''
*Rina Macrelli, ''[https://lemaquis.noblogs.org/post/2021/02/20/macrelli-rina-ridiamo-su-proudhon-alle-origini-della-teoria-neo-patriarcale Ridiamo su Proudhon. Alle origini della teoria neo-patriarcale]'', Edizioni Ciclo-Stile del Movimento Femminista Romano, Roma, febbraio 1979  


[[Categoria:Anarchici|Proudhon, Pierre-Joseph]]
[[Categoria:Anarchici|Proudhon, Pierre-Joseph]]
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