Attilio Paolinelli

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Attilio Paolinelli (Grottaferrata, 24 luglio 1882 – Roma, 31 gennaio 1962), è stato un anarchico e un antifascista italiano.

Biografia [1]

Nato a Grottaferrata il 24 luglio 1882, Attilio Paolinelli si "converte" all'anarchismo mentre scontava un lungo periodo di detenzione carceraria (11 anni ed otto mesi) dopo aver assassinato la matrigna nel 1898.

In seguito, anche dopo la sua liberazione avvenuta nel luglio 1910, viene sottoposto ad una strettissima sorveglianza a causa dell'ideale politico abbracciato in carcere. L'anno successivo, in giugno, tenta di raggiungere l'Albania per partecipare all'insurrezione contro i Turchi, ma viene fermato e rimpatriato in Italia.

Bandiera degli Arditi del Popolo

Stabilitosi a Roma, svolge la professione di rappresentante di commercio ed abbraccia la tendenza anarco-individualista partecipando a tutte le agitazioni del 1914. Dopo lo scoppio della Prima guerra mondiale si schiera con gli anarchici interventisti - a fianco tra gli altri di Libero Tancredi, Antonio Agresto e Maria Rygier - diviene l'editore responsabile del numero unico del giornale «Sfida» (Roma, ottobre 1914) e collabora attivamente a «Guerra Sociale» (Milano, 6 numeri dal 20 febbraio al 24 aprile 1915), pubblicato da Edoardo Malusardi e vero e proprio organo propagandistico degli anarchici interventisti allineatisi al Manifesto dei Sedici (altri anarchici interventisti furono Massimo Rocca e Oberdan Gigli). Coerentemente con le sue posizioni nel giugno 1915 si arruola in un battaglione di volontari ciclisti.

Finita finalmente la guerra, con Argo Secondari è tra i fondatori degli Arditi del Popolo, organizzazione antifascista della prima ora, che gli costa una condanna poi amnistiata nel 1920. A partire dall'estate 1921 è il rappresentante degli anarchici individualisti presso il Comitato di difesa proletaria di Roma. Costantemente sorvegliato dopo la conquista del potere dei fascisti, viene sospettato di essere tra gli organizzatori della fuga di Errico Malatesta verso la Francia ed è per questo condannato nel novembre 1927 a 4 anni di confino, scontati prima a Lipari e poi a Ponza a partire dal 1930.

Liberato nel novembre 1931, nel luglio successivo partecipa con la moglie Adalgisa ai funerali del suo amico Errico Malatesta, appena deceduto. Con il regime fascista oramai imperante, è costretto a vivere sempre sotto la minaccia di un nuovo internamento a causa della strettissima sorveglianza che gli impongono le autorità mussoliniane.

Dopo la liberazione di Roma dal nazifascismo partecipa attivamente alla ricostruzione del movimento libertario italiano, collabora inoltre al settimanale della Federazione Anarchica Italiana «Umanità Nova» e diviene uno dei depositari dei film realizzati in Spagna durante la rivoluzione dalla CNT-FAI.

Attilio Paolinelli muore a Roma il 31 gennaio 1962 dopo essere stato investito da un autobus.

Note

Bibliografia

  • Roberto Carocci, Roma sovversiva. Anarchismo e conflittualità sociale dall'età giolittiana al fascismo (1900-1926), Odradek, 2012

Voci correlate