Agrupacion de Mujeres Libres

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Manifesto delle Mujeres Libres

L'Agrupacion de Mujeres Libres (indicate dalla sigla MM. LL.) è stata un'organizzazione anarco-femminista costituitasi e sviluppatasi in Spagna durante gli anni della rivoluzione iniziata nel 1936. [1]

Radici storiche delle MM. LL.

La storia delle MM. LL. è stata spesso trascurata o ridotta a piccolo e curioso fenomeno storico. In Spagna, luogo da sempre recettivo alle idee libertarie e antiautoritarie, l'anarco-femminismo si strutturò grazie, in particolare, a Belen Sarraga, Teresa Claramunt e Teresa Manunt. Inoltre, nonostante sin dall'anno della sua fondazione (1910) la storica organizzazione anarco-sindacalista CNT abbia sempre promosso la parità dei diritti, solo a cavallo degli '20 e '30 si svilupparono alcune dinamiche prettamente femministe: nel 1934 si costituì il Grupo Cultural Femenino, interno alla struttura della CNT, al tempo in cui le riviste «Generacion Consciente» e «Revista Blanca» procurarono altre donne al movimento.

Il gruppo delle donne più combattive si trovava a Madrid, formato soprattutto dalla scrittrice Lucia Sanchez Saornil, l'avvocata Mercedes Comaposada Giullén e la dottoressa Amparo Poch y Gascon. Furono loro, il 1° maggio 1936, ad editare il primo numero della rivista Mujeres Libres (13 numeri sino al 1938), da cui poi prese forma, nell'agosto 1937 a Valencia, l'Agrupacion de Mujeres Libres, formata da 147 sezioni locali (ognuna costituita da almeno 10 affiliate), per un totale di almeno 21.000 attiviste in tutta la Spagna.

Molte di queste donne provenivano in particolare dagli ambienti anarco-sindacalisti catalani, come Soledad Estorach, Pepita Carpena, Sara Berenguer, Pepita Estruch, María Jiménez, Concha Pérez e Concha Liaño, senza dimenticare altre importanti attiviste estranee al mondo sindacale, come Lola Iturbe, Carmen Conde, Pilar Grangel, Isabel Mesa, Áurea Cuadrado, Pura Pérez, Paquita Jolis Puig, Suceso Portales, Concha Guillén e Antonia Fontanillas.

Altre sezioni furono costituite anche in Argentina, USA, Francia, Regno Unito, Olanda e Polonia.

Idee e principi delle MM. LL.

Libertaria spagnola con bandiera della CNT-FAI.
Copertina della rivista Mujeres Libres (n° 11, 1938).

Le MM. LL. apportarono idee, principi e progetti che ruppero il femminismo di stampo borghese sino ad allora dominante in Spagna, distinguendosi anche dalla Asociaciòn de Mujeres Antifascistas, controllata dal Partito Comunista Spagnolo. Le donne delle MM. LL. confluirono dalle varie organizzazioni anarchiche: FAI, CNT, Juventudes Libertarias e Ateneos Libertarios, senza però alcuna subordinazione a queste.

I principi erano riassunti dallo slogan «capacitaciòn y captaciòn»: il primo termine fa riferimento all'apprendimento (alfabetizzazione e formazione culturale in genere) a cui potevano sottoporsi le contadine, le operaie e tutte le donne desiderose di riceverlo. Il secondo termine si riferisce alla possibilità che, una volta “appreso”, ognuna potesse diventare a sua volta insegnate di altre donne. In generale tali principi furono esplicati nell'omonima rivista:

«Noi non lottiamo contro gli uomini. Non pretendiamo di sostituire il dominio maschile con quello femminile. È necessario lavorare e lottare insieme verso la rivoluzione sociale. Ma necessitiamo della nostra organizzazione per lottare per noi altre».

Seguono le idee delle MM. LL. riguardo ad alcuni argomenti.

  • Lavoro salariato

Le MM. LL. chiesero accesso al lavoro per le donne, esattamente come gli uomini. L'incarico, però, non doveva andare ad aggiungersi agli altri che già gravavano sulle spalle delle donne. Per questo diffusero l'idea che i lavori domestici, per esempio, non fossero una prerogativa esclusivamente femminile.

  • Parità di diritti

Per le MM. LL. questo era un aspetto strettamente correlato al lavoro: senza lavoro non sarebbe stata possibile la parità di diritti in alcun campo socio-politico (amore libero, sessualità, salario ecc.).

  • Prostituzione

Le MM. LL. si opposero tenacemente alla prostituzione, senza tuttavia schierarsi contro le prostitute, considerate vittime dello sfruttamento ingenerato dal sistema capitalistico, poiché talvolta esse non avevano altre possibilità per guadagnarsi da vivere. Per questo l'accesso al lavoro fu considerato elemento imprescindibile per la lotta allo sfruttamento del corpo femminile.

  • Educazione infantile

Fu proposta un'educazione libertaria, lontana dai valori borghesi e cristiani. A questo proposito provarono ad istituire alcune scuole libertarie sul modello del pensiero pedagogico di Francisco Ferrer y Guardia

  • Famiglia

Le MM. LL. criticarono aspramente la gerarchia, il patriarcato e tutti i (dis)valori tradizionali, ritenuti considerati l'archetipo della società capitalistica.

  • Educazione sessuale

Contro l'oscurantismo clericale, le MM. LL. si prodigarono per ridiscutere ogni aspetto della sessualità (amore libero, aborto, controllo delle nascite, anticoncezionali, omosessualità ecc.).

Le idee delle MM. LL. e il movimento libertario spagnolo

È da evidenziare che le idee delle MM. LL. trovarono seri ostacoli anche all'interno del movimento libertario spagnolo. Infatti, quando all'interno delle maggiori organizzazioni (CNT, FAI ecc.) fu chiesto il loro riconoscimento “ufficiale” (ottobre 1938), molti libertari risposero che «un'organizzazione femminista sarebbe per il movimento un elemento di divisione e di disuguaglianza, con conseguenze nefaste per lo sviluppo futuro della classe operaia».

Le MM. LL. in azione

Federica Montseny, ministro della sanità nel periodo in cui gli anarchici entrarono al governo.

Durante i 3 anni di vita delle MM. LL. furono messi in atto diversi progetti concreti:

  • Oltre all'omonima rivista, nacquero tantissime pubblicazioni locali. Furono innumerevoli, inoltre, le piccole pubblicazioni, i fogli, i manifesti e gli opuscoli di propaganda firmate dalle MM. LL.
  • Si costituirono centri per l'educazione e l'apprendimento, rivolti soprattutto a operaie e contadine, talvolta in sintonia con gli altri sindacati, talvolta in completa autonomia. A Barcellona fu fondata la “Casal de la Dona Traballadora” (nella quale insegnò anche la tedesca Etta Federn), in cui furono alfabetizzate tra le 600 e le 800 donne.
  • Durante i primi giorni della rivoluzione, molte donne si unirono spontaneamente ai combattimenti; in seguito, con la militarizzazione delle milizie, furono di fatto escluse dalla linea di battaglia, anche se non mancarono di portare il loro apporto, in particolare attraverso la partecipazione ad operazioni di approvvigionamento dei combattenti al fronte.
  • Le Mujeres promossero numerose giornate di agitazione e propaganda, programmi radio, biblioteche ed eventi culturali. Fu enfatizzata e promossa l'attività delle donne in campo agricolo, agevolando il loro inserimento nelle collettività agricole e industriali promosse dalla Confederación Nacional del Trabajo e dalla Federazione Anarchica Iberica.
  • Partecipazione diretta alla creazione e all'autogestione di cucine e sale da pranzo popolari. Inoltre, furono costituiti orfanotrofi e centri per i rifugiati e gli invalidati dal conflitto rivoluzionario.
  • A Barcellona vide la luce la "Scuola Infermieristica" e l'"Istituto Materno-Infantile Louise Michel". L'edificazione di queste strutture non sono un caso, se si pensa che in questa fase (novembre 1936 - maggio 1937) gli anarchici entrarono al governo [2], ottenendo anche il Ministero della Sanità, retto proprio da una donna anarchica, Federica Montseny.

Fine e lascito delle MM. LL.

Tutta l'attività delle MM. LL. fu interrotta dalla vittoria dei franchisti, dopo la quale molte militanti finirono in carcere, in esilio o morirono. Alcune militanti delle MM. LL. in esilio, Event Vestibules, Sara Berenguer ed altre, pubblicarono prima a Londra e poi in Francia, a partire dal 1964, la rivista «Mujeres Libres De Espana En El Esilio» («Mujeres Libres di Spagna in Esilio»), per un totale di 47 numeri, stampati fino al 1976. La rivista fu, però, praticamente sconosciuta al di fuori degli ambienti anarchici spagnoli.

Il loro lascito (azione diretta, autogestione, uguaglianza, amore libero ecc.) ha comunque permesso lo sviluppo e il consolidamento di pratiche anarco-femministe, ancora oggi fonte di ispirazione per molte femministe, soprattutto in Colombia, Argentina, USA, Francia e Spagna.

Note

  1. Fonte principale dell'articolo: La utopìa en femminino: Mujeres Libres de España 1936-1939
  2. Il 4 novembre 1936, la CNT, seppur tra tante polemiche, ottenne 4 ministeri nel nuovo governo presieduto da Largo Caballero: Juan Garcia Oliver alla giustizia, Juan Peiro all'industria, Juan Lopez Sanchez al commercio e, appunto, Federica Montseny alla sanità.

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni