Franz Kafka: differenze tra le versioni

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Altri racconti importanti pubblicati in vita sono: ''Richard e Samuel'' ([[1911]]); ''Il fuochista'' ([[1913]]); ''La condanna'' ([[1912]]); ''La metamorfosi'' ([[1912]]); ''Nella colonia penale'' ([[1914]]); ''Un sogno'' ([[1914]]-[[1915|15]]); ''Un medico di campagna'' ([[1916]]-[[1917|17]]); ''Un vecchio foglio'' ([[1917]]); ''Due storie di animali'' ([[1917]]).
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== Contatti tra Kafka e l'anarchismo==
== Contatti tra Kafka e l'anarchismo ==


Kafka, da sempre sensibile alle ingiustizie e alle ineguaglianze sociali (Hugo Bergmann ricordava che a scuola Franz era l'unico, tra i suoi compagni, a portare un nastrino rosso all'occhiello della giacca), fu continuativamente interessato alle varie correnti della sinistra rivoluzionaria, mostrando interesse tanto per gli eventi della [[La Rivoluzione Russa|rivoluzione russa]] quanto per il pensiero libertario.
Kafka, da sempre sensibile alle ingiustizie e alle ineguaglianze sociali (Hugo Bergmann ricordava che a scuola Franz era l'unico, tra i suoi compagni, a portare un nastrino rosso all'occhiello della giacca), fu continuativamente interessato alle varie correnti della sinistra rivoluzionaria, mostrando interesse tanto per gli eventi della [[La Rivoluzione Russa|rivoluzione russa]] quanto per il pensiero libertario.
=== La testimonianza di Michal Kacha ===


Max Brod ha raccolto da uno dei fondatori del movimento anarchico ceco, [[Michal Kacha]], alcune indicazioni riguardanti la presenza di Kafka alle riunioni del ''[[Klub Mladych]]'' (''Club dei Giovani''), organizzazione libertaria, [[antimilitarista]] e [[anticlericale]].
Max Brod ha raccolto da uno dei fondatori del movimento anarchico ceco, [[Michal Kacha]], alcune indicazioni riguardanti la presenza di Kafka alle riunioni del ''[[Klub Mladych]]'' (''Club dei Giovani''), organizzazione libertaria, [[antimilitarista]] e [[anticlericale]].
=== La testimonianza di Michal Mareš ===


Secondo [[Michal Mareš]] <ref>''[https://archive.is/Sr3yh Come ho conosciuto Franz Kafka]'', di Michal Mareš</ref>, scrittore anarchico, Kafka avrebbe partecipato nell'ottobre del [[1909]] ad una manifestazione contro l'esecuzione di [[Francisco Ferrer y Guardia]] e durante gli anni [[1910]]-[[1912]] avrebbe preso parte ad alcune conferenze anarchiche sull'[[amore libero]], sulla [[la Comune di Parigi (1871)|Comune di Parigi]], per la [[pacifismo|pace]] e contro l'esecuzione del militante parigino [[Jean-Jacques Liabeuf|Liabeuf]], organizzate dal ''Club dei Giovani'', dal circolo Vilem Körber ([[antimilitarista]] e [[anticlericale]]) e dal [[movimento anarchico]] (in occasione di queste riunioni avrebbe incontrato un ex compagno di studi, Rudolf Illowy, oltre a vari scrittori e poeti, come [[Stanislav Kostka Neumann]], Fraňa Šrámek, Karel Toman o [[Jaroslav Hašek]]). Secondo [[Michal Mareš|Mareš]] «Kafka non faceva parte di nessuna di quelle organizzazioni anarchiche, ma aveva per esse una forte simpatia, da uomo sensibile e aperto ai problemi sociali». Lo stesso interesse si sarebbe manifestato anche nelle sue letture: ''Parole di un ribelle'' di [[Kropotkin]] (il libro regalatogli dallo stesso [[Michal Mareš|Mareš]]), gli scritti dei fratelli [[Reclus]], di [[Bakunin]] e di [[Jean Grave]]. Secondo [[Michal Mareš|Mareš]] Kafka avrebbe manifestato interesse anche per [[Emma Goldman]] (Kafka nutriva simpatia e attrazione per le donne coraggiose e indomite, che non avevano paura di affrontare qualsiasi ostacolo, figure femminili il cui archetipo era la sorella Ottla, che Franz ammirava per come sapeva opporsi all'autorità paterna).
Secondo [[Michal Mareš]] <ref>''[https://archive.is/Sr3yh Come ho conosciuto Franz Kafka]'', di Michal Mareš</ref>, scrittore anarchico, Kafka avrebbe partecipato nell'ottobre del [[1909]] ad una manifestazione contro l'esecuzione di [[Francisco Ferrer y Guardia]] e durante gli anni [[1910]]-[[1912]] avrebbe preso parte ad alcune conferenze anarchiche sull'[[amore libero]], sulla [[la Comune di Parigi (1871)|Comune di Parigi]], per la [[pacifismo|pace]] e contro l'esecuzione del militante parigino [[Jean-Jacques Liabeuf|Liabeuf]], organizzate dal ''Club dei Giovani'', dal circolo Vilem Körber ([[antimilitarista]] e [[anticlericale]]) e dal [[movimento anarchico]] (in occasione di queste riunioni avrebbe incontrato un ex compagno di studi, Rudolf Illowy, oltre a vari scrittori e poeti, come [[Stanislav Kostka Neumann]], Fraňa Šrámek, Karel Toman o [[Jaroslav Hašek]]). Secondo [[Michal Mareš|Mareš]] «Kafka non faceva parte di nessuna di quelle organizzazioni anarchiche, ma aveva per esse una forte simpatia, da uomo sensibile e aperto ai problemi sociali». Lo stesso interesse si sarebbe manifestato anche nelle sue letture: ''Parole di un ribelle'' di [[Kropotkin]] (il libro regalatogli dallo stesso [[Michal Mareš|Mareš]]), gli scritti dei fratelli [[Reclus]], di [[Bakunin]] e di [[Jean Grave]]. Secondo [[Michal Mareš|Mareš]] Kafka avrebbe manifestato interesse anche per [[Emma Goldman]] (Kafka nutriva simpatia e attrazione per le donne coraggiose e indomite, che non avevano paura di affrontare qualsiasi ostacolo, figure femminili il cui archetipo era la sorella Ottla, che Franz ammirava per come sapeva opporsi all'autorità paterna).
=== La testimonianza di Gustav Janouch ===


Nelle ''Conversazioni con Kafka'' di [[Gustav Janouch]], poeta, compositore e studioso di [[musica]], Kafka definisce gli anarchici cechi «persone molto gentili e molto divertenti» e le idee politiche e sociali che esprime sono fortemente segnate dalla corrente libertaria e la sua visione del [[capitalismo]] come sistema gerarchizzato di dominio è vicina a quella anarchica per l'insistenza sul carattere autoritario del sistema. Questa visione è esplicitata durante una discussione con [[Gustav Janouch|Janouch]] riguardo a una caricatura di George Grosz che rappresenta il capitale come un grassone seduto sui soldi dei poveri: secondo Kafka «l'immagine è insieme giusta e sbagliata. Giusta solo in un senso. [...] Il grassone con il cappello a cilindro vive alle spelle dei poveri che opprime, è giusto. Ma è completamente sbagliato che quel cicione sia il [[capitalismo]]. Egli domina i poveri nel contesto di un dato sistema, ma non è lui il sistema. Non ne è nemmeno il padrone. Anzi, anche lui ne porta le catene, che non sono rappresentate nel disegno. [...] Il [[capitalismo]] è un sistema di dipendenze che procedono [...] dall'alto al basso e dal basso all'alto. Tutto è dipendente, tutto è concatenato. Il [[capitalismo]] è una condizione del mondo e dell'anima». <ref>La stessa visione si trova in uno degli ''Aforismi di Zürau'': «Egli è un cittadino libero e sicuro della terra, poiché è legato a una catena che è lunga quanto basta per dargli libero accesso a tutti gli spazi della terra, e tuttavia lunga solo quel tanto per cui nulla può trascinarlo oltre i confini della terra. Ma al tempo stesso egli è anche un cittadino libero e sicuro del cielo, poiché è legato anche a una catena celeste, regolata in modo simile. Così, se vuole scendere sulla terra lo strozza il collare del cielo, se vuole salire in cielo quello della terra. E ciò nonostante egli ha tutte le possibilità e lo sente, anzi si rifiuta di ricondurre addirittura il tutto a un errore commesso nel primo incatenamento».</ref> L'atteggiamento scettico di Kafka rispetto al movimento operaio organizzato sembra ispirato alla diffidenza libertaria nei confronti dei partiti e delle istituzioni politiche: dietro agli operai che sfilano in una manifestazione di strada «ci sono già i segretari, i burocrati, i politici di professione, tutti i sultani moderni ai quali essi stanno preparando la strada... La rivoluzione evapora e resta soltanto il vaso di una nuova burocrazia. Le catene dell'umanità torturata sono di carta da ufficio».
Nelle ''Conversazioni con Kafka'' di [[Gustav Janouch]], poeta, compositore e studioso di [[musica]], Kafka definisce gli anarchici cechi «persone molto gentili e molto divertenti» e le idee politiche e sociali che esprime sono fortemente segnate dalla corrente libertaria e la sua visione del [[capitalismo]] come sistema gerarchizzato di dominio è vicina a quella anarchica per l'insistenza sul carattere autoritario del sistema. Questa visione è esplicitata durante una discussione con [[Gustav Janouch|Janouch]] riguardo a una caricatura di George Grosz che rappresenta il capitale come un grassone seduto sui soldi dei poveri: secondo Kafka «l'immagine è insieme giusta e sbagliata. Giusta solo in un senso. [...] Il grassone con il cappello a cilindro vive alle spelle dei poveri che opprime, è giusto. Ma è completamente sbagliato che quel cicione sia il [[capitalismo]]. Egli domina i poveri nel contesto di un dato sistema, ma non è lui il sistema. Non ne è nemmeno il padrone. Anzi, anche lui ne porta le catene, che non sono rappresentate nel disegno. [...] Il [[capitalismo]] è un sistema di dipendenze che procedono [...] dall'alto al basso e dal basso all'alto. Tutto è dipendente, tutto è concatenato. Il [[capitalismo]] è una condizione del mondo e dell'anima». <ref>La stessa visione si trova in uno degli ''Aforismi di Zürau'': «Egli è un cittadino libero e sicuro della terra, poiché è legato a una catena che è lunga quanto basta per dargli libero accesso a tutti gli spazi della terra, e tuttavia lunga solo quel tanto per cui nulla può trascinarlo oltre i confini della terra. Ma al tempo stesso egli è anche un cittadino libero e sicuro del cielo, poiché è legato anche a una catena celeste, regolata in modo simile. Così, se vuole scendere sulla terra lo strozza il collare del cielo, se vuole salire in cielo quello della terra. E ciò nonostante egli ha tutte le possibilità e lo sente, anzi si rifiuta di ricondurre addirittura il tutto a un errore commesso nel primo incatenamento».</ref> L'atteggiamento scettico di Kafka rispetto al movimento operaio organizzato sembra ispirato alla diffidenza libertaria nei confronti dei partiti e delle istituzioni politiche: dietro agli operai che sfilano in una manifestazione di strada «ci sono già i segretari, i burocrati, i politici di professione, tutti i sultani moderni ai quali essi stanno preparando la strada... La rivoluzione evapora e resta soltanto il vaso di una nuova burocrazia. Le catene dell'umanità torturata sono di carta da ufficio».
=== La testimonianza di Leopold Kreitner ===
Secondo Leopold Kreitner, ex studente del liceo dove aveva studiato Kafka ed autore di un articolo uscito con il titolo ''Ritratto di Kafka da giovane'', Kafka 


In diverse occasioni Kafka manifestò la propria avversione al [[nazionalismo]], esaltando al contrario l'internazionalismo comunista e anarchico, e ad ogni forma di struttura centralizzata (partiti, organizzazioni autoritarie ecc.) che relegasse il popolo ai margini delle lotte sociali («Ci sono già i segretari, i burocrati, i politici di professione, tutti i sultani moderni ai quali essi stanno preparando la strada... La rivoluzione evapora e resta soltanto il vaso di una nuova burocrazia. Le catene dell'umanità torturata sono di carta da ufficio»).
In diverse occasioni Kafka manifestò la propria avversione al [[nazionalismo]], esaltando al contrario l'internazionalismo comunista e anarchico, e ad ogni forma di struttura centralizzata (partiti, organizzazioni autoritarie ecc.) che relegasse il popolo ai margini delle lotte sociali («Ci sono già i segretari, i burocrati, i politici di professione, tutti i sultani moderni ai quali essi stanno preparando la strada... La rivoluzione evapora e resta soltanto il vaso di una nuova burocrazia. Le catene dell'umanità torturata sono di carta da ufficio»).

Versione delle 11:04, 11 giu 2022

Franz Kafka

Franz Kafka (Praga 3 luglio 1883 - Kierling presso Vienna 3 giugno 1924), è stato uno scrittore boemo di lingua tedesca, considerato uno dei maggiori del XX secolo, nonché un simpatizzante dell'anarchismo in età giovanile e un autore profondamente influenzato dalle istanze più autenticamente libertarie in campo etico e filosofico.

Biografia

Franz Kafka nacque il 3 luglio 1883 in una famiglia ebrea della media borghesia di Praga. Il padre, ebreo di lingua ceca e d'origine contadina arricchitosi grazie alla sua attività di commerciante, volle inserire il figlio negli ambienti tedeschi poiché gli ebrei tedeschi, cui apparteneva la madre, costituivano il ceto privilegiato per cultura e benessere economico; egli era un tipico "assimilato" (cioè occidentalizzato) poco interessato sia alla cultura che alla tradizione ebraica, e privo di quella sensibilità, non solo artistica, che caratterizzò il figlio. Come era comune per la borghesia di Praga di quel periodo storico, la famiglia era di madrelingua tedesca.

Franz Kafka nel 1906.

Oltre ai fratelli Georg e Heinrich, i quali morirono da piccoli, Franz aveva tre sorelle minori a cui era molto affezionato: Elli, Valli e Ottla, morte nei campi di concentramento nazisti. Franz Kafka, come del resto i suoi genitori, faceva parte di quel 10 per cento degli abitanti di Praga di lingua madre tedesca, tuttavia parlava bene anche il ceco.

Dal 1889 al 1893, Kafka frequentò la Deutsche Knabenschule in Fleischmarkt a Praga, quindi andò al liceo, dove cominciò ad interessarsi alla scrittura. Terminò gli studi e si diplomò nel 1901.

Da giovane si interessò ai problemi culturali della sua epoca; si avvicinò al socialismo e al darwinismo. Iniziò gli studi letterari nel 1902 a Monaco di Baviera, ma li interruppe, assecondando il volere della famiglia, per frequentare la facoltà di Giurisprudenza, dove si laureò nel 1906. Fece pratica legale, lavorò fino al 1908 alle "Assicurazioni Generali", poi all'"Istituto di Assicurazioni" contro gli Infortuni sul Lavoro del Regno di Boemia. Iniziò a scrivere solo nel tempo libero, poiché il padre gli rimproverava la sua passione (la relazione di Kafka con il padre autoritario è un tema importante nelle sue opere). Nel 1917 si ammalò di tubercolosi, che gli causò frequenti convalescenze.

Le donne della sua vita furono poche: Felice Bauer, con cui ebbe un breve fidanzamento; Grete Bloch, con la quale ebbe una piccola storia nel 1913; Milena Jesenská, intorno al 1920 e negli ultimi anni della sua vita Dora Diamant, che lo assistete anche sul letto di morte.

Nel 1923 si trasferì temporaneamente a Berlino, nella speranza di allontanarsi dall'influenza della famiglia e potersi dedicare allo scrivere. La sua tubercolosi peggiorò; ritornò a Praga, poi andò a curarsi nel sanatorio di Kierling presso Vienna dove morì il 3 giugno 1924.

Il suo corpo fu riportato a Praga dove fu cremato l'11 giugno 1924 nel nuovo cimitero ebraico di Praga (Žižkov), insieme al padre Hermann e alla madre Julie.

Le opere

Tomba di Franz Kafka (nuovo Cimitero Ebraico di Praga).

Tutta l'opera di Kafka, con le sue caratteristiche più proprie - solitudine e disperazione dell'uomo, estraneità delle cose, ansia e nevrosi - può essere vista come una testimonianza della volontà dell'essere umano di non essere sopraffatto.

Insoddisfatto dei suoi scritti, Kafka pubblicò solo qualche raccolta di prose e nel 1906 La Metamorfosi. Prima di morire, diede istruzioni al suo amico ed esecutore testamentario Max Brod di distruggere tutti i suoi manoscritti e di assicurarsi che non avrebbero mai visto la luce del sole. Ciononostante, Brod non seguì le istruzioni di Kafka e sovrintendette alla pubblicazione della maggior parte dei suoi lavori, che presto attrassero l'attenzione della critica.

Le sue opere più note sono tre romanzi incompiuti (America, Il processo, Il castello), rivisti e dati alle stampe postumi dall'amico Max Brod, e una notevole mole di scritti autobiografici.

I suoi scritti mostrano una particolare capacità di immaginare situazioni inusuali nel vissuto quotidiano, assumendo a volte aspetti onirici (spesso incubi, più che sogni). Il protagonista è in qualche modo identificabile con l'autore, anche dal nome (ad esempio K, il protagonista de Il castello). Lo stile di Kafka è notevole per i suoi toni cupi e per come riesce ad esprimere i temi dell'alienazione e della persecuzione.

Theodor Adorno ha detto di Kafka: «Il tono della sua opera è quello dell'estrema sinistra; riducendolo all'eterno umano lo si tradisce subito nel modo più conformista».

Altri racconti importanti pubblicati in vita sono: Richard e Samuel (1911); Il fuochista (1913); La condanna (1912); La metamorfosi (1912); Nella colonia penale (1914); Un sogno (1914-15); Un medico di campagna (1916-17); Un vecchio foglio (1917); Due storie di animali (1917).

Contatti tra Kafka e l'anarchismo

Kafka, da sempre sensibile alle ingiustizie e alle ineguaglianze sociali (Hugo Bergmann ricordava che a scuola Franz era l'unico, tra i suoi compagni, a portare un nastrino rosso all'occhiello della giacca), fu continuativamente interessato alle varie correnti della sinistra rivoluzionaria, mostrando interesse tanto per gli eventi della rivoluzione russa quanto per il pensiero libertario.

La testimonianza di Michal Kacha

Max Brod ha raccolto da uno dei fondatori del movimento anarchico ceco, Michal Kacha, alcune indicazioni riguardanti la presenza di Kafka alle riunioni del Klub Mladych (Club dei Giovani), organizzazione libertaria, antimilitarista e anticlericale.

La testimonianza di Michal Mareš

Secondo Michal Mareš [1], scrittore anarchico, Kafka avrebbe partecipato nell'ottobre del 1909 ad una manifestazione contro l'esecuzione di Francisco Ferrer y Guardia e durante gli anni 1910-1912 avrebbe preso parte ad alcune conferenze anarchiche sull'amore libero, sulla Comune di Parigi, per la pace e contro l'esecuzione del militante parigino Liabeuf, organizzate dal Club dei Giovani, dal circolo Vilem Körber (antimilitarista e anticlericale) e dal movimento anarchico (in occasione di queste riunioni avrebbe incontrato un ex compagno di studi, Rudolf Illowy, oltre a vari scrittori e poeti, come Stanislav Kostka Neumann, Fraňa Šrámek, Karel Toman o Jaroslav Hašek). Secondo Mareš «Kafka non faceva parte di nessuna di quelle organizzazioni anarchiche, ma aveva per esse una forte simpatia, da uomo sensibile e aperto ai problemi sociali». Lo stesso interesse si sarebbe manifestato anche nelle sue letture: Parole di un ribelle di Kropotkin (il libro regalatogli dallo stesso Mareš), gli scritti dei fratelli Reclus, di Bakunin e di Jean Grave. Secondo Mareš Kafka avrebbe manifestato interesse anche per Emma Goldman (Kafka nutriva simpatia e attrazione per le donne coraggiose e indomite, che non avevano paura di affrontare qualsiasi ostacolo, figure femminili il cui archetipo era la sorella Ottla, che Franz ammirava per come sapeva opporsi all'autorità paterna).

La testimonianza di Gustav Janouch

Nelle Conversazioni con Kafka di Gustav Janouch, poeta, compositore e studioso di musica, Kafka definisce gli anarchici cechi «persone molto gentili e molto divertenti» e le idee politiche e sociali che esprime sono fortemente segnate dalla corrente libertaria e la sua visione del capitalismo come sistema gerarchizzato di dominio è vicina a quella anarchica per l'insistenza sul carattere autoritario del sistema. Questa visione è esplicitata durante una discussione con Janouch riguardo a una caricatura di George Grosz che rappresenta il capitale come un grassone seduto sui soldi dei poveri: secondo Kafka «l'immagine è insieme giusta e sbagliata. Giusta solo in un senso. [...] Il grassone con il cappello a cilindro vive alle spelle dei poveri che opprime, è giusto. Ma è completamente sbagliato che quel cicione sia il capitalismo. Egli domina i poveri nel contesto di un dato sistema, ma non è lui il sistema. Non ne è nemmeno il padrone. Anzi, anche lui ne porta le catene, che non sono rappresentate nel disegno. [...] Il capitalismo è un sistema di dipendenze che procedono [...] dall'alto al basso e dal basso all'alto. Tutto è dipendente, tutto è concatenato. Il capitalismo è una condizione del mondo e dell'anima». [2] L'atteggiamento scettico di Kafka rispetto al movimento operaio organizzato sembra ispirato alla diffidenza libertaria nei confronti dei partiti e delle istituzioni politiche: dietro agli operai che sfilano in una manifestazione di strada «ci sono già i segretari, i burocrati, i politici di professione, tutti i sultani moderni ai quali essi stanno preparando la strada... La rivoluzione evapora e resta soltanto il vaso di una nuova burocrazia. Le catene dell'umanità torturata sono di carta da ufficio».

La testimonianza di Leopold Kreitner

Secondo Leopold Kreitner, ex studente del liceo dove aveva studiato Kafka ed autore di un articolo uscito con il titolo Ritratto di Kafka da giovane, Kafka

In diverse occasioni Kafka manifestò la propria avversione al nazionalismo, esaltando al contrario l'internazionalismo comunista e anarchico, e ad ogni forma di struttura centralizzata (partiti, organizzazioni autoritarie ecc.) che relegasse il popolo ai margini delle lotte sociali («Ci sono già i segretari, i burocrati, i politici di professione, tutti i sultani moderni ai quali essi stanno preparando la strada... La rivoluzione evapora e resta soltanto il vaso di una nuova burocrazia. Le catene dell'umanità torturata sono di carta da ufficio»).

Per concludere si può affermare che è possibile che alcune testimonianze contengano inesattezze e deformazioni della realtà, tuttavia l'interesse di Kafka per le idee anarchiche è credibile in quanto è confermata da numerosi riferimenti nelle pagine intime da lui scritte (per esempio, in una lettera a Max Brod del novembre 1917 manifesta il proprio entusiasmo per un progetto di rivista - Fogli di lotta alla volontà di potenza - proposta dall'anarchico freudiano Otto Gross). [3]

Note

  1. Come ho conosciuto Franz Kafka, di Michal Mareš
  2. La stessa visione si trova in uno degli Aforismi di Zürau: «Egli è un cittadino libero e sicuro della terra, poiché è legato a una catena che è lunga quanto basta per dargli libero accesso a tutti gli spazi della terra, e tuttavia lunga solo quel tanto per cui nulla può trascinarlo oltre i confini della terra. Ma al tempo stesso egli è anche un cittadino libero e sicuro del cielo, poiché è legato anche a una catena celeste, regolata in modo simile. Così, se vuole scendere sulla terra lo strozza il collare del cielo, se vuole salire in cielo quello della terra. E ciò nonostante egli ha tutte le possibilità e lo sente, anzi si rifiuta di ricondurre addirittura il tutto a un errore commesso nel primo incatenamento».
  3. L'arresto a Berlino di Otto Gross nel 1913 e il successivo internamento in un istituto psichiatrico, l'ennesimo, aveva fatto scalpore, suscitando una violenta campagna stampa in cui avevano fatto sentire la propria voce molti intellettuali, che vedevano in Hans Gross, il padre, il mandante di quell'azione di polizia. Kafka era al corrente della vicenda, e una eco degli eventi di Berlino si ritrova sicuramente nell'inizio de Il processo, lì dove i gendarmi prelevano Josef K., che non trova i propri documenti, proprio come era accaduto a Berlino a Gross. Il conflitto tra i Gross era assurto a paradigma della lotta contro il padre, tipico della generazione di Kafka.

Bibliografia

Romanzi

  • Il processo (Der Prozess, 1925)
  • Il castello (Das Schloß, 1926)
  • America, oppure Il disperso (Amerika, oppure Der Verschollene, 1927)

Opere su Kafka

  • Michael Löwy, Kafka sognatore e ribelle, Elèuthera, 2007

Voci correlate

Collegamenti esterni