Otto Gross

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Otto Gross nel 1919.

Otto Hans Adolf Gross (Gniebing, 17 marzo 1877 – Berlino, 13 febbraio 1919) è stato un neurologo, psicoanalista e filosofo austriaco.

Oppositore storico delle tesi di Sigmund Freud, mise in evidenza che le cause delle nevrosi individuali sono dovute a rapporti conflittuali tra l'individuo e la società e non al "problema sessuale". Divenne, dopo gli studi con Freud, un anarchico ed entrò a far parte della comunità utopista di Monte Verità, in cui progettò, insieme ad Erich Mühsam, una "libera università" per l'emancipazione dell'uomo, ispirata a principi anarco-comunisti, che avrebbe dovuto cambiare il mondo occidentale.

« Noi crediamo che la prima e autentica rivoluzione sarà quella che riunirà in una cosa sola la donna, la libertà e lo spirito. »

~ Otto Gross

Biografia

Alfred Otto Gross è figlio unico di Hans Gross, il penalista-criminologo più celebre della monarchia asburgica. Nel 1899 frequenta l'università e si laurea in Medicina e Chirurgia. Consegue poi la specializzazione in Neurologia ed inizia a lavorare come neurologo e psicoterapeuta. Si imbarca come medico di bordo e parte per l'America del Sud, dove conosce e fa uso sperimentale di svariate droghe stupefacenti. Tra il 1901 e il 1902 è assistente medico volontario nelle cliniche psichiatriche di Monaco e Graz rispettivamente di von Gudden e di Gabriel Anton. In quel periodo pubblica gli articoli nella rivista del padre: Archiv für Kriminalanthropologie und Kriminalistik (Archivio di antropologia criminale e criminologia), di Lipsia. Nel 1902 pubblica un libro (influenzato da Freud e Jung e dalle teorie contro ogni repressione dell'anarchismo): La funzione cerebrale secondaria. Nel 1904 incontra Sigmund Freud e, senza rinnegare le tesi di Carl Wernicke, integra nei suoi saggi le tesi freudiane, opponendosi però a queste su un punto essenziale: «La causa principale dei disturbi psichici non è la sessualità, ma il minore o maggiore adattamento dell'individuo alla società».

Sposato con Frieda Schloffer, figlia di un avvocato povero di Graz, ma per niente fedele a lei (ha altri tre figli con tre altre donne, oltre a Peter, nato da Frieda), nel 1906 diventa docente universitario, ma abbandona quasi subito la cattedra per stabilirsi a Monaco, diventando assistente dello psichiatra Emil Kraepelin. A Monaco frequenta gli artisti e i poeti bohémien di quella città e instaura delle relazioni con più donne ed uomini, con cui mette in pratica la sua teoria sull'«immoralismo sessuale», visto come una vera e propria liberazione interiore. Le sue idee radicali ed il suo comunismo sessuale lo allontanano dalle cerchie scientifiche. Gross sviluppa una concezione singolare della psicoanalisi, secondo la quale i conflitti derivano da un antagonismo fra lo sviluppo personale e le pressioni sociali esterne, in special modo quello che riguarda il periodo dell'infanzia. Le sue idee lo fanno avvicinare al pensiero anarchico. Gross delinea una sua riflessione circa la follia, dove lo scarto rispetto alla norma non conduce ad una degenerazione delle funzioni cognitive, ma può, al contrario, divenire lo spazio del genio. Nel 1908 si dimette ufficialmente dall'Università di Graz. Nello stesso anno Carl Gustav Jung, che lavorava nell'istituto Burghölzli (celebre ospedale di Zurigo, allora diretto da Eugen Bleuler), gli diagnostica la dementia praecox (come rivela la corrispondanza Freud-Jung). Ciononostante Jung cerca di coinvolgerlo e, facendo leva sulle sue conoscenze mediche, lo tratta da collega e insieme da paziente. Gross ne approfitta e fugge dall'ospedale il 17 giugno 1908. In una lettera a Ernest Jones, datata 4 giugno 1909, Jung dice che non ha mai riposto maggior fiducia in un paziente né mai si è sentito più tradito quanto nei confronti di Otto Gross.

Nel 1913 Otto Gross viene arrestato a Berlino e successivamente internato in un istituto psichiatrico, l'ennesimo: ciò fa scalpore e suscita una violenta campagna stampa in cui fanno sentire la propria voce molti intellettuali, che vedono in Hans Gross, il padre, il mandante di quell'azione di polizia. Il conflitto tra i Gross assurgerà a paradigma della lotta contro il padre. Nel 1914 viene dichiarato incapace di intendere e volere, e al padre, da molti anni in conflitto con Otto [1], viene data piena custodia sul figlio. Quando l'anno successivo il padre muore, la custodia passa a Hermann Pfeiffer. Gross trascorre gli ultimi anni vagando tra diverse capitali europee, assuefatto all'uso della cocaina, per poi morire, a 43 anni, affetto da polmonite e denutrito, in un sanatorio di Pankow, alla periferia di Berlino.

Pensiero [2]

L'idea di psicoanalisi di Gross

Otto Gross (a sinistra) con Carl Gustav Jung.

Gross considera la psicoanalisi in un senso quasi “messianico”: volta a scardinare dalle fondamenta la cultura patriarcale, combattendone in modo radicale le strutture di potere e autoritarie, la nuova scienza psicologica dovrà preparare il terreno per un prossimo ritorno del matriarcato. Nella pratica analitica, la sua volontà di andare oltre il tradizionale rapporto gerarchico tra terapeuta e paziente - retaggio anch'esso, nella sua visione, della cultura patriarcale, al pari del transfert - sfocia in una nuova concezione del rapporto analista/analizzato, aprendo la strada all'autoconsapevolezza - poi compiutamente teorizzata da Jung - della mutua e dialettica interdipendenza dei soggetti coinvolti nella relazione di cura.

Lo psicoanalista, a partire dai lavori di Freud e di Adler, studia il conflitto interiore che oppone ciò che è proprio a ciò che è l'estraneo, ciò che oppone l'individuo alla società. La repressione degli istinti e della sessualità può sfociare nella sottomissione masochistica o nella volontà sadica di potere. In una lettera scritta nel 1908, Gross fa riferimento al caso di Elizabeth Lang, la quale aveva subito l'educazione autoritaria dei suoi genitori: «Il valore rappresentativo di questo caso, che mi sembra essere di interesse generale, risiede nel fatto che dimostra l'inconcepibile discrezionalità che la società ancora consente all'abuso del potere dei genitori [...] lo straordinario effetto patologico dell'educazione sul dare origine a quella che è una nevrosi di repressione». La famiglia e l'educazione reprimono l'individualità per poter adattare il bambino all'ordine sociale. Gross si concentra sul conflitto fra l'individuo e la collettività, e ritiene che la riflessione di Freud si muove sulla scia del pensiero di Nietzsche: «Il conflitto fra l'individuo e la collettività, che è nella natura delle cose, si trasforma, sotto la pressione della vita in società, in un conflitto interno all'individuo stesso». La patologia può quindi svilupparsi. La repressione sessuale, nella donna così come nell'uomo, impone la repressione dei desideri e fa sviluppare delle nevrosi.

In un suo testo del 1914, lo psicoanalista attacca la famiglia e l'ordine patriarcale. Per lui, la liberazione sessuale passa attraverso la liberazione degli omosessuali e delle donne: «La formazione della posizione attuale della donna nella società e nella famiglia, ha costituito nella storia umana il trauma generale dell'umanità, ed è da questo che è nata la sofferenza che l'umanità prova per essere quello che è». Il pregiudizio sociale della superiorità dell'uomo ha costruito delle relazioni umane che sono basate sulla violenza e sul dominio.

La psicoanalisi sottolinea quella che è l'importanza dell'insegnamento rivoluzionario al fine di poter rompere l'autoritarismo e le inibizioni subite nell'infanzia. La liberazione delle individualità e degli istinti deve permettere di sviluppare la volontà di relazione contro la volontà di potere: «L'obiettivo sarà quello di liberare l'amore dalla sua distruzione da parte delle forme latenti di autorità, a prescindere dal fatto che il comportamento sia passivo o attivo, e dalla disposizione a sottomettersi alla volontà di potere».

In una sua lettera aperta a Gustav Landauer, pubblicata nel 1913, Gross sottolinea il contributo della psicoanalisi al pensiero rivoluzionario. Egli ritiene che la liberazione dell'individuo rimanga un prerequisito per l'emancipazione umana. Subito dopo ritorna al conflitto fra l'individuo e ciò che gli è esterno, soprattutto la morale, le norme e i vincoli sociali. Quest'autorità esterna reprime l'individualità e la creatività, a partire dal periodo dell'infanzia. Gross attacca le istituzioni come la famiglia e l'istruzione. Per lui, le rivoluzioni hanno fallito perché non sono «riuscite a stabilire la libertà dell'individuo». Una trasformazione della totalità dei rapporti umani ed una distruzione delle norme e dei vincoli sociali sono indispensabili. Conclude Gross in un testo scritto in quello stesso periodo: «Il bisogno di questa relazione che sia il risultato della purezza dell'esperienza vissuta, è il fondamento organico e psichico di una nuova forma di vita, di fede, di desiderio, ed è allo stesso tempo una comunità di vita che darà un contenuto ai tempi futuri».

Il matriarcato secondo Gross

Gross descrive il matriarcato come una sorta di paradiso perduto in seguito all'emergere del capitalismo, delle norme e dei valori: «La soluzione comunista a questo problema, è l'organizzazione matriarcale, la quale è allo stesso tempo la forma più perfetta della vita in società in quanto esso libera ed unisce tutto il mondo, rendendo il corpo sociale stesso il centro e la garanzia della più alta libertà individuale. Il matriarcato non conosce né limiti né norme, né moralità né va contro ciò che concerne la sessualità».

Lo psicoanalista aspira a rifondare l'insieme delle relazioni umane al fine di distruggere ogni forma di dominio, ed in particolare attacca quello che è il dominio dell'uomo sulle donne: «Nel contesto del matriarcato, la relazione fra i sessi è esente da ogni considerazione di dovere, di morale e di responsabilità, ed è indipendente da ogni imperativo economico, giuridico o morale. Non conosce né il potere né la sottomissione, né il legame contrattuale, né l'autorità, né il matrimonio, né la prostituzione».

Insiste sulla libertà nelle relazioni umane e sessuali, contro le norme ed i vincoli che governano la società. La morale e la famiglia autoritaria emergono per imporre la repressione sessuale. Soprattutto, la donna viene assegnata alla passività e ad un ipocrita riserbo, mentre l'uomo sviluppa una possessiva brutalità. La rivoluzione comunista viene allora ad essere una distruzione delle istituzioni autoritarie, ma anche una liberazione individuale: «L'obiettivo ultimo di ogni comunismo è uno stato in cui nessuno può ottenere il potere del dominio politico, sociale, economico, autoritario su un altro».

La lotta alle istituzioni autoritarie e patriarcali

Otto Gross sottolinea l'importanza di una rivoluzione totale che comprenda il dominio culturale: «Nessuna delle rivoluzioni appartenute alla storia è riuscita a stabilire la libertà dell'individualità. Si sono spente tutte quante, ed hanno finito per arrivare ad una frettolosa reintegrazione in quella che era la normalità generalmente ammessa. Hanno fallito tutte quanto poiché il rivoluzionario di ieri recava in sé l'autorità. Solo oggi riusciamo a comprendere come il nucleo al centro di ogni autorità risieda nella famiglia. E che il legame esistente fra autorità e sessualità, così come si manifesta nella famiglia attraverso il perpetuarsi del diritto patriarcale, soggioga ogni individualità». Nella visione di Gross la «distruzione della monogamia e di quella che è la sua forma ancora più patologica, la poligamia» deve fondare quelle che saranno le nuove relazioni umane.

La rivoluzione anarco-comunista deve restaurare l'ordine matriarcale per distruggere l'autorità, la morale, il potere, la sottomissione ed il matrimonio. Fra gli esseri umani, in particolare fra gli uomini e le donne, si devono creare delle relazioni libere. È il suo articolo Tre Studi sul conflitto interiore a fare il bilancio sulla relazione fra il suo pensiero e quello di Freud. Riassume Jacques Le Rider: «La sfida portata avanti da questo impetuoso e turbolento discepolo di Freud, consisteva nel politicizzare la psicoanalisi, e nell'interpretarla come un programma di azione rivoluzionaria». Cambiare il mondo significa liberare l'individuo, e insieme a lui il suo eros creatore di relazioni amorose.

L'influenza di Gross sulle correnti artistiche

Gross è stato fonte di ispirazione per gli ambienti artistici e letterari. Lo scrittore Franz Jung e Leonhard Frank ne fecero addirittura il personaggio dei loro romanzi. Secondo Raoul Hausmann, le teorie di Otto Gross influenzarono soprattutto il movimento dada. L'affermazione dell'individualità creatrice contro le istituzioni repressive, come la scuola o come la famiglia, la critica del conformismo prodotto dalla società, sono delle idee che influenzarono le avanguardie artistiche. Nei romanzi, Otto Gross appare come un anarchico seduttore che organizza delle orge e disserta sull'erotismo. Ma lo psicoanalista partecipò anche al movimento dada attraverso una rivista che aspirava ad «inaugurare una nuova tecnica di vita e di felicità».

L'amicizia con Franz Kafka

Il rifiuto del padre e l'atteggiamento libertario che lo aveva contraddistinto fin dalla tenera età portarono Gross a diventare uno degli amici più intimi di Franz Kafka. [3] Entrambi sognavano di fondare una rivista contro il patriarcato (Fogli di lotta alla volontà di potenza). Molte delle idee che li unirono si possono ritrovare in Lettera al Padre di Kafka. Otto Gross unì Nietzsche e Stirner a Sigmund Freud nello sviluppo della sua forma libertaria di psicologia, partendo dal presupposto che tutti e tre hanno rivelato il potenziale umano frustrato dalla famiglia autoritaria: «Solo ora» - scrive Gross, in una prospettiva anarco-esistenzialista che lo accomuna a Kafka - «possiamo renderci conto che la fonte dell'autorità risiede nella famiglia, che la combinazione di sessualità e autorità, mostrata in famiglia dai diritti ancora assegnati al padre, mette tutta l'individualità in catene». [4]

La comunità di Ascona

Ascona, alcuni membri della comunità utopista di Monte Verità in girotondo.

Negli anni della difficile "triangolazione" con Sigmund Freud e Carl Gustav Jung Gross immaginò di ricreare ad Ascona, sulle alpi svizzere, un'ideale società matriarcale, contrapposta a quella violenta ed autoritaria tipica del patriarcato, attraverso la liberazione dalla morale in ambito sessuale, l'ebbrezza estatica e l'insegnamento scientifico. Con un audace sincretismo tra il pensiero di Freud, Nietzsche e Bachofen, Gross aveva infatti identificato l'origine del peccato e quindi, simbolicamente, la causa dell'espulsione dal paradiso nell'allontanamento dell'umanità da uno stato originario di matriarcato: conseguenza di ciò era stata, sul versante sociale, la comparsa di strutture di potere autoritarie e, sul piano psicologico, della vergogna per il sesso.

Ad Ascona [5] Gross, insieme all'amico Erich Mühsam - secondo il quale Gross è «il più importante allievo di Freud, grazie a lui la psicanalisi ha trovato il modo di liberarsi da una visione unilaterale, quella sessuale, per riconoscere il peso di tutti i condizionamenti sociali nell'esperienza psichica» - sognava di fondare una «Accademia anarchica», «a partire dalla quale» - scrive Franz Jung - «avrebbe sferrato l'attacco contro la civiltà occidentale, le ossessioni autoritarie individuali e generali, così come i legami sociali di cui sono il sostegno, in poche parole contro questa forma caricaturale e parassitarla di società nella quale ciascuno è costretto a vivere a spese dell'altro al fine di sopravvivere».

Note

  1. Hans Gross in un articolo intitolato Degenerazione e deportazione aveva consigliato la deportazione in paesi lontani di tutti coloro (ladri, prostitute, omosessuali, vagabondi, anarchici... ) che con la loro diversità attentano all'ordine costituito. Secondo Gross figlio, invece, «i degenerati sono il sale della terra», lo scarto dalla norma che costituisce il terreno dove può sbocciare il genio, la «materia prima» di tutte le future evoluzioni.
  2. Fonte principale: Otto Gross contro l'ordine morale, di Zones Subversives
  3. Una eco degli eventi di Berlino si ritrova sicuramente nell'inizio de Il processo di Kafka, lì dove i gendarmi prelevano Josef K., che non trova i propri documenti, proprio come era accaduto a Berlino a Gross.
  4. Otto Gross, Zur Überwindung der kulturellen Krise, Die Aktion, 1913, p. 386.
  5. A quell'epoca Ascona godeva di una fama del tutto particolare poiché era diventata il ritrovo di tutti i dissidenti, gli eretici, le "teste calde" d'Europa: anarchici e comunisti, sovversivi ricercati dalla polizia, ragazzi e ragazze della buona borghesia in rotta con le loro famiglie, fautori del libero amore, spiritisti, teosofi, antroposofi, naturisti, vegetariani, seguaci di dottrine orientali, illuminati di ogni genere vi si davano appuntamento. Per dare un'idea del clima che vi regnava, basti pensare che Fritz Brupbacher, simpatizzante libertario e amico di Gross, definì Ascona «la capitale dell'Internazionale psicopatica».

Bibliografia

Opere su Otto Gross

  • Michelantonio Russo, Otto Gross. psiche, eros, utopia, Editori Riuniti, 2011
  • Klaas Apostol, Otto Gross, Salupress, 2011

Opere di Otto Gross

  • Compendium der Pharmakotherapie für Polikliniker und junge Ärzte, Vogel, Lipsia, 1901
  • Die cerebrale Sekundärfunction, Vogel, Lipsia, 1902
  • Das Freud'sche Ideogenitätsmoment und seine Bedeutung im manisch-depressiven Irresein Kraepelins, Vogel, Lipsia, 1907
  • Über psychopathische Minderwertigkeiten, Braumüller, Vienna/Lipsia, 1909 (riedizione: VDM Verlag Dr. Müller, 2006)

Voci correlate

Collegamenti esterni