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[[File:Fasci Siciliani.jpg|290 px|thumb|''Il movimento dei fasci siciliani dei lavoratori'' di Onofrio e Minico Ducato (1995)]] I '''Fasci Siciliani''' (detti anche ''Fasci siciliani dei lavoratori'') sono stati un movimento popolare di ispirazione [[democrazia|democratica]] e [[socialista]], diffusosi in Sicilia dal [[1891]] al [[1893]], anche se il primo fascio fu costituito a Messina sin dal [[18 marzo]] [[1889]].  
[[File:Fasci Siciliani.jpg|400px|thumb|''Il movimento dei fasci siciliani dei lavoratori'' di Onofrio e Minico Ducato (1995)]] I '''Fasci Siciliani''' (detti anche ''Fasci siciliani dei lavoratori'') sono stati un movimento popolare di ispirazione [[democrazia|democratica]] e [[socialista]], diffusosi in Sicilia dal [[1891]] al [[1893]], anche se il primo fascio fu costituito a Messina sin dal [[18 marzo]] [[1889]].  


Il movimento dei fasci fece presa soprattutto tra operai, braccianti, piccoli contadini e minatori (zolfatari), i quali decisero di unire le forze (il fascio simboleggia proprio l'unità degli sfruttati) contro l'arroganza e il potere coercitivo dei ceti dominanti.
Il movimento dei fasci fece presa soprattutto tra operai, braccianti, piccoli contadini e minatori (zolfatari), i quali decisero di unire le forze (il fascio simboleggia proprio l'unità degli sfruttati) contro l'arroganza e il potere coercitivo dei ceti dominanti.
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Una delle prime dimostrazioni contro le tasse s'era svolta il [[15 agosto]] a Belmonte Mezzagno (prov. Palermo). In quell'occasione il sindaco diede l'ordine di scioglierla con la forza: tutte le donne presenti furono arrestate e stessa sorte subirono molti uomini. Una'altra manifestazione a Siracusa del [[10 ottobre]] sfociò in un assalto al municipio, che venne saccheggiato. A Floresta, in provincia di Messina, il [[22 ottobre]] fu assaltata la caserma dei carabinieri.  
Una delle prime dimostrazioni contro le tasse s'era svolta il [[15 agosto]] a Belmonte Mezzagno (prov. Palermo). In quell'occasione il sindaco diede l'ordine di scioglierla con la forza: tutte le donne presenti furono arrestate e stessa sorte subirono molti uomini. Una'altra manifestazione a Siracusa del [[10 ottobre]] sfociò in un assalto al municipio, che venne saccheggiato. A Floresta, in provincia di Messina, il [[22 ottobre]] fu assaltata la caserma dei carabinieri.  


In una situazione che si scaldava sempre più, Giovanni Giolitti fu travolto dallo scandalo bancario e si dimise dall'incarico il [[28 novembre]] [[1893]] <ref>[http://www.borsaedintorni.it/storia-economica/1893-lo-scandalo-della-banca-romana/ 1893: lo scandalo della banca romana]</ref>. Fu sostituito da Francesco Crispi, che divenne Presidente del Consiglio a partire dal [[15 dicembre]] [[1893]], un uomo forte che aveva promesso di risolvere la crisi siciliana in qualsiasi modo:
In una situazione che si scaldava sempre più, Giovanni Giolitti fu travolto dallo scandalo bancario e si dimise dall'incarico il [[28 novembre]] [[1893]] <ref>[http://archive.is/0zzqU 1893: lo scandalo della banca romana]</ref>. Fu sostituito da Francesco Crispi, che divenne Presidente del Consiglio a partire dal [[15 dicembre]] [[1893]], un uomo forte che aveva promesso di risolvere la crisi siciliana in qualsiasi modo:
: « Amo il popolo; sono lavoratore anch' io, perché non ho vissuto e non vivo che del mio lavoro; ma mentre sono favorevole a tutte le legittime associazioni, che hanno per scopo il miglioramento delle classi operaie non posso ammettere alcune di queste associazioni che abbiano di mira lo sfascio dello stato attuale». <ref>[http://cronologia.leonardo.it/storia/a1893c.htm Crispi, il ritorno al potere]</ref>
: « Amo il popolo; sono lavoratore anch' io, perché non ho vissuto e non vivo che del mio lavoro; ma mentre sono favorevole a tutte le legittime associazioni, che hanno per scopo il miglioramento delle classi operaie non posso ammettere alcune di queste associazioni che abbiano di mira lo sfascio dello stato attuale». <ref>[https://web.archive.org/web/20130730015130/http://cronologia.leonardo.it/storia/a1893c.htm Crispi, il ritorno al potere]</ref>


Oltre alla [[repressione]] governativa, i fasci siciliani dovettero fronteggiare anche il voltafaccia del Partito Socialista, che decise sostanzialmente di non occuparsi più della questione agraria. Meglio, i socialisti decisero di non interessarsi più alle problematiche dei piccoli e medi imprenditori agricoli (che secondo loro erano da ritenersi comunque un'espressione del [[capitalismo]]) ma solo di quelle del bracciantato.
Oltre alla [[repressione]] governativa, i fasci siciliani dovettero fronteggiare anche il voltafaccia del Partito Socialista, che decise sostanzialmente di non occuparsi più della questione agraria. Meglio, i socialisti decisero di non interessarsi più alle problematiche dei piccoli e medi imprenditori agricoli (che secondo loro erano da ritenersi comunque un'espressione del [[capitalismo]]) ma solo di quelle del bracciantato.
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Resta il fatto che gli anarchici siciliani e quelli "continentali" seguirono con viva attenzione quanto accadeva nell'isola. Nei centri della penisola in cui l'[[anarchismo]] era più vivo si tennero manifestazioni di [[solidarietà]] e sostegno ai Fasci Siciliani. L'anarchico [[Luigi Molinari]], per esempio, fu arrestato nel gennaio del [[1894]] per aver istigato un'insurrezione condotta da bande armate di anarchici che supportavano le vittime siciliane dello "stato d'assedio". La notizia delle [[repressione|repressioni]] siciliane aveva spinto gli anarchici toscani all'insurrezione: il [[13 gennaio]] quelli della [[insurrezione in Lunigiana|Lunigiana]] (in Toscana) si armarono, tagliarono le linee telegrafiche, ostruirono la strada che collega Massa a Carrara e si scontrarono con i crumiri e la forza pubblica. Il [[16 gennaio]] Crispi fu costretto a porre lo stato d'assedio anche sulla [[insurrezione in Lunigiana|Lunigiana]].
Resta il fatto che gli anarchici siciliani e quelli "continentali" seguirono con viva attenzione quanto accadeva nell'isola. Nei centri della penisola in cui l'[[anarchismo]] era più vivo si tennero manifestazioni di [[solidarietà]] e sostegno ai Fasci Siciliani. L'anarchico [[Luigi Molinari]], per esempio, fu arrestato nel gennaio del [[1894]] per aver istigato un'insurrezione condotta da bande armate di anarchici che supportavano le vittime siciliane dello "stato d'assedio". La notizia delle [[repressione|repressioni]] siciliane aveva spinto gli anarchici toscani all'insurrezione: il [[13 gennaio]] quelli della [[insurrezione in Lunigiana|Lunigiana]] (in Toscana) si armarono, tagliarono le linee telegrafiche, ostruirono la strada che collega Massa a Carrara e si scontrarono con i crumiri e la forza pubblica. Il [[16 gennaio]] Crispi fu costretto a porre lo stato d'assedio anche sulla [[insurrezione in Lunigiana|Lunigiana]].
: «Il 13 gennaio 1894 veniva indetto a Carrara lo sciopero di protesta contro lo stato d'assedio in Sicilia e di solidarietà con gli uomini dei Fasci siciliani arrestati. La manifestazione, che doveva esprimere anche il risentimento per la chiamata alle armi della classe del 1869, doveva essere anzitutto una adunata di scioperanti nella città di Carrara. Ma dai primi assembramenti si passò alla formazione di barricate alla Foce, fra Massa e Carrara, e alla interruzione delle linee telegrafiche. Gruppi di dimostranti attaccavano poi i posti del dazio e le armerie delle guardie, che venivano saccheggiate. Ad Avenza si verificava il primo scontro armato: uccisi un carabiniere e un dimostrante. Fra il 13 e il 14 si formarono concentramenti di ribelli a Becizzano, Codena e Miseglia e mossero verso la città al grido di "Viva la Sicilia! Viva la rivoluzione!"» (''[http://xoomer.virgilio.it/anarchivio/archivio%20testi/211/211_07.htm I moti del 1894]'')
: «Il 13 gennaio 1894 veniva indetto a Carrara lo sciopero di protesta contro lo stato d'assedio in Sicilia e di solidarietà con gli uomini dei Fasci siciliani arrestati. La manifestazione, che doveva esprimere anche il risentimento per la chiamata alle armi della classe del 1869, doveva essere anzitutto una adunata di scioperanti nella città di Carrara. Ma dai primi assembramenti si passò alla formazione di barricate alla Foce, fra Massa e Carrara, e alla interruzione delle linee telegrafiche. Gruppi di dimostranti attaccavano poi i posti del dazio e le armerie delle guardie, che venivano saccheggiate. Ad Avenza si verificava il primo scontro armato: uccisi un carabiniere e un dimostrante. Fra il 13 e il 14 si formarono concentramenti di ribelli a Becizzano, Codena e Miseglia e mossero verso la città al grido di "Viva la Sicilia! Viva la rivoluzione!"» (''[https://archive.is/zTz0R I moti del 1894]'')
==Note==
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<references/>
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== Voci correlate ==
== Voci correlate ==
*[[Mafia e Fascismo]]
*[[Mafia e fascismo]]


==Collegamenti esterni==
==Collegamenti esterni==


*[http://www.terrelibere.it/storia_antimafia_1.htm La storia dei fasci], di Gabriella Scolaro
*[http://archive.is/t3L7h La storia dei fasci], di Gabriella Scolaro
*[http://www.ilportaledelsud.org/fasci_siciliani.htm I Fasci siciliani], storie di Sicilia di Fara Misuraca
*[http://www.ilportaledelsud.org/fasci_siciliani.htm I Fasci siciliani], storie di Sicilia di Fara Misuraca


[[Categoria:Storia generale]]
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