Marinus van der Lubbe: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
== Biografia ==


Marinus van der Lubbe nasce a Leiden ([[Paesi Bassi]]), figlio di un commerciante, Franciscus Cornelis, e di Petronella van Handel. Dopo la separazione dei genitori e la morte della madre, avvenuta quando aveva dodici anni, Marinus va a vivere nella famiglia della sorellastra. All'età  di 14 anni inizia a svolgere l'attività  di manovale e a 20 è un apprezzato muratore. Soprannominato dai suoi colleghi "Dempsey" (Jack Dempsey era un noto boxeur statunitense dell'epoca), per via della sua straordinaria forza fisica, nel [[1925]] subisce un grave infortunio sul lavoro che gli crea problemi alla vista e lo costringe ad abbandonare la professione. Sopravvive con una piccola pensione di invalidità  e comincia ad interessarsi alle idee rivoluzionarie di matrice [[marxista]].  
Marinus van der Lubbe nasce a Leiden ([[Paesi Bassi]]), figlio di un commerciante, Franciscus Cornelis, e di Petronella van Handel. Dopo la separazione dei genitori e la morte della madre, avvenuta quando aveva dodici anni, Marinus va a vivere nella famiglia della sorellastra. All'età  di 14 anni inizia a svolgere l'attività  di manovale e a 20 è un apprezzato muratore. Soprannominato dai suoi colleghi "Dempsey" (Jack Dempsey era un noto boxeur statunitense dell'epoca), per via della sua straordinaria forza fisica, nel [[1925]] subisce un grave infortunio sul lavoro che gli crea problemi alla vista e lo costringe ad abbandonare la professione. Sopravvive con una piccola pensione di invalidità  e comincia ad interessarsi alle idee rivoluzionarie di matrice [[marxista]].  


Attivo nel Partito Comunista Olandese,  nel [[1927]], dopo un diverbio con la sorella, si trasferisce a Leiden. Ritrovatosi senza fissa dimora, nella cittadina collabora alla fondazione della "casa di Lenin", un luogo destinato non solo allo svolgimento di incontri e conferenze politiche ma anche un vero e proprio rifugio per tutti coloro che si trovavano senza casa. Avendo gravi problemi economici, van der Lubbe chiede un sostegno all'Ufficio di Assistenza Sociale di Leiden che però gli viene rifiutato per ben due volte. Preso dalla rabbia, per protesta manda in frantumi le vetrine dell'Ufficio. Arrestato ([[1930]]), viene ben presto rimesso in [[libertà ]]. Poche settimane dopo, mentre è in strada per i Balcani, un tribunale lo condanna a tre mesi di [[carcere]] e nel giugno [[1932]], mentre fa ritorno nei [[Paesi Bassi]], viene arrestato e condotto in [[carcere]] a Den Haag.  
Attivo nel Partito Comunista Olandese,  nel [[1927]], dopo un diverbio con la sorella, si trasferisce a Leiden. Ritrovatosi senza fissa dimora, nella cittadina collabora alla fondazione della "casa di Lenin", un luogo destinato non solo allo svolgimento di incontri e conferenze politiche ma anche un vero e proprio rifugio per tutti coloro che si trovavano senza casa. Avendo gravi problemi economici, van der Lubbe chiede un sostegno all'Ufficio di Assistenza Sociale di Leiden che però gli viene rifiutato per ben due volte. Preso dalla rabbia, per protesta manda in frantumi le vetrine dell'Ufficio. Arrestato ([[1930]]), viene ben presto rimesso in [[libertà ]]. Poche settimane dopo, mentre è in strada per i Balcani, un tribunale lo condanna a tre mesi di [[carcere]] e nel giugno [[1932]], mentre fa ritorno nei [[Paesi Bassi]], viene arrestato e condotto in [[carcere]] a Den Haag.  
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La versione ufficiale fu contrastata durante il processo dal [[comunista]] [[Georgi Mikhailov Dimitrov]]<ref>« Non resta che un uomo in Germania, diremmo ora, e quest'uomo è un Bulgaro », [[Hannah Arendt]], ''Eichmann a Gerusalmme'', pag 306 dell'edizione Folio, pag 338 de l'edizione Folio Histoire.</ref>, che era stato arrestato e processato con l'accusa di complicità  con van der Lubbe.  
La versione ufficiale fu contrastata durante il processo dal [[comunista]] [[Georgi Mikhailov Dimitrov]]<ref>« Non resta che un uomo in Germania, diremmo ora, e quest'uomo è un Bulgaro », [[Hannah Arendt]], ''Eichmann a Gerusalmme'', pag 306 dell'edizione Folio, pag 338 de l'edizione Folio Histoire.</ref>, che era stato arrestato e processato con l'accusa di complicità  con van der Lubbe.  
:« La stampa mi ha calunniato in tutte le maniere - ciò mi è del tutto indifferente - ma insieme a me hanno chiamato "selvaggio" e "barbaro" anche il popolo bulgaro; mi hanno chiamato "losco personaggio balcanico", "bulgaro selvaggio", e questo non lo posso passare sotto silenzio. È vero che il fascismo bulgaro è molto selvaggio e barbaro. Un popolo, che è vissuto 500 anni sotto il giogo straniero senza aver perso la propria lingua e la propria nazionalità ; la nostra classe operaia ed i nostri contadini, che hanno lottato e lottano contro il fascismo bulgaro, per il comunismo, un tale popolo non può essere barbaro e selvaggio. In Bulgaria i barbari ed i selvaggi sono soltanto i fascisti. Ma io vi domando, signor Presidente, in quale paese il fascismo non è barbaro e selvaggio? »
:« La stampa mi ha calunniato in tutte le maniere - ciò mi è del tutto indifferente - ma insieme a me hanno chiamato "selvaggio" e "barbaro" anche il popolo bulgaro; mi hanno chiamato "losco personaggio balcanico", "bulgaro selvaggio", e questo non lo posso passare sotto silenzio. È vero che il fascismo bulgaro è molto selvaggio e barbaro. Un popolo, che è vissuto 500 anni sotto il giogo straniero senza aver perso la propria lingua e la propria nazionalità ; la nostra classe operaia ed i nostri contadini, che hanno lottato e lottano contro il fascismo bulgaro, per il comunismo, un tale popolo non può essere barbaro e selvaggio. In Bulgaria i barbari ed i selvaggi sono soltanto i fascisti. Ma io vi domando, signor Presidente, in quale paese il fascismo non è barbaro e selvaggio? »
In seguito [[Willi Münzenberg]], nel suo libro ''Livre brun'', attribuì la responsabilità  dell'incendio ai [[nazismo|nazisti]], avendo voluto creare un pretesto per giustificare la [[repressione]] e la soppressione dei diritti civili. Nel settembre [[1933]], un contro-processo organizzato a Londra da un comitato [[antifascista]] internazionale, affermò che quello contro van der Lubbe era processo fasullo.
In seguito [[Willi Münzenberg]], nel suo libro ''Livre brun'', attribuì la responsabilità  dell'incendio ai [[nazismo|nazisti]], avendo voluto creare un pretesto per giustificare la [[repressione]] e la soppressione dei diritti civili. Nel settembre [[1933]], un contro-processo organizzato a Londra da un comitato [[antifascista]] internazionale, affermò che quello contro van der Lubbe era processo fasullo.


Per Pierre Milza, l'imputato olandese sarebbe stato manipolato dai [[nazismo|nazisti]]<ref>[[Pierre Milza]], ''Les Fascismes'', capitolo. 9, p. 286.</ref>:  
Per Pierre Milza, l'imputato olandese sarebbe stato manipolato dai [[nazismo|nazisti]]<ref>[[Pierre Milza]], ''Les Fascismes'', capitolo. 9, p. 286.</ref>:  
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